“E per quanto riguarda chi è interessato agli ebrei che controllano l’America, vedano le cose in questo modo. Se non è vero, non c’è niente di cui preoccuparsi. Se è vero, è meglio, sarebbe molto bello per noi“, Aaron Breitbart, Simon Wiesenthal Center, Los Angeles
Io, Io… che differenza può fare una telefonata. Ovviamente nessuno si aspettava che in Israele, da venerdì sera, i likudnik si agitassero in preda al panico. Avevano schierato tutta la loro intelligence per convertire il mancato intervento degli Stati Uniti contro la Siria in un prepotente soprassalto dello spauracchio sul programma nucleare iraniano. Ma l’AIPAC s’è schiantato e bruciato di nuovo. Netanyahu ha preso in giro se stesso di fronte alle Nazioni Unite, ancora una volta, cosa che tutti sanno non imbarazzarlo affatto, e sembra neppure gli israeliani. Bibi è su una nave che affonda per la sua scommessa sulla minaccia dell’Iran, perché un numero crescente di Paesi occidentali ha pubblicamente annunciato, uno per uno, di essere disposti a migliorare le relazioni con l’Iran. Ci sono stati due eventi chiave che hanno contribuito a chiarire il percorso della telefonata della svolta. L’Unione europea ha messo il suo prestigio nella lista dei singoli Paesi che migliorano le relazioni con l’Iran. Poi c’è stato il vertice alle Nazioni Unite con il gruppo P5 +1, che ha generato commenti sulla stampa molto promettenti riguardo “la risoluzione di tutte le questioni in sospeso“, per la prossima riunione di ottobre.
Le pretese della stampa statunitense hanno accreditato Obama sull’iniziativa della telefonata a Ruhani, potendo così testarne la ricezione al suo ritorno a casa, in Iran. Nel settore delle PR lo si chiama ‘messa in scena’. Ma Obama in realtà segue, e non guida. Tutte le aperture pubbliche degli altri Paesi all’Iran hanno preparato il terreno ad Obama, per poter dare a Bibi la cattiva notizia… che la bufala della minaccia nucleare dell’Iran è un cane morto. E’ giunto il momento per il mondo di andare avanti. Bibi corre a Washington per vedere Obama, lunedì. Ha anche ordinato a tutto il suo governo di imbavagliarsi, nessuno doveva commentare pubblicamente sui media ciò che dimostra la storica telefonata. Come affermato da una fonte anonima israeliana, “Netanyahu teme che si dirigano verso un pessimo accordo con l’Iran, e se è così, preferisce non ci sia alcun accordo“, ha detto la fonte. Vorrei chiedere al torbido Netanyahu, di quale accordo sta parlando. Hanno solo accettato di parlare. Ogni accordo è ovviamente ancora in ipotesi, per ora. L’Iran è già inciampato scioccamente nella pretesa che le sanzioni siano eliminate prima di iniziare la trattativa, un grande e inutile errore da parte sua. Quello che penso di Bibi, ma non vorrei dire, è che lui e i suoi estremisti del Likud vedono che la possibilità che l’esercito e il denaro dei contribuenti statunitensi siano usati per eliminare un avversario dei sionista, stia sparendo. I Primi ministri israeliani, a lungo, hanno venduto al pubblico israeliano la loro capacità di avere l’aiuto militare e il sostegno dei contribuenti statunitensi. Le armi di distruzione di massa d’Israele rendono gli aiuti degli Stati Uniti tecnicamente illegali, ma questi continuano a mostrare che ‘una correzione’ stia ancora consolidando le proprie competenze in politica estera. Gli israeliani vedono i loro capi come se manipolassero la politica statunitense. Se ne sono anche vantati pubblicamente. Ho il sospetto che Bibi arriverà a Washington con un piano in due parti. Cercherà di far deragliare qualsiasi normalizzazione degli Stati Uniti con l’Iran, forse minacciando qualcosa come costruire altri 5000 nuovi insediamenti in Cisgiordania. Oppure potrebbe cercare di estorcere la promessa di ottenere armi nucleari statunitensi di quarta o addirittura quinta generazione, in sostituzione delle ADM che gli israeliani hanno già, come premio di consolazione.
I sionisti radicali non possono immaginare un mondo in cui non hanno una crescente forza d’attacco nucleare. E per averla, devono tirare fuori questi spauracchi fasulli, per nascondere il fatto che hanno già queste armi offensive. I babbei hanno anche testato i loro nuovi missili balistici a lungo raggio, proprio nel bel mezzo del dramma del minacciato attacco alla Siria. E poi hanno testato due missili lanciati dai sottomarini. Penso che Netanyahu senta che il vento stia cambiando, che senza una qualche minaccia esterna artificiale, non vi sia alcuna reale necessità per Israele di tenersi il suo non dichiarato arsenale di ADM. Ciò significa che è a un passo dal sentirsi chiedere di consegnare quello che ha, nell’ambito di un piano di pace regionale. Rifiuterà, naturalmente, aprendo le porte alle sanzioni, che il mondo intero sosterrebbe subito. Chi lo meriterebbe più dei sionisti? La Lega araba già appoggia questo desiderato ‘Medio Oriente libero dalle ADM’, e l’unica cosa che ha protetto Israele in tutti questi anni, è la corruzione della politica statunitense. Per avere i finanziamenti politici ebraici, nel cuore della campagna elettorale, tutti i candidati hanno dovuto giurare fedeltà alla supremazia militare totale d’Israele su tutta la regione. Questo assegno in bianco a sostegno della politica israeliana, è stato un fallimento totale e causa di tanta miseria e distruzione in Medio Oriente, solo così i politici statunitensi potevano contare sui contanti ebraici per la loro campagna. Tutti coloro che l’hanno fatto, violavano il loro giuramento, mettendo a rischio la sicurezza nazionale statunitense per un piccolo Paese mediorientale di nessuna importanza strategica.
Proprio nel bel mezzo di tutto questo, Israele ha chiesto un grosso aumento supplementare in aiuti militari statunitensi. Caspita, sembra che vogliano che gli USA gli comprino i loro ICBM, proprio quando affrontiamo la chiusura per il tetto del debito. Gli statunitensi sono sempre al passo con il registratore di cassa d’Israele. Il fascino politico dell’offensiva iraniana continua ad essere sempre più pressante, alle sessioni delle Nazioni Unite. Il ministro degli Esteri Zarif ha fatto centro rispondendo agli insulti da quattro soldi di Netanyahu sui tentativi dell’Iran per una riconciliazione. “L’offensiva del sorriso è assai meglio dell’offensiva della menzogna. Netanyahu e i suoi pari hanno detto, fin dal 1991… che l’Iran è a sei mesi dall’avere un ordigno nucleare. E sono passati quanti anni, 22? E ancora dicono che siamo a sei mesi dalle armi nucleari”. Caro Bibi, Zarif se ne fa beffe delle tue sparate, e il notiziario domenicale della ABC, pure. Sento cambiare il vento, Bibi, e penso che anche tu lo senti. Volevo controllare ciò che gli agenti dello spionaggio israeliano faranno, di lavoro straordinario la domenica. Ciò di solito comporta tirar fuori i media e think tank da loro controllati e far spargere materiale, già preparato da qualche ‘esperto’, con un documento importante o qualche intervista televisiva. Non ho avuto bisogno di aspettare molto.
Il Los Angeles Times, la Tel Aviv sul Pacifico, aveva un articolo di Paul Richter. La mia scommessa era che i sionisti avrebbero preteso il divieto totale di qualsiasi attività nucleare dell’Iran, quale unico modo con cui il mondo potrebbe essere messo al sicuro da un Paese, che non ha attaccato nessuno in 1000 anni. Avevo ragione. Mark Dubowitz della pro-sanzioni Fondazione per la Difesa delle Democrazie, pigolava che il diritto al riprocessamento dell’Iran previsto dal TNP, sia in qualche modo oggetto di soggetti estranei, come il desiderio d’Israele di annullarlo. La FDD è uno dei più grandi think tank neocon filo-israeliani che abbiamo, con personaggi famosi come l’ex-direttore della CIA James Woolsey, che vuole che Jonathan Pollard sia rilasciato quando lui e gli israeliani hanno ucciso più persone di qualsiasi uomo della CIA, nella storia. Woolsey deve essere considerato un traditore della fedele comunità dell’intelligence, che vorrebbe vederlo con Pollard a condividere la cella. L’intelligence israeliana spesso s’infiltra in questi grandi gruppi di riflessione, a fini di controllo, perché vi sono pezzi da novanta, come ex-politici e capi dipartimento, quale Loui Freeh dell’FBI, rendendo difficile investigare, se non impossibile… questo è il punto. La FDD è una copertura per le aggressive operazioni di cambiamento di regime all’estero, e sembra rappresentare una varietà di benefattori, anche degli interessi stranieri. Per esempio, sosterebbe il terrorismo di al-Qaida in Siria senza battere ciglio. Dovrebbe cambiare il nome in Fondazione per la democrazia del terrorismo. Altri articoli del LA Times affermano che qualsiasi ritrattamento nucleare iraniano serva solo a poter continuare a nascondere gli impianti per costruire la bomba. La bufala è stata smascherata da secoli da chi segue le procedure di ispezione. Queste élite dei media e dell’impostura, dimenticano che noi contadini sappiamo leggere.
L’AIEA ha confermato con i suoi controlli che non un grammo di materiale nucleare iraniano è andato disperso. Non è una novità per noi di Veterans Today, come per il nostro esperto nucleare Clinton Bastin, per 40 anni al dipartimento di Energia, che sa come come tutti i depositi siano sotto costante monitoraggio e siano in grado di rilevare qualsiasi deviazione quasi in tempo reale. Abbiamo anche altre fonti che confermano che le strutture segrete per la bomba sono un’altra beffa, con la nostra tecnologia satellitare che rileva il ritrattamento… ovunque, e potendolo fare da molto tempo. Non posso dire come o mi sparerebbero, e preferirei continuare a scrivere queste righe per voi. La gente sa in fondo che la minaccia nucleare dell’Iran è solo una grande operazione psicologica truffaldina, fin dall’inizio. E’ stata utilizzata per preparare i cittadini ad accordare fiducia a un futuro attacco all’Iran, quando quelle stesse persone non avrebbero creduto che il loro governo gli mentiva in faccia, e perché. Scriverò oltre su quali siano queste ragioni. Dovete solo fare un lungo viaggio sulla strada della memoria delle guerre passate, per scoprirne il perché.
Jim W. Dean è caporedattore di VeteranToday.com, produttore di Heritage TV Atlanta, membro della Associazione dei funzionari dei servizi segreti e dei Figli dei Veterani confederati, appositamente per New Oriental Outlook.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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La Terra Persa. Una storia poco occidentale sulla Terra Promessa per il sionismo e Perduta per tutti gli altri

LA TERRA PERSA
Una controstoria poco occidentale, per nulla reticente, in fondo cristiana, sulla terra Promessa agli ebrei, Negata a musulmani e cristiani, Svenduta dagli Alleati, Sequestrata dal sionismo, Proibita ai suoi figli legittimi, Perduta per tutti.
Israele, Palestina e Medioriente ieri, oggi, forse domani: quel che “l’informazione” non dice.
UN BREVE SAGGIO
di Andrea Virga
DUE PESI E DUE MISURE
I media democratici di altri Paesi si sono spesso preoccupati ogniqualvolta in un Paese occidentale acquisivano rilevanza politica partiti giudicati di volta in volta pericolosamente “populisti”, “xenofobi”, “nazionalisti”, “razzisti”, “neofascisti” o (Dio non voglia!) “neonazisti” (il non plus ultra dell’esecrazione democratica). È il caso di Haider in Austria, di Le Pen in Francia, di Geert Wilders nei Paesi Bassi, della Polonia dei fratelli Kaczinsky o, più recentemente dell’Ungheria di Viktor Orban, quest’ultima colpevole nientepopodimeno di voler sottoporre a controllo politico la Banca centrale (sacrilegio!). Addirittura, nel 2000, si giunse a sanzioni e minacce di boicottaggio da parte europea nei confronti dell’Austria, colpevole di aver democraticamente eletto il FPÖ di Jorg Haider come partito di governo.
Ora, una simile azione rappresenta certo un’intollerabile ingerenza nei confronti di (quello che dovrebbe essere) uno Stato sovrano. Tuttavia, per una volta è interessante applicare il medesimo metodo nei confronti di un Paese che non è mai oggetto (semmai autore!) di simili critiche sui media occidentali; un Paese che si fregia di essere “l’unica democrazia del Medio Oriente”; un Paese i cui apologeti e cittadini sono spesso in prima linea nel denunciare “la minaccia dell’estrema destra” in Europa. Questo Paese è lo Stato d’Israele. Questo breve articolo non intende tanto esaminare le (pur numerosissime) contraddizioni d’Israele – altri l’hanno già fatto meglio di me – ma sollevare l’attenzione sulla composizione del Parlamento israeliano (la Knesset) e sui partiti che vi sono presenti, e che rappresentano quindi (almeno in linea teorica) le posizioni dell’elettorato israeliano.
I MODERATI: CRIMINALI DI GUERRA IN PARLAMENTO
La Knesset (“assemblea”)[1] è un Parlamento unicamerale che detiene il potere legislativo; ha 120 deputati, eletti a scadenza quadriennale con metodo proporzionale, liste chiuse e soglia di sbarramento al 2%, che ne fanno uno dei parlamenti con più partiti (attualmente 14) e meno stabilità al mondo (25 mesi è la durata di un governo medio). Ha il potere di discutere e passare tutte le leggi, anche di natura costituzionale (le Leggi di Base), con una maggioranza semplice. Elegge il Presidente e propone a quest’ultimo il Primo Ministro e il Controllore di Stato; può rimuovere ciascuna di queste cariche e sospendere l’immunità dei suoi stessi membri; approva il governo e ne supervisiona il lavoro; può sciogliere se stessa. Come si può vedere, è quindi l’organo più importante della politica israeliana.
Alle ultime elezioni (anticipate), il 10 febbraio 2009, la soglia di sbarramento è stata superata da 12 liste, per un totale di 18 partiti, che esamineremo ora uno per uno. Il primo partito (22,47% dei voti e 28 seggi) è Kadima (“Avanti”), fondato dal criminale di guerra Ariel Sharon (riconosciuto “personalmente responsabile” del massacro di Sabra e Chatila da una commissione israeliana [2]), a partire dai moderati del suo partito (il Likud) e del partito laburista. Fino alle elezioni precedenti, era al governo con Ehud Olmert (attualmente sotto processo per frode, corruzione ed evasione fiscale) come Primo Ministro, mentre ora è all’opposizione. Il suo attuale leader è Tzipi Livni, famosa per aver dichiarato, durante l’operazione “Piombo Fuso”, che «non c’è nessuna crisi umanitaria a Gaza»[3]; il suo ruolo come Ministro della Giustizia in quegli eventi le fruttò un mandato d’arresto per crimini di guerra da parte di una corte inglese, poi ritirato [4]. Anche l’attuale Presidente, Shimon Peres, è di Kadima (anche se di estrazione laburista); di lui ricordiamo l’affermazione secondo cui «anche l’Iran può essere cancellato dalla carta geografica»[5].
La piattaforma del partito, sulla questione israelo-palestinese sostiene [6]: «La nazione israeliana ha un diritto storico e nazionale all’intero Israele. Tuttavia, al fine di mantenere una maggioranza ebraica, parte della Terra d’Israele deve essere ceduta per mantenere uno stato ebraico e democratico. Israele rimarrà uno stato e una patria ebraica. La maggioranza ebraica in Israele sarà preservata tramite concessioni territoriali ai palestinesi. Gerusalemme e i grandi insediamenti di coloni sulla Sponda Occidentale saranno tenuti sotto controllo israeliano. L’agenda nazionale israeliana per porre fine al conflitto israelo-palestinese e ottenere due Stati per due nazioni sarà la tabella di marcia. Verrà portata avanti per stadi: smantellare le organizzazioni terroristiche, collezionare armi da fuoco, implementare riforme di sicurezza nell’Autorità Palestinese, e prevenire sedizioni. Alla fine del processo, uno stato palestinese demilitarizzato privo di terrorismo sarà stabilito.» Anche se non sembra, Kadima nello spettro politico israeliano è un partito di centro (diciamo di centrodestra), moderato e liberale.
IL CENTRODESTRA: GLI EREDI DEL FASCISMO SIONISTA
Il partito di governo, il secondo alle elezioni (21,61% voti; 27 seggi), è il Likud (“consolidamento”), storico partito di destra, nazionalista, liberista e conservatore, che affonda le sue radici nel sionismo revisionista, ossia quell’ala del movimento sionista capeggiata da Ze’ev Jabotinsky, che rivendicava anche la Transgiordania e intratteneva stretti rapporti con i fascismi europei [7]. Il suo leader, nonché Primo Ministro in carica è Benjamin Netanyahu, il quale, tra le altre cose, sostiene che l’Iran sia una minaccia paragonabile alla Germania nazionalsocialista e che quindi debba essere fermato (ovvero aggredito preventivamente) prima che si munisca di armi nucleari [8] e che l’evacuazione dei coloni da Gaza è stata un errore [9]. Le sue condizioni di pace, espresse in un discorso all’Università di Bar-Ilan, prevedono esplicitamente che Israele conservi l’intera città di Gerusalemme, che le colonie nei territori siano mantenute, e che il futuro Stato palestinese sia del tutto demilitarizzato [10].
Quasi un miglioramento se consideriamo che lo stesso Likud, nel suo programma del 1999 proclamava: «a) Il fiume Giordano sarà il confine orientale permanente dello Stato di Israele; b) Gerusalemme è la capitale unita, eterna dello Stato d’Israele e solo d’Israele. Il governo rifiuterà completamente le proposte palestinesi di dividere Gerusalemme; c) il Governo d’Israele rifiuta completamente la costituzione di uno stato arabo palestinese a ovest del fiume Giordano; d) le comunità ebraiche in Giudea, Samaria e Gaza sono la realizzazione dei valori sionisti. L’insediamento della terra è una chiara espressione del diritto inoppugnabile del popolo ebraico alla Terra d’Israele e costituisce un importante valore nella difesa degli interessi vitali dello Stato d’Israele. Il Likud continuerà a rafforzare e sviluppare queste comunità e preverrà il loro sradicamento» [11].
ESTREMISMO NAZIONALISTA DI UN PARTITO D’IMMIGRATI
Tuttavia, per governare il Likud ha dovuto coalizzarsi con tutta una serie di partiti minori, primo fra tutti il terzo (11,70% voti; 15 seggi), ossia Yisrael Beiteinu (“Israele è la nostra casa”), partito laico e nazionalista, anch’esso nel solco del sionismo revisionista, che rappresenta gli interessi degli immigrati russi, e si pone alla destra del Likud. Esso vuole incoraggiare l’immigrazione ebraica in Israele (ma solo per gli Ebrei di sangue e i convertiti al giudaismo ortodosso) e propone il cosiddetto Piano Liebermann, che prevede lo spostamento delle frontiere israelo-palestinesi per creare due Stati etnicamente più omogenei, ovvero cedendo la regione frontaliera del Triangolo, abitata da Arabi (ma non altre aree abitate da Arabi nel Negev e in Galilea) alla Palestina ed annettendo invece ad Israele tutte le colonie in Cisgiordania vicino al confine.
Nonostante questo partito, spesso in contrasto con la destra religiosa, neghi di essere ultranazionalista, varie affermazioni del suo leader, Avigdor Liebermann, vanno nella direzione opposta. Durante l’operazione Piombo Fuso, aveva affermato che Israele avrebbe dovuto «continuare a combattere Hamas proprio come gli Stati Uniti hanno fatto con i Giapponesi nella Seconda Guerra Mondiale […] anche allora l’occupazione del territorio non era necessaria» [12]: considerando che Israele possiede armi nucleari, non è difficile capire a cosa si stesse riferendo. Ma già precedentemente aveva sostenuto che sarebbe stato meglio annegare i prigionieri palestinesi nel Mar Morto piuttosto che rilasciarli [13], e che i parlamentari arabi israeliani che avevano dialogato con Hamas meritavano di essere giustiziati in quanto collaborazionisti [14]. Nonostante tanta disinvoltura con le parole, tra cui insulti nei confronti di Mubarak e la proposta di bombardare la Diga di Aswan [15], è attualmente Ministro degli Esteri, dove può mettere a profitto la propria diplomaticità. Anche Liebermann ha avuto guai con la giustizia, oltre ad essere stato condannato a pagare una multa per aggressione ad un dodicenne, è ora sotto processo per frode e riciclaggio [16].
LA SINISTRA ISRAELIANA: POCHI E POCO EFFICACI
Il quarto partito, il Partito Laburista Israeliano (9,93% voti; 13 seggi), deriva dalla tradizione politica del sionismo laburista, ed è ormai un partito di centro, socialdemocratico e sionista moderato. Il suo leader, Ehud Barak, già agente delle forze speciali e dei servizi militari, è Ministro della Difesa, e tale era anche nel governo precedente, quando condusse l’operazione Piombo Fuso contro la popolazione di Gaza. Anche questo partito faceva parte della coalizione di governo, prima di uscirne nel gennaio 2011, per insoddisfazione verso lo stallo nelle trattative di pace. In quel frangente, Ehud Barak e altri quattro deputati si staccarono dal partito, formando il nuovo partito Indipendenza, più centrista, il quale rimane al governo.
Alla sinistra dei laburisti, troviamo Nuovo Movimento-Meretz (“Vitalità”) (2,95% voti; 3 seggi), l’unico partito sionista che si può considerare effettivamente di sinistra, con posizioni a tutela della laicità dello Stato, del welfare, dell’ambiente, dei diritti delle minoranze. Questo partito sostiene la formula “due popoli/due Stati” e il ritiro dalla maggior parte degli insediamenti, ma non ha una posizione chiara sul diritto di ritorno per i profughi palestinesi e sul diritto all’obiezione di coscienza. Riunendo assieme i resti del Partito Laburista e Meretz, possiamo affermare che la sinistra israeliana e sionista conta ben 11 deputati su 120!
ANCORA PIÙ A DESTRA: ULTRANAZIONALISTI E FONDAMENTALISTI
Il deputato israeliano Benari, fanatico sionista, strappa nel parlamento le pagine del Vangelo, ricoprendole di insulti e sputi. Non che avesse tutti i torti: si trattava di una bibbia di sette protestanti americane… completamente falsata.
D’altra parte, altre quattro liste sono state elette in Parlamento alla destra di Yisrael Beiteinu. Unione Nazionale (3,34% voti; 4 seggi) comprende quattro partitini di estrema destra (Moledet, Hatikva, Eretz Yisrael Shelanu e Tkuma). Il deputato Uki Ariel si è messo in luce per aver difeso gruppi di giovani coloni, colpevoli di aggressioni all’esercito israeliano [17]. Recentemente poi, l’altro deputato Michael Ben Ari, già dichiarato persona non grata negli Stati Uniti [18], ha mostrato la sua tolleranza religiosa, strappando pubblicamente un Vangelo [19]. Vediamo ora la piattaforma elettorale di questa coalizione [20]: Gerusalemme capitale eterna ed indivisibile dello Stato d’Israele, soluzione militare del conflitto israelo-palestinese, diritto di rappresentanza politica solo per i partiti che riconoscono la natura ebraica d’Israele, servizio militare obbligatorio anche per gli ultraortodossi, condanna dell’evacuazione delle colonie a Gaza e in Samaria, rafforzamento dei legami con la diaspora ebraica, affermazione delle colonie come realizzazione del sionismo, colonizzazione ebraica della Galilea (area israeliana a maggioranza araba), mantenimento del Golan.
La lista La Casa Ebraica, composta principalmente dal Partito Nazionale Religioso, originariamente alleata alla precedente, ha poi corso da sola (2,87% voti; 3 seggi). Le sue posizioni sono ispirate al sionismo religioso e affermano un unico Stato ebraico, tra Giordano e Mediterraneo. Le altre due liste di estrema destra, sono invece molto più influenti e rappresentano gli Ebrei ortodossi e ultraortodossi. Giudaismo della Torah Unito (4,39% voti; 5 seggi) è formata dai due partiti Agudat Israel (“Unione d’Israele”) e Degel HaTorah (“Bandiera della Torah”), rappresentanti rispettivamente gli ultraortodossi ashkenaziti chassidici e non chassidici. Questi partiti hanno anch’essi posizioni fortemente critiche nei confronti del sionismo laico e della natura secolare d’Israele, ma fanno anch’essi parte della coalizione governativa guidata dal Likud.
«I GENTILI SONO NATI SOLO PER SERVIRCI. SENZA CIÒ, NON HANNO POSTO NEL MONDO»
L’altra lista, Shas (acronimo per “Guardiani Sefarditi della Torah”), è ora il quarto partito per dimensioni nella Knesset (8,49% voti; 11 seggi), e fa parte della coalizione di governo. Rappresenta gli ortodossi meno estremisti, in particolare di estrazione sefardita e mizrahi. Shas promuove la legge religiosa, difende i diritti di sefarditi e mizrahim e si batte contro la natura secolare dello Stato d’Israele. La sua guida spirituale, il Rabbino Ovadia Yosef, è considerato relativamente moderato per essere un ultraortodosso; ad esempio, considera lecito ascoltare una cantante femminile (posto di non averla vista dal vivo), le classi miste (fino ai 9 anni), il matrimonio con Ebrei caraiti, ecc. Tanta moderazione, per così dire, non toglie che certe sue osservazioni abbiano destato scalpore. Per esempio, che i Palestinesi siano «malvagi, aspri nemici d’Israele» e «dovessero perire tutti» [21]; che (riferendosi agli Arabi) «è proibito essere misericordiosi con loro. Dovete mandare missili e annientarli. Sono malvagi e condannabili» [22]; che le vittime della Shoah fossero la reincarnazione di anime peccatrici [23]; che l’uragano Katrina costituisse la punizione divina per lo scarso studio della Torah da parte dei «negri» (testualmente Kushim) di New Orleans (oltre che per il sostegno statunitense all’evacuazione di Gaza) [24]; o che «i Gentili sono nati solo per servirci. Senza ciò, non hanno posto nel mondo – solo per servire il popolo d’Israele […] perché c’è bisogno dei Gentili? Lavoreranno, semineranno, mieteranno. Staremo seduti come un pascià e mangeremo. Ecco perché furono creati i Gentili» [25].
In sintesi, contando queste quattro liste, Yisrael Beiteinu, il Likud e partiti di centrodestra come Kadima e Indipendenza, la destra sionista e israeliana su 120 seggi parlamentare può contare sulla bellezza di 98, 65 escludendo i cosiddetti “centristi” (ossia moderati del calibro di Ehud Barak, Tzipi Livni, Shimon Peres e Ariel Sharon).
I PALESTINESI? STRANIERI IN PATRIA
E gli Arabi? Essi costituiscono il 18,7% della popolazione complessiva [26], più i Druzi che costituiscono l’1,6% della popolazione e, pur essendo di lingua araba, sono sempre stati filo-israeliani. Attualmente ci sono quattro parlamentari drusi (3,3% dei seggi), tre dei quali in partiti sionisti di destra, e dieci parlamentari arabi (8,3% dei seggi), di cui uno solo in partiti sionisti (il laburista Raleb Majadele, primo e unico ministro arabo nel 2007). Va poi citato un giudice arabo della Corte Suprema (su 15 giudici totali). Inoltre, pur essendo oltre il 20%, gli Arabi costituiscono solo il 6,1% dei pubblici dipendenti [27]. È evidente come questa minoranza sia decisamente sottorappresentata.
Per di più, essa è divisa in quattro partiti: l’antisionista Ta’al (1 seggio), Lista Araba Unita nazionalista e islamista (3 seggi; 3,38% voti insieme con Ta’al), Balad democratico e progressista (2,48% voti; 3 seggi) e il partito comunista Hadash (3,32% voti; 4 seggi). Quest’ultimo vanta anche un deputato ebreo, Dov Khenin, che è l’unico Ebreo non-sionista in tutta la Knesset. Tutti questi partiti (con un totale di 11 deputati su 120), naturalmente, sostengono il diritto di Israele ad esistere, e chiedono uguali diritti per la minoranza araba in Israele, l’evacuazione dei territori occupati, e il riconoscimento da parte israeliana di uno Stato palestinese. Tuttavia, è stato più volte proposto di proibirli [28]. D’altro canto, fare il parlamentare arabo in Israele non è facile: può capitare di vedersi revocare il passaporto per aver visitato un altro Paese arabo [29], o di venire picchiati dalla polizia durante manifestazioni di piazza [30].
Come si può vedere, in Israele, nonostante gli Ebrei costituiscano solo il 75% della popolazione, essi detengono l’88% dei seggi, e la stragrande maggioranza dei seggi parlamentari (82%) sono andati a partiti di destra, i cui principali esponenti spesso esprimono posizioni fortemente nazionaliste e offensive nei confronti delle minoranze o di Paesi esteri. Il lettore attento avrà notato che ho spesso citato fonti israeliane. Il fatto è che all’interno del Paese, questo problema viene sollevato, e questi articoli spesso arrivano anche sulla stampa estera (americana o europea). Tuttavia, i media a grande diffusione, in particolare televisivi – gli stessi che si stracciano le vesti per qualche intemperanza verbale del Bossi di turno o per un 5% strappato da qualche partito nordeuropeo colpevole di raccogliere i voti di chi è esasperato dall’immigrazione di massa –, tendono ad ignorare i fatti qui riportati e documentati, nonostante siano di pubblico dominio. Ma il rapporto tra Europa, Israele e Stati Uniti è più complesso.
I MEDIA “GENTILI”? PIÙ REALISTI DEL RE
In quei Paesi, dove la presenza politica sionista è forte (Francia, Italia, Germania, Gran Bretagna), la posizione nei confronti di Israele è più moderata, in tutti i sensi. Sono rari i toni da “falchi”, ma altrettanto rare sono le critiche effettive ad Israele. Questo è meno vero per altri Stati, come i Paesi scandinavi (che non hanno mai avuto minoranze ebraiche rilevanti) o i Paesi europei orientali (dove l’antigiudaismo è sempre stato molto forte come sentimento popolare). Negli Stati Uniti, invece, è vero che la lobby sionista è molto forte, ma è anche vero che in questo Stato la politica estera è del tutto autocefala e dettata da esigenze politiche interne, non da pressioni esterne, come quelle esercitate dagli Stati Uniti appunto sui Paesi alleati o occupati. Di conseguenza, non tutti i gruppi di potere statunitensi sono a favore di una politica d’appoggio incondizionato ad Israele. D’altro canto, questo appoggio finora è sempre stato molto consistente, proprio perché coincide anche con gli interessi statunitensi. Ad esempio, le reazioni più positive per Israele, relativamente all’Operazione Piombo Fuso si sono avute negli Stati Uniti e in quei Paesi ad essi più legati politicamente e militarmente (in particolare Italia, Regno Unito, Germania) [31].
NESSUN PARAGONE CON GLI “ESTREMISTI” EUROPEI
Infine, seguito di alcune obiezioni fattemi circa la bozza di quest’articolo, relativamente al paragone tra «un sistema democratico […] molto rappresentativo della società civile» e le «destre xenofobe europee», intendo aggiungere alcune precisazioni, visto che a quanto pare non a tutti è chiara la differenza tra questi due fenomeni.
Innanzitutto, i suddetti partiti (es. la Lega Nord, piuttosto che la Lega delle Famiglie Polacche o il Partito per la Libertà) non sono antidemocratici, ma anzi, essendo populisti come minimo comun denominatore, contrappongono l’opinione popolare e la demagogia ai partiti storici e alla democrazia rappresentativa e mediata. Nella prassi, in ogni caso, sono del tutto integrati nei normali processi democratici europei, europarlamento incluso, nonostante l’euroscetticismo di molti di loro. Né tra l’altro è mai stata provata una correlazione diretta tra la loro propaganda e i casi di violenza xenofoba o politica. Anzi, è evidente che il voto a queste formazioni politiche sia conseguenza diretta di un’insoddisfazione della popolazione nei confronti della questione migratoria (che non è un «“nemico” […] creato per soli motivi di politica interna», ma costituisce un problema reale e d’importanza globale) e dell’operato dei partiti storici, e non viceversa. D’altra parte, essi stessi svolgono un ruolo innegabile nel raccogliere le spinte estremiste e radicali e convogliarle nell’alveo parlamentare, smorzandone quindi la carica antidemocratica. Per questo motivo, possiamo anzi affermare che essi sono pienamente funzionali alla democrazia liberale, in quanto ammortizzatori delle pulsioni potenzialmente eversive. Le preoccupazioni in merito si rivelano quindi essere pura ipocrisia.
TANTO PEGGIO PER I DIRITTI UMANI
In Israele, però questo tipo di affermazioni costituisce non già la demagogia di partiti minoritari, spesso esclusi (almeno in Europa occidentale e settentrionale) dalle coalizioni di governo, quanto la consueta discussione politica della maggioranza dei partiti, di governo come di opposizione. Vorrei inoltre, a maggiore conforto di questa tesi, portare l’attenzione sulla prassi politica di Israele. Già, se guardiamo alla politica estera, risalta – come abbiamo visto – il consenso e la prosecuzione di una politica aggressiva ed imperialista, e lo stesso vale per i diritti umani dal punto di vista interno. Senza scendere nei dettagli, ci limitiamo citare alcuni fatti molto indicativi. Da quando, esiste (2005), il Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, ha emanato 44 risoluzioni che condannavano Israele, ossia il 41,51% delle risoluzioni totali [32], e ha ritenuto opportuno sottoporre Israele a sorveglianza permanente. Il documento più importante è il rapporto (29 settembre 2009), coordinato dal magistrato ebreo sudafricano Richard Goldstone, in cui sono dimostrati i crimini di guerra commessi da Israele durante l’operazione “Piombo Fuso” [33]. Si è quindi arrivati al caso estremo per cui, a fine marzo 2012, lo Stato d’Israele, che aveva più volte denigrato questo organismo ha interrotto ogni collaborazione con esso [34], dopo che questo aveva annunciato di voler indagare sulla legalità degli insediamenti coloniali nei territori palestinesi occupati. A questi crimini, commessi dallo Stato, si aggiungono poi le violenze e gli atti di terrorismo compiuti dai coloni o da fondamentalisti religiosi.
Lo stesso, invece, non si può dire dei populisti europei, che pur stante una politica poco permissiva (almeno a voce) nei confronti dell’immigrazione ed altre intemperanze demagogiche, non sono mai stati tacciati di simili accuse di violazione dei diritti umani. Inoltre, essi stessi spesso criticano, sia pure da un punto di vista isolazionista, il sostegno dei loro Paesi all’imperialismo atlantico. Basti pensare all’atteggiamento della Lega Nord nei confronti delle aggressioni alla Jugoslavia (1999) e alla Libia (2011). Peraltro, Israele e le lobby sioniste in Europa hanno avuto con questi partiti una politica storicamente ostile, criticandoli duramente e demonizzandoli per certi loro richiami ai fascismi storici e certe presunte derive antidemocratiche, ma adottando recentemente una politica più conciliante. Da una parte, i movimenti di destra europei (populisti o addirittura neofascisti) abbandonano le loro posizioni neofasciste, antiamericane, antisioniste o antigiudaiche, concentrandosi invece sull’islamofobia, la xenofobia e l’occidentalismo, mentre dall’altra ottengono un trattamento mediatico decisamente più favorevole e quindi una maggiore crescita nei consensi popolari e politici [35].
L’UNICA DEMOCRAZIA DEL MEDIO ORIENTE
Infine, un’ultima precisazione è d’obbligo, per anticipare una critica che potrebbe parere scontata: perché tutto questo accanimento nel mettere in luce i crimini israeliani, a fronte di violazioni e crimini commessi anche da altri Paesi vicino-orientali, inclusi quelli più ostili ad Israele? Semplicemente, perché – a prescindere dalla maggiore entità di questi crimini (né l’Iran né la Siria, e nemmeno l’Arabia Saudita occupano territori stranieri, ad esempio) – nessuno di questi Stati pretende di essere una democrazia liberale di matrice occidentale, e rivendica su tutti i media occidentali la propria eccezionalità storica di popolo-vittima e Stato-sotto assedio (“l’unica democrazia del Medio Oriente” appunto). Questo vittimismo e queste rivendicazioni, perseguite a prezzo della strumentalizzazione di milioni di vittime ebree del genocidio nazionalsocialista, sono funzionali, infatti, a ricevere sostegno politico, economico, diplomatico e militare, da parte degli Stati occidentali, anche contro quelli che sarebbero gli interessi effettivi di questi Paesi in fatto di politica estera. Per quest’ultimo motivo, la critica al sionismo assume una portata che va a toccare anche gli interessi dei Paesi non situati nel Vicino Oriente, e a maggior ragione di quelli mediterranei (come l’Italia e la Francia), nei cui interessi è un miglioramento dei rapporti con gli Stati islamici del Nord Africa e del Levante.
Note
[1] http://www.knesset.gov.il.
[3] http://www.haaretz.com/news/livni-cease-fire-in-gaza-would-grant-hamas-legitimacy-1.267233.
[4] http://www.guardian.co.uk/world/2009/dec/14/tzipi-livni-israel-gaza-arrest.
[6] http://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Politics/kadimaplatform.html; le fonti sono incerte, ma confidiamo che questo sito sionista, legato all’American-Israeli Cooperative Enterprise, non intenda diffamare il partito in questione con affermazioni spropositate.
[7] Cfr. A. Giacobazzi, L’Asse Roma-Berlino-Tel Aviv, Il Cerchio, Rimini 2010; Id., Il fez e la kippah, All’Insegna del Veltro, Parma 2012.
[9] http://www.haaretz.com/news/netanyahu-i-won-t-repeat-gaza-evacuation-mistake-1.281670.
[10] http://fr.jpost.com/servlet/Satellite?cid=1244371095741&pagename=JPost/JPArticle/ShowFull.
[11] http://www.knesset.gov.il/elections/knesset15/elikud_m.htm.
[12] http://fr.jpost.com/servlet/Satellite?cid=1231774444907&pagename=JPost/JPArticle/ShowFull.
[14] http://www.jpost.com/Israel/Article.aspx?id=20821.
[17] http://www.jpost.com/DiplomacyAndPolitics/Article.aspx?id=249517.
[19] http://972mag.com/mk-michael-ben-ari-tears-up-new-testament-throws-it-in-trash/51196/.
[20] http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3666568,00.html.
[22] http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/1270038.stm.
[23] http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/869553.stm.
[24] http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3138779,00.html.
[25] http://www.jpost.com/JewishWorld/JewishNews/Article.aspx?id=191782.
[26] http://www.cbs.gov.il/publications/isr_in_n10e.pdf.
[27] http://www.sikkuy.org.il/2003/english03/pdf/civilEn03.pdf.
[28] http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3654866,00.html.
[29] http://www.haaretz.com/news/bar-on-wants-passports-of-arab-mks-who-visited-syria-revoked-1.196942.
[32] http://www.eyeontheun.org/browse-un.asp?ya=1&sa=1&u=344&un_s=0&ul=1&s=0&tp=1&tpn=Resolution.
[33] http://www2.ohchr.org/english/bodies/hrcouncil/specialsession/9/FactFindingMission.htm.
[34] http://www.bbc.co.uk/news/world-middle-east-17510668.
[35] Cfr. http://kelebeklerblog.com/2010/12/27/contro-l%E2%80%99islam-l%E2%80%99estrema-destra-europea-con-israele/ e http://kelebeklerblog.com/2010/12/14/patrik-brinkmann-luomo-che-si-compro-i-nazisti-e-se-li-porto-in-israele/.
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Elogio dei “papi” degli ultimi 50 anni: quelli del World Jewish Congress non sono sedevacantisti!
I servizi israeliani ritengono che il regime siriano abbia effettivamente fatto uso di armi chimiche. “Sono state impiegate armi chimiche e non e’ la prima volta”, ha detto oggi il ministro israeliano per le Questioni Stategiche Yuval Steinitz, citando alla radio le valutazioni dell’intelligence. “Si tratta di un regime particolarmente crudele”, ha proseguito il ministro, criticando la comunità internazionale per la sua inazione.
Il Patriarcato cattolico latino di Gerusalemme ha denunciato un ”atto intimidatorio” contro il Monastero di Beit Gemal, vicino a Gerusalemme, attaccato la notte scorsa con una bomba molotov e profanato con uno slogan in ebraico inneggiante alla vendetta. Slogan concepito nello stile delle ‘spedizioni punitive’ anti-arabe o anti-cristiane di frange ultrà dei coloni nazional-religiosi ebrei. Il Patriarcato ha sollecitato il governo israeliano ad agire per individuare i responsabili.
Per Papa Francesco l’udienza di oggi pomeriggio nella Basilica Vaticana con 500 ragazzi della diocesi di Piacenza-Bobbio, in pellegrinaggio a Roma per l’Anno della Fede, non è stata uno dei soliti impegni dell’agenda pontificia da rispettare. Piuttosto è stata un’ora di svago e di allegria, perché lui lo ha detto chiaramente: “A me piace stare con i giovani”. (…) Ha poi aggiunto: “Quando a me dicono: Ma, Padre, che brutti tempi, questi … Guarda, non si può fare niente!. Come, non si può fare niente? E spiego che si può fare tanto!”. Quando però – ha proseguito – “un giovane mi dice: Che brutti tempi, questi, Padre, non si può fare niente!, lo mando dallo psichiatra, eh?”, perché “non si capisce un giovane, un ragazzo, una ragazza, che non vogliano fare una cosa grande, scommettere su ideali grandi per il futuro, no? Poi faranno quello che possono, ma la scommessa è per cose grandi e belle”. (…) Ha poi rivolto ai presenti lo stesso incoraggiamento dato ai giovani argentini partecipanti alla Gmg: “Coraggio. Andate avanti. Fate rumore, eh? Dove sono i giovani deve esserci rumore. Poi, si regolano le cose, ma l’illusione di un giovane è fare rumore sempre”. (…)“
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Dal Sedevacantismo Apocalittico alla Resilienza Cattolica
Il B’Nai B’Rith la massoneria ebraica in Italia e nel Mondo. Misteri e segreti di organizzazioni per il Nuovo Ordine
Bergoglio ultimo Papa Cattolico o primo Papa Nero della massoneria anticlerical Sionista e del Nuovo Ordine Mondiale?
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IL NOACHISMO SARA’ LA LEGGE UNIVERSALE DEL NUOVO ORDINE GLOBALE
I 7 Commandamenti per le 70 Nazioni
D-o ha creato questi Comandamenti in modo che fossero comprensibili
per la logica umana.
Nella Torah Orale (Talmud Babilonese, Trattato Sanhedrin, Capitolo 7), è spiegato che tutti i 7 Commandamenti divini sono compresi in un singolo verso del Libro della Genesi, capitolo 2.
Il Noachismo è una ideologia farisaica basata sulle sette leggi di Noè. Secondo la legge ebraica, i non-ebrei non sono obbligati converstirsi al Giudaismo, ma devono rispettare le Sette Leggi di Noè. Quelli che sottoscrivono l’osservanza di queste leggi e le loro organizzazioni di supporto sono definiti Bene Noach (B’nei Noah) (Hebrew: בני נח), Figli di Noè o Noachiti. Tecnicamente il termine Bene Noach si applica a tutti i discendenti non-ebrei di Noè. Oggigiorno, tuttavia, è usato pure per indicare specificamente i non-ebrei che osservano le leggi Noachite.
Secondo la Bibbia, tutta l’umanità discende da Noè. Noè e i suoi tre figli Sem, Cam e Yafet sopravvissero al diluvio insieme alle loro mogli. Una volta raggiunta con l’arca la terra asciutta, essi rifondarono delle famigliE e ripopolarono la terra. Quando la famiglia di Noè lasciò l’arca, il Creatore strinse un patto con loro. Secondo il Talmud, questo patto comprendeva le [sette leggi noachite]. Quindi, per i B’nei Noah, tutti gli esseri umani viventi sono discendenti di Noè e come tali sono soggetti alle leggi noachite.
Moshe ben Maimon, detto anche Rambam (dall’abbreviazione del suo titolo e nome in ebraico) raccolse tutti i decreti talmudici e dell’halaka (il corpus delle leggi ebraiche) del suo tempo e le illustrò chiaramente nel suo lavoro Mishnah Torah; in aggiunta alle leggi ebraiche ed alle loro spiegazioni, anche le leggi noachite furono raccolte nell’opera di Moshe ben Maimon. Alcuni dettagli di queste leggi si ritrovano anche nella letteratura del Midrash.
Quali sono le sette leggi noachite?
1) Non commettere furti
Non commettere rapina. Non spostare una pietra confinaria. Non frodare. Non rifiutare di pagare una somma dovuta. Non far pagare un prezzo eccessivo. Non concupire. Non desiderare la roba d’altri. Il lavorante non mangi e non porti a casa il frutto del suo lavoro. Non rapire. Non fare uso di falsi pesi e misure. Non possedere falsi pesi e misure.
2) Costituire tribunali
Si nominino giudici e guardie in ciascuna citta’. Si trattino le parti in causa imparzialmente di fronte alla legge. Si verifichi con diligenza la testimonianza di un teste. Non vi sia deliberata cattiva amministrazione della giustizia da parte della Corte. Non accetti il giudice somme o doni da una della parti in causa. Non favorisca il giudice la parte in causa che sia povera, per compassione. Non oda il giudice una delle parti in causa in assenza dell’altra. Non vi sia discriminazione da parte del giudice nei confronti dello straniero e dell’orfano. Non venga nominato un giudice che abbia scarsa conoscenza della legge. La Corte non metta a morte un innocente. Non si incrimini alcuno sulla base di prove indiziarie. Nessuno faccia giustizia da se’, uccidendo l’esecutore di un delitto capitale. Sia resa testimonianza presso la Corte. Non si faccia falsa testimonianza.
3) Non commettere omicidio
Mettere in salvo una persona perseguitata. Non restare impassibili davanti al sangue di colui che si potrebbe salvare da pericolo mortale.
4) Non avere rapporti sessuali illeciti
Un uomo non deve avere rapporti sessuali ne’ con sua madre, ne’ con la sorella della madre, ne’ con un altro uomo, ne’ con la moglie di un altro uomo. Ne’ l’uomo ne’ la donna devono accoppiarsi con le bestie. Non si deve indulgere in comportamenti provocanti che possano condurre a un’unione proibita. Non sia castrato alcun maschio, ne’ uomo ne’ animale.
5) Non smembrare un animale vivo
Non ci si cibi della parte staccata di un animale vivo. Non ci si cibi di un animale smembrato da vivo, anche se e’ ormai morto. Non si deve commettere crudelta’ verso gli animali. Non si deve rimanere insensibili di fronte alla crudelta’ di altri verso gli animali. Non si deve bere il sangue di alcun animale, ne’ uccidere animali per scopo ludico o sportivo. Non si deve rimanere insensibili di fronte alla preparazione del proprio cibo.
6) Non commettere idolatria
Non si nutra il pensiero che esista altra divinita’ al di fuori del Signore. Non si intagli immagine alcuna. Non si facciano idoli per uso altrui. Non ci si inchini davanti a un idolo e non si facciano libagioni o sacrifici, ne’ si bruci incenso davanti a un idolo. Non si facciano passare i figli attraverso il fuoco del culto del Moloch. Non si pratichi l’Ov e l’Iddeoni’, cioe’ non si pratichino certe forme di magia.
7) Non bestemmiare
Non profanare il “NOME” di D-o.
In verità questo è il “sunto” delle leggi Noachite che in tutto sono 66.
Nel frattempo da alcuni anni è comparso un movimento noto come B’nei Noah i cui membri cercano di seguire le leggi noachite. Il Giudaismo ortodosso di solito non promuove la conversione al giudaismo, ma d’altro canto crede che gli ebrei abbiano il dovere di fornire informazioni a chi è interessato a seguire le leggi noachite basate su Moshe ben Maimon. Alcuni gruppi ebrei si sono distinti nell’attività di promozione delle Sette Leggi, come ad esempio il movimento Chabad-Lubavitch (il cui leader storico, il rabbino Menachem Mendel Schneerson, lanciò la campagna globale di promozione delle leggi noachite, gruppi affiliati con Dor Daim e con studiosi di Moshe ben Maimon. Piccoli gruppi che si fanno chiamare B’nei Noah (figli di Noè) si sono recentemente organizzati performare comunità che vivano secondo queste leggi e conducano vite ispirate ad una moralità percepita. L’Alto Consiglio dei B’nei Noah riscuote in particolare un apparente successo nel creare legami con il giudaismo ortodosso e con i noachiti osservanti.
Alcune delle loro organizzazioni comprendono:
L’Alto Consiglio dei B’nei Noah, è stato sottoscritto il 10 gennaio 2006 da un gruppo fondato in Israele nel 2004 che sostiene di essere il nuovo Sinedrio; questo consiglio è stato istituito per rappresentare le comunità dei B’nei Noah in tutto il mondo.
Riconoscimento di B’nei Noah
Il movimento di Chabad-Lubavitch è stato il più attivo politicamente nella promozione delle leggi noachite, nella convinzione che c’è un valora spirituale nell’accettazione delle sette leggi da parte dei non-ebrei. Nel 1991 sono riusciti a fare inserire un riferimento a queste leggi all’interno di un proclama del Congresso degli USA, il Proclama Presidenziale 5956. L’allora presidente G.H.W. Bush, richiamando la risoluzione parlamentare congiunta 173, e ricordando che i principi etici e morali di tutte le civiltà derivano in parte dalle Sette Leggi Noachite, ha proclamato il 26 marzo 1991 come il “Giorno dell’Istruzione USA”. In seguito, la legge 102-14 ha designato formalmente il giorno del compleanno del Rebbe Lubavitch come “Giorno dell’Istruzione USA”, con il Congresso che ha ricordato come “senza questi valori e principi etici l’edificio della civilizzazione corre il serio pericolo di regredire nel caos”, e come “la società è profondamente preoccupata per il recente indebolimento di questi principi che ha avuto come risultato crisi che funestano e minacciano il tessuto della società civilizzata”.
Nell’aprile del 2006, il leader spirituale della comunità Druze in Israele, lo sceicco Mowafak Tarif, si è incontrato con un rappresentante del movimento Chabad-Lubavitch per firmare una dichiarazione che invita tutti i non-ebrei in Israele ad osservare le Leggi Noachite così come sono state espresse e sviluppate nella tradizione ebraica. Il sindaco della città di Shfaram nella Galilea – dove comunità musulmane, cristiane e druze vivono fianco a fianco – ha sottoscritto anche lui il documento.
Nel marzo del 2007, il movimento Chabd-Lubavitch ha riunito ambasciatori da sei diversi paesi in un incontro per dichiarare, in nome degli stati da essi rappresentati, il loro sostegno agli insegnamenti universali delle Leggi Noachite. Gli ambasciatori erano in rappresentanza di Polonia, Latvia, Ghana e Giappone. Facevano parte di un programma speciale organizzato da Harav Boaz Kali. In aprile dello stesso anno, il sindaco di Abu Gosh Salim Jaber ha accettato le sette Leggi Noachite all’interno di un raduno di massa di Chabad tenutosi nel Bloomfield Stadium di Tel Aviv. A maggio, il neo-eletto presidente francese Nicolas Sarkozy, si è incontrato con un rabbino di Chabad-Lubavitch, che gli ha presentato dei documenti sugli insegnamenti universali delle Leggi Noachite.
Quello che segue è un messaggio tradotto in 15 lingue tra cui l’italiano:
Un Codice Morale Per Unire L’umanitá
Il seguente é un messaggio tratto e tradotto da un discorso del Rebbe di Lubavitch, come riportato da Lubavitch International, Vol. 2, No. 1 (Estate ’90), pag. 3
Ci troviamo in un’era rivoluzionaria per l’umanitá. Con la caduta dei regimi oppressivi, molti cambiamenti radicali hanno preso luogo, e la storia si trova di fronte ad un nuovo e piú elevato livello di coscienza morale. Ora é dunque il momento giusto per riflettere sulla dinamica di questi eventi, e trarne la forza e l’incoraggiamento per mettere i loro insegnamenti in pratica. Analizzando la creazione del mondo, i Saggi spiegano che esso é il prodotto del desiderio di D-o, – ovvero il creatore di ogni bontá – di fare del bene. Come appunto é scritto nei Salmi (145:9) “Il Sig-re é buono verso tutti, e la Sua clemenza é su tutte le sue creature.” Dunque, essendo la natura del bene, fare del bene al prossimo, l’universo e tutte le forme di vita sono un espressione della bontá Divina del Sig-re.
Dunque, tutto ció che accade, anche eventi che superficialmente appaiono maligni, come ad esempio disastri naturali, hanno un elemento positivo celato in essi. Ugualmente, l’inclinazione maligna dell’uomo, in essenza desidera fare del bene, ma é – suo malgrado – meccanizzata al contrario per dare all’uomo libera scelta. Se D-o avesse invece creato il mondo completamente e puramente buono, senza nessuno sforzo necessario da parte dell’uomo per conquistare il bene, esso sarebbe quasi privo di valore negli occhi della persona.
Nella lotta individuale contro il male, l’approcio con quest’ultimo non deve essere uno di sfida, ma enfatizzando ció che é giusto nelle persone che ci circondano, ed evidenziando ció che é buono, il male viene consecutivamente sconfitto e sparisce completamente, senze bisogno di dure battaglie e guerre.
Nonostante D-o abbia creato il mondo – come suddetto – dando all’uomo l’abilitá di scegliere, Lo ha anche munito del buon senso per fare la scelta giusta: un codice morale divino. Un codice di leggi primo a tutti gli altri, e che ha come unico e fondamentale messaggio la creazione di una civiltá buona e morale. Il codice Divino, conosciuto come “le sette leggi di Noé” stabilisce per prima cosa una definizione obbietiva di ció che é giusto e buono, apllicabile a qualunque genere di persona. Perché come la storia contemporanea puó dimostrare, la definizione di “bene” data dall’uomo é relativa, soggetiva, ed essenzialmente non persuasiva. Senza tralasciare il fatto che come é noto a coloro che devono garantire ed incoraggiare l’applicazione delle leggi, punizioni e minaccie non forniscono alla persona un senso morale profondo; il quale puó essere raggiunto solo con la consapevolezza che c’é un “occhio che vede, ed un orecchio che udisce” ai quali dobbiamo dare un resoconto delle nostre azioni.
p. 1 / 2 – © 20’10 Ask Noah International
Il codice di sette leggi Divine fu dato a Noé dopo il diluvio universale, di modo da assicurare che egli, la sua famiglia e tutti i suoi discendenti non commettano gli errorri compiuti dalla generazione precedente, e per prevenire che il mondo ricada in caos assoluto. Queste leggi che ordinano lo stabilirsi di aule di giustizia, proibiscono idolatria, bestemmiare, omicidio, adulterio, rubare e mangiare carne ottenuta da un animale quando ancora in vita (cattiverie ad animali), sono le fondamenta per moralit á in generale. Da queste leggi, si possono ovviamente derivare anche altre regole basilari per il comportamento dell’uomo.
Un compito particolare (é) quello di educare ed incoraggiare l’osservanza di queste sette leggi tra tutte le nazioni. La tolleranza religiosa di oggi e l’aspirazione verso libertá e democrazia, ci offrono l’opportunita speciale per pubblicizzare l’osservanza delle “Sette leggi di Noé” in tutto il mondo; perché solo attenendosi ad esse, la razza umana puó unirsi sotto un unico tetto di responsabilitá morale verso il proprio Creatore. Quest’ unitá promuove pace ed armonia tra tutte le persone, raggiungiendo cosi’ il bene piú assoluto e vero che c’é, come é scritto: “Quanto bello e piacevole é quando fratelli convivono uniti.” (Salmi 133:1)
Tratto da: Noahide.org
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Roma. Il Patto Noachita. Il Gran Maestro della Massoneria e il Rabbino Capo della Comunità ebraica – (di Mauro Cascio – a cura del sito: http://www.parvapolis.it/)
Da sinistra a destra Bernardino Fioravanti, Riccardo Di Segni e Gustavo Raffi.
Roma, 3 novembre 2003
Meeting storico quello svoltosi a Villa Medici “il Vascello” – sede del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustinani – tra il venerabilissimo Gran Maestro Gustavo Raffi e il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni.
È la prima volta, infatti, che Ebraismo e Massoneria si incontrano ufficialmente dopo i molti fraintendimenti, generati dalla propaganda anti-ebraica e anti-massonica. E se è vero che il nascente stato liberale italiano, avvalendosi di forti presenze massoniche, determinò non solo la fine del potere temporale dei papi ma anche la fine del ghetto di Roma, è altrettanto vera, purtroppo, la tendenza degli avversari ad associare in negativo tra loro ebrei e massoni per la presunta segretezza dei rituali e per l’uso del simbolismo ebraico nei templi massonici, sino alla formulazione, nei tempi bui del nazifascismo, del cosiddetto complotto pluto-demo-giudaico-massonico. E su quest’ultimo, ha subito ironizzato Riccardo Di Segni, ricordando la sua familiarità con tre dei quattro aggettivi del cosiddetto complotto: quelli relativi allo spirito democratico, all’appartenenza alla comunità ebraica e alla conoscenza della Massoneria di cui suo padre faceva parte.
«Ignoto – ha aggiunto Di Segni, tra l’ilarità dei circa quattrocento partecipanti tra massoni e non – è stato invece sempre per me il primo aggettivo della lista: il ‘pluto’».
Lo storico incontro era stato preceduto, mesi prima, da una lettera del Gran Maestro Gustavo Raffi al rabbino capo di Roma in occasione della Giornata della Memoria: “Nella Giornata della Memoria – scriveva tra l’altro il Gran Maestro – sento il dovere di ricordare come noi Liberi Muratori avvertiamo con forza, oggi più che mai, l’inderogabile necessità che il mondo non dimentichi le atrocità commesse contro uomini e donne, inermi e indifesi, colpevoli solo di appartenere al popolo ebraico (…) La Libera Muratorìa, erede dei principi universali di Fratellanza, Uguaglianza e Solidarietà, alza con forza il suo grido contro ogni barbarie, contro ogni intolleranza, contro ogni forma di oppressione e discriminazione verso chi ci appare diverso e contro ogni manifestazione volta a umiliare e a distruggere la dignità dell’Uomo (…)”.
La serata del Vascello è stata preparata con cura dal fratello Bernardino Fioravanti, direttore del Servizio Biblioteca del Goi, che in breve tempo ha allestito una mostra dal titolo “Mondo Ebraico e Massoneria” con 220 pezzi tra oggetti e documenti per illustrare l’influenza della tradizione ebraica nel simbolismo e nei rituali libero-muratòri, nonché i toni della violenta propaganda anti-ebraica e anti-massonica di oltre un secolo.
A Giuseppe Abramo, Gran Segretario del Grande Oriente ed esperto di ebraismo, il merito di aver contribuito non poco alla realizzazione dell’iniziativa: «Oggi – egli ha detto introducendo il dibattito – il Grande Oriente d’Italia si apre al dialogo con la tradizione ebraica e sempre oggi la comunità ebraica di Roma si apre al dialogo con la Massoneria». Continuando, il Gran Segretario ha messo in risalto “lo straordinario respiro cosmico dell’ebraismo” e il comune atteggiamento di ebrei e massoni nei confronti della tolleranza: l’ebraismo non si rivolge unicamente agli Ebrei e non rivendica la cosiddetta salvezza unicamente per i propri fedeli ma la garantisce a chiunque accetti e pratichi i Sette Precetti dei Figli di Noè, che prima di essere articoli religiosi sono norme della ragione e della dignità umana, le stesse norme che guidano e regolano il lavoro massonico nei diversi gradi.
Ed è appunto sui precetti noàchidi che il rabbino capo di Roma ha preso subito dopo la parola, ricordando il patto che Dio concluse con Noè “uomo giusto e integro e che camminava con Dio” come di lui è detto in Genesi (6 ,9), salvato dalle acque e “speranza del mondo” come lo definisce il libro della Sapienza (14, 16), perché simbolo di una umanità nuova che avrebbe sostituito la precedente, colpevole di violenza contro Dio e contro gli uomini. E nella tradizione ebraica le colpe commesse dall’uomo contro l’uomo sono ben più gravi di quelle commesse contro Dio, giacché queste ultime possono essere rimesse nel giorno dell’espiazione o Kippur, mentre le prime necessitano del perdono da parte dell’offeso.
Noè è il primo tipo dello Zaddiq, l’uomo giusto per eccellenza, senza distinzione di razza, lingua, nazionalità o religione. I sette precetti dati a lui e alla sua discendenza, benché compresi nelle 613 Mitzvoth degli Ebrei, si rivolgono ai giusti di tutte le nazioni con un precetto positivo: l’obbligo di istituire tribunali di giustizia e sei negativi: divieto di idolatria, di bestemmia, di relazioni sessuali illecite, di omicidio, di furto, e di cibarsi di animali vivi. Da questi precetti fondamentali discendono poi numerosi corollari positivi e negativi: così, per esempio, dal divieto di omicidio deriva anche l’obbligo di mettere in salvo una persona perseguitata; dal divieto di relazioni sessuali illecite il divieto di castrazione degli uomini e degli animali; dal divieto di cibarsi di animali vivi anche il divieto della caccia e così via.
Nel chiudere la manifestazione, il Gran Maestro Gustavo Raffi ha messo in evidenza il significato dello storico incontro tra – ebrei e massoni – spesso accomunate nel dover subire intolleranza e persecuzioni. Ha sottolineato infine l’importanza del dialogo praticato all’insegna della tolleranza che, nel suo significato più autentico e secondo la lezione del filosofo Guido Calogero – ha sottolineato il Gran Maestro – non è semplice sopportazione ma rispetto dell’altrui diversità. Con questo spirito e in questa prospettiva, la Massoneria, che non è una chiesa, guarda a tutte le fedi, consapevole di essersi via via trasformata da “corporazione muratoria” in “Tempio dell’Umanità” dove uomini diversi per razza, per religione e per credo politico “trovano un luogo comune per confrontarsi”.

Chi decide di “abbracciare” il noachismo deve essere consapevole che rispettare 7 mitzvot o precetti è la cosa fondamentale…il resto (preghiere, comportamenti…rapporti) è tutto conseguenziale e direi “libero”.
Non ci sono codici predefiniti, no regole …non dogmi…se non quei 7 precetti…7 Comandamenti Noachidi:1. Non adorare gli idoli
2. Non profanare il Nome
3. Non uccidere
4. Non commettere atti sessuali proibiti
5. Non rubare
6. Perseguire la giustizia
7. Non essere crudele con gli animaliPrima del patto fra Dio e i Patriarchi c’è il patto che Dio contrasse mediante Noè con tutta l’umanità. […]
Dopo il diluvio gli uomini dovranno accettare ed osservare alcuni precetti fondamentali che poi vennero designati come i precetti dei figli di Noe (mizvoth bene Noach).
Questi formano le leggi costituzionali dell’umanità che prescrivono che gli uomini – per vivere una perfetta vita morale – debbono astenersi dall’idolatria, dalla bestemmia, dall’omicidio, dall’incesto, dal furto e debbono organizzare la loro vita basandola sul diritto e sulla mitezza dei costumi. Nessun dogma e’ imposto ne’ alcun sistema di vita o di pensiero.
Per questo sulla base dei principi noachidi si può fondare qualunque filosofia, qualunque teologia, qualunque diritto. […]
Se esistono uomini che accettano il servizio del Dio unico, per essere i suoi testimoni di fronte al mondo, questi sono i figli d’Israele; i gentili che si astengono da atti inumani e immorali sono i fgli di Noè, anch’essi eletti da Dio.
La concezione politica del Noachide fissava legalmente l’indipendenza della legge morale e dell’uguaglianza etica da qualsiasi limitazione nazionale e confessionale. Noachide, o figlio di Noè’, è ogni abitante della terra, senza riguardo alla sua fede o alla sua nazionalità, purché adempia ai più elementari doveri di monoteismo, umanità, e civismo, ha scritto Leo Baeck.
Rav Elio Toaff
Dio, prima di siglare l’alleanza benedice Noè e i suoi figli e dà loro alcuni precetti (Gen 9,1-7).
Tali precetti sono entrati nella tradizione ebraica come ”precetti noachici” o “noachidi” destinati a tutte le genti, che sono considerate “giuste”, se li mettono in pratica.
Qual è il contenuto di questa legge?
Nel trattato Sanhedrin (56-60) del Talmud babilonese ci sono diverse enumerazioni dei precetti noachidi.
La tradizione più comune è che siano sette, uno positivo e sei negativi.
Quello positivo prescrive l’obbligo della giustizia (di istituire giudici e tribunali), gli altri proibiscono: l’idolatria, la bestemmia, le relazioni sessuali illecite, l’omicidio, il furto, il consumo delle membra di un animale vivo.
Non esiste, però, l’unanimità fra i maestri. Il Talmud riporta l’opinione secondo la quale “i figli di Noè accettarono trenta precetti”.
Questo è dovuto anche al fatto, come gli stessi maestri ebrei sottolineano, che non si tratta di precetti puntuali, ma di categorie giuridiche ciascuna delle quali comprende diverse prescrizioni, anzi, la loro caratteristica è proprio quella di essere delle indicazioni passibili di sempre nuove interpretazioni e applicazioni ai diversi tempi.
Di fatto, “le sette leggi noachidi sono più che sette rigidi pronunciamenti”.
Benamozegh scrive: “Quale che sia il numero dei precetti noachidi, è certo che ciascuno di essi rappresenta non un comandamento unico, ma tutto un gruppo di obbligazioni della stessa natura” .
Non si deve guardare alla legge noachide come se fosse un codice basato sulla ragione umana, poiché è anch’essa, come la Torà di Mosè, una rivelazione divina. Dice Maimonide: “Chiunque accetti i sette comandamenti e li osservi con cura è considerato un gentile devoto, e ha parte alla vita eterna, a condizione, però, che riceva e segua tali precetti perché Dio li ha imposti nella sua Legge e ci ha rivelato tramite Mosè, nostro maestro, che quelli sono i comandamenti ricevuti in origine dai figli di Noè”.
Il rapporto fra legge noachica e legge mosaica
Narra il Midrash che uno dei motivi del litigio fra Giuseppe e i suoi fratelli fu la disputa intorno alla legge sullo smembramento di animali ancora in vita; Giuseppe affermava che fosse in ogni caso proibito mangiare le loro carni in conformità con la legge noachica, mentre i fratelli sostenevano che, dopo aver sgozzato un animale nel sacrificio rituale, fosse possibile cibarsene immediatamente, anche se le sue membra manifestavano ancora qualche movimento come sostiene la legge mosaica.
La posizione di Giuseppe era dettata da un sogno dal contenuto profetico, ma i suoi fratelli lo consideravano troppo giovane e non credevano che potesse aver raggiunto il livello della profezia; lo giudicarono perciò colpevole di contendere loro l’autorità rabbinica e si consultarono per decidere se fosse passibile di pena di morte o fosse sufficiente darlo in schiavitù. Alla fine decisero per la punizione più lieve e lo vendettero come schiavo. Conosciamo il seguito della storia: Giuseppe fu portato in Egitto e D-o, per premiarlo della sua fermezza nel respingere il tentativo della moglie di Potifarre che voleva indurlo a trasgredire una delle Sette leggi, lo elevò alla carica di viceré. I suoi fratelli vennero infine a prostrarsi davanti a lui, riconoscendo così la correttezza della sua opinione.
Questo midrash ci aiuta a capire quale deve essere il rapporto fra leggi noachiche e leggi mosaiche anche in ambito ebraico: dal racconto si deduce chiaramente che, come sostiene rav Benamozegh, il noachismo è il primo gradino che anche l’ebreo deve salire prima di abbracciare la legge mosaica. Nel commento a Esodo 24, 3 – in cui si dice che Mosè, sceso dal monte, trasmise al popolo tutte le parole del Signore e tutti i comandamenti –, Rashi afferma: le parole dell’Eterno sono gli ordini relativi alla purità che il popolo doveva osservare durante l’attesa ai piedi del Sinay; i suoi comandamenti sono i Sette precetti dei figli di Noè.
Un’importante distinzione fra la legge noachica e quella mosaica ci viene dalla loro struttura. Abbiamo già osservato come la prima si organizzi intorno a una serie di precetti negativi e che costituiscono perciò il “titolo” di un gruppo di norme dal numero variabile a seconda delle interpretazioni e ad esso riconducibili; quindi danno origine a una struttura aperta. Ed è comprensibile, poiché le Sette leggi sono le pietre miliari attorno alle quali le diverse nazioni della terra devono articolare la formulazione della legge adattandola alla propria sensibilità e tradizione particolare; a questo proposito è bene rilevare come l’articolazione delle Sette leggi proposta dal Talmud, e ripresentata in questo testo, sia soprattutto indicativa di un metodo con cui procedere e non rigidamente fissata per tutti.
La legge mosaica invece, con le sue 613 mitzvot, rappresenta in qualche modo una struttura più rigorosa e chiusa; come detto in precedenza, i vari precetti si riferiscono esclusivamente al contenuto che vi è enunciato e spesso sono la ripetizione, formulata differentemente, di una stessa norma. Inoltre, molti di essi possono essere messi in pratica esclusivamente in Israele e in relazione all’esistenza del Tempio, che oggi non esiste: secondo un maestro chassidico dell’Ottocento, noto come Chafetz Chaim, i precetti che restano sempre in vigore sia prima che dopo l’esilio sono 271. Possiamo invece più coerentemente paragonare le Sette leggi noachiche ai Dieci comandamenti attorno ai quali il maestro Saadià Gaon (900 circa) colloca le 613 mitzvot che ne derivano e rilevare, di nuovo, l’errore insito nel far discendere l’osservanza della legge per i non ebrei, come fa la cristianità, dai Dieci comandamenti sinaytici.
Abbiamo più volte osservato e ripetuto che il seguace delle Sette leggi non è assolutamente tenuto ad abbracciare quella mosaica, anzi; tra le istruzioni che vengono impartite dai rabbini al neofita, vi è questo avvertimento: Finché non accetti il mosaismo, se mangi carni proibite non sei punibile; se violi il sabato, non incorri nel castigo90. È infatti il noachide che deve decidere di sua spontanea volontà e in piena consapevolezza se aderire o meno alla legge mosaica.
Nel Libro di Rut troviamo semplici ma importanti indicazioni su cosa significa, per un non ebreo, convertirsi all’ebraismo. La storia di Rut è nota. Era una moabita che aveva sposato il figlio di una coppia ebrea trasferitasi nella terra di Moab. Quando prima il marito e poi i due figli muoiono Noemi, la suocera di Rut, invita sia lei sia l’altra nuora a ritornare presso i genitori. Rut rifiuta con queste parole: Non insistere perché ti lasci e mi allontani da te, ché ovunque andrai tu, andrò anch’io, e dormirò dove dormirai, il tuo popolo è il mio, il tuo D-o è il mio91. Da questo versetto si può comprendere quale profonda trasformazione implichi la conversione all’ebraismo; si richiede il completo distacco dalle proprie radici, dalla propria famiglia e la completa identificazione con le vicissitudini e soprattutto la concezione ebraica della vita e di D-o, un atto simile a quello che compì Abramo quando seguì il comando divino: Lech lechà.
Consideriamo invece, di nuovo, quanto succedeva in epoca greco-romana, in cui i noachidi si presentano con connotazioni più chiare poiché abbiamo a disposizione molte testimonianze che ce le indicano:
“È chiaro… che ebrei ed ebraismo avevano a Roma un’influenza considerevole. Da molto tempo si erano diffusi nei paesi greci di Asia e d’Europa. Ovunque vi erano degli ebrei, di origine o per circoncisione e, intorno a loro, degli adoratori di D-o o ebraizzanti i quali, pur non essendo circoncisi e obbligati a tutte le pratiche mosaiche, leggevano i libri sacri e inviavano al Tempio di Gerusalemme il loro denaro e il loro omaggio”…
È un fatto che in tutto il mondo greco-romano influenzato dall’ebraismo un numero sempre crescente di pagani… si manteneva in stretti rapporti con le sinagoghe e che gruppi e centri noachici si costituivano dove i gentili, pur abiurando il politeismo, praticavano una religione diversa dal mosaismo ma che risponde esattamente a quella che i dottori ci descrivono come la sola religione obbligatoria per i non ebrei: il noachismo (rav Benamozegh, op cit).
Filone afferma che il vero ebraismo è essenzialmente monoteismo e in Avodà Zarà 357a troviamo questa idea così formulata: Chiunque abiuri l’idolatria è un vero ebreo; o anche Chiunque rigetta il politeismo professa tutta la Torà.
C’è però un’importante distinzione da ribadire fra legge noachica e legge mosaica, riconducibile alla diversa portata filosofica delle due dottrine e alla funzione sacerdotale di Israele: la legge noachica è considerata una legge naturale e razionale, che si imporrebbe anche se non fosse enunciata e chi la infrange non può addurne l’ignoranza; la legge mosaica va oltre la sfera dell’intelligibile, è il tramite spirituale dell’uomo con l’ordine universale e quindi, per applicarla, bisogna esserne istruiti formalmente. Di conseguenza, chi infrange la legge noachica è comunque colpevole; dice in proposito il Talmud Maccot, 9: Colui che crede in cuor suo che l’omicidio è cosa lecita, che non sia mai stato proibito, è considerato da Raba come assai simile all’omicida volontario. Anche Maimonide concorda con questo parere ma, in modo davvero sorprendente, Rabbi Adda e Abayè hanno opinioni contrarie: Colui che è convinto che l’omicidio sia cosa lecita, cede a una forza maggiore, affermano (ibid 9a).
Ricordiamo infine che, quando esisteva il Tempio di Gerusalemme, durante gli otto giorni di Sukkot – festa delle capanne o dei Tabernacoli – si offrivano sull’altare settanta animali per le settanta nazioni della terra92. Leggiamo nel Midrash Shir Hashirim: … i settanta vitelli che erano immolati sull’altare durante la festa dei Tabernacoli erano offerti per le nazioni affinché fossero conservate in vita in questo mondo… e in Talmud Sukkà: Rabbi Yochanan dice: “Infelici i popoli gentili per quello che hanno perduto [perdendo il Tempio], poiché quando vi era il Tempio, si faceva espiazione per loro sull’altare, ma ora chi farà per loro l’espiazione?
Bisogna tenere conto che la festa di Sukkot cade in autunno. Per gli ebrei, l’anno religioso aveva inizio nel mese di Nissan, in primavera, con la celebrazione dell’uscita dall’Egitto, la festa di Pessach; l’anno civile, invece, si inaugurava il mese di Tishrì, a partire dall’equinozio di autunno, ed era una ricorrenza che gli ebrei avevano in comune con gli altri popoli dell’area. Per questo Israele l’aveva eletta a solennità religiosa dal carattere cosmopolita.
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Il rabbino Riccardo Di Segni, attuale (29/05/2008 a. D.) presidente delle comunità ebraiche italiane, parla MOLTO più chiaramente del solito, di fronte al pubblico, selezionatissimo, di una conferenza organizzata dalla massoneria italiana.
Dopo aver visto il filmato, a nessuno sarà sfuggito il fatto che le “sette leggi noachidi”, quelle alle quali dovrà sottomettersi l’umanità inferiore dei non ebrei, sono basate sul …nulla scritturale… I riferimenti alla Sacra Scrittura, dai quali prenderebbero luogo tali “istituti giuridici”, sono melliflui, evanescenti, e soggetti ad interpretazioni incredibilmente variabili. Una cosa non precisata dal rabbino è che, “l’obbligo di costituire dei tribunali”, IMPLICA LA SOGGEZIONE ALL’AUTORITA’ RABBINICA, che è la massima autorità giuridica esistente, secondo la legge mosaica. Altra cosa non ben specificata è che i cristiani, e tutti i fedeli delle religioni diverse da quella ebraica, sono considerati …IDOLATRI. Ergo, il divieto di idolatria implica l’abbandono della fede religiosa, qualunque essa sia… Ancora, le due leggi, così diverse, non sono altro che uno strumento per meglio regolamentare la soggezione dei non ebrei; infatti, il rabbino parla di sette precetti da intendersi come “titoli di capitoli”, che, a quanto pare, devono essere ancora scritti. Insomma, quando verrà il “regnum”, quando il governo mondiale ebraico sarà il solo padrone, i non ebrei avranno una legislazione “niente affatto sovrapponibile” a quella degli “eletti”. Ma le leggi chi le scriverà?! E’ ovvio, gli stessi che, senza nessun riferimento alla Sacra Scrittura, hanno scritto i “titoli dei capitoli”… i sette precetti… Vi immaginate se, uno Stato cattolico volesse fare lo stesso con i giudei? Vi immaginate uno stato cattolico che pensasse di imporre agli ebrei sette strambi istituti giuridici, vagamente cristiani, ai quali attenersi, con il divieto di praticare la religione ebraica, e con l’obbligo di sottostare all’autorità giudiziaria di vescovi che legiferino, per loro, leggi del tutto diverse da quelle a cui dovrebbero sottoporsi i cattolici?
Le “leggi noachidi” o noachiche, che dir si voglia, sottendono, ovviamente, una morale ingiusta e razzista, per chi volesse approfondire l’argomento della “giurisprudenza” rabbinica, e di tutte le sue “prodezze”, conviene leggere QUESTO TESTO DI BLONDET
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http://www.scribd.com/doc/50585340/Chi-comanda-in-america-Maurizio-Blondet
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Riccardi, il ministro noachide
il traghettatore dell’ebraismo
Andrea Riccardi (Roma, 16 gennaio 1950) è uno storico e accademico italiano.
Ordinario di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi Roma Tre, noto studioso della Chiesa in età moderna e contemporanea e fondatore, nel 1968, della Comunità di Sant’Egidio. Molti dei suoi studi, pubblicati in diverse lingue, vertono sul rapporto fra mondi religiosi differenti e sul tema della coabitazione religiosa in particolare nell’area mediterranea tra il XIX e il XX secolo. Dal 16 novembre 2011 è ministro senza portafoglio per la cooperazione internazionale e l’integrazione.[1]
Leggo su un giornale che Andrea Riccardi, guru della Stampa Comunità di Sant’Egidio e neo-ministro alla Integrazione, a metà dicembre ha visitato il campo nomadi abusivo di Torino dato alle fiamme da gente incitata dalla notizia di uno stupro di una sedicenne, poi dimostratosi falso.
Qui, il Riccardi ha promesso ai rom «case e stabilità»: cosa che non mi pare compresa nel programma del governo tecnocratico messo al potere.
Definito «Piano Salva-Italia» dalla neolingua, il piano tartassa e punisce fiscalmente chi la casa ce l’ha, ossia l’80% degli italiani; non accenna a dare una casa ai bisognosi italiani. Impone agli italiani rigori e austerità, estrae dalle loro tasche tutto il possibile per mostrare ai «mercati» che continueremo a pagare gli interessi sull’immane debito pubblico.
Da dove Riccardi ricava che in questo programma di rigore e tagli feroci, ci sia posto per dare regalare case ai rom?
A parte il fatto che i rom, quando gli vengono date case a spese del contribuente, non vi si stabiliscono, preferendo continuare a vivere nelle loro roulottes (è la loro «cultura» di nomadi) e tutt’al più usano gli appartamenti per accumularvi la refurtiva (è la loro cultura). Ma da dove Riccardi ricava questo suo programma?
Gli stessi giornali torinesi scrivono che Riccardi, «dopo avere visitato il campo, ha avuto un incontro alla sinagoga di Torino, uno dei ‘primi luoghi di integrazione’, secondo il ministro.
Si passa di meraviglia in meraviglia: la sinagoga «luogo d’integrazione»? Ha in mente Riccardi che in sinagoga gli ebrei apprendono che gli altri esseri umani sono «animali parlanti»? Ha un’idea di come Israele attui «l’integrazione» dei palestinesi, nei Territori e a Gaza? Di come l’ideologia ebraica dominante sia un razzismo feroce e irrazionalista?
Ma tutto diventa più chiaro quando si legge che la Comunità di Sant’Egidio organizza «giornate del dialogo» con il B’nai B’rith (la Massoneria riservata agli ebrei) come quella a Roma di metà gennaio 2009: dove lo stesso Riccardi, a fianco del rabbino Di Segni (bella tempra di umanitario integrazionista) ha avuto modo di confermare che la Sant’Egidio «ha fatto del rapporto con gli ebrei il punto focale della sua vita» (vedi Avvenire, 18 gennaio 2009, «Tra cattolici ed ebrei amicizia irrinunciabile»).
Negli incontri interreligiosi che la San’Egidio organizza ogni anno ad Assisi, lo stesso Andrea Riccardi ha ripetutamente spiegato che lo «spirito di Assisi» si ispira alla « religione universale» preconizzata dal rabbino Elia Benamozegh. Una figura che Riccardi cita molto spesso, nei suoi scritti, come suo maestro spirituale.
«Elia Benamozegh, uomo di grande sapienza», spiega Riccardi, che ne esalta il saggio principale, «Israele e l’umanità Studio sulla religione universale».
Un’opera in cui il rabbino «rispondeva alle accuse che l’ebraismo non fosse una religione universale, aprendo una discussione con il cristianesimo e chiedendo di riflettere sulla legge noachica (…). Dove proponeva l’ebraismo come popolo messianico e sacerdotale tra le religioni. (Un libro che) intendeva provocare in cristianesimo e islam, un “tiqqun”, un processo di risanamento a partire dall’universalismo e dall’umanesimo ebraico» (La fede d’Israele e l’umanità: il contributo dell’ebraismo al mondo contemporaneo).
Palesemente, il cattolicone Riccardi aderisce con entusiasmo a questo «universalismo». Tanto da esigere, come Benamozegh, che siano la Chiesa e l’Islam a fare «tiqqun» (espressione talmudica che sta per «riparazione, redenzione») riconoscendo la verità e la superiorità ultima dell’ebraismo.
È il caso dunque di vedere da più vicino le teorie di Elia Benamozegh (1). Questo importante rabbino livornese, nato nel 1823 e morto nel 1900, talmudista e cabbalista, faceva molto di più che esortare i cristiani al “tikkun”.
«Benamozegh», leggo in un testo degli ebrei italiani, «riteneva possibile una riforma della cristianità attraverso un vero e proprio percorso di teshuvah» il termine significa «pentimento», «ritorno al nuovo inizio» «compiuto il quale il cristianesimo ‘si spoglierà di tutto ciò che ha di contrario all’ebraismo, deporrà le vesti prese in prestito, i brandelli di paganesimo, che lo hanno reso irriconoscibile ai suoi genitori, che lo fecero espellere dalla casa paterna» (L’origine dei dogmi cristiani).
Di cosa si deve «pentire» il cristianesimo? Essenzialmente, di aver dato ascolto a San Paolo: questo rabbino che ha avuto il torto imperdonabile di aver «abolito la Torah», proclamandola «fonte della morte, del peccato e della schiavitù, contrapposta alla fede, con ciò creando una dualità estranea all’ebraismo».
L’odio per Paolo è una costante del pensiero ebraico. Benamozegh la approfondisce e la rivendica. Soprattutto, odia i dogmi cristiani. Essi sono, per Benamozegh, «come una scimmia rispetto all’Uomo [Israele, nda]… la scimmia è l’imitazione mal riuscita del modello, e allo stesso tempo la sua caricatura… il Cristianesimo è una religione… non per uomini normali, ove dietro l’eccesso di ascetismo si cela la corruzione».
Le accuse di Benamozegh al cristianesimo sono veementi. Per esempio: ha la colpa di credere che «l’incarnazione si compie in un uomo solo». Mentre «per la Càbala l’incarnazione esiste nel fatto e pel fatto dell’intera creazione».
È questo, panteismo? Sì, lo è, e Benamozegh lo rivendica.
Il giudaismo religione «racchiude una duplice credenza per Benamozegh il pluralismo della divinità e l’immanenza. È perlomeno quanto afferma la teologia cabalistica… Quanto all’immanenza… gli angeli appaiono come il prolungamento della Divinità nella natura; il Talmùd dice perfino che sono sue membra ed organi… La Càbala, (…) la vera tradizione ebraica riconosce sia l’immanenza che la trascendenza di Dio, e unisce così il panteismo con il monoteismo. La fede che Israele conserva, potrà un giorno riconciliare le Chiese divise». Secondo il rabbino livornese «la Càbala concilierà Israele sacerdote con l’umanità laica».
Benamozegh attribuisce ai cristiani la colpa che è invece essenzialmente dei talmudisti, che hanno fatto di JHVH l’immagine dell’ebreo: «Il cristianesimo… ha fatto un Dio a sua immagine, come gli dèi d’Omero, invece di far l’uomo ad immagine di Dio».
Il suo attacco alla fede di Gesù assume toni che superano quelli di Nietzsche:
«La morale ebraica rassomiglia all’uomo, ma all’uomo che realizza le sue due forme, e cioè l’uomo primitivo di Mosè, l’androgino di Platone, l’uomo dai due sessi…, la morale cristiana rassomiglia alla donna isolata, separata dall’uomo, senza il contrappeso della sua fermezza, della sua esperienza; la donna abbandonata a tutti i trasporti della sensibilità, della passione… la concezione del Cristianesimo primitivo ha qualcosa di troppo femmineo…, vi è nella parola e negli atti di Cristo e dei suoi primi discepoli, l’eterno femminino…».
E a proposito della pretesa «universalità» a cui aderisce il Riccardi, Benamozegh accusa la Chiesa di mancare di nazionalismo:
«Il patriottismo, è un sentimento dell’Antica Alleanza, che teoricamente non ha posto nella Nuova (…). Il sentimento di nazionalità come l’intendono gli inglesi (sic) è un sentimento essenzialmente ebraico… I cristiani sono un non-popolo, cioè la negazione teorica e pratica di ogni nazionalità».
Se consideriamo che Israele sostiene che anche i palestinesi sono «un non-popolo», e come di conseguenza li stermina, c’è da tremare del messaggio universalista secundum Benamozegh. E Riccardi, come concilia col suo «universalismo» questa difesa del nazionalismo?
Probabilmente, come «un giovane cattolico di Lione, Aimé Pallière il quale si trovava “alla ricerca di un’esperienza religiosa che non trovava più nel Cattolicesimo”», e che per questo avvicinò Benamozegh.
«… Pallière mostrò l’intenzione di convertirsi all’ebraismo, ma Benamozegh lo dissuase; il giovane francese aveva per Benamozegh un compito particolare, quasi provvidenziale, che poteva compiere solo restando cristiano; Pallière doveva essere il messaggero della… dottrina dei Noachidi, secondo la quale gli ebrei avevano funzione di sacerdoti del genere umano… Per rendersi conto di questa missione, Pallière non aveva bisogno di convertirsi, ma solo di ‘purificare’ la propria religione da alcuni errori: l’Incarnazione e la Trinità».
Ripudiare l’Incarnazione del Figlio di Dio, negare la Trinità. E i dogmi in generale. Difatti per Benamozegh
«teorie ripugnanti, dottrine difformi, vizi inauditi si nascondono sotto i princìpii del Cristianesimo (fra cui) la finzione della resurrezione dei fedeli con Gesù… questi vizi non si sono nascosti, non si son vergognati di sé, ma hanno occupato arditamente un posto nella Chiesa, hanno esposto senza pudore la loro deformità al sole».
Dopo queste piccolissime «riforme» (e adeguato «pentimento»-teshuvah), il Cristianesimo sarà pronto ad aderire alla «religione universale». Che consiste nel «rinunciare alla centralità della Chiesa a favore della centralità di Israele ordinando l’umanità al popolo sacerdotale Israele» nel quadro di «un ordinamento gerarchico dell’umanità ad Israele».
Non che i gentili possano convertirsi all’ebraismo, questo no. Essi potranno e dovranno però ricevere da Israele «la legge noachide con i suoi sette precetti», mentre i veri ebrei avranno la loro religione superiore, con «le sue 613 mitzvot (comandamenti)».
Comandamenti che conosciamo: tipo, non mangiare carne e formaggio nello stesso piatto, non rispondere al telefono di sabato, eccetera. E sviluppa la dottrina secondo la quale l’ebraismo ha in sé una struttura duplice: la legge d’Israele, con le sue 613 mitzvot, e la legge noachide, con i suoi 7 precetti.
Agli ebrei è stata data infatti la «rivelazione di Mosè», quella vera e superiore; gli altri si contentino di quella di Noè, generale e generica. E gerarchicamente soggetta ai giudei.
Chi volesse sapere quale destino gli aspetta, in quanto goy, nella «religione universale» a cui Riccardi aderisce, sappia che (dicono i nostri amici ebrei) «I precetti noachidi prevedono l’istituzione di tribunali e la proibizione del sacrilegio, del politeismo, dell’incesto, dell’omicidio, del furto, dell’uso delle membra di un animale vivo». Ciò che non dicono, è che i tribunali che verranno istituiti, saranno composti da rabbini, talmudici e cabbalisti, i quali potranno comminare la morte ai noachici.
È quel Nuovo Ordine Mondiale che il capo sionista Ben Gurion (nato David Gruen) dipinse, il 16 gennaio 1962, alla rivista americana Look, che gli chiedeva di immaginare il mondo futuro:
«Tutti i continenti si riuniranno in un’alleanza mondiale che avrà a sua disposizione una forza di Polizia internazionale. Tutti gli eserciti saranno aboliti (…). In Gerusalemme, le Nazioni Unite (le “vere” Nazioni Unite) edificheranno un Tempio dei profeti: (…) questo sarà la sede della Corte Suprema dell’Umanità», insomma il tribunale ebraico supremo che giudicherà i sudditi noachici, l’umanità non ebraica, con una «penalizzazione rapida e sicura… secondo i principii di Norimberga» (questo lo disse Bernard Baruch). Impiccagioni alla svelta, e senza appello, decretate da talmudisti fanatici. Sarà questa l’epoca messianica.
Ora si capisce meglio perchè un governo tecnocratico-massonico, infarcito di globalisti e banchieri, e presieduto dal presidente europeo della Commissione Trilaterale e membro del Bilderberg (Goldman Sachs), abbia voluto dotarsi di un ministro come Andrea Riccardi, fondatore della Sant’Egidio.
Non poteva mancarvi un «cattolico noachide», cripto-giudeo o piuttosto sub-giudaizzante, pronto ad assoggettarsi, come razzialmente subalterno, alla religione universale senza Cristo risorto e senza Trinità. Non è questa la religione della Umanità da secoli promossa dalla Massoneria? Non sarà su questo ideale universalismo che le oligarchie del potere, riunite al Bilderberg, conformano l’One World Government, il Governo Mondiale che stanno attivamente preparandoci?
Resta da spiegare come Riccardi, e con lui la Comunità di Sant’Egidio, sia passata dalla fede cattolica all’universalismo di Benamozegh, o con la sua azione internazionale cooperi con tanto zelo (e denaro) all’instaurazione di quel governo mondiale che somiglia così tanto al regno finale dell’Anticristo. Ma a questo può rispondere una perfida inchiesta sulla Sant’Egidio pubblicata da Sandro Magister su L’Espresso del 9 aprile 1998 (Chi è Andrea Riccardi e perché è diventato ministro nel governo Monti?).
Dove si dice che gli adepti «hanno praticamente abolito il sacramento della penitenza sostituendolo con i mea culpa pubblici nelle assemblee di gruppo», che coltivamo «stranezze in materia di matrimonio e procreazione». E dove si narra la «scoperta del sesso» di questo gruppone di romani di buona famiglia-baciapile che per un po’ «s’immaginano ‘celibi per il Regno dei cieli’ e ‘monaci nel deserto della città’. Danno ai loro capi i nomi di priore e priora».
«Ma anche la fase monastica si spegne presto», continua Magister.
«Nell’estate del 1978, in un ritiro collettivo nelle Marche, nell’eremo di Macereto, un po’ tutti svuotano il sacco. E confessano di condurre tra loro una vita sessuale sin troppo movimentata. Da lì in poi cade il silenzio sul ‘nuovo monachesimo’ e prendono il via i primi matrimoni. Resta l’obbedienza assoluta a quello che era di fatto l’abate indiscusso, Riccardi».
Ecco qua. Come suol dire l’amico Vittorio Messori, «le posizioni eretiche sono come le posizioni erotiche: poche e ripetitive». E spesso le une nascono dalle altre, come adattamento di una vita personale non limpidissima, che non si vuole depurare.
Benamozegh diceva: «Il Cristianesimo è una religione… non per uomini normali, ove dietro l’eccesso di ascetismo si cela la corruzione». E’ probabile che i nuovi monaci falliti per aver presunto troppo di sè, abbiano trovato in questa frase una conferma: non sono loro, è il cristianesimo a non essere «per uomini normali». Meglio noachici.
1) Le notizie sul rabbino Benamozegh sono integralmente riprese dal magistrale saggio di don Curzio Nitoglia, «Elia Benamozegh, cristianesimo e giudaismo», di cui consiglio la lettura completa.
(ELIA BENAMOZEGH, CRISTIANESIMO E GIUDAISMO).
Aggiungo solo che Elia Benamozegh era amico, e della stessa cerchia, del rabbino Sabato Morace, l’uomo che prestava il suo passaporto a Mazzini quando questi doveva fuggire, inseguito dalla Polizie per terrorismo.
Maurizio Blondet
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E’ “ebreo” il nuovo ordine mondiale?
DI HENRY MAKOW
Iniziamo con dare una definizione di “NUOVO ORDINE MONDIALE.”
Lo scopo del Nuovo ordine mondiale è il desiderio dei grandi banchieri del mondo di tradurre il loro ampio potere economico in istituzioni globali permanenti per il controllo politico e sociale. Il loro potere è basato sul loro monopolio sul credito. Usano l’accreditamento del governo per stampare i soldi e richiedono al contribuente di pagare miliardi per il loro interesse.
Le banche centrali come la Federal Reserve fingono di essere istituzioni di governo. Non lo sono. Sono possedute privatamente da forse 300 famiglie. È significativo notare che la maggior parte di queste famiglie è ebrea, sebbene quanto significativo non sono ancora sicuro. Comunque, se fossero Luterani o Zulu, certamente le nostre obiezioni sarebbero le stesse.
Sono un ebreo non-osservante che crede che questa situazione sia egualmente mortale per l’umanità e gli ebrei. Abbiamo già visto le tragiche conseguenze di essa durante la Seconda guerra mondiale.
L’inventore americano Thomas Edison descrisse nel modo seguente questa frode colossale, che il Nuovo Ordine Mondiale ha intenzione di perpetuare:
“È assurdo dire che il nostro paese può emettere titoli di credito e non può produrre valuta. Entrambe sono promesse di pagamento, ma una ingrassa l’usuraio e l’altra aiuta la gente.”
Le banche centrali inoltre controllano l’offerta di credito alle aziende ed agli individui. Robert Hemphill, responsabile per il credito della Federal Reserve Bank di Atlanta descrive questa situazione insostenibile.
“Questa è una situazione incredibile. Dipendiamo completamente dalle banche commerciali. Obbligati a prendere in prestito ogni dollaro che abbiamo in circolazione, contanti o credito. Se le banche generano valuta in abbondanza, siamo ricchi; altrimenti, soffriamo la fame. Siamo assolutamente senza un sistema monetario permanente. Quando si ha un’idea chiara di ciò che accade, ci si rende conto di quanto è incredibile la tragica assurdità della nostra posizione disperata, ma lo è… È così importante capire che la nostra attuale civilizzazione può collassare, a meno che non vi sia un’ampia comprensione della realtà in modo che quanto prima si possa correggere ogni difetto.”
Quando la Federal Reserve venne inaugurata nel 1913, un banchiere di Londra si rese conto che era una frode. “I pochi che capiranno il sistema saranno così interessati ai suoi profitti, o così dipendenti dai suoi favori, che non ci sarà opposizione da quel tipo di classe… La grande maggioranza della gente, mentalmente incapace di comprendere, sopporterà la relativa difficoltà senza reclamare e forse senza nemmeno sospettare che il sistema è ostile (contrario) ai suoi interessi.”
Le conseguenze
Ovviamente stampare valuta dovrebbe far parte della sfera pubblica, come previsto dalla Costituzione degli Stati Uniti. Questa situazione anomala è la fonte della miseria umana. Contrappone la gente che controlla l’economia alla società nel suo insieme. È nel loro interesse destabilizzare la società, promuove l’immoralità, la divisione interna (come l’unione gay) e la guerra per aumentare il debito e distrarre e controllare le masse.
I banchieri sono responsabili dei programmi di ingegneria sociale come la rivoluzione sessuale, il femminismo ed il multiculturalismo, che insidiano la famiglia e la coesione sociale. Questo antagonismo fondamentale inoltre sostiene un ampio mondo criminale, manovrato di fatto dalle élite.
I banchieri sono responsabili degli assassinii di presidenti come Lincoln e JFK e dell’attacco al World Trade Center. Possiedono o controllano i mass-media, che legittimano G.W. Bush, la guerra nell’Iraq e l’imminente attacco all’Iran. La guerra fornisce una giustificazione per mettere in pratica il piano ed introdurre uno Stato di Polizia repressivo.
Il successo oggi è basato sul desiderio di una persona di diventare complice, consapevole o no, della frode bancaria. Anche gli imprenditori ricchi dipendono dal credito e sono poco disposti a sostenere un cambiamento genuino. Come conseguenza della truffa dei banchieri, la società e la cultura occidentali sono basate su una frode. Non abbiamo democrazia genuina o parità d’accesso ai mass-media od un’educazione aperta e sincera. La società occidentale è una truffa, gestita da vigliacchi che sanno di essere truffatori.
Sono responsabili “gli ebrei”?
Il Nuovo Ordine Mondiale è un mostro simile all’Idra (nella mitologia l’Idra era un drago policefalo al quale ogni volta che una testa veniva tagliata ne ricrescevano due). I banchieri lavorano attraverso molti fronti quali il comunismo, il socialismo, il liberalismo, il femminismo, il sionismo, il neo tradizionalismo e la massoneria. In modo sconosciuto alla maggior parte dei membri, questi movimenti “progressisti” sono tutti segretamente devoti alla “rivoluzione mondiale” che è un eufemismo per l’egemonia dei banchieri.
I banchieri controllano le più grandi aziende del mondo, i media, i servizi segreti, i think-tanks*, le fondazioni e le università. Sono responsabili della soppressione della verità. In tutto ciò gli ebrei figurano in modo rilevante, causando antisemitismo. Naturalmente molta altra gente ricerca “il successo” allo stesso modo.
I banchieri inoltre lavorano attraverso gli stati. Sono in gran parte responsabili dell’imperialismo britannico ed americano, il cui scopo è monopolizzare la ricchezza del mondo. Nel suo libro “Gli Ebrei” (1922) il critico sociale britannico Hilaire Belloc scrive che l’Impero Britannico rappresentò un’alleanza tra finanza ebrea ed aristocrazia britannica.
“Dopo Waterloo [ 1815 ] Londra divenne il più importante mercato monetario ed il crocevia del commercio mondiale. Gli interessi dell’ebreo come commerciante finanziario e gli interessi del sistema politico commerciale si avvicinarono sempre di più. Si può dire che, a partire dalla fine del diciannovesimo secolo, fossero diventati virtualmente identici.”
La confluenza dell’interesse Ebreo e Britannico si è estesa anche al matrimonio.
“Si iniziarono ad avere matrimoni, indiscriminati, fra quelle erano state una volta le famiglie territoriali aristocratiche del Regno Unito e le fortune commerciali ebree. Dopo due generazioni, con l’apertura del ventesimo secolo, le grandi famiglie inglesi territoriali in cui non c’era sangue ebreo erano l’eccezione. In quasi tutte queste famiglie lo sforzo del connubio fu più o meno contrassegnato, in alcune di loro così forte che anche se il nome era ancora un nome inglese e le tradizioni di radice puramente inglese del lontano passato, la costituzione fisica ed il carattere erano diventati interamente ebrei…”
Se il matrimonio della figlia di Al Gore con il nipote di Jacob Schiff (finanziere ebreo americano) può dare qualche indicazione, questa mescolanza di Ebrei ed élite gentile (di religione non ebrea – n.d.r.) si estende anche in America. John Forbes Kerry è un altro esempio.
Belloc continua a dire che l’obiettivo britannico ed ebreo della dominazione del mondo era sinonimo di Freemasonry (www.freemasons-freemasonry.com ) ed usato come strumento.
“Le istituzioni specificamente ebree, quale la Freemasonry (che gli ebrei posero come ponte fra se stessi ed i loro ospiti nel diciassettesimo secolo) erano particolarmente forti in Gran Bretagna e svilupparono una tradizione politica, attiva e di grande importanza, che lo Stato Britannico fu accettato tacitamente dai governi stranieri come protezione ufficiale degli ebrei in altri paesi.
La Gran Bretagna era considerata il soggetto che interveniva [laddove esisteva persecuzione ebrea] per sostenere le energie finanziarie ebree nel mondo intero e ricevere in cambio il beneficio di quel legame.”
Se Belloc ha ragione, si potrebbe dire che il Nuovo Ordine Mondiale è un’estensione dell’impero britannico, in cui gli interessi britannici, americani ed ebrei di élite sono indistinguibili.
Conclusione: cos’è ebreo?
La maggior parte degli ebrei non vorrebbe un Nuovo Ordine Mondiale, anche conosciuto come “globalizzazione” se capissero il relativo carattere non democratico e la maniera con la quale essi vengono usati.
Il vero spirito ebreo sostiene che la verità e la moralità sono assolute e non possono essere adattate ad un interesse personale superficiale.
G. J. Nueberger esprime questo spirito nel suo saggio “Il Grande Abisso fra Sionismo e Giudaismo”.
“La gente ebrea è scelta non per la dominazione sugli altri, non per la conquista o la guerra, ma per servire Dio e servire la razza umana… di conseguenza la violenza fisica dell’umanità non è una tradizione o un valore degli ebrei. Il motivo per cui la gente ebrea è stata scelta non è di regolare un esempio di superiorità militare o dei successi tecnici, ma di cercare la perfezione nel comportamento morale e nella purezza dello spirito. Di tutti i crimini della politica sionista, il peggiore ed il più fondamentale che spiega tutti i suoi altri crimini, è quello che deriva dal Sionismo che ha cercato di separare gli ebrei dal loro Dio, di rendere il patto divino nullo e senza effetto per sostituire uno stato “moderno” e la sovranità fraudolenta per gli alti ideali della gente ebrea.”
I banchieri non erano interessati ovviamente al vero Giudaismo o la purezza razziale ma erano disposti piuttosto a sacrificare milioni di ebrei per realizzare il loro disegno sostenendo Hitler. Stanno sacrificando migliaia di vite ebree, americane e musulmane in Medio Oriente in nome della loro Orwelliana “guerra perpetua per una pace perpetua”.
Il Nuovo Ordine Mondiale serve un programma “ebreo” o un programma dell’élite dei banchieri?
Mi avventuro nel dire che serve il secondo e che gli ebrei sono uno strumento di questo programma come tanta altra gente. Dando ad individui privati la capacità di generare denaro dal nulla, abbiamo generato un mostro che minaccia di devastare il pianeta e la razza umana con esso.
Fonte: Is the New World Order “Jewish”? http://www.savethemales.ca/ Traduzione per Comedonchisciotte.net a cura di Manrico Toschi
Nota:
*Think-tanks
Istituti come Heritage Foundation e Cato Institute si chiamano negli Usa think-tanks, «serbatoi di pensiero», sono cioè centri che producono ricerche mirate a dimostrare che è indispensabile privatizzare la Social Security, che il sistema sanitario canadese (qui invidiato da tutti) è un disastro, che mangiare cibi geneticamente modificati fa bene alla salute, che i neri sono più stupidi dei bianchi, che il sussidio disoccupazione è un incitamento alla pigrizia e dunque un fattore d’impoverimento (tutti esempi veri), che la scuola pubblica è un fattore d’ignoranza… Attraverso libri, studi, rapporti, questi centri producono perciò pezze d’appoggio alle campagne politiche e ideologiche della destra, forniscono argomenti «scientifici» di cui si servono i parlamentari quando devono introdurre un emendamento. Più che ricerca scientifica, questi centri sono classici esempi di «pseudoscienza», di affermazioni incontrollate bardate degli orpelli della serietà, tabelle, grafici, note, bibliografie. A colpi di tabulati questi «serbatoi» immagazzinano rancore, astio verso ogni idea di uguaglianza. Sono serbatoi sì, ma di odio, non di pensiero. E la loro influenza cresce di anno in anno.
(fonte: http://italy.indymedia.org/news/2004/11/678112.php)
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Il progetto Blue Beam
Per l’instaurazione di una religione mondiale
L’infame “Blue Beam Project” – architettato dalla NASA in tre differenti fasi operative – si prefigge di accelerare l’instaurazione di una
NUOVA RELIGIONE MONDIALE
di stampo naturalistico – satanistico. La diffusione di una nuova religione “unica” è considerata dalle elite un imprescindibile basamento ideologico su cui fondare il cosiddetto
NUOVO ORDINE MONDIALE
La mancata unificazione di tutti i credo religiosi – infatti – costituirebbe un ostacolo insormontabile rispetto ai piani di unificazione politica e sociale dell’intera popolazione planetaria.
La PRIMA FASE operativa riguarda il “ritrovamento” di antichi reperti archeologici in alcune precise zone del pianeta (in alcuni casi a seguito di sommovimenti geologici provocati artificialmente), reperimenti talmente rivoluzionari da sancire la definitiva smentita di tutte le “certezze religiose” coltivate fin’oggi dalle popolazioni mondiali (fossili di dinosauro? – nuovi Vangeli?).
Ogni nazione dovrebbe così essere indotta a credere di avere male interpretato per secoli la propria dottrina religiosa. La preparazione psicologica rispetto a tale primo segmento è riscontrabile in numerosi film e documentari atti a sostenere la sostanziale “infondatezza” della cosmogonia creazionistica e l’incompatibilità dei tradizionali dettami religiosi con la natura umana (tra i tanti: Zeitgeist, Religious, Sex Crimes and Vatican, il Codice Da Vinci ed il recente Codice Genesi).
In definitiva, obiettivo del primo segmento operativo è quello di distruggere le convinzioni (argomento approfondito nel post “Spiritualità Sotto Assedio” n.d.t.) di cristiani e musulmani anche mediante alcune “prove inconfutabili” provenienti da un remoto passato.
vedi: “Gesù non è morto sulla croce”, scoperto Vangelo in Turchia
http://www.net1news.org/ges-non-morto-sulla-croce-scoperto-vangelo-in-turchia.html
La SECONDA FASE operativa prevede l’apparizione nei cieli di numerose località sparse intorno al mondo, di enormi immagini “DIVINE”. Il tutto sarà realizzato sfruttando la teconologia degli ologrammi tridimensionali proiettati mediante raggi laser e resi “parlanti” mediante sofisticati strumenti di proiezione del suono.
La proiezione sarà effettuata direttamente dai satelliti orbitanti, usando come “schermo” uno strato di sodio fluttuante a circa 100 chilometri dalla superficie terrestre. La stessa tecnologia sarebbe già stata adoperata per fare comparire almeno una parte dei numerosissimi oggetti volanti non identificati.
Obiettivo di tali messe in scena sarà quello di fare apparire il “NUOVO MESSIA” – Maitreya, il maestro illuminato – che con le sue parole inaugurerà l’istituzione della nuova religione mondiale.
In ogni parte del pianeta i fedeli di ogni religione assisteranno alla trasfigurazione della propria divinità adorata (Gesù, Maometto, Buddha, Krishna, ecc.) nella figura della nuova divinità. Costei spiegherà che il fine della religione sia quello di unire i popoli, e non di separarli, e di come i dettami della antiche scritture e tradizioni siano stati fraintesi ed equivocati, conducendo fratelli a combattere contro fratelli.
(guarda il video sulla realtà aumentata)
Le antiche religioni dovranno perciò essere abolite, in quanto menzognere, e sostituite da una nuova
UNICA RELIGIONE UNIVERSALE.
L’evento appena descritto si verificherà in un momento di diffusa anarchia, incertezza e paura scatenata da una enorme catastrofe “naturale” (asteroide? tempesta solare?) verificatasi su scala mondiale.
La TERZA FASE operativa avrà a che fare con le nuove tecnologie di comunicazione telepatica: le microonde ELF (extremely low frequency), VLF (very low frequency) ed LF (low frequency).
Attraverso un bombardamento di impulsi di radiazione ogni singolo individuo del pianeta sarà persuaso di avere un rapporto di comunicazione diretta con il nuovo dio. Il bombardamento sarà effettuato mediante satellite, e provocherà una profonda interazione con il pensiero individuale, formando il fenomeno attualmente denominato “pensiero diffuso artificiale.” Lo studio e l’utilizzazione delle tecnologie anzidette, adoperate anche per il famigerato programma “MK-Ultra” sono stati dimostrati in numerose occasioni.
A tal proposito, è utile citare una conferenza che ebbe luogo nel gennaio 1991 presso l’Università dell’Arizona, dal titolo “Ricerche avanzate della Nato in materia di sistemi biomolecolari.” Alcuni argomenti affrontati dalla conferenza scatenarono le proteste degli astanti, spaventati dal potenziale abuso che i governi avrebbero potuto fare delle tecnologie presentate. In quella occasione gli scienziati accennarono alla capacità acquisita da parte degli Stati Uniti, di rendere cieche, sorde o mute le persone solo mediante la trasmissione di determinati impulsi magnetici.
Alcune delle anzidette tecnologie sono attualmente operative ed utilizzate dalla CIA, la NSA e l’FBI per scopi politici e militari, compresa la creazione di “candidati manciuriani.” Esse si basano su una metodologia del tutto nuova di studio del cervello e del sistema neuro-muscolare, ed agiscono mediante impulsi di radiazione trasmessi a bassissime frequenze. La sperimentazione dei sistemi biomolecolari continua ad avere luogo sui detenuti di Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Finlandia, Australia, Germania, Francia (Arancia Meccanica, film di Stanley Kubrick del 1971 trattava questo argomento n.d.t.).
E’ utile riportare quanto dichiarato nel 1970 dallo psicologo James V. McConnel in una intervista rilasciata alla rivista “Psychology Today.”
“Presto giungerà il giorno in cui saremo capaci di combinare la deprivazione sensoriale con l’azione ipnotica di alcune droghe ed il meccanismo “educativo” basato sulla dicotomia ricompensa-punizione. A quel punto potremo raggiungere un controllo pressochè assoluto sul comportamento di un individuo, ed ottenere molto rapidamente ed efficacemente un “positivo” lavaggio del cervello che ci consentirà di riprogrammare indole e personalità di qualsiasi individuo.”
Quanto appena detto, sta alla base della filosofia sociale delle Nazioni Unite, secondo la quale
nessuno dovrebbe potersi dire “possessore” di una propria personalità.
Qualsiasi personalità “antisociale” dovrebbe considerarsi “abusiva” e dunque suscettibile di “miglioramenti” impositivi da parte degli enti preposti. Tutto ciò – naturalmente – per poter soddisfare le esigenze “collaborative” richieste dal nuovo ordine mondiale.
Vi suggerisco di prendere seriamente in considerazione tali informazioni, prima di respingerle come frutto di un fanatico cospirazionista. Vi suggerisco di informarvi circa il chip trasmettitore prodotto dalla compagnia Loral Electro-Optical System con sede in Pasadena, California. Tale trasmettitore, che opera sulle stesse frequenze del sistema nervoso umano, fu commissionato dal generale Leonardo Perez in nome e per conto della aviazione militare statunitense, che era alla ricerca di un’arma che fosse in grado di trasmettere impulsi di sfiducia nella mente del nemico ed impulsi di fiducia in quella delle truppe amiche.
Si sospetta che la tecnologia ELF sia stata adoperata nel 1970 contro una donna britannica la quale protestava troppo “animosamente” contro l’installazione di missili cruise presso la base militare di Greenham Common (se è per questo esiste la possibilità che tali sperimentazioni siano già in corso d’opera da molti anni in tutto il mondo, e più precisamente dal momento in cui persone completamente normali hanno iniziato ad uccidere per futili motivi i propri congiunti, famigliari e vicini di casa, casi ormai molto frequenti, di cui sentiamo parlare quotidianamente in tutti i notiziari – n.d.t.).
Questa arma è in grado di causare la totale deprivazione sensoriale di un individuo, al punto che il soggetto non sia più in grado di udire i propri stessi pensieri. La metodologia scientifica utilizzata dalla tecnologia ELF è stata descritta in moltissime pubblicazioni del Dipartimento della Difesa statunitense, tra cui uno intitolato “Spettro elettromagnetico e conflitto a bassa intensità”, stilato del capitano Paul E. Tyler, comandante medico della marina degli Stati Uniti, incluso in una raccolta di saggi dal titolo “Bassa intensità e moderne tecnologie di modifica”, a cura del tenente colonnello David G. Dean. La raccolta è stata pubblicata nel 1986 da parte delle edizioni “Air University Press.”
Nel suo libro “The Body Electric”, il candidato premio Nobel Robert Baker descrive una serie di esperimenti condotti nel 1960 dallo scienziato Allen Frie, in cui il funzionamento della manomissione mentale è stato pienamente dimostrato. Così come gli esperimenti condotti nel 1973 dal dottor Joseph Sharp, che vi si sottopose personalmente, dimostrando di poter udire e comprendere messaggi inviatigli in una eco-camera attraverso una serie di audiogrammi ad impulsi a microonde. Baker concludeva il libro con alcune considerazioni circa il pericolosissimo potenziale di una tal sorta di tecnologia, che potrebbe “fornire istruzioni non rilevabili ad un assassino inconsapevole e programmato in tal senso.” Allen Frie ha inoltre notato come sia possibile accelerare, decelerare o arrestare il battito cardiaco di una rana sincronizzando il fascio di impulsi a microonde con il ritmo del cuore dell’animale.
Un altro libro del 1978, scritto da James C. Lynn ed intitolato “Microwave Auditory Effect and Application” descrive come sia possibile trasmettere delle voci perfettamente udibili, direttamente nella mente di un individuo. Nel dicembre 1980 venne pubblicato sul periodico “US Army Journal” un articolo dal titolo: “The New Mental Battlefield: Beam Me Up, Spock”, a cura del tenente colonnello John Alexander.
Scrive Alexander:
“… Numerosi esempi dimostrano incredibili progressi in tali aree. Il trasferimento di energia da un organismo all’altro; la capacità di trasmettere o guarire una malattia a distanza; la capacità di indurre la morte a distanza in modo tale che non sia riscontrabile una causa apparente del decesso; la modificazione del comportamento mediante strumenti telepatici, che consente di indurre uno stato ipnotico fino ad una distanza di 1000 chilometri, questi sono tutti obiettivi già conseguiti.” Alexander conclude:
“Se sarà possibile alimentare il pensiero artificiale multigenico mediante satellite, a quel punto il controllo mentale dell’intero pianeta sarà a portata di mano.”
Ecco, tornando al Blue Beam Project, la terza fase a cui accennavamo paragrafi addietro è denominata proprio “Electronic Telepathic Two Way Communication.”
Fintanto che la gente non si renderà conto che questo genere di tecnologia non è fantascienza, ma esiste realmente, essa correrà un gravissimo pericolo. Perchè arriverà la notte in cui nel cielo compariranno immagini meravigliose e sconvolgenti, che preannunceranno l’avvento del nuovo messia, ed in molti non saranno adeguatamente preparati ad affrontare la situazione, vedere il tranello, e salvarsi la vita.
link all’articolo originale: http://www.thewatcherfiles.com/bluebeam.html
Realtà aumentata – non tutto ciò che vedi è reale
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William Cooper
e il “Majestytwelve”
Durante gli ultimi anni della sua vita, Cooper lavorò da solo nella sua casa in Arizona con i suoi due cani, galli e polli, dopo aver fatto espatriare la sua famiglia dagli U.S.A. nel 1999 per la loro sicurezza. Prima dei parecchi anni di solitudine nel deserto dell’Arizona, Cooper era conosciuto come conferenziere di classe mondiale, che appariva alla Wembly Hall di Londra così come in ogni stato dell’Unione durante un periodo di 10 anni.
Conosciuto come esperto ricercatore, che sosteneva le sue teorie sul Nuovo Ordine Mondiale con solide informazioni dai suoi giorni nella U.S. Navy Intelligence, Cooper ha sempre fatto comparire la paura negli occhi dei presidenti, compreso Clinton, che fece organizzare un attacco del FBI per fare tacere le opinioni di Cooper. (Guarda il video Tributo)
Subito dopo l’attentato di Oklahoma, Rush Limbaugh lesse un appunto della Casa Bianca in onda durante la sua radiotrasmissione, chiamando William Cooper, “… l’ospite radiofonico più pericoloso in America.”
Cooper successivamente dichiarò che il pronunciamento di Clinton era “il complimento più grande che avesse mai ricevuto.”
Più oltre, il fascicolo del FBI su Cooper che includeva riferimenti alla sua liquidazione di sicurezza durante il servizio militare, entrava illegalmente in possesso della Casa Bianca in quello che è noto come “Filegate”. Subito dopo questa scoperta, Il presidente Clinton ha ordinato tutti gli enti federali di cominciare l’investigazione, la persecuzione, e il processo del sig. Cooper per farlo tacere.
Mentre era occupato in continue battaglie federali su questioni di libertà di parola con l’FBI e con l’IRS che tentava di strangolare finanziariamente i suoi affari, Cooper lavorarava a tutto vapore, generando parecchi documentari sull’assassinio di JFK e sulla truffa degli UFO del governo per infondere paura negli Americani.
Cooper credeva inoltre nel rafforzamento degli Americani con il libero pensiero per mezzo dei giornali e delle onde radio, diede vita al servizio di notizie di CAJI, al giornale nazionale VERITAS, The Intelligence Service, Harvest Publications, ed ha aiutato oltre 700 stazioni FM affiliate a bassa potenza a dotarsi di equipaggiamento e trasmettere, compresa la stazione che controllò come amministratore per la Independence Foundation Trust, 101.1 FM Eagar, Arizona, trasmettendo per radio a 7.000 persone.
Sotto la sua direzione, la sua azienda inoltre si avventurò nel mercato dell’editoria. Il primo libro pubblicato era su Oklahoma: “Day One” di Michele Marie Moore… il classico definitivo sull’attentato nella città di Oklahoma del palazzo federale Alfred P. Murrah il 19 aprile 1995.
Ma per capire realmente la filosofia di Cooper e dove ha ottenuto molte delle sue informazioni segrete da usare successivamente nel suo lavoro, è necessario capire la sua esperienza militare, il posto dove diventò familiare con le vere intenzioni del Nuovo Ordine Mondiale.
Cooper servì prima con lo Strategic Air Command dell’Aeronautica degli Stati Uniti, assolvendo compiti segreti sui bombardieri B-52, sui velivolo di rifornimento di carburante KC-135, e con i missili Minuteman.
Dopo l’Aeronautica, passò alla Marina degli Stati Uniti realizzando un sogno precedentemente frustrato dalla cinetosi cronica.
[…]
A stretto contatto con informazioni segrete per molti anni, Cooper avrebbe successivamente sfruttato le sue esperienze e competenze militari come nucleo per molti dei suoi scritti, decidendo di dire la verità ed essere un uomo di coscienza invece di vendere l’anima ai criminali del Nuovo Ordine Mondiale.
Anche se il lavoro di Cooper è immenso, riguardando quasi ogni elemento possibile di ciò che che si può definire come presa di possesso globale da parte degli Illuminati, chiunque legga i seguenti brani estratti da un documento segreto scoperto da Cooper concluderà oltre ogni ragionevole dubbio che la distruzione dell’America sta procedendo dall’interno e che l’unica maniera per riprendersi il paese, guardando al 2006, è per mezzo di una rivoluzione popolare.
Nell’articolo citato sopra, intitolato “Majestytwelve”, le parole di Cooper fanno rizzare i capelli in testa:
MAJESTYTWELVE by William Cooper, 1997.
“Ciò che segue è un fatto. Non è una teoria, è una cospirazione vera.
Sono stato testimone dei documenti Top Secret/Magic da cui queste informazioni sono stralciate mentre prestavo servizio nella Marina degli Stati Uniti aggregato alla squadra di Intelligence Briefing dell’ammiraglio Bernard Clarey, il comandante in capo della Flotta del Pacifico degli Stati Uniti.
“Certifico che le seguenti informazioni sono vere e corrette al meglio della mia memoria e della ricerca che ho compiuto. Giurerò per esse in qualsiasi tribunale.”
“Posso produrre i nomi di circa 38 ufficiali ed ad aggregati della Marina che sono stati testimoni di questi documenti mentre erano al servizio del loro paese… posso produrre i nomi di circa altri 80 che sospetto siano stati testimoni di questi stessi documenti. Non rivelerò i nomi che davanti ad un tribunale che sia disposto a perseguire le persone e le organizzazioni coinvolte nella cospirazione per rovesciare il governo degli Stati Uniti d’America ed instaurare un governo mondiale totalitario e socialista.”
“Molti anni fa ebbi accesso ad un insieme di documenti che finalmente realizzai essere il programma per la distruzione degli Stati Uniti d’America e per la formazione di un governo mondiale totalitario e socialista. Il programma è contenuto all’interno di un insieme di documenti top secret col titolo “MAJESTYTWELVE”. Non c’era spazio fra “majesty” e “twelve (dodici)”. Il termine onorava la pianificata instaurazione di un potere definitivo in un corpo di saggi destinati a governare il mondo come discepoli di un Messiah.
Questo “messiah” servirà da cuscinetto fra gli uomini saggi ed il gregge. Ho scoperto questi documenti tra il 1970 ed il 1973 mentre ero un membro dell’Intelligence Briefing Team del comandante in capo della Flotta del Pacifico degli Stati Uniti.
[…]
“Il piano descriveva la formazione di un governo mondiale totalitario e socialista.
Sarà guidato nell’ombra da un consiglio degli uomini saggi. Un cosiddetto dittatore benevolo, sarà presentato come il Messiah.
“La costituzione degli Stati Uniti d’America e la sua Carta dei Diritti sarà stracciata. Una forma parlamentare di governo prenderà il suo posto. Tutti le forze militari e gli individui devono essere disarmati tranne una forza di polizia interna che porterà soltanto il minimo necessario di armi per mantenere l’ordine interno.”
Anche se Cooper ha vissuto soltanto per vedere poco più di un anno della presidenza di Bush, era un fermo sostenitore della tesi per cui il presidente Clinton, seppur si presentasse come uomo del popolo, era in effetti una delle personalità visibili più importanti e diaboliche del Nuovo Ordine Mondiale.
E a dimostrazione della sua opinione, le seguenti due citazioni di Clinton mostrano le sue vere intenzioni:
“Quando ci siamo organizzati come nazione ed abbiamo scritto una costituzione ragionevolmente radicale con una Carta dei Diritti radicale, dando una quantità radicale di libertà individuale agli Americani… E così molti dicono che c’è troppa libertà personale. Quando si abusa della libertà personale, ti devi muovere per limitarla. Questo è ciò che abbiamo fatto con il mio annuncio dell’ultimo fine settimana sui progetti dell’edilizia popolare, su come stiamo per confiscare armi ed altre cose come rendere la gente più sicura nelle loro comunità.”
Così parlò il presidente Bill Clinton su MTV il 3 marzo 1994.
Dichiarò inoltre parecchi giorni dopo in un’intervista ad USA Today: “non possiamo essere così fissati sul nostro desiderio di conservare i diritti degli Americani ordinari…”
Oltre ad indicare Clinton, Cooper affermò che la vera fonte della cospirazione globale in realtà andasse cercata in un corpo conosciuto come gli Illuminati, un gruppo ha composto dai massimi livelli dei cosiddetti ordini segreti e delle società segrete. Esplicando la loro origine ed il loro scopo, Cooper ha scritto:
Sono tenuti assieme da giuramenti di sangue, da una religione segreta, e dalla promessa di una condizione di elite all’interno di governi regionali, o del governo mondiale superiore.
La loro religione è basata sulla Kabbalah, la filosofia Luciferina, e sul culto del sole.
Non sono legati da alcun giuramento o alleanza eccetto tra loro. Non sono leali a nessun governo o Popolo eccetto il loro. E non sono cittadini di nessuna nazione eccetto il loro governo mondiale segreto già stabilito. Con le loro stesse parole, “se non siete uno di noi non siete niente.” Per cogliere il senso di questo concetto “a pelle” guardate il film “They Live.”
“È in gran parte una cospirazione “aperta”, in quanto molte delle sue appartenenze, strutture, metodi, ed operazioni, sono materia di dominio pubblico, anche se dispersa ed oscura. Il suo sistema di coordinazione è atipico. Due nuclei – il nucleo d’elite della cricca di Wall Street (che orbita intorno ai Rockefeller) ed il nucleo d’elite della cricca finanziaria europea (che orbita intorno ai Rothschild) – coordinano questa cospirazione globale utilizzando la guerra psicologica sul resto dei cospiratori, dicendo a ciascuno niente più del necessario per compiere il suo ruolo specifico, spesso senza riconoscimento esplicito nemmeno del suo stesso ruolo, né delle regole inarticolate che lo governano.
“Così, la grande massa dei cospiratori non sa, ma soltanto sospetta, che sono parte di ed in servizio di “un potere in qualche luogo così organizzato, così sottile, così invasivo, così collegato, così completo, così dominante, che è molto meglio per essi non parlare più forte del loro respiro quando parlano in condanna di esso.”
Nel suo articolo sui documenti militari segreti, esamina a fondo il funzionamento interno degli Illuminati, mostrando come alcuni candidati salgono al livello superiore, scelti personalmente per salire oltre il tredicesimo grado (Rito di York) o il trentaduesimo grado (Rito scozzese).
Cooper afferma che quei “pochi eletti” spariscono dietro il velo e si trasformano in uno dei “Mille Punti di Luce,” e sono conosciuti più correttamente come i “Magi.”
Guardando all’indietro la storia, Cooper aggiunge:
“Il processo dell’iniziazione e dei giuramenti di sangue è sempre stato la protezione degli Illuminati in un mondo cristiano che aveva la tendenza di “bruciare al palo” coloro che seguivano credenze o filosofie diverse. Il “bruciare vivo” Jacques DeMolay, la persecuzione di uomini come Gallileo e Giordano Bruno da parte della chiesa cattolica, e la persecuzione dei loro Ordini risultò nell’odio della “Fratellanza” verso il cristianesimo e nell’obiettivo dello sterminio di tutte le religioni tranne la loro.
“Potete verificare l’obiettivo degli Illuminati visitando l’home page del Freemasonry’s Grand Lodge of Scotland”
Noterete che la bandiera della Gran Loggia di Scozia e quella “Universale” della massoneria sono visualizzate.
La bandiera “Universale” della massoneria è la bandiera delle Nazioni Unite.
Poiché questo è diventato molto noto, la Gran Loggia di Scozia ha sostituito la bandiera delle Nazioni Unite (bandiera Universale della massoneria) sulla loro web page con un grafico della Terra.”
E sepolto in profondità nei documenti scoperti da Cooper, che egli tentò vigorosamente di esporre fino alla sua morte prematura, era la decisione di uno sterminio totale in ciò che ha chiamato “l’obiettivo dell’epoca dell’inganno.”
Se qualcuno si domandasse all’alba di questo nuovo anno verso dove si dirigono gli U.S.A. dopo Oklahoma City ed il 9/11, ascolti le previsioni di Cooper basate su ciò che ha imparato negli anni di servizio nel campo dei servizi segreti:
“Questa è l’epoca dell’inganno. Il mondo è sul filo del rasoio. Per una metà è previsto lo sterminio se questa gente va avanti per la sua strada, e per l’altra metà è previsto l’asservimento quando l’unione mistica fra la luna IS (Isis o Chiesa) ed il sole RA (Osiris o Dottrina) saluterà il figlio del mattino EL (Horus o corpo completo degli Adepti) sull’orizzonte (Horus sorto) nella nuova alba (ISRAELE o realizzazione del Nuovo Ordine Mondiale).
“Quando il processo sarà completo una nuova Unione Sovietica mondiale emergerà per assottigliare il gregge, tosare il popolo gregge, e farlo marciare verso la schiavitù o il macello a seconda della loro capacità di accettare ed aderire alla loro rieducazione.”
Cooper pondera il destino dell’America e del mondo, e le sue parole del 1997 sembrano avverarsi mentre entriamo nel 2006.
“Non ci saranno diritti individuali, soltanto privilegi. Questi saranno assegnati o negati a volontà dal governo mondiale.
Tutta la proprietà sarà posseduta dallo Stato. Ci sarà una ridistribuzione di ricchezza. Progettano di eliminare le differenze di classe e di ridurre lo standard di vita ad un livello più basso nelle nazioni avanzate, come gli Stati Uniti, e ad un livello più elevato nelle cosiddette nazioni del terzo mondo.
“Questo livellamento della qualità della vita verrà ottenuto con un crollo economico globale che è nelle sue fasi d’inizio.
Il crollo economico compirà l’obiettivo del manifesto comunista di Engels e Marx che propugnava la distruzione della classe media. L’imposta progressiva sul reddito era il primo passo di questo processo ed è una delle plance del manifesto comunista.
NAFTA e GATT sono una parte di questo processo in quanto incoraggiano le industrie a trasferirsi nelle nazioni del terzo mondo per sfruttare la forza lavoro a poco prezzo.
“Tutte le religioni attuali spariranno. L’unica religione sarà la religione dello stato (umanismo o illuminismo)”.
“Tutti i governi, di Contea o di Stato saranno eliminati e sostituiti da un governo regionale. Questi governi regionali (Legge Domestica) sono già sul posto. Il regionalismo sta prendendo gradualmente il controllo in tutta l’America.
“Non ci saranno più contanti. Il commercio funzionerà con un sistema di accreditamento computerizzato con i conti raggiunti tramite carte di credito o i impianti di chip integrati. Le schede ed i chip inoltre serviranno per l’identificazione personale, patente di guida, etc.. Quando questo sarà completato la razza umana sarà incatenata ad un computer in un ciclo infinito di debito. Non ci sarà mai più nessuna azione o movimento riservato.”
Esaminando più a fondo l’epoca dell’inganno del Nuovo Ordine Mondiale, Cooper punta agli UFO ed alla truffa aliena spinta in America, scoprendo all’interno dei documenti segreti di Majestytwelve che l’intero programma per la creazione di un governo socialista mondiale è protetto da una minaccia extraterrestre artificiale.
Aggiunge che l’intero fenomeno degli UFO ed il movimento dell’ufologia è stato generato ad ulteriore protezione ed attivazione del programma, esponendo Art Bell, ospite di talk show coast to coast, come uno del portavoce principali degli Illuminati.
“All’interno di Majestytwelve, Operation Majority giustifica il programma presentando una minaccia extraterrestre come motivo per la necessità per il governo mondiale, tipo “chi parla per il pianeta Terra… l’Argentina?” esattamente il modo in cui Stanton T. Friedman conclude le sue conferenze “Gli UFO sono reali,” dice Cooper.
“Quando ho visto Operation Majority mentre servivo nella marina ho creduto che la minaccia aliena fosse reale come tutti quanti. Non prima di aver effettuato molti anni di ricerca potei capire esattamente che cosa avevo visto. Fu estremamente difficile per me credere che il mio governo e la Marina degli Stati Uniti mi avessero usato, particolarmente poiché avevo dedicato la mia vita al governo ed al servizio militare. La maggior parte del governo e dei personali militari non possono e non crederanno mai in una simile idea.
“Il programma è reale. La minaccia extraterrestre è artificiale. La minaccia è presentata con l’uso di tecnologia segreta originalmente sviluppato dai tedeschi nei loro programmi segreti di armi durante la II GM, da geni come Nikola Tesla, e da molti altri.”
Per quanto riguarda il ruolo di Bell nell’agenda del Nuovo Ordine Mondiale, Cooper punta ancora sulla teoria “dell’epoca dell’inganno”, così come sulla decodificazione dei segni e dei simboli degli Illuminati per scoprire la verità reale fra i molti messaggi di inganno.
Riferendosi al marchio ben noto di Bell con una piramide d’oro in un mare blu profondo con il suo nome sulla cima della piramide, Cooper illustra il suo punto circa il ruolo di Bell: “Ho riconosciuto che Art Bell è un paravento per il Nuovo Ordine Mondiale. È confermato nel suo libro. Il governo mondiale è, infatti, il tema del libro.
“Sapevate che il mare (mare o Mary) è un simbolo per un grande numero di persone, le masse nella simbologia marxista? Avete notato che la piramide sorge dal mare (il Popolo) e domina la scena come promessa, o salvezza? Sapevate che la piramide cui manca il vertice rappresenta la Grande Opera (non finita) della Scuola del Mistero? Sapevate che il Grande Lavoro rappresenta l’ingegneria sociale (socialismo), che opera in funzione dell’apoteosi della razza (uomo perfetto, sesta radice della razza) come promesso ad Adamo ed Eva da Satana, ed un Nuovo Ordine Mondiale?
“Avete notato che il nome di Art Bell cavalca il vertice indicando che è l’Operaio Luminoso, o Uomo Illuminato, o Mastro Massone, o Horus, o dio-Uomo perfetto, o Salvatore, che completa le Grandi Opere? Avete notato la stella luminosa caduta dal cielo appena sopra il vertice? Conoscete chi o che cosa rappresenta? Vedete i Mille Punti di Luce lavorare in silenzio dietro il velo (nubi) nel cielo.
L’illuminismo è marxismo. È una promessa falsa che la razza umana sarà perfetta che porta ad una società utopica perfetta per mezzo dell’ ingegneria sociale.
Questo è un meccanismo di lavaggio del cervello per cui una razza schiava ignara può venir generata per essere governata da un governo socialista totalitario mondiale.
“Art Bell è un massone. È un membro degli Illuminati. Il suo libro “L’accelerazione” è una delle più plateali ed evidenti forme di propaganda del Nuovo Ordine Mondiale che io abbia mai visto. In esso Art Bell, affermando di essere un americano patriottico, sostiene senza vergogna la formazione di un governo socialista totalitario mondiale.”
Con la maggior parte della gente che entra nel nuovo anno con il pensiero di un altro attacco terroristico all’orizzonte, Cooper dichiara che questi attacchi sono una strategia del nuovo ordine mondiale per dire agli Americani che qualsiasi opposizione si scontrerà con la forza bruta.
“Ruby Ridge, il massacre di Waco, l’attacco contro i Patrioti e le Milizie, ed altri atti di aggressione contro il Popolo Americano che potrebbe combattere questa frode sono atti di guerra.
Questi atti sono progettati per demonizzare i fondamentalisti cristiani, ebrei, musulmani, la milizia legale, e chiunque altro potrebbe combattere in difesa della costituzione o della libertà.
“Questi atti terroristici consegnano al popolo americano il messaggio che tutta l’opposizione al governo superiore del mondo nuovo sarà affrontata con forza schiacciante ed il completo genocidio dei nemici del socialismo.”
E mentre ognuno prepara il suo pane tostato per la vigilia del nuovo anno, domandandosi dove cadrà la prossima “scarpa terrorista,” ascoltiamo l’analisi conclusiva e le previsioni sinistre di Cooper dal 1997, la cui lettura fa immediatamente desiderare a chiunque di versarsi un altro bicchiere di quello forte.
“In Majestytwelve si dichiarava che il primo attacco terroristico negli Stati Uniti sarebbe avvenuto in una grande città come New York o Los Angeles. Basandomi su quella dichiarazione ho predetto esattamente che sarebbe accaduto a New York, e così è stato quando il World Trade Center è stato colpito.
“Majestytwelve dichiarava che il terrorismo continuerà fino a quando il popolo americano non avrà acconsentito ad essere completamente ed assolutamente disarmato.
Il documento affermava che il secondo obiettivo principale sarebbe stato “in qualche luogo nell’entroterra come Oklahoma City”. L’obiettivo reale non era nominato. Poiché il documento non era specifico quanto all’obiettivo reale ed alla sua posizione non ho predetto la città di Oklahoma… ma la mia previsione di continui attacchi terroristici compresi attacchi importanti “nel cuore” d’America era esatta.”
Scrivendo prima del 9/11, predisse inoltre quanto segue:
“Se questi atti di terrore non avranno successo ci saranno più bombe, attacchi chimici, o attacchi biologici. Si intensificherà la distruzione, mutilando ed uccidendo uomini, donne ed in particolar modo bambini. Avranno luogo più sparatorie nei centri commerciali, nei ristoranti, e nelle scuole. Come ultimo ricorso, se tutto il resto fallisce, gli Illuminati sono pronti a far esplodere un’arma atomica in una grande città americana come New York, Chicago, o Los Angeles.”
Testo originale, http://www.hourofthetime.com/majestyt.htm
Tributo – di Keith Truth
traduzione di: Timmy Love
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LA LEGGE DEI LUMINARI – (il Talmud BAVLI)
Pubblicato da LION OF YAHUDA sabato 16 ottobre 2010
“Ora questi falsi maestri sono spavaldi e superbi; non hanno paura nemmeno di offendere gli spiriti dell’universo … Questi falsi maestri sono come fontane senz’acqua, come nuvole spinte dalla tempesta: Dio ha preparato per loro le tenebre più nere”
(2 Pt. 2:10-19)
(Grazie a Moksha75 per la traduzione del video)
Per comprendere meglio questo video leggere il relativo post di approfondimento:
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Già nel secondo secolo a.C. e prima della discesa del prescelto di Yah (Mash’yah) sulla terra il popolo scelto da Dio, era inquinato da filosofie e conoscenze tramandate oralmente e si era diviso dall’interno in numerose “sette”. Lo studio della Legge di Dio (TORAH) stava diventando una disciplina esoterica. Prima di avvicinarsi al testo, l’esegeta eseguiva [riti di purificazione], quasi stesse penetrando in un luogo sacro. Adottava una mentalità alternativa, svolgendo [rituali] che gli conferivano nuove intuizioni.
Tra queste sette, [solo qualcuna] si sentiva legata o si “conformava” a ciò che diceva la Legge di Dio. Le altre credevano addirittura di poter elaborare NUOVE SCRITTURE, queste differenziazioni furono COMPROVATE nel 1942, alla scoperta della biblioteca della comunità di QUMRAN. Gli appartenenti a questa setta si erano ritirati sulle rive del Mar Morto, dove vivevano in stato di isolamento monastico. Essi rispettavano la Legge e i Profeti (TORAH), ma [ritenevano di essere gli UNICI a saperla comprendere].
Il loro capo, detto “Maestro di Giustizia”, aveva ricevuto una RIVELAZIONE secondo cui si convinse che nelle Scritture c’erano “COSE NASCOSTE”, le quali potevano essere portate alla luce grazie ad una “speciale esegesi” detta PESHER.. la decifrazione. Ogni singola parola della Legge e dei Profeti si riferiva anticipatamente alla LORO COMUNITA’.. (esattamente come accade oggi con molte Organizzazioni religiose).
Qumran era perciò l’apice della storia ebraica, il vero Israele spirituale … e nell’arco di breve tempo (secondo loro) DIO AVREBBE AVVIATO UN [NUOVO ORDINE MONDIALE] … e dopo la VITTORIA DEFINITIVA DEI FIGLI DELLA LUCE sarebbe stato EDIFICATO UN NUOVO MASSICCIO TEMPIO A GERUSALEMME e sarebbe stato RISCRITTO IL PATTO MOSAICO..!!
Qumran non era altro che l’ala “estremista” del movimento Esseno, che nel I secolo a.C. contava circa 4000 adepti. Anche molti di loro coabitavano in comunità, ma non nel deserto, in paesi e villaggi; si sposavano, avevano figli, (pur conducendo un’esistenza come se stesse arrivando la fine dei tempi) onoravano le norme di purificazione, si astenevano dalla proprietà privata, tenevano tutte le cose in comune e si astenevano dal divorzio.
La setta dei FARISEI coesistente all’epoca, costituiva l’1,2% della popolazione ed erano estremamente rispettati. Il loro approccio alla TORAH era più convenzionale.. essi però erano aperti alle NUOVE IDEE. Si contrapponevano ai SADDUCEI, i quali interpretavano i testi sacri in modo letterale e non accettavano le novità.. come la resurrezione dei corpi dopo la morte. Questi come molte altre sette cercavano disperatamente nuove maniere, nuovi scritti e nuovi modi per essere il popolo di Dio … tanto che alcuni di questi rielaborarono da cima a fondo i testi antichi.
In questo contesto non esisteva nella maggioranza, ma solo in alcuni piccoli gruppi, la sensazione che sarebbe comparso in “quel tempo” un Messyah, l’Unto di Yah, che avrebbe ristabilito la giustizia nel mondo. Le esegesi, gli insegnamenti e le interpretazioni di queste “classi sacerdotali” divulgavano e immaginavano solitamente che DIO SOLO AVREBBE INTRODOTTO UN NUOVO ORDINE MONDIALE … si menzionava un [SOVRANO DI DISCENDENZA DAVIDICA] CHE AVREBBE GIUDICATO PER SEMPRE SUI “GOYIM”.
Tutto questo poi rirovò lo stesso Messyah quando venne sulla terra e che Egli CONDANNO’ pubblicamente chiamando questi “esegeti-savi-teologi”: IPOCRITI.. RAZZA DI VIPERE..!!
Questa “progenie” aveva però [intuito] che qualcosa stava per avvenire.. un cambiamento epocale era in atto e per non perdere la loro rispettabilità pubblica, la loro INFLUENZA e il loro occulto POTERE sia sul popolo di Israele che sugli altri popoli avevano già iniziato un’opera secolare.. secondo il loro punto di vista: “incaricati da Dio”.. LORO ERANO IL MESSYAH.. (Scelti da Yah)..!!
Il rabbi Johanan Ben Zakkai capo dei Farisei aveva sempre insegnato che la guerra contro i Romani era inutile e che IL MANTENIMENTO DELLA RELIGIONE ERA PIU’ IMPORTANTE DELL’AUTONOMIA POLITICA. Dopo la distruzione del Tempio ad opera dei Romani, i Farisei, gli Scribi, i Dottori della Legge e i Sacerdoti andarono a Yavneh la città costiera a sudovest di Gerusalemme che divenne un porto sicuro per gli studiosi ebraici.. poichè Yavneh assicurava la resurrezione di UNA NUOVA VERSIONE dell’EBRAISMO [TEMPLARE] dalle rovine del vecchio ebraismo.
La prima opera a cui si dedicarono gli esegeti a Yavneh era la raccolta delle TRADIZIONI RELIGIOSE dei padri (gli stessi che uccisero i Profeti, il Messyah e gli Apostoli del vero Dio) affinchè quando il Tempio sarebbe stato ricostruito [!] vi si sarebbe potuto ripristinare il culto antico. Nel frattempo iniziarono a REVISIONARE LA TORAH adattandola al mondo che stava subendo gravi alterazioni. Questa impresa farisaica aveva alcune cose in comune con le prime comunità dei discepoli di Yah’u’shua. Anche i Farisei “indagavano” le Scritture, inventarono una NUOVA FORMA ESEGETICA e stilarono NUOVI TESTI, anche se non lo indicarono come “Nuovo Testamento”.
In questa loro ottica esegetica, e con il progredire degli eventi terreni, PERFINO DIO DOVEVA CONTINUARE A [STUDIARE] LA SUA STESSA TORAH per scoprirne il pieno significato. Questa nuova esegesi fù chiamata MIDRASH (il termine deriva dal verbo darash, che vuol dire “cercare, indagare“). Il senso del nuovo testo testo non era evidente di per sè.. e l’esegeta doveva “cercarlo” per scoprirne il significato.. perciò la Midrash permetteva una reinterpretazione radicale della Torah attraverso una continua esegesi evolutiva in cui la filosofia prendeva il sopravvento sulla parola di Dio.
Fù poi il rabbino Akiba e i suoi colleghi a perfezionare ulteriormente la Midrash asserendo che la Torah data da Dio sul Monte Sinai non era stata appurata una volta per tutte.. che era una processo continuo che sarebbe proseguito finchè ABILI ESEGETI avessero “cercato” [la sapienza (Sophia) inesauribile] contenuta nel testo ... Perciò la Torah non era un prodotto finito e che gli UOMINI USARESSERO LA LORO INTELLIGENZA PER [PERFEZIONARLA]..!!
Come quasi tutti i rabbini anche Ben Azzai era un mistico. A LORO PIACEVA MEDITARE SULLA “GLORIA DI DIO” (kavod) mentre svolgevano determinati esercizi (digiuno, posizione con la testa fra le ginocchia, ripetizione sussurrata di frasi continue, ecc. esattamente come per molte altre religioni orientali) in grado di farli entrare in uno STATO DI ALTERAZIONE MENTALE. In tale condizione, sembrava loro di volare per i 7 cieli, fino alla CONTEMPLAZIONE DELLA GLORIA DI DIO SEDUTA SUL TRONO e questo viaggio era carico di pericoli mortali … questi sono gli stessi “maestri” secolari della [progenie di vipere] che hanno avvelenato la Verità del vero Dio e QUESTE sono le cose mistico-esoteriche che insegna la QABBALAH..!!
Quelli che si diplomavano a Yavneh seguivano la “tradizione orale” e fino a questo punto i Maestri iniziati NON AVEVANO ANCORA MESSO PER ISCRITTO la maggioranza dei loro insegnamenti. Imparavano a memoria le tradizioni e le trasmettevano oralmente perchè sembrava loro rischioso scrivere le loro preziose [?] CONOSCENZE. Un libro poteva essere bruciato o ancor peggio cadere nelle mani della setta chiamata: “cristiani”..!!
Questi testi “orali” erano chiamati “tannaim“, ripetitori.
Tra il 135 e il 160 d.C. questa progenie di “savi-maestri” avviò la creazione di una NUOVA SCRITTURA che denominarono MISHNAH … che significa “apprendimento per rietizione” anche se poi prese la forma scritta, essa era stata concepita come opera orale.
La Mishnah fu completata verso il 200 d.C. dal rabbi Giuda il Patriarca. Essa era il Nuovo Testamento della scuola Farisaica. Come per le Scritture cristiane, essa riteneva la TANAKH un’opera appartenente a una fase storica ormai superata per sempre, ma che poteva essere usata per LEGITTIMARE L’EBRAISMO POST-TEMPLARE.
La Mishnah si distingueva con orgoglio … ABBASSANDOSI RARAMENTE A CITARE LA BIBBIA E QUASI MAI APPELLANDOSI AI SUOI INSEGNAMENTI … essa non attingeva autorità dalla Torah data a Mosè, ma PRESUMEVA DI AVERE UNA COMPETENZA INDISCUTIBILE.
I maestri-savi, che erano l’incarnazione vivente della Torah, sapevano interpretare ottimamente la volontà divina e NON AVEVANO BISOGNO DI APPOGGIARSI ALLA BIBBIA..!!
Dopo il 312 d.C. essi produssero ALTRE SCRITTURE … La TOSEFTA, un “supplemento” alla MIshnah, la SEPHER e il Talmud YERUSHALMI che fù terminato all’inizio del V° secolo d.C. Talmud significa “esegesi“, ma lo Yerushalmi INTERPRETAVA LA MISHNAH, NON LA BIBBIA, benchè mitigasse l’orgogliosa [indipendenza] della Mishnah dalla Tanakh. Tuttavia lo Yerushalmi era un cantiere aperto e durante il VI° secolo gli ebrei babilonesi redassero un Talmud più soddisfacente e raffinato: il Talmud Babilonese, detto BAVLI.
Il Talmud Bavli assomigliava al Nuovo Testamento poichè i suoi autori/curatori lo reputavano IL COMPLETAMENTO DELLA BIBBIA EBRAICA, UNA NUOVA RIVELAZIONE per il mondo in trasformazione. Esso rispettava la Bibbia, ma non la riteneva sacrosanta.
Nello scritto si contraddiceva il contenuto legislativo della Bibbia e la sua interpretazione, rilevando tutta una serie di “lacune” nei Testi Sacri, SUGGERENDO QUELLO CHE AVREBBERO [DOVUTO DIRE] GLI AUTORI ISPIRATI DA DIO, MUTANDO PERSINO UNA NORMA BIBLICA PER RENDERLA PIU’ CONGENIALE AD UN “LORO” DECRETO..!!
Se la Bibbia veniva letta insieme al Bavli ESSA VENIVA TRASFORMATA correggendo ciò che era scritto in essa per ADATTARLA agli insegnamenti del Talmud Bavli.
Come spiegò rabbi Abdini di Caifa, i SAVI-MAESTRI erano i nuovi profeti: “Da quando è stato distrutto il Tempio, la profezia è stata tolta ai profeti e CONSEGNATA AI SAVI” (B. Baba – BATARA 12a). “Che cos’è la Torah?“, chiedeva il Bavli. “Essa è l’interpretazione della Torah” (B. Qedoshim 49b).
Questa LORO “interpretazione” è la STESSA USATA OGGI per determinare le leggi umane attuali ed è la STESSA usata per porre l’umanità sotto il giogo di un NUOVO ORDINE MONDIALE retto dalla Giustizia e dalla Pace che PROVENGONO dall’interpretazione della realtà e della vita che questi SAVI ritengono di avere per concessione di Dio.
Che il VERO Dio YAH’u’WEH ci liberi e ci salvi da questi FALSI PROFETI..!!
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(Thank’s to Julyah for traduction, Yah Bless you) – (by Followers of Yah)Vi hanno mai dato del pazzo cospirazionista? O forse vi è capitato di incontrarne qualcuno? Comunque sia, di sicuro conoscete la tipologia di persona.Molte di queste persone passano ore e ore a spulciare, notizie, eventi, situazioni, che hanno relazione con la storia del mondo. Leggono disquisizioni infinite per cercare qualche ragione plausibile dietro gli sconvolgenti eventi mondiali. Secondo questi, i grandi eventi che hanno sconvolto nei secoli il nostro mondo possono essere stati orchestrati solamente da qualche elite segreta che possiede una potentissima posizione di potere. Una volta esposto il caso, il teorico della cospirazione sarà – da tutti – giudicato un lunatico pazzoide, dal momento che la maggior parte della società – inclusi i suoi vicini più prossimi – lo riterranno non solo un paranoico irrazionale, ma anche una persona del tutto male informata, e forse anche un pò pericolosa. Fatto sta, che ognuno di questi espone quello che ritiene giusto con qualche nuova prova a dimostrazione della propria teoria su questo o quel fatto.Avrete sicuramente sentito parlare di alcune di queste cospirazioni: l’assassinio del presidente J. F. Kennedy, la cosiddetta Area 51, l’attentato alle torri gemelle dell’11 settembre, le scie chimiche, il sistema HAARP, ecc. il tutto collegato a società segrete come la Skull and Bones, gli Illuminati, i Gesuiti, i Massoni ed il Nuovo Ordine Mondiale.
Bene, allora siete pronti e preparati, per scoprire una “vera cospirazione ancora più grande“.
Esiste una cospirazione così antica e segreta che, per scoprirla, dobbiamo tornare indietro letteralmente all’alba dei tempi. Vedete, le cospirazioni non sono niente di nuovo. Le Scritture contengono ventuno versi che trattano di “cospirazione”, mentre altri quattordici versi trattano di “complotti”.
Ciò che rende questa cospirazione completamente diversa dalle altre è che riguarda un evento che contiunua a verificarsi da migliaia di anni; e viene letteralmente tramandato da una generazione all’altra.
Innumerevoli persone sono morte per avere esposto e rivelato questo complotto. Tristemente, molte altre sono destinate a seguire la loro stessa sorte.
Quale potrà essere questa cospirazione che ha causato così tante morti nell’arco di migliaia di anni e ne causerà altrettante nell’immediato futuro?

E Yahuveh mi disse: “C’è una cospirazione tra gli uomini di Giuda e tra gli abitanti di Gerusalemme.” – (Geremia 11:9)
Gli antichi cospiratori hanno cercato di rimpiazzare, cancellare e occultare il nome del Creatore e di Suo Figlio, mentre minacciavano e assassinavano chiunque pronunciasse questi nomi. Yahuveh parlò tramite il suo servo, il profeta Ezechiele, per avvertire il popolo che c’era una cospirazione tra i profeti che avevano rubato cose preziose.
“In lei (Gerusalemme) i suoi profeti cospirano; come un leone ruggente che sbrana la preda, costoro divorano la gente, pigliano tesori e cose preziose, moltiplicano le vedove in mezzo a lei.” (Ezechiele 22:25)
Il nome sacro di Yahuveh cominciò ad essere “soppresso” ai tempi del profeta Amos (6:10) e ai tempi del grande profeta Elyah.
Avete mai visto una scena in cui il buono di turno deve combattere contro molti cattivi..?? L’emozione e la tensione emotiva che si prova nel fare il tifo per chi è dalla parte della giustizia contro tutti quei malfattori..?? Cerchiamo ora per un attimo di immaginare come si doveva sentire il profeta Elyah quando si mise contro i 450 profeti di Baal e i 400 profeti di Asherah (1 Re 18:19). Un solo profeta di Yahuveh contrapposto contro molti. Davvero, se Yahuveh è con noi, chi può essere contro di noi?Questo non fu un raduno di poco conto, ma un evento grandioso, con tutta Israele raccolta sul monte Carmelo. “Quindi invocate voi il nome del vostro dio, ed io invocherò il nome di Yahuveh. E l’Elohim che risponderà con il fuoco, quello sarà il VERO Eloah.” – 1 Re 18:24.
L’evento sarebbe durato diverse ore. Se una cosa del genere fosse avvenuta ai nostri tempi, è molto probabile che la TBN o qualche altra religione universale pagana sarebbe stata l’ospite d’onore. Ci sarebbero stati milioni di fedeli in preghiera, inginocchiati sul pavimento di casa. Altre migliaia avrebbero digiunato. Tutti gli occhi sarebbero stati incollati agli schermi dei computer, o ai nuovi schermi televisivi digitali HD. L’evento sarebbe stato trasmesso in mondovisione e avrebbe riecheggiato da ogni altoparlante. Le strade si sarebbero svuotate.
Le mega-chiese di tutto il mondo vi avrebbero partecipato.
Tutte le piccole controversie sarebbero state messe da parte, mentre tutto il mondo avrebbe pregato affinchè ‘Ha-Baal-Gad’ (il dio-Signore della fortuna, Giosuè 11:17) facesse piovere del fuoco, da un cielo limpido e senza nuvole, per disintegrare le offerte sull’altare.
Tuttavia, il grande impostore, con l’aiuto delle moderne tecnologie e dei potenti mezzi oggi a disposizione, riuscirebbe probabilmente ad ingannare la gente. Milioni di persone potrebbero essere facilmente persuase di vedere segni e prodigi di fuoco discendere dal cielo (Apocalisse 13:13) – come in effetti accadrà nei prossimi tempi.
A quei tempi c’era un solo profeta di Yahuveh, Elyah, contro i profeti pagani del dio Baal-Gad (il Signore Dio della fortuna), senza la tecnologia moderna. Le Scritture ci narrano che i profeti di Baal cominciarono ad invocarlo dalla mattina presto. Le loro voci divennero sempre più forti nel gridare “O Baal, rispondici!”. Tutto questo fu intensificato, al punto che essi si praticarono dei tagli sul corpo e urlarono sempre più forte, danzando in un frenetico bagno di sangue. Guardavano, controllavano, aspettavano… ma era ormai sera e ancora non c’era stata risposta da parte di Baal. Che delusione, dopo tante aspettative.
Dopo un’intera giornata di simili amenità, l’umile profeta di Yahuveh si mise a pregare. Fu allora che immediatamente e improvvisamente l’Onnipotente di Israele udì la preghiera del Suo servo. Questo uomo sincero non ebbe bisogno di praticarsi tagli sul corpo o di danzare, si limitò semplicemente a pregare! Il fuoco di Yahuveh discese dal cielo e consumò il sacrificio! Wow… se avessimo potuto vedere le loro facce! Certamente un grande timore reverenziale deve avere ispirato una tale visione!
A conclusione dell’evento i figli di Israele avevano potuto vedere con i propri occhi che il NOME dell’Onnipotente di Israele non era Baal-Gad (Signore Dio), ma Eloah Yahuveh – (1 Re 18:26-29).In contrasto con quanto è scritto, per cui il popolo di Israele doveva essere un popolo diverso e separato dagli altri, i figli di Israele desideravano integrarsi con le nazioni pagane che esistevano attorno a loro. Per questo adottarono il culto del pagano Baal/Signore (Osea 2:16). Questo causò la cancellazione del nome di Yahuveh, in violazione del terzo comandamento (Esodo 20:7). Il suo nome prezioso finì per essere sostituito con quello di Baal/Signore, proprio come era stato profetizzato:
“Hanno essi in mente, questi profeti che profetizzano menzogne, questi profeti dell’inganno del loro cuore, pensano forse di far dimenticare il mio nome al mio popolo con i loro sogni che si raccontano l’un l’altro, come i loro padri dimenticarono il mio nome per Baal?” – Geremia 23:26-27
Ma purtroppo la decisione fu presa e proclamata; chiunque avesse pronunciato il “Nome” (Ha-Shem) al di fuori del sacerdote sarebbe stato colpevole di blasfemia e messo a morte.
Secondo la tradizione, Ha-Shem (il Nome) poteva essere [pronunciato solo dal sommo sacerdote una volta all’anno] durante la festa di Yom Kippur (il giorno dell’espiazione dei peccati).
La pena per chiunque infrangesse questo comandamento fatto dall’uomo era la morte!
La gerarchia del Sinedrio Ebraico (un organo in cui convergevano il potere religioso e quello politico) usava l’intimidazione. Per intere generazioni il tribunale riuscì a incutere nei cuori il terrore di pronunciare il Nome.
(il moderno Sinedrio – Tribunale – ricostituito oggi a Gerusalemme)Ma stava arrivando il giorno in cui UN UOMO avrebbe infranto la tradizione degli anziani pronunciando apertamente Ha Shem (il sacro nome). Egli avrebbe proclamato alla gente il nome di Yahuveh! Non appena iniziata la sua missione, Egli sovvertì la tradizione religiosa dei suoi tempi. Egli annunciò coraggiosamente il santo Nome:
«Lo Spirito di YAHUVEH è oggi su di me, perciò mi ha unto per portare la Buona Notizia (Besorach) ai poveri; mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi; per rimettere in libertà gli oppressi, per proclamare l’anno accettevole dI YAHUVEH». (Luca 4:18-19)
Mentre questo giovane della tribù di Yahuda (Giuda) leggeva il profeta Yahushayah (Isaia), molti erano stupiti poiché egli pronunciava apertamente il nome di Yahuveh, contravvenendo alla tradizione degli anziani. Quel giorno tutti gli occhi della congregazione erano fissi su di Lui (Luca 4:21).
Essi erano pieni di rabbia. Ma chi credeva di essere, quest’uomo figlio di un falegname chiamato Yahushua. Come si permetteva [un semplice operaio] di andare contro l’ordine prestabilito dai Dottori della scienza Legislativa di Israele..?? Erano così infuriati che tentarono di ucciderlo quello stesso giorno. (Luca 4:28-29).
Lo scopo principale per cui Yahushua era stato inviato dal Padre era redimere l’umanità ed espiare gli errori e le malvagità del mondo; in questo modo Egli divenne il nostro Agnello Pasquale, Sommo Sacerdote e Re. Durante il suo ministero, la sua missione fu di dare gloria a Yahuveh l’Eloah, e non a Baal (il Signore). Ci furono occasioni in cui soffrì molto e incontrò molte resistenze da ogni parte – anche in seno alla sua famiglia.
Nonostante questo, continuò a viaggiare in diverse città e paesi. Andò anche nella capitale (Gerusalemme), per restaurare la conoscenza nel “significato” del “nome” di Yahuveh: “Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu mi hai dati dal mondo; erano tuoi e tu me li hai dati; ed essi hanno osservato la tua parola.” – Giovanni 17:6.
L’autorità religiosa del suo tempo gli diede severi ammonimenti a non far pronunciare ai suoi seguaci – durante le loro predicazioni pubbliche – il nome di Yahuveh. Gli dissero, “Maestro, sgrida i tuoi discepoli!” – Luca 19:39
Ma Yahushua rispose loro: «Vi dico che se anche costoro tacciono, grideranno le pietre. » – Luca 19:40. Questo fece infuriare il Sinedrio. Chiaramente Yahushua onorava il nome del Padre, e lo stesso facevano i suoi discepoli.
Quando Yahushua fu portato in tribunale davanti alle autorità religiose, il Sommo Sacerdote gli domandò «Sei tu il Figlio del Benedetto?» – (Marco 14:61). Il sommo sacerdote stava evitando di pronunciare il Nome del Padre. Yahushua gli rispose in questi termini: «Lo sono; e vedrete il Figlio dell’uomo, seduto alla destra della Potenza, venire sulle nuvole del cielo.» – (Marco 14:62)
Dal momento che stava citando il Salmo 110 è molto probabile che rendesse nuovamente gloria al nome del Padre pronunciandolo apertamente. Il Sommo Sacerdote allora si stracciò le vesti e annunciò che Yahushua aveva a tutti gli effetti commesso “blasfemia” ed era quindi colpevole, meritevole della pena di morte (Marco 14:63-64).
Dopo che Yahushua fu inchiodato sul legno, le autorità ebbero un problema ancora più grande: i suoi discepoli pronunciavano apertamente il nome di Yahuveh. Stefano prese il suo legno e seguì le orme del suo Maestro, proclamando il nome di Yahuveh. Il risultato fu che anche lui fu riconosciuto colpevole di blasfemia. Fu quindi lapidato, come raccontato in Atti capitolo 6 e 7.
Ora sappiamo che il Messia porta in sé il nome del Padre, e non c’è da stupirsi che anche il prezioso e santo nome del nostro Salvatore Yahushua sia stato cancellato allo stesso modo. Naturalmente questo è proprio quello che è successo. Un altro è venuto nel suo proprio nome ed ha causato molta confusione. Satana odia il nome del Padre e del Figlio. Quello spirito è il grande simulatore che vuole per sé tutta la gloria. Ha usato ogni mezzo per tenere questi due nomi nascosti e lontani dalla gente.
Dal momento che ci viene detto “Poichè il MIO NOME è in Lui” (Esodo 23:21) sappiamo che il Figlio porta il nome del Padre. Poichè si evince da TUTTO il Vecchio Testamento che TUTTE le apparizioni in NOME di YHVH e l’Arcangelo che lo rappresenta e lo manifesta all’uomo sulla terra è sempre l’Unto/Prescelto da Yah (Ha’MashiYah) il Messyah. Anche da ciò, si deduce chiaramente – da quanto dice la Scrittura – che Yahushua porta effettivamente il nome di suo Padre all’interno del suo. Chi vuole arrampicarsi sugli specchi e difendere l’indifendibile menzogna, spesso oppone la questione degli scritti ‘originali in lingua Greca’. Ma la questione NON E’ AFFATTO se le scritture messianiche fossero scritte in ebraico, greco oppure in aramaico perchè un verso nel Libro degli Atti ci dice chiaramente in che lingua era SCRITTO e pronunciato il nome del Messyah e chiaramente anche il resto delle scritture:
“Tutti noi cademmo a terra, e io udii una voce che mi disse IN LINGUA EBRAICA: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Ti è duro ricalcitrare contro il pungolo”. Io dissi: “Chi sei, Signore?” E il Signore rispose: Io sono Yahushua, che tu perseguiti.” – Atti 26:14-15.
La lingua parlata dal Messyah e udita da Saulo è la lingua ebraica. I cospiratori hanno disperatamente tentato di oscurare il nome del Messyah dando al Salvatore ebreo il nome greco di Iesous, in onore della divinità pagana di Zeus.
Si, è vero, per gli antichi greci Zeus era la divinità suprema. Zeus era considerato il sole invitto, la divinità del cielo e del sole. Zeus significa “risplendere” (allegorico simbolo del portatore di luce; Lucifero). Secondo il libro di Alexander Hislop “Le Due Babilonie”, a pag. 72, “è un fatto piuttosto risaputo che i Greci adoravano occasionalmente il dio supremo con il titolo di ‘Zeus il Salvatore‘.”
Nella versione della Bibbia di King James del 1611, il nome del profeta Elishua è tradotto come Eliseo (Elizeus = Zeus è il Signore). So che è scandaloso, ma ricordatevi che questa cospirazione va avanti da innumerevoli generazioni. La maggior parte delle Bibbie KJV moderne utilizza ora il nome El-i-se’us, che significa pur sempre la stessa cosa che Eli-zeus. Ed il nome Jesus si pronuncia in spagnolo come Heysous. Ricordiamo che “HESUS” era adorato dai druidi.
La cospirazione continua fino ai nostri giorni. Proprio come qualcuno ha sottolineato in un articolo sull’inaugurazione della presidenza di Barack Obama, il sig. Rick Warren (un membro del Council of Foreign Relations) ha pregato di fronte a tutto il mondo. In conclusione della sua preghiera egli ha menzionato i seguenti nomi: Yeshua, Isa (Essa), Hey-Zeus, e Jesus.
Il gioco dei nomi è finito e smascherato! Ecco quale è il desiderio dei veri discepoli del Messyah, quello di far vedere le tenebre per quello che sono. In questo processo la speranza è che nelle menti si accenda la scintilla del ragionamento.
ATTENZIONE: “Le mezze verità sono menzogne”..!! “Guai a voi, dottori della legge, perché avete portato via la chiave della scienza! Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l’avete impedito.” – (Luca 11:52)
Nelle scritture il Messyah dice per tre volte che egli è venuto nel Nome del Padre, e i discepoli vengono salvati in quello e non in altri nomi: “Io sono venuto nel NOME del Padre mio, e voi NON mi ricevete; se un ALTRO VERRA’ NEL SUO PROPRIO NOME, quello lo riceverete.” – Giovanni 5:43; le altre due si trovano in Giovanni 17:11-12.
E’ evidente che non c’è NESSUNA uguaglianza tra i nomi “Yahuveh/Yahushua” e “Gesù”. Molti sostengono che Dio è il padre e Cristo è il figlio. Ma le parole Dio ed Eloah non si assomigliano affatto nemmeno lontanamente, né tantomeno Cristo e Ha’MashiYah/Messyah (scelto/unto di Yah).
QUANTE PERSONE FREQUENTANDO – SPECIALMENTE – RELIGIONI DERIVATE DAL CATTOLICESIMO, HANNO RICEVUTO IN SE’ QUELLO CHE VIENE NEL SUO PROPRIO NOME..??
Tutti quelli che hanno “RICEVUTO” QUELLO che viene nel suo proprio nome di orgine pagana..!!
CHI E’ QUELLO CHE VIENE RICEVUTO DENTRO DI SE’ CON L’OSTIA, OPPURE LA SOLITA PREGHIERINA EVANGELICA CON CUI SI CHIEDE A GESU’ DI ENTRARE NEL SUO CUORE..??
NON YAHUSHUA DI CERTO.. E QUINDI NEMMENO LA SALVEZZA..!!
Ricordate, fu quando il Messyah disse a Giuda di fare quel che doveva fare che quest’ultimo fu posseduto da Satana. Meditate su quanta gente sia indotta a invocare il nome di Jesus (Je-zeus). Nel farlo, senza saperlo questi invitano [QUELLO CHE VIENE NEL SUO PROPRIO NOME]; lo “spirito menzognero” nel loro tempio (il loro corpo). E di conseguenza profanano il tempio.
Tutti quelli che invocano “Gesù” (Je-zeus, Y’shù) o “Signore Dio” (Baal-gad) DEVONO RAVVEDERSI E METTERE FINE A TUTTO QUESTO; nel nome di Yahushua.
La cospirazione volta ad occultare il nome del Creatore, Yahuveh, e di suo Figlio, Yahushua è stata SMASCHERATA.
In questi tempi oscuri stanno gridando anche le pietre. La domanda è: “Quanti riescono a udire?”.
E’ chiaramente evidente che è in atto una cospirazione secolare perchè NON si pronunci il nome di Yahuveh e di suo figlio Yahushua.
Lo stesso spirito anti-messianico che è in atto oggi, era già presente nelle autorità e gerarchie religiose e politiche di tanti anni fa. Come costoro si servirono dei pagani per uccidere il Messyah, così al tempo stesso tentarono di impedire ai discepoli di parlare nel nome di Yahushua. I governanti, gli anziani, il Sommo Sacerdote, i dottori della legge e i Sadducei erano tutti infuriati perchè i primi discepoli predicavano nel nome di Yahushua.. cioè nel Nome di: “Yah è Salvezza”. I discepoli furono arrestati (Atti 4:3) e perfino minacciati (Atti 4:17-18) affinchè non pronunciassero il nome di Yah che salva. Quando Paolo fu condotto davanti al tribunale, ed accusato di essere l’istigatore del gruppo, l’intera questione fu intorno alla legge degli ebrei, a parole e a nomi (Atti 18:14-15).
Proprio come il nome di Yahuveh fu sostituito con Baal (Signore), allo stesso modo fu sostituito il nome del Figlio.
Poiché, come sappiamo da Ecclesiaste, non c’è nulla di nuovo sotto il sole, oggi le cose stanno esattamente come un tempo.
Molti veri figli di Israele vogliono rendersi graditi ai più, e quindi viene perpetuata l’usanza dell’uso pagano di Baal/Signore e la cospirazione continua.
Ancora una volta, tra breve, i cospiratori cercheranno di mettere a tacere chiunque pronunci questi due nomi attraverso le Leggi Noachite (ne parleremo prossimamente).
«Fino a quando zoppicherete dai due lati? Se Yahuveh è Eloah, seguitelo; se invece lo è Baal, seguite lui.» – (1 Re 18:21)
In Verità.
by Followers of Yah
http://intermatrix.blogspot.it/2011/11/la-piu-grande-cospirazione-del-nuovo.html
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La babele religiosa in Italia
Segnalazione del Centro Studi Federici
Tra le conseguenze più nefaste dell’immigrazione vi è la diffusione e il radicamento nelle terre un tempo cattoliche delle false religioni. L’agenzia di stampa Zenit ha recensito con entusiasmo un dossier su questo fenomeno: l’articolo, che segnaliamo, va però letto nell’ottica dell’indebolimento della Fede in Italia, anche grazie al relativismo religioso veicolato dagli errori del Vaticano II. Questi errori, in particolare l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, sono stati ribaditi negli ultimi anni dalle due facce della stessa medaglia, il modernista conservatore Ratzinger e il modernista progressista Bergoglio. Pubblichiamo anche l’Atto di riparazione al Sacro Cuore di Gesù, da recitare per ordine di S. S. Pio XI nel giorno della festa del Sacro Cuore.
Le religioni nell’Italia che cambia
ROMA, 3 Giugno 2013 – Enzo Pace, docente di Sociologia delle religioni all’Università di Padova, con il contributo di un nutrito e qualificato gruppo di 23 studiosi, mette a disposizione dei lettori mappe e bussole per cominciare ad aprire gli occhi sul cambiamento religioso che l’Italia ha conosciuto e sta conoscendo, orientativamente, nell’ultimo ventennio.
L’opera, composta di dodici capitoli (1) e da una ricca sezione bibliografica, è resa viva anche da un insieme di colorate carte geografiche della penisola; carte che rendono evidente una prima dislocazione (abbastanza affidabile) dei luoghi di culto sull’intero territorio.
Le 189 diverse nazionalità degli immigrati in un’Italia a maggioranza cattolica hanno determinato quindi che “religioni un tempo considerate lontane vivono assieme in una stessa società, con una prossimità probabilmente inattesa e inimmaginabile sino a qualche anno fa”.
Per questo motivo l’Italia dal punto di vista religioso è avvicinata, allora, più a quanto si presenta nel Regno Unito, dove convivono sikh, musulmani, hindu discendenti da diversi continenti rispetto a quanto si presenta in altri paesi europei come Francia, Belgio, Olanda dove si possono individuare due o tre al massimo gruppi di cittadini di origine straniera caratterizzati da una comune matrice religiosa.
Nel viaggio italiano si incontrano allora le 16 chiese ortodosse (delle quali la più numerosa è costituita dalle 166 parrocchie romene); oppure i guardwara, i luoghi di culto dei Sikh, dove è custodito il Guru Granth Sahib che “non è visto come un semplice libro contenente la parola di Dio, ma più propriamente come qualcosa di vivo, cui si deve il massimo rispetto”.
Il contributo quantitativamente più importante è fornito nell’opera su “i musulmani e i loro luoghi di culto” dove, partendo dal XXII dossier statistico sull’immigrazione della Caritas / Migrantes del 2012 è segnalata la presenza in Italia di 1.645mila musulmani (è quindi la seconda religione dopo la cattolica) suddivisa per nazione di provenienza (Marocco 506mila; Albania 491mila; Tunisia 122mila) e regione a maggior presenza (Lombardia 379mila; Emilia Romagna 219mila; Veneto 186mila).
In tale ambito si evidenzia, inoltre, un intero paragrafo dedicato al confronto tra diritto italiano e diritto coranico con il dettaglio di alcune sentenze o ordinanze di tribunali italiani (Cagliari, Bologna, Torino e Roma), in particolare sui temi della poligamia e del ripudio.
E ancora, la comunità Valdese che trova il suo nucleo propulsore in alcune valli piemontesi ma che, stando ai dati delle dichiarazioni dei redditi del 2009 si fornisce evidenza che i contribuenti che hanno devoluto l’8 per mille alla Chiesa Valdese è circa dieci volte superiore alla consistenza numerica della comunità (470mila contro 40mila).
Oppure ancora l’approfondimento sulla forza della memoria della comunità ebraica italiana (21 comunità per circa 24mila unità) che si confronta con il veloce radicamento dei mormoni. Questo nucleo, sulla scia della candidatura di Romney alla presidenza degli USA, è composto da circa 90 comunità locali per 25mila cittadini, comunità che hanno come valori fondanti la centralità organizzativa, un forte legame con gli Stati Uniti ed una marcata rassicurazione sui valori sociali come la famiglia.
Ma, molto probabilmente, il saggio che consente con maggior forza di analizzare l’impatto dell’immigrazione sugli ambiti religiosi della società italiana è quello intitolato “Cattolici dal mondo in Italia” (…). Con la conclusione espressa dagli studiosi che – il percorso del cattolicesimo verso obiettivi di “identità integrata” rappresenti la maggior sfida per la Chiesa per il presente e per il prossimo futuro.
NOTE
(1) Di seguito il dettaglio dei capitoli:
1 – La costellazione delle Chiese ortodosse;
2 – I sikh;
3 – I musulmani e i loro luoghi di culto;
4 – L’Oriente italiano; 5 –
Le Chiese neopentecostali e carismatiche africane;
6 – Protestanti, evangelici, Testimoni e Santi; 7 –
L’ebraismo: una memoria viva;
8 –Studi di caso: Torino e Bologna;
9 – Studi di caso: Roma, Castel Volturno; Palermo; Mazara del Vallo;
10 – I tamil in Emilia – Romagna e Sicilia: identità e meticciamenti;
11 – Cattolici dal mondo in Italia;
12 – Le nuove generazioni
http://www.zenit.org/it/articles/le-religioni-nell-italia-che-cambia
Atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù.
Gesù dolcissimo, il cui immenso amore per gli uomini viene con tanta ingratitudine ripagato di oblio, di trascuratezza, di disprezzo, ecco che noi, prostrati innanzi a te, intendiamo riparare con particolari attestazioni di onore una così indegna freddezza e le ingiurie con le quali da ogni parte viene ferito dagli uomini l’amantissimo tuo Cuore.
Memori però che noi pure altre volte ci macchiammo di tanta indegnità, e provandone vivissimo dolore, imploriamo anzitutto per noi la tua misericordia, pronti a riparare con volontaria espiazione, non solo i peccati commessi da noi,ma anche quelli di coloro che, errando lontano dalla via della salute, ricusano di seguire te come pastore e guida, ostinandosi nella loro infedeltà, o calpestando le promesse del battesimo, hanno scosso il soavissimo giogo della tua legge.
E mentre intendiamo espiare tutto il cumulo di sì deplorevoli delitti, ci proponiamo di ripararli ciascuno in particolare: l’immodestia e le brutture della vita e dell’abbigliamento, le tante insidie tese dalla corruttela alle anime innocenti, la profanazione dei giorni festivi, le ingiurie esecrande scagliate contro te e i tuoi santi, gli insulti lanciati contro il tuo Vicario e l’ordine sacerdotale, le negligenze e gli orribili sacrilegi onde è profanato lo stesso sacramento dell’amore divino, e infine le colpe pubbliche delle nazioni che osteggiano i diritti e il magistero della Chiesa da te fondata.
Ed oh potessimo noi lavare col nostro sangue questi affronti! Intanto come riparazione dell’onore divino conculcato, noi ti presentiamo, accompagnandola con le espiazioni della Vergine tua madre, di tutti i santi e delle anime pie, quella soddisfazione che tu stesso un giorno offristi sulla croce al Padre e che ogni giorno rinnovi sugli altari, promettendo con tutto il cuore di voler riparare, per quanto sarà in noi e con l’aiuto della tua grazia, i peccati commessi da noi e dagli altri e l’indifferenza verso sì grande amore con la fermezza della fede, l’innocenza della vita, l’osservanza perfetta della legge evangelica, specialmente della carità, e di impedire inoltre con tutte le nostre forze le ingiurie contro di te, e di attrarre quanti più potremo alla tua sequela.
Accogli, te ne preghiamo, o benignissimo Gesù, per l’intercessione della beata Vergine Maria riparatrice, questo volontario ossequio di riparazione, e conservaci fedelissimi nella tua obbedienza e nel tuo servizio fino alla mortecon il gran dono della perseveranza, mediante il quale possiamo tutti un giorno pervenire a quella patria, dove tu col Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni Dio per tutti i secoli dei secoli. Così sia
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All’udienza generale un gruppo di rabbini. Abraham Skorka racconta la sua amicizia col Papa
2013-06-12 Radio Vaticana
Tra i presenti all’udienza generale di ieri, anche un gruppo di ebrei e cristiani che in questi giorni partecipano, a Castel Gandolfo, a un incontro per l’approfondimento della dimensione spirituale del dialogo, organizzato dal Movimento dei Focolari. Tra loro, anche il rabbino Abraham Skorka, responsabile del Seminario rabbinico latinoamericano di Buenos Aires. Adriana Masotti gli ha chiesto di raccontare qualcosa sull’amicizia che lo lega a Papa Francesco, un’amicizia nata fin da quando il Pontefice era arcivescovo della capitale argentina:
R. – Es una amistad muy fuerte…
E’ un’amicizia molto forte, è un’amicizia molto sincera, è un’amicizia dove, a livello personale, si vuole dare insieme, offrire un messaggio per la comunità di Buenos Aires e, in ultimo, per l’umanità in generale: un messaggio di dialogo, un messaggio di ricerca di conoscenza, di elevazione spirituale per il fatto di camminare insieme. Non è stata una casualità che abbiamo scritto un libro di dialogo insieme, né è stata una casualità che abbiamo registrato 30 programmi per il canale dell’arcivescovato. E’ stata la conseguenza di un avvicinamento dell’uno nei confronti dell’altro: è stata la conseguenza del profondo impegno che abbiamo nei confronti dei valori biblici, nei confronti delle parole dei nostri profeti – e dico “nostri”: i profeti ebraici, i profeti comuni. Tutto questo, tenendo ben presente che i sentimenti perdono di significato se restano semplicemente nelle parole e nelle intenzioni, perché la cosa più importante è trasformarli in azione: mostrare che uno realmente si sia impegnato con l’altro e con il prossimo, ossia con tutti quelli che ci circondano. Costantemente, quando ci riunivamo e parlavamo di cose personali, immediatamente sorgeva una domanda: qual è il nostro prossimo progetto? Che cosa possiamo fare per lasciare un’impronta nella vita? Quelle impronte che non si cancellano, quella che si dice “un’impronta indelebile”, un’impronta nello spirito, nello spirito della gente. E’ come se tutto quello che lui dice a livello di valori, in tutte le sue prediche, in tutti i suoi discorsi ed omelie, siano lezioni per dare corpo a questo desiderio. Questo è il percorso che facciamo assieme. Io l’ho invitato due volte al tempio della mia comunità, alla sinagoga, perché ci dia un suo messaggio prima dell’anno nuovo: l’anno nuovo ebraico. Lui mi ha invitato ad insegnare al seminario che forma i futuri sacerdoti, e tante altre cose…
D. – Che cosa rappresenta per lei Papa Francesco per quanto riguarda il dialogo ebraico-cristiano?
R. – Para mi, la figura de Bergoglio, de mi querido amigo… Per me, la figura di Bergoglio – del mio caro amico, perché mi ha dimostrato costantemente la sua fedele amicizia – è una sfida: la sfida è quella di cercare di comprendere più profondamente quel momento storico del popolo di Israele nel quale, da una parte, emerge il giudaismo rabbinico e, dall’altra parte, sta emergendo la prima comunità cristiana. Quando si analizzano le fonti talmudiche, nelle quali appaiono le storie e le circostanze del dialogo tra i saggi di Talmud e i leader della prima comunità cristiana, possiamo veder presenziare un dialogo molto, molto speciale. In qualche modo, deve – e io lo sento – ricrearsi con lui questo tipo di dialogo. Questa è la nostra sfida e questo per rispondere all’enorme momento di crisi spirituale che l’umanità sta attraversando oggi.
Ultimo aggiornamento: 13 giugno
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L’ideologia del « meticciaggio » rischia di diluire la nostra Fede
I blog stranieri sono una miniera di informazioni e di riflessioni, che ci aiutano ad affrontare con maggiore consapevolezza la realtà del nostro tempo, cogliendo ciò che ci accomuna ed elaborandone le tendenze e gli sviluppi per cercare possibili soluzioni. Il discorso di oggi è collegato con le riflessioni di ieri sulle critiche del rabbino al papa e loro implicazioni più ampie espresse in molte precedenti riflessioni. Il testo che traduco e pubblico di seguito, aggiungendovi alcune considerazioni, è tratto da Le forum Catholique. Esso nasce dall’analisi della realtà sociale che si va delineando in Francia e che ormai evidenzia i suoi prodromi in tutti i Paesi europei compreso il nostro.
L’ideologia del meticciaggio [incontro tra diverse culture che genera mescolanze] è un’arma di distruzione massiccia nei confronti dei popoli radicati e delle culture che li hanno forgiati. Essa ha per obiettivo la loro sparizione, né più né meno, proclamando la neutralità dello Stato nei confronti delle religioni e rifiutando che gli Stati cristiani difendano la Chiesa privilegiandola in rapporto alle altre religioni, secondo la dottrina tradizionale. La Chiesa conciliare evidentemente ha una grande responsabilità nell’applicazione dell’ideologia del meticciaggio, poiché si tratta di consentire che lo stato non si faccia carico di difendere ciò che è a fondamento dell’identità dei popoli. Ma chi sono gli altri principali ispiratori e promotori dell’ideologia del meticciaggio e perché?
« Sono un cosmopolita convinto. Amo il meticciaggio e detesto il nazionalismo. Non vibro alla Marsigliese, Spero che un giorno in quadro nazionale sarà soprassato. E uno dei principali meriti dell’Europa, ai miei occhi, è di funzionare come macchina di raffreddamento di questa passione nazionale » (BHL, Nouvel observateur 4 ottobre 2007)
La mondializzazione democratica « non passerà soltanto attraverso la tecnologia, ma anche per la reinvenzione di modi di vita nuovi, ispirati da quelli dei primi popoli. Ciò esigerà il ripensare le culture e l’organizzazione del lavoro nelle città e della politica; inventare un governo planetario ; una democrazia trans-umana… si delineerà allora, al di là di disordini immensi, come la promessa d’un meticciaggio planetario, d’una terra ospitale per tutti i viaggiatori della vita … » ( Edgar Morin, Terre-patrie)
« Ciò che bisognerebbe fare per evitare il peggio è semplice a dirsi: mettere le scienze e la tecnologia al servizio della giustizia; approfittare del loro formidabile potenziale per sopprimere ogni povertà, cancellare i sistemi gerarchici, favorire la sanità e l’educazione, eliminare i depositi di armi, aprirsi alle culture degli altri, favorire ogni meticciaggio, imparare a pensare globalmente. » (Jacques Attali, Dizionario del XX secolo)
« La Francia dovrebbe perseguire la sua via singolare, quella del meticciaggio delle culture piuttosto che l’esclusione dell’altro » (Guy Sorman, Il mondo è la mia tribù)
L’origine di questo discorso ideologico e religioso, come spiegato nel 1883 dal giornale The Jewish World : « la dispersione degli ebrei ha fatto di essi un popolo cosmopolita. Essi sono il solo popolo veramente cosmopolita e, in questa qualità, essi devono agire e agiscono come un dissolvente di ogni distinzione di razza e di nazionalità. Il grande ideale del giudaismo non è che i giudei un giorno si radunino in qualche angolo di terra a scopi separatisti, ma che il mondo intero sia imbevuto dell’insegnamento ebraico e che, in una fraternità universale delle nazioni, tutte le razze e le religioni separate spariscano. » [Traduzione a cura di Chiesa e post concilio]
Ovvio che se questo è l’intento – ormai abbastanza evidente nella evocazione del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale persino nella Chiesa (vedi discorso del Card. Sodano alla vigilia dell’elezione del nuovo Papa. Non mancano altri riferimenti sparsi [vedi anche]) -, ciò non può avvenire che diluendo fino a far sparire le differenze col cristianesimo e anzi riassorbendolo da parte dell’ebraismo, come apertamente affermato anche dal rabbino Benamozegh[1], recentemente ripreso ai nostri giorni. [vedi anche] Sembrerebbe un fenomeno irreversibile e ineludibile. Per quanto ci riguarda non potremo adeguarci e, se saremo costretti a subire, soffriremo col Signore e nel Signore, che di certo non ci abbandonerà. Egli è venuto a tirar fuori il meglio da ogni uomo, liberando e donando la pienezza d’umanità ad ognuno, non a livellare le differenze (che in lui diventano ricchezze) secondo un modello prefabbricato, alla fine antropocentrico di conio giudaico che arriva a piegare Dio alla volontà (hybris) dell’uomo, invece che teocentrico secondo il principio che vede l’uomo ordinato al suo Creatore e non viceversa. Ed è la Chiesa, non il singolo fedele o il singolo uomo, che è universale = cattolica. Ma è una universalità che, in quanto portatrice del Signore e indirizzata a tutti, non cancella le culture, le purifica e le perfeziona.
Ma siamo realisti, amici miei! Pensate che questo fenomeno del cosiddetto meticciato, nel momento in cui coinvolgesse le fedi, potrebbe riuscire a scalfire identità granitiche come quelle del giudaismo e dell’islamismo? È invece la nuova chiesa-dialogante[2] che sta mettendo a serio rischio la cristianità. E tuttavia sappiamo, de fide, che sarà il Signore a far sì che portae inferi non praevalebunt!
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1. Da notare che per Benamozegh i cristiani sono un non-popolo, cioè la negazione teorica e pratica di ogni nazionalità». Quest’affermazione di Benamozegh si basa sul trinomio Dio-Popolo-Terra, che configura l’appartenenza etnica al popolo sacerdotale da cui Israele non si è mai staccato; ma non è vero che il cristianesimo è un non-popolo: esso è il Corpo Mistico di Cristo – la cui appartenenza non è etnica ma teologale e implica l’irruzione del Soprannaturale: Incarnazione – che il concilio ha diluito nel generico “popolo di Dio”, di conio vetero-testamentario… Anzi il Cristianesimo come Corpo Mistico di Cristo è il Popolo dei Salvati, dei Redenti da Cristo Signore, che porta a compimento l’intera Storia della Salvezza iniziata con Abramo.
Invece, l’ebraismo talmudico-rabbinico ci considera noachidi, cioè eredi del Patto di Noè (i gentili da non buttar via ma comunque al di sotto di loro), patto non appartenente alla Storia della Salvezza iniziata con Abramo, che essi considerano il loro “padre nella fede”… In è effetti è anche il nostro, ma perché ha creduto nel Cristo venturo. Ed è proprio qui che gli ebrei hanno concluso la prima Alleanza, sfociata definitivamente nella Nuova ed Eterna Alleanza in Cristo Signore… Ma, nella Chiesa di oggi, chi è che mette in chiaro questi principi ineludibili per la purezza e per la salvaguardia della nostra Fede?
2. Chiesa-dialogante, non più docente né annunciante, nonostante si parli tanto di “nuova evangelizzazione” che, però, è tanto “nuova” da essere “altra”!
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‘Noahide Law’ Proselytizing Chabad Rabbi Shlomo Riskin Congratulates Pope Francis
“As the center of gravity of the Catholic Church shifts to South America and Africa, it is vitally important to create new friendships between the future leaders of the Catholic Church in Latin America and the Jewish people,’ said David Nekrutman, executive director of [Chabad Rabbi Riskin’s] Center for Jewish-Christian Understanding and Cooperation in Israel.
Claudio Epelman, executive director of the Latin American Jewish Congress, said, “We seek to achieve increased cooperation between future Latin American Catholic and Jewish leaders in the teaching of common values, mutual respect and support for the Jewish state, which will add strength to our communities.”
CJCUC Congratulates Pope Francis on Assuming Leadership of Catholic Church
March 14, 2013
The Center for Jewish-Christian Understanding and Cooperation in Israel congratulates Pope Frances on assuming the leadership of the Roman Catholic Church. We wish him great success in guiding the Catholic faithful and continuing the great work of Pope John Paul II and Pope Benedict XVI to strengthen the friendship between the Church and the Jewish People that began at the Second Vatican Council.
“At a time when the entire human family desperately needs to recommit itself to fundamental moral values for humanity to flourish, we pray that the Church and Pope Francis will be successful in teaching the world the truths of Judeo-Christian ethics [i.e. ‘The Noahide Laws’] and the intrinsic value of the human person created in God’s Image,” said R. Shlomo Riskin, founder and Chancellor of CJCUC.
All of us at CJCUC look forward to continued cooperation with the Vatican and Catholics everywhere to teach mutual understanding between Catholics and Jews and to defend religious tolerance and freedom for all.
Rabbi Dr. Shlomo Riskin, Chancellor, CJCUC
Mr. David Nekrutman, Executive Director, CJCUC
Rabbi Dr. Eugene Korn, North American Director, CJCUC
Rabbi Dr. Angel Kreiman-Brill, Latin American Director, CJCUC
Since Bergoglio has sent priests to the CJCUC center in counterfeit Israel, I strongly suggest reading the following for context:
CJCUC’s Statement on a Jewish Understanding of [‘Noahide’] Christians and Christianity
Rabbi Riskin: “We certainly must proselytize every human being to keep those seven [‘Noahide’] laws
Pope Francis Sent His Priests to Chabad Rabbi Riskin’s ‘Noahide’ Center
Rabbi Riskin: “The Lubavitcher Rebbe said to me …”
Rabbi Riskin: “Without the ‘Noahide Laws’ humanity would dissolve in a blast of nuclear explosions”
On Rabbi Kreiman:
Judeo-Christian Dialogue Nearing “a Promised Land”
Opus ‘Dei’ Supported Rabbi Kreiman’s Rabbinic Seminary Studies
Rabbi Kreiman: El Gran Impostor
Rabbi Krieman’s Daughter, Gay Pride Rabbi
On Rabbi Eugene Korn:
Former ADL Director, Rabbi Eugene Korn’s New Appointment at Sacred Heart University
Priest, Rabbi trace Progress of “Judeo-Christian” Fraud
Rabbi Eugene Korn Conjures a ‘Catholic’ Golem
Sacred Heart University Pilgrimage to the Gas Chambers
Also, the Marian angle:
Fatima Cult Leader’s Alleged Correspondence with Bergoglio; Fifth Marian Dogma?
Fatima Cult Leader: Benedict’s Successor Will ‘Consecrate Russia’
Bergoglio’s Judiac Brothers Effort to Install ‘Holocaust’ Relics at Fatima Shrine HERE and HERE
Rabbi Mayer Schiller and the Fatality of the American ‘Right’
Ariel Sharon, Sabra e Chatila e la conversione del popolo ebreo
Dopo 7 anni di coma, è morto Ariel Sharon. La cosa ha una certa rilevanza perchè esiste una profezia di un rabbino, tale Yitzhak Kaduri, morto nel 2006 alla veneranda età di 108 anni, che aveva lasciato un messaggio in una busta, da aprirsi un anno dopo la sua morte, nel quale dichiarava che il Messia gli era apparso, che tale Messia era Gesù (Yeshouha), e che il suo ritorno, imminente, sarebbe avvenuto dopo la morte di Sharon. La cosa ha degli aspetti notevoli da un certo punto di vista (un rabbino, oltretutto con la sua fama in Israele, che dichiara che Gesù è il Messia, quel Messia che gli ebrei stanno ancora aspettando, e i cui antenati hanno trattato da delinquente, non riconoscendolo e crocifiggendolo, è una vera e propria bomba), anche se stupisce il fatto che tale Messia annunci la sua imminente venuta (ma come? Nei Vangeli Gesù dice di vegliare, perchè nessuno conosce nè l’ora nè il giorno) e soprattutto lega la sua venuta ad un fatto più o meno secondario, la morte di un uomo che, sarà anche Ariel Sharon, ma è sempre un uomo, e che sarà mai da far sì che il Salvatore aspetti, per delicatezza, la sua morte per ritornare? Comunque, per onore di cronaca, vi riporto sotto il testo integrale di un articolo che riassume lo scenario (*).
Sono naturalmente allergico alle profezie catastrofiste: un po’ perchè nella mia vita ne ho viste molte disattese (da quelle dei testimoni di Geova, a più tornate, a quelle di altr per il 1997, 666 X 3, a quelle sull’anno 2000, a quelle dei Maya per il 2012), ma soprattutto perchè credo che, come la morte, non mi riguardino. Come diceva Seneca: “la morte non mi riguarda: quando ci sono io, non c’è lei. quando c’è lei, non ci sono più io“. Insomma, viviamo ogni giorno come se fosse non l’ultimo, ma l’unico: che di fatto il presente è l’unico tempo che abbiamo a disposizione.
Però per me Sharon è legato ad un ricordo tremendo: il massacro di Sabra e Chatila. E ricordo ancora, e devo dire con riconoscenza, i miei amici palestinesi, vicini di casa, con i quali discutevo, anni fa, e che, con pazienza, senza fretta, mi hanno raccontato la storia del popolo palestinese, a me, convinto sostenitore dell’ “unica democrazia del medio oriente“. Ed in particolare dell’episodio del massacro dei due campi profughi, che poi vidi rappresentato dal film “Valzer con Bashir” e che lessi nei racconti di un giornalista australiano, John Pilger. E la mia posizione cambiò radicalmente, anche grazie alle ottime spiegazioni del giornalista Paolo Rossi in arte Barnard.
No, non sono dispiaciuto che Sharon sia morto. Mi dispiace, non ci riesco proprio. Spero che abbia fatto pace con Dio, in questi anni di coricifssione forzata su un letto di ospedale. E che il male fatto nella sua vita sia almeno utile ad altri per non ripetere le stesse atrocità.
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Che nesso c’è tra l’aggravarsi delle condizioni di salute dell’ex premier israeliano Ariel Sharon, da diversi anni in coma, la morte del rabbino Yitzhak Kaduri, avvenuta nel 2006, una misteriosa profezia dello stesso rabbino, all’apparenza un bigliettino sgualcito di poche righe, lo scandalo che è montato e sta tornando di attualità proprio in questi giorni nella terra di David tra gli interpreti della Kabbalah e l’arrivo, atteso da secoli, del Messia ebraico?
Il nesso esiste ed è anche di quelli capaci di scatenare una marea di “rumors” sul piano religioso, politico e sociale.
Ma andiamo con ordine.
Poco prima di morire nel 2006, alla veneranda età di 108 anni, il rabbino rabbino Yitzhak Kaduri lasciò, alla sua Sinagoga nel giorno dello Yom Kippur, festività ebraica dell’Espiazione, un foglietto chiuso in una busta. Su sua richiesta, il biglietto doveva essere letto un anno dopo la sua morte.
Ora, prima di svelare il contenuto del messaggio, è necessario definire i contorni della venerata figura del rabbino Kaduri, ritenuto uno dei più importanti rabbini della nazione israeliana.
Yitzhak Kaduri era noto per la sua memoria fotografica e conosceva a memoria l’Antico Testamento, il Talmud, ed altri numerosi scritti ebraici; era carismatico e saggio, considerato dal rabbino capo un Tsadik, un uomo giusto e santo. I suoi seguaci parlano di molti miracoli da lui effettuati ed i suoi studenti sostengono abbia predetto diversi disastri e cataclismi, tra questi lo tsunami che sconvolse l’Oceano indiano nel 2004.
Quando morì, più di duecentomila persone presenziarono al corteo funebre per le strade di Gerusalemme.
Trascorso un anno dalla morte del rabbino, nel 2007, la busta contenente il messaggio del rabbino venne aperta. In essa Rabbi Kaduri affermava di aver incontrato il Messia nel corso di una visione, e che lo stesso Messia sarebbe ritornato poco dopo la morte di Ariel Sharon. Ed ecco il primo nesso. Un “nodo temporale” che starebbe per sciogliersi, considerato l’aggravamento, proprio in queste settimane, delle condizioni di salute dell’ex premier israeliano.
Sin qui, tuttavia, non ci sarebbe nulla di strano. Da un uomo di profonda fede, che per tutta la vita ha seguito i dettami della propria religione, che cosa aspettarsi se non una profezia millenaristica?
Ed effettivamente anche il testo del messaggio non devia di molto da quello che ci si potrebbe attendere: «Quanto all’abbreviazione delle lettere riguardanti il nome del Messia – scrive Kaduri nel bigliettino – , Egli rialzerà il popolo e proverà che la parola e la legge sono validi. Questo ho firmato nel mese della misericordia, Yitzhak Kaduri».
In ebraico ירים העם ויוכיח שדברו ותורתו עומדים il messaggio suonerebbe all’incirca così:
«Yarim Ha’Am Veyokhiakh Shedvaro Vetorato Omdim» ossia, appunto «Egli rialzerà il popolo e proverà che la parola e la legge sono validi».
Lo scandalo tra gli ebrei ortodossi e gli esperti di Kabbalah, non risede tanto nel messaggio, ma nelle iniziali delle parole che formerebbero il nome Yehoshua, di cui Yeshua (Gesù) è una contrazione.
Comprensibile lo sbigottimento dei seguaci del rabbino e delle autorità religiose di Israele; subito gli ebrei ultra-ortodossi dalla Yeshiva Nahalat Yitzhak (seminario) di Gerusalemme si sono premurati di dire che il rabbino kaduri non ha lasciato la soluzione esatta per decodificare il nome del Messia, ma la sequenza delle iniziali era chiaramente visibile nel messaggio.
Per contro, la rivelazione ha ricevuto scarsa copertura nei Media israeliani nel corso del 2007. Solo i siti ebraici Notizie First Class, ed ovviamente, Kaduri.net hanno menzionato la nota sul Messia, insistendo sul fatto che essa fosse autentica. Il quotidiano Ma’ariv ha pubblicato un articolo sulla nota, ma l’ha descritta come un falso.
In un’intervista con “Israele Oggi”, il rabbino David Kaduri, 80, figlio del defunto rabbino Yitzhak Kaduri, ha negato che suo padre avesse lasciato un biglietto con il nome Yeshua poco prima di morire. «Non è la sua scrittura», ha detto quando gli è stata mostrata una copia della nota.
Sempre “Israele Oggi” ha, invece, riportato la testimonianza di due seguaci del rabbino Yitzhak Kaduri che hanno confermato l’autenticità della nota aggiungendo: «Non abbiamo idea di come il rabbino abbia ottenuto il nome del Messia».
Infine lo stesso figlio del rabbino ha dovuto ammettere la veridicità dello scritto, sostenendo che il pericolo era che la gente avrebbe potuto credere che il rabbino stesse parlando del Messia dei cristiani.
David Kaduri ha infine confermato che nel suo ultimo anno suo padre aveva parlato e sognato quasi esclusivamente del Messia e della sua venuta. «Mio padre ha incontrato il Messia in una visione» ha detto, «e gli ha detto che sarebbe venuto presto».
Ora, come è noto, gli ebrei attendono ancora l’arrivo del Messia, non avendo creduto in quello che è poi divenuto “Messia” dei cristiani. La profezia di Kaduri solleva scandalo perchè si sono create chiaramente delle correnti di pensiero contrapposte. Il nome del Messia profetizzato dal rabbino è del tutto simile a quello del Messia cristiano. Che cosa significa? Un secondo avvento come auspicano soprattutto i cristiani occidentali, in particolar modo nord americani, oppure l’avvento messianico ebraico che casualmente porta un nome condiviso (ricordiamo che Yehoshua è un nome comunissimo nell’Antico testamento ed ai tempi del Gesù cristiano)?
Naturalmente l’approssimarsi della dipartita dell’ex primo ministro israeliano Sharon, visto come un “nodo temporale” che si sta sciogliendo, ha riaperto la diatriba ed il presunto “Messia” resterà conteso tra le due grandi religioni monoteiste sino a dopo la morte di Sharon, poi basterà attendere per verificare se il rabbino aveva visto giusto o se si è trattato di un abbaglio senile.
IL TALMUD TESTIMONIA GESÙ MEGLIO DEI CAPI CONCILIARI
di Arai Daniele
Nel mio precedente articolo «Quando i complotti sionisti testimoniano Cristo più dell’estro conciliare», notavo come vi è una testimonianza di Gesù figlio di Giuseppe e mi domandavo se ci sarebbe un Talmud babilonese diverso da un altro palestinese? Vediamone qualche brano con delle «testimonianze» indirette di Gesù, attraverso il libro di A. Cohen, “Docteur en Philosophie de l’Université de Londres, rabbin de la Synagogue de Birmingham, Payot, Paris, 1933.
Nel Talmud si trova quel razzismo talmudico che ingenera terrorismo in Israele, confermato nei detti degli stessi rabbini e politici ebrei, come è nel: «Il Talmud smascherato» «THE TALMUD UNMASKED», The secret rabbinical teachings concerning christians by Rev.Pranaitis , with Ecclesiastical mprimatur. St. Petersburg, April 13, 1892. Printing office of the Imperial Academy of Sciences, 1892 (Rev. I. B. Pranaitis), testi di cui si è occupata «Chiesa Viva».
Poiché il Talmud infanga la SS Trinità e Gesù e Maria, si può dire che l’avvicinamento ai talmudisti di una compiacente gerarchia conciliare è quell’inversione, piuttosto tradimento, capace di lodare perfino quanto nega la divinità della Chiesa di Cristo.
Ecco che allora, anche il livore sionista che registra fatti storici, testimonia Gesù Cristo meglio della ruffianeria conciliare nell’accettare l’Antica Alleanza come realtà presente.
Il libro inizia trattando degli antecedenti del Talmud: “En 586 avant Jésus-Christ… Nella parte finale, nel capitolo «l’au delà» si pone la questione (p. 414): “Qui sera le Messie? Tout naturellement les spéculations destinées à le déterminer se donnaient carrière, et l’on demandait des lumières aux textes de l’Ecriture. Les rabbins se montrent unanimes à admettre que le Messie sera un être humain chargé d’accomplir la mission qui lui incombe. Nulle part le Talmude ne professe la croyance en un Messie surhumain.»
Ebbene, è proprio il problema che Gesù aveva risolto spiegandolo ai farisei in (Mt 22, 41-46), con riferimento ai Salmi (110, 1), dove Davide riconosce il suo Signore. Quindi, se il Messia era figlio di Davide, per discendenza umana, era il suo Dio e Signore nell’ordine soprannaturale; «surhumain»… In questo libro si dice (p. 415) che nel Talmud risulta – una sola volta – la persona misteriosa chiamata Messia, figlio di Giuseppe: «Messie fils de Joseph fut mis à mort, ainsi qu’il est écrit – Ils regarderont à celui qu’ils ont percé; ils pleureront sur lui comme on pleure sur un fils unique-» (Zachar. 12, 10) (Souk. 52 a). «Fils de Joseph», comme «fils de David», désigne un descendent de l’ancêtre qui portait ce nom…
Quattro segni del rifiuto divino nel Talmud del sacrificio dell’Antica Alleanza
Poiché la mente umana è fatta per la Verità che cerca, è naturale per tutte le genti cercare «piuttosto il Regno di Dio e la sua Giustizia, e attendersi che tutto il resto sarà dato in aggiunta» (Mt 6, 33; Lc 12, 31). Per contro, si capisce che la giustizia richieda di affrontare prima di tutto inganni e complotti di questo mondo che avversa i segni di Dio. Senza volgere l’intelligenza e la volontà verso la sua Autorità l’uomo si perde nelle confusioni di questo mondo, che vedono il sacro deve c’è solo il culto dell’uomo.
Ora, dal Talmud si saprà che due mila anni fa nel Sacrificio del Tempio si seguiva il rituale che comprendeva alcuni segni per certificarsi che esso sarebbe gradito da Dio. Ebbene, come ben spiegato nell’omelia di Don Floriano nella Santa Messa del primo dell’Anno 2014 (*), il Talmud tradotto in inglese e certificato dal gran Rabbino Hertz fa sapere da quando questi segni mancarono. Soncino Babylonian Talmud
TRANSLATED INTO ENGLISH WITH NOTES, GLOSSARY AND INDICES
UNDER THE EDITORSHIP OF
RABBI DR. I. EPSTEIN
B.A., Ph.D., D. Lit.
FOREWORD BY THE VERY REV. THE LATE CHIEF RABBI
DR. J. H. HERTZ (**)
In questo testo talmudico c’è la testimonianza storica, tramite i segni di Dio, del Suo rifiuto del Sacrificio dell’Antica Alleanza nei quarant’anni precedenti la distruzione del Tempio nel 70 dopo Cristo. Cioè, dal tempo corrispondente alla Passione e morte di Gesù Cristo, i Segni divini furono negativi e poi tale sacrificio mosaico sparì col suo sacerdozio. Non solo il segno del sorteggio (1º segno della pietra bianca o nera) dell’animale vittima divenne negativo (pietra nera per tutti i quarant’anni), come lo stesso avvenne per gli altri due segni. Non più il nastrino di color cremisi affisso fuori della porta – ricordo del segno per l’angelo vendicatore in Egitto – diveniva bianco (2º segno divino), ma neppure le candele della menorah rimanevano sempre accese la notte (3º segno). Il quarto segno fu quello delle porte del Tempio che, contro ogni sforzo, si spalancavano durante la notte. Ciò faceva presagire la sua distruzione. Erano, infatti, alla vigilia dello scoppiare del gran crollo religioso e della penosa e secolare diaspora del Popolo ebreo. Come profetizzato da Gesù (Lc 21, 24), questa dispersione sarebbe durata e Gerusalemme sarebbe sotto i gentili fino alla conclusione del tempo delle loro nazioni. Ciò si avvera nel nostro tempo.
E ora siamo noi cristiani alla vigilia di crisi e guerre senza uscita, che indicano il disastroso abbattimento dell’idea stessa di quell’Autorità fondata sulla Verità, che è Cristo: verità per il bene e per il fine della vita dell’uomo, che non può conoscere da sé il suo fine ultimo, ma che deve cercarlo ascoltando il Verbo di Dio.
Ecco perché abbiamo parlato qui del Talmud e delle sue testimonianze religiose, di fronte alle quali, però, il loro ostinato rifiuto di Gesù Cristo rimane un gran mistero.
Nessun potere umano si sostiene a lungo senza cercare prima di tutto il Regno di Dio e la sua Giustizia. Non sarà allora che nei disegni del Signore c’era il ritorno degli Ebrei a Gerusalemme affinché, alla fine, come nazione, riconoscesse nel dolore di una tremenda futura bagarre finale, da loro provocata, quello che fino allora hanno negato.
«Le Messie, fils de Joseph, fut mis à mort, ainsi qu’il est écrit – Ils regarderont à Celui qu’ils ont percé… e le nuove generazioni capiranno e piangeranno amaramente esclamando : Benedetto Colui che è venuto nel Nome del Signore !
Solo allora la pace nel mondo sarà data in aggiunta! Sperare nella conversione generale, la cui urgente necessità si deve testimoniare, si può!
Eppure, viviamo ancora nel mondo una notte profonda, come diceva Papa Pio XII nella Pasqua del 1957.
«Non è forse vero che la scienza, la tecnica e l’organizzazione sono divenute spesso fonti di terrore per gli uomini? Essi quindi non sono più sicuri come una volta. Vedono con sufficiente chiarezza che nessun progresso da sé solo può far rinascere il mondo. Molti intravedono già — e lo confessano — che a questa notte del mondo si è giunti, perché è stato arrestato Gesù, perché si è voluto renderlo estraneo alla vita familiare, culturale e sociale; perché si è sollevato il popolo contro di Lui, perché è stato crocifisso e fatto muto ed inerte. E vi è una moltitudine di anime ardite e pronte, consce che tale morte e sepoltura di Gesù fu possibile solo perché tra gli amici di Lui si trovò chi lo rinnegasse e lo tradisse; vi furono tanti che fuggirono spaventati davanti alle minacce dei nemici. Quelle anime sanno che un’azione tempestiva, concorde ed organica cambierà la faccia della terra, rinnovandola e migliorandola. È necessario rimuovere la pietra tombale, con cui si sono voluti chiudere nel sepolcro la verità e il bene; occorre far risorgere Gesù; di una risurrezione vera, che non ammetta più alcun dominio della morte: « Surrexit Dominus vere » (Luc. 24, 34), «mors illi ultra non dominabitur » (Rom. 6, 9)… «Vieni, o Signore Gesù. O Maria, che lo hai visto risorto; Maria, cui il primo apparire di Gesù ha tolto l’angoscia inenarrabile prodotta dalla notte della passione; Maria, a Te offriamo la primizia di questo giorno. A Te, Sposa del divino Spirito, il nostro cuore e la nostra speranza. Così sia!».
Maria in quell’anno rispose attraverso Suor Lucia?
Infatti, la Veggente di Fatima nel suo incontro con il Padre Agostino Fuentes (26 dicembre 1957), postulatore delle cause di beatificazione di Giacinta e di Francesco; testimone particolarmente degno di fede cui Suor Lucia poteva aprire il suo animo, confidò quanto sentito dalla Madre di Dio e nostra: Il terzo castigo di Dio, che sarà più chiaro nel 1960, è imminente: Il demonio sta per ingaggiare una battaglia decisiva. Ciascuno intraprenda la propria conversione senza aspettare esortazioni dalla Gerarchia. Siamo negli ultimi tempi. Ecco i passi essenziali del resoconto di Padre Fuentes, così come lo riporta in parte un articolo di Padre Alonso, archivista ufficiale di Fatima: “ … Padre, la Santissima Vergine è molto triste perché nessuno fa caso al suo messaggio, né i buoni né i cattivi. I buoni continuano il loro cammino, ma senza far caso al suo messaggio. I malvagi, non vedendo cadere su di loro adesso il castigo di Dio, continuano la loro vita di peccato senza preoccuparsi del messaggio. Ma, credetemi Padre, Dio castigherà il mondo e sarà in una maniera terribile. Il castigo celeste è imminente.
Si tratta di quanto visto nella terza parte del messaggio che sarebbe più chiaro nel 1960, ma rimasto segreto fino al 2000: la visione dell’eccidio del Papa con tutto il suo seguito cattolico. Questa terza parte segue quel che Suor Lucia dice a Padre Fuentes: la Santissima Vergine, molte volte ha detto, sia ai miei cugini Francesco e Giacinta sia a me, che molte nazioni spariranno dalla faccia della terra, che la Russia sarà lo strumento del castigo del Cielo per il mondo intero se non otterremo prima la conversione di quella povera nazione… Padre, il demonio sta per ingaggiare una battaglia decisiva con la Vergine, e siccome conosce ciò che offende di più Dio e che gli farà conquistare il numero maggiore di anime in poco tempo allora fa di tutto per conquistare le anime consacrate a Dio, perché in questo modo lascia indifeso il campo delle anime, e così se ne impadronirà più facilmente. Padre, dite loro ancora che i miei cugini Francesco e Giacinta si sono sacrificati perché hanno sempre vista la Santissima Vergine molto triste in tutte le sue apparizioni. Ella non ci ha mai sorriso e questa tristezza, questa angoscia che notavamo in Lei a causa delle offese a Dio e dei castighi che minacciano i peccatori, penetrava la nostra anima e noi non sapevamo cosa inventare nella nostra immaginazione infantile come mezzo per pregare e fare sacrifici . … L’altra cosa che li santificò fu la visione dell’inferno. …“Ecco perché, Padre, la mia missione non è di indicare al mondo i castighi materiali che arriveranno certamente se il mondo non prega e non fa penitenza. No. La mia missione è di indicare a tutti il pericolo imminente in cui ci troviamo di perdere per sempre l’anima se restiamo ostinati nel peccato. Padre, non si deve attendere che venga da Roma un invito alla penitenza da parte del Santo Padre per il mondo intero; nemmeno che questo appello provenga dai vescovi o da superiori delle congregazioni religiose. No. Nostro Signore ha già usato ben spesso di questi mezzi e il mondo non ci ha fatto caso. Ecco perché adesso è necessario che ciascuno di noi cominci lui stesso la propria riforma spirituale. Ciascuno deve salvare non solo la propria anima ma le anime che Dio ha posto sul suo cammino. … “Padre, la Santissima Vergine non mi ha detto che stiamo vivendo negli ultimi tempi ma mi ha parlato di tre fatti: Il primo è perché il demonio sta per ingaggiare una battaglia decisiva con la Vergine, e una battaglia decisiva è una battaglia finale in cui si saprà da quale parte sta la vittoria, se apparteniamo a Dio o al demonio: non c’è via di mezzo. Il secondo è che Dio dona al mondo gli ultimi due rimedi: il Santo Rosario e la devozione al Cuore Immacolato di Maria. Il terzo è che sempre nei piani della Divina Provvidenza quando Dio si accinge a castigare il mondo prima ha esaurito tutti gli altri soccorsi. Ora, quando ha visto che il mondo non ha fatto caso a nessuno di essi, allora, Egli ci offre l’ultimo mezzo di salvezza, con timore offre la Sua Santissima Madre. Se disprezzeremo e respingeremo quest’ultimo mezzo allora non avremo più il perdono del Cielo. “ … Due mezzi per salvare il mondo: la preghiera e il sacrificio…“ … E poi il Santo Rosario. Guardate, Padre, la Santissima Vergine, in questi ultimi tempi in cui viviamo ha dato una efficacia nuova alla recita del Rosario. Poiché non c’è nessun problema, per difficile che sia, temporale o, soprattutto, spirituale, che riguardi la vita personale di ciascuno, delle nostre famiglie, delle famiglie del mondo o delle comunità religiose, oppure la vita dei popoli e delle nazioni; non c’è nessun problema, per difficile che sia, che non si possa risolvere con la preghiera del Santo Rosario. Con il Santo Rosario noi ci salveremo, ci santificheremo, consoleremo Nostro Signore e otterremo la salvezza di molte anime. Infine la devozione al Cuore Immacolato di Maria, nostra Santissima Madre, considerandola come la sede della clemenza, della bontà e del perdono, come la porta sicura per entrare in Cielo…” E se la Santissima Vergine Maria si preoccupa della conversione e salvezza della Russia e del mondo, non si occuperà anche della conversione e salvezza del Popolo Ebreo?
In questo senso è urgente la preghiera del santo Rosario per supplicare che Dio susciti il Papa della Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Russia, per la sua conversione, del mondo e degli Ebrei alla Chiesa della nuova ed eterna Alleanza, la sola in cui si trova la via della salvezza.
(*) L’omelia di Don Floriano,
(**)
SONCINO EDITION: NEZIKIN
This notable achievement is due to the quite extraordinary erudition of the Editor, Rabbi Dr I. Epstein, assisted by his staff of scholarly translators. The Editor’s Prefatory Note gives some indication of his colossal task. Aside from planning the scope and character of the work, the Editor Fixed the Text, controlled the translation and interpretation, as well as the introductions and glossaries to the various parts, and supplied the greater portion of the ‘cultural’ notes.
The Publishers too have done their share in the undertaking conscientiously and efficiently. With the result, that never before has there appeared a translation of the Order Nezikin as helpful to the student as these volumes of the Soncino edition of the Babylonian Talmud in English.
J. H. HERTZ
London, Chanukah 5695 2 December 1934
venerdì 3 gennaio 2014
Papa Francesco muove guerra ai tradizionalisti cattolici, specie quelli che denunciano la massoneria, lo scientismo, e si preoccupano della la geoingegneria clandestina
Di recente un vescovo tradizionalista, Raymond Burke, è stato silurato da Papa Francesco, vedi per esempio:
http://www.corriere.it/cronache/13_settembre_19/papa-francesco-intervista_b16299a8-213a-11e3-abd6-3cb13db882d4.shtml
Certo le aperture non sono molto decise al momento (per esempio afferma che non occorre insistere tanto sulla questione dei contraccettivi), ma potrebbero essere la premessa verso una svolta non troppo lontana.
Da notare che il sito poi dei Francescani dell’immacolata è già stato sostanzialmente ripulito, la versione cartacea invece era ben più pesante e accoglieva puntualmente gli interventi di padre Siani, autore di un paio di libri:
http://www.corrispondenzaromana.it/un-manuale-per-conoscere-la-massoneria/
In coda copio ed incollo quanto scritto qualche mese fa:
GNOSI E CABALA NELLA «NUOVA TEOLOGIA» DEL VATICANO DI BERGOGLIO
di Arai Daniele
Nel tempo in cui si preparava il Vaticano 2º vari studiosi “progressisti”si sono applicati a studiare la questione dell’autorità nella Chiesa, in vista dell’eventuale contestazione di un’autorità tradizionale resistente ai piani della pianificata “evoluzione teologica”.
Cadendo di colpo tale necessità, in conseguenza delle aperture di Giovanni 23 e poi delle innovazioni di Paolo 6º, con un evidente capovolgimento teologico, fu qualche studioso tradizionalista a intraprendere lo studio sulla legittimità della nuova «autorità» in atto. Infatti, queste hanno causato nella Chiesa una crisi di origini mal percepite, ma di tale dimensione gerarchica e dottrinale, da rendere ogni soluzione quasi impossibile.
È dato evangelico che da sempre dei poteri anticristici hanno cercato di corrompere la teologia cattolica che fonda la sua dottrina e autorità.
Un’altra dottrina, derivata da una «nuova teologia», può solo fondare un’altra «autorità».
Ciò specialmente se tale mutazione dottrinale riguarda il passaggio dalla Fede rivelata alla speculazione gnostica; dalla realtà oggettiva alla religiosità soggettiva; dalla sfera soprannaturale alla naturale. Riguardo alla conoscenza abbiamo considerato due sensi: quello dato da Dio all’uomo, con la Fede, che si può nominare «teandrico», e quello opposto, della conoscenza di Dio secondo pensieri e speculazioni umane, da nominare «androteista». Poiché la conoscenza sulla vera autorità nella Chiesa è parte della Rivelazione, è chiaro che un’«autorità» proveniente da quell’altro senso, androteista, quindi originato da pensieri umani, non promana da Dio.
Tale verso è, nella sua forma più sofisticata, quelli della gnosi e della cabala che, facendo ricorso ad arcane scoperte patristiche, anche apocrife, o a progressi scientifici, vorrebbe esibire origini cristiane più autentiche da superare tutto il Magistero pontificio.
Ecco descritta la «nuova teologia» che ora finalmente è riuscita a introdursi nella Chiesa, ma attraverso queste «nuove autorità»: chierici imbevuti da nuove idee per varare una operazione ecumenista conciliare della riappacificazione religiosa di portata globale! Insomma, la nuova religione «più universale» sognata da tutti gli gnostici.
L’intento era, in parole semplici, fondere l’autorità e la conoscenza umana e divina, il naturale col soprannaturale. Come se quest’ultimo fosse dovuto al primo, di modo a elevare la dignità umana a una dimensione infinita, da giungere col progresso dello scientismo, a cui ogni autorità si avrebbe dovuto piegare.
Qui faremmo una serie di nomi per arrivare al presente, quando la scalata gnostica pare compiersi proprio nella Sede della più alta autorità de rappresentanza divina in terra.
Si potrebbe risalire a tempi remoti, ma qui inizieremo brevemente da quelli evangelici di Simon Mago e Cerinto per poi riprendere con quanti hanno inquinato il pensiero del Medio Evo fino ad oggi. Vedremo dei noti autori intenti a guidare il pensiero cristiano con una gnosi spuria, fino al nome guida citato da Bertoglio; Henry De Lubac. Seguiremo i pregevoli lavori della Dottª Myra Davidoglou (+) sulla rivista «La Voie» (Parigi), e di P. Ennio Innocenti («La Gnosi spuria», Città Ideale, Siena, 2013).
La dottrina gnostica di Cerinto, ebreo di Antiochia
Vissuto nel primo secolo della nostra era, segnò il passaggio dal gnosticismo giudaico-cristiano presente nella prima era cristiana. Cerinto studiò ad Alessandria dove le idee neoplatoniche pagane dominavano. Sembra che fu il primo ad insegnare la dottrina del “demiurgo”, poi sviluppata dagli gnostici. Per demiurgo s’intende il Grande Architetto dell’Universo, ordinatore supremo del mondo. Come capo dei cristiani mal convertiti, che furono i giudaizzanti, Cerinto voleva fondere l’ebraismo col cristianesimo. Fu visto ad Antiochia sostenere con veemenza, contro Paolo e Barnaba, la necessità di rispettare la legge antica, perché a suo avviso battesimo e circoncisione sono necessari. Il suo cristianesimo non è altro che una facciata: Gesù era un uomo normale che meritò al suo battesimo di ricevere Cristo o Verbo e grazie a ciò poté fare miracoli, ma nella passione, il Cristo, incapace di sofferenza, si è separato da Gesù. Alla fine dei tempi, Gesù tornerà sulla terra unito a Cristo, per regnare per mille anni come re di questo mondo. È il millenarismo ebraico che sopravvisse alla setta gnostica dei seguaci di Cerinto, la cui deviazione segue visioni di alcune profezie messianiche della venuta di un Messia potente che avrebbe restaurato il regno di Israele e assicurato il suo dominio temporale su tutte le nazioni; ragion perché la maggior parte degli ebrei rifiutò di riconoscere in Gesù il Messia, il Salvatore del mondo, il «potere» che avrebbe ristabilito il regno di Israele e garantito il loro dominio temporale su tutte le nazioni; il millenarismo per cui ogni bene spirituale e religioso dovrebbe essere ridotto a “bene” terreno, umano, sociale.
L’eresiarca fu combattuto non solo dai santi Paolo e Barnaba, ma anche da S. Giovanni Evangelista. Secondo il suo discepolo, S. Policarpo e altri Padri, è a Cerinto e ai suoi seguaci che l’apostolo Giovanni si riferisce nelle sue epistole, quando dice, per esempio: “ogni spirito che non confessa essere Gesù il Cristo venuto nella carne, non è da Dio: e in ciò si fa noto l’Anticristo, di cui avete sentito dire che deve venire e già è nel mondo.” ( I Gv 4, 3)
“Ora, noi troviamo le riflessioni della dottrina di Cerinto nella lettera «Tertio Millennio» dove Giovanni Paolo 2º presenta il Verbo come semplice ordinatore dell’universo, apparentemente dimenticando che dal Verbo l’universo non è stato solo ordinato, ma creato «ex nihilo». Senza di lui niente è stato fatto – Omnia per ipsum facta sunt, et sino ipso factum est nihil, perché il Verbo era Dio (Gv 1, 1-3)”. (La Voie, Myra Davidoglou)
Con i viaggi di Valentino la gnosi approdò a Roma, dove Marcione, uomo di cultura, riuscì col darvi una notevole struttura organizzativa con chiese e diocesi, sopravvissute a lui fino al V secolo. La dottrina, pur mantenendo le basi della gnosi classica, ossia il panteismo, del buon dio-Tutto, all’opposto del «Demiurgo» (il dio cattivo dei cristiani, creatore del diritto e dell’uomo), il docetismo, l’iniziazione attraverso la “conoscenza intuitiva” e la magia, è stata “arricchita” dal rifiuto assoluto del Vecchio Testamento, mentre, tra i Vangeli, opportunamente censurati, è stato mantenuto solo quello di San Luca. E tutto miscelato con una buona dose di fanatismo (gnostico).
Dopo innumerevoli ribellioni, guerre e rivoluzioni l’uomo è arrivato ai tempi moderni in cui si sente padrone del mondo, mentre in realtà vive ai margini di abissi mortali perché i maestri di queste libertà religiose, sprezzanti il Culto, gli avvisi e la Fede cattolica del mistero, hanno scalato l’apice del potere nella Sede papale con idee di senso gnostico, per formulare l’operazione ecumenista conciliare a servizio del MASDU: movimento d’animazione spirituale per una democrazia universale!
Quando Roma rischiò di svegliarsi gnostica!
Potrà sembrare paradossale, ma è lecito pensare che alla fine del Medioevo le radici della mentalità protestante e gnostica fossero più vicine al Tevere che al Reno; più nutrite dall’umanesimo romano in germe che dal lievito del rigorismo cataro, valdese, giansenista, poi calvinista. Tutto risale al passaggio dalla civiltà medioevale a quella dell’umanesimo rinascimentale, infarcita di curiosità gnostica, rivolta al passato per scoprire la «luce» di una futura utopia; mentre quella medioevale si legava alla «pietas romana», ossia alla devozione filiale delle origini, degli antenati, della madre patria.
In religione tale passaggio significava tralasciare la fede «teandrica», di Dio fatto uomo, a favore di aspirazioni deiste, «androteiste», dell’uomo che pensa Dio; un dio a propria immagine e somiglianza che finisce per non essere diverso da quelli dell’Olimpo: dèi nati da una scelta fantasiosa – oggi denominata ricerca – per proiettare visioni di una luminosa bontà in contrasto con la brutta realtà del mondo.
Erano i germi della fede nella volontà di potenza per rimpiazzare la ragione conforme alla fede, generatrice di filosofie e ideologie; dal panteismo all’esistenzialismo; dal fabianesimo sinarchico, al comunismo; dal modernismo alla «gnosi ecumenista».
Il gran trapasso del Cinquecento, continuato nel nostro tempo, più che essere quello dal cattolicesimo al protestantesimo; dalla Religione rivelata oggettiva alla religiosità libera e soggettiva. È a questo periodo che gli storici fanno risalire l’inizio dell’Era Moderna.
Così, dopo aver negato la «favoletta» dell’oggettiva «caduta originale», spuntava nel proprio animo l’impulso soggettivo della protesta contro ogni segno oggettivo di culto al «dio cattivo che permette il male»! Ecco la protesta fatta religione e il culto divino – come l’autorità della Chiesa – umanizzati; messi più a servizio della povera umanità che al culto del Sacrificio divino per redimere il mondo crudele da Lui stesso creato!
I concetti oriundi da una gnosi convulsa hanno fatto passi da gigante, non a causa della loro congruenza, ma per opera di una miriade di nani religiosi che hanno potuto disporre di alti poteri dopo essersi infiltrati con l’inganno nella Chiesa di Dio.
Nel Cinquecento un clima religioso sia gnostico che protestante si era insinuato nel cristianesimo esercitando gran fascino presso molti prelati, anche cardinali e minacciava di ferire la fede della Chiesa. Ci voleva il freno di una competente inquisizione romana.
Non si trattava di giudicare il comportamento morale o civile di chierici di un certo valore, come il cardinale inglese Pole, ma la sua attuale influenza religiosa.
Reginald Pole si stabilì nel 1540 a Viterbo, e attorno a lui, Giovanni Morone, Vittoria
Collona e Carnesecchi, già protonotario di Clemente VII, e anche lo spagnolo Juan de Valdez, profeta «alumbrado». Il tribunale dell’Inquisizione investigò allora i cardinali sospetti di simpatie verso queste idee che infestavano il pensiero cattolico. Le inchieste sul cardinale inglese Reginald Pole e sul cardinale Morone sono esempi appariscenti delle tendenze regnanti. Gli alumbrados erano la versione ante litteram dei carismatici, movimento che sedusse pure intellettuali, artisti e dame influenti quali Giulia ed Eleonora Gonzaga, rispettivamente cugina e sorella del cardinale Ercole Gonzaga.
Costoro, con fede incerta, inclini ad accettare il principio luterano della giustificazione per la sola fede, giunsero ad accogliere quella dottrina poi respinta dal Concilio di Trento, della «doppia giustificazione». Diffusero tra l’altro, anche il trattatelo eretico «Il Beneficio di Cristo», successivamente condannato dal Sant’Uffizio. Il vero pericolo di queste correnti si rivelò in quegli anni alle autorità ecclesiastiche con l’apostasia di due predicatori: il noto oratore Occhino, che fu vicario generale dell’Ordine Cappuccino e il canonico lateranense Vermigli, anch’esso «maestro», entrambi divenuti protestanti.
Verso Pole e Morone l’accusa era di favorire i protestanti con condotta ambigua.
Non fu provato che avessero aderito all’eresia, nel qual caso non sarebbero rimasti cardinali, ma entrambi, benché propensi ad aperture dottrinali, fossero vicini a essere eletti al sommo Pontificato, con enorme pericolo per la Fede. Tale progetto aspirava a una Chiesa spiritualizzata avversa alla scolastica e al formalismo giuridico, anticipando il moderno carismatismo e le dottrine aperte a uno gnosticismo ecumenista.
Il Cardinale Pole, attaccato dal cardinale Carafa, poi Paolo IV, perché incline a idee di giustificazione protestante, non fu eletto Papa nel conclave del 1549 per un solo voto.
L’intellighenzia gnostica promotrice del MASDU conciliare: da Pico a De Lubac a Bergoglio
Padre Innocenti nel suo gran lavoro sulla gnosi spuria in due volumi con quasi 1400 pp. parla del focolaio italiano e dei suoi vari «rinascimenti» attorno alla Roma del Papato: “dappertutto un fervore crescente di lavori, studi, scoperte, interpretazioni. Da Venezia filtrano a Firenze nuovi incentivi «orientali» che aumentano quando Roma – grazie al denaro di Cosimo Medici – trasferisce dalla città estense alla città del fiore il concilio ecumenico il quale fa rifluire, poi, sull’Urbe positivi stimoli. E se Firenze è vetrina invidiata di novità culturali, fiorentini colti sono radicati a Napoli dai tempi di Boccaccio, a Roma dai tempi del Beato Angelico, nelle Marche e a Urbino dai tempi del duca Federico di Montefeltro; poi sciameranno verso nord con Leonardo a Milano, con carrieristi e affaristi – soprattutto – in tutta Europa settentrionale. E così non fa meraviglia che la moda del nuovo sistema filosofico-teologico (ermetico-cabalista) dalla Firenze di Ficino e di Pico si sparga non solo tra le Accademie (tra cui quella Romana) e tra le Corti (tra cui quella dei Borgia), ma… dappertutto.” (p. 165).
In tale brillante universo mentale ci sarà un personaggio sul quale concentrarsi quanto alla «gnosi»: Pico della Mirandola che, contemporaneo e influenzato da Ficino, arricchì il suo bagaglio di magia, cabala pratica, o magia cabalistica spirituale, andando oltre Ficino sul potere della sacra lingua ebraica. (novecento tesi della discussione, 1486, (Conclusiones philosophicae, cabalisticae et theologicae).
La saggista inglese Frances Yates («Giordano Bruno e la tradizione ermetica»), si distingue tra gli studiosi di Pico, la cui opera è vasta e essenziale per capire il rapporto della gnosi e della cabala nella «nuova teologia» levatrice dell’apparato ecumenista conciliare. Basta riferire che il suo illuminato Henry De Lubac, fatto cardinale da Giovanni Paolo 2º e lodato da Bergoglio vedeva Pico come alba incompiuta del Rinascimento. L’enigmatica copertina del suo libro attira l’attenzione riproducendo un particolare del noto dipinto di Piero della Francesca «Madonna e Santi e Federico da Montefeltro» col pendolo (dell’uovo cosmico?). Sotto questo «centro» (assoluto; luogo divino) non è il Nome della Vergine Madre, ma di Pico della Mirandola dell’alba incompiuta da seguire secondo De Lubac e altri (Teilhard de Chardin) che covavano l’idea del Cristo cosmico. Il piano da compiere col Vaticano 2º!
Qui abbiamo voluto soltanto esporre il legame della gnosi e della cabala col principale nome della nuova teologia, guida dello spirito ecumenista conciliare per la mutazione della dottrina cattolica e conseguente raduno della massa dannata dell’Anticristo finale.
“Voglio tornare in Italia e incontrare il Papa, faccio appello a Letta. Altrimenti entro come clandestino”. “Emanuela Orlandi viva, voglio fare documentario sulla sua storia”. “Invidio Berlusconi per le donne, io sto con una di 25 anni”. “Se a un uomo non piacciono le donne, può buttarsi dalla finestra”…
La Zanzara su Radio 24
Attentato al Papa Giovanni Paolo II – Ali Agca
di Francesco Lamendola – 18/10/2013
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
Quello che ancora non è passato nelle coscienze e nell’opinione pubblica, però, è ilperché gli Alleati agirono in quel mondo; per quale ragione vollero imbastire un processo-farsa nel quale i vincitori, fatto mai accaduto prima, si arrogavano il diritto di giudicare i vinti con una sentenza inappellabile e già scritta in partenza; né si è messo abbastanza in luce l’elemento di continuità che lega il trattato di Versailles – quando i rappresentanti della Germania dovettero sottoscriver e un documento in cui si accollavano tutta intera la responsabilità della guerra del 1914 -, il processo di Norimberga del 1945-46, e tutta una serie di azioni militari e giuridiche attuate successivamente dalla superpotenza americana, in parte con la copertura delle Nazioni Unite, in parte senza di essa, come gli interventi in Jugoslavia nel 1999 e in Iraq nel 2003, coronati dalla cattura e dal processo spettacolare, per crimini di guerra, degli esponenti di quei regimi sconfitti.
Il saggista francese Maurice Bardèche (1907-1998), del quale ci siamo già occupati altra volta (cfr. l’articolo Sparta e i Sudisti nel pensiero di Maurice Bardèche), con notevole lucidità intellettuale aveva formulato la risposta all’interrogativo in questione fin dagli anni immediatamente seguenti al processo di Norimberga, in un saggio spregiudicato e non sempre condivisibile, ma indubbiamente coraggioso e penetrante, intitolato Nouremberg ou la Terre Promise (tradotto in italiano da Gianna Tornabuoni, con il titolo I servi della democrazia, pubblicato dalla casa editrice Longanesi & C. di Milano nel 1949), del quale ci piace riportare alcuni passi particolarmente significativi:
Bardèche osserva che, mano a mano che cresceva, già durante la guerra, l’ideologia della guerra antifascista come una crociata, la Resistenza diveniva il nuovi mito di essa e perfino i bombardieri che riducevano in cenere le città tedesche venivano denominati “Liberatori”: e questo perché, dovendo lottare contro dei mostri, qualunque atrocità diveniva legittima e anzi benemerita, poiché affrettava la fine del Male. È la stessa logica che portò al bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki, non necessario dal punto di vista militare e deliberatamente diretto su due città inermi, piene di donne, bambini e anziani, non su obiettivi strategici.
Ma la parte più interessante della riflessione di Bardèche, che non possiamo qui riportare per motivi di spazio e di cui consigliamo la lettura integrale, è quella riguardante le conseguenze non solo politiche e giuridiche, ma soprattutto economiche e finanziarie del “nuovo ordine mondiale” inaugurato dal processo di Norimberga; riflessione che, scritta più di sessant’anni fa, presenta aspetti di straordinaria intuizione dei meccanismi futuri, e parla in un linguaggio che appare di stupefacente attualità.
Si incomincia con la limitazione della libertà della nazione sconfitta: ieri la Germania, oggi la Iugoslavia o l’Iraq. Prima di consentire il ritiro delle truppe d’occupazione, si chiede al nuovo governo, nato dalla disfatta, di firmare un trattato in cui ci si impegna solennemente a non ripercorrere le strade di quello precedente e a rispettare tutti gli impegni contratti col vincitore e con la comunità internazionale – il vincitore si identifica con la comunità internazionale, ieri la Società delle Nazioni, oggi le Nazioni Unite: in questo modo, si identifica automaticamente con la “civiltà” e degrada a “barbarie” qualunque forze gli si opponga o ardisca di resistergli.
Dalla limitazione della libertà politica si passa a quella economica: bisogna tenere aperte le frontiere al commercio internazionale (cioè del vincitore), aprire le porte al capitale internazionale (cioè del vincitore): accettare di acquistare i prodotti esteri al prezzo stabilito da altri e di vendere i propri secondo la loro convenienza. È una truffa, ma perfettamente legale; di più: è un inno all’ideologia del libero mercato, che si sposa con quella della democrazia. Dove c’è democrazia, c’è libero mercato: ossia limitazione della sovranità nazionale e imposizione di condizioni economiche che tornano a vantaggio di altri.
La cessione di sovranità – cosa oggi evidente nell’Unione europea – reca vantaggi alle banche, ma fa pagare ai cittadini costi altissimi e li priva del diritto fondamentale di dire “no” a condizioni di vita intollerabili: avete firmato un trattato, dovete attenervi ad esso. Nel caso del debito pubblico, ciò significa che i cittadini dello Stato X si vedono accollare la responsabilità di una voragine finanziaria di cui non hanno alcuna colpa, ma che devono ripianare, lasciandosi legare alla catena e imporre sacrifici durissimi da un organo extra-nazionale, per esempio la Banca centrale europea. Uno Stato sovrano può decidere di stampare moneta per dare respiro ai cittadini contribuenti, come fanno Stati Uniti e Gran Bretagna; ma uno Stato che ha rinunciato alla sovranità finanziaria non può farlo: ha infilato la testa nel cappio, può solo piegarsi agli ordini.
Qualcuno non gradisce l’ingresso di milioni di stranieri, che provoca insopportabili situazioni di disagio e di grave minaccia alla sicurezza personale? Non c’è niente da fare: avete firmato un trattato, dovete accettare e subire in silenzio; altrimenti verrete condannati dalla corte di giustizia del Super-stato. L’Australia può respingere anche una sola barca di immigrati clandestini, disinteressandosi del loro destino; ma se l’Italia fa altrettanto, dopo averne accolte a migliaia e migliaia, viene trascinata in tribunale e sommersa dalla marea dell’indignazione mondiale: ma come, siete così crudeli da respingere quella povera gente? E intanto le città e le periferie si riempiono di spacciatori di droga, di prostitute, di ladri e stupratori: ma guai a dirlo, si diventa razzisti. E non si può dire che le carceri scoppiano perché sono piene di malfattori stranieri; se le carceri sono piene, ebbene, basta svuotarle ogni tanto con un indulto, fino a che si riempiono di nuovo, nel giro di qualche anno o qualche mese; e poi fare un altro indulto, e così via.
L’idea di un Super-stato mondiale democratico nasce con il processo di Norimberga, che è, al tempo stesso, un terribile monito a chi pensa ancora di poter fare la politica dei vecchi tempi: a casa mia son padrone io, questa società l’ho costruita io, questa casa, queste fabbriche le ho costruite io, questi campi li ho creati e coltivati io; ma adesso non lo si può dire: non si è più padroni in casa propria, bisogna piegare la testa a quello che decide il capitale finanziario mondiale. Dietro la maschera della democrazia, il totalitarismo democratico; e, come sua inseparabile compagna, la dittatura mondiale delle banche e delle multinazionali.
Tutto ciò viene accompagnato da una campagna capillare di disinformazione e di lavaggio del cervello, in modo da persuadere i cittadini-contribuenti che tutto quanto avviene è per il loro bene, per la tutela della pace e della giustizia, per il rispetto dei diritti umani; che non esiste altro Dio fuori della democrazia e del libero mercato e che chi si oppone a tale dogma è un eretico meritevole di essere bruciato sul rogo, beninteso dopo essere stato moralmente denigrato sino a convincere tutti che la sua condanna è cosa giusta e pia. Alle giovani generazioni viene insegnato che ab antiquo, ai tempi della barbarie precedente la democrazia e il libero mercato, l’umanità viveva in condizioni intollerabili sotto ogni punto di vista; mentre adesso si sta dirigendo verso i paradisi del Progresso e della Felicità, e non ha nulla da rimpiangere e tutto di cui rallegrarsi. Prima c’erano i nazionalismi, fonte perenne di tensioni e di conflitti (il che è vero, ma è solo una parte della verità); oggi ci sono il cosmopolitismo, le frontiere aperte, la libera circolazione delle merci, delle persone e delle idee; prima c’erano le società chiuse, brutte e cattive, intolleranti e oscurantiste; oggi ci sono le meraviglie della società aperta, multietnica e multiculturale; del mondo divenuto un villaggio, dove tutti sono a casa dappertutto, dove tutti si vogliono e bene e si rispettano, purché bevano Coca-Cola, mangino le bistecche di McDonald’s e guardino le stesse idiozie alla televisione.
Oddio, c’è ancora qualche piccolo difetto in questa straordinaria e luminosa costruzione; ci sono ancora tensioni e incomprensioni, interne e internazionali; ci sono, ogni giorno, attacchi e massacri ai danni dei cristiani che vivono in Africa e in Asia; ci sono milioni di aborti nel mondo “sviluppato” e milioni di bambini che muoiono di fame in quello “in via di sviluppo”; ci sono popoli e classi sociali che devono accontentarsi di vivere con le briciole che cadono dalla tavola di altri popoli e di altre classi sociali. Ma via, bisogna avere ancora un po’ di fiducia e di pazienza, e tutto finirà per aggiustarsi, come in un trionfale “happy end” alla Walt Disney.
Certo, c’è anche un altro piccolo particolare che non passa del tutto inosservato, per chi abbia ancora un minimo di facoltà giudicante: che dall’abiura solenne del nazionalismo restano esclusi Stati Uniti e Gran Bretagna, i vincitori della seconda guerra mondiale; che, mentre nel resto del mondo il nazionalismo è considerato poco meno di un delitto, da combattere in ogni modo e da criminalizzare con film, libri, siti internet e perfino giornalini a fumetti, nei due Paesi anglosassoni il nazionalismo è tuttora preservato e coltivato, anzi, è il collante della vita sociale, anche nelle sue forme più aggressive e truculente: e il principino Harry che uccide un capo talebano in Afghanistan viene applaudito in patria, così come il generale Kitchener quando portò in omaggio alla regina Vittoria la testa del Mahdi, disseppellita dalla tomba dopo la riconquista britannica del Sudan.
Ma che importa? Certo, quella che viviamo è una “pax americana”: però si tratta di dominatori straordinariamente generosi e moderati; ci hanno liberati dai peggiori incubi della storia, come il nazismo e il comunismo – non importa se furono proprio essi, con il loro egoismo finanziario, ad alimentarli, se non a crearli -; ci hanno liberato, a suon di bombe, dalla parte cattiva di noi stessi (“Liberator” era il nome dei loro aerei, che ridussero l’Europa in cenere fra il 1943 e il 1945); i loro ragazzi diedero la vita, sulle spiagge di Anzio e su quelle della Normandia, per restituirci la libertà, benché non ne fossimo del tutto degni, visto che l’avevamo disprezzata e gettata via come fosse stata carta straccia; dunque dobbiamo loro eterna riconoscenza, ed è ben giusto che essi facciano la parte del leone nel mondo così generosamente liberato e saggiamente pacificato.
E se poi, per caso, qualcuno osasse avanzare dei dubbi sul “nuovo ordine mondiale”, non già per nostalgia del fascismo o del comunismo, ma per amore di verità e giustizia, allora non potrebbe trattarsi che di un nemico pubblico, indegno di far parte del consorzio civile: di un mostro, appunto, da trascinare solennemente in giudizio, affinché la sua condanna risulti esemplare…
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MORIRE, OGGI PER LA SYRIA ? SU SU, SIAMO SERI. LA POSTA IN GIOCO E’ ALTRA
Libero pensiero
La messinscena per la guerra mondiale, dai più data per scontata, potrebbe fornire degli esiti imprevisti. Con la particolarità, questa sì davvero unica, che i risultati non verranno neppure presi in considerazione, dato che non se ne parla. E’, per l’appunto, ciò che i due contendenti vogliono: seguitare a trattare nel più ampio riserbo e nella discrezione più assoluta, approfittando del fatto che i media mondiali parlano d’altro, cioè di missili, terrorismo, guerra totale, ecc. Tutti ingredienti, questi, sapientemente orchestrati, per spaventare le persone, e spingerle a credere che Assad è un totale criminale oppure un coccolone vittima degli americani criminali, a seconda dello schieramento vecchio stampo ormai obsoleto (quello della precedente guerra fredda, tanto per capirsi). E’ questo ciò che penso su questo argomento.
Da specificare, nel caso non fosse chiaro, che i due contendenti sono Usa/Ue da una parte e Russia/Cina dall’altra.
Ma la posta in gioco non è la Syria. Quella è davvero un’ottima arma di distrazione.
C’è da credere che neppure ne parleranno, domani, quando si vedranno in 20 a San Pietroburgo.
La stampa mondiale ci racconterà come siano tutti asserragliati dentro uno stanzone, tenendoci con il fiato sospeso, per decidere se faranno la guerra mondiale oppure no. Il tutto, offerto con la spezia dei diritti civili e dell’etica. Come se a qualcuno interessasse la sorte di quei poveri civili innocenti. Ne hanno uccisi 112.000 negli ultimi due anni nella generale indifferenza e adesso, secondo voi, si vanno tutti a impelagare in una costosissima e micidiale guerra planetaria (dagli esiti incerti) per 356 anonime vittime? Semplicemente ridicolo.
La posta in gioco è un’altra, e ben più corposa.
Si chiama: fonti di energia e soldi. Oppure, se volete, danaro. Per essere più precisi: Energy & Money.
O meglio, per essere definitivi: il controllo energetico e monetario del pianeta Terra.
L’incontro decisivo non sarà quello ufficiale (diranno che parlano della Syria) bensì quello che si terrà a parte. Sarà ristretto. Ci saranno, verosimilmente, Obama, Putin, Hollande, Cameron, Abe e i due cinesi che contano. Fine degli invitati. Noi italiani, va da sé, al palo. Insieme a tutti gli altri, in attesa che i veri big prendano una decisione.
Di che cosa discuteranno?
Dell’argomento del giorno (per loro). Fondamentale per tutti noi, dato che la nostra sopravvivenza dipende dalle scelte che faranno.
Parleranno del world coin, ovvero: la moneta planetaria. E di shalegas.
Su questi punti sono tutti in disaccordo, almeno dal 2008, per questo, forse, si finisce in guerra.
Il mondo globale presuppone una regolamentazione rispettata da tutti, nonchè l’applicazione e il rispetto di alcuni standard. Da almeno tre anni e mezzo Usa-zonaeuro-Cina si stanno letteralmente scannando per razionalizzare i mercati ed evitare crisi insostenibili. Ma hanno punti di vista diversi. E’ per questo che c’è la crisi economica. Alla quale si accompagna una “guerra energetica” che è un concetto completamente diverso da quello che i media hanno diffuso, facendoci credere che siamo dentro una “crisi delle fonti di energia”. Non è vero. Non soltanto non c’è nessuna crisi energetica, ma in questo momento c’è una massiccia e massiva sovrapproduzione energetica e, per tenere alti i prezzi al consumatore, si attuano specifiche politiche di spreco per giustificare i costi.
La fase attuale dello scontro è iniziata quattro anni fa, quando la Cina ha cominciato a sostenere che il dollaro non doveva essere la moneta di scambio per eccellenza e, contemporaneamente, ha cominciato a combattere la diffusione (quantomeno in tutto il sud est asiatico) delle energie rinnovabili aumentando a dismisura la propria produzione di carbone fossile, l’agente più inquinante che esista. La vera e propria dichiarazione di guerra è avvenuta proprio il giorno della rielezione di Obama, nel novembre del 2012, quando a Teheran, la Cina, l’India, il Brasile, l’Iran e la Russia hanno firmato un accordo comune che consente la compravendita planetaria di energia a “moneta libera”, ovvero “non contro-dollaro”. Il primo atto è stato un potente acquisto di petrolio da parte della Cina all’Iran pagato in rubli. Si è associata subito dopo l’India che ha accettato pagamenti internazionali in “yuan” cinesi. E infine hanno convinto anche i brasiliani. Il fine era combattere e battere gli Usa eliminando il dollaro. Gli Usa si sono trovati isolati non potendo contare sull’appoggio dell’Europa e su una alleanza forte con l’euro, in conseguenza della debolezza strutturale della nostra moneta, non avendo dietro una banca centrale autentica che stampa moneta. E così ha cominciato a premere furiosamente con la BCE per un cambio di politica monetaria e per una visione post-keynesiana da applicare a tutto il continente. Contemporaneamente, l’amministrazione Obama ha accelerato in maniera incredibile il cambio della propria politica energetica dichiarando ufficialmente “la fine dell’era del carbone e l’inizio della fine dei fossili inquinanti”, portando al 46% l’uso interno del cosiddetto “shalegas” e dando incentivi per le energie rinnovabili, coinvolgendo le industrie petrolifere texane e convincendole alla riconversione industriale totale verso l’eolico, il solare e l’idrogeno, entro il 2035. A luglio del 2013 il governo ha messo a disposizione un fondo di 7 miliardi di dollari per il passaggio in tre stati (Arkansas, Oklahoma e Tennessee) dai carburanti fossili al solare e per un 22% all’idrogeno facendo gestire il tutto a una fondazione dove hanno un importante quota la Texaco, la Mobil e la Exxon. Non appena rieletto, Obama si è precipitato in Birmania e poi è andato in Tailandia, Vietnam e Indonesia, tirando la volata al Giappone in funzione anti-cinese e consentendo al Sol Levante di strappare dopo 25 anni ai cinesi il mercato locale. Era un chiaro segnale geo-politico che l’Europa non ha né saputo né voluto leggere, insistendo nella propria ferrea alleanza con la Russia che insiste nel voler produrre carbone, acciaio e petrolio (di cui è ricchissima). Per tutto l’inverno si è scatenata una micidiale bagarre tra le potenze mondiali che contano, facendo pagare subito le nazioni più fragili, India e Brasile in testa. Un mese e mezzo fa è crollata la rupia con disastrose conseguenze per l’economia indiana e poi è toccato al Brasile. Entrambe le nazioni hanno capito l’antifona cominciando a prendere le distanze dall’idea di avere come moneta internazionale lo yuan e il rublo. L’Europa, la quale oltre a non avere una politica comune, a non avere una banca centrale che stampa moneta, non ha neppure una strategia di politica industriale energetica, ha fatto finta di niente, come se non stesse accadendo nulla. Gli Usa, per impedire che in Sud America si cementasse l’asse Brasile/Argentina ha lanciato lo “shalegas” di cui l’Argentina è il secondo paese produttore al mondo chiudendo un accordo con quella nazione per mettere a disposizione know how e tirando su industrie estrattive locali controllate dal Banco de la Nacion di Buenos Aires, creando così lavoro e occupazione locale. Non solo. Di fatto, ha appoggiato l’Argentina presso il Fondo Monetario Internazionale nella propria guerra contro l’Europa, salvando il paese sudamericano da un possibile default, attraverso una inedita e nuova alleanza in funzione anti-cinese e anti-russa. Un mese e mezzo fa i primi vagiti della guerra in atto, di cui lo schiaffo kazako al nostro governo era stato uno dei segni più chiari perché Putin aveva bisogno di fare la voce grossa nel cuore del Mediterraneo. Immediata la replica Usa. Mentre in Italia esplodeva la questione, gli Usa hanno risposto piazzando una trappola nella quale il nostro governo è caduto come una peracotta: hanno evidentemente passato la soffiata ai nostri servizi segreti indicando dove poter arrestare un agente segreto della Cia condannato in Italia e ricercato dall’interpol. Lo stesso giorno in cui Alfano balbettava le sue scuse in parlamento si annunciava (al mattino) l’arresto dell’agente americano latitante a Panama, con enfasi nazionalistica davvero inusitata. La festa è durata 12 ore. Partono subito da Milano i giudici con le carte per andarselo a prendere. Ma quando arrivano lì (la sera) viene comunicato loro che l’agente segreto è in viaggio-premio verso Washington. I magistrati e i nostri servizi se ne ritornano a casa con la coda tra le gambe. Putin è avvisato: giù le mani dall’Italia.
Dunque di questo parleranno a San Pietroburgo: della moneta planetaria.
Gli Usa sono disposti a un compromesso realistico: affiancare al dollaro anche l’euro, a condizione però che la BCE si trasformi prima in banca centrale reale quindi in grado di battere moneta, emettere eurobonds, ecc. La Germania ha le elezioni e quindi si è chiamata fuori fino al 24 settembre -con un’ottima scusa comprensibile a tutti- e così la Francia ha colto l’occasione al volo per riprendere il controllo della gestione della politica europea: è finita invitata al tavolo giusto, unica nazione dell’euro che ci rappresenta tutti. Parleranno dello shalegas, dell’idrogeno, di come andare a gestire l’inizio della fine dell’era del petrolio e del carbon fossile, il che comporta un monumentale riassesto planetario del gioco delle parti. Parleranno di colossi finanziari e forse perfino di Keynes. La Russia è debolissima in questo momento. La dichiarazione di Putin rilasciata alle ore 9.30 di mercoledì 4 settembre parla chiaro: “vogliamo una chiara prova presentata e documentata dall’Onu” ha detto e poi ha aggiunto “pur sostenendo il governo di Assad ci teniamo a precisare che la nostra fornitura di missili alla Syria è soltanto parziale: abbiamo consegnato loro soltanto alcune componenti, non tutte”. Da questi fatti, in maniera diplomaticamente davvero molto elegante, sembra che i russi abbiano deciso di gettare acqua sul fuoco, abbandonando Assad al suo triste destino. Lo hanno scaricato. Il che consente –nel caso le cose si dovessero mettere male, non si sa mai- di salvarsi dal cataclisma planetario perché se dei missili francesi abbattono missili siriani, ebbene, non saranno missili russi (non sono operativi) bensì missili siriani (vecchie cerbottane inutili) e quindi la Russia non è obbligata a rispondere. E salva la faccia.
Di questo parleranno.
E noi non sapremo mai che cosa si sono detti.
Lo capiremo strada facendo.
Le guerre, dai tempi di Troia, si combattono sempre e soprattutto per le fonti di energia.
La oscena guerra d’Iraq, un vero e proprio atto criminale allestito da una banda di delinquenti, l’hanno combattuta per il petrolio. E’ stato un atto unilaterale di un gruppo di malfattori sostenuti dai colossi finanziari che hanno riportato il pianeta indietro di almeno 50 anni, perchè era una guerra “vecchia”, di altri tempi. Per non parlare del milione di morti innocenti che ha provocato tra il 2003 e il 2010. La prima guerra mondiale fu provocata per decidere chi in Europa avrebbe avuto il controllo del più grosso bacino minerario continentale, quello della Ruhr, conteso da francesi e tedeschi. Il milione di italiani morto al fronte neppure l’ha mai saputo.
Se scoppierà una guerra furibonda mondiale, sarà anche questa volta per l’energia.
Ma non sarà una guerra per il petrolio. Anzi.
Sarà la prima guerra mondiale che inaugura la civiltà (si fa per dire) post-moderna che sta mandando in pensione proprio il petrolio, insieme al carbone. Non è vero che il mondo ha bisogno sempre di più di petrolio: è falso. Ne ha bisogno sempre di meno.
Per questo motivo le grandi potenze si scontrano.
Di tutto ciò avremmo dovuto discutere in Italia tutti i giorni per capire, comprendere, dibattere, confrontarci, parlando di politica economica europea, di energia, di approvvigionamento delle fonti, di rinnovabili, di strategie europee. Macchè. In compenso se ne parla nel resto del continente (meno male) così come, in Europa, è chiaro a tutti che per la strategia euro-atlantica, in questo momento, è fondamentale eliminare per sempre dalla scena politica attiva il più forte alleato e amico di Putin e dei petrolieri ex sovietici nel Mediterraneo, quel Silvio Berlusconi che forse non ha capito affatto come si stanno mettendo le cose per lui in campo internazionale.
L’aspetto tragico, davvero tragico (e qui ritorniamo alle nostre mestizie locali) consiste nel fatto che secondo me non lo ha capito neppure il PD, vittima della putrefazione ormai incorporata del PCI e della DC, per non aver voluto fare i conti con la propria storia e con la Storia. A costo di far affondare la nazione. Come sta facendo.
Giovedì prossimo sarà chiaro a tutti quale decisione è stata presa a San Pietroburgo.
Sergio Di Cori Modigliani
Fonte: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it
Link: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2013/09/morire-oggi-per-la-syria-su-su-siamo.html
4.09.2013
-o0o-
Buon articolo di debunking in cui viene presentata una versione alternativa alla ridicola disinformazione dei media ufficiali (quella della guerra per motivi umanitari), sufficientemente credibili per un pubblico molto più colto, raffinato e che non si beve le fregnacce dei tg. Da notare che: 1-si parla sempre e solo di scontro tra nazioni (USA, Cina, Russia, Brasile) o tra banche centrali (BCE contrapposta alla FED) come se l’Autore non sapesse benissimo che esiste un’oligarchia sovranazionale ed apolide che gestisce il tutto; 2-non viene mai menzionato, come se non esistesse, un piccolo Stato limitrofo alla Siria che, forse, qualche importanza nella questione ce l’ha
-o0o-
Questo autore è furbino
e ammischia le carte a proprio uso e consumo.
Si vede che ha lavorato 30 anni
come sceneggiatore per la Twentieth Century Fox.
Fantasia a contratto e mai una parola su Israele.
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Articolo interessante, ma alla fine cambia le carte sul tavola quando dice: La Russia è debolissima in questo momento. La dichiarazione di Putin rilasciata alle ore 9.30 di mercoledì 4 settembre parla chiaro: “vogliamo una chiara prova presentata e documentata dall’Onu” ha detto e poi ha aggiunto “pur sostenendo il governo di Assad ci teniamo a precisare che la nostra fornitura di missili alla Syria è soltanto parziale: abbiamo consegnato loro soltanto alcune componenti, non tutte”. Da questi fatti, in maniera diplomaticamente davvero molto elegante, sembra che i russi abbiano deciso di gettare acqua sul fuoco, abbandonando Assad al suo triste destino. CONSIDERO PIU’ REALISTA QUESTA: Putin pronto a risoluzione ONU anti-Assad se prove americane superano vaglio internazionale. Sa che è impossibile. Scacco a Obama e Israele. http://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/09/05/israele-e-stati-uniti-sono-davvero-pronti-a-scatenare-la-terza-guerra-mondiale/
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Il fatto è che la globalizzazione ha eroso anche il concetto della guerra defraudata dell’aureola di tragicità antica . Un secolo fa’ le cancellerie si scambiavano le mutue dichiarazione di belligeranza : si aprivano scenari drammatici ma decorosi e in cui erano presenti ancora valori come l’onore, il coraggio. Si aprivano fronti con le armate pronte a combattere il nemico e ne seguivano battaglie epiche, basta ricordare quelle della II guerra mondiale: kursk, normandia,tobruk etc. Ora le nazioni si comportano da banditi prepotenti che da un giorno all’altro sparano dall’alto distruggendo e uccidendo gli stati più deboli e tutto giustificato da inverosimili accuse ipocrite : hanno sterminato una popolazione perchè ,a quello scemo di bush, saddam gli stava antipatico accusato di nascondere armi di distruzione di massa,che gli americani hanno bene messo in mostra in irak,libia etc. Ora la situazione è cambiata con il mondo rimpicciolito dagli scambi economici, popolazioni che si muovono in maniera incessante: un bazar globale, e penso che la russia avendo le mani in pasta nel gioco delle ricchezze non possa menar missili a casaccio e non avverrà mai che usa e russia si annichiliscono a vicenda con una guerra atomica, stanno così bene! Chi deve subire sono i paesi excolonie e penso proprio,visto l’andazzo, che putin non si scontri con gli usa per la siria.
RUPERT MURDOCH E LORD ROTHSCHILD: I BARONI PETROLIFERI DELLA SIRIA OCCUPATA
therebel.org
Milioni di americani prendono le notizie dalla FOX News, il Wall Street Journal, o attraverso altri organi d’informazione di proprietà di Rupert Murdoch. Generalmente, questi organi d’informazione sono a favore di un’azione militare contro la Siria, ma non informano i loro spettatori e lettori che il signor Murdoch ha investito interessi nella guerra con la Siria.
Rupert Murdoch è comproprietario di una compagnia israelo-americana alla quale è stato concesso il diritto di cercare petrolio nelle alture del Golan – il territorio siriano occupato da Israele. È alquanto amorale che la FOX News non riveli queste informazioni al suo pubblico.
Israele ha accordato i diritti per la ricerca di petrolio all’interno della Siria, nel Golan appunto, alla Genie Energy. Rupert Murdoch e Lord Jacob Rothschild sono i principali azionisti della Genie Energy – la quale si interessa anche di gas da argille negli Stati Uniti e di olio di scisto in Israele. Anche Dick Cheney fa parte del comitato consultivo della compagnia.
Secondo il diritto internazionale, è illegale che Israele accordi diritti di ricerca del petrolio su territori occupati, come scrive Craig Murray nel suo articolo del febbraio 2013, dal titolo “Israele accorda diritti petroliferi in Siria a Murdoch e Rothschild”:
Il fatto che Jacob Rothschild e Rupert Murdoch abbiano investito nei tentativi di ricerca di petrolio nei territori siriani occupati suggerisce che siano a favore del rovesciamento del governo Assad di Damasco, in modo da indebolire la Siria e dividere la nazione più o meno alla stessa maniera della Jugoslavia negli anni ’90.
Christopher Bollyn
Fonte: http://therebel.org/
Link: http://therebel.org/index.php?option=com_content&view=article&id=686198:rupert-murdoch-and-lord-rothschild-the-oil-barons-of-occupied-syria&catid=139:bollyn&Itemid=1310&acm=636_685
2.09.2013
Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO
FONTI:
“Israel Grants Oil Rights in Syria to Murdoch and Rothschild” by Craig Murray, February 21, 2013
http://www.craigmurray.org.uk/archives/2013/02/israel-grants-oil-rights-in-syria-to-murdoch-and-rothschild/
“Business and Financial Leaders Lord Rothschild and Rupert Murdoch Invest in Genie Oil & Gas,” IDT Corp. Press Release, November 15, 2010
http://www.idt.net/about/press/story.aspx?id=41777
Management of Genie Oil and Gas
http://genie.com/about-us/management/
Strategic Advisory Board of Genie Oil and Gas
http://genieoilgas.com/about-us/strategic-advisory-board/
Il “dado è tratto”: gli USA pronti ad attuare il piano in M.O.
Il “dado è tratto”. L’apparato militare degli USA, la superpotenza mondiale, si appresta ad aprire il fuoco contro la Siria per “punire” quel paese e quella popolazione di avere un regime ostile agli interessi degli USA e di appoggiarlo con una strenua resistenza del suo Esercito nazionale contro le milizie mercenarie multinazionali dei salafiti e wahabiti armati ed appoggiati dagli USA e finanziati dall’Arabia Saudita.
Il pretesto, per quanto risibile, è stato trovato nella provocazione inscenata dai miliziani del falso attacco con gas realizzato proprio quando (guarda caso) una commissione dell’ONU era appena sbarcata in Siria. Provocazione smascherata da una quantità di prove, di foto e video fatti sul posto, alcuni ottenuti dalle registrazioni dei satelliti russi nonché dalle stesse confessioni di alcuni miliziani che avevano inscenato il falso attacco.
L’opposizione di Putin e della Russia, nonché l’opposizione di tutti i principali e paesi del mondo (dalla Cina all’India, al Brasile, al Sudafrica, all’Argentina e tutti i paesi del Sud America) non basterà per impedire l’aggressione programmata del premio nobel per la pace Obama che rivela di essere un vero criminale travestito.
Gli Stati Uniti dimostrano di essere uno stato fuorilegge che calpesta qualsiasi norma di diritto internazionale quando deve perseguire i propri fini di egemonia ed i suoi interessi economici e strategici e, quel che è peggio, dimostrano di poter contare su una corte di opportunisti e servitori pronti sempre a giustificare e legittimare le loro azioni criminali, dalla complicità della grande stampa occidentale alle TV, efficientissimi nella disinformazione e propaganda, fino ai governi servili dell’Europa occidentale, incapaci di far sentire una voce di opposizione ma che, balbettando qualche motivazione di dissenso (aspettare rapporto dell’ONU, attendere prove certe, ecc.), finiscono poi inevitabilmente per accodarsi alle tesi americane come avvenuto per Letta nel comunicato finale del G20.
Una vergogna per l’Europa tanto più colpevole perché incapace di levare anche una sola parola di sostegno per la popolazione civile fatta oggetto di massacri e per le comunità cristiane assediate e sottoposte ad attacchi e genocidio dai miliziani integralisti: le più antiche tracce del cristianesimo sono in Siria e vengono distrutte dal fanatismo wahabita. Al contrario tutti questi misfatti vengono oscurati dai media, intenti solo a diffondere la propaganda di USA Sion che vorrebbe il regime di Assad colpevole di tutti i massacri.
Da ben due anni si trascina questa guerra , grazie al massiccio rifornimento di armi a favore delle milizie ribelli fatto dai servizi USA e degli alleati, Francia e Gran Bretagna in primis e dell’Arabia Saudita che si occupa anche di pagare gli stipendi ai miliziani, come testimoniato da molte fonti.
Gli europei sono incapaci di focalizzare i propri interessi che non sono certo quelli di avere uno scenario di guerra che sarà inevitabilmente esteso nel Medio Oriente, con il coinvolgimento sicuro dell’Iran e del Libano, piuttosto seguono a ruota il padrone USA, a sua volta totalmente condizionato dagli interessi della lobby sionista, deciso a destabilizzare anche la Siria, come già avvenuto con l’Irak e con la Libia.
Questa cecità degli stati europei è dovuta alla presenza al governo di politici e partiti totalmente asserviti alle direttive dei padroni USA e obbedienti alle centrali del potere finanziario che hanno assoggettato l’Europa agli interessi del cartello bancario che domina l’economia di quasi tutti gli stati occidentali e che dispone del suo braccio armato, l’apparato militare USA.
Qualcuno potrebbe iniziare a chiedersi, arrivati a questo punto, il perché di tanta ostinazione di Obama (nonostante l’isolamento diplomatico e le distanze prese da tutti i principali paesi del mondo) nel volersi attaccare comunque al pretesto dei gas per scatenare la guerra al fine di abbattere il regime di Assad in Siria. La spiegazione non si trova nelle azioni e nelle dichiarazioni rilasciate adesso ma risale a decisioni già prese dagli strateghi americani ed israeliani da parecchi anni prima.
Bisogna risalire al 2009 quando fu presentato il progetto dei “neocons” presentato dal “Brookings Institute” per un cambio di regime in Iran che prevedeva la necessità di abbattere il regime di Assad in Siria, sostituendolo con un governo filo USA, per indebolire l’Iran che rimane il vero nemico degli USA e l’obiettivo strategico su cui puntare.
Il progetto era basato allora sui rapporti elaborati da John Hannah e Martin Indyk, due funzionari neoconservatori dell’amministrazione W. Bush/Dick Chenney, sostenitori di una strategia di cambiamento nella regione del M.O. con la possibilità di una alleanza tra neo con statunitensi con gli islamisti che fanno capo al regime saudita, passando per l’abbattimento del regime di Assad.
L’Asse formato dagli USA, Israele ed Arabia Saudita è quello che preme per il nuovo assetto del Medio Oriente, muovendo ciascuno da propri interessi diversi. Quello di costituire un nuovo “califfato” nella regione sotto influenza saudita, l’interesse dei sovrani di Riad, quello di abbattere e disarticolare uno dei nemici storici di Israele, quello dei governanti di Tel Aviv.
Una alleanza che avrà, fra gli altri effetti, quello di cancellare la presenza di qualsiasi comunità cristiana nel Medio Oriente, in Siria come in Libano sotto la spinta del nuovo integralismo sunnita di stampo wahabita e salafita che imporrà stati confessionali in ogni paese del Medio Oriente.
Un effetto del quale è ben consapevole la popolazione siriana che ha potuto sperimentare da vicino quale sia l’ideologia e la finalità dei miliziani, quasi tutti stranieri, che sono stati infiltrati in Siria, verificandone il fanatismo, l’intolleranza religiosa, la ferocia che hanno dimostrato tagliando le gole, decapitando e brutalizzando tutte le persone considerate ostili al proprio credo, dagli sciiti (considerati eretici), agli alawiti, ai curdi ed ai cristiani, questi ultimi massacrati senza pietà.
Questo ha spinto la popolazione (anche chi non era un sostenitore di gli Assad) a stringersi attorno al presidente Assad ed al proprio Esercito nazionale, un esercito di leva, popolare, composto da uomini e donne, espressione di tutte le confessioni presenti nel paese. In particolare le giovani donne, terrorizzate di dover precipitare, da una condizione di laicità, ad uno stato di soggezione alle regole islamiche, con l’obbligo del burka e la perdita di ogni diritto.
Rimane un ultimo fattore che forse gli strateghi americani non hanno ben calcolato: l’Iran e la sua capacità di reazione. La caduta della Siria rappresenterebbe per Theran, il suono delle “campane a morto”, che preannuncierebbero il loro paese come il prossimo obiettivo per gli USA, per Israele e per l’Arabia Saudita, magari con il facile pretesto del “riarmo nucleare”.
Tutto indica che l’Iran non rimarrà inerte ad attendere di divenire “target” degli strateghi USA ed i messaggi intercettati dai servizi USA con provenienza Theran e destinazione Beirut, non lasciano ben sperare, la possibilità di un incendio su vasta scala, nella regione dove sono presenti le grandi riserve petrolifere mondiali, turba i sonni di Obama, il “premio nobel per la pace”.
http://rightweb.irc-online.org/profile/Hannah_John
http://www.brookings.edu/research/opinions/2013/09/06-us-credibility-syria-telhami
Un 11 settembre tira l’altro
Siamo già nel clima della guerra. I media americani annunciano che i bombardamenti sono già pronti a scattare su vasta scala sul territorio siriano. Dopo il fallimento del vertice di San Pietroburgo, martedì 10 ci saranno il voto definitivo del Congresso e il discorso alla nazione di Barack Obama.
Vuol dire a ben vedere che l’intervento armato americano potrebbe cominciare l’11 settembre. Vi ricorda qualcosa?
E’ la data che, come il Carbonio 14 per i reperti archeologici, come un compleanno o un marchio di fabbrica, definisce la natura di quello che gli Stati uniti sono diventati.
Non più l’unica potenza economica e militare dopo l’avvento della «nuova» Cina e degli emergenti Brics, ma sicuramente una potenza senza memoria dei disastri imperiali che ha provocato nel mondo, della crisi economica in agguato che per ora ha scaricato sulla più debole Europa e, comunque, eternamente alla ricerca di una ormai impossibile supremazia, corrosa dal declino economico e strategico. Che cosa ha imparato infatti l’America dalla litania di 11 settembre che l’hanno riguardata come responsabilità e che l’hanno attraversata fino a colpirla?
Nulla. Dal lontano, si fa per dire perché difficilmente dimenticabile, 11 settembre cileno, quando la Cia aiutò i militari golpisti di Pinochet a destituire nel sangue il presidente Allende democraticamente eletto, all’11 settembre 2001 quando quel che chiamiamo Al Qaeda, costituito da cellule e organismi spesso e volentieri in contatto con gli interessi statunitensi nel mondo (dall’Afghanistan, alla Bosnia), colpirono il simbolo delle Torri gemelle. Avvenimento, avvolto ancora in una nebulosa di responsabilità delle quali non sappiamo ancora granché, che ha vittimizzato la sensibilità americana, tanto che Gorge W. Bush ne ha tratto vantaggio per scatenare due guerre, una di vendetta in Afghanistan e l’altra inventata di sana pianta in Iraq. Entrambe sanguinose e inconcluse. E che ha prodotto tra l’altro gli inferni concentrazionari delle prigioni di Bagram e Abu Ghraib e del campo di concentramento di Guantanamo, che Obama non ha mai chiuso per mandare un messaggio alle cellule jihadiste e qaediste. Le quali, nonostante sia stato assassinato come da copione cinematografico Osama bin Laden, sembravano sconfitte e invece sono vive, forti e vegete proprio nella guerra civile siriana.
Ma, a quanto pare, vista la pervicacia a fare la guerra quasi da solo e comunque, Obama non sembra aver tratto nessun insegnamento nemmeno dagli eventi drammatici dell’11 settembre 2012, soltanto un anno fa, quando l’ambasciatore americano in Libia, Chris Stevens, l’uomo che aveva guidato l’intelligence Usa nell’intervento della Nato a fianco dei ribelli (tanti i jihadisti) fu assassinato a Bengasi da quegli stessi integralisti che aveva aiutato ad abbattere nel sangue Gheddafi. A quest’ultima data Obama dovrebbe davvero prestare attenzione. E invece non lo fa.
Ieri ha parlato. Martedì parlerà come «capo militare degli Stati uniti», ripetendo quel che ha detto a San Pietroburgo, spaccando il mondo e i suoi stessi alleati, che «l’intervento è per il bene dell’umanità». Ma il bene dell’umanità è la pace, non la guerra. Lì, in Siria, una guerra civile feroce c’è già, con eccidi efferati e uso di armi proibite da una parte e dall’altra. Una guerra civile, ecco il punto, per la quale gli Stati uniti di Obama non sono innocenti arbitri, perché da loro è stata alimentata con finanziamenti e armi ai ribelli attraverso la coalizione degli «Amici della Siria» (Stati uniti, la «democratica» ed atlantica Turchia, Gran Bretagna, più le petromonarchie dell’Arabia saudita e del Qatar). Un vero e proprio intervento armato, fatto anche di tante “operazioni coperte”, che dura da un anno e sei mesi e che ha sempre bloccato e impedito il dislocarsi sul campo di ben due missioni delle Nazioni unite.
Obama, se avrà avuto il placet del Congresso com’è credibile, parlerà tentando di convincere sulla limitatezza dell’intervento militare e sulla natura di guerra «umanitaria», sbattendo così la porta in faccia alle proteste dei pacifisti e alla preghiera del papa che chiede per la crisi in Siria, letteralmente, di «abbandonare ogni vana pretesa di azione militare per impegnarsi invece per una soluzione pacifica e per il dialogo».
Così facendo cancellerà ancora di più ogni ruolo presente e futuro delle Nazioni unite che chiedono di essere ascoltate, di verificare oggettivamente le responsabilità sulle armi chimiche, di condannare gli eventuali colpevoli, di intervenire come interposizione se è il caso. E così facendo coinvolgerà il mondo sull’orlo in una voragine bellica da terza guerra mondiale. Aprendo le porte, negli Stati uniti, anche elettoralmente, all’avvento di una nuova leadership statunitense, democratica o repubblicana che sia, che confermerà la guerra come primo anello imprescindibile del suo dna. Verso un altro 11 settembre.
Tommaso Di Francesco
Fonte: http://www.ilmanifesto.it
8.09.2013
CONTRO IL DIGIUNO. (GUAI AI FARISEI IPOCRITI)
ilribelle.com
Se predicato da un Papa e praticato dai preti, il digiuno per nobili motivazioni – come la pace – ha un senso religioso e una dignità spirituale. Gesù diede l’esempio digiunando quaranta giorni, per eliminare il superfluo e ascoltare meglio la parola del padre. Ed è questo il significato del digiunare per un cristiano: sentire meno il peso della carne per udire di più la voce di Dio. Un assurdo, visto che la fame il suo morso lo fa sentire eccome, lancinando la carne viva. Ma l’ascesi mortificante è un must dei cristiani: contenti loro…
Bergoglio, fra un tweet e l’altro, invita alla privazione collettiva di cibo questo sabato contro la guerra (sottinteso: alla Siria). L’invito è esteso a tutti, atei compresi. Il che mi pare un controsenso, visto che un ateo degno di tal nome a Dio non ci crede. Ma tant’è, ormai non ci sono più i Papi di una volta.
Lasciando perdere queste fisime sacre, passiamo ai profani affamati per convenienze. Dopo l’annuncio del pontefice c’è stato un corri corri generale per conquistare il titolo di digiunatore più zelante. Uno spettacolo obbrobrioso. Politici, sportivi, attori, gente famosa di tutte le risme si scopre pervasa da un’ascetica volontà di far la fame, sia chiaro per un solo giorno. Il nefasto Veronesi, sempre prodigo di amenità ammantate di scienza, sentenzia: la protesta del Papa è laica, perché è provato scientificamente che la violenza è contro natura. Vi supplico, mandategli un dottore. È certamente crudele, aberrante, immorale la “violenza”, quando distrugge vite umane innocenti. Ma che sia innaturale, no. Altrimenti l’insigne medico dovrebbe spiegarci com’è che l’uomo si ritrova in corpo da decine di millenni l’istinto di aggressività, base biologica dell’autoconservazione.
Un altro uomo di Chiesa, don Albino Bizzotto dei Beati Costruttori di Pace, ha finito da pochi giorni di digiunare contro lo stupro di cemento che ha distrutto il Veneto. Lui, la fede ce l’ha, ci crede e amen. Ma poi è partita la staffetta di sindaci e amministratori comunali per imitarlo. Quegli stessi che non sanno resistere al richiamo dell’onere urbanistico e dello “sviluppo” licenziando piani regolatori in cui scappa sempre la costruzione ex novo, il centro commerciale, la speculazione. Guai ai farisei ipocriti, tuonava l’unico vero cristiano esistito, quello che morì sulla croce. Ma hanno sempre vinto alla grande i farisei.
Mi spiace per chi è in buona fede, ma a me questa storia del sacrificio di ventiquattrore d’orologio, massificato e globalizzato, non convince per niente. È un bel media event, di quella grande industria del consenso che è diventata la Santa Madre vaticana. Non abbiamo mai sentito, mai, nessun vicario di Cristo piangere una lacrima per i bambini polverizzati dai droni in Afghanistan. Sarà che laggiù non ce ne sono battezzati cattolici. E non abbiamo neppure mai visto un vescovo di Roma, uno che sia uno, puntare il dito di condanna contro l’Impero del Bene occidentale come fece Woityla contro l’Impero del Male comunista. Troppi interessi da difendere nelle diocesi Usa e nella vecchia Europa.
Preferisco mangiare di gusto e tenermi in forze per fare ciò che posso, nel mio caso scrivere e divulgare chi scrive che la guerra alla Siria non è altro che l’ennesima aggressione illegittima e prevaricatrice degli Stati Uniti e dei suoi reggicoda. Digiunassero pure, i fan di Bergoglio. Sperando che l’ispirazione divina, oltre che far divampare la fede, li illumini anche nella ragione, madre della giustizia.
Alessio Mannino
http://www.ilribelle.com
6.09.2013
Per gentile concessione de “La Voce del Ribelle”
La Voce del Ribelle è un mensile – registrato presso il Tribunale di Roma,
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DIGIUNARE non serve a nulla sull’eventualità che una guerra scoppi o meno: proprio per questo il Papa ha avuto la bell’idea di mobilitarci: per non fare (lui e noi) nulla! quindi il papa è “molto politico” e zero spirutuale sennò il digiuno lo consiglierebbe molto più frequentemente, serve allo spirito e alla salute … parola mia che mangio salumi e formaggi con continuità e soddisfazione ma anche … di certi miei amici vegani (ma non per questo) che sono d’accordo su quanto detto sopra!
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La questione è un pò complicata. Le motivazioni per digiunare possono essere varie (appello di una personalità, religiose, politiche ecc.) ma l’effetto finale del digiuno penso sia uno: la repressione da parte della persona di quello che è l’istinto numero uno che un essere vivente ha su questo pianeta: il bisogno di mangiare (poi vengono gli altri). Chi riesce a digiunare può quindi dire a se stesso: la mia volontà è più forte del mio corpo, io lo comando. Questo per il tempo in cui ci si è decisi (o si riesce) a digiunare. Se qualcuno ha idee diverse…. benvenuto. E’ facile digiunare oggi da noi? Credo di no. E questo per due principali motivi (chi ne ha altri può integrare). Il primo è che la storia umana è una storia di ricorrenti carestie (le cause sono state le più varie) per cui è un comportamento rinforzato quello di mangiare il più possibile, e acquisito quello di fare il più possibile scorte. Il secondo è che siamo in una società dell’opulenza dove la vita in fondo in fondo è veramente comoda: ci alziamo la mattina e facciamo colazione, poi prendiamo il caffè in ufficio (per chi lavora), poi c’è la pausa pranzo, poi lo spuntino pomeridiano, poi la cena e per finire ci concediamo qualche assaggino della buona notte. Questo ogni giorno. Insomma il digiuno è un’impresa un pò dura di questi tempi, soprattutto quando l’abitudine ti fa già sentire male solo dopo che stai in ritardo di un ora sull’ora usuale del pasto. Ecco allora che la tua capacità di digiunare lo puoi considerare come una specie di termometro: misura in che grado la persona ha in potere il proprio corpo, in proporzione al tempo e alla frequenza con cui riesce a digiunare. Ed è mio parere che se uno riesce a mettere a bada l’istinto numero uno (naturalmente siamo fatti di carne, non possiamo digiunare all’infinito), possa mettere a bada (chi più e chi meno) anche i restanti istinti (che vengono dopo). Detto in altre parole, sa che in ogni momento, se vuole, può dominare il proprio corpo e questo per qualunque necessità che il corpo voglia sia soddisfatta (ma anche necessità psichiche). E ora all’articolo: come detto prima il digiuno può avere diverse motivazioni. Nel caso di quello proclamato dal Papa, la motivazione è religiosa. Si tratta di una “giornata di digiuno e di preghiera indetta da Papa Francesco per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero ” (e qui debbo prendere atto che l’autrice scrive “contro la guerra” che è un concetto molto più ristretto). Ebbene, che collegamento potrebbe avere il digiuno con il favorire la pace? Credo che per il cristiano digiunare vuol dire rendere un sacrificio a Dio, rinunciare ad un atto materiale gratificante per sè e questo in onore di Dio. Così facendo la benevolenza di Dio scenderà tanto più copiosa su questa Terra (chiaramente scacciando il negativo influsso del Maligno), quanto più saranno le persone che compieranno questo atto di sacrificio (così riconoscendolo come il loro unico Dio) e tanto più grande è la volontà di queste persone di condurre una vita che sia ispirata secondo i suoi comandamenti (se anche questa non è la motivazione addotta normalmente , spero che sia sufficiente e ragionevole, e se qualcuno sa le vere ragioni, mi farebbe piacere conoscerle). E si badi bene: Gesù rifiutò di accettare tutti i regni della terra al termine dei quaranta giorni di digiuno (tanto doveva durare la sua prova), cioè quando il suo corpo necessitava urgentemente di cibo e acqua, e le sue capacità di resistenza umana era, si presume, allo stremo). “E l’ateo che non ci crede?”, dice l’autrice. Beh, mettiamola così. Come detto sopra, chi riesce a digiunare è in grado di dominare tutti i propri istinti. Se una persona riesce a digiunare, allora riuscirà anche a dominare la sua sete spropositata di ricchezze (vi viene in mente per caso perchè mentono?); se riesce a digiunare riuscirà anche a limitare la sua ricerca di potere a tutti i costi (credo che mentano anche per questo); se riesce a digiunare riuscirà a limitare la sua pulsione sessuale, se questa è eccessiva; se una persona riusce a digiunare riuscirà anche a capire cosa vuol dire non poter mangiare perchè si è poveri e, avendo provato lui stesso cosa voglia dire non mangiare, tenderà a dare di più in beneficenza. Quest’ultimo punto è importante: chi digiuna tenderà a provare empatia per il prossimo. Credo che se le persone faccesero questo, beh…. vivremmo in un mondo migliore. Certo, per ottenere la pace in Siria forse è troppo tardi (spero sinceramente di no), ma per costruire un mondo migliore nel futuro, siamo ancora in tempo. Ma purtroppo debbo affermare che non è questa la realtà oggi: noi di fatto non siamo più in grado di frenare i nostri istinti . E se per soddisfarli qualcuno muore (o ne viene danneggiato), non ci sentiamo colpevoli: è il sistema che funziona così (che è stato appunto fatto così in maniera da deresponsabilizzarci attraverso una catena di eventi causali ma non più diretti). Ormai viviamo in una società di indifferenti, dove la persona (sfortunata) è stata retrocessa a optional (se si suicida per la disperazione, cosa ce ne importa?), una società poco attenta ai bisogni degli altri e soprattutto centrata primariamente su noi stessi. Inutile dire che una società come questa è disumanizzata (ci siamo scomposti quando abbiamo saputo che gli interventi umanitari in Iraq e Libia hanno causato decine di migliaia di morti? No davvero, anzi abbiamo pensato: “che si umanitarizzi ancora di più”). Questo risultato, credo, è stato provocato dalla società dell’abbondanza in cui abbiamo vissuto (altri devono lavorare come schiavi per noi, perchè noi dobbiamo avere a poco prezzo l’ultimo telefonino uscito sul mercato), dalla televisione (la quale ci ha sempre raccontato – e ci sta raccontando nel caso della Siria – delle menzogne e in più ci rende anche insensibili alle carneficine che vanno sotto il nome di “interventi umanitari”), il cinema (dove ultimamente quando si uccide qualcuno nel teleschermo, il suo sangue vola a decine di metri – l’importante è che però non esca dagli schermi e macchi il nostro vestito appena lavato).Concludendo: non credo che l’appello del Papa, che è stato esteso anche agli atei, sia un appello inutile. Il fatto che l’ateo non crede a Dio, non vuol dire che Dio non possa esistere. Tenuto conto che la cosa è controversa, sta nelle possibilità che Dio esista e quindi sta anche nelle possibiltà che un atto in sua devozione sia bene accetto a Questo e ricompensato. E se anche questo non viene considerato plausibile (chiaramente ognuno fa quel che gli pare giusto), spero di aver dato degli argomenti convincenti del perchè digiunare comunque aiuterebbe la nostra società nel lungo termine. Tra l’altro il digiuno aiuta il corpo a disintossicarsi (si possono prendere anche delle tisane contemporaneamente che aiutino questo processo) e aiuta a contenere il peso corporeo: cose non da poco in questa società dell’abbondanza. Per quanto riguarda il silenzio del Papa in occasione dell’invasione dell’Afganistan sono d’accordo con l’autrice.
PRIMI PASSI, IN ATTESA DI UN’ APOCALISSE?
Alt-Market.com
Da anni ho accuratamente cercato di ipotizzare i passi più probabili che potrebbero portare al crollo degli Stati Uniti, e parte importante di questa analisi tratta della destabilizzazione economica causata dalla perdita di “status di valuta-di-riserva” mondiale del dollaro e del petrodollaro.
Ho anche sempre detto chiaramente che l’avvento di questa crisi fiscale non si sarebbe verificato nel bel mezzo di un vuoto politico. Le banche centrali e le finanziarie internazionali che hanno creato il disastro in corso e ancora in crescita non hanno nessuna intenzione di permettere che la distruzione dell’economia americana, del dollaro, o dei mercati globali avvenga senza un evento di copertura progettato apposta per nascondere la loro colpevolezza. Deve succedere qualcosa di grande. Qualcosa di così grande che l’uomo medio si senta sopraffatto dalla paura e dalla confusione. Un trucco con tanto di fumo e di specchi magici che in modo crudo e impersonale lasci sconvolta tutta la popolazione della Terra, ipnotizzata e incapace di comprendere da dove provenga l’incubo che sta vivendo.
Le élite hanno bisogno di far succedere una Apocalisse.
Adesso mettiamoci la Siria …
Era tanto che mettevamo in evidenza il rischio siriano, per il patto di mutua difesa stretto con l’Iran, i suoi forti legami con la Russia, la base navale russa al largo delle sue coste, le moderne armi russe custodite nei suoi arsenali, la prossimità fisica alle vulnerabili condotte petrolifere, tutti fattori che rendono questa nazione un catalizzatore perfetto per una catastrofe globale.
La guerra civile in Siria sta si già diffondendo nei paesi vicini, come l’Iraq, la Giordania e il Libano, e se si guarda ai fatti oggettivamente, tutta la guerra è il risultato delle operazioni segrete degli Stati Uniti e dei suoi alleati.
Gli Stati Uniti hanno addestrato, armato e finanziato l’insurrezione usando al-Qaeda. Anche l’Arabia Saudita ha mandato soldi e armi. Israele ha aiutato i ribelli con i suoi raid aerei dentro i confini siriani (anche se questo significa che il governo israeliano sta essenzialmente aiutando i suoi presunti nemici mortali).
Oggi questa guerra NON ci sarebbe senza gli sforzi espressi dell’Occidente. Punto.
Chiunque provasse a fare un breve esame della rivolta siriana, si troverebbe davanti una organizzazione di mostri. Miserabili spiriti vuoti e amorali i cui crimini sono stati accuratamente documentati, come le esecuzioni di massa di soldati inermi, come la tortura e la decapitazione di civili innocenti, come la mutilazione e il cannibalismo di corpi morti, e l’ introduzione di una tirannia teologica su una popolazione terrorizzata. Gli Stati Uniti hanno creato e scatenato questi demoni e ora la Casa Bianca chiede a noi, al popolo, di sostenerla autorizzandola ad usare la forza delle armi.
Ma che vogliamo fare … ?
Il punto di arrivo, secondo me, è quello di trasformare completamente i sistemi politici, economici e sociali del mondo. Il punto di arrivo è provocare una paura straziante, una paura che può essere utilizzata come motivazione per spingere verso quello che i globalisti chiamano, un “nuovo ordine mondiale”. La Siria è il primo pezzo di un domino di una lunga catena di calamità; quella che la Rand Corporation a volte definisce la “chiave di volta”. Mentre io scrivo, l’amministrazione Obama sta mettendo in posizione di combattimento le forze navali e di terra e ci chiede a gran voce, ma in modo dolorosamente patetico, che quel 90% del pubblico americano che si sta “sbagliando” si renda conto finalmente che è necessario un attacco alla Siria. Sembra che tutto l’establishment sia determinato ad innescare questa reazione a catena ed accelerare il crollo del mondo.
Quindi, se dovessero attaccare, che ci possiamo aspettare nei prossimi anni ?
Facciamo qualche ipotesi…
1. Molti alleati degli Stati Uniti si asterranno da una partecipazione immediata all’attacco contro la Siria. Obama continuerà unilateralmente (o con l’appoggio di Israele e Arabia Saudita), facendo mettere ancora più enfasi sugli Stati Uniti come causa principale della crisi.
2. Obama tenterà di placare le proteste della popolazione limitando gli attacchi ai soli missili, anche se questi lanci saranno molto meno efficaci rispetto alle precedenti guerre in Iraq e Afghanistan.
3. Sarà decretata una no fly zone, ma la marina degli Stati Uniti cercherà di rimanere fuori dal raggio di copertura dei missili russi ad alta tecnologia, di cui dispone la Siria e questo allungherà i tempi di reazione alle Air Force siriane. Qui c’è da aspettarsi molte più vittime che in Iraq e in Afghanistan.
4. L’Iran manderà immediatamente truppe e armi a sostenere la Siria, che si trasformerà in uno sconcertante pantano dove si combatterà più per difendere le ideologie che per puri motivi politici o per difendere i confini. Le battaglie si estenderanno anche in altri paesi, segretamente e apertamente, proprio come in Vietnam.
5. Israele sarà probabilmente la prima nazione a inviare truppe di terra ufficiali in Siria (e probabilmente anche l’Iran), motivando l’intervento con la mancanza di efficacia degli attacchi aerei USA. Le truppe americane arriveranno subito dopo.
6. L’Iran colpirà lo stretto di Hormuz, affondando qualche nave da carico per bloccare il passaggio e punterà i suoi missili oceanici contro qualsiasi imbarcazione che tenterà di rimuovere le macerie. Le esportazioni di petrolio attraverso lo Stretto di Hormuz si fermeranno per mesi, provocando un taglio del 20% nella fornitura mondiale di petrolio, dall’oggi al domani.
7. La guerra civile egiziana, ora in corso, ma ignorata dai mainstream, esploderà per tutta la maggiore rabbia che provocherà la presenza degli Stati Uniti in Siria. Il Canale di Suez diventerà più pericoloso per gli esportatori di petrolio. Molti opteranno per passare da Capo Horn, impiegando due settimane in più per il trasporto e facendo aumentare il costo del petrolio.
8. In Arabia Saudita scoppieranno quelle rivolte insurrezionali che sono latenti da anni.
9. I prezzi della benzina andranno alle stelle. Credo che potranno aumentare dal 75 al 100 % entro due-tre mesi da qualsiasi intervento contro la Siria.
10. Viaggiare diventerà difficile, se non impossibile, per i costi troppo alti della benzina. Quel poco della nostra fiorente economia, che consentiva di spendere qualche dollaro per andare in vacanza, finirà. L’acquisto delle case crollerà ancora di più per i costi eccessivi che ogni famiglia dovrà affrontare per la mobilità.
11. La Russia minaccerà di ridurre o di interrompere tutte le esportazioni di gas naturale verso i paesi della UE se tenteranno di appoggiare gli Stati Uniti nell’aggressione contro la Siria. L’UE obbedirà per la sua dipendenza dall’energia russa.
12. La Russia posizionerà forze navali nel Mediterraneo per mettere pressione sugli Stati Uniti, anche se la possibilità che la Russia avvii un confronto diretto con gli Stati Uniti è limitato, soprattutto perché paesi come Russia e Cina non hanno bisogno di esibire la forza delle armi per sferrare un pugno micidiale.
13. La Cina e la Russia finalmente annunceranno la loro decisione di abbandonare completamente il dollaro come valuta di riserva mondiale. Un processo che è già iniziato dal 2005, e che le banche globali ben conoscono da anni.
14. Dato che la Cina è il primo esportatore e importatore mondiale, molte nazioni si accoderanno nel dumping del dollaro per gli scambi bilaterali. Il valore del dollaro imploderà. Di questo verranno incolpate la Cina, la Russia e la guerra in Siria, mentre le banche mondiali, tra cui la Federal Reserve, non verranno riconosciute come i veri colpevoli.
15. La combinazione di prezzi dell’energia alti e svalutazione del dollaro colpirà fortemente i prezzi delle merci al dettaglio. I prezzi di tutti i beni potranno raddoppiare e molte merci di importazione cominceranno a sparire dagli scaffali.
16. I senzatetto cresceranno in modo esponenziale, come pure i tagli ai programmi sociali, tra cui i buoni pasto. Tuttavia, il benessere non scomparirà, sarà semplicemente “regolato” per soddisfare obiettivi diversi. I senzatetto saranno trattati come criminali, ma non si vedranno bande di emarginati senza lavoro, come durante la Grande Depressione. Nel corso di una crisi moderna le Agenzie statali e federali li terranno “lontano dagli occhi, lontano dal cuore” con una politica a favore degli indigenti, che li costringerà a vivere accettando “una protezione” o altri sistemi burocratici per condizionarli fino ad accettare uno status di rifugiato, dipendente dagli scarti federali, e prigioniero in campi federali dove non creeranno problemi.
17. Gli attacchi terroristici (false flag o altro) si diffonderanno a macchia d’olio. Israele sarà altamente sensibile, negli Stati Uniti si potranno vedere una serie di attacchi, tra cui attacchi informatici sulle infrastrutture e sarà sempre colpa della Siria e dei suoi sostenitori, indipendentemente dalle prove. La Casa Bianca approverà leggi per avere più poteri autoritari, tra cui l’interruzione della validità del Patriot Act, del NDAA, ecc…
18. Ufficialmente non sarà dichiarata la legge marziale, ma sulle strade d’America la si sentirà aleggiare.
19. Falsi paradigmi invaderanno i mainstream e si cercherà di dividere i cittadini americani. Il conflitto verrà dipinto come guerra di musulmani contro cristiani, di neri contro bianchi, di poveri contro ricchi (ma, ovviamente non contro le élite super-ricche). Gli attivisti dei movimenti per la Libertà saranno chiamati “traditori” perché “minano la credibilità del governo” in un momento di crisi. I neo-conservatori daranno tutta la colpa a Barack Obama e i Neo- liberali diranno che i conservatori “dividono la gente”. Gli attivisti dei movimenti ripeteranno che tutte e due le parti sono burattini della stessa cabala internazionale e li chiameranno “traditori” di nuovo e l’establishment cercherà di convincere gli americani a scaricare tutta la rabbia sul loro vicino.
20. L’apparato di Difesa Nazionale verrà radicalmente trasformato e si concentrerà esclusivamente contro i “nemici interni”. Il potere della TSA sarà imposto sulle autostrade e sulle strade delle città, la polizia locale sarà completamente federalizzata e la Northcom schiererà i soldati dentro i confini degli Stati Uniti per far fronte alla pericolosa resistenza interna dei cittadini USA. Il Totalitarismo diventerà normale.
E noi che possiamo fare ?
Comunque credo che il crollo non sarà totale. Il governo non scomparirà, anzi, diventerà sempre più dominante nei suoi atteggiamenti. Qualche ceto del paese manterrà i suoi privilegi, mentre altri cadranno a pezzi. Il FMI si muoverà per “aiutare” la sofferente economia americana legandola ai finanziamenti dei DSP (diritti speciali di prelievo). L’economia americana sarà assorbita dal FMI. Le garanzie costituzionali saranno completamente cancellate nel nome di “law and order”, con la promessa che la perdita dei diritti civili sarà “solo temporanea”.
Se gli Stati Uniti colpiranno la Siria, e si rifiuteranno di svincolarsi, è questo quello che potrà accadere. Quindi, la prossima domanda è che cosa possiamo fare?
( NdT : L’elenco che segue è stato sintetizzato per non somigliare troppo ad uno di quei MANUALI AMERICANI del tipo “12 cose per sopravvivere a qualsiasi catastrofe”)
1. Dato che con questa crisi i prezzi delle risorse energetiche diverranno esageratamente alti, ogni americano dovrebbe stoccare riserve di energia. Olio per i motori, benzina, gasolio, gas propano, ecc. e poi un generatore. “Compra ora, prima che sia troppo tardi.”
2. Energia solare. Un paio di pannelli da 100 watt, un inverter, un regolatore di carica e le batterie necessarie costano meno di $ 1000. Non bastano per tutta casa, ma almeno alimenteranno qualche elettrodomestico ecc…
3. Internet, come è oggi, non esisterà più. La Casa Bianca ripristinerà il preesistente sistema per le comunicazioni federali limitando l’uso di internet e se ci sarà un attacco informatico, comincerà con controlli federali su tutta la rete. Il web probabilmente continuerà ancora a funzionare, ma solo pochi siti e server di posta elettronica saranno classificati “sicuri” e questo creerà un ritardo nella rapidità e nell’ efficienza delle comunicazioni togliendo di mezzo i media alternativi.
4. Sbarrare porte e finestre con spranghe di sicurezza per scoraggiare dalle aggressioni e per non permettere a nessuno di entrare in casa senza permesso.
5. Imparare subito un mestiere utile. Se non si sa già riparare da soli tutto quello che ci serve, bisogna impararlo nei prossimi sei mesi. Il baratto diventerà il principale mezzo di pagamento se dovesse crollare il dollaro.
6. Quando crolla tutto nessuno è al sicuro, tutto potrebbe ridursi in cenere in poche ore. Procurati scorte anche in un altro luogo sicuro, per ogni evenienza.
7. Trovare subito almeno un paio di amici disposti a collaborare, ad assistersi reciprocamente e a difendersi, senza aspettare di cercarli quando le cose andranno male veramente.
8. Comprare scorte di cibo per sei mesi.
9. Creare un orto in giardino, comprare tanti semi e tanti manuali su come coltivare.
10. Se i vicini non vogliono collaborare, è meglio andarsene a vivere fuori, in una casa insieme a gente con cui ci si intende.
11. Addestramento tattico in tre mesi. Imparare a muoversi, a sparare e a comunicare come squadra. Scopri oggi i tuoi punti di forza e di debolezza, per non subire conseguenze domani.
12. Imparare a gestire la tensione mentale ed emotiva di qualcuno che voglia farti del male ed abituarsi all’idea che qualcuno, a un certo punto, probabilmente vorrà farci fare qualcosa che non vogliamo fare. Restare freddi e mantenere saldi i propri principi, senza permettersi di sentirsi una vittima.
La tensione sarà palpabile
Come ho detto molte volte, ci sarà da combattere. Non c’è scampo ma questa lotta dovrà essere combattuta con intelligenza, senza mai dimenticare chi è il vero nemico.
Se scoppierà una rivoluzione e Obama dovesse perdere il controllo, le stesse istituzioni potrebbero semplicemente far scattare un colpo di stato dei Neo-Con o dei militari per ammansire le masse e ingannare stupidi costituzionalisti facendo credere che in questo modo hanno salvato lo Stato.
Proporranno alle masse qualche soluzione inutile, come una nuova leadership, composta però sempre dalle solite vecchie mummie delle elite, metteranno le mani sulla costituzione, o parleranno di una secessione limitata (che comunque non faranno mai). Tutte queste false soluzioni avranno lo scopo di ingannare la gente e farle allentare la guardia, distraendola dalla voglia di chiedere giustizia contro le organizzazioni globali, o per fiaccare la resistenza di comunità, regioni e stati autosufficienti, che, se continuassero per quella strada, potrebbero dare un esempio e far comprendere l’inutilità di tutta l’aggressività dell’establishment.
Temete chi si propone a governarvi. I veri leader sono gli insegnanti, non gli oligarchi, e raramente questi accettano un compito senza pensarci bene. Non fidatevi mai di chi non dà seguito immediato, con azioni concrete, alle sue promesse. E non dimenticate mai che non si combatte per abbattere un tiranno, ma si combatte per la libertà costituzionale. Le due cose devono andare insieme o non si arriverà mai a una vera vittoria.
Anche se in tempi come questi è difficile vederle: ci sono davvero cose buone a questo mondo. Ci sono gli ideali, le aspirazioni, le visioni e l’amore per cui vale la pena di mantenere alta la testa, di lottare e di morire.
Ci sarà un futuro degno per cui lottare, anche se arriverà alla fine di una lunga notte.
Ci sono i sogni nel cuore degli uomini che devono realizzarsi. Non dobbiamo combattere solo per quello che è oggi l’umanità, ma per quello che vogliamo che diventi domani.
La marea cambia, può anche sommergere tutto, può provocare un caos insostenibile, fino a far sembrare che il mondo sia irriconoscibile. Oggi chi sta cercando di dominare il mondo crede di essere una costante unica, crede che non ci sia nessuna alternativa, ma col tempo, la luce fioca della tirannia diventerà sempre più pallida, fino ad essere offuscata dalla luce della libertà. Preparatevi, onorevoli dei Movimenti per la Libertà, il nostro lavoro è appena iniziato.
Brandon Smith
Fonte: Alt Market.com
Link: http://www.lewrockwell.com/2013/09/brandon-smith/the-next-stage-of-collapse
3.09.2013
Traduzione per ComeDonChisciotte.org a cura di Bosque Primario
Area-51, report segreto fa cadere il mito ufologo
Il governo americano ha reso noto il contenuto di un documento finora top secret, che riguarda però lo sviluppo dell’aereo spia U-2; nessun riferimento ad alieni o navicelle spaziali nella base
10:50 – Per la prima volta, cade un po’ del velo di segretezza che da sempre circonda l’Area 51. L’entusiasmo iniziale di ufologi e appassionati di cultura extraterrestre è però destinato a scemare, visto il contenuto del documento pubblicato dal governo americano. Finalmente è arrivata infatti l’ammissione che nella base del Nevada sono stati condotti esperimenti segreti, ma senza alcun riferimento a forme di vita aliena.
La missione universale della Chiesa
Carissimi lettori,
vi propongo un messaggio di San Pietro apostolo del 21 agosto 2012. Molti di voi lo conoscono già perché è tratto dal libro “2012 La scelta decisiva dell’umanità”, scritto insieme a Tomislav Vlašić e di recente pubblicato dalla casa editrice “Luci dell”Esodo”.
Abbiamo pensato di pubblicarlo sul sito per dar modo anche a coloro che non hanno letto il libro citato di conoscere i contenuti di questo messaggio che ritengo di estrema importanza. Infatti, le parole di San Pietro danno finalmente risposta ad una domanda che mi sono sentita rivolgere un’infinità di volte: “Perché la Chiesa non ha mai parlato della vita su altri pianeti”? Penso che dal messaggio potrete capire molte cose, sulle quali rifletterete nella libertà della vostra coscienza.
Vi saluto e vi benedico in Cristo. Dio vi dia pace.
Stefania Caterina
Messaggio di San Pietro apostolo del 21 agosto 2012
La missione universale della Chiesa
“Fin dall’inizio, Gesù ci ha parlato della vita nell’universo. A noi, suoi apostoli, aveva preannunciato la futura missione di portare il suo messaggio di salvezza, non solo ai popoli pagani della Terra, ma anche agli altri popoli dell’universo, molti dei quali non erano neppure a conoscenza dell’esistenza del vero Dio. Non erano discorsi tanto nuovi, perché il popolo eletto già da molto tempo aveva intuito l’esistenza di altri uomini nell’universo. Questa intuizione era stata confermata in diversi modi, sia dalle parole dei profeti, sia dall’esperienza del popolo stesso, in occasione di eventi straordinari cui aveva assistito nel corso della sua storia. Questi avvenimenti attestavano inequivocabilmente l’intervento di esseri ben diversi dagli angeli, esseri potenti e buoni, che più volte avevano aiutato il popolo eletto nel suo lungo cammino di preparazione alla venuta del Messia. Benché si trattasse di un popolo ancora primitivo, tuttavia era stato preparato nello spirito da Dio. Oggi voi avete più conoscenze scientifiche, ma siete meno pronti a credere, perché vi fidate troppo della vostra conoscenza. Ai miei tempi avveniva il contrario: non avendo molte conoscenze, gli uomini erano maggiormente predisposti a credere, e Dio insegnava molte cose nel segreto dei cuori. Non dimenticate che la vera fede è anche conoscenza delle leggi di Dio, e le leggi di Dio non sono solo prescrizioni morali; sono anche leggi spirituali e fisiche che governano tutta la creazione.
Posso dire che eravamo preparati all’idea di non essere soli nell’universo. L’insegnamento di Gesù veniva a confermare l’esistenza di altri fratelli; ci metteva in grado di capire, finalmente, ciò che il Padre aveva creato, ciò che era avvenuto col peccato originale, e ciò che il Padre desiderava fare, per mezzo del suo Cristo, al fine di riportare i suoi figli a lui, rendendoli degni del suo Regno.
L’insegnamento di Gesù sull’universo faceva parte di quelle cose che egli ci spiegava a parte, quando stavamo da soli con lui; infatti, era necessario che comprendessimo bene questa realtà delicata, per poterne un giorno parlare. La predicazione alle folle, invece, era diversa, perché la gente che ascoltava Gesù, chiedeva luce e conforto nelle difficoltà della vita, aveva bisogno della sua misericordia. Gesù era così diverso dagli scribi e dai farisei, freddi e implacabili custodi della Legge.
Noi custodivamo le cose che Gesù ci rivelava; ci aprivamo, a poco a poco, alla grande realtà della creazione, consapevoli della portata di simili rivelazioni. Eravamo semplici e credevamo in Gesù, non eravamo turbati. Solo Giuda Iscariota era spesso a disagio di fronte alle parole di Gesù; temeva la reazione dei farisei, perché era ambizioso, e pensava al regno di Dio come ad un regno umano, dove avrebbe potuto avere un posto d’onore. Perciò si sentiva minacciato dalla presenza di altri uomini, respingeva l’idea di condividere con loro i suoi futuri privilegi.
Dopo la sua morte e risurrezione, Gesù si è trattenuto ancora a lungo con noi, rivelandoci altre cose che prima non saremmo stati in grado di comprendere.[1] In seguito, con la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste, siamo stati confermati interiormente in tutto ciò che Gesù ci aveva insegnato. Lo Spirito Santo ci ha resi forti, ed ha impresso definitivamente nel nostro spirito le parole ed il pensiero di Cristo.[2]
Come era prevedibile, già all’inizio della nostra predicazione, l’odio di Lucifero si è scatenato contro di noi; ma eravamo uniti fra noi, e la preghiera di Maria, Madre di Gesù, ci sosteneva particolarmente. Vorrei che comprendeste bene che cosa era per noi, e che cosa è per voi la preghiera della Madre: attraverso di lei, fluiscono la luce e la potenza di Dio. Senza di lei, avremmo difficilmente potuto affrontare la tremenda reazione dei sacerdoti, degli anziani, degli scribi e dei farisei, che vedevano minacciato il loro potere, e sconvolta la loro dottrina. Ci presentavano al popolo come persone ignoranti della Legge, bestemmiatori e seguaci di una dottrina contraria a Dio e alla fede del popolo di Israele.
Ciò di cui parlavamo era realmente sconvolgente, e non solo per i Giudei. Predicavamo un Dio sceso in Terra, morto e risorto. Parlavamo della redenzione operata da Gesù come di una realtà immensa che superava i confini della Terra. Gesù era stato chiaro con noi: i cristiani della Terra avrebbero dovuto portare l’annuncio della salvezza a tutto l’universo,in qualità di testimoni della morte e della risurrezione di Cristo. Gesù stesso li avrebbe messi in grado di svolgere tale missione, servendosi di altri popoli dell’universo, fedeli a Dio, che sarebbero venuti in aiuto della Chiesa terrestre; l’avrebbero affiancata nell’annuncio, mettendo a disposizione mezzi e conoscenze per percorrere l’universo, cosa che essi fanno da sempre. La comunione con i popoli fedeli a Dio e la missione svolta insieme, avrebbe permesso al regno di Dio di espandersi rapidamente nell’universo, e avrebbe garantito all’umanità della Terra un grande progresso, un vero salto di civiltà. Tutto questo ci era chiaro e cercavamo di comunicarlo al popolo come potevamo, cercando di non intimorire troppo quella gente povera e primitiva.
Gesù ci veniva incontro in ogni modo; secondo quanto ci aveva promesso, egli era con noi in spirito e ci guidava. Molti miracoli si compivano attraverso di noi, e noi stessi venivamo di giorno in giorno rafforzati. Poi avvennero due fatti molto importanti, non solo per noi ma per la Chiesa intera. Il primo fu la visita di alcuni fratelli dell’universo fedeli a Dio, l’altro fu la conversione di San Paolo. Il primo episodio non vi è mai stato riferito, l’altro sì. Questi due avvenimenti segnarono una svolta nella vita della Chiesa.
Non molto tempo dopo la Pentecoste, mentre eravamo riuniti a pregare, si presentarono a noi alcuni fratelli e sorelle, provenienti da diversi pianeti fedeli a Dio. Oltre a noi apostoli, era presente la Madre di Gesù ed altri discepoli e discepole. Gli uomini e le donne di quei pianeti si presentarono come nostri fratelli, incaricati da Gesù di aiutarci in tutto e di affiancarci nella delicata missione di evangelizzare l’universo. Erano simili a noi, eppure il loro corpo possedeva qualità a noi sconosciute; ci colpì il fatto che vennero da noi a porte chiuse come aveva fatto Gesù.Per prima cosa si inginocchiarono di fronte a Maria, la Madre del Signore, e la ringraziarono a nome delle umanità fedeli, poi le chiesero la benedizione.
Ci abbracciarono e si rivolsero a me in modo particolare,quale anziano della Chiesa, incaricato da Gesù stesso di radunare il suo gregge. Sapevano ogni cosa che Gesù ci aveva detto. Ci parlarono della vita sui loro pianeti, delle loro esperienze, di ciò che avrebbero potuto fare per noi. Si misero a mia totale disposizione, per ricevere da me le indicazioni su cosa fare. Rimasi ammirato dalla loro umiltà: quegli uomini, che parevano potenti come angeli, chiedevano a me, umile pescatore di Galilea, cosa fare. Mi sentivo impreparato e lo dissi; mi risposero di non temere, Gesù mi aveva scelto per quel compito e mi avrebbe dato ogni grazia; loro erano lì per collaborare pienamente all’azione di Dio in me e attraverso di me. Si mettevano a servizio del popolo di Dio sulla Terra, per permettere alla Chiesa nascente di annunciare a tutto l’universo il messaggio del Vangelo, secondo la missione affidatale da Dio. Ci avrebbero aiutati spiritualmente e fisicamente, per preparare anche i nostri corpi a muoversi nello spazio; tra loro c’erano sacerdoti, scienziati e medici.
Eravamo tutti avvolti dalla potenza dello Spirito Santo: era l’incontro tra fratelli che si amavano, figli dello stesso Padre, uniti fra loro in Cristo, sotto lo sguardo di Maria Santissima. Li accolsi, e mi dichiarai personalmente pronto a fare ciò che il Signore mi avrebbe chiesto. Accettai con gratitudine la loro collaborazione. Lo stesso fecero gli altri apostoli e discepoli; eravamo un cuor solo e un’anima sola. Ricordo bene che la Madre di Gesù sorrideva, felice di questo incontro. Eravamo certi che quel giorno indimenticabile avrebbe segnato l’inizio di un cammino di trasformazione e di elevazione, non solo per la Chiesa, ma per tutta l’umanità della Terra. Era stato gettato il seme della creazione nuova, anche se eravamo coscienti dell’enormità di ciò che si apriva davanti a noi.
I fratelli dell’universo che ci avevano visitato, ci ringraziarono della nostra adesione, ci benedissero; ci dissero, però, che non era sufficiente il nostro sì personale: occorrevache il popolo dei fedeli fosse informato della loro visita, e che accettasse pienamente la loro collaborazione. Il Signore desiderava che la Chiesa fosse unanime e libera nelle sue scelte. I nostri fratelli avrebbero atteso una risposta, accettando la volontà della Chiesa, qualunque fosse stata. Ci impegnammo ad informare i fedeli di tutto questo.
La conversione di San Paolo segnò una tappa ulteriore. Il Signore lo aveva chiamato ad annunciare il Vangelo ai pagani, non solo della Terra ma dell’intero universo. San Paolo aveva ben chiaro il piano di Dio, ed era stato istruito particolarmente dallo Spirito Santo sulle realtà del cosmo, aveva vissuto molte esperienze straordinarie al riguardo.Era pronto all’evangelizzazione di tutte le genti dell’universo. La profondità del suo spirito e la potenza del suo pensiero resero la sua predicazione indispensabile per presentare ai credenti e ai non credenti l’opera compiuta da Gesù.
L’apostolo Paolo possedeva una forte personalità, e non ammetteva indugi nell’affrontare le cose: pregava, rifletteva e agiva rapidamente. Per questo, desiderava al più presto parlare ai fedeli della vita nell’universo e della missione della Chiesa, e metterli di fronte alla scelta se accettare o meno questo aspetto, per partire al più presto nella missione che ci attendeva. Io ero più prudente: pensavo fosse giusto, dapprima, consolidare la Chiesa nella sua missione sulla Terra e, nel frattempo, istruire i fedeli sulle realtà più ampie dell’universo; non volevo creare panico né anticipare troppo i tempi. Sapevo che molti non avrebbero compreso.
Tra San Paolo e me non ci fu mai dissidio, ma solo diversità di vedute; lui era l’uomo istruito nelle cose di Dio, tutto rivolto verso il cielo, capace di elevarsi fino alle più alte vette dello spirito.[3] Io ero il pescatore di Galilea, uomo concreto e pastore di un gregge vario e ancora debole. Decidemmo di rimettere la decisione al collegio degli apostoli. Prevalse una linea di prudenza: informare dapprima coloro che erano più forti nella fede e di mentalità più aperta, e poi il resto del popolo. Nel frattempo, avremmo osservato lo sviluppo della Chiesa per comprendere come procedere. San Paolo, da uomo di Dio quale era, si rimise alla nostra decisione, chiedendoci soltanto di potersi dedicare,in modo specifico, ai pagani della Terra, per istruire anche loro e preparare il terreno favorevole per la futura missione.
Al di là delle diversità di opinioni, a tutti noi apostoli era chiaro che la missione della Chiesa a favore di tutto l’universo era un aspetto fondamentale dell’azione del popolo di Dio. Un’azione che rischiava, altrimenti, di rimanere circoscritta alla Terra, con gravi conseguenze per il progresso spirituale e materiale dell’umanità. Dunque, cominciammo a poco a poco a parlare della realtà dell’universo a quanti giudicavamo più aperti e pronti. Molti accolsero, molti altri rifiutarono di credere e di accettare una simile realtà. Si opposero fermamente, mettendo in dubbio la nostra predicazione e cominciando a divulgare calunnie di ogni tipo, prima fra tutte quella di esserci inventati cose che Gesù non aveva mai detto. Ci trovammo ben presto in una situazione davvero difficile, che rischiava di compromettere la vita stessa della Chiesa. Non toccammo più l’argomento dell’universo per non creare scandalo, in attesa di tempi migliori.[4]
Vennero di nuovo a trovarci i nostri fratelli dell’universo; con grande dolore riferimmo loro che il popolo non era ancora pronto per una missione di così grande portata, e che occorreva ancora tempo per la maturazione della Chiesa. I nostri fratelli compresero e ci salutarono, incoraggiandoci e promettendoci la loro preghiera. Finché vissi, non li rividi mai più.
La Chiesa intanto cresceva; ad essa aderivano diverse categorie di persone: sacerdoti, nobili del popolo, gente comune, e poi i pagani convertiti. La Chiesa cominciò ad ingrandirsi e a diventare molto visibile. Di questo si accorsero anche molti potenti, ambiziosi e desiderosi di emergere in quella che sembrava delinearsi come la futura ed unica religione del mondo. Giudei, greci, romani, e molti altri ancora, entravano a far parte del popolo di Dio, portando le loro idee su come organizzare la Chiesa. Non sempre si trattava di idee nobili e disinteressate: l’organizzazione proposta serviva spesso a creare “posti di potere” a favore di questo o di quello.
Noi apostoli vedevamo in tutto questo un serio pericolo: la Chiesa correva il rischio di diventare un’organizzazione umana, basata su norme giuridiche, guidata da rigide gerarchie, dominata dai sapienti secondo il mondo e non secondo Dio, imbevuta di interessi umani. San Paolo entrò ben presto in contrasto con certi personaggi che cominciavano ad emergere nelle comunità cristiane. La sua voce si alzò molte volte, ma invano. Subì gravi persecuzioni ad opera dei nuovi “capi” della Chiesa. Anche noi apostoli fummo a poco a poco emarginati. I nostri occhi avevano visto crescere la Chiesa, ma non come avremmo pensato e sperato; soprattutto, non come la intendeva Gesù: un popolo vivo, umile, unito a Cristo, proiettato verso una realtà non solo terrestre, ma cosmica, la prima cellula del Regno di Dio che un giorno si sarebbe esteso a tutto l’universo. La Chiesa, nonostante i tanti santi e martiri che ne facevano parte, che era sotto i nostri occhi sembrava assomigliare sempre più a uno dei tanti regni della Terra, fatto di dominatori e di sudditi.
Dopo la morte di noi apostoli, molte cose cambiarono nella Chiesa. Essa si ingigantì, fino a diventare “religione di Stato”. Il suo cammino si intrecciò pericolosamente con quello dei potenti della Terra. Il resto è storia e la conoscete. Non si parlò più dell’universo, né si riferì più nulla alle generazioni future di quanto Gesù ci aveva insegnato al riguardo. I “capi” della Chiesa presero in considerazione solo la predicazione di Gesù alle folle che, ovviamente, non conteneva alcun riferimento alla vita dell’universo. Tutto il resto fu scartato. Si cercò in ogni modo di spegnere anche il ricordo di questo argomento. Per far questo, il potere politico e quello religioso lavorarono insieme, avendo un interesse comune. I potenti, che si sentivano minacciati nei loro interessi dalla presenza di altre umanità, fecero ciò che fanno tuttora: nascosero ogni notizia e stroncarono sul nascere ogni tentativo di divulgare discorsi sull’universo. La Chiesa, da parte sua, tacque e non infastidì in alcun modo i potenti di cui, nel frattempo, era divenuta amica. Il Maestro aveva detto che non si possono servire due padroni, ed aveva ragione di dirlo:quando la Chiesa diventa amica dei potenti, deve rinunciare a dire la verità. È una triste legge che vige tuttora. Osservate bene ciò che accade anche oggi, troverete sorprendenti analogie con ciò che accadde ai nostri tempi.
Questo mio discorso vi scandalizza? Vi sembra forse troppo duro? Non è così.Non vi è dubbio, infatti, che dal seno della Chiesa della Terra, nonostante le sue fragilità, sia scaturita nei secoli una grande fonte di santità. La santità di una parte della Chiesa ha posto rimedio a molte mancanze. Del resto, la vita dell’uomo della Terra è segnata dal peccato e dalla corruzione, che sono parte dell’esperienza terrena da sempre. Tuttavia la Chiesa, popolo santo di Dio, è chiamata a superare il peccato e la corruzione, mediante l’unione profonda con Gesù Cristo, colui che ha vinto il peccato, la corruzione e la morte.
L’unione del popolo al Sacrificio di Cristo è la sola possibilità data all’intera umanità di estirpare da sé il male. Spetta alla Chiesa il compito di aprire la strada della salvezza ad ogni uomo di buona volontà, mediante la potenza della grazia che le è stata donata. Perciò, ogni membro del popolo di Dio, che è la Chiesa, è chiamato ad offrire se stesso a Dio, mediante Gesù Cristo, come sacrificio vivente, in comunione con l’intero Corpo Mistico. Solo compiendo il passaggio pasquale dalla morte alla vita, sulle orme del Signore Gesù, non a parole ma nei fatti, la Chiesa vincerà la sua battaglia contro Lucifero e le sue schiere.
Vi dico, in conclusione, che la missione della Chiesa di evangelizzare l’intero universo, non è venuta meno nei piani di Dio. Egli, nella sua bontà, ha rispettato la libertà dei cristiani della Terra. Ha messo tra parentesi l’argomento della vita nell’universo, ma ciò non significa che lo abbia cancellato. Lungo la storia della Chiesa, Dio non ha cessato di inviare i fratelli fedeli a quanti erano pronti, ha rivelato a molti questa realtà nel segreto dei cuori, l’ha ricordata al suo popolo attraverso tanti profeti.
La missione della Chiesa è e resta “universale” nel senso stretto del termine, perché deve coinvolgere l’intero universo. L’egoismo dell’umanità della Terra non può condizionare per sempre l’azione dello Spirito Santo. Il tempo dell’attesa è terminato. Dio darà alla Chiesa della Terra segni inequivocabili della presenza della vita nell’universo. Si formerà un piccolo resto che accoglierà e comprenderà questi segni. Se,nonostante i segni, i potenti della Terra continueranno ad opporsi, o se la maggior parte dei cristiani si opporrà, Dio andrà avanti lo stesso. Non permetterà ulteriori ritardi.
Se il numero dei cristiani sarà sufficiente a svolgere la missione che spettava alla Chiesa fin dall’inizio, i fratelli fedeli a Dio verranno ancora per fare la loro parte, cosa che non poterono fare con noi. Se il numero dei cristiani della Terra non sarà sufficiente, se rimarrà solo un piccolo resto, Dio darà incarico ai fratelli di altre umanità fedeli di evangelizzare l’universo. Il piccolo resto della Terra si unirà a loro.
Pregate e preparatevi, per essere pronti e giudicati degni di far parte di un popolo fedele.
La mia benedizione e quella degli apostoli di Cristo sia su tutti voi e vi accompagni. Coraggio!”
[1] Cfr At 1, 2-3
[2] Cfr At 2, 1-13
[3] Cfr 2Cor 12, 1-10
[4] Cfr 1Cor 4, 9-13; 9, 1-2; 2Cor 11
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USA/Ebrei, anche loro nel loro. (non). piccolo si incazzano.
Decine di migliaia di Ebrei Ortodossi, manifestano, a New York, 9 giugno 20013, contro Israele.
http://allainjules.com/2013/06/13/video-israel-apres-leurs-photos-tres-subjectives-les-soldates-de-tsahal-publient-une-video-tres-hot/
( secondo post e video.)
neturei karta usa 9.6.2013
Video:
http://mahnishmah.com/system/scripts/modules/admin/pages/show_page.cgi?p=57939
-o0o-
Questa storia degli “Ebrei” è una di quelle che mi da più fastidio.
E’ come dire le “verdure” o gli “Italiani”.
Come se un Falascià o un Mizrahi fossero lo stesso di un Askenhazi, o come se un Joe Lieberman o un Paul Wolfowitz fossero uguali a un Gilad Atzmon o a un Ilan Pappe. Eppure…..
Tra un Neturei Karta e tanti altri passa la differenza tra il giorno e la notte.
Ciò non pregiudica l’avere un sentimento di comunanza, appartenenza e amore per le proprie radici e i propri valori.
Che poi è una ricchezza, se è ancora consentito dirlo. (Forse no).
Gli stupidi sono quelli che non ce l’hanno o sono indotti progressivamente a non averlo.
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