Oggi, Festa di Cristo Re: “Quando l’infallibilità del gregge diventa la fallibilità della Chiesa?”
di Redazione
Per questa solenne occasione l’amico italo-argentino Diego Pappalardo ci segnala:
1) Cristo, Rey de las inteligencias, voluntades y corazones:
http://veritasliberavitvos.wordpress.com/2013/10/27/cristo-rey/
2) Padre Mateo Crawley- Jesús, Rey de Amor:
http://veritasliberavitvos.wordpress.com/2013/10/27/jesus-rey-de-amor/
Oggi, nella Festività di Cristo Re, che sentiamo particolarmente per la vocazione del nostro Circolo Culturale, che da Egli prende il nome, affidiamo a Lui tutte le nostre intenzioni, in particolare la conversione dei singoli, delle famiglie e della società all’Unico Dio, Uno e Trino, Via, Verità e Vita, attraverso la cui Chiesa, Santa Cattolica Apostolica Romana è possibile la salvezza eterna nella Sua visione beatifica. Mentre chi dovrebbe rappresentare il Vicario di Cristo in Terra e trasmettere la Fede attraverso il proselitismo, ospita il circo in Piazza San Pietro e gioisce, chissà per cosa, tra palloncini colorati, noi ci riuniamo in preghiera affinché il castigo dell’occupazione abusiva dei Sacri Palazzi da parte di apostati impostori termini, facendo tornare la normalità nella Chiesa.
Nella Meditazione domenicale ricordiamo con S. Alfonso Maria de’ Liguori questa santa Verità: “Consideriamo come in punto di morte sentirai grandi rimorsi, se non hai atteso a servir Dio. Consideriamo quando si trascura questo gran fine! Si pensa ad accumulare ricchezze, a festeggiare, a darsi bel tempo, a gioire per nulla o per le idiozie di questo mondo. E Dio non si serve ed a salvare l’anima non si attende e il fine eterno si tiene per una bagatella! E così la maggior parte dei cristiani (forse oggi potremmo definirli i “bergoglioni”) banchettando, cantando, suonando, ridacchiando rischia di andarsene all’Inferno!”
Attenzione, dunque, ai falsi Pastori, ricordando le parole dei grandi Santi regolando ed impiegando meglio il tempo, dirigendo ogni nostra azione alla divina gloria, ricordandoci spesso di Dio, dei suoi immensi benefici, ringraziandolo con tutto il cuore. Tutto questo non esclude affatto i divertimenti legittimi, nei tempi e nei modi dovuti. Lungi da noi ritenerli, però, i fini della nostra esistenza!
di Carlo Di Pietro
Il mare tumultuoso di proteste contro l’operato del “vescovo di Roma”, si sta manifestando in un ribollire di editoriali, articoli, interpretazioni, summit, conferenze, ecc… in ogni dove; si va dall’aperta condanna da parte di ambienti laici, all’invito alla resistenza “in faccia a tutto e tutti”, alla fantasiosa ipotesi di un “papa apostata”, ai millenarismi, alle congetture più creative … in tutto questo la Gerarchia attualmente sembra tacere.
Nel mio piccolo ho pubblicato [1] decine di studi approfonditi- alcuni tradotti anche in spagnolo- sull’infallibilità della Chiesa, sulla giurisdizione, sulla privazione, sulla resistenza, sulla disobbedienza e sul Concilio Vaticano II, pertanto non mi ripeterò, ma invito gli interessati alla lettura degli studi in nota.
E’ da lodare l’impegno che molti attenti studiosi della materia stanno dimostrando per cercare di offrire una spiegazione a tutto quello che oggi accade e che, inevitabilmente, turba il popolo fiducioso in cammino verso la “Gerusalemme celeste”, tuttavia devo dire che talvolta ho una brutta “sensazione”. Leggendo alcuni studi, che non posso far altro che confutare apertamente per dovere morale, mi sembra che si cerchi in tutti i modi di sconfessare l’infallibilità in materia di “fede e costume” in alcuni Pontefici del passato, instillando così nei fedeli- come già accadde in varie epoche di contestazione- il dubbio sull’Autorità stessa. Certo della buona fede dei commentatori contemporanei, auspico e prego affinché determinate posizioni prossime al gallicanesimo non prendano piede.
Radio Spada già a suo tempo pubblicò [2] un breve studio storico contro la “leggenda nera” di Papa Liberio, oggi probabilmente strumentalizzata quale esempio di presunto errore papale su questioni di “fede e costume” a mo’ di giustificazione per eventuali resistenze- che non sono però affatto correttive come l’Aquinate ben spiega- ma hanno più la parvenza di una riproposizione in veste “tradizionale” del protestantesimo.
Quanto qui sto affermando non è certo una mia idea, ma è certezza della Chiesa cattolica, così come ricorda Sant’Alfonso Maria de Liguori nei suoi 2 testi “Verità della fede” parte III, cap. X, 20,ss. e “Storia delle eresie” cap. IV, Art. II; inutile ricordare che il Liguori, detto il “Dottore utilissimo” è appunto un Dottore della Chiesa, la cui dottrina “è immune da qualsiasi censura teologica”, come da dichiarazioni di Papa Gregorio XVI e di Papa Pio IX [3]. Inoltre il Santo “ha illuminato questioni oscure e spiegato questioni dubbiose, spianando tra le avviluppate opinioni o più lassiste o più rigide dei teologi una via sicura, su cui le guide dei fedeli potessero avanzare senza inciampo” [4].
Ciò detto, quindi avendo fatto presente chi sta parlando, non io che sono un mero scrittore ma il “Dottore utilissimo” che qui cito, passiamo alla vicenda di Papa Liberio, riportando alcuni studi del Liguori attualizzati in lingua contemporanea quindi più comprensibile, ma senza dimenticare che già avevamo smentito tempo fa su Radio Spada ogni ipotesi comparativa fra le vicende del passato e quelle contemporanee [5]:
[Per giustificare le loro disubbidienze, opposizioni e dichiarazioni blasfeme] … gli eretici pertinaci diranno sempre che il concilio non è stato universale e legittimo, per non esservi intervenuti, o per averlo ripugnato proprio loro che si ritengono la miglior parte della Chiesa. Ond’è che, tolta l’infallibilità al Papa, non vi è modo di convincere gli eretici. E perciò ben avvertì San Tommaso … che l’unità della fede «servari non posset, nisi quaestio fidei determinaretur per eum qui toti ecclesiae praeest, ut sic eius sententia a tota ecclesia firmiter teneatur» [6].
Ecco quanto intervenne nell’eresia di Lutero: Lutero prima passò dal Papa male informato al Papa meglio informato; poi dal Papa al concilio futuro; poi dal Concilio di Trento già fatto alla Sacra Scrittura; e finalmente dalla Scrittura allo “spirito privato”, quindi ad esternare le idee del suo cervello sconvolto, scrivendo un libro, ove cercò di provare «Nihil opus esse conciliis»; e giunse a chiamare anche il I Concilio Niceno «foenum et stramen».
Nel vecchio studio “Sulla necessità dell’infallibilità del Pontefice e sulla condanna della collegialità” [7] già si parlava di questo e di molo altro, sempre ricordando le opere del Liguori e traducendo decine di dichiarazioni dal latino in lingua contemporanea; gli interessati possono quindi approfondire.
Torniamo sulla vicenda odierna:
Ma come mai- dicono gli avversari- che più Pontefici hanno errato nel definire materia di “fede e costume”? Ma questo è stato sempre lo studio degli impugnatori dell’autorità dei Pontefici, di ritrovare errori nelle loro definizioni; ma non hanno mai potuto appurare alcun errore circa i dogmi, e proferito da alcun Pontefice, come Pontefice e «dottore della chiesa» [«Chiesa docente»; 8].
Dicono che al tempo dei concilii di Arimino e di Sirmio [9] Liberio papa cadde nell’eresia ariana, sottoscrivendo la formula di fede che gli ariani proponevano. Ma, secondo quanto riferisconoSant’Atanasio, Sant’ Ilario, San Girolamo, Severo Sulpizio e Teodoreto, il fatto fu così:
Fu data allora a Liberio ed agli altri vescovi cattolici da sottoscriversi la formula di fede, nella quale si diceva che «il Figliuolo non era creatura come le altre, ma era di sostanza simile al Padre; ma vi mancava l’espressione del Concilio Niceno, che fosse vero Dio come il Padre e consostanziale al Padre».
E questo fu l’inganno col quale Valente, capo degli Ariani, indusse Liberio a sottoscrivere, promettendo che poi nella formula si «sarebbero aggiunte tutte le espressioni necessarie»; e così il Papa e gli altri vescovi, per tal promessa e per liberarsi definitivamente dalla persecuzione degli Ariani e dell’imperatore Costanzo, sottoscrissero quella formula.
Altri però come Onorato Tournely, Dottore della Sacra Facoltà di Parigi, [10] vogliono che Liberio non sottoscrisse già questa formula, che era la terza, perché nell’anno 359, allorché fu proposta dai «padri sirmiensi» la suddetta terza formula, già Liberio sin dall’anno precedente era stato liberato dall’esilio ed aveva recuperato la sua Sede, come narra anche Sant’ Atanasio; invece Liberio sottoscrisse la prima formula, la quale da Sant’ Ilario fu interpretata in senso cattolico.
Sicché Liberio, o che avesse sottoscritta la terza o la prima formula, quantunque peccò[uomo Simone], si può dire certamente che mai ha approvato l’eresia ariana. Tanto più che Liberio, resosi conto del suo peccato, della sua mancanza, manifestò celermente e pubblicamente di non aver mai avuto l’intenzione di scostarsi dalla «fede nicena», ed espressamente ritrattò.
Quindi, Sant’Alfonso Maria de Liguori, Dottore della Chiesa, riferendo quanto sostengono Sant’Atanasio, Sant’ Ilario, San Girolamo, Severo Sulpizio e Teodoreto dice che “manifestò celermente e pubblicamente di non aver mai avuto l’intenzione di scostarsi dalla «fede nicena», ed espressamente ritrattò”; ben diversa, secondo alcuni, è la situazione contemporanea detta anche del «post-concilio» … nessuno ritratta niente, anzi c’è una totale continuità di insegnamento, ed una indifferenza/insofferenza alla critica; se a tutto questo aggiungiamo che presto mons. Bergoglio (Francesco I) canonizzerà mons. Roncalli (Giovanni XXIII) ovvero l’uomo del Concilio Vaticano II, e mons. Wojtyla (Giovanni Paolo II) ovvero l’uomo della divulgazione definitiva dello spirito del Concilio Vaticano II, la situazione appare radicalmente diversa [11]. Citata brevemente l’opera “Verità della fede” [12], adesso passiamo a “Storia delle eresie” [13]:
Dopo questo concilio [Sardicese], Costanzo, divenuto più mite verso i vescovi cattolici, permise loro di tornare alle loro chiese [14]; e specialmente in Antiochia si accolse con buona grazia Sant’ Atanasio [15], e spedì gli ordini in favore del Santo, il quale fu accolto poi con grande allegria dai vescovi dell’Egitto e dal clero e popolo di Alessandria [16].
Gli Ariani però nuovamente cercarono il favore di Costanzo; talmente che avendogli scritto Liberio Papa, succeduto nell’anno 342 a San Giulio, come riferisce Sant’Ilario [17], che gli Eusebiani avevano tentato di convincerlo a condannare Sant’Atanasio, ma che egli nello stesso tempo aveva ricevuto le lettere di 80 vescovi che lo difendevano; quindi non poteva in coscienza condannarlo, ed opporsi al concilio di Sardica, che l’aveva dichiarato innocente: ed avendo nello stesso tempo mandato a Costanzo ad Arles, dove stava allora la corte, due suoi legati, Vincenzo di Capua e Marcello vescovo della Campagna, pregando l’imperatore di convocare un sinodo in Aquileia, al fine di risolvere la causa di Atanasio, ma più per mettere in sicuro l’«affare della fede», e così stabilire la pace delle chiese: Costanzo di tale ambasciata, non sappiamo perché, si offese [18], e convocò un altro sinodo in Arles: ove, quando giunsero i legati, trovarono già conclusa la condanna di Atanasio dagli Ariani, ed emanato da Costanzo un editto di esilio contro i vescovi che non l’avessero confermata; e per questo Costanzo volle che anche i legati l’avessero sottoscritta. All’inizio Vincenzo di Capua fu riluttante e si oppose, ma poi a forza di strapazzi e di minacce vi consentì insieme col suo collega, promettendo di non comunicare più con Atanasio [19], ebbero paura.
Poi ci fu il concilio di Milano … Nello stesso tempo Ilario- uno dei legati- fu spogliato nudo, e crudelmente flagellato sulla schiena, rimproverato allora dagli Ariani: “E tu perché non ti sei opposto a Liberio?”; quindi Costanzo sostituì Ausenzio nel vescovado a San Dionigi e poi costrinse Liberio a giungere a Milano. Giunto sul posto, l’imperatore voleva che Liberio condannasse Sant’Atanasio, ma questi si rifiutò di farlo, Costanzo gli diede tre giorni di tempo, dicendogli che se non avesse condannato Sant’Atanasio, sarebbe stato mandato esilio con tutte le conseguenze. Ed in effetti Liberio fu relegato a Berea nella Tracia, dove era vescovo Demofilo perfido Ariano.
Oltre Liberio, il principale sostegno della fede cattolica in Occidente era Osio il grande, Vescovo di Cordova in Spagna e già perseguitato da Massimiliano per aver difeso pubblicamente la fede integra in Cristo … Osio purtroppo cadde a causa di Potamio vescovo di Lisbona che lo fece brutalmente torturare. Orsi riferisce che «Osio in morte dichiarò essere stato vinto dalla violenza a commettere il suo errore; onde anatematizzava l’eresia degli Ariani, ed esortava tutti ad averla in orrore» e Sant’Agostino che «Osio morì nella comunione della Chiesa».
Passiamo ora a parlare della caduta di Liberio. Si è scritto da alcuni che Osio sottoscrisse la seconda formula di Sirmio [le formule erano tre]. Pertanto al fine di capire bene quale sia stata la caduta di Liberio, è necessario qui premettere la notizia delle tre formule di fede composte in Sirmio; Natale Alessandro vuole [20] che una sola formula si fece in Sirmio e che le altre due furono fatte in altri luoghi; ma il Baronio, e comunemente gli altri, scrivono che tutte le tre formule furono fatte nei conciliaboli di Sirmio. Né pure è verosimile, da ciò che si dirà, quel che scrive Socrate, cioè che tutte tre le formule furono fatte in uno stesso concilio di Sirmio. Gli Ariani, per il fatto che Liberio aveva sottoscritto una delle tre formule, si vantarono, stando a quello che racconta Orsi, praticamente sostenevano che Liberio si fosse unito allo loro stessa fede [l’eresia ariana].
Secondo il sapere unanime degli scrittori, fatta eccezione per Orsi, Liberio commise un grande errore, tuttavia non cadde mai nell’eresia; bisogna quindi capire quale formula delle tre fatte in Sirmio egli sottoscrisse.
Valesio vuole che avesse soscritto la terza: ma questa opinione non può sussistere, perché la terza fu presentata nell’anno 359, e, come scrive Sant’ Atanasio [21], in quel tempo Liberio era già tornato a Roma. Altri poi, come Blondello e Petavio [22], vogliono che avesse firmato la seconda pure Ariana: e questa opinione seguitano ancora a sostenere gli eretici, quindi pretendono arguire che la Chiesa cattolica ha potuto mancare. Il protestante Daneo nomina tra i vescovi che passarono al «partito Ariano», anche Liberio, soscrivendo quella formula; e da ciò egli poi conclude che non si può negare che anche la Chiesa romana possa errare: «Inter quos etiam omnium historicorum consensu Liberius romanus episcopus recensetur, ne quis romanam ecclesiam errare posse neget».
Ma la sentenza comune dei Cattolici, o almeno molto più comune e molto più probabile con Baronio,Natale Alessandro, Graveson, Fleury, Giovenino, Tournely, Bernino, Orsi, Hermant e il dottoSelvaggi nelle note che fa alla «Storia di Mosheim», è che Liberio firmò la prima formula, col cardinal Gotti [23] il quale dice, parlando di tale opinione: «Ita communiter sentiunt auctores catholici».
E tal comune sentenza è appoggiata a più forti motivi. Primariamente, come riferisce Sozomeno, la formula che fu sottoscritta da Liberio fu quella che si formò nello stesso tempo in cui fu condannatoFotino, e senza dubbio fu la prima, non la seconda. Secondariamente la formula firmata da Liberio, e offertagli da Demofilo, come prova Giovenino dalla «Lettera di Liberio» e dai «Frammenti di Sant’Ilario», non fu fatta dagli Anomei [puri Ariani] ma dai Semiariani, quali erano lo stesso Demofilo, Basilio di Ancira, Valente, Orsacio ed altri colleghi, i quali ammettevano «essere il Figlio non già consostanziale col Padre, perché non volevano approvare il simbolo Niceno, ma essere dalla sostanza del Padre»; il che era espresso solamente nella prima, non già nella seconda formula, nella quale fu soppressa totalmente la voce di «sostanza» e di «similitudine». Anzi i vescovi appena nominati, poco dopo formata la seconda, la riprovarono in un sinodo speciale convocato in Ancira. Né osta che la formula sottoscritta da Liberio fu sottoscritta anche dagli Anomei; perché questi furono costretti a sottoscrivere da Costanzo, il quale favoriva il partito dei Semiariani, come scrive Socrate.Si aggiunge che Liberio, come dice Sozomeno, dichiarò nella sua lettera scritta ai Semiariani, di essere alieni dalla Chiesa coloro «qui Filium secundum substantiam et per omnia Patri similem non esse assererent».
Da tutto questo si evince chiaramente che Liberio sottoscrisse la formula, dove si ometteva la «consostanzialità», ma si approvava la «sostanzialità» e la «similitudine» … Gli anatematismi attribuiti a Sant’Ilario contro Liberio sarebbero inoltre falsi o aggiunte postume degli Ariani allo scritto, poiché quando Sant’Ilario scrisse questi «frammenti», Liberio era già rientrato a Roma ed aveva già negato con fortezza la formula fatta nel concilio di Rimini. Anche la famosa frase nel «Cronico» di San Girolamo: «Liberius, taedio victus exilii, in haereticam pravitatem subscribens, Romanam quasi victor intravit» viene spiegata da Natale [24] nel senso che per peccato, per paura o comunque per mancanza «non già per aver sottoscritta una formula per sé eretica, ma per avere comunicato cogli eretici. Ma il comunicar cogli eretici era bensì errore, e non già eresia». Difatti «Liberio negò di sottoscrivere la formula di Rimini; onde fu costretto a fuggire da Roma, e nascondersi ne’ cimiterj sino alla morte di Costanzo» [25].
Grazie all’autorevolezza del Dottore della Chiesa Sant’Alfonso Maria de Liguori, e dei tanti altri Santi qui citati ed autorevoli storici e teologi, possiamo tranquillamente affermare che la vicenda di Papa Libero nulla ha a che vedere con la situazione presente che, secondo alcuni, è di “apostasia e/o eresia e/o scsima nella Chiesa” [situazione inoltre continuativa, ostinata], che per altro è un concetto fantasioso ed incompatibile con il dogma [26]. Appare più che evidente che c’è oggigiorno un “gregge” che vuol ritenersi infallibile, con la presunzione che possa esistere invece una “Chiesa fallibile” alla quale disobbedire quando, come e dove loro pare! Tutto ciò, si sappia, è fuori dalla Grazia di Dio, il Liguori ce lo ha appena dimostrato.
*** A te o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa. Deh! Per il sacro vincolo di carità che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio e per l’amore paterno che portasti al Fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò con il Suo Sangue e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo, allontana da noi, o Padre amatissimo, codesta peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; ci assisti propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mercé il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Così sia. Padre, Ave, Gloria ***
Pubblicazione a cura di Carlo Di Pietro (clicca qui per leggere altri studi pubblicati)
Note:
[1] http://www.google.it/webhp?source=search_app&gws_rd=cr#q=%22carlo+di+pietro%22+site:radiospada.org
[2] http://radiospada.org/2013/01/contro-la-leggenda-nera-di-papa-liberio/
[3] Denzinger, EDB, pp. 974; cfr. Benedetto XIV, De Servorum Dei beatificatione, II, 28, § 2; Decreto della Sacra Congregazione dei Ritidel 18 maggio 1803 circa l’esame delle sue opere; Risposta della Santa Penitenzieria all’arcivescovo di Besançon, 5 luglio 1831; Risposta al “confessore dubbioso”, confermata dal Papa il 22 Luglio 1831; Bolla di canonizzazione Sanctitas et doctrina del 26 maggio 1839 (Gregorio XVI, Acta, a cura di A.M. Bernasconi 2, 305a-309b); Decreto Inter eos qui del 23 marzo 1871, che gli conferisce il titolo di «dottore della chiesa» (Pio IX, Acta, 1/V, 296-298); ecc …
[4] Denzinger, EDB, pp. 975
[5] http://radiospada.org/2013/06/da-santalfonso-maria-de-liguori-al-vescovo-di-roma-francesco/
http://radiospada.org/2013/09/sulla-perpetuita-ed-invariabilita-della-chiesa-anche-in-caso-di-sede-vacante/
http://radiospada.org/2013/10/commento-critico-allarticolo-parlare-o-tacere-questo-e-il-dilemma/
http://radiospada.org/2013/10/caso-gnocchi-e-palmaro-2-unanalisi-del-pubblicista-e-scrittore-carlo-di-pietro/
http://radiospada.org/2013/10/si-vede-subito-che-tali-teorie-sono-in-contrasto-con-la-fede-cattolica/
http://radiospada.org/2013/10/confusione-e-belligeranza-nel-cattolicesimo-contemporaneo-la-zizzania/
[6] Summa Theologiae, II-II quaest. 1. a 10.
[7] http://radiospada.org/2013/08/sulla-necessita-dellinfallibilita-del-pontefice-e-sulla-condanna-della-collegialita/
[8] cf. San Pio X, Catechismo maggiore, 115 ss
[9] Istoria universale dei Concilii, Maco Battaglini, Tomo I, Venezia, 1689, p. 122 ss
[10] Praelect. theol. t. 2. q. 4. sect. 2. a. 3.
[11] http://radiospada.org/2013/07/sullinfallibilita-nella-canonizzazione/
[12] Cap. X, 20 ss.
[13] Cap. IV, Art. II, 31 ss.
[14] Orsi l. 14. n. 31. ex s. Hilar. l. 2. ad Const.; Ivi.
[15] S. Athan. ad Solit. p. 831.; Ivi.
[16] S. Athan. p. 836. Fleury l. 13. n. 17. Orsi ibid.; Ivi.
[17] Orsi l. 14. n. 34.; Ivi.
[18] Ibid.
[19] S. Athan. hist. Ar. n. 44. Orsi l. 14. n. 43. Fleury l. 13. n. 22.; Ivi.
[20] Natal. Ibid. §. 16.; Ivi.
[21] Apud Tournely theol. t. 2. part. 5. q. 4. a. 1. sect. 2. p. 119.; Ivi.
[22] Blondell. de Primatu p. 48. 484. Petav. in observ. s. Epiph. p. 316.; Ivi.
[23] Baron. an. 357. n. 43. Natal. Alex. t. 9. diss. 32. Graves. hist. t. 4. coll. 5. Fleury l. 13. n. 46. Iuvenin. theol. 40. 3. q. 2. c. 1. a. 4. §. 4. p. 90. Tourn. theol. t. 2. q. 4. a. 2. sect. 2. a. 3. p. 119. Bernin. t. 1. sect. 4. c. 7. Orsi l. 14. n. 71. Hermant t. 1. c. 101. Gotti de vera eccl. t. 2. c. 45. §. 4. n. 6. Selvag. Nota 52. ad Mosh. part. 2. c. 5.; Ivi.
[24] Cit. diss. 32.; Ivi.
[25] Theod. l. 2. c. 22. Baron. an. 359. n. 37.; Ivi.
[26] In senso logico e consequenziale –> cf. Ef 4,4-5; 11-16; 1Tm 3,15; 1Cor 13,4; Catechismo Maggiore, san Pio X, n° 150-151, 157, 167-168, 171, 225, 228, 864-867, 874, 889-891; Mystici Corporis, Pio XII; Satis Cognitum, Leo XIII; Compendio della dottrina cristiana, Sant’Alfonso; S. Tommaso Aq., Quodlib, 10, art. 6. – in: Barbier, I tesori di Cornelio Alapide; Tommaso Aq., 2a 2ae q. 11, art. 2 ad 5 – in: Barbier, I tesori di Cornelio Alapide; Alfonso M. De Liguori Vescovo, cfr. Istruzione e pratica pei confessori, IV, I; cfr. Confessore diretto per le confessioni della gente di campagna, IV, I; in IIam, IIae, q. XI a. 2; S. Tommaso Aq., Quodlib, 10, art. 6. – in: Barbier, I tesori di Cornelio Alapide; S. Tommaso Aq., 2a 2ae q. 11, art. 2 ad 5 – in: Barbier, I tesori di Cornelio Alapide; S. Alfonso M. De Liguori Vescovo, Confessore diretto per le confessioni della gente di campagna, Cap. IV, I, 3; Pio IX, Concilio Vaticano I, Cost. Dogm. De Fide Cath.; S. Alfonso M. De Liguori Vescovo, Confessore diretto per le confessioni della gente di campagna, Cap. XVIII, II, 18; Sant’Alfonso Maria de Liguori, Istruzione e pratica pei confessori, Cap. IV, I, 4-5; Pio IX, Concilio Vaticano I, Cost. Dogm. Pastor Aeternus; San Bonaventura, La perfezione evangelica, Questione IV, Articolo Terzo. 8; San Girolamo, Explanatio Symboli; San Tommaso d’Aquino, Compendio della Somma Teologica, LA FEDE, questione 4. Cfr. vol. 14 Sum. T.; Sant’Alfonso M. De Liguori Vescovo, Opera dogmatica: eretici pretesi riformati; Sant’Ireneo, Adv. haer., III, 24, 1; Sant’Ireneo, cfr. Adv. haer., III, 24, 2; S. Augustinus, De Haeresibus, n. 88; San Tommaso d’Aquino, Summa Teologica, II_II, q. 2, art. 1; San Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, II_II, q. 4, art. 8; San Bonaventura, La perfezione evangelica, Questione IV, Articolo Terzo. Conclusione; San Cipriano, Canone Loquitur Dominus, 18; San Bonaventura, La perfezione evangelica, Questione IV, Articolo Terzo; San Leone Magno, Canone Ita Dominus, 7; San Tommaso d’Aquino, Compendio della Somma Teologica, LA FEDE, questione 11. Cfr. vol. 14 Sum. T.; San Tommaso d’Aquino, Compendio della Somma Teologica, LA FEDE, questione 5. Cfr. vol. 14 Sum. T.; Mt 5,37; Lc 11,23; Sant’Alfonso M. De Liguori Vescovo, Verità della fede, Cap. V, 7; Mt 18,15-18; Ef 4,4; Pio XI, enciclica Mortalium Animos; San Bonaventura, La perfezione evangelica, Questione IV, Articolo Terzo; Papa Marco, Canone Haec est fides, 14 (in realtà non è San Girolamo ma Papa Marco); Pio IX, enc. Quanto Conficiamur Moerore; S. Fulgenzio di Ruspe, De fide seu de regula fidei ad Petrum, 38, n. 81; Papa Eugenio IV, bolla Cantate Domino sull’unione con i copti e gli etiopi. Concilio di Firenze, 4 febbr.1442; Pio IX, enc. Quartus Supra, 9; Codex Iuris Canonici – 1917: Canone 2314; Catechismo Tridentino, 108-109; Les canons des Pères Grecs, ed. P. P. Joannou, P. Commissione per la redazione del Codice di diritto canonico orientale, Fonti, fasc. IX, Discipline générale antique, tom. II, Grottaferrata 1962. C. 1, 94-95; Sant’Alfonso M. de Liguori, Verità della Fede, Cap. VII, 5; San Cipriano, L’unità della Chiesa cattolica, 3, 4, 6, 7 e 23; San Cipriano, Epistola 4,4 e 73,21; Catechismo Tridentino, 103; San Pio X, Catechismo Maggiore, 866-868; San Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, II_II, q. 1, art. 10; San Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, I, q. 57, art. 4; San Pio X, Catechismo Maggiore, 229; ecc ecc; decine di altre citazioni ed autori sono leggibili nelle note) [stesso discorso, presto compendiato in un testo, lo faremo anche quanto al rapporto fra il “Corpo mistico” e lo “scisma”]
-o0o-
La Decrescita felice come segnale per la Resilienza Cattolica
Piccolo abecedario sulla Parusia 1 Candela accesa: simbolo dell’attesa del Signore che viene.2 L’Avvento è il tempo liturgico che ci abilita ad attendere il Signore che viene.3 Gesù è il compimento della storia di ciascuno di noi. È la sua visita che attendiamo con fiducia.
4 La Vergine Maria è il personaggio in cui si condensa tutto lo spirito dell’Avvento. Lei è colei che più di ogni altro ha atteso la nascita del Salvatore.
5 Giovanni il Battista è uno dei protagonisti del Tempo d’Avvento. La sua predicazione ci invita a ricercare le cose essenziali nella nostra vita se vogliamo trovare Dio.
———————————–
Partiamo da questa semplicissima equazione per esprimere il concetto che seguirà sulla Parusia, sul Capitolato dei Campi e sulle Virtù da sviluppare tra gli Arcieri.
Civiltà Contadina=Terra
Civiltà Urbana e NWO=Soldi
Ho letto e riletto quel capitolo del libro di Benedetto 16 (“Luce ne Mondo” e sono arrivato alla conclusione che lui sa esattamente quel che dice (nel bene e nel male) ed il significato implicito in relazione alle cose che evidentemente non poteva dire troppo chiaramente, come il legame della Venuta Intermedia con il periodo dell’Anticristo che nell’Apocalisse sono strettamente connessi con quelle due Bestie, del Mare (massoneria laicista) e della Terra (massoneria ecclesiastica) che collaborano con lui, e che con la battaglia di Armagheddon vengono cacciate all’Inferno insieme all’Anticristo e dove Satana le troverà ad attenderlo dal ‘millennio’ precedente quando anche lui verrà definitivamente sconfitto nella guerra di ‘Gog e Magog’.
Il taglio di Benedetto 16 sui Novissimi è chiaro, e il riferimento a San Bernardo di Chiaravalle è oltremodo esplicito. Tra l’altro, come avevo già scritto sui libri LA PASSIONE DELLA CHIESA (pubblicati su Escogitur), un’omelia di San Bernardo riguardo alla Venuta Intermedia (nascosta) nel cuore degli uomini proprio nel periodo di Avvento che si legge nel Breviario che in teoria i sacerdoti dovrebbero leggere facendovi qualche riflessione. A me una volta lo aveva segnalato proprio un sacerdote che aveva letto alcuni libri che parlavano di Parusia nei termini in cui credo di poterla presentare io nella mia ‘lettura’ di alcuni testi mistici, valtortiani e dell’Apocalisse.
Non è che – come tu pensi – siamo rimasti in pochi a parlarne, quanto invece che siamo in pochi – oggi – a parlarne per primi, San Bernardo e qualche altro a parte.
Bisogna però parlarne, a costo di venire scambiati per scemi, perché la gente non sa quel che ci sta per capitare e quindi verrà colta impreparata con le conseguenze spirituali del caso. Quindi è non solo carità ma un dovere il parlarne.
Tuttavia c’è modo e modo di parlarne. Spesso, qui, in internet, ho scritto a degli ‘intenditori’ e sono stato quindi sbrigativo. Ma so che molti hanno bisogno di maggiori approfondimenti e spesso non è sufficiente scandire la miseria dei nostri tempi per mostrare come sia il caso di “redimerci” quanto prima, se poi non si sa cosa accadrà. Quando invece ne parlano altri amici per i lettori più esigenti svolgono tutto un ragionamento logico deduttivo che li può impegnare anche in più capitoli ma che hanno lo scopo non di proporre un ‘dogma’ ridicolo ma una serie di ragionamenti che possono indurre il lettore – anche se rimane scettico come lo sarebbe se tu gli dicessi che lui ha davvero un’anima – quantomeno a riflettere e porsi degli interrogativi.
Per questo molti sono contrari a portare questi argomenti su un blog che non consentono alcun approfondimento e dove quanto scriviamo e diciamo – se scritto nei termini in cui lo facciamo parlando alla gente – potrebbe creare problemi, almeno in via teorica, a Benedetto XVI che non ha a mio avviso voluto e potuto dire le cose esplicitamente (per inciso mi è stato detto due anni fa che egli conosce la Valtorta e la sua visione escatologica, con particolare riferimento ai tempi dell’Anticristo, etc.), ma anche all’Opera valtortiana che potrebbe essere ancora una volta sommariamente ‘giustiziata’ dai soliti chierici modernistie non solo.
Questo è un argomento che o si tratta con professionalità e con completezza e dovizia di argomentazioni che mettano in difficoltà gli stessi teologi oppure é meglio lasciar perdere.
Il Signore conosce anche altre strade.
E noi stiamo cercando di percorrerle attraverso la politica del fare, nella verità in carità.
Percorso che chiunque può compiere anche senza essere teologo e dotto. Percorso che si fonda su un Papa “Degnitoso” che riconosca sopra a tutto Gesù Dio, Eucaristia ed Adveniente, Maria CoRedentrice, e l’Amore per il Vangelo, il Magistero Papale con tutta la sua Autorità data da Dio, il Rosario, la Liturgia, la Bellezza, il Buon Governo ed il Bene Comune.
Prima di tutto, pertanto, per chi volesse approfondire, invito tutti a leggere accuratamente quei cinque meditati dettati (che non sono i soli nell’Opera valtortiana dove però bisogna fare attenzione a non confondere il tempo dell’Anticristo con quello della fine del mondo, perché sembra talvolta che le due cose si sovrappongano e che quando si parla di una poi si finisce per parlare anche dell’altra, ed è qui che serve estrema attenzione per non prendere cantonate) dove uno integra l’altro completandolo; oltre a tonificarti spiritualmente ti sarebbe di grande utilità personale e ti darebbe una maggior convinzione nel portare avanti la tesi della Parusia Intermedia, o meglio la tesi valtortiana che si comprende però meglio se è accompagnata dalla conoscenza dell’Apocalisse (in particolare i Capp. 19, 20, 21 e 22) e da altri brani escatologici profetici dell’antico Testamento che la teologia ‘ufficiale’ interpreta come riferibili alla fine del mondo, ovviamente. Dico ‘ovviamente’ perché non ponendosi un problema di Parusia Intermedia si sposta l’Anticristo alla fine del mondo o addirittura da taluni viene assimilato allegoricamente alla figura di Satana, nonostante la differenza in Apocalisse sia chiarissima a meno di non essere ciechi o … ‘accecati’.
Ma dai chierici e cardinali che negano la Resurrezione attribuendola non ad una realtà storica ma ad una semplice credenza di fede o da soggetti come quel Ravasi che pontifica modernisticamente in TV ,e che certo conosci, cosa ti aspetti che dicano?
Di quest’ultimo un mio amico nei giorni scorsi mi ha scritto: questa mattina, in una ripetizione di catechesi, mons. Ravasi l’arcivescovo ha detto che il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci è stata un miracolo ‘mistico’ cioè le ‘briciole’ hanno soddisfatto. Questo è stato il miracolo: dare alle molliche la capacità di soddisfare la ‘fame’.
Nella Valtorta, gli apostoli invece commentando il fatto hanno detto che si è trattato veramente di pani e pesci…
Un abbraccio e – per il futuro – tieni sempre presente che la terra, la campagna, sarà fondamentale, a condizione di avere anche qualche trattore ed attrezzatura. Non vorrei che ci trovassimo a fare la guerra per il pane come in Algeria e Tunisia in questi giorni. Che siano già dei prodromi di quanto potrebbe succedere su più vasta scala se la crisi finanziaria precipitasse e la globalizzazione ci ‘inglobasse’?
ps
Oltre alla VALTORTA consiglio la lettura di Don BOSCO, dell’AGREDA, della EMMERICK, della KOWALSKA, di GLORIA POLO, della PICCARRETA, di Don BORTOLUZZI, Don Gobbi, Padre Penasa, Parvulis e altri mistici dei Tempi Finali
NON SI TRATTA DI UNA VENUTA di GESU’ VERA E PROPRIA IN CARNE ED OSSA, ma di una sorta di manifestazione straordinaria ‘PENTECOSTALE’ di Gesù in Spirito Santo che fonderà il Regno di Maria e sconfiggerà con la Sua Manifestazione l’Anticristo instaurazione di fatto il Regno di Dio in terra nel cuore degli uomini secondo ciò che ci tramanda S. Giovanni circa la fine della sua Apocalisse.
Penso che in Ap. il termine ‘mille anni’, ripetuto sei volte in poche righe (Ap 20,1-10) stia per ‘periodo di tempo lungo’, a simboleggiare che Maria non sarà solo una “visione”, ma segnerà un’Era Straordinaria di pace e armonia.
Ebbene, Benedetto 16 nel suo recente libro-intervista (LUCE DEL MONDO: IL PAPA E LA CHIESA ED I SEGNI DEI TEMPI’, Libreria Editrice Vaticana) rilasciata al giornalista tedesco, Peter Seewald, ha confermato una ‘Venuta Intermedia’ di Gesù (prima di quella finale del Giudizio universale) nel corso della storia e nel cuore degli uomini come aveva già predicato 1000 anni fa San Bernardo di Chiaravalle (e come – aggiungo io – sostenevano i primi SANTI Padri della Chiesa nell’ambito della concezione della ‘settimana universale’, prima che Sant’Agostino portasse fuori strada i teologi dei tempi successivi con un suo errore di interpretazione dell’Apocalisse).
Viene chiamata impropriamente ‘venuta’ di Gesù, ma in realtà il termine greco di Parusia va tradotto più propriamente con ‘manifestazione gloriosa‘, un qualche cosa di straordinario che si manifesta e che ci fa proprio dire: ‘Questo segno è proprio il Suo!’. La vera venuta di Gesù è quella della fine del mondo e del Giudizio universale.
Orbene, il tempo è veramente prossimo.
Nell’agosto 1943 Gesù aveva infatti detto (alla Valtorta che trascriveva) che già allora erano nate persone che in futuro avrebbero assistito alla manifestazione del regno dell’Anticristo ed alla sua successiva sconfitta da parte di Gesù, ed aveva aggiunto che il loro ‘seme’, cioé i loro figli (i trenta/quarantenni di adesso) sarebbero stati sette volte peggiori dei padri: pare che sia il mondo che in buona parte ci circonda oggi.
Si tratta del nostro avvenire prossimo, dunque, considerando una età ‘media’, rispetto agli anni 1940/1943, di un 70/75 anni.
I 5 Dettati dei Quaderni del 1943, di cui sopra, sono:
– Dettato 16.08.43 pagg. 236/237
– Dettato 20.08.43 pagg. 244/255
– Dettato 22.08.43 pagg. 254/255
– Dettato 27,08.43 pagg. 264/265
– Dettato 16.09.43 pagg. 304/306
Sono brani particolari, in perfetto stile profetico, di commento all’Apocalisse (in particolare ai Capp. 19, 20, 21, 22 di Ap) e quindi richiedono un certo sforzo di analisi e meditazione ma capirai – anche perché ora ti aiuto a leggerli meglio – che la cronologia che se ne ricava è la seguente.
Anni prossimi: manifestazione Anticristo (è un uomo di Chiesa, un ‘astro’ del suo ‘esercito’ e quindi della Chiesa ‘cattolica’), che ‘precipiterà’ vendendosi a Satana e che cercherà di distruggere la fede e la Chiesa cattolica dall’interno, un altro Giuda, un ‘cavallo di Troia’. Sarà appoggiato da potenze politiche ed ideologiche alle quali chiederà aiuto non parendogli sufficiente quello di Satana. Periodo orrendo di convulsioni mondiali nel suo tempo di ‘regno’ (breve: tre anni e mezzo). Sua sconfitta ad opera della Madonna, la ‘solita’ che gli schiaccerà il capo con il suo ‘Calcagno’:
vale a dire Gesù. Lei è infatti la donna ‘vestita di Sole’ (Ap) – Regina degli Angeli e dei Santi – la suprema Condottiera delle Schiere celesti che combatteranno unitamente a quelle della ‘Chiesa militante‘, e cioé i veri credenti, soldati di Gesù.
Uomini contro uomini, ma i pretesti degli uomini saranno solo pretesti, perché la vera battaglia avrà ragioni spirituali dove in ballo c’è la conquista dell’Umanità e se possibile – da parte di Satana – la sua distruzione materiale definitiva per portarla all’Inferno. Non ci riuscirà. Una volta sconfitto l’Anticristo, coadiuvato dalle due Bestie dell’Apocalisse (demoni potentissimi che rappresentano la violenza politica dell’io e quella delle ideologie e della scienza perversa) cacciate con l’Anticristo all’Inferno, seguirà l’instaurazione del Regno di pace in Terra con l’Umanità intera pentita che ritornerà a Dio, conscia delle proprie colpe che hanno provocato catastrofi. Periodo lunghissimo di benessere materiale e spirituale, nel corso del quale discenderanno sulla Terra ad opera dello Spirito Santo delle grandi correnti spirituali con nuovi evangelizzatori per una nuova evangelizzazione, identica nei contenuti a quella vecchia, perché la Parola di Dio non cambia, ma sarà nuova nelle forme che avranno grandissima efficacia. Conversione graduale al cattolicesimo di una parte notevole dell’Umanità tale da poter far dire che il Regno di Dio in terra – che chiediamo senza rendercene neanche conto nel ‘Padre nostro’ – si sta finalmente realizzando dopo duemila anni. Alla fine del periodo ‘millenario’ di pace di cui parla L’Apocalisse, Satana – che in tale periodo sarà stato reso inoffensivo dall’Arcangelo Michele per far sì che gli uomini possano far vedere a Dio quanto lo sanno amare una volta messo fuori causa l’Accusatore che li sobillava – verrà nuovamente liberato. Gli uomini dimentichi degli errori e degli orrori del passato ricominceranno a seguirlo, finché Dio (Apocalisse: guerra di Gog e Magog) dirà il suo ‘Basta’ finale. San Michele sconfiggerà definitivamente Satana che verrà una volta per tutte ‘sigillato’ nell’inferno insieme a tutti i suoi angeli e uomini seguaci, mentre le anime dei ‘giusti’ ad un comando divino riacquisteranno la loro corporeità, questa volta gloriosa come quella del Gesù risorto, ed ascenderanno al Cielo dietro al Gesù del Giudizio in un Paradiso di cui non abbiamo la minima idea di cosa si tratti, ma dove certo la ‘corporeità’ (anche se con un corpo glorificato che non ha più le esigenze della attuale natura umana) avrà un suo senso, visto che la Madonna e lo stesso Gesù ci sono già ora in anima e corpo.
Bene, spero di averti dato – leggendoti tu uno al giorno dei suddetti dettati del libro che hai in mano – degli argomenti importanti di riflessione.
Si avvicinano tempi molto duri, sia per la Chiesa cristiana ma cattolica in particolare che verrà sempre più perseguitata in tutto il mondo, sia a livello finanziario e politico mondiale dove già da tempo si vedono fermenti di grande instabilità economico-finanziaria, disordini, guerre di fame, catastrofi naturali e ometto il resto che temo.
Ciao, vai avanti con il Rosario: è l’Arma di questi tempi perchè Dio per l’occorrenza non l’ha dotata di normali ‘pallottole’ ma di pallottole ‘dum-dum’, e ‘caricata’ non con polvere pirica ma di polvere ‘al plutonio’. Rendo l’idea?
Parusia
In Gesù Adveniente e Maria CoRedentrice
—————-o0o—————-
Le parole e le frequenze possono influenzare e riprogrammare il DNA
In principio era il Verbo (suono, frequenza, energia), il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio
Il DNA umano è un Internet biologico, superiore, sotto molti aspetti, a quello artificiale. La più recente ricerca scientifica russa spiega, direttamente o indirettamente, fenomeni quali la chiaroveggenza, l’intuizione, gli atti spontanei ed a distanza di cura, l’auto-guarigione, le tecniche di affermazione, la luce o aure insolite intorno alle persone (concretamente, dei maestri spirituali), l’influenza della mente sui modelli climatici e molto ancora. Inoltre, ci sono segni di un tipo di medicina completamente nuova nella quale il DNA può essere influenzato e
riprogrammato dalle parole e dalle frequenza SENZA sezionare e rimpiazzare geni individuali.
Solo il 10% del nostro DNA viene utilizzato per costruire le proteine. Questo subcomplesso di DNA è quello che interessa i ricercatori occidentali che lo stanno esaminando e catalogando. L’altro 90% è considerato “DNA rottame”. Tuttavia, i ricercatori russi, convinti che la natura non è stupida, hanno riunito linguisti e genetisti per intraprendere un’esplorazione di quel 90% di “DNA rottame”. I loro risultati, scoperte e conclusioni sono semplicemente rivoluzionarie! Secondo loro, il nostro DNA non solo è il responsabile della costruzione del nostro corpo, ma serve anche da magazzino di informazioni e per la comunicazione.
I linguisti russi hanno scoperto che il codice genetico, specialmente nell’apparentemente inutile 90%, segue le stesse regole di tutte le nostre lingue umane. Per questo motivo, hanno confrontato le regole della sintassi (il modo in cui si mettono insieme le parole per formare frasi e proposizioni), la semantica (lo studio del significato delle parole) e le regole grammaticali di base. Hanno scoperto che gli alcalini del nostro DNA seguono una grammatica regolare e hanno regole fisse come avviene nelle nostre lingue. Così le lingue umane non sono apparse per coincidenza, ma sono un riflesso del nostro DNA inerente.
Anche il biofisico e biologo molecolare russo Pjotr Garjajev e i suoi colleghi hanno esplorato il comportamento vibratorio del DNA. (Per essere breve, qui farò solo un riassunto. Per maggiori informazioni, per favore, andate all’appendice finale di questo articolo).
La linea finale è stata: “I cromosomi vivi funzionano come computer “solitonici/olografici” usando la radiazione laser del DNA endogeno”. Questo significa che hanno fatto in modo di modulare certi modelli di frequenza con un raggio laser e con questo hanno influenzato la frequenza del DNA e, in questo modo, l’informazione genetica stessa. Siccome la struttura base delle coppie alcaline del DNA e del linguaggio (come si è già spiegato) sono la stessa struttura, non si rende necessaria nessuna decodificazione del DNA.
Uno semplicemente può usare parole e orazioni del linguaggio umano! Questo è stato anche provato sperimentalmente.
La sostanza del DNA vivente (in tessuto vivo, non in vitro), reagirà sempre ai raggi laser del linguaggio modulato e anche alle onde radio, se si utilizzano le frequenze appropriate. Infine questo spiega scientificamente perchè le affermazioni, l’educazione autogena, l’ipnosi e cose simili possono avere forti effetti sugli umani e i loro corpi. E’ del tutto normale e naturale che il nostro DNA reagisca al linguaggio. Mentre i ricercatori occidentali ritagliano geni individuali dei filamenti del DNA e li inseriscono in un altro posto, i russi hanno lavorato con entusiasmo con dispositivi che possono influenzare il metabolismo cellulare con le frequenze modulate di radio e di luce per riparare difetti genetici.
Per esempio il gruppo di ricercatori di Garjajeva ha avuto successo nel provare che con questo metodo si possono riparare i cromosomi danneggiati dai raggi X. Sono anche riusciti a catturare modelli di informazione di un DNA specifico e lo hanno trasmesso ad un altro, riprogrammando così le cellule su un altro genoma. In quel modo, hanno trasformato con successo, per esempio, embrioni di rana in embrioni di salamandra, semplicemente trasmettendo i modelli di informazione del DNA!
In quel modo, l’informazione completa è stata trasmessa senza nessuna delle disarmonie o effetti collaterali che si manifestano quando si fa l’ablazione e si reintroducono geni individuali del DNA! Questo rappresenta una rivoluzione e sensazione incredibili, che trasformerà il mondo! Tutto ciò applicando semplicemente la vibrazione e il linguaggio al posto dell’arcaico
processo d’ablazione! Questo esperimento punta all’immenso potere della genetica delle onde, che ovviamente ha più influenza, sulla formazione degli organismi, che i processi biochimici delle sequenze alcaline.
I maestri esoterici e spirituali sanno da millenni che il nostro corpo si può programmare con il linguaggio, le parole e il pensiero. Ora questo è stato provato e spiegato scientificamente.
Certamente la frequenza deve essere quella corretta e a questo si deve il fatto che non tutti hanno lo stesso risultato o possano farlo sempre con la stessa forza. La persona deve
lavorare con i processi interni e la maturità per poter stabilire una comunicazione cosciente con il DNA. I ricercatori russi lavorano con un metodo che non dipende da questi fattori, però funziona SEMPRE, sempre e quando venga usata la giusta frequenza.
Però, quanto più è sviluppata la coscienza individuale, meno c’è la necessità di qualsiasi tipo di dispositivo! Si possono ottenere quei risultati da se stessi e la scienza finalmente smetterà di ridere di tali idee e potrà spiegarne e confermarne i risultati. E non finisce qui. Gli scienziati russi hanno anche scoperto che il nostro DNA può causare modelli di perturbazione nel vuoto, producendo così “cunicoli” magnetizzati!
I “piccoli buchi” sono gli equivalenti microscopici di quelli chiamati ponti Einstein-Rosen nella vicinanza dei buchi neri (lasciati da stelle consumate).
Questi sono dei tunnel di connessione, fra aree completamente differenti dell’universo, attraverso i quali si può trasmettere l’informazione fuori dallo spazio e dal tempo. Il DNA attira quei frammenti di informazione e li passa alla nostra coscienza. Questo processo di ipercomunicazione è più efficace in stato di rilassamento. Lo stress, le preoccupazioni e
l’intelletto iperattivo impediscono il successo dell’ipercomunicazione o ne distorcono completamente l’informazione rendendola inutile. In Natura, l’ipercomunicazione è stata applicata con successo da milioni di anni. Il flusso di vita strutturato in “organizzazioni stato” di insetti lo prova drammaticamente. L’uomo moderno lo conosce solo ad un livello molto più
sottile come “intuizione”. Però anche noi possiamo recuperarne a pieno l’uso.
Un esempio in Natura. Quando un formica regina è lontana dalla sua colonia, la costruzione continua con fervore e in accordo con la pianificazione.
Tuttavia, se si uccide la regina, nella colonia tutto il lavoro si ferma.
Nessuna formica sa cosa fare. Apparentemente, la regina invia i “piani di costruzione” anche da molto lontano per mezzo della coscienza gruppale dei suoi sudditi. Può stare lontana quanto vuole, fintanto che sia viva.
Nell’uomo l’ipercomunicazione si attiva quando uno improvvisamente riesce ad avere accesso ad un’informazione che è fuori dalla propria base di conoscenze.
A quel punto questa ipercomunicazione viene sperimentata e catalogata come un’ispirazione o intuizione. Il compositore italiano Giuseppe Tartini, per esempio, una notte sognò che il diavolo si sedeva vicino al suo letto suonando il violino. La mattina seguente, Tartini potè trascrivere il brano a memoria con esattezza e lo chiamò la Sonata del Trillo del Diavolo.
Per anni, un infermiere di 42 anni sognò una situazione nella quale era connesso ad una specie di CD-ROM di conoscenza. Gli veniva trasmessa conoscenza verificabile da tutti i campi immaginabili e alla mattina poteva ricordare. Era tale la valanga di informazioni che sembrava che di notte gli trasmettessero tutta una enciclopedia. La maggior parte delle informazioni
era fuori dalla sua base di conoscenze personali e arrivava a dettagli tecnici di cui lui non sapeva assolutamente niente.
Quando avviene l’ipercomunicazione, si possono osservare fenomeni speciali nel DNA, così come nell’essere umano. Gli scienziati russi hanno irradiato campioni di DNA con luce laser. Nello schermo si è formato un modello di onde tipico. Quando hanno ritirato il campione di DNA, i modelli di onda non sono scomparsi, sono rimasti. Molti esperimenti di controllo hanno
dimostrato che il modello proveniva ancora dal campione rimosso, il cui campo energetico apparentemente è rimasto di per se stesso. Questo effetto ora si denomina effetto del DNA fantasma.
Si presume che l’energia dello spazio esteriore e del tempo, dopo aver ritirato il DNA, fluisca ancora attraverso i “cunicoli”. La maggior parte delle volte gli effetti secondari che si incontrano nell’ipercomunicazione, anche degli esseri umani, sono campi elettromagnetici inspiegabili nelle vicinanze della persona implicata. In presenza dei quali i dispositivi elettronici, come attrezzature per CD e altri simili, possono essere alterati e smettere di funzionare per ore. Quando il campo elettromagnetico si dissolve lentamente, le attrezzature funzionano ancora normalmente. Molti curatori e psichici conoscono questo effetto dovuto al loro lavoro. Più si migliorano l’atmosfera e l’energia dell’ambiente più frustante è che in quel
preciso istante l’attrezzatura di registrazione smette di funzionare e di registrare. Il riaccendere e spegnere dopo la sessione non ne ristabilisce ancora la funzionalità totale che però il giorno dopo ritorna alla normalità. Chissà forse leggere ciò risulta tranquillizzante per molti, in quanto non ha niente a che vedere con l’essere tecnicamente incapaci, ma significa semplicemente che sono abili per l’ipercomunicazione.
Gli scienziati russi hanno irradiato diversi campioni di DNA con dei raggi laser e su uno schermo si è formata una tipica trama di onde che, una volta rimosso il campione, rimaneva sullo schermo. Allo stesso modo si suppone che l’energia al di fuori dello spazio e del tempo continua a passare attraverso gli tunnel spaziali attivati anche dopo la rimozione del DNA. Gli effetti collaterali più frequenti nell’ipercomunicazione sono dei campi magnetici vicini alle persone coinvolte. Gli apparecchi elettronici possono subire delle interferenze e smettere di funzionare per ore. Quando il campo elettromagnetico si dissolve, l’apparecchio ricomincia a funzionare normalmente. Molti operatori spirituali conoscono bene questo effetto.
Grazyna Gosar and Franz Bludorf nel loro libro Vernetzte Intelligenz spiegano queste connessioni in modo chiaro e preciso. Gli autori riportano anche alcune fonti secondo le quali gli uomini sarebbero stati come gli animali, collegati alla coscienza di gruppo, e quindi avrebbero agito come gruppo. Per sviluppare e vivere la propria individualità, tuttavia, avrebbero abbandonato e dimenticato quasi completamente l’ipercomunicazione.
Ora che la nostra coscienza individuale è abbastanza stabile, possiamo creare una nuova forma di coscienza di gruppo. Così come usiamo Internet, il nostro DNA è in grado di immettere dati nella rete, scaricare informazioni e stabilire un contatto con altre persone connesse. In questo modo si possono spiegare i fenomeni quali telepatia o guarigioni a distanza.
Senza un’individualità distinta la coscienza collettiva non può essere usata per un periodo prolungato, altrimenti si ritornerebbe a uno stato primitivo di istinti primordiali.
L’ipercomunicazione nel nuovo millennio significa una cosa ben diversa.
I ricercatori pensano che, se gli uomini con piena individualità formassero una coscienza collettiva, avrebbero la capacità di creare, cambiare e plasmare le cose sulla terra, come fossero Dio! E l’umanità si sta avvicinando a questo nuovo tipo di coscienza collettiva.
Il tempo atmosferico è piuttosto difficile da influenzare da un solo individuo, ma l’impresa potrebbe riuscire dalla coscienza di gruppo (niente di nuovo per alcune tribù indigene). Il tempo viene fortemente influenzato dalla frequenza risonante della terra (frequenza di Schumann). Ma queste stesse frequenze vengono prodotte anche nel nostro cervello, e quando molte persone si sincronizzano su di esse, o quando alcuni individui (p. e. maestri spirituali) concentrano i loro pensieri come un laser, non sorprende affatto che possano influenzare il tempo. Una civiltà moderna che sviluppa questo tipo di coscienza non avrebbe più problemi né d’inquinamento ambientale, né di risorse energetiche; usando il potere della coscienza collettiva potrebbe controllare automaticamente e in modo naturale l’energia del pianeta.
Se un numero abbastanza elevato di individui si unisse con uno scopo più elevato, come la meditazione per la pace, si dissolverebbe anche la violenza.
Il DNA sembra essere anche un superconduttore organico in grado di lavorare a una temperatura corporea normale. I conduttori artificiali invece richiedono per il loro funzionamento delle temperature estremamente basse (tra -200 e -140°C ). Inoltre, tutti i superconduttori possono immagazzinare luce, quindi informazioni. Anche questo dimostra che il DNA sia è grado di farlo.
Vi è un altro fenomeno legato al DNA e ai tunnel spaziali. Normalmente questi minuscoli tunnel sono altamente instabili e durano soltanto una frazione di secondo. In certe condizioni però si possono creare dei tunnel stabili in grado di formare delle sfere luminose. In alcune regioni della Russia queste sfere appaiono molto spesso. In queste regioni le sfere a volte s’innalzano dalla terra verso il cielo, e i ricercatori hanno scoperto che possono essere guidati dal pensiero.
Le sfere emettono onde a bassa frequenza che vengono anche prodotte dal nostro cervello, quindi sono in grado di reagire ai nostri pensieri. Queste sfere di luce hanno una carica energetica molto elevata e sono in grado di causare delle mutazioni genetiche. Anche molti operatori spirituali producono queste sfere o colonne di luce, quando si trovano in uno stato di profonda meditazione o durante un lavoro energetico. In alcuni progetti per la guarigione della terra queste sfere vengono catturate anche nelle foto. In passato di fronte a questi fenomeni luminosi si credeva che apparissero degli angeli. In ogni caso, pur mancando le prove scientifiche, ora sappiamo che persone con queste esperienze non soffrivano affatto di allucinazioni. Abbiamo fatto un grande passo in avanti nella comprensione della nostra realtà.
Anche la scienza “ufficiale” conosce le anomalie della terra che contribuiscono alla formazione dei fenomeni luminosi. Queste anomalie sono state trovate di recente anche a Rocca di Papa, a sud di Roma.
L’articolo intero (in inglese) si può trovare sulla pagina http://www.fosar-bludorf.com/ (Kontext – Forum for Border Science). Su questa pagina è anche possibile contattare gli autori.
Traduzione: disinformazione.it
—————-o0o—————-
Il grande inganno degli ultimi tempi
Gli ultimi tempi saranno caratterizzati dal più grande inganno mai perpetrato nei confronti dell’umanità. Un tale inganno, che persino i cristiani potranno esserne coinvolti. Una grande nazione capitanata dall’anticristo sottometterà tutte le nazioni della terra dominando il mondo. Le persone daranno fiducia a questo “capo” che verrà perché si presenterà sulla scena con le risposte ai problemi complessi del mondo. Lo reputeranno un grande uomo di pace in un mondo in cui vivere è diventato ormai pericoloso perché atterrito dal collasso economico e da guerre di scala mondiale. Egli farà l’impensabile e istituirà un patto con Israele per la pace in Medio Oriente. Asserirà di essere cristiano e apparirà alle folle come un grande personaggio (perché giungerà al potere anche con il consenso della chiesa apostata), ma alla fine si rivolterà nei confronti della vera chiesa e di Israele nella peggior persecuzione che il mondo abbia mai visto.
Anche se si parla di avvenimenti previsti da Daniele e dall’apostolo Giovanni tra i 2.600 e 2.000 anni fa, potrebbero verificarsi durante la nostra vita. La Bibbia parla di un periodo d’inganno e di tribolazione che non conoscono precedenti. Ma di cosa si tratterà? Se la Bibbia è corretta in quanto afferma, si arriverà ad un punto in cui non si potrà più fare acquisti, né tantomeno vendere. Non si avrà accesso al cibo, al vestiario, al sistema sanitario, alle scuole, a niente! Se in quel periodo non si avrà una personale relazione con Dio mediante Gesù Cristo il rischio è quello di trovarsi coinvolti in questo inganno, tanto che, quando verrà data la possibilità di scelta, probabilmente si sceglierà di prendere un marchio e di adorare l’anticristo pur di poter continuare a comprare o vendere. Questa scelta determinerà il destino di tutti, ma la maggioranza cadrà in questo inganno perché sceglierà il metodo della non resistenza. Anche tu cadrai nell’inganno …
- se sarai un cristiano che ha messo le radici nel mondo
- se non avrai afferrato per fede la tua “vera” cittadinanza celeste, vivendo solo per i piaceri momentanei di questa terra
- se ti conduci secondo la sapienza del mondo
- se cercherai di vivere nel compromesso cercando di avere il meglio di entrambe le cose (il terreste e il celeste), perché quello che amerai di più sarà quello che alla fine ti conquisterà
- se cercherai l’approvazione delle persone avendo paura di andare contro corrente
- se amerai la tua vita più di Dio stesso
- se amerai di più la tua famiglia e i tuoi amici di Dio stesso
- se non amerai la verità così come rivelata nella parola di Dio
- se non prenderai una posizione precisa.
Se sei un vero cristiano e non sara trovato tra le fila della chiesa apostata e decaduta, a motivo della tea presa di posizione sarai perseguitato dai tuoi amici cristiani e dalla tua famiglia, dalle persone che tu amavi e delle quail ti fidavi. Se sei un cristiano vittorioso dovrai affrontare la perdita di tutte le cose, amici compresi, e come se non bastasse, potrai anche trovarti esposto alla morte (questo sarà il prezzo da pagare per il privilegio di regnare con Cristo per tutta l’eternità).
Nel libro dell’Apocalisse ci sono parole come, “testimone“, “testimoni” e “testimonianza“. La radice greca che sta alla base di queste parole è μάρτυς, che significa “martire”! Apocalisse 12:11 ci dice che, “ essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello, e con la parola della loro testimonianza [martirio] e non hanno amato la loro vita, anzi l’hanno esposta alla morte”. Solo coloro che saranno disposti a morire per la loro fede sfuggiranno al grande inganno. Questa è stata la regola nel corso dei secoli e ancor più lo sarà alla fine dei tempi.
Prima che sia troppo tardi, tutti i cristiani devono essere al corrente dell’inevitabilità di questo inganno che coprirà tutta la terra e dei rischi che essi potrebbero correre. Si tratterà di un’astuzia così artefatta e apparentemente non letale da poter ingannare perfino gli eletti (a proposito, la frase “se fosse possibile” di Matteo 24:22 presente in alcune traduzioni della Bibbia, non si trova nell’originale greco). Ecco perché tutti dovrebbero sapere che la profezia biblica è stata scritta per un motivo preciso e non per gli interessi accademici di alcune fazioni, cioè, per avvisarci di quello che sta per venire sulla terra perché non cadiamo nell’errore.
Il mistero dell’empietà è già all’opera. E’ all’opera nei mass media, nel mondo dell’intrattenimento, nelle scuole, nei governi e persino nella chiesa. Solo chi riconosce e obbedisce alla voce di Dio scamperà. Chi vede le cose con gli occhi dello “Spirito” avrà la percezione della realtà e chi avrà orecchi da udire ciò che lo Spirito dice alle chiese vincerà. Solo chi sarà disposto a soffrire la perdita di tutte le cose riuscirà.
Non dipendere solo dagli altri nell’interpretare la Bibbia, ma lascia che sia Dio stesso a parlarti personalmente. La tua unica speranza per evitare l’inganno sta nel conoscere il Signore, la sua parola e di vivere in unità con altri santi. La posta in gioco è alta, ma la ricompensa è grande.
—————–o0o—————–
Negli ultimi giorni verranno tempi difficili

Introduzione
La nostra società è invasa da un’ondata di sporcizia e degenerazione morale. Ciò che è perverso agli occhi di Dio diventa sempre più accettato dal mondo. Gli ambienti religiosi non sono da meno; esistono delle associazioni di preti e pastori omosessuali, e in molti ambienti le relazioni prematrimoniali non vengono più definite come fornicazione. Gesù predisse che al suo ritorno la situazione sulla terra sarebbe stata come nei giorni prima del diluvio (Matteo 24:37).
È doloroso che dopo tanto progresso in tutti i campi l’uomo sia moralmente a questo livello. Se sfogliamo le pagine della storia rimaniamo inorriditi nel considerare le atrocità commesse per falsi ideali.
A questo riguardo è la stessa Parola di Dio a venire in nostro soccorso. Essa infatti non si limita solo a predire i tempi difficili, ma fa qualcosa che altri veri o presunti profeti non fanno, cioè guidarci a prendere le misure necessarie non tanto per evitare queste sofferenze, ma ad alleviarle, ad attraversarle nel modo migliore.“Or sappi questo: che negli ultimi giorni verranno tempi difficili, perché gli uomini saranno amanti di se stessi, avidi di denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, scellerati, senza affetto, implacabili, calunniatori, intemperanti, crudeli, senza amore per il bene, traditori, temerari, orgogliosi, amanti dei piaceri invece che amanti di Dio, aventi l’apparenza della pietà, ma avendone rinnegato la potenza; da costoro allontanati”. (Timoteo 3:1-5)

Il mondo fisico non finirà così presto come certi falsi profeti predicono, però la società, in contrasto con il pensiero di Dio, verrà radicalmente abbattuta. “Il Signore Gesù apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono al vangelo del nostro Signore Gesù. Essi saranno puniti di eterna rovina, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza” (II Tess. 1:7-9; cfr. Apoc. 19:11-15).
“Quando diranno: Pace e sicurezza, allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno” (I Tess. 5:3).
Molto probabilmente non siamo “alla fine”, ma davanti a noi non ci sono tempi facili e faremmo bene a non prendere la cosa alla leggera, anzi, di fronte ad una probabile emergenza, dobbiamo responsabilmente disporci a premunircene, organizzando le nostre risorse materiali e spirituali!
Nessun avvenimento di grande importanza, o castigo (il diluvio, la distruzione di Sodoma, la caduta di Babilonia, quella di Gerusalemme, ecc.) si è verificato nella storia senza che Dio non lo avesse predetto molto tempo prima, per dare agli uomini il tempo di ravvedersi della loro condotta e sfuggire così al suo giusto giudizio.
1. Tempi difficili

Negli ultimi tempi, così dice la Bibbia, verranno “tempi difficili”. La parola greca qui tradotta con “difficili” sottintende concetti come “duri, dolorosi, difficili da sopportare, violenti, pericolosi, selvaggi, pieni di afflizioni e di guai”.
Non per minimizzare l’attuale crisi, ma dobbiamo pur dire che questo testo biblico, come altri simili, è stato usato dai cristiani sempre prima di ogni maggiore crisi che si è succeduta nel corso di questi millenni. E’ stata usato ai tempi della caduta dell’Impero romano guardandone l’estrema corruzione e la minaccia delle incursioni barbariche, ma non era quella la fine del mondo, semmai di “quel” mondo. E’ stata usata all’avvento dell’anno 1000, ma quello non era il momento della fine. E’ stata usato in corrispondenza della prima guerra mondiale, e poi della seconda, ma il mondo, sebbene allora afflitto da inenarrabili sofferenze, non sarebbe giunto alla fine. Questo testo biblico lo si usa ora, e dico questo non per sottovalutare la crisi attuale o per smentire i profeti di sventura, ma perché dobbiamo vedere le crisi globali in una giusta prospettiva.
Molti prendono l’espressione “gli ultimi giorni” come ad indicare il periodo immediatamente precedente il ritorno di Cristo e quindi la fine del mondo. In realtà la Bibbia usa quest’espressione per indicare l’intero periodo intercorrente fra la prima e la seconda venuta del Signore Gesù Cristo. In altre parole, per tutti questi 2000 anni siamo vissuti negli “ultimi giorni”. Quando infatti l’apostolo Pietro, nel giorno di Pentecoste, spiega alla folla il senso dell’effusione di Spirito Santo che era sopravvenuta alla comunità cristiana di allora, egli ne parla come dell’adempimento della profezia di Gioele che, predicendolo, lo rimanda agli “ultimi giorni”. Pietro vede il suo tempo come “gli ultimi giorni” (At. 2:17). Lo scrittore dell’epistola agli Ebrei dice che il tempo in cui Dio ha parlato nella persona di Cristo, sono gli “ultimi giorni”. E’ chiaro così che “gli ultimi giorni” sono un periodo che è cresciuto fino a comprendere 2000 anni.
L’apostolo Paolo così dice che entro questo esteso periodo di tempo vi saranno cicli ripetuti di afflizione, grande tensione a livello globale, tempi pericolosi, in cui si manifesteranno le condizioni descritte con quelle sue raggelanti parole. Infatti, se guardiamo indietro a questi 2000 anni passati, vediamo proprio come questo sia stato vero. Si sono succeduti nel nostro mondo periodi di relativa pace e prosperità, solo per essere interrotti da terribili periodi di tensione e di sofferenze indicibili. Queste parole, così, non sono necessariamente una predizione degli ultimi giorni di questo mondo, ma il riconoscimento del ciclo ricorrente di giorni come questi. Naturalmente, uno di questi sarà l’ultimo.
E’ difficile dire se siamo noi a vivere “l’ultima crisi” o se l’attuale ultimo ciclo sia quello immediatamente precedente il ritorno di Cristo. Come nel passato, le nuvole nere potrebbero disperdersi, e il sole tornare a brillare. Potrebbero tornare per il mondo periodi di pace e prosperità. Non si tratta però di una scusa per “prendere le cose sotto gamba” e dire: “O beh, allora, perché preoccuparsene…”, no, le sofferenze sono e saranno autentiche e devastanti. Quello che la Parola di Dio vuole rilevare è che esse non avvengono mai per caso, ma sono il logico risultato dell’infrazione dei principi etici e morali che Dio ha stabilito per il benessere dell’umanità. E’ come se dicesse: “Volete risparmiarvi queste sofferenze? Allora seguite i principi di vita che io ho stabilito! Non li volete seguire? Allora pagatene le conseguenze!”.
2. Una conseguenza ineluttabile

Si, queste cose non avvengono “per caso”. Noi raccogliamo quello che seminiamo. Infatti il nostro testo biblico descrive con esattezza quale sia la causa di queste difficoltà: l’elenco è impressionante. Questo testo, come altri è un invito, a chi è saggio, al ravvedimento, a tornare a volgersi a Dio ed alla Sua legge come l’unica cosa che davvero può garantire il meglio per noi stessi.
1. L’elenco che fa l’apostolo Paolo può essere diviso in quattro sezioni. La prima fluisce dal primo termine, “amanti di sé stessi”. Si tratta del peccato di base dell’umanità. L’amore esagerato di sé stessi, il culto di un altro dio, noi stessi, è la forma più bassa di idolatria. Esso priva Dio del culto dovuto al Suo nome, e mette al suo posto un dio rivale, noi stessi, sul trono della vita. E’ soprattutto oggi che si vive nell’epoca del culto di sé stessi. Tutto viene focalizzato sul “me”, i miei diritti, i miei bisogni, le mie idee… Che cosa succede quando si serve soltanto il proprio “io” a scapito degli altri? La guerra civile, ad ogni livello, sia di popoli, di etnie come a livello locale e familiare.
2. Di tutto questo ne è espressione primaria le parole: “avidi di denaro”. Non vi sembra che questo, lo sfrenato materialismo, sia lo stile di vita prevalente oggi? L’avidità del denaro è quella che ci permette di calpestare tutto e tutti, di ignorare qualsiasi etica e scrupolo, di giustificare qualunque crimine. Il denaro è uno strumento buono che va acquisito nei modi che la Legge di Dio stabilisce e per gli usi che Dio indica, e certamente non in modo egocentrico, anzi, pure come mezzo di condivisione e solidarietà. Ci sorprendono forse le tragiche conseguenze dell’acquisizione egoistica e della mancanza di solidarietà? Esempi di questo sono sotto i nostri occhi ogni giorno.
3. A questo segue gli aggettivi “vanagloriosi” e “superbi”, per descrivere cioè quella vita impostata a presuntuosa ambizione, quel sentimento smodato e vano di orgoglio di chi si gloria per meriti inesistenti. E’ la megalomania di chi mette sé stesso sul trono che non gli spetta. Potrebbe essere il sentimento di chi vanta la superiorità della propria razza, nazione, civiltà o intelligenza e per questo è pronto a schiacciare chi vede “inferiore”, oppure l’arroganza dell’intelligenza umana quando pretende di poter fare qualunque cosa senza limiti o regole alcune, mettendosi al posto stesso di Dio, come quella di certa scienza pronta a manipolare la vita stessa sfruttando per fini egoistici la conoscenza e le capacità.
4. La parola “bestemmiatori” descrive gente che non ha timore di deridere ed insultare con le loro parole e comportamento tutto ciò che è sacro: prima di tutto Dio stesso, e poi la Sua buona creazione. È l’empietà moderna: si sfida Dio e si ritiene di rimanerne impuniti. Si pretende di essere dio e legge a sé stessi, ma pure di potere impunemente insultare la sacralità della vita e del creato, sfruttandolo senza ritegno, abusando delle ricchezze che dovrebbero invece essere saggiamente amministrate. La nostra società più che mai nega e si prende gioco di Dio, ma potrà continuare a pretendere di non subirne poi delle conseguenze, la Sua ira e giusto giudizio?
5. Una seconda sezione di questa lista ha a che fare con la vita familiare. Menziona: “disubbidienti ai genitori”. Include l’attuale disprezzo per ogni autorità che si vede palese nella nostra società: disprezzo della famiglia come Dio l’ha voluta fin dall’inizio, disprezzo ed insubordinazione a padre e madre, agli insegnanti, alle autorità sia politiche che di giustizia e polizia. E’ una società fondamentalmente anarchica, la nostra, dove non solo ogni regola viene distorta e disprezzata, ma dove pure i rapporti di giusta subordinazione vengono ignorati e disonorati. Potrebbe sussistere a lungo una società così?
6. A questo il nostro testo aggiunge “ingrati”. Oggi infatti si pretende tutto ma non si sa debitamente riconoscere e ringraziare chi ti fornisce ciò che hai, ad ogni livello, e certamente ci si dimentica di ringraziare Dio, da cui proviene ogni migliore dono del quale possiamo godere.
7. L’aggettivo “scellerati” significa empi, irreligiosi, infami. È il contrario di “santo”. Questa parola significa l’indisponibilità ad osservare persino la minima umana decenza. Descrive chi si vanta di azioni che Dio condanna, il fare cose senza alcuna vergogna per il solo piacere di provocare e scandalizzare con cose scioccanti che sfidano il senso comune ritenuto da essi discutibile. A questo è collegata l’espressione “senza affetto”, cioè la mancanza di affetti comuni, brutalità, bestialità. E poi l’aggettivo “implacabile”, indicando ciò che è persino contro la ragione, l’atteggiamento spietato ed accanito che niente e nessuno può ostacolare. Lo vediamo non solo nei conflitti bellici contemporanei dove si privilegia la logica militare e le vittime innocenti si definiscono come “inevitabili effetti collaterali”, ma anche, per esempio, quando negli ospedali i pazienti vengono considerati solo numeri, trattati come fonte di profitto o oggetto del proprio lavoro, senza compassione e umanità.
8. La nostra lista, direi molto “moderna” si muove poi in quelle aree che toccano i rapporti interpersonali. La parola che segue è: “calunniatori”, letteralmente “gente diabolica” nel commettere il male; poi “intemperanti”, persone cioè senza il minimo autocontrollo, che devono solo soddisfare le loro passioni e voglie immediatamente; “crudeli”, cioè senza nessuno scrupolo a far del male e a causare sofferenza; “senza amore per il bene”: questo era ciò di cui Gesù accusava i Farisei i quali, sebbene moralmente rispettabili, dentro di sé si opponevano a Dio ed odiavano il bene, e lo provarono mettendo a morte il miglior uomo che mai fosse esistito. L’aggettivo “traditori” viene usato per Giuda, Colui che tradì il Maestro e il Salvatore del mondo per motivi di opportunità o convenienza. Abbiamo poi “temerari”, gente a cui non importa ciò che accade, che si buttano a fare qualcosa d’impulso, senza pensare alle conseguenze. Abbiamo poi “orgogliosi”, letteralmente gente “gonfia”, che ha un’opinione di sé più alta di quella che si dovrebbe avere.
9. L’ultima espressione di questa lista è “amanti dei piaceri invece che amanti di Dio”: anche di questa non servono molte spiegazioni. La nostra epoca, infatti, priva di valori eterni ed ideali, ha un solo obiettivo: “godersi la vita” il più possibile, perché questo sarebbe l’unico valore rimasto, l’unica “soddisfazione” di una vita per altro vuota e priva di significato. Non descrive forse questo benissimo lo spirito della nostra epoca ed i comportamenti corrispondenti?
3. Una curiosa connessione

L’elenco che la Parola di Dio ci fornisce è chiaro e illuminante, come d’altronde lo è sempre stata. Ho lasciato apposta, fuori dall’elenco, un’altra espressione, perché vorrei dedicarle uno spazio a parte. In tutta questa lista mi colpisce particolarmente una delle ragioni per cui tali condizioni diventeranno prevalenti negli “ultimi tempi”: si trova nelle parole “aventi l’apparenza della pietà, ma avendone rinnegato la potenza”, tradotta pure: “con la parvenza della pietà, mentre ne hanno rinnegata la forza interiore” (CEI), “Conserveranno l’apparenza esterna della fede, ma avranno rifiutato la sua forza interiore” (TILC), “aventi le forme della pietà, ma avendone rinnegata la potenza” (Riv.).
Violenza, egoismo, avidità, intemperanza… sono cose gravi, ma avete notato come stia nello stesso elenco e vada di pari passo il formalismo religioso? Ci troviamo davvero in pericolo quando si professa una forma esteriore di religiosità e al tempo stesso si tollera e si giustifica ciò che chiaramente Dio considera peccato. Vorremmo non subirne le conseguenze?
Giustificare ciò che è male. In altre parole, la cosa che dovrebbe tenere a freno il male e sanarlo è diventata quella stessa che lo incoraggia e persino lo giustifica. Pensate che oggi c’è persino chi vorrebbe che la Chiesa benedicesse aberrazioni morali, come tutta l’area che gira attorno all’omosessualità. Un tempo volevano che si benedicessero armi ed eserciti! Vorrebbero una Chiesa che volentieri accogliesse e benedicesse tutto e tutti, svuotandola della sua carica polemica e di denuncia contro ciò che Dio considera peccato! È questo perché? In nome di un non meglio precisato “amore”, in nome di una “accogliente” chiesa di popolo che diventerebbe tutto meno che la Chiesa di Gesù Cristo!
- Privi di consistenza. Attenersi ad una “apparenza di pietà” significa semplicemente che molti si atteggeranno falsamente a religiosità, dicendo di volerla promuovere, ma essendo però di fatto privi della sua realtà essenziale, persone che vantano di amare “la religione” a cui però è totalmente estranea, sconosciuta e persino avversata la realtà della potenza dell’Evangelo di Gesù. Vorrebbero l’apparenza esteriore della religiosità, negando che possa esistere una vita autenticamente in armonia con la volontà di Dio. Vorrebbero essere “religiosi”, ma al tempo stesso liberi di essere “avidi di denaro, vanagloriosi superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, scellerati, senza affetto, implacabili, calunniatori, intemperanti, crudeli, senza amore per il bene, traditori, temerari, orgogliosi, amanti dei piaceri ecc.”. Non è una contraddizione?
- Sale e luce. Gesù mette in evidenza come i Suoi seguaci debbano essere sale e luce di questo mondo. La luce rivela il peccato, il sale frena l’influenza del peccato. Quando la Chiesa cessa di denunciare il peccato e di ritardare l’influenza del male, essa cessa di essere vera Chiesa del Signore Gesù Cristo. Se non denuncia ciò che Dio nella Sua Parola considera peccato attingendo poi alle risorse della sua guarigione, se non reprime l’influenza del male, diventa complice di coloro che pur dicendo di professare la fede cristiana, continuano allegramente a praticare ciò che è peccato.
Un elenco simile a quello citato (in cui vengono incluse pure aberrazioni di tipo sessuale) lo troviamo in Romani 1, che termina dicendo: “essi, pur avendo riconosciuto il decreto di Dio secondo cui quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non solo le fanno, ma approvano anche coloro che le commettono” (Ro. 1:32).
- Svuotare la Bibbia. E come fanno a giustificare il peccato sotto l’apparenza di religiosità? Nel modo più logico, negando la base normativa della fede cristiana, svuotando la Bibbia della sua autorevolezza. Scrive Gary North: “…con poche eccezioni, le facoltà di teologia sono ripieni di professori di letteratura, più che professanti di Cristo. Essi hanno adottato la concezione che dice che i testi biblici rivelano grossolani errori da parte degli scrittori ed editori della Bibbia. Questi critici considerano la Bibbia come un libro pieno di miti. Questi scettici eruditi e presuntuosi … hanno trafficato per più di un secolo per estirpare la fiducia dei cristiani nell’accuratezza della Bibbia. Il loro obiettivo personale, al di sopra di ogni altro, è quello di vanificare il giudizio finale del Dio che ha rivelato Sé stesso chiaramente. Essi si consolano con lo stesso sillogismo che serve a sbalestrare la fede che i loro studenti hanno nella Bibbia e che dice: ‘Nessuna Bibbia permanente, nessuna legge permanente, nessun giudizio permanente'”.
- Accumulo. Se non si denuncia e non ci si oppone prendendo le dovute misure alla diffusione nella società di ciò che Dio considera peccato, solo si aumenta la reale possibilità del giudizio di Dio su quella società: ce ne sorprendiamo? La Scrittura dice: “tu, per la tua durezza ed il cuore impenitente, ti accumuli un tesoro d’ira, per il giorno dell’ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio” (Ro. 2:5). E’ vero che dovremo affrontare molti problemi, ma non dobbiamo mai dimenticarci che il problema di fondo che li genera è il peccato. Ciascuno dei problemi che dobbiamo affrontare può essere fatto risalire ad una o più infrazioni della Legge che Dio ha stabilito sul comportamento umano.
Conclusione

Il Signore, dunque, nella Sua Parola, predice per noi “tempi difficili”. Questo davvero è un esercizio di realismo! Non lo fa per angosciarci ma per permetterci di prendere misure atte a proteggerci prevenendo questi mali, alleviandoli, e affinché di essi noi non si sia corresponsabili. Questi prossimi “tempi difficili” non saranno forse quelli “finali”, ma una cosa il Signore vuole che noi abbiamo ben chiara: essi non avvengono mai per caso, ma sono il logico risultato dell’infrazione dei principi etici e morali che Dio ha stabilito per il benessere dell’umanità. La cosa peggiore, però, lo abbiamo rilevato, è pretendere di essere religiosi e amici di Dio pur commettendo, tollerando e giustificando ciò che Dio chiaramente ha condannato! Di tutto questo dobbiamo ravvedercene e tornare a Dio, invocando la Sua misericordia e la Sua opera di guarigione prima che per noi diventi troppo tardi!
Che possono fare i cristiani degni di questo nome nei “giorni difficili” che verranno? Impegnarsi per la causa dell’Evangelo e testimoniare con coerenza la verità tanto che, se cadremo sempre più in basso, almeno non sia per causa nostra. Probabilmente i più non ascolteranno e continueranno a prendersi gioco di noi, ma non potranno poi dirci che non erano stati avvertiti!
Il bisogno vero dell’uomo

Esistono diverse teorie su quello che realmente è il vero problema di questo mondo. Alcune ipotizzano la povertà, altre la fame – le idee sono numerose. Ma Dio, nella Sua Parola, precisa chiaramente quale sia il più profondo bisogno di questo mondo, e ne indica la soluzione.
Viviamo in tempi difficili
Ma qual è il vero problema che bisogna affrontare?

Il problema della fame

II problema dell’ignoranza

Il problema della guerra

Il bisogno maggiore dell’umanità

“Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita ma l’ira di Dio resta sopra di lui”. (1 Giovanni 5:12
(Salmi 25:5)
Il “Sistema” Chiesa ha fallito?


Le Chiese nate dal movimento di risveglio che va sotto il nome di “The Jesus Movement” (anni ’60) furono istituite come segno di protesta contro la Chiesa istituzionalizzata. Con il passar del tempo, questo movimento perse presto il fuoco iniziale. Non solo, ma anche la caratteristica intrinseca che lo contraddistingueva, cioè la “partecipazione” attiva di tutti i suoi membri andò scemando, facendo sì che il fuoco degli albori si traducesse in un vuoto movimento istituzionale. Perse tutta la “vita” spirituale che lo distingueva allorchè alcuni esponenti delle Chiese Vineyards si davano esclusivamente alla ricerca di “segni e prodigi”, o, mentre i leaders della Calvary Chapel si dedicavano di più alla musica piuttosto che alla preghiera. E come se non bastasse, tutto questo accadeva nel periodo in cui stavano nascendo i moderni sistemi di marketing e di intrattenimento, propri di un cristianesimo “condotto dai propositi” (vedi Rick Warren). Mentre tutte queste Chiese venivano riconosciute come centri di adorazione, i cristiani di quella generazione si sono trasformati ed evoluti da “coloro che cercavano il Signore” a “cristiani emergenti” dalla società, da Cristiani a “post-cristiani”, da credenti “organici” a credenti “organizzati”. Come risultato, abbiamo avuto che la Chiesa non è rimasta altro che un guscio vuoto. All’apparenza sembra viva perché canta ed è sempre in festa, ma al suo interno non si trovano altro che cristiani che ripetono le stesse cose settimana dopo settimana, dove si ascoltano gli stessi sermoni. Ma tra di loro, ci sono dei nuovi salvati, oppure la crescita di queste Chiese avviene per “trasferimento” di credenti che si muovono di comunità in comunità alla ricerca di qualcosa, senza mai trovare una vita reale di Chiesa, una reale comunità?

Con questo non vogliamo dire che in certi edifici apparentemente sterili non vi siano credenti nati di nuovo e ripieni di vita, né tantomeno che Dio non sia all’opera nel Suo popolo ovunque esso si trovi, ma possiamo affermare con certezza che il cristiano medio ormai si regge in piedi solo con il supporto di qualcun’altro. Il pastore spende se stesso nel cercare di portare avanti le sue pubbliche relazioni settimana dopo settimana, i responsabili della musica cercano di tirare su gli animi dei credenti come possono, mentre agli occhi di chi vive questa situazione da decenni tutto questo non è altro che pura monotonia. Molti cristiani vivono una situazione di “tranquilla” disperazione, senza gioia e senza una relazione personale con il Signore e con i loro fratelli e sorelle in Cristo, salvo che per quei momenti di incontro settimanale che loro chiamano “Chiesa”!
Solo due tipi di Cristiani

La Chiesa Occidentale


Ciò che Dio vuole e di cui ha bisogno in questi ultimi giorni è un popolo che lo conosca, che esprima la sua vita e il suo amore mediante la famiglia dei credenti. Tutto questo non può essere pianificato, programmato, messo assieme, o fatto passare mediante della bella musica o dei sermoni studiati per intrattenere.

Fuggire o testimoniare?

Ha importanza?


di Dene McGriff
La Chiesa sta morendo!

I pastori sono muti. È la solita routine: tieni unita la famiglia, non cambiare lo stato delle cose, e i santi vanno avanti in modalità di sopravvivenza, si recano in chiesa animati da senso del dovere ma senza entusiasmo; è la stessa cosa, settimana dopo settimana. Perché è tutto così monotono? Il problema è chiaramente la mancanza di visione profetica. Stiamo ignorando la Parola di Dio! Metà della Bibbia è profetica e fu scritta affinchè le prestassimo attenzione e la comprendessimo. Dio sta parlando a questa generazione: “MIO FIGLIO STA TORNANDO! PREPARATEVI!”, ma nessuno vuole averci nulla a che spartire, così la chiesa ignora Dio e la sua Parola.
Sì, stiamo vivendo per il qui ed ora e abbiamo perso di vista il premio. Non ci sono oggi dei credenti come Abramo che “per fede soggiornò nella terra promessa come in terra straniera, abitando in tende, come Isacco e Giacobbe, eredi con lui della stessa promessa, perché aspettava la città che ha le vere fondamenta e il cui architetto e costruttore é Dio” (Ebrei 11:9-10)… cioè viveva con una visione profetica!
O viviamo negli ultimi tempi oppure no. La chiesa sta perdendo la rotta, Israele è tornato nella sua terra ed è accerchiato da un miliardo di musulmani che non desiderano altro che vederlo cancellato dalla faccia della terra e l’economia mondiale è sull’orlo del collasso. La popolazione mondiale è arrivata a quota 7 miliardi mettendo a dura prova la disponibilità di risorse naturali, acqua pulita e aria. Le nostre scuole stanno venendo meno al loro compito e i nostri figli stanno lottando con prospettive buie per il loro futuro formativo e professionale. L’America si divide in due, dove una parte che si avvia lungo la strada del socialismo e di un governo più coinvolto nell’economia, entra in collisione con l’altra, la quale, invece, vuole mercati liberi e un governo più in disparte.

Terremoti, carestie ed eventi meteorologici fuori controllo (estrema calura, freddo, alluvioni e siccità) sono in aumento, poi siamo divenuti testimoni dell’avvio di una nuova guerra, che si distingue per la sua casualità, astrattezza e mortalità, chiamata terrorismo. Vediamo un governo pronto a manipolare la verità, mentire e controllare ogni aspetto delle nostre vite nel nome della nostra sicurezza e un mondo sul punto di cadere in uno stato di guerra permanente, di collasso economico e di disfacimento della società. Sempre più nazioni, alcune non così stabili e affidabili ma dotate di armi nucleari, sono in via di formazione. Il collasso totale è sempre più vicino. Per esempio, che cosa provocherebbe una grande guerra nel Medio Oriente con protagonista l’Iran? Nel migliore dei casi causerebbe un blocco nel trasporto della metà del petrolio mondiale mentre nella peggiore delle ipotesi, scatenerebbe un conflitto nucleare o l’aggressione di un esercito di terroristi improvvisati. La bella vita, la libertà e la prosperità come la conosciamo scomparirebbero per sempre nel giro di un secondo.
Ogni persona, durante la propria vita, ha perso qualcosa o qualcuno, ma come reagiamo di fronte a queste cose? Con rabbia e amarezza? Oppure vediamo un proposito più grande? Se confidiamo nel mondo e nelle cose che abbiamo raggiunto, saremo delusi. Se pensiamo che ci sia speranza in questo mondo, se siamo convinti che i team Bush, Obama o Romney lo renderanno migliori, allora saremo delusi poiché l’intero mondo è nelle mani del maligno e non troveremo alcun conforto in esso. L’unica cosa che ci aiuterà ad andare avanti è una relazione con Dio, con Gesù ed egli non ci promette un giardino di rose. No.“Nel mondo avrete tribolazione.” (Giovanni 16:33). La tribolazione serve a uno scopo.
Ci viene detto in numerosi passaggi che il ritorno d’Israele nella Terra Promessa accadrà negli ultimi tempi. Tutto ebbe inizio con Mosè e in Deuteronomio 30, Dio disse “Quando tutte queste cose che io ho messe davanti a te, la benedizione e la maledizione, si saranno realizzate per te e tu le ricorderai nel tuo cuore dovunque il SIGNORE, il tuo Dio, ti avrà sospinto in mezzo alle nazioni”. Ai figli d’Israle fu detto che sarebbero stati allontanati dalla loro terra se avessero servito altri dei, ma Dio non aveva ancora terminato con loro. Così finirono schiavi in Egitto e in Babilonia, dalla quale furono, poi, riportati indietro e dopo l’epoca di Gesù, si dispersero su tutta la terra. Ma negli ultimi giorni Dio dice: “Io vi farò uscire dalle nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese; vi aspergerò d’acqua pura e sarete puri; io vi purificherò di tutte le vostre impurità e di tutti i vostri idoli. Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne. Metterò dentro di voi il mio Spirito e farò in modo che camminerete secondo le mie leggi, e osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni”. (Ezechiele 36:24-27). L’adempimento finale di questa profezia deve ancora verificarsi nel futuro, anche se rimane il fatto che, dopo 2000 anni, il popolo ebraico è ritornato nella sua terra.

Ora non so se accade anche a te la stessa cosa ma ogni volta che guardo il telegiornale, si parla sempre del piccolo Israele. L’Iran e gli altri paesi musulmani vogliono cancellarlo dalla faccia della terra, quella piccola nazione di alcuni milioni di persone, la “zona calda” a livello mondiale! A chi dovrebbe importare quel puntino nel deserto? È possibile che Dio abbia un piano non solo per noi ma anche per la nazione di Israele, dalla quale viene il nostro Salvatore Gesù?
Il tempo sta per finire. Non è necessario essere un genio per leggere e comprendere ciò che la Bibbia dice. Basta guardare i telegiornali per vedere che l’Iran è deciso a distruggere completamente Israele, mentre lo stato ebraico è determinato d’impedirgli lo sviluppo di armi nucleari. Il primo ministro Netanyahu afferma che “l’opportunità” per Israele di eliminare l’opzione nucleare avverrà prima delle elezioni americane nel 2012; intanto, la Siria si sta disintegrando e l’Egitto sta trasportando artiglieria pesante nel Sinai. Il presidente della Siria Assad, il quale è pronto per un conflitto armato, è pericoloso come un leone chiuso in un angolo e ha promesso di eliminare Israele, dovesse anche farlo con il suo ultimo alito di vita. Basta un’altra crisi per indurre l’America a firmare un patto di difesa con Israele, incapace di difendersi, in modo da poterne controllare le sue imprevedibili azioni. Gli sarà imposto un trattato, citato in Daniele 9:27, che secondo molti seri studiosi della Bibbia marcherà l’inizio dei setti anni di tribolazione finali culminanti con il ritorno di Cristo.
La grande domanda

Faccio una distinzione tra l’istituzione e le persone – cioè i veri credenti nati di nuovo (che potrebbero rappresentare un numero inferiore a quello che crediamo) nella chiesa. L’istituzione serve se stessa, deruba le persone di una genuina esperienza di vita nel corpo di Cristo, nella quale si possa vivere, amare e condividere la vita di Cristo reciprocamente. È un’entità artificiale che dà la posizione di “pastore” o “sacerdote” a una persona piuttosto che avere un’entità vivente dove le persone funzionano come pastori, evangelisti, insegnanti e si preoccupano e si amano l’un l’altro.
Le Scuole e i Seminari Biblici perpetuano troppo spesso insegnamenti antiquati, se non sbagliati, che non hanno nulla a che vedere con la chiesa e la situazione geopolitica oggi e che vengono trasmesse per inerzia da una generazione all’altra.

Consideriamo alcuni degli insegnamenti errati e fuorvianti
C’è sempre stato un elemento di vangelo liberale e sociale nella chiesa. Ora c’è anche “La chiesa emergente”, del cui movimento fanno parte persone che capiscono l’irrilevanza della chiesa in questo mondo moderno e vogliono far si che abbia un impatto sociale. Nel farlo, cadono nella trappola della giustizia sociale o del “dominionismo” e vedono la chiesa coinvolta in politica e nella società come un agente di cambiamento con lo scopo di modificare la linea di condotta del paese.
Inoltre, insegnanti in ogni ambito considerano che l’America non abbia alcun ruolo nella profezia. La Bibbia identifica una grande nazione degli ultimi tempi, la quale è descritta in Apocalisse 16-19 e in molti altri posti. È una nazione cristiana apostata (perduta) con radici spirituali che ha abbandonato e che inquina il mondo con la sua sporcizia (Apocalisse 17). È una nazione molto consumista, una fucina economica che compra i prodotti del mondo (Apocalisse 18) ed è una grande potenza militare ed è anche il difensore d’Israele (Capitolo 19).
Potrei continuare a lungo e fare un elenco esauriente ma il punto cruciale per i cristiani e per la “chiesa” è: sono questi gli ultimi tempi o no? Se sì, come saranno? Abbiamo un ruolo importante da svolgere? Che cosa succederà ai cristiani? Dovremmo fare qualcosa per prepararci? O siamo negli ultimi tempi o non ci siamo. Israele è nella terra promessa ed è una “coppa di stordimento” per le nazioni, quella piccola nazione è la zona calda del mondo oppure una coincidenza fortuita, una profezia che si autoadempie. A qualcuno importa? Siamo così nauseati da ignorare un terzo della Bibbia (che è chiaramente profetica)?
Perché non comprendiamo le profezie

Consideriamo le diverse ragioni per le quali non comprendiamo le profezie.
Ero un capitano nell’intelligence dell’esercito americano, avevo un nulla osta di sicurezza con livello segretissimo e insegnavo nel centro di formazione dei servizi segreti a Fort Huachuca in Arizona. Se sei mai stato in contatto con persone dell’intelligence saprai che una delle prime cose da imparare è il principio della “necessità di sapere”. Anche se avessi il nulla osta di sicurezza col livello più alto, ma non avessi “la necessità di sapere”, non potresti, qualunque sia la tua identità, avere accesso alle informazioni. Daniele 12:9 dice:“Va’ Daniele; perché queste parole sono nascoste e sigillate sino al tempo della fine”. Perché causare preoccupazione ai santi di tutte le epoche con le profezie sugli ultimi tempi quando la cosa non è rilevante per loro? Sarebbe stato interessante per loro esserne informati, ma essi non avevano “la necessità di sapere”: questa è uno dei motivi principali di confusione oggigiorno. I cristiani erano occupati a comprendere le profezie, così, hanno fatto il loro meglio nelle circostanze geo-politiche della loro epoca. Per questo motivo, erano sicuri di sapere, nei secoli passati, l’identità dell’anticristo (da Napoleone a Hitler, Stalin, Saddam e così via) e certi che l’Europa si sarebbe unita come un unico Sacro Romano Impero risorto dalle ceneri comportando la scomparsa dell’America.
L’intera questione era così confusa e con così tante possibilità diverse che la maggior parte ha semplicemente rinunciato. Creava solo troppe divisioni e paura. Molti hanno anche fatto delle predizioni che sono state contraddette e così la loro credibilità ha toccato il fondo. Le profezie sono divenute d’interesse per i ciarlatani e gli allarmisti e nessuno ha osato occuparsene; a ciò si deve aggiungere il nuovo insegnamento della “beata speranza”, il rapimento pretribolazionista e ora a chi importa davvero? Perché preoccuparsene?
Oggi i cristiani sono svogliati: s’interessano più di football, calcio e della bella vita. A loro basta essere salvati. Quante volte ascoltano lo stesso noioso sermone? Ciò che conta è che siano a posto oggi e per l’eternità. Le profezie sono stupide e umilianti. Perché non rendere il mondo un posto migliore per i nostri figli e confidare in Dio per il resto?
Le chiese offrono nutrimento e grande intrattenimento, un pò di sfida e incoraggiamento per andare avanti con il Signore e tenere insieme i matrimoni, ma la maggior parte è in modalità sopravvivenza. Alcune chiese si danno all’attivismo: vota e cambia il sistema. Combatti l’aborto! Difendi il matrimonio! Altri si rinchiudono fra le mura sicure del proprio focolare e della propria famiglia, ma pochi si mettono in ginocchio e lottano con Dio su questioni profetiche.

La triste verità del problema è che se un pastore iniziasse a predicare la pura verità riguardo alla fine dei tempi, sarebbe deriso o buttato fuori dalla propria chiesa – o entrambe le cose! Nessuno vuole sentire più profezie che non si realizzano. Un giorno mi sono seduto nella Calvary Chapel ad ascoltare un pastore che faceva un quadro dello scenario della fine dei tempi, del ruolo cruciale d’Israele, dell’economia mondiale e l’avvicinarsi della fine. Ha fatto un ottimo lavoro andando in crescendo, è arrivato a parlare della “beata speranza”, il rapimento che ci condurrà in cielo lontano da questo caos. È la fuga la nostra “beata speranza”?
Non c’è da meravigliarsi che le chiese siano morte. Il messaggio più importante per i nostri tempi è completamente ignorato, così se qualcuno osa parlare di profezie, lo fa in modo accademico e probabilmente con la prospettiva rassicuramente che saremo rapiti oppure che esse avverranno in un lontano futuro. Non c’è nulla da preoccuparsi.
Di recente, un nostro buon amico è stato invitato a un raduno di pastori a Fort Worth, Texas – hanno partecipato da tutti gli Stati Uniti al più grande seminario della nazione per tenere una conferenza sulla “profezia”. Il tema era Matteo 24, il discorso sul monte degli Olivi e i versetti specifici in cui Gesù parla degli eventi che culmineranno con la Grande Tribolazione…quelli che lui ha definito col nome di “mini-apocalisse”. È piaciuto a tutti, l’unico problema è stata la consapevolezza da parte dei pastori presenti che non avrebbero mai potuto predicare qualcosa del genere alle loro congregazioni, pena la perdita del loro incarico!
È sorprendente che la chiesa degli ultimi tempi abbia le caratteristiche di Laodicea, una meravigliosa chiesetta molto impegnata e socialmente utile ma tiepida, sventurata, patetica, povera, cieca e nuda. Questa chiesa è benestante, a dire il vero disgustosamente ricca e pensa di non aver bisogno di nulla. Sanno tutto, hanno tutto sotto controllo ma si sbagliano di grosso quando si tratta di comprendere quale sia la loro condizione. Perciò consideriamo la chiesa di oggi come istituzione.
Gli Stati Uniti si classificano ora al terzo posto dietro India e Cina per il numero di persone che non sono cristiani praticanti, in altre parole, gli Stati Uniti stato diventando sempre di più “una popolazione non raggiunta dal Vangelo”.
Μetà di tutte le chiese negli Stati Uniti non ha acquisito alcun nuovo membro negli ultimi due anni. Ma perché le persone stanno lasciando la chiesa? Uno studio afferma che “le statistiche della ricerca Barna hanno riportato che forse il 50% delle persone che va in chiesa non è nemmeno cristiano!”
La chiesa tradizionale è la fonte d’inganno e persecuzione perché non ascolta più Dio e i suoi avvertimenti scritti e si occupa di riassicurare le persone che tutto va bene. Mi azzarderei a dire che novantanove pastori o responsabili di chiesa su cento comprendono poco la profezia. Le chiese sono impegnate a predicare il vangelo, hanno dei credenti neonati e danno loro latte spirituale per il resto delle loro vite, non preparandoli per quello che Matteo 24:11 dice “Molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti”. La chiesa istituzionale tace.
Non abbiamo bisogno di più sermoni, insegnamento e studio interminabile, ma abbiamo bisogno di conoscere Dio e di stare con le persone che cercano la stessa cosa: lottare con la Parola di Dio come fece Giovanni in Apocalisse quando gli fu dato “il libretto” per“divorarlo”e poi gli fu comandato di profetizzare.
Il Rapimento della Chiesa



- (1) La Chiesa entrerà nella Grande Tribolazione
- (2) Gesù descrive un solo rapimento e ci dice quando dovrà avvenire
- (3) Anche Paolo ci dice quando avverrà il rapimento
- (4) E’ possibile comprendere la tempistica del rapimento
- Matteo 24:29-31 – (“subito dopo la tribolazione”)
- Marco 13:24-27 – (“dopo quella tribolazione”)
- I Corinzi 15:51-52 – (“al suono dell’ultima tromba”)
- II Tessalonicesi 2:1-3 – (“quel giorno non verrà prima che sia stato manifestato l’uomo del peccato”)
- (5) Tra i santi rapiti ci sono anche i martiri della Tribolazione
La Bibbia parla di due risurrezioni; la prima riguarda il giusto ed è per la vita eterna, la seconda è per l’empio e riguarda la morte eterna (Giovanni 5:28, 29; Luca 14:14; Atti 25:14). Da I Corinzi 15:51- 52 e I Tessalonicesi 4:16-17 impariamo che la prima risurrezione e il rapimento avvengono allo stesso momento, cioè quando i morti in Cristo sono vivificati per ricevere un corpo incorruttibile ed essere raccolti fin sulle nuvole per incontrare il Signore, assieme a coloro che saranno rimasti in vita e che appartengono a Cristo. In Apocalisse 20:4-6 l’apostolo Giovanni ci dice che coloro che parteciperanno alla prima risurrezione regneranno con Cristo per 1000 anni. Questo gruppo di credenti include anche quei santi che saranno stati decapitati durante la Grande Tribolazione per non aver adorato la bestia, né ricevuto il suo marchio. Questa è chiaramente detta la prima risurrezione (di modo che non ce ne possano essere delle precedenti) che include coloro che sono stati martiri durante la Grande Tribolazione.

(9) I pre-tribolazionisti sostengono che suggerire che Dio permetta alla sua preziosa Chiesa di soffrire durante la Grande Tribolazione equivale a gettar discredito sul suo carattere amorevole. Se è così, allora Dio è già sotto accusa per aver permesso a migliaia di suoi figli preziosi, nel passato e anche nel presente, di soffrire le pene più atroci per amore del suo nome. Purtroppo Dio non aveva in programma un rapimento ad hoc per loro! Forse la scusa è che questi preziosi figli non erano nella Grande Tribolazione, ma solo nella persecuzione. Forse che, non essere nella Grande Tribolazione (pur morendo da martiri) abbia alleggerito la loro sofferenza? C’è sofferenza maggiore di ciò che causa morte fisica? No, perchè le sofferenze della Grande Tribolazione non possono essere più intense di quelle che sono state subite nel passato (anche se la portata di quelle sofferenze sarà maggiore). Dopo tutto, possono esservi sofferenze di maggior intensità che quelle di essere bruciati vivi, tagliati a pezzi, dati in pasto a bestie feroci o altre diaboliche forme di morte sofferte dai martiri del cristianesimo?

Pingback: La distruzione della terra è voluta per rinnegare la Bellezza | parusia.info: Apotàsso -Hoc Igitur Fructus est Spiritus Sancti 'Liberi, da Mammona, per Liberare' -- 'Facciamoci tutti Carità'
Che Tempo che Fa, 13 ottobre 2013: Renzo Piano
20.33 Preferisce essere chiamato architetto, si sente più preparato. Ma racconta della grande emozione provata entrando in Senato: “Un orgoglio civile, non un orgoglio personale”.
20.34 Quale il rapporto tra arte e politica? “La politica è un’arte. Io penso sempre al giuramento della Polis, in cui i politici giuravano di consegnare al termine del mandato un’Atene migliore di quella che avevano ricevuto”. Come oggi proprio, eh.
20.36 “L’Italia è per forza una culla delle cultura, perché ha la testa in Europa e i piedi in Africa”.
20.37 Si parla dunque del progetto delle città del futuro: per lui sono le periferie. “Spesso non sono fotogeniche, ma sono ricche di umanità. Il destino delle città è nelle periferie. La nostra generazione ha fatto un po’ di disastri su quello che ci hanno lasciato i nostri avi, ma i giovani devono guardare alle periferie”.
20.39 Il suo concetto non è ‘ampliare’ le periferie, ma completarle, raffinarle, ma non estenderle, anche perché bisogna tutelare la fragilità del nostro territorio. “Il nostro Paese ha bisogno di un’opera ciclopica di ‘rammendo’, sul fronte idrogeologico, sismico. E come una casa bella ma mai manutenuta”.
20.41 La sua bellezza, la sua idea di bellezza è nell’urbanità, nel costruire luoghi di incontro.
20.42 Perché da noi non si punta sulle energie alternative? E’ uno dei grandi misteri. “Se mettiamo insieme la bellezza paesaggistica, quella costruita e la bellezza del suo popolo, l’Italia è imbattibile”.
20.43 “La bellezza è come il silenzio, come lo evochi sparisce. Ma quella dell’Italia non è fatta di cipria, di superficie, ma profonda, di cultura. Che non è affatto inutile. Ed è quello che deve dare la forza ai giovani”. Un discorso molto ‘politico’ nota Fazio.
20.44 La differenza tra buon lavoro e un bel lavoro? “Il buon lavoro è bello anche dentro…”.
20.46 Fazio ricorda che la prima barca che ha costruito era sbagliata. “Non l’avevo disegnata io, ma la costruì. E non passava per la porta del garage”. Aveva 18 anni, eh.
20.47 “Si parla tanto di local, ma quando lavori sulle radici, che ti porti sempre con te, diventa il tuo universale”.
20.48 Perché non ha votato la fiducia? “Perché ero a New York. Ma ho intenzione di onorare le istituzioni. Io ho un ufficio a Roma, ed è la prima volta che ho un ufficio e ci andrò. E questo è proprio il mio progetto più ambizioso. Ma quello che ha colpito me e le matricole è che è un impegno a vita: non è una corsa, è una maratona”.
20.49 “Qualche gentile critico ha parlato di me e di noi senatori a vita come una ‘pedina’ nelle mani di qualcuno: ma figuratevi se io o Carlo Rubbia possiamo diventare pedine di qualcuno! Nessuno di noi si farà mai usare”.
20.51 Darà il suo emolumento da senatore per girarli a giovani progettisti per il consolidamento di istituti pubblici, scuole in primis.
20.51 “I mestieri di grande responsabilità penso debbano essere retribuiti. Questo depauperamento della politica mi preoccupa, temo livelli alla mediocrità”: così Fazio, che mi sa lancia già frecciate al prossimo ospite…
20.53 “E’ importante che i giovani non si abituino alla mediocrità” dice Piano che non fa che parlare di giovani, giovani, nuovi mestieri per i giovani, ai quali lui sta e vuole lavorare. “Mi domando se questo sia possibile in un Paese che si sta ripeigando su se stesso, che si autocommisera, fino all’autodistruzione”. E il consiglio è sempre lo stesso: viaggiare, per conoscere e capire gli altri. E capire che la diversità è un valore, non un problema”. E per capire anche quanto sia bella l’Italia, alla quale siamo fin troppo abituati.
21.00 Brunetta: “Posso dire una cosa? Bellissima intervista politica a Renzo Piano”; Fazio: “Beh sì, politica ALTA”. Si inizia alla grandissima.
20.55 “Pubblicità, sennò ci danno la multa”: altra frecciata?
Perché un contadino medievale aveva più tempo libero di te
Fonte: http://cogitoergo.it/?p=23381
La vita per il contadino medievale non era certo una scampagnata. La sua vita era segnata dalla paura della carestia, della malattia e dai venti di guerra. La sua dieta e l’igiene personale lasciavano molto a desiderare. Ma nonostante la sua reputazione di miserabile, lo si potrebbe invidiare per una cosa: le sue vacanze.
L’aratura e la raccolta erano faticosi compiti, ma il contadino poteva godere ovunque da otto settimane a sei mesi all’anno di riposo. La Chiesa, consapevole di come mantenere una popolazione lontano dalla ribellione, ordinava frequenti feste obbligatorie. Matrimoni, veglie e nascite significavano una settimana di riposo a tracannare birra per festeggiare, e quando i vagabondi giocolieri o gli eventi sportivi arrivavano in città, per il contadino era previsto del tempo libero per l’intrattenimento. C’erano domeniche libere dal lavoro, e quando le stagioni di aratura e raccolta erano finite, il contadino aveva anche tempo di riposare. In effetti, l’economista Juliet Shor ha scoperto che durante i periodi di salari particolarmente alti, come l’Inghilterra del 14° secolo , i contadini potevano lavorare non più di 150 giorni l’anno.
E per il moderno lavoratore americano? Dopo un anno di lavoro ottiene una media di otto giorni di vacanza all’anno.
Non doveva finire così : John Maynard Keynes, uno dei fondatori della moderna economia, fece una famosa previsione che entro il 2030 le società avanzate sarebbero state abbastanza ricche che il tempo libero, piuttosto che il lavoro, avrebbe caratterizzato gli stili di vita nazionali. Finora , tale previsione non è stata rispettata.
Che cosa è successo? Alcuni citano la vittoria della moderna giornata di otto ore, 40 ore nella settimana lavorativa che pose fine alle punitive 70 o 80 ore del lavoratore del 19° secolo passate a lavorare duramente come prova che ci stiamo muovendo nella giusta direzione. Ma gli americani hanno da tempo detto addio alla settimana lavorativa di 40 ore, e l’analisi di Shor sui modelli di lavoro rivela che il 19° secolo fu un’aberrazione nella storia del lavoro umano. Quando i lavoratori combatterono per la giornata lavorativa di otto ore, non stavano cercando di ottenere qualcosa di radicale e nuovo, ma piuttosto per ripristinare ciò di cui i loro antenati avevano goduto prima che i capitalisti industriali e la lampadina elettrica entrassero in scena. Tornando indietro a 200, 300 o 400 anni fa, e si scopre che la maggior parte delle persone non lavoravano affatto molte ore. Oltre al relax durante le lunghe vacanze, il contadino medievale aveva il suo tempo per mangiare i pasti e di giorno spesso era incluso il tempo per un sonnellino pomeridiano. ” Il ritmo della vita era lento, anche piacevole, il ritmo di lavoro rilassato “, osserva Shor . “I nostri antenati non potevano essere ricchi, ma avevano l’abbondanza di tempo libero.”
Tornando al 21° secolo, gli Stati Uniti sono l’unico paese avanzato senza nessuna politica di vacanza nazionale. Molti lavoratori americani devono continuare a lavorare per giorni festivi e i giorni di vacanza sono spesso inutilizzati. Anche quando si riesce ad avere una vacanza, molti di noi rispondono a messaggi di posta elettronica e di ” check-in ” addirittura se siamo in campeggio con i bambini o cercando di rilassarci sulla spiaggia.
Alcuni incolpano il lavoratore americano di non prendere ciò che gli spetterebbe. Ma in un periodo di elevata e costante disoccupazione, precarietà e debolezza dei sindacati, i dipendenti possono non avere altra scelta che accettare le condizioni stabilite dalla cultura e dal datore di lavoro privato. In un mondo di occupazione a gogò, in cui il contratto di lavoro può essere risolto in qualsiasi momento, non è facile sollevare obiezioni.
Ironia della sorte, questo culto della fatica senza fine non aiuta nei risultati. Studi e ricerche dimostrano che il superlavoro riduce la produttività. D’altra parte le prestazioni aumentano dopo una vacanza quando gli operai tornano con rinnovata energia restaurata e concentrazione. Più lunga è la vacanza più le persone sono rilassate e felici al ritorno in ufficio.
Le crisi economiche forniscono ai politici dalla mentalità ristretta alla sola austerità le scuse per parlare di diminuzione del tempo libero aumentando l’età pensionabile, e di tagli per i programmi di assicurazione sociale e degli ammortizzatori sociali che avrebbero dovuto consentirci un destino migliore che lavorare fino allo sfinimento. In Europa, dove i lavoratori hanno in media da 25 a 30 giorni di ferie all’anno, politici come il presidente francese Francois Hollande e il primo ministro greco Antonis Samaras stanno inviando segnali che la cultura delle vacanze lunghe sta arrivando al termine. Ma la convinzione che le vacanze più brevi portano vantaggi economici non sembra piacere. Secondo l’ Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE ), i greci, che devono affrontare una crisi economica orribile, lavorano più ore rispetto a tutti gli altri europei. In Germania , una potenza economica, i lavoratori si classificano secondi per numero di ore lavorate più basse lavorate. Nonostante abbiano più tempo di riposo, i lavoratori tedeschi sono all’ottavo posto come i più produttivi in Europa, mentre i greci con lunghe ore di lavoro si piazzano al 24° posto su 25 per quel che riguarda la produttività.
Al di là dello sfinimento, vacanze di corta durata fanno soffrire i nostri rapporti con le famiglie e gli amici. La nostra salute si sta deteriorando: la depressione e alto rischio di morte sono tra gli esiti per la nostra nazione senza vacanze [NdA, gli USA]. Alcune persone lungimiranti hanno cercato di invertire questa tendenza, come l’economista progressista Robert Reich che ha argomentato a favore di un periodo obbligatorio di tre settimane di vacanza per tutti i lavoratori americani. Il deputato Alan Grayson ha proposto la legge Paid Vacation del 2009, ma, ahimè, il disegno di legge non ha nemmeno varcato la soglia del Congresso .
Parlando del Congresso, i suoi membri sembrano essere le uniche persone in America ad ottenere più tempo libero del contadino medievale. Hanno avuto 239 giorni di riposo quest’anno.
Link all’<a href=”http://blogs.reuters.com/great-debate/2013/08/29/why-a-medieval-peasant-got-more-vacation-time-than-you/“>articolo originale in inglese</a>.
Traduzione di Daniele Pace
FOTO: Caitlin, un turista australiano, gode il sole su una spiaggia della Croisette durante una calda giornata estiva a Cannes 31 luglio 2013 . REUTERS / Eric Gaillard
Ancora crisi, si torna in montagna e nei boschi?
Il mercato occupazionale fatica a riprendersi e la soluzione potrebbe essere quella di lasciare le città per tornare nelle campagne; la terra può tornare come grande attività imprenditoriale
17:34 – Nello scorso secolo, l’esodo dalle campagne alle città. E se nel futuro prossimo avvenisse il contrario? L’ipotesi non è da scartare, a causa della crisi che in questi anni ha colpito industria e terziario, locomotive dell’economia italiana dai tempi del boom economico. I giovani, laureati e non, faticano a trovare lavoro, chi ha già un’occupazione deve fare i conti con cassa integrazione e mobilità.
Professor Rossi, qual è la situazione della coltivazione e del ramo agricolo in Italia?
«Gli occupati in campo agricolo sono il 3% dell’occupazione totale e importiamo per il 60%. Si sono creati pregiudizi verso questi lavori, l’attività agricola à vista come faticosa, sporca, poco redditizia. Solitamente poi ci si concentra solo sulla pianura, ma lì manca la mano d’opera e senza le sovvenzioni della Comunità Europea molte aziende dovrebbero chiudere. Esiste però la possibilità di riportare queste basse percentuali rispettivamente al 10 e 40%, ci sono potenzialità per tanti che non sanno più cosa fare e per i giovani che sono alla ricerca di cosa fare».
Quali possibilità offre questo tipo di attività. C’è una tendenza in questo senso?
«E’ avvenuto un ritorno dei giovani nell’ambito boschivo. Nel settore c’è stata una certa emergenza, collegata alla crisi dell’edilizia che utilizzava il legname, ma la possibilità di usare certi strumenti e macchine forestali attira di più che lavorare in una stalla ecc; diciamo che queste tecniche fanno più colpo. Nonostante la crisi quindi c’è stato un riavvicinamento al boschivo, da parte soprattutto di giovani del posto, consigliati anche da genitori e conoscenti».
Quali sono gli obiettivi della vostra offerta in questo specifico comparto?
«Vogliamo creare qualcosa di strutturato per favorire la permanenza dei giovani in montagna. L’idea sarebbe di fare una campagna di sensibilizzazione verso l’opinione pubblica, partire dalla campagna per illustrare i pro di questo lavoro. Bisogna avere infatti conoscenze profonde per risolvere i problemi e le variabili della natura. Presentiamo tramite esperienze pratiche come lavora un imprenditore agricolo, cominciando a fare esperienze nel lavoro e nei boschi, in strutture messe a disposizione da enti e privati. Valorizziamo scuola pratiche per l’agricoltura montana, di zootecnica e di produzione di prodotti tipici rinomati, implementando le conoscenze del passato con le scoperte del presente».
Qual è l’assorbimento lavorativo delle persone che seguono questi tipi di corso?
«Prima il 90% trovava un lavoro nel settore, poi la crisi ha abbassato la quota, che comunque ora è circa dell’80%. Si parte come operaio specializzato, per arrivare a capo squadra o capo cantiere. Di fatto, in Italia solitamente manca la preparazione specifica, spesso ci s’improvvisa e poi dopo si approfondisce».
25 Luglio 2013 – Come se un miracolo fosse accaduto, il falso profeta sembrerà resuscitare dalla morte
by Messaggi da Gesu Cristo
Figlia mia, è importante che i miei bambini non perdano il coraggio quando sentiranno il dolore che dovranno affrontare nel momento in cui la Chiesa di mio Figlio verrà gettata nel deserto.
Io sono la Donna nel Libro dell’Apocalisse, rivestita di sole, la quale ha partorito il Bambino. Il Bambino è Gesù. Il Corpo Mistico di mio Figlio Gesù è la Sua Chiesa sulla Terra. La Chiesa di Mio Figlio sta per essere rubata e presto il Suo Corpo non sarà più presente in essa. Questa desolazione squarcerà in due il cuore di coloro che seguono gli Insegnamenti di mio Figlio. Quelli che non sapranno a chi rivolgersi, si troveranno buttati fuori dagli edifici nei quali, fino ad ora, era presente la Sacra Eucarestia. Ma appena saranno cacciati via, con poca pietà mostrata nei loro confronti, verranno riempiti di Spirito Santo. Ciò significa che essi verranno guidati e condurranno con fervore l’Esercito Rimanente, il quale è composto da coloro che sono fedeli a Dio.
Gli altri, resi ciechi alla Verità, seguiranno confusamente il falso profeta. I loro cuori verranno ingannati, e presto, quando il falso profeta verrà visto alle porte della morte, piangeranno. Ma poco dopo, come se un miracolo fosse accaduto, il falso profeta sembrerà resuscitare dalla morte. Diranno che lui è benedetto con grandi poteri soprannaturali provenienti dal Cielo e cadranno ai suoi piedi in adorazione. Lui sarà amato ed adorato da coloro che non possono vedere.
Presto l’anticristo apparirà e la sua scalata per la fama inizierà a Gerusalemme. Quando apparirà in pubblico, tutto nella Chiesa di mio Figlio cambierà, velocemente. Saranno introdotte nuove regole. Verranno imposti nuovi cimeli sacri, modifiche ai paramenti indossati dai sacerdoti e molti nuovi regolamenti. All’inizio, la gente dirà che tutti questi cambiamenti derivano dalla necessità di essere umili. E mentre questi abomini saranno introdotti nelle chiese Cristiane la persecuzione avrà inizio. Obbiettate contro questi rituali Satanici e sarete accusati di eresia – di essere piantagrane.
Molti cardinali, vescovi, sacerdoti, suore e laici verranno scomunicati, se non seguiranno le nuove regole o non adoreranno il falso profeta. A questo punto dovrete cercare dei rifugi, i quali saranno creati al fine di poter adorare mio Figlio, Gesù Cristo, in pace. I sacerdoti devono continuare ad amministrare i Sacramenti e fornire ai miei figli la Sacra Eucarestia.
Non dovete mai cedere all’inganno, al quale vi verrà chiesto di prendere parte. Coloro che lo faranno perderanno le loro anime dandole al maligno.
La tua amata Madre Madre di Salvezza
Il Borgo di Solomeo
La missione universale della Chiesa
Carissimi lettori,
vi propongo un messaggio di San Pietro apostolo del 21 agosto 2012. Molti di voi lo conoscono già perché è tratto dal libro “2012 La scelta decisiva dell’umanità”, scritto insieme a Tomislav Vlašić e di recente pubblicato dalla casa editrice “Luci dell”Esodo”.
Abbiamo pensato di pubblicarlo sul sito per dar modo anche a coloro che non hanno letto il libro citato di conoscere i contenuti di questo messaggio che ritengo di estrema importanza. Infatti, le parole di San Pietro danno finalmente risposta ad una domanda che mi sono sentita rivolgere un’infinità di volte: “Perché la Chiesa non ha mai parlato della vita su altri pianeti”? Penso che dal messaggio potrete capire molte cose, sulle quali rifletterete nella libertà della vostra coscienza.
Vi saluto e vi benedico in Cristo. Dio vi dia pace.
Stefania Caterina
Messaggio di San Pietro apostolo del 21 agosto 2012
La missione universale della Chiesa
“Fin dall’inizio, Gesù ci ha parlato della vita nell’universo. A noi, suoi apostoli, aveva preannunciato la futura missione di portare il suo messaggio di salvezza, non solo ai popoli pagani della Terra, ma anche agli altri popoli dell’universo, molti dei quali non erano neppure a conoscenza dell’esistenza del vero Dio. Non erano discorsi tanto nuovi, perché il popolo eletto già da molto tempo aveva intuito l’esistenza di altri uomini nell’universo. Questa intuizione era stata confermata in diversi modi, sia dalle parole dei profeti, sia dall’esperienza del popolo stesso, in occasione di eventi straordinari cui aveva assistito nel corso della sua storia. Questi avvenimenti attestavano inequivocabilmente l’intervento di esseri ben diversi dagli angeli, esseri potenti e buoni, che più volte avevano aiutato il popolo eletto nel suo lungo cammino di preparazione alla venuta del Messia. Benché si trattasse di un popolo ancora primitivo, tuttavia era stato preparato nello spirito da Dio. Oggi voi avete più conoscenze scientifiche, ma siete meno pronti a credere, perché vi fidate troppo della vostra conoscenza. Ai miei tempi avveniva il contrario: non avendo molte conoscenze, gli uomini erano maggiormente predisposti a credere, e Dio insegnava molte cose nel segreto dei cuori. Non dimenticate che la vera fede è anche conoscenza delle leggi di Dio, e le leggi di Dio non sono solo prescrizioni morali; sono anche leggi spirituali e fisiche che governano tutta la creazione.
Posso dire che eravamo preparati all’idea di non essere soli nell’universo. L’insegnamento di Gesù veniva a confermare l’esistenza di altri fratelli; ci metteva in grado di capire, finalmente, ciò che il Padre aveva creato, ciò che era avvenuto col peccato originale, e ciò che il Padre desiderava fare, per mezzo del suo Cristo, al fine di riportare i suoi figli a lui, rendendoli degni del suo Regno.
L’insegnamento di Gesù sull’universo faceva parte di quelle cose che egli ci spiegava a parte, quando stavamo da soli con lui; infatti, era necessario che comprendessimo bene questa realtà delicata, per poterne un giorno parlare. La predicazione alle folle, invece, era diversa, perché la gente che ascoltava Gesù, chiedeva luce e conforto nelle difficoltà della vita, aveva bisogno della sua misericordia. Gesù era così diverso dagli scribi e dai farisei, freddi e implacabili custodi della Legge.
Noi custodivamo le cose che Gesù ci rivelava; ci aprivamo, a poco a poco, alla grande realtà della creazione, consapevoli della portata di simili rivelazioni. Eravamo semplici e credevamo in Gesù, non eravamo turbati. Solo Giuda Iscariota era spesso a disagio di fronte alle parole di Gesù; temeva la reazione dei farisei, perché era ambizioso, e pensava al regno di Dio come ad un regno umano, dove avrebbe potuto avere un posto d’onore. Perciò si sentiva minacciato dalla presenza di altri uomini, respingeva l’idea di condividere con loro i suoi futuri privilegi.
Dopo la sua morte e risurrezione, Gesù si è trattenuto ancora a lungo con noi, rivelandoci altre cose che prima non saremmo stati in grado di comprendere.[1] In seguito, con la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste, siamo stati confermati interiormente in tutto ciò che Gesù ci aveva insegnato. Lo Spirito Santo ci ha resi forti, ed ha impresso definitivamente nel nostro spirito le parole ed il pensiero di Cristo.[2]
Come era prevedibile, già all’inizio della nostra predicazione, l’odio di Lucifero si è scatenato contro di noi; ma eravamo uniti fra noi, e la preghiera di Maria, Madre di Gesù, ci sosteneva particolarmente. Vorrei che comprendeste bene che cosa era per noi, e che cosa è per voi la preghiera della Madre: attraverso di lei, fluiscono la luce e la potenza di Dio. Senza di lei, avremmo difficilmente potuto affrontare la tremenda reazione dei sacerdoti, degli anziani, degli scribi e dei farisei, che vedevano minacciato il loro potere, e sconvolta la loro dottrina. Ci presentavano al popolo come persone ignoranti della Legge, bestemmiatori e seguaci di una dottrina contraria a Dio e alla fede del popolo di Israele.
Ciò di cui parlavamo era realmente sconvolgente, e non solo per i Giudei. Predicavamo un Dio sceso in Terra, morto e risorto. Parlavamo della redenzione operata da Gesù come di una realtà immensa che superava i confini della Terra. Gesù era stato chiaro con noi: i cristiani della Terra avrebbero dovuto portare l’annuncio della salvezza a tutto l’universo,in qualità di testimoni della morte e della risurrezione di Cristo. Gesù stesso li avrebbe messi in grado di svolgere tale missione, servendosi di altri popoli dell’universo, fedeli a Dio, che sarebbero venuti in aiuto della Chiesa terrestre; l’avrebbero affiancata nell’annuncio, mettendo a disposizione mezzi e conoscenze per percorrere l’universo, cosa che essi fanno da sempre. La comunione con i popoli fedeli a Dio e la missione svolta insieme, avrebbe permesso al regno di Dio di espandersi rapidamente nell’universo, e avrebbe garantito all’umanità della Terra un grande progresso, un vero salto di civiltà. Tutto questo ci era chiaro e cercavamo di comunicarlo al popolo come potevamo, cercando di non intimorire troppo quella gente povera e primitiva.
Gesù ci veniva incontro in ogni modo; secondo quanto ci aveva promesso, egli era con noi in spirito e ci guidava. Molti miracoli si compivano attraverso di noi, e noi stessi venivamo di giorno in giorno rafforzati. Poi avvennero due fatti molto importanti, non solo per noi ma per la Chiesa intera. Il primo fu la visita di alcuni fratelli dell’universo fedeli a Dio, l’altro fu la conversione di San Paolo. Il primo episodio non vi è mai stato riferito, l’altro sì. Questi due avvenimenti segnarono una svolta nella vita della Chiesa.
Non molto tempo dopo la Pentecoste, mentre eravamo riuniti a pregare, si presentarono a noi alcuni fratelli e sorelle, provenienti da diversi pianeti fedeli a Dio. Oltre a noi apostoli, era presente la Madre di Gesù ed altri discepoli e discepole. Gli uomini e le donne di quei pianeti si presentarono come nostri fratelli, incaricati da Gesù di aiutarci in tutto e di affiancarci nella delicata missione di evangelizzare l’universo. Erano simili a noi, eppure il loro corpo possedeva qualità a noi sconosciute; ci colpì il fatto che vennero da noi a porte chiuse come aveva fatto Gesù.Per prima cosa si inginocchiarono di fronte a Maria, la Madre del Signore, e la ringraziarono a nome delle umanità fedeli, poi le chiesero la benedizione.
Ci abbracciarono e si rivolsero a me in modo particolare,quale anziano della Chiesa, incaricato da Gesù stesso di radunare il suo gregge. Sapevano ogni cosa che Gesù ci aveva detto. Ci parlarono della vita sui loro pianeti, delle loro esperienze, di ciò che avrebbero potuto fare per noi. Si misero a mia totale disposizione, per ricevere da me le indicazioni su cosa fare. Rimasi ammirato dalla loro umiltà: quegli uomini, che parevano potenti come angeli, chiedevano a me, umile pescatore di Galilea, cosa fare. Mi sentivo impreparato e lo dissi; mi risposero di non temere, Gesù mi aveva scelto per quel compito e mi avrebbe dato ogni grazia; loro erano lì per collaborare pienamente all’azione di Dio in me e attraverso di me. Si mettevano a servizio del popolo di Dio sulla Terra, per permettere alla Chiesa nascente di annunciare a tutto l’universo il messaggio del Vangelo, secondo la missione affidatale da Dio. Ci avrebbero aiutati spiritualmente e fisicamente, per preparare anche i nostri corpi a muoversi nello spazio; tra loro c’erano sacerdoti, scienziati e medici.
Eravamo tutti avvolti dalla potenza dello Spirito Santo: era l’incontro tra fratelli che si amavano, figli dello stesso Padre, uniti fra loro in Cristo, sotto lo sguardo di Maria Santissima. Li accolsi, e mi dichiarai personalmente pronto a fare ciò che il Signore mi avrebbe chiesto. Accettai con gratitudine la loro collaborazione. Lo stesso fecero gli altri apostoli e discepoli; eravamo un cuor solo e un’anima sola. Ricordo bene che la Madre di Gesù sorrideva, felice di questo incontro. Eravamo certi che quel giorno indimenticabile avrebbe segnato l’inizio di un cammino di trasformazione e di elevazione, non solo per la Chiesa, ma per tutta l’umanità della Terra. Era stato gettato il seme della creazione nuova, anche se eravamo coscienti dell’enormità di ciò che si apriva davanti a noi.
I fratelli dell’universo che ci avevano visitato, ci ringraziarono della nostra adesione, ci benedissero; ci dissero, però, che non era sufficiente il nostro sì personale: occorrevache il popolo dei fedeli fosse informato della loro visita, e che accettasse pienamente la loro collaborazione. Il Signore desiderava che la Chiesa fosse unanime e libera nelle sue scelte. I nostri fratelli avrebbero atteso una risposta, accettando la volontà della Chiesa, qualunque fosse stata. Ci impegnammo ad informare i fedeli di tutto questo.
La conversione di San Paolo segnò una tappa ulteriore. Il Signore lo aveva chiamato ad annunciare il Vangelo ai pagani, non solo della Terra ma dell’intero universo. San Paolo aveva ben chiaro il piano di Dio, ed era stato istruito particolarmente dallo Spirito Santo sulle realtà del cosmo, aveva vissuto molte esperienze straordinarie al riguardo.Era pronto all’evangelizzazione di tutte le genti dell’universo. La profondità del suo spirito e la potenza del suo pensiero resero la sua predicazione indispensabile per presentare ai credenti e ai non credenti l’opera compiuta da Gesù.
L’apostolo Paolo possedeva una forte personalità, e non ammetteva indugi nell’affrontare le cose: pregava, rifletteva e agiva rapidamente. Per questo, desiderava al più presto parlare ai fedeli della vita nell’universo e della missione della Chiesa, e metterli di fronte alla scelta se accettare o meno questo aspetto, per partire al più presto nella missione che ci attendeva. Io ero più prudente: pensavo fosse giusto, dapprima, consolidare la Chiesa nella sua missione sulla Terra e, nel frattempo, istruire i fedeli sulle realtà più ampie dell’universo; non volevo creare panico né anticipare troppo i tempi. Sapevo che molti non avrebbero compreso.
Tra San Paolo e me non ci fu mai dissidio, ma solo diversità di vedute; lui era l’uomo istruito nelle cose di Dio, tutto rivolto verso il cielo, capace di elevarsi fino alle più alte vette dello spirito.[3] Io ero il pescatore di Galilea, uomo concreto e pastore di un gregge vario e ancora debole. Decidemmo di rimettere la decisione al collegio degli apostoli. Prevalse una linea di prudenza: informare dapprima coloro che erano più forti nella fede e di mentalità più aperta, e poi il resto del popolo. Nel frattempo, avremmo osservato lo sviluppo della Chiesa per comprendere come procedere. San Paolo, da uomo di Dio quale era, si rimise alla nostra decisione, chiedendoci soltanto di potersi dedicare,in modo specifico, ai pagani della Terra, per istruire anche loro e preparare il terreno favorevole per la futura missione.
Al di là delle diversità di opinioni, a tutti noi apostoli era chiaro che la missione della Chiesa a favore di tutto l’universo era un aspetto fondamentale dell’azione del popolo di Dio. Un’azione che rischiava, altrimenti, di rimanere circoscritta alla Terra, con gravi conseguenze per il progresso spirituale e materiale dell’umanità. Dunque, cominciammo a poco a poco a parlare della realtà dell’universo a quanti giudicavamo più aperti e pronti. Molti accolsero, molti altri rifiutarono di credere e di accettare una simile realtà. Si opposero fermamente, mettendo in dubbio la nostra predicazione e cominciando a divulgare calunnie di ogni tipo, prima fra tutte quella di esserci inventati cose che Gesù non aveva mai detto. Ci trovammo ben presto in una situazione davvero difficile, che rischiava di compromettere la vita stessa della Chiesa. Non toccammo più l’argomento dell’universo per non creare scandalo, in attesa di tempi migliori.[4]
Vennero di nuovo a trovarci i nostri fratelli dell’universo; con grande dolore riferimmo loro che il popolo non era ancora pronto per una missione di così grande portata, e che occorreva ancora tempo per la maturazione della Chiesa. I nostri fratelli compresero e ci salutarono, incoraggiandoci e promettendoci la loro preghiera. Finché vissi, non li rividi mai più.
La Chiesa intanto cresceva; ad essa aderivano diverse categorie di persone: sacerdoti, nobili del popolo, gente comune, e poi i pagani convertiti. La Chiesa cominciò ad ingrandirsi e a diventare molto visibile. Di questo si accorsero anche molti potenti, ambiziosi e desiderosi di emergere in quella che sembrava delinearsi come la futura ed unica religione del mondo. Giudei, greci, romani, e molti altri ancora, entravano a far parte del popolo di Dio, portando le loro idee su come organizzare la Chiesa. Non sempre si trattava di idee nobili e disinteressate: l’organizzazione proposta serviva spesso a creare “posti di potere” a favore di questo o di quello.
Noi apostoli vedevamo in tutto questo un serio pericolo: la Chiesa correva il rischio di diventare un’organizzazione umana, basata su norme giuridiche, guidata da rigide gerarchie, dominata dai sapienti secondo il mondo e non secondo Dio, imbevuta di interessi umani. San Paolo entrò ben presto in contrasto con certi personaggi che cominciavano ad emergere nelle comunità cristiane. La sua voce si alzò molte volte, ma invano. Subì gravi persecuzioni ad opera dei nuovi “capi” della Chiesa. Anche noi apostoli fummo a poco a poco emarginati. I nostri occhi avevano visto crescere la Chiesa, ma non come avremmo pensato e sperato; soprattutto, non come la intendeva Gesù: un popolo vivo, umile, unito a Cristo, proiettato verso una realtà non solo terrestre, ma cosmica, la prima cellula del Regno di Dio che un giorno si sarebbe esteso a tutto l’universo. La Chiesa, nonostante i tanti santi e martiri che ne facevano parte, che era sotto i nostri occhi sembrava assomigliare sempre più a uno dei tanti regni della Terra, fatto di dominatori e di sudditi.
Dopo la morte di noi apostoli, molte cose cambiarono nella Chiesa. Essa si ingigantì, fino a diventare “religione di Stato”. Il suo cammino si intrecciò pericolosamente con quello dei potenti della Terra. Il resto è storia e la conoscete. Non si parlò più dell’universo, né si riferì più nulla alle generazioni future di quanto Gesù ci aveva insegnato al riguardo. I “capi” della Chiesa presero in considerazione solo la predicazione di Gesù alle folle che, ovviamente, non conteneva alcun riferimento alla vita dell’universo. Tutto il resto fu scartato. Si cercò in ogni modo di spegnere anche il ricordo di questo argomento. Per far questo, il potere politico e quello religioso lavorarono insieme, avendo un interesse comune. I potenti, che si sentivano minacciati nei loro interessi dalla presenza di altre umanità, fecero ciò che fanno tuttora: nascosero ogni notizia e stroncarono sul nascere ogni tentativo di divulgare discorsi sull’universo. La Chiesa, da parte sua, tacque e non infastidì in alcun modo i potenti di cui, nel frattempo, era divenuta amica. Il Maestro aveva detto che non si possono servire due padroni, ed aveva ragione di dirlo:quando la Chiesa diventa amica dei potenti, deve rinunciare a dire la verità. È una triste legge che vige tuttora. Osservate bene ciò che accade anche oggi, troverete sorprendenti analogie con ciò che accadde ai nostri tempi.
Questo mio discorso vi scandalizza? Vi sembra forse troppo duro? Non è così.Non vi è dubbio, infatti, che dal seno della Chiesa della Terra, nonostante le sue fragilità, sia scaturita nei secoli una grande fonte di santità. La santità di una parte della Chiesa ha posto rimedio a molte mancanze. Del resto, la vita dell’uomo della Terra è segnata dal peccato e dalla corruzione, che sono parte dell’esperienza terrena da sempre. Tuttavia la Chiesa, popolo santo di Dio, è chiamata a superare il peccato e la corruzione, mediante l’unione profonda con Gesù Cristo, colui che ha vinto il peccato, la corruzione e la morte.
L’unione del popolo al Sacrificio di Cristo è la sola possibilità data all’intera umanità di estirpare da sé il male. Spetta alla Chiesa il compito di aprire la strada della salvezza ad ogni uomo di buona volontà, mediante la potenza della grazia che le è stata donata. Perciò, ogni membro del popolo di Dio, che è la Chiesa, è chiamato ad offrire se stesso a Dio, mediante Gesù Cristo, come sacrificio vivente, in comunione con l’intero Corpo Mistico. Solo compiendo il passaggio pasquale dalla morte alla vita, sulle orme del Signore Gesù, non a parole ma nei fatti, la Chiesa vincerà la sua battaglia contro Lucifero e le sue schiere.
Vi dico, in conclusione, che la missione della Chiesa di evangelizzare l’intero universo, non è venuta meno nei piani di Dio. Egli, nella sua bontà, ha rispettato la libertà dei cristiani della Terra. Ha messo tra parentesi l’argomento della vita nell’universo, ma ciò non significa che lo abbia cancellato. Lungo la storia della Chiesa, Dio non ha cessato di inviare i fratelli fedeli a quanti erano pronti, ha rivelato a molti questa realtà nel segreto dei cuori, l’ha ricordata al suo popolo attraverso tanti profeti.
La missione della Chiesa è e resta “universale” nel senso stretto del termine, perché deve coinvolgere l’intero universo. L’egoismo dell’umanità della Terra non può condizionare per sempre l’azione dello Spirito Santo. Il tempo dell’attesa è terminato. Dio darà alla Chiesa della Terra segni inequivocabili della presenza della vita nell’universo. Si formerà un piccolo resto che accoglierà e comprenderà questi segni. Se,nonostante i segni, i potenti della Terra continueranno ad opporsi, o se la maggior parte dei cristiani si opporrà, Dio andrà avanti lo stesso. Non permetterà ulteriori ritardi.
Se il numero dei cristiani sarà sufficiente a svolgere la missione che spettava alla Chiesa fin dall’inizio, i fratelli fedeli a Dio verranno ancora per fare la loro parte, cosa che non poterono fare con noi. Se il numero dei cristiani della Terra non sarà sufficiente, se rimarrà solo un piccolo resto, Dio darà incarico ai fratelli di altre umanità fedeli di evangelizzare l’universo. Il piccolo resto della Terra si unirà a loro.
Pregate e preparatevi, per essere pronti e giudicati degni di far parte di un popolo fedele.
La mia benedizione e quella degli apostoli di Cristo sia su tutti voi e vi accompagni. Coraggio!”
[1] Cfr At 1, 2-3
[2] Cfr At 2, 1-13
[3] Cfr 2Cor 12, 1-10
[4] Cfr 1Cor 4, 9-13; 9, 1-2; 2Cor 11
Della Luna – Un banco del lavoro e dei prodotti per salvare l’economia
“L’Italia ora è virtuosa e rispettata” – dicono ai bimbi scemi – ma pil, domanda interna, occupazione e investimenti vanno a fondo. Il governo dice che occorre una cura-shock per rilanciarli, per abbattere il cuneo fiscale e le tasse sul lavoro, ma non ha i soldi per farlo. Allora, in attesa di un’impossibile solidarietà tedesca (o europea, che dir si voglia), o si mette a stamparli, uscendo dall’Euro; oppure li rapina dai conti correnti e in generale dal risparmio dei cittadini, deprimendo ulteriormente la domanda e aumentando la fuga delle aziende.
Fortunatamente vi è una terza via: il governo istituisca DI CORSA un banco, un consorzio, un’agenzia nazionale o più agenzie regionali che organizzino il pagamento (parziale) del lavoro dipendente (e magari anche autonomo) mediante vouchers, ossia diritti di prelievo su un monte di beni e servizi messi a disposizione da imprese private e da enti pubblici. Un mercato regolamentato e controllato di baratto multilaterale che genera e usa i buba: buoni-baratto. Il datore di lavoro paga il dipendente, in parte, con un voucher spendibile per l’acquisto su una grande varietà di beni e servizi messi a disposizione di tutte le aziende che partecipano. Concetto analogo – ma sviluppato – ai noti tickets per i ristoranti, che sono spendibili anche al bar e al supermercato, e dati in base ai giorni lavorati. Giuridicamente, sono titoli di credito ad ottenere beni o servizi, quindi non sono moneta. Hanno circolazione pattizia e non forzosa (non inmposta dalla legge). Quindi sono compatibili con Maastricht e tutto il resto. Il voucher ovvia all’inconveniente del baratto, ossia che se tu ed io vogliamo fare un baratto dobbiamo avere contemporanemante da scambiare beni del medesimo valore e che interessino a entrambi.
Praticamente il governo, se non ha le palle per rompere con l’Eurosistema, invece di rapinare la gente, organizzi e garantisca un sistema di permute di lavoro e beni/servizi. I vouchers possono essere modulati su esigenze diversificate: ad es., possono comprendere o no, a seconda che il lavoratore ne abbia o no bisogno, l’alloggio o l’autovettura. In tal modo si consentirebbe ai lavoratori di soddisfare le loro esigenze vitali, e alle imprese di collocare i loro prodotti e servizi. Si sosterrebbero domanda e consumi, abbattendo i costi e il cuneo fiscale, perché i vouchers avrebbero un trattamento di vantaggio.
Sviluppo possibile e logico: in una seconda fase, i vouchers potrebbero divenire titoli di scambio non solo tra fornitori di lavoro e fornitori di beni/servizi, ma anche tra fornitori di beni/servizi e altri fornitori di beni/servizi, compresa la pubblica amministrazione, attraverso una camera di scambio-compensazione multilaterale. Ad esempio, la ditta che fornisce semilavorati metallici alla fabbrica di cucine riceve un voucher di 100.000 unità che può usare, in parte, per pagare i dipendentin, in parte per pagare l’energia elettrica; mentre la fabbrica di cucine vende cucine ricevendo in pagamento, per una parte, vouchers, e per il resto moneta. Nasce un circuito di circolazione dei vouchers, che possono venire riutilizzati indefinite volte.
In tal modo si creano mezzi di pagamento esattamente corrispondenti a beni e servizi reali (compreso il lavoro), quindi mezzi di pagamento non inflativi, sostitutivi del liquido mancante nel sistema, che vanno ad aumentare gli scambi e a consentire i pagamenti dei debiti anche fiscali e previdenziali, prevenendo insolvenze, fallimenti, emigrazioni, licenziamenti, delocalizzazioni, riducendo il fabbisogno di credito bancario (che ora non viene erogato per mancanza di liquidità, appunto), e stimolando consumi e investimenti, nonché provvedendo a cibo, vestiario, mobilia, alloggio e trasporto per la gente. Senza rubare altri soldi ai cittadini e fermando l’avvitamento fiscale in atto. E favorendo, ovviamente, i produttori locali e nazionali.
Ricordo che sono 20 mesi che la produzione cala. Non prendere misure idonee, cioè di ricostituzione della disponibilità monetaria, dimostrerebbe definitivamente una volontà distruttiva dei governanti verso il Paese, che li qualificherebbe come nemici pubblici a tutti gli effetti.
Se politicanti e istituzioni sono troppo incapaci o asserviti agli interessi stranieri per fare quanto sopra, si muovano i sindacati dei lavoratori e dei datori di lavoro.
Marco Della Luna
Fonte: http://marcodellaluna.info
Link: http://marcodellaluna.info/sito/2013/06/12/banco-del-lavoro-e-dei-prodotti-per-salvare-leconomia/
13.06.2013
-o0o-
Oh, ma tu guarda! Che magnifica soluzione.
E pensare che una volta si chiamava IRI.