LA SESTA TAPPA DEL COLLASSO
Postato il Venerdì, 08 novembre @ 09:15:00 CET di ernesto
DI DMITRY ORLOV
cluborlov.blogspot.it
Lo ammetto: nel mio ultimo libro, I cinque stadi del collasso, ho guardato alla fine del mondo con gli occhiali rosa.
Ma forse posso essere perdonato per questo peccatuccio, è solo la natura umana che cerca di trovare un pò di ottimismo in qualsiasi cosa. Poi, come ingegnere, cerco sempre una soluzione ai problemi. E così ho quasi inconsciamente spiegato una situazione in cui la civiltà industriale svanisce abbastanza rapidamente per salvare quel che resta del regno naturale, permettendo a qualche scampolo di umanità di ricominciare.
Idealmente tutto potrebbe cominciare con un crollo finanziario globale, innescato da una catastrofica perdita di fiducia in tutti gli strumenti della finanza globalizzata.
Questo porterebbe rapidamente ad un collasso dei commerci dovuto alla rottura della catena di fornitura globale e ad un effetto domino . Se si fermassero tutte le attività, le entrate fiscali si ridurrebbero a zero , e ne seguirebbe un collasso politico su vasta scala, a tutti i livelli, permettendo a piccoli gruppi di persone di ritornare a varie forme di anarchia, ad una forma autonoma di autogoverno. Qualche gruppo con una certa coesione sociale troverebbe un accesso diretto alle risorse naturali e alla ricchezza culturale ( con relazioni interpersonali e ritornando alle tradizioni orali) e sopravviverebbe, mentre il resto degli uomini scomparirebbe in poco tempo.
Naturalmente , ci sarebbero problemi anche in questo scenario. Prendiamo, per esempio , il problema del “dimming” globale.
Il fenomeno può essere spiegato facilmente: la luce solare viene riflessa nello spazio dalla nebbia nell’ atmosfera e dalle particelle generate dalla combustione di combustibili fossili, riducendo la temperatura media globale di ben più di un grado Celsius ( il blocco del traffico aereo seguito agli attacchi terroristici dell’11 Settembre ha permesso agli scienziati del clima di misurare questo effetto). Se le attività industriali dovessero fermarsi improvvisamente , la temperatura media globale farebbe un balzo verso l’alto di un paio di gradi Celsius, cosa questa considerata molto, molto male davvero.
In secondo luogo, anche se tutta l’attività industriale dovesse finire domani , il riscaldamento globale , attribuibile per il 95 % alle attività umane, dal più recente ( piuttosto conservatore e prudente) rapporto dell’IPCC , dovrebbe continuare a ritmo sostenuto per buona parte del prossimo millennio , portando il clima della Terra ad un livello senza precedenti dalla nascita della specie umana.
Su un pianeta come questo, dove l’oceano, all’equatore, sarà più caldo di una vasca idromassaggio e gli alligatori popoleranno le zone artiche, la nostra sopravvivenza come specie umana sarà tutt’altro che assicurata.
Eppure , guardiamo le cose con ottimismo, noi siamo molto adattabili.
Sì , i mari saliranno e inonderanno le zone costiere dove oggi abita più della metà della popolazione.
Sì , terreni agricoli nell’entroterra diventeranno aridi e saranno spazzati via e travolti dalle piogge torrenziali periodiche.
Sì , i tropici prima, e le latitudini temperate poi, diventeranno troppo caldi e tutti quelli che ci vivranno moriranno per i colpi di calore . Ma se questo processo durerà per secoli, solo pochi qualche banda di superstiti e di tribù più forti troverà il modo per migrare più a nord e imparare a sopravvivere inventandosi una qualche esistenza in equilibrio con quello che resterà dell’ecosistema.
Possiamo provare a capire come potrà essere questa sopravvivenza leggendo la storia del passato.
Quando il capitano James Cook sbarcò sulle coste australiane fu il primo uomo bianco ad incontrare gli aborigeni, che avevano fino a quel momento vissuto in perfetto isolamento per qualcosa come 40.000 anni . (Arrivarono in Australia circa nello stesso periodo in cui l’uomo di Cromagnons cacciò l’uomo di Neanderthal in Europa ) . All’epoca gli aborigeni parlavano una miriade di lingue e dialetti diversi , senza possibilità, né motivo di un qualsiasi tipo di unità . Vivevano senza vestiti e utilizzavano solo piccoli rifugi di fortuna per ripararsi. Avevano pochi strumenti oltre al bastone per scavare e cercare radici commestibili e per catturare qualche pesce. Non avevano scorte né magazzini e non conservavano nemmeno il minimo da utilizzare un giorno per l’altro. Non avevano interesse né per gli oggetti materiali di qualsiasi tipo , né per gli scambi commerciali, e benché avessero accettato dei vestiti e altri regali , li gettarono via appena Cook e il suo equipaggio furono lontani dalla loro vista.
Erano , osservò Cook nel suo diario , del tutto inoffensivi , ma certe azioni degli uomini di Cook li facevano infuriare . Si offesero nel vedere che gli uccelli venivano catturati e messi in gabbia, e chiesero di lasciarli immediatamente liberi.
Mettere in gabbia chiunque , animale o persona , era per loro “tabù” . E si infuriarono ancora di più quando videro gli uomini di Cook catturare non solo una, ma diverse, tartarughe. Le tartarughe sono animali che crescono lentamente ed è facile annientare la loro popolazione con un bracconaggio indiscriminato, motivo per cui era consentito solo prendere una tartaruga alla volta , e solo da una persona appositamente designata , responsabile per il benessere delle tartarughe.
Cook li considerò uomini primitivi, ma era lui a non capire.
Sapendo quello che sappiamo oggi, gli aborigeni ci sembrano abbastanza avanzati . Vivendo su un’isola enorme , per lo più arida e sterile, con poche piante autoctone di un qualche interesse agricolo e senza animali addomesticabili , avevano capito che la loro sopravvivenza era strettamente legata all’equilibrio del regno naturale circostante . Per loro, gli uccelli e le tartarughe erano più importanti di loro stessi, perché questi animali avrebbero potuto sopravvivere senza di loro , ma nessun uomo avrebbe potuto sopravvivere senza questi animali.
Averli chiamati “esseri primitivi” è un bell’esempio di colossale primitivismo culturale . Alla Conferenza – ‘L’età dei Limiti”– tenutasi all’inizio di quest’anno , a un certo punto la discussione si spostò sul perché il regno naturale deve essere protetto anche a costo della vita umana . ( Per esempio: possiamo permettere ai bracconieri di cacciare nei parchi protetti, se le loro famiglie stanno morendo di fame ?)
Un tizio, sdraiato su una sedia di fronte al podio, disse la sua opinione più o meno in questo modo: ” Vale la pena sacrificare ogni singolo animale pur di salvare anche una sola vita umana!” . Questa affermazione mi tolse il fiato, per me era un pensiero così primitivo che il mio cervello si rifiutava di funzionare ogni volta che cercavo di rispondergli . Dopo aver lottato con me stesso per un pò , ecco le mie considerazioni
Vale la pena distruggere tutta una macchina per salvare solo il volante ? A che serve un volante senza un’auto? Beh, suppongo che , se si è particolarmente stupidi o inesperti, ci si può giocare fingendo di essere su una macchina e facendo ” Vroom vroom ” con la bocca.
Diamo un’occhiata a questa domanda da un punto di vista economico , per il fatto che gli economisti tendono a pensare al regno naturale solo in termini di valore economico . Questa è la stessa cosa di quando guardiamo al nostro corpo in termini di contenuto nutrizionale , e quanto può farci star bene un buon pasto .
Certo, volendo guardare al pianeta dallo stesso punto di vista, la cosa non funziona bene perché si tratta dell’unico e solo pianeta vivente che noi usiamo come un magazzino di materie prime da saccheggiare. Ma poi si scopre che la maggior parte della nostra “ricchezza” in termini economici deriva proprio dai “servizi eco-sistemici” che riceviamo senza pagarli.
C’è acqua abbastanza pulita per bere, aria abbastanza pulita per respirare , un ambiente con una temperatura né troppo fredda né troppo calda che permette la sopravvivenza dell’umanità in gran parte del pianeta , ci sono foreste che purificano e umidificano l’aria e rendono la temperatura sulla terra moderata , ci sono le correnti oceaniche che disciplinano gli eventi climatici estremi e permettono di coltivare i campi, ci sono gli oceani (che erano ) ricchi di pesci , ci sono i predatori che mantengono l’equilibrio tra le specie ecc…..
Se fossimo costretti a usufruire di questi stessi servizi pagandoli , andremmo immediatamente in bancarotta , e poi , in breve tempo, ci estingueremmo .
Il nostro problema più grande non è che non possiamo trasferirci su altri pianeti , è che non ce lo possiamo permettere. Se potessimo dare un valore alla ricchezza naturale trattandola come una attività economica ci renderemmo presto conto che l’uomo distrugge continuamente molta più ricchezza di quanta ne crei, quindi l’economia è un gioco a somma negativa . Poi andremmo a scoprire anche che non sappiamo nemmeno come funzionano questi ” servizi degli eco-sistemi ” né quale sia il loro giusto equilibrio e che possiamo solo prendere atto che è tutto complicato e interconnesso in modo sorprendente e imprevedibile .
Così, il buon uomo, che alla conferenza era disposto a sacrificare tutte le altre specie per il bene della sua, non potrebbe mai essere abbastanza sicuro che tra le specie che sarebbe disposto a sacrificare non sia compresa anche la sua.
Inoltre, vale la pena ricordare che, di fatto , stiamo sacrificando la nostra specie da parecchi secoli, per amore di qualcosa che chiamiamo “progresso”. Capitan Cook navigò intorno alle isole del Pacifico per ” scoprire” che i polinesiani le avevano scoperte molti secoli prima . La sua ciurma di marinai ubriachi e avidi diffusero malattie veneree , alcolismo e corruzione , lasciando rovine sulla loro scia ovunque andassero.
Dopo la peste portata dai arrivò quella portata dai missionari , che fecero indossare alle donne tahitiane, che andavano a seno nudo, dei vestiti da “vecchie puritane” e cercarono di spiegare che la fornicazione era contro la legge. Mai tahitiani avevano una cultura sessualmente avanzata ed avevano una dozzina di termini diversi per definire la fornicazione , a seconda di ogni atto sessuale. Così i missionari incontrarono un problema tecnico : vietare qualsiasi atto sessuale non avrebbe risolto niente, mentre un divieto che elencava tutti gli atti sessuali praticabili sarebbe stato letto come un altro Kama Sutra . Invece i missionari scelsero di promuovere una propria “griffe del sesso : La Posizione del Missionario “, che si spiega facilmente con due sole posizioni – sopra e sotto . E’ una posizione base che è meglio di una doccia fredda, meglio di mettersi un rossetto blu o di non respirare .
Dubito comunque che a Tahiti l’abbiano usata molto.
I tahitiani continuano ad esistere, ma molte altre tribù e molte culture si estinsero, o continuano ad esistere in piccole comunità, tanto depressi da non essere interessati a fare altro che bere birra, fumare e guardare la televisione.
E quale gruppo ha avuto più successo? È stato quello che ha causato i danni maggiori. Così, la retorica sul “salvare la nostra specie dall’estinzione “ sembra piuttosto fuori luogo : per parecchi secoli abbiamo fatto tutto il possibile per spingere la nostra specie verso l’estinzione nel modo più efficiente possibile e non vogliamo nemmeno cambiare direzione, perché questo “sarebbe da incivili”.
Perché, vedete , noi siamo persone colte , istruite, civili.
I lettori di questo articolo sono persone particolarmente illuminate, sanno di economia e dei problemi ambientali , il loro progressismo poggia sui tre pilastri che sostengono lo schema finanziario di Ponzi (1), , sono contrari alle devastazioni ambientali e sono abituati a mangiare deliziosi alimenti biologici coltivati a Km Zero .
Tutti noi vogliamo sopravvivere al collasso ambientale, a condizione però che la strategia scelta per sopravvivere lasci uno spazio a principi come multiculturalismo , parità di genere – lesbiche, gay,i bisessuali, transgender , – amicalità e nonviolenza . Non siamo disposti a spogliarci e vagare nudi per le savane con un bastone per scavare tuberi commestibili . Preferiamo sederci intorno ad un tavolo e discutere di tecnologia verde, davanti a un bicchiere di birra ( ovviamente artigianale e fatta sottocasa), forse divagando di tanto in tanto , per capire bene le anche le opinioni di un qualsiasi Ped-erasmus da Ulm sui corsi e ricorsi infiniti e gloriosi della storia umana .
Noi non vogliamo cambiare il nostro modo di vivere, per vivere in armonia con la natura , vogliamo che la natura viva in armonia con noi , mentre continuiamo a vivere a modo nostro, come sempre.
Nel frattempo , stiamo continuando a fare la guerra contro i superstiti delle tribù che un tempo vivevano in equilibrio con la natura , offrendo “istruzione”, “sviluppo economico” e la possibilità di giocare un ruolo, pur se minore, nel nostro rovinoso gioco della vita in cui abbiamo sempre perso, almeno in economia. Viste le alternative tra cui scegliere, spesso queste popolazioni hanno mostrato una propensione a non fare nulla e a restarsene ubriachi. Cosa che sembra una scelta perfettamente razionale, quantomeno minimizza il danno.
Ma il danno potrebbe già essere stato fatto.
Ecco un paio di esempi dei danni prodotti, ma se questi non bastassero a far capire, ce ne sono tanti altri …..
1.
Per verificare il primo esempio basta comprarsi un biglietto aereo per un paradiso tropicale qualsiasi e andarsene in un resort sul mare e svegliarsi presto la mattina e andare a guardare la spiaggia .
C’è un sacco di gente con la pelle scura , con carriole , secchi , pale e rastrelli che ripuliscono dai rifiuti del mare che si sono depositati sui surf durante la notte, lavorano per dare alla spiaggia un aspetto pulito, sicuro e presentabile per i turisti . Poi camminando lungo la spiaggia lontano dai villaggi turistici e dagli alberghi , dove nessuno rastrella o pulisce, troverete tanti di quei rifiuti che è quasi impossibile continuare a camminare sulla spiaggia. In mezzo ci sarà un po’ di materiale di origine naturale, come legno o alghe , ma la maggior parte dei rifiuti è composto di plastica.
Guardando bene si scopre che è una montagna piena di polipropilene, nylon, corde e boe di polistirolo galleggianti usate dall’industria della pesca . Poi si troverà una vasta gamma di recipienti monouso come creme abbronzanti, bottiglie di shampoo , flaconi di detersivi , bottiglie d’acqua , contenitori per fast food ecc.. Tifoni e uragani hanno un interessante effetto organizzatore sui rifiuti di plastica e separano mucchi di taniche di olio motore, accanto a mucchi di roba di plastica, a mucchi di bottiglie dell’acqua , come se qualcuno effettivamente si fosse preso la briga di metterli in ordine . Su una spiaggia vicino a Tulum in Messico una volta ho trovato una intera collezione di sandali di plastica per bambini , tutti di colori, stili e annate diverse.
Le buste di plastica restano sulla spiaggia e si bio-degradano nel tempo, si scoloriscono e si rompono in pezzetti sempre più piccoli con il risultato finale di diventare una schiuma di plastica microscopica , che può infestare l’ambiente per secoli. Distruggendo così l’ecosistema perché una molti animali confondono le particelle di plastica per cibo e le ingoiano, il . loro apparato digerente si intasa muoiono di fame . Questa è la devastazione che continuerà per molti secoli e che è già iniziata : il mare sta morendo. Su grandi aree di oceano , le particelle di plastica sono molto più estese del plancton, che costituisce la base della catena alimentare marina.
Ma la devastazione che provoca la peste della plastica continua anche sulla terra . Di solito si bruciano insieme materiali sanitari e rifiuti di plastica, perché riciclarli costerebbe troppo. La plastica può essere incenerita in modo relativamente sicuro e pulito , ma portando i forni a temperature estremamente alte, e solo in strutture specializzate . Le centrali elettriche possono bruciare plastica come combustibile , ma i rifiuti di plastica sono una fonte di energia diffusa che occupa un sacco di spazio e la spesa energetica e la manodopera che servono per trasportarli fino alle centrali elettriche sono troppo alti e spesso non conviene. Così tanti rifiuti di plastica vengono bruciati in fosse all’aperto , a basse temperature , e liberano nell’atmosfera una vasta gamma di sostanze chimiche tossiche , tra cui quelle che influenzano il sistema ormonale degli animali .
Gli effetti principali sono anomalie genitali, sterilità e obesità. L’obesità ha raggiunto proporzioni epidemiche in molte parti del mondo e colpisce non solo gli esseri umani , ma anche altre specie .
Eccolo , allora , questo è il nostro futuro : impianti chimici che continuano a sfornare materiali sintetici, la maggior parte dei quali si infiltrano nell’ambiente e lentamente lo distruggono con il loro carico di tossine . Mentre questo accade, le persone e gli animali per gli stessi motivi diventano obese , come bolle senza sesso . Prima scoprono che non riescono più a dare alla luce figli maschi fertili e questo sta già succedendo perché il numero degli spermatozoi umani sono in calo in tutto il mondo “ sviluppato” . Poi non riusciranno far nascere nemmeno bambini normali – cioè :maschi senza anomalie genitali . Alla fine non nessuno potrà avere figli maschi, come è già successo ad un certo numero di specie marine .
Poi l’estinzione.
Non ci sarà bisogno di nessun disastro e di nessun incidente eclatante perché si arrivi ad uno scenario di questo genere, basterà andare avanti come al solito .
Ogni volta che si acquista una bottiglietta di shampoo o una bottiglia d’acqua o un panino che viene avvolto in plastica o sigillato in una scatola di vinile , si aiuta ad avvicinarci al disastro un po’ di più . Basta solo quello che industria petrolchimica (che produce materiale per incartare il cibo) e impianti chimici (che trasformano petrolio e gas in plastica) continuino a funzionare normalmente. Non sappiamo se la quantità di materie plastiche e tossine associate, già presenti nell’ambiente siano sufficienti a determinare una nostra eventuale estinzione .
Ma noi certamente non vogliamo rinunciare alla chimica di sintesi per tornare a come vivevamo prima del 1950, perché …. il business ne risentirebbe .
Probabilmente nessuno vuole arrivare all’estinzione, ma tutti sanno che prima o poi, dovrà succedere ….. beh allora, prima che accada, meglio vivere in un modo confortevole e civile fino alla fine.
E la vita senza i sintetici moderni sarebbe scomoda . Vogliamo i pannolini e i pannoloni foderati di plastica sia per i bambini che per i vecchi !
Questo modo di pensare relega chi ha maturato una coscienza per la sopravvivenza , in un mondo astratto , in un livello impersonale , come se desiderasse che si verifichi al più presto un collasso finanziario, commerciale e politico globale. Sembra che si auspichi uno scenario catastrofico con una istantanea e massiccia perdita di fiducia e con la diffusione del panico nei mercati finanziari che livellasse tutte le piramidi del debito e bloccasse la creazione di credito . Il commercio si interromperebbe bruscamente perché nessuno avrebbe finanziamenti da investire . Nel giro di poche settimane , le catene di approvvigionamento globali si fermerebbero e nel giro di pochi mesi , le attività commerciali ferme provocherebbero la diminuzione a zero delle entrate fiscali e l’utilità dei governi diverrebbe irrilevante ovunque.
Nel giro di pochi anni , i restanti pochi sopravvissuti diventerebbero come Capitan Cook vide gli aborigeni australiani: quasi del tutto inoffensivi .
Una delle prime vittime del crollo sarebbero le idustrie energetiche , che sono tra le maggior imprese ad alta intensità di capitale . Poi seguono le aziende chimiche che producono materie plastiche e altre sostanze chimiche di sintesi e materiali organici: se i prodotti alla base dell’industria petrolchimica non fossero più disponibili , sarebbero costretti a bloccare la produzione .
Se siamo fortunati , tutta la plastica che si trova nell’ambiente non basta ancora per portarci tutti all’estinzione. La popolazione umana potrebbe diminuire se si arrivasse ad una decina di femmine riproduttrici (da un’analisi del DNA mitocondriale questo è il numero che sopravvisse all’Era Glaciale ), ma in una decina di millenni il clima si sarà probabilmente stabilizzato e l’ecologia della Terra si sarà rinvigorita come la popolazione umana . Forse non potremmo mai più raggiungere una civiltà tecnologica complessa , ma almeno potremo cantare e ballare , avere dei figli e , se fortunati , anche invecchiare in pace .
2.
Questo era lo scenario più semplice. Il prossimo esempio rende discutibile la possibilità di un crollo rapido e profondo. I primi sintomi vengono dalla fusione nucleare avvenuta negli impianti di Fukushima , in Giappone . Contrariamente a quanto il governo giapponese avrebbe voluto far credere a tutti, la situazione non è sotto nessun tipo di controllo . Nessuno sa che fine abbia fatto il combustibile nucleare uscito dai reattori che si sono fusi . E’ andato verso la Cina, c’è una Sindrome cinese ?
Poi c’è la piscina di combustibile nucleare esaurito , che è piena e che perde . Se l’acqua che lo raffredda evaporasse, le barre di combustibile in fiamme si fonderebbero e / o esploderebbero e poi , secondo alcuni esperti nucleari , sarebbe il momento di evacuare tutto l’emisfero settentrionale. Il sito di Fukushima è talmente radioattivo che i lavoratori non possono avvicinarsi se non per pochissimo tempo , il che rende piuttosto fantasioso pensare che siano in grado di mantenere la situazione sotto controllo , né ora né mai . Ma possiamo essere sicuri che alla fine l’edificio, già gravemente danneggiato, in cui si trova il combustibile nucleare esaurito, crolli e , spargendo il suo contenuto, dia l’avvio alla fase due del disastro . Dopo di che non ci sarà nessuna possibilità per nessuno di andare a Fukushima , se non per morire di malattie da radiazioni .
Si potrebbe pensare che Fukushima sia il peggiore dei casi, ma impianti proprio come Fukushima punteggiano il paesaggio in gran parte del mondo sviluppato . Di solito sono stati costruiti vicino ad una fonte di acqua , che serve per raffreddare e per alimentare le turbine a vapore . Molti di quelli costruiti sui fiumi corrono il rischio di prosciugarli. Molti di quelli costruiti sul mare sono a rischio di inondazioni per l’innalzamento del livello degli oceani , delle mareggiate e degli tsunami . In genere, hanno creato delle piscine piene di scorie nucleari a caldo , perché nessuno ha trovato un modo per smaltirle. Tutti questi impianti avranno bisogno di energia per ancora molti decenni , per non rischiare di finire fusi proprio come Fukushima . Se si verificherà un certo numero di questi incidenti, allora si abbasserà il sipario sugli animali, come noi stessi, perché la maggior parte di noi morirà di cancro prima di raggiungere la maturità sessuale , e quelli che resisteranno non saranno in condizioni di produrre prole sana .
Una volta sono passato dall’aeroporto di Minsk , dove ho incrociato un gran gruppo di ” bambini di Chernobyl “ in viaggio per la Germania per cure mediche. Li ho guardati bene, e la loro immagine mi accompagna sempre. Quello che mi ha scioccato di più è la grande varietà delle anomalie dello sviluppo che si potevano vedere.
Non sembra che arrivare al collasso della civiltà industriale globale e abbandonare gli impianti nucleari a se stessi sia una buona opzione, perché segnerà il nostro destino.
Ma l’alternativa è quella di “continuare e fingere” e “continuare a dare calci ai barattoli per strada ” mentre si continua a distruggere l’ambiente in tutti i modi pur di mantenere in attività le industrie : fracking idraulico , estrazione di sabbie bituminose , perforazioni nell’Artico ecc. . E nemmeno questa non è una buona opzione, perché segnerà il nostro destino in altri modi .
E così sembra che non ci potrà essere un lieto fine alla mia storia delle cinque fasi del collasso, le prime tre (finanziaria , commerciale , politica ) sono inevitabili , mentre le ultime due ( sociale e culturale ) dipendono da noi ma, ahimè , in molte parti del mondo sono già arrivate alla fine della strada.
Perché, vedete , c’è anche la sesta tappa che finora ho evitato di dire – il collasso dell’ambiente – che potrebbe lasciarci senza casa , perché avremo reso la Terra ( il nostro pianeta ) inabitabile.
Questo tragico esito potrebbe non essere inevitabile . E se non fosse inevitabile , allora questo sarebbe veramente l’ unico problema che vale ancora la pena risolvere .
La soluzione potrebbe avere dei costi quasi inimmaginabili sia in vite umane che in ricchezze, ma vorrei umilmente suggerire che può valere la pena spendere tutto il denaro del mondo e anche un paio di miliardi di vite umane perché se non si trova una soluzione , quel tesoro e quelle vite umane sarebbero perse comunque.
Bisogna trovare una soluzione per evitare la sesta tappa, ma non si può sapere dove può portarci questa soluzione. Trovo pericoloso credere disinvoltamente che il collasso ci accompagnerà mentre noi continuiamo a pensare ai nostri problemi. Qualcuno potrebbe cominciare a sentirsi tanto depresso da farsi venire voglia di sdraiarsi ( comodamente su qualcosa di caldo e morbido ) e lasciarsi morire .
Ma qualcun altro potrebbe aver ancora la forza di lottare ed avere il desiderio di lasciare un pianeta in cui potranno sopravvivere i propri figli e nipoti . Ma non dobbiamo aspettarci che si useranno metodi convenzionali , ortodossi, rispettosi, educati e ragionevoli con gli “esuberi”.
Speriamo solo che abbiano un piano , e che lo portino avanti. .
Note :
1. Lo schema di Ponzi è una semplice tecnica alla base di molte truffe finanziarie. Si tratta di una specie di catena di Sant’Antonio che assicura alte entrate a breve termine ai primi investitori grazie alle sottoscrizioni degli ultimi arrivati. Il truffatore sfrutta l’avidità delle persone, pronte a cullarsi nell’illusione di essere di fronte a un mago della finanza, in grado di procurare alti guadagni con pochissimi rischi.
Dmitry Orlov
Fonte: http://cluborlov.blogspot.it/
Link: cluborlov.blogspot.it/2013/10/the-sixth-stage-of-collapse.html
22.10.2013
Traduzione per ComeDonChisciotte.org a cura di Bosque Primario
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Un mondo di esseri inferiori da sterminare
7 novembre 2013
di Gianni Lannes – Fonte: http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/11/un-mondo-di-esseri-inferiori-da.html
Malattie inventate in laboratorio e morte. La salute è ormai un lusso nel medioevo tecnologico del terzo millennio corrente. Mentre l’élite globale consolida bunker sotterranei, mangia cibi di prima qualità, e nasconde in casseforti artiche semi biologici; gli sparuti negazionisti – decisamente cretini – compresa gran parte della popolazione mondiale muore lentamente di avvelenamento da scie chimiche, e per intossicazione da cibo industriale e perfino geneticamente modificato, ormai da decenni. L’imperativo è ovviamente categorico: la gente non deve sapere niente. Altrimenti scoppierebbe una rivoluzione perfino nell’arretrata Italia, imbottita attualmente di crassi ignoranti. Non a caso nel Belpaese è stata chiusa l’anno scorso la banca del seme naturale che aveva sede a Bari. Un tesoro naturale di biodiversità che il popolo italiano quando si sveglierà dal letargo rimpiangerà davvero. Monsanto docet!
Dunque ignoranza galoppante, stupidità contagiosa e avidità senza limiti. Ci sono imbecilli a pagamento o dementi nullafacenti che blaterano di complottismi. E i media sotto padrone pompano le bufale di regime, coadiuvati dagli esperti di turno e da luminari a parcella e poltrona inamovibile. E così le agenzie di intelligence alimentano la confusione, soprattutto su internet. Il problema vero è la mistificazione della realtà in atto a danno dei popoli. Incredibile: le vittime si scannano tra di loro e applaudono pure; insomma sono più realiste del re.
Ingiustificate ed assurde misure di austerità destinate in gran parte ai poveracci vengono imposte su tutte le ex nazioni del mondo. Eventi meteorologici estremi diventano più micidiali e più frequenti delle guerre, mentre terremoti, eruzioni e cataclismi sono all’ordine del giorno nell’agenda militare a stelle e strisce, ma non solo.
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Kissinger & Rockefeller |
Il macellaio internazionale Henry Kissinger (uno dei padrini dell’organizzazione terroristica Bilderberg, nella quale militano anche – ma ai gradini inferiori – Enrico Letta e Mario Monti, solo per fare due nomi ), al quale è stato assegnato addirittura il Nobel, ha elaborato un memorandum che riguarda la riduzione della popolazione mondiale come priorità per la salvaguardia delle politiche U.S.A. L’obiettivo di ridurre drasticamente la popolazione mondiale è in atto, anche mediante l’aerosolterapia bellica quotidiana a base di sostanze tossiche come alluminio e bario. Il memorandum porta la data del 24 Aprile 1974 ed e’ intitolato “Le implicazioni riguardanti la crescita della popolazione mondiale per la sicurezza degli Stati Uniti d’America“.
National Security Study Memorandum 200: Implications of Worldwide Population Growth for U.S. Security and Overseas Interests:
http://pdf.usaid.gov/pdf_docs/PCAAB500.pdf
Kissinger propose gli esperimenti di eugenetica come priorità assoluta, poichè affermava che in futuro gli U.S.A avrebbero avuto sempre più bisogno di risorse e che quindi le unità di esseri viventi andavano ridotte per la salvaguardia dei popoli occidentali. Tali politiche sono state ispirate anche dal Club di Roma, un ordine molto potente con sede in Italia che vede il suo massimo teorizzatore in Aurelio Peccei.
Qualche esempio spicciolo. Donald Rumsfield si è sempre adoperato per la raccolta fondi, mirata alla creazione di armi probite usate poi a scopi bellici. La fondazione Bill Gates invece, altra pedina del sistema – con il magnate Bill usurpatore di programmi informatici che gli hanno permesso di diventare ricco in termini esclusivamente economici – porta avanti una mastodontica iniziativa a favore di pericolose vaccinazioni.
Un passo indietro. Verso la fine degli anni ’50 lo zio Sam si pone il problema della sovrappopolazione. I tecnici di regime avanzano le alternative I, II e III, sostenendo sia il rilascio di virus mortali che la guerra perpetua per ridurre la popolazione mondiale. La prima supposizione combacia perfettamente con gli interessi finanziari del sistema di potere dominante.
Ecco un riferimento eclatante. Il clan Rockefeller è proprietario di metà dell’industria farmaceutica statunitense, che raccoglie ingenti somme di denaro per sviluppare e diffondere farmaci per “combattere” i prossimi virus mortali di laboratorio da diffondere nell’ignara popolazione.
Nel 1969 il Comitato Church del Senato scoprì che il dipartimento della Difesa USA (DoD) aveva chiesto un bilancio di decine di milioni di dollari dei contribuenti, per un programma per accelerare lo sviluppo di nuovi virus che prendessero di mira e distruggessero il sistema immunitario umano. I funzionari del dipartimento della Difesa testimoniarono al Congresso che avevano in programma di produrre «un agente biologico sintetico, un agente che non esiste in natura e per cui non potrebbe essere acquisita nessuna immunità naturale… ancor più importante è che potrebbe essere refrattario ai processi immunologici e terapeutici da cui dipendiamo per mantenere la nostra relativa libertà dalle malattie infettive».
L’House Bill 5090 ha autorizzato i fondi e l’MK-NAOMI è stata gestita a Fort Detrick, nel Maryland. Da questa ricerca è stato generato artificialmente il virus dell’AIDS usato contro gli elementi indesiderabili della popolazione. I primi virus dell’AIDS furono somministrati attraverso una massiccia campagna di vaccini contro il vaiolo in Africa centrale e meridionale, da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1977. Per la cronaca: l’OMS è una costola dell’Onu che ha sede a New York su un terreno di proprietà di David Rockefeller.
Un anno dopo apparvero sui maggiori quotidiani statunitensi notizie che sollecitarono dei “promiscui volontari maschi gay” di prendere parte a uno studio sul vaccino contro l’epatite B. Il programma mirava agli omosessuali maschi di età tra i 20 e 40 anni di New York, Los Angeles, Chicago, St. Louis e San Francisco. Fu somministrato dai Centri per il Controllo delle Malattie statunitensi.
San Francisco fu un obiettivo di numerosi esperimenti della CIA, a causa della sua elevata popolazione di cittadini non allineati politicamente e gay, che gli illuminati vedevano e considerano tuttora come indesiderabili. Secondo i dati ufficiali a San Francisco vi era uno i più alti tassi di cancro del Paese. Per anni il Malation, per primo sviluppato dai nazisti, fu spruzzato sulla città da elicotteri dell’Air Evergreen, ossia della CIA. I Bilderbergs,ordinarono al DoD d’introdurre il virus dell’AIDS. Ma tutto era decollato nel 1943 con il memorandum Groves: la dispersione di sostanze radioattive sulle città.
I Bilderbergers sono parte integrante del Club di Roma, fondato in una tenuta dei Rockefeller presso Bellagio, in Italia. Non a caso uno studio risalente al 1968 del Club di Roma propugnava l’abbassamento del tasso di natalità e l’aumento del tasso di mortalità. Il fondatore dell’esclusivo sodalizio, Aurelio Peccei, fece una raccomandazione top-secret per introdurre un microbo che attaccasse il sistema auto-immunitario, e quindi sviluppare un vaccino profilattico per l’elite mondiale. Un mese dopo, nel 1968, il Club di Roma accolse le tesi di Paul Ehrlich che pubblicò The Population Bomb. Il libro accennava a un piano di spopolamento draconiano. A pagina diciassette Ehrlich scrive:
«Il problema si sarebbe potuto evitare con il controllo della popolazione… in modo che una ‘soluzione mortale’ non doveva esserci».
I Bilderbergers erano dietro la politica di spopolamento di Haig-Kissinger, forza motrice del dipartimento di Stato e controllata dal Consiglio di Sicurezza Nazionale. Pressioni furono applicate sui Paesi del terzo mondo per ridurre le proprie popolazioni. Coloro che non lo rispettarono videro l’aiuto statunitense trattenuto o furono soggetti al Piano Rosa di guerra a bassa intensità contro obiettivi civili, soprattutto donne in età fertile. In Africa carestia e guerre furono incoraggiate.
Nel 1975, un anno dopo aver frequentato una conferenza del Club di Roma sul tema, il segretario di Stato Henry Kissinger fondò l’Ufficio degli Affari sulla Popolazione (OPA). L’ufficiale dell’OPA latinoamericana, Thomas Ferguson, vuotò il sacco sulla sua agenda quando dichiarò: «C’è un unico tema dietro tutto il nostro lavoro, dobbiamo ridurre la popolazione. O lo facciamo a modo nostro, attraverso metodi pulite e morbidi, o avremo il tipo di disordine che abbiamo in El Salvador, o in Iran o a Beirut… Una popolazione fuori controllo richiede un governo autoritario, anche il fascismo, per ridurla… I professionisti non sono interessati a ridurre la popolazione per motivi umanitari… Le guerre civili sono un po’ estenuanti nel ridurre una popolazione. Il modo più rapido per ridurre la popolazione è con la fame, come in Africa. Entriamo in un Paese e diciamo questo è il vostro dannato piano di sviluppo, buttatelo e iniziate a guardare la vostra popolazione… se non lo fate… allora avrete un El Salvador o un Iran, o peggio, una Cambogia».
Ferguson disse di El Salvador: «Per fare quello che il dipartimento di Stato ritiene un adeguato controllo della popolazione, la guerra civile (gestita dalla CIA), avrebbe dovuto essere notevolmente ampliata. Si dovevano trascinare i maschi nella lotta e uccidere un numero significativo di donne fertili, in età fertile. State uccidendo un piccolo numero di maschi e di femmine non fertili, non basta… Se la guerra continua per 30-40 anni, si potrebbe realizzare qualcosa. Purtroppo, non abbiamo troppi casi di questo tipo da studiare».
Nel 1961, i funzionari dell’amministrazione Kennedy, McGeorge Bundy, Robert McNamara e Dean Rusk, tutti membri del CFR e del Bilderberger, crearono un team di studio. Il gruppo si era riunito a Iron Mountain, un enorme rifugio antiatomico sotterraneo presso Hudson, New York, dove si trova il think tank del CFR, l’Istituto Hudson. Il bunker contiene uffici ridondanti, in caso di attacco nucleare, di Exxon Mobil, Royal Dutch/Shell e di JP Morgan Chase. Una copia delle discussioni del gruppo, noto come Rapporto da Iron Mountain, fu fatta trapelare da un partecipante e fu pubblicata nel 1967 da Dial Press. Gli autori del rapporto vedevano la guerra necessaria e desiderabile, affermando testualmente:«La guerra stessa è il sistema sociale di base, nel quale le altre modalità secondarie dell’organizzazione sociale confliggono o cospirano. (La guerra è) la principale forza dell’organizzazione… lo stabilizzatore economico fondamentale delle società moderne.” Il gruppo temeva che attraverso “la leadership ambigua“, la “classe dirigente amministrativa” possa perdere la capacità di “razionalizzare una guerra desiderata“, che porti alla “effettiva destabilizzazione delle istituzioni militari». E ancora: «…al sistema della guerra non può responsabilmente essere consentito di scomparire… sappiamo esattamente ciò che abbiamo intenzione di mettere al suo posto… La possibilità di una guerra fornisce il senso della necessità esterna, senza cui nessun governo può rimanere a lungo al potere… L’autorità di base di uno Stato moderno sul proprio popolo risiede nei suoi poteri di guerra. La guerra serve come ultima grande salvaguardia contro l’eliminazione delle classi necessarie».
Il Rapporto da Iron Mountain continua a proporre un ruolo adeguato alle classi inferiori, dando credito alle istituzioni militari nel fornire «elementi antisociali con un ruolo accettabile nella struttura sociale. Il più giovane e il più pericoloso di questi gruppi sociali ostili furono tenuti sotto controllo dal sistema di coscrizione… Un possibile sostituto del controllo dei potenziali nemici della società è la reintroduzione, in forma coerente tramite la moderna tecnologia e il processo politico, della schiavitù… Lo sviluppo di una sofisticata forma di schiavitù può essere un prerequisito assoluto per il controllo sociale in un mondo in pace».
I criminali di Iron Mountain erano anche entusiasti all’idea della schiavitù, indicata come altra sostituzione socioeconomica alla guerra: un programma completo di benessere sociale, un gigantesco programma spaziale finalizzato ad obiettivi irraggiungibili, un regime permanente di controllo delle armi, un’onnipresente polizia globale (Nato Eurogendfor) e “forza di pace”, massiccio inquinamento ambientale globale che richiederebbe una enorme lavoro per sanarlo, sport sanguinari socialmente orientati e un programma globale d’eugenetica. Il genocidio iracheno è stato un banco di prova dove le forze armate anglo-americane hanno sperimentato sulla popolazione civile armamenti di ultima generazione.
Il genocidio iracheno per mano armata di Washington. Le stime sulle vittime irachene durante la guerra del Golfo furono variabili, ma comunque sottostimate. Alcune organizzazioni come Greenpeace (finanziata dai Rockefeller) posero i morti intorno al milione di persone, soprattutto bambini. E’ stata una guerra in cui i media hanno negato qualsiasi informazione su una scala mai vista prima Victor Filatov, giornalista russo di Sovetskaja Rossija, nella Baghdad del dopoguerra scrisse: «Di quali ulteriori spargimenti di sangue sentono la necessità questi barbari del 20° secolo? Ho pensato che gli statunitensi fossero cambiati dopo il Vietnam… ma no, non cambiano mai. Rimangono fedeli a se stessi».
I riscontri:
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/05/nuovo-ordine-mondiale-come-si-stermina.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=scie+chimiche
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=aerosolterapia+bellica
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=terremotihttp://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=vaccini
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=nuovo+ordine+mondiale
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=kissinger
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=moro
http://www.bibliotecapleyades.net/esp_sociopol_ironmountain.htm#contents
http://www.freedomforceinternational.org/pdf/Report_from_Iron_Mountain.pdf
http://www.docstoc.com/docs/12166078/Population-Bomb-Revisited
http://www.fao.org/docrep/012/al390e/al390e00.pdf
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=bilderberg
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=rockefeller
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Fatti fuori Monti e Prodi, da una opposizione “consenziente” interna al PD, non si poteva correre il rischio di nominare alla Presidenza della Repubblica un uomo antisionista. Confermare Napolitano avrebbe potuto scegliere un uomo del Protettorato per il Nuovo Ordine Mondiale: Enrico Letta. A Berlusconi l’idea di mandare Bersani con la cenere in testa a implorare a Napolitano, di “sacrificarsi” con un mandato bis. Si è così concretizzato il progetto passato nel 1947 con la Strage di Portella
RIVELAZIONI DA BRIVIDO DI IMPOSIMATO
Il complotto istituzionale tra Cia, Gladio e Bilderberg

Il Gruppo Bilderberg dietro alle stragi di Stato italiane”, la rivelazione di Ferdinando Imposimato
Pubblicato in data 15/gen/2013
Il Gruppo internazionale Bilderberg implicato nelle stragi degli anni Settanta e Ottanta in Italia operate prima dai nuclei terroristici neri e poi dalla mafia. A rivelarlo è il Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, Ferdinando Imposimato, durante la presentazione napoletana del suo nuovo libro “La repubblica delle stragi impunite”.
Ormai sappiamo tutto della strategia del terrore, che fu attuata dalla struttura Gladio (Stay Behind) in supporto ai servizi segreti (non deviati) italiani” conferma Imposimato: La strategia serviva a destabilizzare l’ordine pubblico,la struttura dello Stato ed orientare la politica verso governi di sinistra… ed era orchestrata dalla CIA.
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I trent’anni di un’istituzione segreta
Gli opachi poteri della Trilaterale
Di Olivier Boiral da «Le Monde Diplomatique» novembre 2003
Dirigenti delle multinazionali, governanti dei paesi ricchi e sostenitori del liberismo economico hanno rapidamente compreso che dovevano agire di concerto se volevano imporre la propria visione del mondo. Nel luglio 1973, in mondo allora bipolare, David Rockefeller lancia la Commissione trilaterale, che segnerà il punto di partenza della guerra ideologica moderna. Meno mediatizzata del forum di Davos, la Trilaterale è molto attiva, attraverso una rete di influenze dalle molteplici ramificazioni.
Trent’anni fa, nel luglio 1973, su iniziativa di David Rockefeller, figura di spicco del capitalismo americano, nasceva la Commissione trilaterale. Cenacolo dell’élite politica ed economica internazionale, questo circolo chiusissimo e sempre attivo formato da alti dirigenti ha suscitato, soprattutto ai suoi inizi, molte controversie (1). All’epoca, la Commissione si prefiggeva di diventare un organo privato di concertazione e orientamento della politica internazionale dei paesi della triade (Stati uniti, Europa, Giappone). L’atto costitutivo spiega: «Basata sull’analisi delle più rilevanti questioni con cui si confrontano l’America e il Giappone, la Commissione si sforza di sviluppare proposte pratiche per un’azione congiunta. I membri della Commissione comprendono più di 200 insigni cittadini impegnati in settori diversi e provenienti dalle tre regioni». (2)
La creazione di questa organizzazione opaca in cui a porte chiuse e al riparo da qualsiasi intromissione mediatica si ritrovano fianco a fianco dirigenti di multinazionali, banchieri, uomini politici, esperti di politica internazionale e universitari, coincideva all’epoca con un periodo di incertezza e turbolenza della politica mondiale. La direzione dell’economia internazionale sembrava sfuggire alle élite dei paesi ricchi, le forze di sinistra apparivano potenti, soprattutto in Europa, e la crescente interdipendenza delle questioni economiche chiamava le grandi potenze a una cooperazione più stretta. Rapidamente, la Commissione trilaterale si impone come uno dei principali strumenti di questa concertazione, attenta al tempo stesso a proteggere gli interessi delle multinazionali e a «chiarire» attraverso le proprie analisi le decisioni dei dirigenti politici. (3)
Come i re filosofi della città platonica, che contemplavano il mondo delle idee per infondere la loro trascendente saggezza nella gestione degli affari terrestri, l’élite che si riunisce all’interno di questa istituzione molto poco democratica si adopera nel definire i criteri di un «buon governo» internazionale.
Veicola un ideale platonico di ordine e controllo, assicurato da una classe privilegiata di tecnocrati che mette la propria competenza e la propria esperienza al di sopra delle profane rivendicazioni dei semplici cittadini: «La cittadella trilaterale è un luogo protetto dove la techné è legge – commenta Gilbert Larochelle. E dove sentinelle dalle torri di guardia vegliano e sorvegliano. Ricorrere alla competenza non è affatto un lusso, ma offre la possibilità di mettere la società di fronte a se stessa. Il maggio benessere deriva solo dai migliori che, nella loro ispirata superiorità, elaborano criteri per poi inviarli verso il basso». (4)
All’interno di questa oligarchia della politica internazionale, le cui riunioni annuale si svolgono in varie città della triade, i temi vengono dibattuti in una discrezione che nessun media sembra più voler disturbare. Essi sono oggetto di rapporti annuali (The Trialogue) e di lavori tematici (Triangle Papers) realizzati da équipes di esperti americani, europei e giapponesi scelti molto accuratamente. Questi documenti pubblici, regolarmente pubblicati da circa trent’anni, mostrano l’attenzione che la trilaterale rivolge ai problemi globali che trascendono le sovranità nazionali, come la globalizzazione dei mercati, l’ambiente, la finanza internazionale, la liberalizzazione delle economie, la regionalizzazione degli scambi, i rapporti Est- Ovest (all’inizio), il debito dei paesi poveri.
Contro «gli eccessi della democrazia»
Gli interventi ruotano intorno ad alcune idee fondanti, ampiamente riprese dalla politica. La prima è la necessità di un «nuovo ordine internazionale». Il quadro sarebbe troppo angusto per trattare grandi questioni mondiali la cui «complessità» e «interdipendenza» vengono continuamente riaffermate. Un’analisi del genere giustifica e legittima le attività della Commissione che è sia un osservatorio privilegiato sia il capomastro di questa nuova architettura internazionale.
In tal senso gli attentati dell’11 settembre hanno fornito una nuova occasione di ricordare, durante l’incontro di Washington nell’aprile del 2002, la necessità di un «ordine internazionale» e di una «risposta globale» a cui sono esortati a partecipare i più importanti dirigenti del pianeta sotto l’egidia statunitense. Alla già citata riunione annuale della trilaterale erano presenti Colin Powell (segretario americano) Donald Rumsfeld (segretario alla difesa) Richard Cheney (vicepresidente) e Alan Greenspan (presidente della Federal Reserve). (5)

Zbeniew Brezwinsky Cavaliere di Malta e mentore di Obama
La seconda idea fondante, che trae origine dalla prima, è il ruolo tutelare della triade, in particolare degli Stati uniti, nella riforma del sistema internazionale. I paesi ricchi sono invitati ad esprimersi con una sola voce e a unire i propri sforzi in una missione destinata a promuovere la «stabilità» del pianeta grazie alla diffusione del modello economico dominante. Le democrazie liberali sono il «centro vitale» dell’economia, della finanza e della tecnologia. Un centro che gli altri paesi dovranno integrare accettando l’ordine che esso si è dato. L’unilateralismo americano sembra tuttavia aver messo a dura prova la coesione dei paesi della triade, i cui dissidenti si esprimono nei dibattiti della Commissione. Nel suo discorso del 6 aprile 2002, durante la già citata riunione, Colin Powell ha quindi difeso la posizione americana sui principali punti di disaccordo con il resto del mondo, ovvero rifiuto di firmare gli accordi di Kyoto, opposizione alla creazione di una Corte penale internazionale, analisi dell’«asse del male», intervento americano in Iraq, appoggio alla politica israeliana, e via dicendo.
L’egemonia delle democrazie liberali rafforza la fede nelle virtù della globalizzazione e della liberalizzazione delle economie espressa dal pensiero della trilaterale. La globalizzazione finanziaria e lo sviluppo degli scambi internazionali sarebbero al servizio del progresso e del miglioramento delle condizioni di vita di un gran numero di persone. Ma esse presuppongono la rimessa in causa delle sovranità nazionali e la soppressione delle misure protezioniste.
Questo credo neoliberista è dunque spesso centro dei dibattiti.
Durante l’incontro annuale dell’aprile 2003 a Seul è stata trattata in particolare la questione dell’integrazione economica dei paesi del Sud-Est asiatico e della partecipazione della Cina alle dinamiche della globalizzazione. Le riunioni dei due anni precedenti avevano dato occasione al direttore generale dell’Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) Mike Moore di professare devotamente le virtù del libero scambio. Moore, dopo aver ricoperto di improperi il movimento anti-globalizzazione, aveva dichiarato che era «imperativo tenere a mente ancora e sempre quelle prove schiaccianti che dimostrano che il commercio internazionale rafforza la crescita economica». (6)
La tirata del direttore del Wto contro i gruppi che reclamano una globalizzazione diversa – chiamati «e-hippies» – sottolinea la terza caratteristica fondante della trilaterale: l’avversione per i movimenti popolari, che si era espressa nel celebre rapporto della Commissione sul governo delle democrazie redatto da Michel Crozier, Samuel Huntington e Joji Watanuki (7). Questo rapporto, del 1975, denunciava gli «eccessi della democrazia», espressi secondo gli autori dalle manifestazioni di contestazione dell’epoca. Manifestazioni che, un po’ come oggi, mettevano in causa la politica estera degli Stati uniti (ruolo della Cia nel golpe cileno, guerra del Vietnam) ed esigevano il riconoscimento di nuovi diritti sociali. Il rapporto provocò all’epoca molti commenti indignati che si scatenarono contro l’amministrazione democratica del presidente James Carter, essendo stato egli stesso un membro della trilaterale (come più tardi il presidente Clinton). (8)
Dall’inizio degli anni ’80, l’attenzione della stampa per questo tipo di istituzioni sembra essersi rivolta più che altro su incontri meno chiusi e soprattutto più divulgabili tramite i media, come il Forum di Davos. L’importanza delle questioni dibattute nell’ambito della trilaterale e il livello di coloro che in questi ultimi anni hanno partecipato alle sue riunioni sottolineano però la sua persistente influenza. (9)
Note:
(1) Le Monde diplomatique ha dedicato molti articoli all’argomento nel corso degli anni ’70.
(2) Il numero dei «distinti cittadini» ammessi alla Commissione è stato in seguito allargato e oggi comprende più di 300 membri.
(3) Sulle reti di «coloro che decidono» si legga «Tous pouvoirs confundus», Epo, 2003
(4) Gilbert Larochelle, «L’imaginaire technocratique» Montreal, 1990, p.279
(5) I discorsi di questi interventi sono accessibili al sito ufficiale della Commissione: www.trilateral.org
(6) Mike Moore, «The Multilateral Trading Regime Is a Force for Good: Defend It, Improbe It». Riunione della Commissione trilaterale del’11 marzo 2001
(7) Michel Crozier, Samuel Huntington e Joji Watanuki, «The Crisis of Democracy: Report on the Governability of Democracies to the Trilateral Commission», New York University Press, 1975
(8) Zbigniew Brezinski era stato uno dei grandi architetti di questa organizzazione prima di diventare il principale consigliere del presidente Carter sulle questioni di sicurezza nazionale
(9) David Rockefeller, Georges Berthoin e Takeshi Watanabe (1978) Prefazione a «Task Force Reports»: 9-14, New York University Press, p IX
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14 aprile 2012
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- World Trade Organization (W.T.O.)/Organizzazione Mondiale del Commercio, già Accordo Generale sulle Tariffe Doganali e il Commercio (G.A.T.T.)1.
Ecc.
Andrea Di Lenardo
1. Si veda A. Di Lenardo, Società del Council on Foreign Relations (F.F.R.), http://conoscenzaliberta.myblog.it/archive/2012/04/09/societa-del-council-on-foreign-relations-c-f-r.html, A. Di Lenardo, La rete dei Rothschild, http://conoscenzaliberta.myblog.it/archive/2012/03/21/la-rete-dei-rothschild.html, D. Estulin, Il Club Bilderberg, Città di Castello (PG), Arianna Editrice, 2012.
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E Concita si accorse del Bilderberg, della Trilateral e dell’Aspen Institute
di Francesco Borgonovo (@franborgonovo) – 10 aprile 2013 – 18.12
Una mattina Concita De Gregorio, destandosi da sogni inquieti, si trovò mutata in una complottista. Ieri, su Repubblica, è apparsa un’articolessa di due pagine a sua firma, con notevole richiamo in prima, dal titolo: «Da Lockheed a Bilderberg quegli amici americani che “votano” per il Colle». Obiettivo del pezzo: spiegare l’influenza di Washington sugli affari italici, a partire dalla scelta della persona da spedire al Quirinale. Intrigante. Nell’articolo, la nostra Signorina Grande Firma preferita scomoda il meglio del meglio della dietrologia internazionale, dal succitato Bilderberg alla Trilateral, passando per Gladio, Goldman Sachs e il golpe Borghese.
Concita, che è successo? Hai scoperto i libri di Maurizio Blondet? Ti sei invaghita di Adam Kadmon, quello che a Mistero su Italia Uno dà la colpa di ogni catastrofe agli Illuminati? A pensar male, si direbbe che la biondocrinita giornalista si appresti a rubare il posto a Roberto Giacobbo: «E adesso, una bella inchiesta su come gli alieni hanno costruito le piramidi, dalla nostra inviata spaziale Concita De Gregorio!». Per adesso, tuttavia, ci accontentiamo di leggere le dietrologie sugli oscuri signori che dominano il pianeta, di cui fino alla scorsa settimana la nostra cronista doveva essere ignara. Concita ci spiega per esempio che il Club Bilderberg è una «associazione di finanzieri, banchieri, politici e uomini di Stato fondata nel ’54», i cui membri «si riuniscono ogni anno in un conclave a porte chiuse». Dovete sapere, infatti, che «ai grandi gruppi economico-politici internazionali, alla finanza e dunque alla politica nordamericana interessa molto e moltissimo chi governa, chi comanda, chi ha influenza in Europa e in subordine in Italia». Posto che ci meraviglieremmo del contrario, ci gustiamo l’enfatica prosa con cui la De Gregorio spiega che «l’ombra dell’America è verde come il colore dei dollari. Tuona come le armi che varcano l’oceano in perpetuo e spesso illecito commercio». Non solo: l’ombra maligna degli Usa «parla la lingua dei banchieri, la sola lingua degli affari. Si affaccia sull’Italia dalla postazione mediterranea di Israele». Ah, già, mancava il complottone pluto-giudaico-massonico.
Insomma, il succo del discorso è che esistono delle élite potentissime che ambiscono a governare per lo meno l’Occidente in nome del profitto. E quindi non si fanno scrupolo a muovere le fila della politica globale, compresa quella italiana. Motivo per cui, se uno vuol comandare qui da noi, deve essere in qualche modo gradito a tali Signori Oscuri. Per svelare la scomoda verità, Concita interpella persino Paolo Cirino Pomicino, il quale confessa: «Senza le credenziali degli americani e in specie delle grandi banche d’affari oggi nessuno può pensare di aspirare seriamente al Quirinale».
Ora, se stupisce l’improvvisa trasformazione dell’inviata di punta e soprattutto di tacco di Repubblica in una Dan Brown in gonnella, soprende ancora di più l’elenco dei nomi contenuto nel suo articolo. Già, perché una volta detto che Bilderberg, Trilateral e Aspen Insitute manovrano i nostri destini, bisogna anche dire chi sono i loro emissari. Eccoli qua.
Al Bilderberg sono passati, tra gli altri, Monti, Draghi, Padoa Schioppa, Siniscalco, Prodi. «Ogni tanto qualche giornalista (Lilli Gruber, per dire, ndr) una volta Veltroni, Emma Bonino». Nell’entourage della potentissima banca d’affari Goldman Sachs sono transitati Prodi, Draghi, Monti, Gianni Letta. Massimo D’Alema, invece, ha avuto un «rapporto che sarebbe durato nel tempo» con Clinton, mentre Prodi «voleva essere ricevuto subito, ma non si poteva». Quanto all’Aspen, «in Italia conta su Amato, Prodi e D’Alema». La Trilateral «fondata da Rockefeller (…) Monti l’ha presieduta fino al 2011. La frequentano la consulente per la politica estera di D’Alema Marta Dassù (…), Enrico Letta…». Apprendiamo qualcosa pure su Scalfaro. Con lui al Colle, «c’è il ciclone Mani Pulite» che dà «spazio a una generazione nuova. Più avvezza all’uso di mondo, alle relazioni internazionali, alla lingua degli uomini d’affari. È dal denaro, adesso, dalla finanza che passano gli interessi politici. (…) È ai banchieri che si ricorre quando la politica tace o sobbolle di sue interne diatribe».
Riepiloghiamo: Monti, Scalfaro, D’Alema, Veltroni, Letta jr, Prodi, Amato… Scusate, eh, ma non sono personaggi che Repubblica ha supportato per anni e ancora sostiene? Non sono prodotti di quella sinistra di salotto che il quotidiano di Mauro ha contribuito a creare? E adesso Concita ci viene a dire che sono manovrati dagli americani per fare gli interessi della finanza? Incredibile. Fortuna che è già prevista una nuova puntata dell’inchiesta della De Gregorio. In onda a Voyager: ai confini dell’ignoto. Rimanete collegati.
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Bilderberg 2013: probabile l’Inghilterra, possibile la Germania
di JURRIAAN MAESSEN
ExplosiveReports.Com
Gli impegni dell’habitué del gruppo Bilderberg Neelie Kroes, sembrano indicare che Londra sarà la sede dell’incontro 2013, come Jim Tucker ha comunicato in precedenza. C’è tuttavia la possibilità che sia la Germania ad ospitare il gruppo quest’anno.
James P. Tucker Jr. – il giornalista che indaga sul gruppo Bilderberg – ha recentemente comunicato (1) che il prossimo incontro si terrà nelle vicinanze di Londra, mettendo quindi in dubbio che il gruppo si incontri nuovamente a Chantilly, in Virginia. La possibile data fornita al giornalista “veterano”1 dalla sua fonte di fiducia va dal 6 al 9 giugno.
“Non è ancora sicuro” scrive Tucker, “c’è la possibilità che il meeting si svolga nuovamente nel lussuoso hotel Westfields Marriot vicino all’aeroporto internazionale Dulles tra il 21 e il 26 giugno”.
Un programma pubblicato (2) recentemente da un portale di informazione dell’Unione Europea sembra concordare con la fonte di Tucker. Nel contesto della “agenda digitale” dell’habitué del Bilderberg Neelie Kroes – oggi vice presidente della Commissione Europea – è stato pubblicato un programma dei suoi spostamenti di quest’estate. Il programma riafferma la validità della fonte di Tucker, nonostante non abbia bisogno di essere convalidata in quanto si è dimostrata giusta in innumerevoli occasioni.
Il programma vede Neelie Kroes presenziare a due diverse conferenze a Londra come a “Le Web” dal 5 al 6 giugno. Sempre a Londra inoltre, parteciperà al “Founders Forum” dal 12 al 14 giugno. Quindi è molto probabile che Bilderberg avrà davvero luogo vicino Londra, come ha suggerito la fonte di Tucker. Questo programma conferma inoltre la data prevista della prossima riunione, vale a dire in una sede ancora ignota tra il 6 giugno e l’11 giugno 2013. Poiché Kroes si perde raramente un incontro, approfitterà probabilmente dell’intervallo di tempo tra le due conferenze per mettersi comoda nel corso del meeting Bilderberg.
Nonostante sia più probabile che il Bilderberg 2013 quest’anno avrà luogo nelle vicinanze Londra, ho trovato altri programmi che sembrano suggerire la Germania come una possibilità. Dopo alcune investigazioni degli impegni di altri habitué di Bilderberg, la Germania sembra essere davvero una possibilità.
Perché la Germania?
Alla fine di aprile 2013 l’attuale regina d’Olanda passerà la torcia della tirannia nelle mani del suo primogenito, William-Alexander. La regina, che partecipa ogni anno al Bilderberg, passerà con ogni probabilità le sue attività del Bilderberg a William ed a sua moglie. Ora, si dà il caso che nel contesto dell’abdicazione della regina Beatrice, la prima visita internazionale (3) della coppia reale in quanto re e regina d’Olanda, li porterà nel sud della Germania dal 3 al 7 giugno. Dal 12 giugno in avanti, il re viaggerà per alcune province olandesi così come nelle settimane precedenti al 3 giugno. Questo ci porta a pensare che il re appena consacrato verrà riconsacrato al Bilderberg dall’8 all’11 giugno.
Se la fonte di Tucker è corretta, il Bilderberg 2013 avrà luogo dal 6 al 9 giugno. È quindi probabile che il re e la regina continueranno il loro viaggio in Germania partecipando alla riunione del 2013, durante o al termine della loro missione d’affari nel sud della Germania. Ciò non esclude ovviamente Londra come probabile sede, poiché il re e la regina possono volare a Londra con facilità grazie al loro jet privato. Tuttavia, nel contesto degli altri possibili partecipanti e dei loro impegni, una sede in Germania sembra essere una possibilità e Londra una falsa pista.
Il presidente della Siemens Peter Löscher, ad esempio, sarà a Berlino tra il 5 e 6 giugno (4) per un incontro industriale. Nel 2012 Löscher era presente sia a Chantilly, Virginia sia all’incontro del Bilderberg del 2011. Se parteciperà all’imminente conferenza, sarà disponibile dal 7 giugno in avanti: questo coincide con la visita del re e della regina nel sud della Germania e con altri giocatori globali. Ciò non indica necessariamente che la riunione del Bilderberg si terrà in Germania quest’anno, ma è probabile che l’incontro annuale si terrà dopo il 6 giugno. Un’altra importante personalità della Siemens, Peter Y. Solmssen, presiederà un meeting (5) a Monaco il 7 e l’8 giugno il cui tema centrale sarà “La crescita attraverso l’innovazione”. Possiamo pertanto supporre che non sarà presente a Bilderberg quest’anno.
Secondo il programma preliminare, la missione d’affari del sud della Germania (6) ha termine il 6 giugno a Friedrichshafen, città nel sud della Germania. Se diamo per scontato che il nuovo re e sua moglie presenzieranno all’incontro Bilderberg di quest’anno, la data fornita da Tucker (6-9 giugno) si rivela giusta così come per i programmi di Neelie Kroes.
Tuttavia un altro habitué del Bilderberg, il principe belga Filippo, sarà assente perché presiederà una missione d’affari belga (7) negli Stati Uniti d’America dal 2 al 9 giugno 2013. Se questo sembra poter coincidere con una nuova possibile visita a Chantilly, gli impegni tengono estremamente occupato l’Altezza Reale in California. Ciò porta a pensare che gli Stati Uniti d’America non ospiteranno la conferenza del Bilderberg di quest’anno. A mio avviso, lo scenario più probabile è che il principe viaggi in aereo verso l’ignota sede in Germania o in Gran Bretagna e raggiunga il gruppo successivamente, il 9 giugno.
Ciò che rende Londra la sede più probabile ad ospitare il Bilderberg 2013 è anche la presenza del “dirigente dell’anno” della Shell, Peter Voser (presente nel 2012) che prenderà parte ad alcuni impegni (8)a Londra il 19 giugno 2013, nove giorni dopo la presunta data della conferenza. Questo fatto sembra parlare a favore di un incontro a Londra.
D’altronde le posizioni precise di altri partecipanti nel mondo sembrano indicare che la conferenza si terrà in Germania nel 2013. Mi aspetto che il presidente europeo e il ragazzo prodigio di Bilderberg, Herman Von Rompuy, saranno presente all’incontro Bilderberg quest’anno. Un controllo sui suoi spostamenti di giugno non ci rivela molto, eccetto il fatto che terrà una conferenza nella città belga di Turnhout (9) il cui tema sarà “Il silenzio e la leadership” (una combinazione che Von Rompuy conosce molto bene). Possiamo quindi pensare che Von Rompuy (un partecipante del 2011) raggiungerà i suoi colleghi forse nella vicina Germania, subito dopo le sue riflessioni. Altrimenti alla prima occasione scapperà alla volta di Londra con il suo aereo di linea pagato dai contribuenti.
Si da il caso che dal 4 al 7 giugno 2013 si terrà una delle più grandi conferenze in Europa, la “Settimana Verde” (Green Week) (10), con “relatori internazionali di alto profilo”, secondo una notizia della UE. E’ molto probabile che il commissario europeo per l’ambiente, Janex Potocnik, sarà nuovamente presente (come lo scorso anno), coincidendo con la presunta conferenza del Bilderberg poco dopo. Nell’altro caso potrebbero condividere posti business-class di ritorno in Inghilterra.
Neanche i programmi del nuovo presidente del gruppo Bilderberg, Henri de Castries, ci rivelano molto. Parteciperà probabilmente all’incontro informativo degli azionisti della sua compagnia globale AXA Group a Tolosa, Francia, poiché, secondo il sito web del gruppo AXA (11), questi meeting sono diretti dal presidente e amministratore delegato Henri de Castries o da un membro dell’amministrazione.
In breve: analizzando i programmi dei “soliti sospetti”, possiamo notare che molti di loro sono impegnati fino al 7 giugno e che saranno disponibili dall’8 giugno in avanti. Pertanto l’8 giugno sembra possa essere la data di inizio.
Poiché il nuovo re d’Olanda ha scelto personalmente la Germania come destinazione della sua prima visita internazionale ufficiale, sospetto che questa possa diventare la sede effettiva dell’incontro di quest’anno. Vorrei ricordare ai lettori che un rapporto (12), pubblicato nel settembre del 2012 e basato su quasi 60 anni di storia sul gruppo Bilderberg, individuava la possibile sede dell’incontro in Grecia, in Italia o in Germania. Nonostante Londra rimanga la location più probabile, penso che dovremmo tenere in considerazione la Germania – specialmente se consideriamo il fatto che il re e la regina d’Olanda parteciperanno sicuramente all’incontro di quest’anno, dopo la loro visita all’inizio di giugno. Mi rendo conto che tutto questo contraddice le preziose informazioni di Tucker, che si sono dimostrate corrette così tante volte da rendere il mio insistente ipotizzare incoerente e privo di senso. C’è però un’ultima considerazione da fare, che mi porta a pensare alla Germania come possibile luogo di atterraggio degli avvoltoi del Bilderberg di quest’anno.
A marzo di quest’anno, la Commissione Trilaterale ha riunito il meeting annuale a Berlino (13), mostrando una forte presenza tedesca. L’evento è stato ospitato da Michael Fuchs e presieduto dall’habitué del Bilderberg Jean-Claude Trichet, ex presidente della BCE. Persino la cancelliera Angela Merkel è stata invitata a partecipare all’evento, donando un significato speciale a questo particolare incontro. Poiché la Trilaterale è di natura collegata a Bilderberg, è possibile che il meeting di Berlino preannunci una conferenza Bilderberg tedesca.
In conclusione, la sede del prossimo incontro del Bilderberg è meno importante dei temi decisi dai magnati che vi si incontrano. D’altronde, sarebbe bello poter accogliere questi globalisti nella giusta location per dargli il benvenuto che meritano.
Fonte: http://explosivereports.com
Link: http://explosivereports.com/2013/04/08/bilderberg-2013-probably-england-possibly-germany/
8.04.2013
Traduzione a cura di GIULIA PERINO per www.Comedonchisciotte.org
1) http://americanfreepress.net/?p=9464
2) http://ec.europa.eu/information_society/newsroom/cf/dae/itemdetail.cfm?item_id=9836
3) http://www.koninklijkhuis.nl/agenda/agenda/2013/juni/toekomstige-koning-willem-alexander-en-koningin-maxima-bezoeken-duitsland/
4) http://www.zvei.org/Verband/Jahreskongress/Seiten/default.aspx
5) http://www.amcham.de/events/annual-membership-meeting.html
6) http://www.nag.aero/activiteiten/event/handelsmissie-zuid-zuitsland-2013.html?eventId=
7) BELGIAN TRADE MISSION PRESIDED BY HRH PRINCE PHILIPPE (formato word)
8) http://www.terrapinn.com/conference/world-national-oil-companies-congress/speaker-peter-VOSER.stm
9) http://www.spes-forum.be/spes/page.php?FILE=agendadetail&ID=1262
10) nhttp://ec.europa.eu/environment/europeangreencapital/news/events/green-week-conference/
11) AXA_CoteAXA_20130325_VA.pdf
12) http://www.axa.com/en/shareholders/advisorycommitte/
1) 13) http://www.theglobalistreport.com/2013-bilderberg-group-meeting/ berlin-prog-in-feb-2013-for-paricipants.pdf
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IL GRUPPO BILDERBERG HA IN PROGRAMMA LA DEPRESSIONE ECONOMICA
sabato 9 maggio 2009
Gli elitisti sono divisi [sul da farsi] – se far affondare l’economia velocemente rimpiazzandola con un nuovo ordine mondiale, o innescare una lunga e agonizzante depressione. Alla vigilia della conferenza annuale del Gruppo Bilderberg, che si terrà dal 14 al 17 maggio 2009 presso l’hotel a cinque stelle Nafsika Astir Palace di Vouliagmeni, in Grecia, il cronista investigativo Daniel Estulin ha svelato gli scioccanti particolari su quanto gli elitisti avrebbero in programma di fare in ambito economico nel corso del prossimo anno.
La riunione del gruppo Bilderberg è un confab che coinvolge ogni anno circa 150 dei “power broker” [mediatori di potere] più influenti al mondo nell’ambito del governo, dell’industria, del settore bancario, accademico e del complesso militare-industriale.
Il gruppo segreto opera secondo le “regole della Chatham House”[1] , ossia nessun particolare di ciò che viene discusso può trapelare attraverso i media, nonostante il fatto che siano presenti alla riunione gli editori dei più grandi quotidiani al mondo come il Washington Post, il New York Times e il Financial Times.
Secondo le fonti di Estulin che si sono dimostrate estremamente accurate in passato, il gruppo Bilderberg è diviso sul da farsi, ossia se innescare “una prolungata, agonizzante depressione che condannerà il mondo a decadi di stagnazione, declino e povertà … oppure una depressione intensa ma più breve che aprirebbe la strada ad un nuovo ordine economico mondiale sostenibile, con minore sovranità ma maggiore efficienza”.
Tali informazioni acquistano maggiore rilevanza se si tiene conto del fatto che le precedenti previsioni economiche di Estulin basate su rivelazioni da parte delle stesse fonti, si sono dimostrate estremamente accurate. Estulin ha correttamente previsto il crollo del mercato immobiliare nonché il tracollo finanziario del 2008, dopo aver appreso dalle sue fonti all’interno di Bilderberg quello che l’elite stava programmando sulla base di quanto era stato detto durante la loro riunione in Canada del 2006 e della loro conferenza del 2007 in Turchia.
I particolari dell’ordine del giorno per l’economia erano contenuti in un libretto distribuito prima della riunione ai membri del gruppo.
In modo specifico Estulin avverte che il gruppo Bilderberg starebbe incoraggiando una falsa immagine di ripresa economica, attirando gli investitori a reinvestire il capitale nel mercato azionario per scatenare poi successivamente un’altra massiccia fase di contrazione che creerà “grosse perdite e una grave sofferenza finanziaria nei mesi a venire”, secondo una relazione del Canada Free Press.Secondo Estulin il gruppo Bilderberg stima che le cifre relative alla disoccupazione negli USA raggiungeranno il 14% entro la fine dell’anno, quindi il doppio dell’attuale cifra ufficiale dell’8,1 per cento.
Le fonti di Estulin gli avrebbero inoltre detto che Bilderberg proverà ancora a fare pressioni per la promulgazione del Trattato di Lisbona, un tassello chiave del piano per consolidare appieno un superstato federale europeo, costringendo l’Irlanda a votare nuovamente su tale documento a settembre/ottobre, nonostante lo abbia già rifiutato insieme ad altre nazioni europee nei referendum nazionali.
Secondo quanto riferisce il CFP “una delle loro preoccupazioni è di affrontare e neutralizzare il movimento contrario al trattato di Lisbona chiamato “Libertas”, sotto la guida di Declan Ganley. Una delle mosse programmate da Bilderberg è l’uso di una campagna diffamatoria nei media americani, che suggerisca che Ganley è finanziato dai trafficanti di armi negli USA legati alle sfere militari statunitensi”.
Daniel Estulin, Jim Tucker ed altre fonti, che hanno infiltrato Bilderberg in passato hanno regolarmente fornito informazioni sull’ordine del giorno del gruppo che viene poi attuato sul palcoscenico mondiale, dando prova che l’organizzazione non è solo una “fabbrica di chiacchiere”, ma un importante foro per la pianificazione del nuovo ordine mondiale.
In effetti proprio il mese scorso il visconte belga nonché attuale presidente del gruppo Bilderberg Étienne Davignon, si è vantato che Bilderberg ha contribuito alla creazione dell’euro mettendo per la prima volta all’ordine del giorno una politica favorevole alla valuta unica all’inizio degli anni ‘90.
Il programma del gruppo Bilderberg di un superstato federale europeo e di una valuta unica risale probabilmente persino a prima.
Un’inchiesta della BBC ha portato alla luce documenti risalenti ai primi incontri del gruppo che hanno confermato che l’Unione Europea è stata un’invenzione del gruppo Bilderberg.Nella primavera del 2002 quando i guerrafondai dell’amministrazione Bush facevano pressione affinché l’Iraq fosse invaso entro l’estate, i membri di Bilderberg hanno espresso il desiderio di ritardare l’attacco, che non fu lanciato fino al marzo dell’anno seguente.
Nel 2006 Estulin ha previsto che il mercato immobiliare negli USA sarebbe cresciuto senza limite prima che la bolla venisse fatta crudelmente scoppiare, come è precisamente successo.Nel 2008 Estulin ha previsto che Bilderberg stesse creando le condizioni per una calamità finanziaria – proprio quello che è successo alcuni mesi dopo con il crollo della Lehman Brothers.
Il Gruppo Bilderberg ha regolarmente gonfiato i muscoli per consolidare il suo ruolo di “kingmaker” [artefice di nomine ed elezioni]. L’organizzazione seleziona di routine i candidati alla presidenza e alla vice presidenza, nonché i primi ministri.Bill Clinton e Tony Blair sono stati entrambi preparati dall’organizzazione segreta all’inizio degli anni ’90 prima che raggiungessero la prominenza.
Il candidato alla vice presidenza di Barack Obama, Joe Biden è stato scelto dal luminario di Bilderberg James A. Johnson, e anche il candidato alla vice presidenza di John Kerry nel 2004, John Edwards è stato consacrato dal gruppo dopo aver fatto un brillante discorso durante la conferenza del 2004. I presenti hanno persino infranto le regole applaudendo Edwards al termine di un discorso che ha fatto agli elitisti sulla politica americana.
La scelta di Edwards fu scioccante per gli opinionisti dei mass media che si aspettavano con certezza che Dick Gephardt avrebbe ottenuto la carica. Il New York Post ha riportato persino che era stato scelto Gephardt e che venivano già attaccati degli adesivi con scritto “Kerry- Gephardt” sui veicoli della campagna presidenziale, prima che fossero tolti quando Edwards fu annunciato come vice di Kerry.
La relazione di un quotidiano portoghese del 2008 ha messo in luce il fatto che Pedro Santana Lopes e Jose Socrates hanno partecipato all’incontro del 2004 a Stresa, in Italia, prima che entrambi diventassero primo ministro del Portogallo.
Svariate decisioni geopolitiche chiave sono state prese durante la riunione del gruppo Bilderberg dello scorso anno a Washington DC, ancora una volta a sottolineare che il confab è molto più di un incontro informale.
Come abbiamo riferito in quel momento, l’organizzazione era preoccupata che il prezzo del petrolio stesse aumentando troppo rapidamente dopo aver toccato i $150 dollari al barile e voleva assicurarsi che “i prezzi del petrolio iniziassero probabilmente a scendere”. Ed è proprio ciò che è avvenuto nella seconda metà del 2008 quando il petrolio è sceso sotto i $50 dollari al barile.
Siamo stati in grado di prevedere precocemente il rapido aumento dei prezzi del petrolio nel 2005, quando il petrolio era sceso a $40 dollari al barile, perché il gruppo Bilderberg aveva auspicato un aumento dei prezzi nel corso della riunione di quell’anno a Monaco di Baviera.
Durante la conferenza in Germania, Henry Kissinger ha detto agli altri presenti che l’elite aveva deciso di assicurarsi che i prezzi del petrolio raddoppiassero nel corso dei 12-24 mesi successivi, che è esattamente ciò che è successo. Inoltre durante l’incontro dello scorso anno, l’ex segretario di stato degli Stati Uniti Condoleezza Rice ha formalizzato con il ministro degli esteri ceco Karel Schwarzenberg i programmi per la firma di un trattato sull’istallazione di una base radar statunitense nella Repubblica Ceca. Insieme alla Rice era presente all’incontro il segretario alla difesa Robert Gates, che secondo quanto riportato avrebbe incoraggiato i globalisti dell’EU a sostenere un attacco contro l’Iran.
E guarda caso, proprio giorni dopo l’Unione europea ha minacciato l’Iran con sanzioni qualora non avesse sospeso il suo programma di arricchimento nucleare.
C’è stata inoltre molta speculazione che anche “l’incontro segreto” tra Hillary Clinton e Barack Obama, che è stato messo in atto con tattiche di spionaggio come rinchiudere i giornalisti in un aereo per impedire che raggiungessero i due politici, avrebbe avuto luogo durante la conferenza Bilderberg nel Distretto di Columbia.
Non resta che vedere quale copertura mediatica sarà riservata sui media principali alla conferenza Bilderberg del 2009, perché nonostante le prove che questa abbia un ruolo centrale nell’influenzare i successivi eventi geopolitici e finanziari nel mondo, e nonostante il fatto che la conferenza dell’anno scorso sia stata tenuta a Washington DC, i media corporativi hanno mantenuto un divieto quasi assoluto di fare reportage sulla conferenza, sui presenti e su quanto è stato discusso.
Ancora una volta sarà compito dei media alternativi riempire il vuoto ed educare la gente su ciò che i globalisti hanno esattamente in programma per noi per l’anno a venire.
Paul Joseph WatsonFonte: http://www.prisonplanet.com/Link: http://www.prisonplanet.com/leaked-agenda-bilderberg-group-plans-economic-depression.html7.05.2009
[1] Ndt. la Chatham House, sede del Royal Institute of International Affairs di Londra
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Da Mario Monti ad Enrico Letta: “e allora i miracoli esistono”, potrebbe ironizzare qualcuno citando proprio una espressione del futuro premier del “governo di servizio per il Paese”. Molti gli interessi in comune tra Mario Monti ed Enrico Letta, dall’Aspen Institute Italia alla Commissione Trilaterale di David Rockefeller fino ad arrivare al Gruppo Bilderberg.
Enrico Letta, come voci sempre più insistenti avevano preannunciato, sarà il nuovo Presidente del Consiglio. Naturalmente, come da prassi, per il momento Enrico Letta ha accettato l’incarico affidatogli da Giorgio Napolitano con riserva, che scioglierà dopo il giro di consultazioni con gli altri partiti, che inizieranno domani. Nel suo breve intervento al Quirinale, Enrico Letta spiega di essere rimasto “sorpreso” della chiamata di Giorgio Napolitano, precisando di accettare l’incarico a premier con “profonda responsabilità”. Enrico Letta chiarisce che “la situazione è difficile, fragile, inedita” ma che “il Paese sta aspettando un governo”. Un governo che “non nascerà a tutti i costi”, precisa Enrico Letta, promettendo però che lui “ce la metterà tutta” ad arrivare alla formazione di un esecutivo perché “gli italiani hanno bisogno di risposte immediate e sono stanchi dei giochetti della politica”. Enrico Letta prosegue evidenziando che “Il Paese ha bisogno di risposte”, e sottolinea che il primo impegno del futuro governo sarà quello di darle sul tema “lavoro, che è una priorità”, e questo per affrontare l’emergenza della “povertà che cresce” e dei “giovani costretti alla fuga” poiché non hanno possibilità di sbocchi professionali in Italia. Il secondo impegno del nuovo governo, a guida Letta, sarà quello di rendere “credibile la politica”, attraverso le necessarie “riforme costituzionali” come il “superamento del bicameralismo perfetto”. Inoltre, necessaria è una “nuova legge elettorale”, che permetta una vera governabilità qualunque sia il risultato che esce dalle urne. Enrico Letta chiarisce che in ambito europeo il nuovo governo dovrà impegnarsi affinché si “cambi la barra”, per andare a “modificare quelle politiche che sono attualmente solo di austerità”, e che non portano i frutti necessari. Infine, Enrico Letta suggerisce di chiamare questo nuovo “govero di servizio per il Paese”.
Da Mario Monti ad Enrico Letta, tanto che con questo passaggio di consegne qualcuno potrebbe ironizzare, citando proprio una espressione del futuro premier: “E allora i miracoli esistono!”. Quando Mario Monti salì a Palazzo Chigi dopo la nomina espressa a senatore a vita da parte di Re Giorgio1, infatti, Enrico Letta inviò un bigliettino al professore bocconiano2 con scritto: “Mario, quando vuoi dimmi forme e modi con cui posso esserti utile dall’esterno. Sia ufficialmente (Bersani mi chiede per es. di interagire sulla questione dei vice) sia riservatamente. Per ora mi sembra tutto un miracolo! E allora i miracoli esistono!”.
Gli interessi di Mario Monti ed Enrico Letta, in effetti, sembrano molti simili. Sia Monti che Letta sono membri del comitato esecutivo dell’Aspen Institute Italia, che come si legge su Wikipedia, è “un’organizzazione americana finanziata anche dalla Rockefeller Brothers Fund, che si pone come obiettivo quello di incoraggiare le leadership illuminate, le idee e i valori senza tempo“. Enrico Letta “è membro del comitato europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller”, di cui Mario Monti è stato persino presidente europeo. Mario Monti è stato anche membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg, in cui a debuttato, almeno ufficialmente, Enrico Letta3 proprio l’anno scorso, quando le elite di mezzo mondo si sono riunite, a porte chiuse, presso Chantilly, Virginia, USA. In altre parole, il nuovo governo a guida Enrico Letta potrebbe avere una impronta politica forse solo tecnicamente.
«Pentapartito addio», disse la Cia
Già nel 1988 gli Usa consideravano logora l’ alleanza di governo
WASHINGTON – Nel crepuscolo della guerra fredda, grazie anche al dialogo apertosi tra gli Usa e l’ Urss sotto Reagan e Gorbaciov, la Cia cambiò gradualmente idea sui comunisti italiani. Documenti che vanno dalla fine dell’ 85 all’ inizio dell’ 88 svelano che per Washington il Pci si sta evolvendo in quel periodo «in un partito ragionevolmente moderato, di tipo occidentale, che pare accettare veramente il sistema di economia mista e l’ appartenenza dell’ Italia alla Nato». Un rapporto dell’ 88, intitolato «Potrebbe il Pci entrare nel prossimo governo?», segnala che l’ accesso al potere di quel partito non sarebbe più una calamità. Tuttavia, osserva il rapporto, «i comunisti, che si oppongono al ricorso alla forza e vogliono la riduzione degli armamenti dei blocchi, impedirebbero all’ Italia di fornire truppe per operazioni Nato fuori area, ad esempio nel Golfo Persico». Che cosa fece cambiare idea alla Cia? La constatazione che alla morte di Berlinguer, nell’ 84, il Pci non ne aveva ricusato l’ eredità, anzi su di essa aveva creato una nuova classe dirigente e una nuova politica. Il partito, scrive la Cia alla fine dell’ 85, è a una svolta, come la Dc. «Ha un’ ala marxista leninista guidata da Cossutta, un’ ala moderata guidata da Napolitano, un’ ala centrista guidata dal segretario Natta», ma l’ ala estremista verrà emarginata a poco a poco. E perché? Perché alle elezioni di primavera «il Pci ha subito una pesante sconfitta, e Natta ha colto l’ occasione per un salto generazionale nella sua direzione e per un mutamento di strategia: probabilmente i comunisti passeranno dall’ alternativa democratica al dialogo con la Dc». La sconfitta elettorale del Pci, conclude la Cia, è stata un bene per l’ Italia: ne ridurrà gli scontri politici. E per gli Usa: «Il Pci non è più stalinista». Secondo Washington, «la nuova élite comunista è molto meno proletaria che in passato, annovera meno leader nati in famiglie rosse e più leader del ceto medio, favorisce il dibattito interno a discapito del centralismo democratico, non è monolitica». I suoi esponenti più importanti sono Occhetto, il numero due, e D’ Alema, il primo dei giovani, gente che in politica interna «rispetta il pluralismo e si dimostra pragmatica, e in politica estera tiene le distanze da Mosca anche se continua a diffidare dell’ America». Ma la convergenza tra il Pci e la Dc non sarà facile, dice la Cia, perché «l’ ala moderata di Napolitano e del sindacalista Lama vuole invece la completa rottura con il Cremlino, più democrazia nel partito, e una stretta cooperazione col Psi di Craxi». Il futuro presidente della Repubblica italiana, «un socialdemocratico – si nota – non ha però dalla sua più di un quinto del partito». Il rapporto del marzo dell’ 88 rafforza questa analisi: «Occhetto, l’ erede apparente della segreteria (sarà eletto segretario in giugno, ndr), è propenso al lancio di un governo di salvezza nazionale con i principali partiti democratici che promuova le necessarie riforme istituzionali e socioeconomiche. Natta e Occhetto pensano che in questo modo isolerebbero Cossutta». La Cia ricorda che Natta ha incontrato il segretario democristiano De Mita e che a Palermo la Dc ha rotto con il Psi e si è alleata alla Sinistra indipendente. Registra che Craxi si è alleato con il Pci in varie città, ma sottolinea che lo ha poi aspramente attaccato. Sembra quasi rassegnata a una legittimazione dei comunisti: «Non saremmo molto sorpresi – afferma il rapporto – se il presidente Cossiga, solerte costituzionalista, chiedesse a De Mita o Andreotti, il suo rivale, di formare un governo di unità nazionale col Pci e il Psi, e se Craxi, un inveterato giocatore d’ azzardo, non vi aderisse nella speranza che crolli». Nel marzo dell’ 88 la Cia è del parere che il governo Goria, allora in carica, cadrà presto, e che il Pci «possa inserire nel governo successivo la sinistra indipendente». In questo caso, avverte, «verrebbero danneggiati immediati interessi americani come il trasferimento dello squadrone aereo tattico 401 dalla Spagna all’ Italia». Ma il danno sarebbe relativo, in quanto la Dc «non cederebbe ministeri chiave come gli Interni, gli Esteri e la Difesa». I servizi americani non scommettono più sul pentapartito: «Alla fine degli anni Settanta ha fermato i comunisti, ma adesso la sua sopravvivenza è in dubbio a causa della guerra tra i democristiani e i socialisti». Craxi avrebbe bloccato un governo De Mita o Andreotti, spiega la Cia, e avrebbe finito per stancare «persino i centristi della Dc come Gava e Forlani che lo avevano appoggiato». Forse a chiamare i comunisti al governo sarebbe stato Andreotti: «È abbastanza opportunista da farlo se non vedesse alternative». È uno sbaglio clamoroso, perché il 13 aprile dell’ 88, un mese dopo, il pentapartito, Dc, Psi, Psdi, Pri e Pli, varerà il governo De Mita, a cui subentreranno i due ultimi governi Andreotti. Uno sbaglio sintomatico dell’ umore di Washington verso l’ Italia. Dopo avere puntato sulla Dc e sul Psi per arginare il comunismo, l’ America non sa più a quale partito rivolgersi. È delusa dei leader su cui aveva fatto affidamento, e non riesce a individuarne i successori, tanto da ammonire che l’ Italia, uno dei suoi più fedeli alleati, «adotterà una politica estera più indipendente, a esempio più filoaraba in Medio Oriente». La rassicurano solo l’ evoluzione del Pci in senso democratico, come indica il rispetto della Cia per Napolitano e per D’ Alema, e la evoluzione parallela del Cremlino sotto Gorbaciov. Un anno e mezzo più tardi il muro di Berlino crollerà, e sulla scia spariranno l’ impero sovietico e «il pericolo rosso» in Italia. Da quel momento l’ America accetterà serenamente i post-comunisti. RIPRODUZIONE RISERVATA
Caretto Ennio
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(10 luglio 2010) – Corriere della Sera
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Napolitano e d’Alema: i “comunisti” aristocratici del Vaticano
Vi abbiamo già parlato di alcuni uomini della sinistra italiana controllata dal Vaticano, precisamente in questi post:
-La Sinistra dei Gesuiti e del Vaticano: Vendola, Bertinotti, Fassino e Rutelli
-Gli appoggi di Monti, il Leccaculo di Comunione e Liberazione Pier Luigi Bersani e il Modello di Stato Sociale della Caritas
Vi abbiamo anche parlato, in questo post, dei fantocci “rivoluzionari” Grillo, Travaglio e Saviano, tutti ospiti allegri dei Gesuiti; di Grillo abbiamo anche analizzato [qui e qui] il suo modo particolare di leccare il culo al Vaticano.
Oggi vi parleremo invece del Nobil Uomo “comunista” Massimo d’Alema e del Cavaliere Giorgio Napolitano, entrambi titolari di onorificenze dell’Ordine Piano della Santa Sede, a dimostrazione della servitù continua degli uomini della ex sinistra, e delle nostre istituzioni, nei confronti dell’azienda più ricca del mondo, la Vaticano & Gesuiti S.p.a.
Una piccola introduzione sull’Ordine Piano:
“L’Ordine Piano (indicato anche con il nome di Ordine di Pio IX) è attualmente il primo Ordine cavalleresco regolarmente conferito della Santa Sede apostolica: segue per dignità gli ordini Supremo del Cristo e della Milizia Aurata che vengono considerati quiescenti dall’Annuario Pontificio[1].”
[…]
“Dopo l’Ordine Supremo del Cristo e dello Speron d’Oro, oggi l’Ordine Piano è il più prestigioso ordine equestre pontificio regolarmente conferito anche ai laici.
Vanta la precedenza nelle cerimonie sull’Ordine di San Gregorio Magno e sull’Ordine di San Silvestro Papa, nonché sull’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e sull’Ordine di Malta; negli alti ruoli è di conferimento protocollare, viene riconosciuto ai Capi di Stato in visita presso la Santa Sede, ai capi di Governo, ai Ministri ed al Corpo Diplomatico dopo un periodo di permanenza a Roma.
Il titolo di Cavaliere è concesso con parsimonia, i conferimenti vanno a fedeli cattolici di distinta condizione, quasi sempre appartenenti ad antiche Casate nobiliari europee, in seguito a servigi di alto profilo resi alla Santa Sede Apostolica o direttamente alla persona del Pontefice.
Viene concesso dopo segnalazione del vescovo diocesano o, assai più frequentemente, per motu proprio del Pontefice. Ovviamente non è possibile candidarsi, essendo la segnalazione e la pratica un atto interno vaticano. L’autosegnalazione è anzi causa di esclusione per ogni onorificenza pontificia.
Tutti i conferimenti, trattandosi di onorificenza statuale di prima classe secondo i manuali diplomatici internazionali, sono redatti sotto la forma solenne del breve pontificio, su pergamena, con il sigillo della Sede Apostolica, le chiavi decussate ed il triregno, e la firma del cardinale Segretario di Stato.
Privilegi
Come per gli altri Ordini Equestri Pontifici, l’uso dell’uniforme offre al Cavaliere il privilegio di scortare il vescovo all’ingresso ed all’uscita della Cattedrale, a sedersi alla destra dell’altare, ponendo la sciabola a terra e mantenendo la feluca in capo parimenti alla mitria del vescovo. Anche durante le celebrazioni il cavaliere dell’Ordine Piano, dopo l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ha la precedenza sugli altri insigniti di cavalierati pontifici di San Gregorio e di San Silvestro, nonché sui cavalieri dell’Ordine di Malta. Dà inoltre diritto al titolo di N.H. (nobiluomo), alla precedenza e passo su tutti gli altri laici nei Palazzi apostolici e negli edifici religiosi ed agli onori militari da parte della Guardia Svizzera e della Gendarmeria Vaticana.
L’insignito può sospendere l’insegna dell’Ordine alle proprie armi di famiglia. Qualora non fosse di nascita nobile o non possedesse un blasone, l’assegnazione del cavalierato dell’Ordine Piano conferisce all’insignito di crearsi uno stemma araldico.
In forza dei trattati bilaterali del 1929 rinnovati nel 1984, è onorificenza riconosciuta anche dalla Repubblica Italiana con tutti i suoi privilegi e trattamenti protocollari e diplomatici.”
Da un articolo de il Giornale, datato 21 novembre 2006, leggiamo:
“Al presidente [Napolitano] , in mattinata, era stata recapitata l’onorificenza dell’«Ordine Piano», concessa ai capi di Stato, che Napolitano indossava durante la visita. Dopo aver incontrato il Papa, il presidente ha salutato il corpo diplomatico accreditato in Vaticano, che gli è stato presentato dal cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, il quale nel suo discorso ha ricordato come anche i non cristiani guardino al Papa come «al portavoce delle supreme istanze morali».“
In un articolo di Repubblica del 21 novembre 2006, dal titolo E il Presidente in frac e collare veste l’ abito eterno del Potere, leggiamo:
“Ex comunisti in frac. Come passa il tempo: anche questa si doveva vedere. Lo prevede il cerimoniale della Santa Sede, non c’è dubbio; né era pensabile che Giorgio Napolitano e Massimo D’ Alema potessero varcare il Portone di bronzo con un abituccio qualsiasi. Del resto così è sempre stato, fin dai tempi in cui inginocchiandosi davanti a Pio XII, Giovanni Gronchi lasciò che le code di rondine della sua giacca di droppè sei bottoni con revers in seta accarezzassero il tappeto pontificio. […] Per la verità, sulla camicia di battista in lino bianco con sparato inamidato e collo duro, ieri mattina il presidente Napolitano sfoggiava anche la catenona di Cavaliere di Collare dell’Ordine Piano, oltre a una preziosa placca pettorale. Spiegano i cerimonialisti che il frac è tra i pochissimi abiti di gala su cui è consentito, anzi è auspicabile appuntare onorificenze di grande formato. Fatto sta che in «white tie» l’ attuale Capo dello Stato, di cui è noto il portamento britannico, se l’ è cavata egregiamente. Idem il ministro degli Esteri: senza collare tipo sommelier, ma con vistosa fascia policroma. E di nuovo: come si consumano rapidamente le stagioni del potere; e quali bizzarre coincidenze può innescare un abito.[…]Ecco, ieri la visione impossibile e perfino straniante è divenuta realtà, per giunta rinforzata dalla marsina che simultaneamente indossava l’ ex comunista Napolitano. Inutile, a questo punto, far finta di niente. Nell’ immaginario del movimento operaio, quell’ abito è stato a lungo considerato il costume di scena e l’ uniforme di battaglia dei padroni, così come li raffiguravano George Grosz e Giuseppe Scalarini. Padroni di solito feroci e avidi, grassi e ingordi, in ogni caso spaventosi nella loro grottesca eleganza….”
Il Cavaliere Vaticano Giorgo Napolitano è un noto fan di Comunione e Liberazione; ad agosto del 2011 aveva aperto la trentaduesima edizione Meeting per l’Amicizia fra i Popoli:
“Il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha aperto oggi la trentaduesima edizione del Meeting per l’Amicizia fra i Popoli, organizzato da Comunione e liberazione. Il presidente della repubblica ha visitato la mostra “150 di sussidiarietà” e ha poi partecipato all’incontro organizzato in collaborazione con l’Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà, guidato dal ciellino Maurizio Lupi.
Tre giorni fa Il Fatto Quotidiano aveva preso spunto dall’evento per pubblicare l’articolo Come Comunione e liberazione è entrata (e comanda) nelle Coop rosse, scritto da Enrico Bandini.
fonte: UAAR
fonte: http://www.flickr.com/photos/meetingdirimini/sets/72157627485474186/
Altre dichiarazioni di Napolitano:
“Tra le forze che operano per la coesione e per il rinnovamento etico c’è la Chiesa cattolica”, ha affermato, “con tutte le sue associazioni e le sue ramificazioni”. “Voglio rendere omaggio innanzitutto a papa Benedetto XVI”, ha aggiunto, “per il suo contributo che viene per la causa dell’Unità d’Italia”.
Fonte: UAAR
Passiamo a d’Alema; la parabola del nostro aristocratico “comunista” inizia dalla militanza atea giovanile, passando, in seguito, a Genova, negli anni del Liceo, a svolgere attività di volontariato in parrocchia e a partecipare alla redazione del giornalino parrocchiale, oltre che alle lezioni di religione (pur essendo esonerato), discutendo sempre con l’insegnante, un sacerdote.[fonte: wikipedia]; questa parabola di conclude nel 2006, quando il nostro borghese radical chic diventa “Vice-conte” Vaticano. Qui sotto riportiamo due articoli. Il primo è quello a firma di Pino Corrias del 7 settembre 2011, dal titolo Il vice-conte Max alla corte di papa Ratzinger, apparso su il Fatto Quotidiano:
“Ammirando la squisita eleganza di Massimo D’Alema, ci chiedevamo da anni da dove gli venisse tutta quella spocchia. La risposta l’abbiamo trovata in Vaticano dove dal 2006 custodiscono con perfidia il segreto di averlo nominato nobile. Non conte, come chiedeva lui, ma vice. Il vice-conte Max. Per l’esattezza: Nobiluomo. In sigla latina NH, tutto maiuscolo. Per le plebi: Eccellenza.
A forza di scalare riservatamente i privilegi del potere, quel lieto evento ce lo aveva tenuto nascosto. É invece il più commovente, il più istruttivo, venendo lui dalla piccola borghesia comunista, e perciò persuaso che l’accuratezza di un paio di scarpe, o l’investimento societario in una barca a vela, fossero indispensabili per frequentarlo. Figuriamoci un titolo nobiliare. Intriso dall’ambitissimo borotalco papale. Al punto – raccontano i maligni – da molestare il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, per ottenere quella preziosa nomina: telefonate, perorazioni, inchini. Fino a ottenerla. E poi a esibirla il 20 novembre dell’Anno Domini 2006.
La storia si compie durante il secondo governo Prodi. D’Alema è ministro degli Esteri. Sta preparando, per il neo eletto presidente Napolitano, la sua prima visita di Stato in Vaticano. É l’occasione che aspettava per farsi nominare conte, si è incapricciato.
Un titolo per distinguersi
I monsignori gli spiegano che conte è troppo, lo vieta il regolamento che dispensa nobiltà con scala millimetrica e conte può diventarlo solo il titolare del Quirinale, cioè Napolitano. E allora cosa? Gli offrono la qualifica di Nobiluomo, di regola riservata agli ambasciatori. Vada per Nobiluomo. Che poi sarebbe un mezzo conte che è sempre meglio di un doppio nulla.
Quando finalmente arriva il corteo d’auto dello Stato italiano in visita a quello Pontificio, il suo sogno radioso si è compiuto. Il presidente Giorgio Napoletano incede per primo tra le alabarde schierate e tutti i pennacchi pettinati. Lui segue con passo cadenzato, i baffi, l’involucro di un frac da cerimonia con i reverse a punta di lancia, il petto in fuori. E sul petto tre placche, due vecchie, una nuova. La prima dell’Ordine Cileno, ottenuta l’anno prima a Santiago. La seconda della Legion d’Onore concessagli dal governo Francese. E finalmente la terza, lo stellone di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Piano che emana i santi bagliori della nobiltà pontificia.
L’anno prima il ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, che accompagnava l’allora presidente, Carlo Azeglio Ciampi, nella prima visita di Stato a Benedetto XVI non ha ricevuto un bel niente, a parte la benedizione. D’Alema invece ce l’ha fatta. Oro zecchino emana il suo viso nelle molte foto di quel giorno.
È il definitivo addio dal suo passato di giovane pioniere temprato dalle nevicate moscovite, dai tetri Comitati centrali, dal fil di ferro dell’ideologia che gli ha tenuto dritta l’andatura e salda la cornice dello specchio che lo precede. Si è lasciato alle spalle le plebi della politica, i Fassino, i Bersani, il detestato Veltroni che si nutrono di chiacchiere ornamentali e onori in spiccioli.
Lui vola assai più alto. Si è scrollato di dosso le trattorie dei compagni, i pedalò della Romagna, il vino cattivo delle feste popolari, il fiato amaro delle lotte intestine, dai tempi in cui il grande Luigi Pintor veniva radiato e irriso, fino al siluramento di Romano Prodi, rovesciato nel 1998 e rimpiazzato a Palazzo Chigi per finalmente respirare l’ossigeno del potere in compagnia di quei due capolavori di Velardi & Rondolino, scelti con cognizione di causa. Si trattò di un immenso sforzo. Per cosa? Niente di cui andar fieri: il bombardamento alla Serbia, più qualche affaruccio telefonico.
L’avventura naufragò. E in quel naufragio lo stratega raddoppiò la sua impazienza. Che finì per sfigurarlo persino nella sua celebrata intelligenza, nel suo fiuto diventato infallibile a sbagliarle tutte, ma sempre credendo fermamente nel contrario. Convinto della propria intrinseca superiorità. E tuttavia incompreso.
La ricompensa del cardinale
È stato certamente il Cavaliere di Arcore a irretirlo nel vortice, anche psicologico, che gli ha dissolto la vecchia identità del militante intelligente, smagrito dal rigore, per trasformarlo – tempo una dozzina d’anni di rancori, recriminazioni e regate – in questo nobiluomo vaticano, il malinconico vice conte Max.
È da allora che D’Alema cominciò a concedersi in sogno quello che la realtà ostinatamente gli negava. A pretendere un risarcimento al suo narcisismo ferito. A ostentare consumi per non sentirsi consumato. A nutrire quella spocchia tanto necessaria agli insicuri. Perché sempre gli mancava qualcosa. Una corona, un trono, o almeno un pennacchio da esibire. Fino a quella aristocratica intuizione. Si trattava di scegliere il miglior giacimento di placche. Per questo ha chiesto aiuto al cardinale che alla terza risata – come un diavolaccio che gli compra l’anima – l’ha fatto Nobiluomo.”
Il secondo articolo, dal titolo D’Alema è un “nobiluomo” del Vaticano Il vice conte Max emblema della sinistra snob, a firma di Stenio Solinas, è apparso il giorno 8 settembre 2011 su il Giornale:
“Il «conte rosso» per antonomasia è sempre stato Luchino Visconti. L’idea che ora possa esserlo Massimo D’Alema è di sicura impronta marxiana: la storia, ammoniva il gran barbuto di Treviri, quando si ripete è sempre una farsa.
Il Fatto pubblica delle foto del conte Max, allora ministro degli Esteri, infracchettato e superdecorato in un’udienza papale del 2006: più che il diavolo e l’acqua santa è una specie di Miseria e nobiltà: al posto del principe di Casador c’è un N.H. con i baffi, l’Ordine Cileno, la Legion d’Onore di Francia e, fresco di nomina pontificia, lo stellone di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Piano sul petto. Voleva il titolo più alto, lui. Quello di conte. Ma non sapeva che il Vaticano lo riserva ai capi di Stato.
Così si è dovuto «rassegnare» a essere solo un vice. Ma, a conti fatti, vice conte val bene una messa. Si ignora se avesse ai piedi le famose e costose scarpe di cuoio fatte a mano scoperte qualche anno prima presso un calzolaio calabrese, e se sul «Tevere più largo» dell’intesa fra Stato e Chiesa ci fosse arrivato in barca a vela. Si può escludere, visto il rigido protocollo e l’assenza dello chef Vissani, che ci sia stato il tempo per una risottata catto-comunista nella foresteria vaticana.
Abbiamo convissuto per anni con l’idea che i «compagni» fossero persone serie, pericolose proprio perché convinte delle loro idee. Eravamo giovani e quindi eravamo ingenui: non avevamo capito che sotto il vestito rosso non c’era niente, bastava invitarli a pranzo o portarli dal sarto e la rivoluzione sarebbe finita lì.
Da anni ormai la sinistra è un susseguirsi di yacht, merchant bank dove non si parla inglese, vigneti e abiti griffati. Ci siamo abituati ai vellutini di Fausto Bertinotti e ai foulard di Achille Occhetto, agli sloop di 60 piedi di SuperMax, alle piccole Atene di Capalbio (o era Cetona? Ah, saperlo), alle tenute agricole nelle Langhe care a Cesare Pavese, o nell’ubertosa Umbria da sempre cuore caldo della sinistra di lotta (ma dai) e di governo (ma sì). Ci siamo anche abituati all’idea di leader del comunismo che fu, pronti a giurare che loro, comunisti, non lo erano mai stati (Veltroni docet). Perché sorprenderci ora se li vediamo inseguire un titolo nobiliare? È vero: già Giovanni Giolitti sosteneva che un sigaro e una croce di cavaliere non si negavano a nessuno, ma quella era l’Italietta liberal-conservatrice, mica il «Paese normale» della retorica progressista…
Diceva Chateaubriand che l’aristocrazia passava per tre età successive: «L’età delle qualità superiori, l’età dei privilegi, l’età delle vanità. Uscita dalla prima, degenera nella seconda e si spegne nell’ultima». La sinistra è divenuta aristocrazia senza averne i meriti e accontentandosi dei difetti: perpetua i privilegi, è superbamente vanitosa. Da tempo non rappresenta più nulla, ma ha imparato a farlo con sussiego e prosopopea: la «diversità», la «questione morale», la «parte sana» eccetera, eccetera.
È una sinistra con la puzza sotto il naso, il mutuo cospicuo in banca e il contratto da rinnovare in Rai, o presso qualche ente, o presso qualche grande editore, sempre indignata e sempre sofferente, per anni convinta di doversene andare, sdegnata, in esilio: il clima si era fatto invivibile, la democrazia non c’era più. Naturalmente è ancora qui.
Si dirà: non c’è niente di male a volere un po’ di ricchezza, a sognare un’ascesa sociale, a inseguire un quarto di nobiltà… Ci mancherebbe: dalla società senza classi alla business class può anche essere un programma politico. Basta saperlo. Male che vada, voli Freccia alata, giri il mondo e bombardi la Serbia. È per questo che fin dall’infanzia ci si iscriveva alla Direzione del Pci.”
(fonte:http://nwo-truthresearch.blogspot.it/2013/04/vi-abbiamo-gia-parlato-dialcuni-uomini.html)
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Napolitano chi lo ha eletto. Renzi o Christine Lagarde?
Nella comica, pessima rappresentazione delle elezioni presidenziali da parte del mainstream è completamente mancata la copertura delle notizie su come si è mossa la diplomazia internazionale. D’altronde l’Italia formalmente è uno stato sovrano e quindi i media tendono a rappresentare questa forma. Quindi inviati da Montecitorio, dal Quirinale, dalla piazza.
Ma l’elezione di Napolitano non è stato un evento solamente romano o italiano. Tutto il focus rappresentativo è rimasto invece sul comportamento dei peones, delle correnti, sulle possibili decisioni di qualche capobastone. Sostanzialmente lo stesso modo di rappresentare l’elezione presidenziale dai tempi dell’affossamento di Fanfani a favore di Leone. Quando l’Italia, che era un paese a sovranità limitata per motivi molto più geopolitici che finanziari, in qualche modo doveva essere rappresentata come uno stato sovrano in mano ai protagonisti della democrazia rappresentativa.
Oggi che l’Italia è un paese a sovranità limitata per motivi più finanziari che geopolitici, e nel cambio ci ha pure perso molto, i media danno modalità di rappresentazione dell’elezione della presidenza della repubblica molto simili (a parte il full hd e twitter che qui sono forme e non contenuti) del mondo della tv in bianco e nero dei primi anni ’70. Certo, un giornalista watchdog, non uno scendiletto, a Washington, Bruxelles e Berlino sulle elezioni italiane avrebbe potuto dire molto di più di Cristina Vergara che sorrideva solo prima di annunciare la possibilità di un raggiungimento del quorum. Di qui è completamente mancata la possibilità, e anche l’intenzione, di fare la domanda giusta da parte di media tradizionali. Ma non solo a quelli. I blog traboccano di commenti sulle presidenziali come gioco di ruolo del genere “ma se D’Alema..”. Una domanda giusta ad un personaggio giusto, a nostro avviso, si sarebbe potuta fare a Christine Lagarde, presidente del fondo monetario internazionale. Oppure a Bil Gross, che gestisce il colosso di investimenti finanziari tedesco-americano Pimco, che a sua volta gestisce Total Return accreditato come il più grosso complesso di hedge fund al mondo, che ha disinvestito sull’Italia nel 2011 ma dal governo Monti-Napolitano investe stabile sull’Italia nonostante il difficile passaggio elettorale e presidenziale. Già perchè, come abbiamo visto, lo spread in tutta la fase di stallo politico istituzionale è aumentato ma non di molto. In parte tutto questo è dovuto all’aumento di liquidità, nel circuito finanziario globale, a seguito della politica della banca del Giappone. In parte, oltre al comportamento della Bce, dalla tenuta di colossi come Pimco sull’Italia. Segno che la soluzione delle larghe intese è ampiamente scontata da tempo sui cosiddetti mercati internazionali.
E che si sarebbe, al limite, andati alle larghe intese il mercato lo sapeva ufficalmente già dall’estate. Ufficialmente, con un discorso di Napolitano ampiamente sottovalutato anche dai media a supporto corale del presidente. Ma i media nazionali si sono, per i motivi che accennavamo, interessati più a cosa faceva Renzi, inseguendolo per le strade di Firenze ricavando dichiarazioni inutili, piuttosto che a capire cosa avveniva nel mondo dove, per motivi di peso finanziario, si può esercitare egemonia su questo paese. In quel mondo, che poi è quello reale, chi pubblicamente ha attaccato di più sul caso Italia, chi si è mosso scopertamente chiedendo rapida soluzione alla crisi è la presidente del Fmi Christine Lagarde. Gli altri paesi, spece la Germania dopo la gaffe del candidato SPD sui clown eletti dal parlamento italiano, hanno mantenuto diplomatico riserbo. A parte che la Lagarde ha problemi propri, un’inchiesta in Francia, il Fondo Monetario Internazionale mostra delle frizioni evidenti con la Bce. Lo ha fatto anche sul caso greco: preferisce una Bce sul modello Federal Reserve. Diciamo una istituzione che crei bolle più velocemente di quanto possa fare la Bce (che è comunque strutturata i modo da deprimere i paesi dell’eurozona con una moneta demenziale).
Bene, la domanda da fare alla Lagarde, se si potessero ottenere risposte non criptiche, sarebbe: “ma, con tutto il suo muoversi pubblicamente sull’Italia, è soddisfatta della rielezione di Napolitano?” Si legga una parte della lettera di auguri che la Lagarde ha spedito a Napolitano. SI parla dell’auspicio sul fatto il presidente della repubblica italiana si carichi “il compito di contribuire a superare l’impasse politica prima e quella economica successivamente”. Non c’è alcun accenno a tutta la gabbia procedurale fiscal compact-two pack-pareggio di bilancio costruita a livello di eurozona. Ed è un silenzio che conta. E non è un caso, visto che della rottura parziale di questa gabbia non solo è importante per Washington, attore principale del FMI, ma anche per la Francia da cui proviene la Lagarde.
A questo punto viene quindi spontanea una domanda. La Lagarde ha mandato questo messaggio a Napolitano per felicitarsi della rielezione di un presidente favorevole a questa nuova, comunque non nuovissima, impostazione FMI oppure per lanciare un avvertimento sulle necessità del fondo internazionale? La risposta ci farebbe capire molto del futuro di questo paese. Come ci farà capire molto quanto Roma seguirà Berlino nelle prossime settimane e quanto Parigi. O quanto, nell’ipotesi peggiore, starà stretta tra il farsi vampirizzare le risorse da Berlino, con il rigore, o dover pagare il primo creditore (Parigi).
Quindi alla domanda se Napolitano lo ha eletto Renzi o Christine Lagarde possiamo rispondere che, comunque sia andata, nella scelta la posizione della Lagarde ha contato più di quella del nuovo ospite di “Amici”. Certo, ora lo spread scende ma se una volta scontato l’effetto annuncio il governo delle “larghe intese” non decolla si potrebbero intravedere nuovi problemi interni ed internazionali. Ma questo è altro problema. Per adesso il disastroso ceto politico degli ultimi 20 anni si è barricato dentro il quirinale e, a loro, tanto basta.
redazione
Fonte: http://www.senzasoste.it
22.04.2013
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Berlusconi va a Dallas dai due Bush, Carter, Obama e Clinton
Le condizioni del Cav: via l’Imu o si vota
Oggi Napolitano nominerà il nuovo presidente del Consiglio. Il Pdl tiene duro su Imu e fisco: Berlusconi detta le condizioni al Colle per le larghe intese. Da oggi l’ex premier a Dallas con i due Bush, Carter, Obama e Clinton
Adalberto Signore – Mer, 24/04/2013 – 08:08
Roma «Ho confermato a Napolitano il nostro approccio responsabile e gli ho detto che sono pronto ad andare a vedere cosa mette sul tavolo il Pd.
Non ne faccio certo una questione di nomi per Palazzo Chigi, il punto è che bisogna agire sull’Imu e sugli sgravi per chi assume giovani, impegni che dobbiamo mantenere con il nostro elettorato». Le consultazioni al Quirinale sono finite da qualche ora e Silvio Berlusconi è alle prese con i dettagli del suo viaggio lampo a Dallas quando spiega all’interlocutore che è dall’altro capo del telefono come sia andato il faccia a faccia con il capo dello Stato.
Tutto bene, è ovvio. Tanto che il Cavaliere dice chiaro che il Pdl darà «il maggior sostegno possibile a chi sarà il presidente incaricato». L’ex premier, insomma, resta «pronto a dare il suo appoggio a un eventuale governo di larghe intese». Il punto, però, è cosa vuole fare il Pd. Perché – è la riflessione che Berlusconi affida ai suoi collaboratori nel tardo pomeriggio – l’ordine del giorno approvato dalla direzione dei Democratici è una sorta di foglia di fico dietro cui si nascondo posizioni lontanissime tra loro. Si tratta infatti di una specie di cambiale in bianco a Napolitano firmata, però, anche da quanti non vogliono alcun governo di larghe intese e da chi continua a teorizzare l’impossibilità di un’intesa con Berlusconi. Insomma, «cosa davvero voglia fare il Pd non è per nulla chiaro».
Il Cavaliere, dunque, vuole sì andare a vedere ma deve essere chiaro che i Democratici devono dare un sostegno convinto. Anche perché non avrebbe alcun senso dar vita a un governo che sia destinato a vivacchiare. Già, perché il Pdl – ieri un sondaggio Tecné per SkyTg24 dava il centrodestra al 37,7 contro il 29,6 del centrosinistra e il 21,2 del M5S – pagherebbe un costo altissimo, soprattutto se non si dovesse tener fede agli impegni presi in materia fiscale durante la campagna elettorale. Non è un caso che a Palazzo Grazioli oggi si guardi con perplessità sia al fatto che la Lega ha già annunciato che starà all’opposizione sia alla Banca d’Italia che ieri invitava a «evitare incertezze sull’Imu» mantenendola «in maniera permanente».
Due ostacoli evidenti per un Pdl che, dovesse entrare in un governo di larghe intese, vedrebbe nuovamente rompersi l’alleanza con la Lega e riaprirsi il tira e molla sul fisco perché – è il senso di quel che si dice a via del Plebiscito – «non possiamo certo bissare l’esperienza Monti». Questa volta, insomma, il Cavaliere farebbe valere le sue ragioni. «Perché – spiega la Santanché – il nostro è sì un cammino di responsabilità ma non ci si può chiedere di tradire i nostri elettori su impegni chiave come l’abolizione dell’Imu». Se accordo deve essere, insomma, che sia «blindato» e, magari, con Gianni Letta nel governo come garante.
Tutte questioni di cui Berlusconi si occuperà via telefono, almeno fino a venerdì. Già, perché questa mattina alle dieci il Cavaliere partirà per Dallas dove è atteso per l’inaugurazione della George W. Bush Presidential Library and Museum, la fondazione filantropica dell’ex presidente degli Stati Uniti. All’appuntamento parteciperanno ben cinque inquilini della Casa Bianca: i due Bush, Bill Clinton, Jimmy Carter e ovviamente Barak Obama. Un appuntamento – ha spiegato ieri personalmente il Cavaliere a Napolitano, scusandosi per le prossime 48 ore di assenza – «a cui non posso mancare perché vado anche a rappresentare l’Italia». E in effetti Berlusconi sarà l’unico italiano presente, insieme a molti ex capi di Stato e di governo, da Tony Blair a José Maria Aznar.
Il rientro di Berlusconi è previsto per sabato, quando i giochi per il governo dovrebbero essere più o meno chiusi. Senza l’ipotesi Matteo Renzi premier più in pista, visto che sembra Napolitano non sia particolarmente convinto. Uno scenario, quello del sindaco di Firenze alla guida di un governo di larghe intese, che aveva fatto tremare buona parte della dirigenza di via dell’Umiltà, preoccupata di essere rottamata «di fatto» dall’arrivo di un Renzi destinato a quel punto a guardare anche all’elettorato di centrodestra.
http://www.ilgiornale.it/news/interni/condizioni-cav-limu-o-si-vota-911186.html
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L’Occidente in difficoltà prova a portarci in guerra contro il mondo
Alla tragicomica idiozia dell’organizzazione di estrema destra Casa Pound Italia, che ha annunciato una mobilitazione nazionale per promuovere un’azione di guerra contro l’India, si è aggiunto qualcosa di molto più preoccupante. Poche ore fa, il presidente del Consiglio in carica, Mario Monti, ha affermato: “Abbiamo avuto notizia dal viceministro, Staffan De Mistura, che in sede di vertice dei Brics, cui l’India appartiene, tenutosi in Sudafrica, era stata presa in considerazione un’opzione di misure dei Brics nei confronti dell’Italia”.
Il governo atlantista e guerrafondaio destra-centro-sinistra torna ad inventare scenari internazionali completamente inesistenti, dopo quelli presentati per giustificare l’attacco contro la Libia socialista di Muammar Gheddafi e quelli imbastiti per legittimare la scandalosa proposta dell’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi di fornire armi ai ribelli “siriani”, in realtà terroristi provenienti da Turchia, Arabia Saudita e Qatar.
Dal vertice dei BRICS in corso a Durban, nel Sudafrica, non è arrivata nessuna minaccia nei confronti dell’Italia. Quello che dovrebbe preoccupare il nostro popolo è, al contrario, il continuo tentativo, nascosto ma ben presente, di istigare un odio culturale, sociale e dunque politico nei confronti delle nazioni (ri)emergenti che, pacificamente, cercano di avvantaggiarsi del processo di globalizzazione economica, ripensandone la portata storica e inquadrandola alla luce delle possibilità di costruzione di un vero sviluppo sociale, condiviso e autenticamente internazionale: in una direzione, cioè, bloccata e ostacolata dall’attività imperialista dei Paesi della NATO che, con la loro folle spesa militare totale (circa 1033 miliardi di dollari annui su un totale mondiale di circa 1670 miliardi annui), continuano a costituire l’unica vera minaccia per la stabilità e la pace nel nostro pianeta.
E’ opportuno vigilare contro ogni deriva reazionaria e imperialista, contro ogni atto di manipolazione dell’informazione e della propaganda politica che possa riportare la nostra Italia – vittima di una crisi economica gigantesca INNESCATA e PILOTATA da Washington, da Londra e da Bruxelles – verso un clima culturale che pretenda di ribaltare la realtà e scaricare sui Paesi non-occidentali colpe e problemi altresì appartenenti solo ed esclusivamente al nostro angolo di mondo declinante: l’Occidente.
Il movimento politico Stato e Potenza ribadisce la sua solidarietà ai Paesi del gruppo dei BRICS, alle loro rispettive componenti politiche più progressive e più orientate al socialismo e alle loro popolazioni, auspicando che l’Italia possa un giorno liberarsi dalle grinfie dell’imperialismo nordatlantico e dalla gabbia ultraliberista in cui è costretta a giocarsi le carte inutili e perdenti che il croupier anglosassone gli ha messo in mano a partire dal dopoguerra attraverso il Piano Marshall e con l’integrazione nella NATO.
http://www.statopotenza.eu/6611/loccidente-in-difficolta-prova-a-portarci-in-guerra-contro-il-mondo
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Presidenza Bis … facciamo qualche previsione!
Admin | April 21, 2013
Il Presidente Napolitano è Presidente!
Vediamo brevemente cosa è successo, Napolitano alcune settimane fa incontrava Obama probabilmente per assicurare i padroni d’Italia che in un modo o nell’altro non sarebbe cambiato nulla nelle “politiche” italiane, Bersani ed il PD hanno fatto finta di ripudiare ogni compromesso con il PDL, dopo aver avallato insieme un anno di Monti e precedentemente si sono scambiati bigliettini amorosi per 20 anni sotto il banco, messi con le spalle al muro e senza riparo si sono ritrovati in mutande in queste ultime elezioni grazie al M5S che ha rovinato il giochino…, e pur continuando la tarantella destra e sinistra alla fine si ritrovano d’accordo sul presidente e sicuramente su un eventuale nuovo governo, è cambiato tutto senza cambiare nulla!
Quello che è successo è evidente, non sono mai esistiti almeno nell’ultimo ventennio né destra né sinistra, chi non se ne era accorto (una volpe di sicuro) ieri ha avuto questa conferma, come minimo si è sentito preso per il culo, come minimo, parole come elettori, cittadini, popolo sovrano hanno un valore pari a zero e ieri è stato dimostrato, confermando la regola “io so io e voi non siete un cazzo”, quindi gli italiani non contano appunto un cazzo, anche e soprattutto dopo aver votato, in sostanza anche il solo momento di democrazia concesso con il voto viene buttato nel cesso, quindi di quale democrazia stiamo parlando?!
Il futuro:
Governo condiviso tra PD – PDL e Monti
Presidente del consiglio Amato o simile
Prelievo, anzi rapina sui conti correnti
Deterioramento economico drammatico
Disoccupazione a livelli inimmaginabili
Disagio sociale e focolai di rivolte in tutta Italia
Povertà crescente e criminalità in aumento
Svendita dei patrimoni ed asset dello Stato
Tagli selvaggi a scuola, sanità e settore pubblico
Spolpamento finale della troika anche del territorio
Italia cumulo di macerie e deindustrializzata
Manodopera a buon mercato per i paesi del nord
Ecco questa è la fine che faremo, dopo averci tolto tutto ci rimarranno solo le braccia e dovremo usarle per lavorare per una multinazionale tedesca o americana al solo scopo di sfamarci, l’Italia insieme a Grecia ed altri paesi periferici diventeranno la Cina d’Europa!
Bello no, ci avevano detto che saremmo diventati tutti uguali e saremmo stati meglio, queste le promesse fatte da destra e sinistra negli ultimi venti anni, ci troviamo in questa situazione grazie a loro gli stessi di oggi, dove tutto a dir poco è peggiorato … che dite ci sono gli estremi per essere un tantino INCAZZATI?!?
Tutto questo sta già accadendo e peggiorerà drammaticamente nei prossimi mesi, le nuove elezioni se mai ci saranno saranno tra sei mesi un anno, ed un nuovo eventuale governo per cambiare ed invertire ogni diavoleria che hanno messo in piedi e che metteranno in piedi, impiegherà almeno un paio di anni prima di fermare ogni tritacarne che avranno avviato, questo sempre che un nuovo eventuale governo non sia espressione dell’attuale politica ma sia il M5S o altri movimenti che verranno se mai verranno!
Una speranza vorrei averla, quella che almeno gli elettori del PD e PDL almeno questa volta aprano gli occhi, sennò dimostrano effettivamente di essere cerebrolesi senza possibilità di guarigione!!
Con il Presidente ed il prossimo governo i poteri finanziari e bancari possono stare tranquilli … Mi scappa proprio da dire … W il Presidente … sììì!!
Abbiamo due soluzioni espatrio o sodomia!!
http://www.umanamenteidiota.com/index/2013/04/21/presidenza-bis-facciamo-qualche-previsione/
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Il Capo dello Stato già intenzionato a non mollare, ma la telefonata dalla Bce ha rafforzato il suo convincimento a guidare i partiti verso una soluzione

07:51 – Dimettersi o restare. Giorgio Napolitano ha scelto la seconda opzione. Una decisione maturata già maturata nella serata di venerdì, fin dalla conclusione dell’incontro con la delegazione Pd, corroborata da mail, tweet e dichiarazioni con le quali si auspicava che il Presidente della Repubblica restasse al suo posto. Un flusso ininterrotto di sollecitazioni a “non mollare”. Una su tutte, decisiva, quella di Mario Draghi.
Il presidente della Bce, secondo La Stampa, non avrebbe nascosto a Napolitano la fondatezza dei suoi timori. In Europa si sarebbe molto ricamato sull’”Italia nello stallo, fino al punto da costringere il Presidente alle dimissioni”.
E poi: come avrebbero reagito i mercati alla riapertura di martedì? Quanto sarebbe salito lo spread? E col Capo dello Stato dimissionario – e sempre senza governo – su cosa si sarebbe potuto puntare per rassicurare i mercati? Draghi non era il primo a manifestare simili timori: timori che si aggiungevano a un altro paio di elementi di riflessione che riguardavano i tempi di soluzione della crisi e l’eredità da lasciare al futuro presidente della Repubblica.
Così, alla fine, Giorgio Napolitano, resta al suo posto: e i commenti, interni ed esteri, sono di assoluto apprezzamento. la parola ai partiti ora. e Martedì, ai mercati.
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Napolitano sceglie 10 saggi per riformare il Paese, ma vince la vecchia politica
Dopo lo tsunami del M5s, paragonato da Grillo alla “rivoluzione francese”, Napolitano risponde scegliendo la vecchia politica. Dieci persone per riformere istituzioni ed economia. L’elenco: Onida, Mauro, Quagliarello, Violante, Giovannini, Pitruzzella, Rossi, Giorgetti, Bubbico, Moavero Milanesi
di Sara Nicoli | 30 marzo 2013
Altro che dieci “saggi”. Quelli che ha tirato fuori Napolitano dal cilindro per scrivere la road map di riforme essenziali per il Paese sono i soliti noti. Forse il peggio dei soliti noti, se possibile. Eppure, sorprendentemente, saranno loro a dover costituire il “tesoro” di idee e provvedimenti su cui il prossimo Presidente della Repubblica si dovrà basare per formare (forse) un nuovo governo. C’è di che restare senza parole. Sono nomi che rappresentano gli assi portanti di quell’antico sistema politico e istituzionale che ha portato l’Italia nel baratro in cui si trova oggi. Lentamente ma sistematicamente. E adesso siamo di nuovo nelle loro mani.
A destare scandalo è soprattutto la commissione cosidetta “politico-istituzionale”. E fatto salvo il nome di Valerio Onida, costituzionalista di area piddina, sugli altri corre rapido un brivido lungo la schiena. A partire da Luciano Violante, con tutto il suo passato partitocratico alle spalle, simbolo della storia più antica (e non sempre limpida) del Nazareno (ma nel suo caso si potrebbe parlare meglio di Botteghe Oscure). E poi Mario Mauro, uomo di Monti (e di Cl vicinissmo a Roberto Formigoni) che qualcuno voleva a presidente del Senato al posto di Pietro Grasso, di cui non si ricordano negli anni particolari exploit legislativi nel segno del cambiamento.
Ma soprattutto Gaetano Quagliariello, ex vicecapogruppo del Pdl al Senato, uomo delle leggi ad personam di Silvio sulla giustizia, dunque personaggio di stretta osservanza berlusconiana, primo tra i soldati di prima fila del Cavaliere e (anche lui) personalità su cui l’intero centrodestra si sarebbe speso per fargli avere una carica istituzionale. Dopo quello che ha fatto per loro. E per il suo Capo. Ecco, Mauro è l’uomo di un Monti che continuerà a governare l’Italia nonostante i disastri economici e le figuracce cosmiche internazionali (i Marò) e Quagliariello è un portabandiera di Arcore. Davvero non c’era nulla di meglio sul mercato? Davvero è questo la summa della intellighenzia politica che Giorgio Napolitano ha saputo esprimere in un momento tanto drammatico per la democrazia? Cosa potranno mai studiare di nuovo queste cariatidi politiche del sistema? Che avranno mai da tessere e rinnovare elementi che mai sarebbero stati eletti davvero dal popolo se non ci fosse stato il Porcellum? L’unica cosa che possono partorire, a ben guardare, è un inciucio codificato sotto forma di programma da servire freddo sul piatto del prossimo presidente della Repubblica come unica via per avere un nuovo governo. D’inciucio, s’intende, non certo di rinnovamento.
Ma anche l’altra commissione, quella chiamata a studiare le emergenze economiche e sociali del Paese, non è meno inquietante. Si parte da Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, istituto che continua a fotografare lo stato del Paese senza aver mai suggerito una misura utile al suo sviluppo neppure per sbaglio e di Giovanni Pitruzzella, presidente del’autorità garante della concorrenza e del mercato, istituto abbastanza inutile se si considera che in Italia, com’è noto, non c’è una legge sul conflitto d’interessi degna di questo nome, per cui l’operato del Garante è stato fino a oggi abbastanza oscuro. Ma si resta ancora senza parole quando lo sguardo arriva ai nomi di due degli altri membri della commissione; uomini strettamente legati uno a Monti e l’altro alla storia del Pci, ovvero ministro Moavero Milanesi e il senatore Filippo Bubbico. E che anche il terzo, Salvatore Rossi, membro del Direttorio della Banca D’Italia, è “cresciuto” dopo l’entrata in scena del governo Monti. Insomma, il “sistema” al potere che viene chiamato a rinnovare se stesso. Un paradosso
Napolitano, proponendo questi nomi, ha certamente deluso le aspettative di chi, soprattutto tra i giovani della politica anche in Parlamento (e non stiamo parlando solo dei grillini) si aspettavano una scossa. Invece, Napolitano oggi è tornato ad essere quel “Mofeo” di grillesca memoria, che trovandosi nell’impossibilità di fare alcunchè per partorire un nuovo governo, ha deciso di “addormentare” il sistema con questa sorta di “bicamerale ghiacciata” composta da chi, come si diceva, è in alcuni casi l’emblema di tutti ciò che gli italiani vorrebbero lasciarsi alle spalle. Insomma, il capolavoro di Napolitano è questo: Monti resta al suo posto (e chissà per quanto tempo) e per il resto è stata mandata letteralmente la palla in tribuna, fermando il gioco. Un’astuzia da antico politico, quale certamente Napolitano è, che ha anche archiviato senza scosse l’era Bersani, facendolo uscire di scena in modo netto, senza appello. Per quanto molto morbido.
Intanto, si è aperta ufficialmente la crisi del Pd, i cui esiti saranno certamente drammatici, ma non è questo certo il punto. Il vero scontro, quello più acceso, si giocherà sulla successione al Qurinale. E il Parlamento si trasformerà in un Vietnam. Insomma, il Capo dello Stato, ancora una volta, ha messo la sordina al cambiamento, fischiando il “tutti negli spogliatoi” e lasciando la patata bollente di riscattare, in qualche modo, il Paese dal torpore all’uomo del Colle che verrà. I supplementari, se ci saranno, li giocheranno (loro, i partiti) tutti con un altro arbitro. Che si troverà però vincolato al suo predecessore dal patto di sistema che verrà sancito in questa “bicamerale”. E sarà ancora un inciucio. Senza sbocco. Ma il prezzo di questo stallo e di questo “nuovo” che avanza e continua a dettar legge puzzando di polvere e di muffa ci costerà (a noi, cittadini) ancora moltissimo.
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Marra: Politici o giornalisti di ‘successo’ solo se massoni o bilderberghini o pro-illiceità bancaria…

Renzi è figlio di massone, e non so se lui stesso è massome tesserato o ‘solo’ filomassone.
Napolitano è riportato dalla rete come un orrendo comunista-massone, ma non ho sentito l’esigenza di approfondire perché mi basta sapere, con certezza, che è filo-birderberghino, come dimostra l’accanito sostegno a Monti, che ho denunziato alla procura di Roma per essere, in violazione della Costituzione e della legge Anselmi, insieme ad altri, membro del Bilderberg, e per essere stata la sua elezione alla Presidenza del Consiglio frutto di una decisione del Bilderberg.
Di Bersani non mi risulta sia apertamente iscritto al Bilderberg o alla massoneria, ma è culo e camicia con Monti e altri B&M (bildeberghini & massoni) di ferro, sicché siamo di fronte a un concorso ben più che esterno.
Berlusconi è massone e, nonostante sarebbe visceralmente contro gli apparati e sgradito ai ‘salotti buoni’ (Bilderberg), è però sempre pronto a vendere anima e corpo suoi – e quel che è peggio anche altrui – a chiunque gli ‘dia una mano’ a guadagnare qualche soldo o a tirarsi fuori dal baratro che alla fine comunque lo ingoierà.
Draghi, Prodi, Gruber e Riotta (ma anche Rossella, Veltroni, Bernabé, Telecom, Fiat, Scaroni, Tremonti e molti altri) sono anche loro membri Bilderberg.
Grillo e Casaleggio infine, a parte la nota contiguità di Casaleggio agli ambienti bancari internazionali, è ovvio che l’avere Grillo ‘rimosso’ il signoraggio, del quale è bene al corrente (è addirittura stato vicino ad Auriti, che di certo si sta rigirando nella tomba), implica che ha buoni motivi per non parlarne più e per avere escluso ogni riferimento (serio) dal programma del M5S sia al signoraggio che alla criminalità bancaria in generale. Sa bene infatti che la corruzione, la mala politica eccetera non rubano, tutte insieme, nemmeno un millesimo di quello che rubano le banche. Buoni motivi per tacere, quelli di Grillo, rappresentati come minimo dal fatto che non parlarne è un modo per indurre i media a ‘portarlo’, sia pure subdolamente. Perché i media sono o di proprietà o sotto il controllo delle banche, e se avessero voluto affondarlo sarebbe bastato riprendere un po’ la storia delle 13 società offshore che – tragicomicamente per uno che non fa altro che aggredire gli esportatori di denaro all’estero – ha fondato usando come testa di legno il suo autista.
La peggiore però è la magistratura, che è il vero colpevole di tutto, perché il problema non è che il ‘ladro’ voglia rubare, ma che il ‘gendarme’ gli si è venduto.
Alfonso Luigi Marra
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Enrico Letta ammette: “faccio parte del Bilderberg”

di Franco Fracassi
Enrico Letta, il presidente del Consiglio in pectore, frequenta le riunioni del gruppo Bilderberg. Lo ha dichiarato lui stesso, scrivendolo sulla sua pagina di Facebook. In effetti, Letta risulta tra i presenti alla riunione del gruppo Bilderberg, a Chantilly in Virginia, ai primi di giugno 2012. Inoltre, egli è un membro della Trilateral.
In base a quanto rivelato dall’ex magistrato Ferdidando Imposimato, «il gruppo Bilderberg riveste un ruolo chiave nelle stragi e nella strategia della tensione, come rivela un documento nelle mani di Franco Ventura, terrorista di Ordine nuovo».
Il gruppo Bilderberg è un incontro annuale per inviti, non ufficiale, di circa 130 partecipanti, la maggior parte dei quali sono personalità influenti in campo economico, politico e bancario. I partecipanti trattano una grande varietà di temi globali, economici, militari e politici. Il gruppo si riunisce annualmente in hotel o resort di lusso in varie parti del mondo, normalmente in Europa, e una volta ogni quattro anni negli Stati Uniti o in Canada. Ha un ufficio a Leida in Olanda. I nomi dei partecipanti sono resi pubblici attraverso la stampa, ma la conferenza è chiusa al pubblico e ai media.
Ecco il testo integrale di quanto pubblicato dallo stesso Letta: «In molti in questi giorni mi fanno domande sul meeting Bilderberg al quale son stato invitato a Washington lo scorso fine settimana. In sintesi, era presente una parte importante dell’amministrazione Obama e dei partiti democratico e repubblicano americani. C’erano poi leader socialisti, liberali, verdi e conservatori di molti Paesi europei. E, inoltre, sindacalisti e imprenditori, docenti universitari e finanzieri. Senza contare rappresentanti dell’opposizione siriana e russa. La lista dei partecipanti è stata peraltro resa pubblica dagli stessi organizzatori.
«Si è discusso dei principali temi in materia di economia e di sicurezza al centro dell’agenda globale. Ed è stata per me un’occasione interessante e utile per ribadire la fiducia nei confronti dell’Euro e per rilanciare con grande determinazione l’invito a compiere i passi necessari (e indispensabili) verso gli Stati Uniti d’Europa.
«Nulla di queste discussioni, e del franco e ‘aperto’ dialogo tra i partecipanti, mi ha fatto anche solo per un momento pensare a quell’immagine di piovra soffocante che decide dei destini del mondo, incurante dei popoli e della democrazia, descritta da una parte della critica sul web e sulla stampa.
«È vero: la discussione era a porte chiuse. Ma la presenza dei direttori di alcuni dei principali giornali internazionali (di tutte le tendenze politico-culturali) mi pare possa ‘rassicurare’ i sostenitori di una lettura complottistica del meeting».
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Dal Bilderberg al Bunga Bunga, Grillo le prova tutte dopo il ko in streaming
Fra «Mulini bianchi dell’inciucio» e scenari con «Berlusconi presidente della repubblica incoronato da Napolitano e Capitan Findus Letta, lo stoccafisso scongelato», il guru a Cinque Stelle tenta il recupero del flop in diretta web di ieri

Chissà se il ko politico subito ieri dalla delegazione pentastellata ad opera di un Enrico Letta in grande forma indurrà i Cinque Stelle a disintossicarsi dall’abuso di streaming. Pensavano di bissare la performance con Bersani, hanno fatto una sonora cilecca. Con un premier incaricato pacato, lineare, fermo sul punto e pronto a rintuzzare i mantra del M5S, a partire da quello della consultazione degli elettori. Servito a Letta su un piatto d’argento: «Non potete dirlo a noi, che siamo il partito delle primarie: Rodotà, il vostro candidato al Quirinale, è stato votato da 4.677 persone, solo per le primarie del Pd per il sindaco di Roma hanno votato in 50mila». Chissà com’è, i “cittadini” hanno dismesso l’aria da saputi che la devono sempre un po’ spiegare a tutti e non hanno emesso un fiato. Per non parlare dell’invito, in nome di cose da fare subito e bene – e che stanno a cuore pure a loro tipo riforma del finanziamento pubblico ai partiti – a mescolarsi, a «scongelarsi». Per dire.
Dalle parti della Casaleggio e associati e di casa Grillo non devono averla presa molto bene. Non è dato sapere se alla coppia Crimi-Lombardi sia arrivata una lavata di capo per quella che in Sicilia si definirebbe quantomeno «una malafigura». Invece è Grillo in persona a farci intuire che la cosa gli è andata di traverso. Talmente di traverso da prendersi la briga di prendere blog e twitter e puntare di nuovo il cannone (e anche qui, chissà se si sarà seccato del fatto che, quando il gioco si fa duro, gli tocca fare tutto a lui). Sicché veniamo a sapere con i consueti toni soavi che «il governo che sta nascendo è un’ammucchiata degna del miglior bunga bunga. Tutti passivi tranne uno che di bunga bunga se ne intende». (A fargli le pulci, va detto che tutto sommato l’argomentazione sul Bildelberg era un tantino più raffinata).
Inutile aggiungere, dunque, che il tentativo del premier incaricato è «una mescolanza che sconfina nell’incesto, lettiana, che ha in sé il profumo di famiglia, da Mulino Bianco dell’Inciucio», visto che «Zio e Nipote Letta si sono alternati come sottosegretari alla presidenza del consiglio negli ultimi vent’anni», mentre cambiavano i premier. Una sorta di «successione monarchica», ovviamente. Non può mancare il refrein su giornali e televisioni – «strafallite dal punto di vista economico» – che, salutando «con esultanza l’ammucchiata di regime», altro non sono – l’avreste mai detto? – che «servi che hanno conservato il posto di lavoro». Ma Beppe non si sottrae neppure a un altro evergreen: «il governo minestrone avrà i peggiori odori e sapori della Seconda Repubblica e qualche resto avariato della Prima, come Amato, il tesoriere di Craxi».
Il guru a Cinque Stelle riprende un po’ della sua verve quando sentenzia: «I partiti hanno evitato una Caporetto e si sono rinchiusi in un bunker, tutti assieme appassionatamente, ormai è amore. Coloro che si insultavano in campagna elettorale “comunisti” “Mai con Berlusconi” si sono infilati insieme sotto le coperte pur di non dover rendere conto alla nazione del loro fallimento».
E poi il gran finale, di fronte al quale l’elettore o simpatizzante del Movimento viene scosso da sussulti di indignazione: «Cosa verrà dopo il bunker? Berlusconi presidente della repubblica incoronato dai comunisti Napolitano e Capitan Findus Letta, lo stoccafisso scongelato (evidentemente il termine «scongelato» deve avergli dato ai nervi, sicché ha provato a fare il gioco ” chi di scongelamento ferisce di scongelamento perisce”). Missa est.
(Il Nostro si è cosi innervosito da usare la mazza chiodata anche contro Beppe Servergnini, colpevole di aver scritto sul Corriere di oggi che «il confronto tra Letta e i grillini era come contro il Bayern contro una squadra di dilettanti». Severgnini diventa così «un uomo per tutte le stagioni, abilissimo a salire sul carro dei vincitori», nel caso capace di decantare – ai tempi – persino Pinochet e Gromiko. L’editorialista di via Solferino la prende con ironia: «Grazie a Beppe Grillo che mi risponde con la consueta eleganza e sobrietà».
Ai nostri tempi si diceva: camomilla, ragazzo.
@gozzip011
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Le teorie complottiste che impazzano sulla rete
Letta al governo, e si torna a parlare di Bilderberg
25 aprile 2013
Ma cos’è il Gruppo Bilderberg? È davvero un raduno di decisori delle sorti del mondo?

Con l’arrivo di Enrico Letta al governo del Paese è tornata la mania complottista: anche lui ha partecipato, almeno una volta, al gruppo Bilderberg. E anche lui, come Monti, è stato membro europeo della Commissione Trilaterale.
Ma di cosa si tratta? Cosa sono queste organizzazioni? Sono davvero, come dicono alcuni, dei centri di potere che decidono per tutto il mondo (organizzano carestie e crisi per trarre profitti, ad esempio) o piuttosto, come racconta chi ha partecipato a questi raduni a porte chiuse, noiosi incontri di dibattiti sui problemi del momento?
Riproponiamo il post dal blog Cavoletti di Bruxelles di Dino Nicolia, che raccontava cosa è il Bilderberg
L’appartenenza di Mario Monti al Gruppo Bilderberg, così come alla Commissione Internazionale detta “Trilaterale” è stato un argomento di dibattito e polemiche quando il professore è diventato Presidente del Consiglio. Oggi sembra scomparso quasi del tutto dalla campagna elettorale.
Per alcuni (molti più di uno per la verità) Monti sarebbe arrivato a Palazzo Chigi proprio per l’appartenenza a questi gruppi di potere.
Ma chi sono? Di cosa si occupano?
Il Gruppo Bilderberg è un incontro annuale al quale si partecipa per invito, non ufficiale, di circa 130 partecipanti. Si tratta di personalità influenti in campo politico, economico e bancario. Si discute di una varietà di temi globali, economici, finanziari, politici e militari. La prima conferenza si tenne il 29 maggio 1954 presso l’Hotel “de Bilderberg” (da qui il nome) a Oosterbeek, in Olanda.
Le discussioni non sono mai registrate, né riportate all’esterno. In pratica non se ne conoscono i contenuti. Secondo gli organizzatori della conferenza, questa scelta si spiega con l’esigenza di garantire ai partecipanti maggiore libertà di esprimere la propria opinione senza che le loro parole possano essere travisate dai media.
La Commissione Trilaterale, invece, è un gruppo (oggi si direbbe un think tank) non governativo e non partitico, fondato nel 1973 per iniziativa di David Rockefeller. La Trilaterale conta come membri più di trecento privati cittadini provenienti dall’Europa, dal Giappone e dal Nord America. Si tratta di finanzieri, politici, banchieri e intellettuali o presunti tali. Tra gli scopi dell’Organizzazione, la volontà di facilitare la cooperazione internazionale nella convinzione della crescente interdipendeza degli stati.
Secondo gli alcuni di cui sopra, l’obiettivo della Trilaterale sarebbe quello di esercitare una pressione politica concertata sui governi delle nazioni industrializzate, per portarle a sottomettersi alla loro strategia globale.
Queste due organizzazioni vengono spesso accusate di lavorare per favorire banche, multinazionali, poteri forti e grandi potenze mondiali.
Ma è vero? Difficile appurarlo.
Si tratta di due strutture internazionali che, pur avendo importanza e potere, raramente vengono proposte dai principali mass media internazionali e nazionali.
Una cortina di riservatezza li circonda. Non si rilasciano dichiarazioni, le riunioni si svolgono in piccole località, spesso isolate dal resto del mondo.
Sembrano uomini che immaginano il “nuovo ordine mondiale”, disegnando il futuro, lontano dal resto dell’umanità.
E la trasparenza? Potrebbero chiedere gli alcuni di cui sopra. Si tratta di un’invenzione moderna.
Infatti, per questi uomini si potrebbe ipotizzare una sorta di “governo dei Migliori”, come lo aveva immaginato Platone, dove ognuno fa ciò per cui é nato secondo natura, dove ogni esistenza é determinata logicamente da una precisa essenza, sia essa bronzea, argenta o aurea, e dove i “Migliori” e i “Migliori” soltanto governano.
Secondo Platone, questa sarebbe la risposta al governo del popolo. Un potere de facto gerarchico e antidemocratico. I “Migliori” governano per i guerrieri e per i lavoratori, in loro nome, considerando le loro ragioni e i loro orizzonti, ma non secondo gli orizzonti e le ragioni dei governati. Essi, i governati, non potranno conoscere le ragioni e gli orizzonti propri di chi governa. Essi sono giusti per tutti (a prescindere) e, seppur comprensbili solo ai “Migliori”, devono essere accettati da tutti, secondo giustizia e moderazione.
Perché essi governano per il bene. Di chi? Non si sa. La riservatezza prima di tutto.
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Il nome di Enrico Letta figura tra quello dei partecipanti alle ultime riunioni di Club Bilderberg e Trilateral Commission: del primo, il presidente onorario della Corte di Cassazione ha detto: “E’ implicato nella stagione delle stragi”.

Pochi minuti prima dell’ufficializzazione della sua nomina a possibile Presidente del Consiglio, la biografia di Enrico Letta su Wikipedia iniziava con due semplici e lapidarie parole: “Noto massone…”. Poi proseguiva, snocciolando il curriculum del vice segretario del Pd, nonché già tre volte ministro della Repubblica. Ma si sa: Wikipedia non sempre brilla per affidabilità, così pochi minuti dopo le due paroline magiche, e sacre per ogni “buon complottista”, erano già sparite dalla circolazione.
Bene. Chi le aveva scritte evidentemente aveva le sue buone ragioni: alcune di esse vengono periodicamente snocciolate e sono l’appartenenza – presunta o reale, chissà – a due grandi lobby di potenti del mondo. Il Club Bilderberg e la Trilateral Commission: in entrambi l’accesso è severamente vietato ai comuni mortali, e ovviamente anche alla stampa, e ciò autorizza molti a pensare che al loro interno di fatto si decidano le sorti dell’umanità: guerre, operazioni di speculazione finanziaria, rapporti con le case farmaceutiche, investimenti militari, verrebbero discussi da un manipolo di privilegiati. Le decisioni prese all’interno di questi gruppi influenzerebbero poi la linea dei governi.
Che c’entra Enrico Letta con questi club? Apparentemente molto, se è vero come è vero che il nome del neo premier risulta tra gli invitati alle ultime riunioni, sui siti ufficiali delle due potenti lobby. Ad esempio dal 31 maggio al 3 giugno 2012 il giovane Letta risulta tra i presenti a Chantilly, in Virginia, in occasione di una riunione del gruppo Bilderberg. In un altro documento del 2013 invece il nome del Premier risulta tra i membri della Trilateral Commission. Come detto, entrambi i club discutono soprattutto di economia e politica. Il fatto che non trapeli mai nulla da queste riunioni autorizza a pensare qualsiasi cosa, e talvolta la linea che separa fantasia complottiste e realtà si spezza e tutto si mescola in un grande calderone.
Ma attenzione. Pochi mesi fa il presidente onorario della Corte di Cassazione, Ferdinando Imposimato, ha fatto importanti rivelazioni a Fanpage, riconoscendo al Bilderberg un ruolo cruciale addirittura nel periodo delle stragi: ”Ho trovato un documento che mi ha lasciato sgomento, dove quando si parla di stragi si parla anche del gruppo Bilderberg. Un documento in possesso di un terrorista di Ordine Nuovo, Ventura. Io credo a questo documento. Ho fatto delle verifiche e posso dire che dietro la strategia della tensione e alle stragi c’è anche il gruppo Bilderberg, una specie di Grande Fratello che sta sopra, manovra, si serve di terroristi neri e massoni”. E se a dirlo è un magistrato…
Per finire, lasciando da parte i club internazionali, parliamo dei sostenitori di Enrico Letta nel nostro Paese. Intorno al giovane candidato alla presidenza del Consiglio gravita un universo di sostenitori, tutti appartenenti al think net Vedrò, “nato – si legge – per riflettere sulle declinazioni future dell’Italia e delineare scenari provocatori, ma possibili, per il nostro Paese. Sulla scena dal 2005, la nostra è una rete di scambio di conoscenza formata da più di 4.000 persone: professori universitari, imprenditori, scienziati, liberi professionisti, politici, artisti, giornalisti, scrittori, registi, esponenti dell’associazionismo”. Andando a spulciare, si scopre che il gruppo è assolutamente bipartisan: ci sono infatti la berlusconiana Nunzia De Girolamo e il compagno Francesco Boccia, oltre ad Alfano, Gelmini, Renzi, Tosi. Nutrito anche il gruppo di giornalisti: Fulvia Abate, il direttore de La Stampa Mario Calabresi, Oscar Giannino e il direttore di Rai Tre Andrea Vianello. Ma il gruppo di “lettiani” comprende anche artisti, sportivi, chef, imprenditori e magistrati. Tutti insieme, appassionatamente.
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ITALIA: DITTATURA BILDERBERG
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Enrico Letta: affiliato al gruppo criminale Bilderberg |
di Gianni Lannes
24 aprile 2013
L’ennesimo Governo fantoccio, con a capo una marionetta della Commissione Trilaterale, a cui spetterà il lavoro sporco finale. Un altro calcio alla democrazia, in un Belpaese privo di libertà, dove regna la dittatura per conto terzi. Altro che giustizia sociale.
In un’Italia priva di sovranità l’esito politico è scontato: è l’élite mondiale a decidere chi fa il Presidente della Repubblica e chi fa il Primo Ministro. Così è stato recitato il copione stabilito oltre oceano.

![]() |
il criminale internazionale Henry Kissinger ricevuto dal Presidente Giorgio Napolitano |
Addirittura, il “nuovo” Presidente del Consiglio dei Ministri, già vice presidente dell’Aspen Institute Italia, è affiliato ad una banda criminale: il Bilderberg Group, emanazione di David Rockefeller.Nello Stivale al peggio non c’è mai fine: colonizzati e sottomessi ai voleri del Nuovo Ordine Mondiale (NWO) che nei suoi piani prevede la drastica riduzione della popolazione umana, italiane ed italiani compresi.
La stragrande maggioranza del popolo sovrano non sa che la Costituzione italiana è stata annullata dal Trattato di Lisbona.
Una dittatura si può solo abbattere…
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=napolitano
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Questa è l’agenda del nuovo ordine mondiale che evidentemente ha scelto Grecia e Italia per testare attraverso i propri fantocci, i piani che nei loro auspici dovrebbero andare a segno nei prossimi decenni.
Riassumendo, l’intento e lo scopo del Comitato dei 300 è di realizzare le seguenti condizioni:
Un unico governo mondiale e un unico sistema monetario permanenti, non eletti, auto selezionati e tramandati tra le famiglie dell’oligarchia nella forma di un sistema feudale come era nel Medioevo. In questo governo unico la popolazione deve essere limitata da restrizioni sul numero di bambini per famiglia, epidemie, guerre, carestie, fino a 1 miliardo (1.000.000.000) le persone che sono utili per la classe dirigente, nelle aree che saranno rigorosamente e chiaramente definite.
Non ci sarà più la classe media, solo governanti e servi. Tutte le leggi devono uniformarsi nel quadro di un sistema giuridico mondiale che applicherà lo stesso codice giuridico, sostenuto da un governo, da un corpo di polizia e da forze armate unificate, tutti preposti a far rispettare le leggi negli ex stati sovrani ove non vi saranno più confini nazionali. Il sistema deve poggiare sulla base del welfare state; coloro che saranno obbedienti e sottomessi al governo unico mondiale saranno premiati con i mezzi per vivere; coloro che si mostreranno ribelli saranno semplicemente lasciati morire di fame o saranno dichiarati fuorilegge, e come tali costituiranno un obiettivo per chiunque desiderli ucciderli. Le armi da fuoco private o le armi di qualsiasi genere saranno vietate.
Solo una religione sarà permessa nella forma della Chiesa del governo unico mondiale,
che è in vigore dal 1920, come vedremo. Il satanismo, il culto di Lucifero e la stregoneria saranno riconosciuti come legittimi programmi di studio nel governo unico ove saranno bandite le scuole private e quelle confessionali. Tutte le chiese cristiane saranno sovvertite ed il cristianesimo sarà una cosa del passato nel governo unico mondiale.
Per indurre uno stato in cui non c’è libertà individuale, né sopravvive qualsiasi concetto di libertà, devono essere cancellate cosa come la repubblica, la sovranità o diritti di cui il popolo è titolare. L’orgoglio e l’identità nazionale devono essere abbattute e nella fase di transizione, ogni riferimento all’origine etnica deve essere soggetto alle più severe sanzioni.
Ogni persona deve essere completamente indottrinata del fatto che egli o ella è una creatura del governo unico mondiale, con un numero di identificazione che contrassegna la persona in modo da essere facilmente accessibile; tale numero di identificazione deve essere registrato nel master file del computer della NATO a Bruxelles, in Belgio, cui possono accedere in tempo reale le agenzie del governo unico mondiale. I master-file della CIA, FBI, polizia statale e locale, IRS, FEMA, e previdenza saranno notevolmente ampliati e formeranno la base dati individuali negli stati uniti.
Il matrimonio sarà dichiarato fuori legge e non ci sarà nessuna vita familiare come noi la conosciamo. I bambini saranno allontanati dai loro genitori in età precoce e saranno allevati come proprietà dello stato. Tale esperimento è stato effettuato in Germania orientale sotto Erich Honecker quando i bambini sono stati sottratti a quei genitori, considerati dallo Stato cittadini sleali. Le donne saranno degradate attraverso il continuo processo dei cd. movimenti di “liberazione” delle donne. Il sesso libero sarà obbligatorio.
Anche una sola violazione, dall’età di 20 anni, sarà punita con severe rappresaglie contro la persona responsabile. L’aborto sarà insegnato e praticato dopo la nascita di due bambini per ogni donna; tali informazioni saranno registrate nel file personale di ogni donna e archiviati nei computer regionali del governo unico. Se una donna rimane incinta dopo che ha già dato alla luce due figli,
essa deve essere sottoposta con la forza all’aborto in clinica ed alla successiva sterilizzazione.
La pornografia sarà promossa e ne saranno rese obbligatorie le proiezioni in tutte le sale, compresa la pornografia omosessuale e lesbica. L’uso di droghe “ricreative” sarà obbligatorio, con l’assegnazione di dosi di droga ad ogni persona, che potranno essere acquistate presso i negozi del governo ovunque nel mondo. Il controllo mentale attraverso le droghe sarà ampliato e il loro utilizzo diventerà obbligatorio. Tale controllo mentale attraverso le droghe sarà introdotto negli alimenti e nell’acqua senza informare né chiedere il consenso alla popolazione. Saranno istituiti drug-bars gestiti da dipendenti del governo, in cui la classe subalterna potrà trascorrere il proprio tempo libero. In questo modo la massa di schiavi sarà ridotta al livello e al comportamento degli animali controllati, senza una volontà propria, facilmente irreggimentata e controllata.
Il sistema economico deve essere basato sulla classe dirigente oligarchica che consente di produrre alimenti e servizi quel tanto che basta per mantenere la massa di schiavi preposti ai campi di lavoro. Tutta la ricchezza deve confluire nelle mani dei membri d’elite del Comitato dei 300. Ogni individuo deve essere indottrinato per capire che lui o lei è totalmente dipendente dallo stato per la sopravvivenza. Il mondo deve essere governato con decreti esecutivi del Comitato dei 300 con efficacia immediata. Boris Eltsin sta realizzando le direttive del Comitato dei 300 uniformandosi con ciò alla volontà del Comitato in Russia. Devono essere istituiti tribunali penali al posto delle corti di giustizia. L’industria deve essere completamente distrutta insieme con i sistemi di energia a propulsione nucleare. Solo i membri del Comitato dei 300 membri e le elite loro affiliate devono avere accesso alle risorse della terra. L’agricoltura deve essere esclusivamente nelle mani del Comitato dei 300, che controllerà la produzione di alimenti rigorosamente. Affinché queste misure comincino a dare risultati, larghe fasce di popolazione dovranno essere espulse dalle città con la forza, e deportate in zone remote; e coloro che si rifiutano dovranno essere sterminate secondo la sperimentazione del governo unico messa in atto da Pol Pot in Cambogia.
L’eutanasia per i malati terminali e gli anziani deve essere obbligatoria. Nessuna città deve essere più grande di un numero predeterminato come descritto nel lavoro di Kalgeri. I lavoratori necessari saranno spostati in altre città se quella di origine diviene sovrappopolata. Per le altre attività non essenziali, i lavoratori saranno scelti a caso e inviati nelle città scarsamente popolate per riempire le “quote”.
Almeno 4 miliardi di “mangiatori inutili” saranno eliminati entro il 2050 per mezzo di guerre circoscritte, epidemie mortali pianificate, ad azione rapida, malattie e fame. Energia, cibo e acqua devono essere mantenute a livelli di sussistenza per la classe subalterna, a partire dalle popolazioni dell’Europa occidentale e del Nord America per poi raggiungere le altre etnie. Le popolazioni del Canada, dell’Europa occidentale e degli Stati Uniti saranno decimate più rapidamente che in altri continenti, fino a quando la popolazione mondiale raggiungerà un livello gestibile di 1 miliardo di persone, di cui 500 milioni saranno costituite dall’etnia cinese e giapponese, scelti in quanto sono persone che per secoli sono state irreggimente e abituate ad obbedire all’autorità senza discutere.
Almeno 4 miliardi di “mangiatori inutili” saranno eliminati entro il 2050 per mezzo di guerre circoscritte, epidemie mortali pianificate, ad azione rapida, malattie e fame. Energia, cibo e acqua devono essere mantenute a livelli di sussistenza per la classe subalterna, a partire dalle popolazioni dell’Europa occidentale e del Nord America per poi raggiungere le altre etnie. Le popolazioni del Canada, dell’Europa occidentale e degli Stati Uniti saranno decimate più rapidamente che in altri continenti, fino a quando la popolazione mondiale raggiungerà un livello gestibile di 1 miliardo di persone, di cui 500 milioni saranno costituite dall’etnia cinese e giapponese, scelti in quanto sono persone che per secoli sono state irreggimente e abituate ad obbedire all’autorità senza discutere.
Di tanto in tanto ci saranno artificiose scarsità di cibo, acqua e farmaci per ricordare alle masse che la loro stessa esistenza dipende dalla generosità del Comitato dei 300.
Dopo la distruzione di abitazioni, auto, industrie dell’acciaio e della meccanica pesante, la capacità abitativa sarà contingentata, e le industrie di ogni genere saranno autorizzate a operare sotto la direzione del Club di Roma, emanazione della NATO, così come la ricerca scientifica e l’esplorazione dello spazio, saranno ristrette all’élite sotto il controllo del Comitato dei 300. Le armi spaziali di tutte le precedenti nazioni devono essere distrutte insieme con le armi nucleari.
Tutti i farmaci essenziali e non essenziali, i medici, i dentisti e gli operatori sanitari devono essere registrati nel database centrale e nessuna medicina o terapia sarà prescritta, senza consenso esplicito da parte dei controllori regionali responsabili di ogni città, paese o villaggio.
Negli Stati Uniti saranno introdotti popoli di altre culture che alla fine travolgeranno l’etnia americana bianca; popoli privi della conoscenza di ciò che la Costituzione degli Stati Uniti rappresenta e di chi l’ha voluta, di conseguenza, non faranno nulla per difenderla, essendo nelle loro menti debole il concetto di libertà e di giustizia. CIBO e alloggio deve essere la preoccupazione principale. Nessuna banca centrale, tranne la Banca dei Regolamenti Internazionali e la Banca Mondiale devono essere autorizzate a operare. Le banche private devono essere poste fuori legge. La remunerazione del lavoro deve essere uniforme e su scala predeterminata dal Governo Mondiale. Non devono essere consentite controversie di lavoro, né alcuna deviazione dalle scala standard delle retribuzioni stabilita dal Governo Mondiale. Coloro che infrangono la legge devono essere immediatamente perseguiti.
Non ci devono essere contanti nè monete metalliche nelle mani di coloro che non appartengono all’elite. Tutte le operazioni devono essere effettuate per mezzo di una carta di debito, che reca il umero di identificazione, del titolare. Qualsiasi persona che in qualsiasi modo violi le norme ed i regolamenti del Comitato dei 300 subirà il blocco della sua carta per tempi variabili secondo la natura e la gravità della violazione.
Tali persone scoprono, quando vanno a fare acquisti, che la loro carta è nella lista nera e non sono in grado di ottenere prestazioni di qualsiasi tipo. I tentativi di scambio di “vecchie” monete, vale a dire le monete dei precedenti stati nazionali ormai defunti, sono considerati come un crimine grave soggetto alla pena di morte. Tutte le valute di vecchio conio devono essere consegnate entro un determinato tempo insieme a pistole, fucili, esplosivi e automobili. Solo al governo mondiale e ad un’elite di funzionari di alto rango sarà permesso il trasporto privato, le armi, le banconote e le automobili.
In caso di gravi reati la carta di debito sarà sequestrata al primo lettore presso cui è esibita. In seguito quella persona non sarà in grado di ottenere cibo, acqua, alloggio, lavoro e prestazioni sanitarie, e sarà ufficialmente indicata come fuorilegge. Grandi bande di fuorilegge saranno così create e vivranno in aree in cui si esporranno al rischio di essere cacciati e sparato a vista.
Le persone che assistono i fuorilegge in qualsiasi modo, saranno altresì uccise. I fuorilegge che non si arrendono alla polizia o ai militari, dopo un dato periodo di tempo, avranno un membro della loro famiglia, scelto a caso, tradotto in prigione al loro posto.
Fazioni rivali e come gli arabi e gli ebrei o le tribù africane vedranno i loro conflitti esasperarsi e saranno autorizzati a condurre guerre di sterminio gli uni contro gli altri, sotto gli occhi della NATO e degli osservatori delle nazioni unite.
[Questa previsione non solo si è avverata ed è tutt’oggi attuale nel conflitto israelo-palestinese, ma è esattamente ciò che è accaduto a Sarajevo, in Kosovo e nelle aree cuscinetto della Croazia e della repubblica serba di Bosnia, dove la nato non ha fatto altro che assitere ignominiosamente al massacro di migliaia di civili dell’una o dell’altra etnia, senza muovere un dito, facendo finta di interporsi, e finanziando le milizie croate e kosovare allo scopo di sgretolare un’identità nazionale, oltre che di decimare la popolazione – NdT]
Le stesse tattiche devono essere utilizzate in Centro e Sud America. Questi conflitti regionali devono avvenire prima della presa del potere da parte del Governo Mondiale e devono essere pianificati in ogni continente in cui convivono consistenti gruppi con differenze etniche e religiose, come Sikh, musulmani pakistani e indù indiani. Le differenze etniche e religiose devono essere condotte all’esasperazione e i conflitti violenti devono essere incoraggiati e promossi quali mezzi di “risoluzione” di tali differenze.
Tutti i mezzi di informazione devono essere sotto il controllo del Governo Mondiale. La sistematica operazione di lavaggio del cervello e di controllo mentale deve essere mascherata e percepita come spettacolo di intrattenimento, nella maniera raffinata in cui è stata praticata – assurgendo a forma di espressione artistica – negli stati uniti. I giovani sottratti ai genitori “infedeli” devono ricevere un’educazione speciale progettata per brutalizzarli. I giovani di entrambi i sessi devono
ricevere una formazione mirata a qualificarli come agenti di custiìodia preposti ai campi di lavoro del governo mondiale. È ovvio da quanto precede che resta ancora molto da fare prima che l’alba del Nuovo Ordine Mondiale prenda corpo. Il Comitato dei 300 ha messo a punto piani impeccabili da tanto tempo allo scopo di destabilizzare la civiltà come noi la conosciamo; alcuni di questi piani sono stati resi noti da Zbigniew Brzezinski nella sua opera “The Technotronic Era” e da Aurellio Peccei, fondatore del Club di Roma, soprattutto nel suo libro, “The Chasm ahead.”
[Tratto da: CONSPIRATORS’ HIERARCHY: THE STORY OF THE COMMITTEE OF 300 – Dr. John Coleman]
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Questa è la loro agenda, e sono piuttosto avanti con il lavoro, ciò nondimeno è escluso che seguiteremo a guardare passivamente mentre preparano la nostra rovina. Non la spunteranno, sapremo trovare il modo di unire le forze (spirituali) per resistere e scardinare i loro progetti disumani.
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Pensa che il loro principale nemico è il risveglio della coscienza.
Brzezinski nel 2011 al CFR (Council on Foreign Relations – uno dei bastioni del mondialismo gesuita-massonico) afferma con una incredibile faccia tosta:
“Un risveglio politico globale combinato con le lotte interne tra le élites di potere, minaccia di deragliare il cammino verso il governo mondiale”.
Chiaro chi é il loro principale nemico no?
E allora hanno fatto qualcosa anche in Italia:
le élites italiane in lotta le hanno forzate a mettersi d’accordo sotto le loro bandiere, a colpi di scandali, di corruzione, di tradimenti e di grillismo. Ora per finire il lavoro vogliono cercare di aggredire e comprimere la libertá delle coscienze. A cominciare dalle libertá politiche, economiche, culturali…
A questo servono i loro governi Monti e Letta.
Ma non sará cosí facile.
I politici si comprano e si ricattano… Le coscienze in risveglio no. Una parte di loro la puoi raggirare con tribuni populisti che spingono all’odio e producono fanatismo, ma poi le coscienze rischiano di risvegliarsi anche da quella illusione. Perché in loro c’è la ricerca del Bene, non la voglia di predazione…
E le gabbie, anche le più raffinate, potrebbero non bastare a tenerle bloccate.
Non sará facile illuderci che sono buoni e che “lavorano per noi” come dice su Repubblica Scalfari… (poveretto, non abbiamo mai capito se ci fa o ci é… )
Il risveglio delle coscienze é cosa seria e forte. Una parte dell’opinione pubblica non cascherá nelle loro trappole.
Questo l’incubo… per i mondialisti.
E il bello… per noi!
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Di seguito l’articolo de l’Espresso, che presenta un nuovo libro dedicato al “Club Bilderberg”; non conosciamo il libro e l’autore in oggetto, ma se vi interessa capire l’oscura trama del Bilderberg vi consigliamo caldamente la lettura del libro di Daniel Estulin: l’uomo che ha svelato al mondo la vera natura di questo gruppo elitario che decide le sorti del mondo: dalle guerre ai mercati…
CIRCA DANIEL ESTULIN E IL SUO LIBRO:
- “Il club Bilderberg” – La storia segreta dei padroni del Mondo. di Daniel Estulin
- Daniel Estulin denuncia il progetto criminale del club Bildeberg
- Il mondo in mano ad una casta: il “Club Bilderberg” + video intervista a Estulin
staff nocensura.com
Fino a un paio di anni fa in pochi parlavano di gruppo Bilderberg e Commissione Trilaterale. E quei pochi venivano facilmente tacciati di complottismo (non sempre a torto, per la verità). Gli eventi successivi hanno però cambiato le cose, almeno in Italia.Nell’ultimo anno e mezzo il Parlamento e i partiti si sono indeboliti, i decreti-legge hanno sempre più spesso sostituito l’attività legislativa delle Camere, il ruolo della presidenza della Repubblica si è espanso come mai era avvenuto e sono stati scelti due premier (Mario Monti ed Enrico Letta) che sono membri o habituée del gruppo Bilderberg.
E tutto questo è successo in un periodo nel quale i paradigmi auspicati dalla grande finanza internazionale, cioè proprio dai membri del Bilderberg e della Trilaterale (avvicinamento al sistema presidenzialista, finanziarizzazione dell’economia, liberismo e libero scambio senza barriere, politiche di austerità, lenta erosione dei salari e dello Stato sociale) sono diventati in buona parte esplicito programma di governo.
Oggi insomma diventa difficile sostenere che le riunioni semi-segrete di queste due organizzazioni (e un discorso simile si potrebbe fare per le centinaia di associazioni e think thank liberal-conservatori sparsi per il mondo) non influiscano pesantemente sui destini delle democrazie. E diventa perciò necessario occuparsene.
E’ quanto fa il giornalista e studioso Domenico Moro con il saggio, in uscita il 2 maggio, ‘Club Bilderberg. Gli uomini che comandano il mondo’ (edito da Aliberti, euro 14).
Chi cerca nelle 176 pagine del libro rivelazioni clamorose su qualche piano segreto resterà deluso. Chi invece vuole sapere dettagliatamente che cosa sono, come funzionano, di che cosa discutono e da chi sono composte queste due organizzazioni nelle quali confluiscono leader politici, capi militari, boiardi di Stato, esponenti delle grandi famiglie della finanza internazionale, top manager delle multinazionali, troverà tutto quanto gli serve.
Se infatti le riunioni di questi due organismi sono a porte chiuse, non sono affatto segreti location, date, temi e partecipanti agli incontri. E, nel caso della Trilaterale, pubblici sono persino i resoconti – anche se non sappiamo fino a che punto fedeli – del dibattito tra i partecipanti.
Il libro di Moro non si limita però a descrivere l’attività dei due organismi. Ma cerca anche di rispondere alle domande che la loro esistenza pone. E si tratta di domande di enorme portata.
Le ultime vicende italiane, compreso la nomina dell’«uomo Bilderberg» Enrico Letta alla presidenza del Consiglio, indicano infatti che «la realtà sembra essersi adattata al programma della Trilaterale. La governabilità (…) è diventata il principio regolatore della democrazia, mentre i vecchi partiti organizzati delle classi subalterne sono progressivamente scomparsi o si sono trasformati. Allo stesso tempo lo Stato si è ritirato dall’economia e l’integrazione europea è andata avanti, concretizzandosi nella realizzazione della moneta unica».
In altri termini: gli eventi ci dimostrano sempre di più che i piani e i progetti del Bilderberg e della Trilaterale, che poi altro non sono che i disegni, anche legittimi, della classe dominante, si stanno sempre di più realizzando.
Questa situazione è accettabile? Fino a che punto si può definire ancora “democratica” una società nella quale i posti di potere sono in mano a poche ma potentissime lobby?
E ancora, si chiede il libro, «èlites selezionate solo in virtù della propria enorme ricchezza, che appartengono a pochi Paesi, non sono elette da nessuno né delegate da alcuna autorità pubblica, agiscono in modo segreto e sono ispirate al dogma del mercato autoregolato» sono in grado di guidare l’intera società oppure, come mostra la gravissima crisi dell’Eurozona, non finiscono poi per portare caos?
Forse, viene da rispondere, dobbiamo ripensare la nostra democrazia. I potenti della terra, infatti, hanno tutto il diritto di riunirsi e fare lobby. Ma uno Stato deve essere abbastanza forte da mediare tra i diversi interessi e non farsi imporre la linea da nessun organismo di parte. Anche se è potente e si chiama Bilderberg.
Fonte: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/perche-ha-vinto-il-club-bilderberg/2206119
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di Gabriele Adinolfi
22 maggio 2013
La storia è maestra di vita.
Dovremmo trarne le dovute lezioni e renderci conto delle minacce mortali di cui siamo oggetto.
La storia è maestra di vita.
A patto di conoscerla e di essere presenti a se stessi per riconoscerla nel suo ripetersi.
Il primo obiettivo perseguito e raggiunto dall’oligarchia dominante è stato però proprio quello di falsificare la storia e di mistificarla, affinché non fosse possibile trarne insegnamento. L’ipnosi quotidiana in cui ci ritroviamo immersi è poi un enorme ostacolo perla presenza a se stessi, sicché chiunque sia potuto sfuggire alla mistificazione della storia, magari solo per l’esperienza vissuta sulla propria pelle, quasi mai ha la lucidità e la concentrazione necessarie per sottrarsi alle insidie che lo minacciano. Sicché temo che ben pochi capiscano cosa accada.
Dulles e le multinazionali
Nell’ultimo mezzo secolo la minoranza organizzata e onnipotente degli internazionalisti ha lavorato in Italia e in quasi tutto l’occidente in modo preciso e formidabile.
Il dirigente dell’OSS, quell’Allen Dulles che si era sperticato nelle operazioni che da Istanbul a Wall Street avevano procurato l’avvento e il finanziamento della rivoluzione bolscevica in Russia e quindi si era messo ad arruolare antifascisti per combattere le potenze dell’Asse, fu chiamato ai vertici della politica americana, cioè mondiale, a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta.
Alcune sue frasi sono chiarificatrici, sia degli intenti che lo animavano, sia delle operazioni transnazionali che hanno avuto luogo a partire dal 1961:
” … useremo tutto quello che abbiamo , – tutto l’oro, tutta la potenza materiale nell’ingannare e rendere la gente stupida… Il cervello umano, la coscienza possono essere modificati. Seminandovi il caos, noi scambieremo i loro valori con quelli falsi senza che se ne accorgano e li costringeremo a credere in quella falsità. Come? Troveremo dei complici in quel paese che condividono le stesse idee – i nostri alleati. Episodio dopo episodio, si svolgerà la grandiosa tragedia della morte di un popolo disubbidiente, dell’esaurimento totale ed irreversibile della sua consapevolezza… La letteratura, il teatro, il cinema – tutto rappresenterà e magnificherà le qualità umane più basse. Daremo un supporto infinito ai cosiddetti artisti, che in ogni modo introdurranno nella coscienza umana il culto del sesso, della violenza, del tradimento – diciamo tutta l’immoralità. Nell’amministrazione dello stato creeremo caos e confusione. Noi contribuiremo in modo continuo ed invisibile al dispotismo dei funzionari e delle persone corrotte, alla distruzione dei principi. L’onesta verrà derisa e diventerà inutile, rimarrà nel passato. L’arroganza e la mancanza di rispetto, l’imbroglio e l’inganno, l’alcoolismo e la tossicodipendenza, la paura bestiale di ognuno… il tradimento – tutto questo coltiveremo in modo invisibile ed abile, tutto questo si svilupperà con i colori più forti. Solo pochi, pochissimi saranno in grado di indovinare o addirittura capire cosa succede veramente. Ma queste persone saranno messe in una posizione in cui nessuno le aiuterà in quanto diventeranno degli zimbelli. In questo modo rovineremo generazione dopo generazione. Cominceremo già dai giovani sui quali punteremo tutto, li depraveremo, li pervertiremo. Li renderemo cinici, bestemmiatori, cosmopoliti”.
Un pazzo? Un visionario? Un esagerato?
L’Economic Journal, portavoce delle multinazionali americane, dunque della politica mondiale statunitense, nel 1960 pubblicava questo programma: “Quel che ci vuole è una rivoluzione delle totalità delle istituzioni ed e i comportamenti sociali, culturali e religiosi e, di conseguenza, dell’atteggiamento psicologico, della filosofia e dello stile di vita. Ciò che si richiede si avvicina dunque ad una disorganizzazione sociale. Bisogna provocare l’infelicità e la scontentezza”.
E’ stato fatto, con puntuale meticolosità.
I complici di Dulles
In controtendenza ci sono stati uomini e forze magari fondate su di una logica reazionaria, come la Spagna franchista, o su di una dinamica attiva ma antagonista (gollismo, peronismo, nasserismo ecc).
In Italia quei complici di cui parlava Dulles facevano parte dei cerchi della Finanza laica e cosmopolita e della sinistra internazionalista, in particolare di quella legata al comunismo bancario di taglio trozkista.
Ad opporsi, oltre al buonsenso di varia gente, ci fu quel mai completamente formatosi partito nazionale, composto da forze eterogenee, solitamente inquadrate nella destra socialista e in parte della sinistra democristiana con il supporto del Msi micheliniano.
Negli ultimi quarant’anni, quando, con l’ausilio degli scherani rossi armati, il partito internazionalista si è abbattuto violentemente sulla nostra nazione, il suo operato ha subito rallentamenti ogni qual volta si sia presentata un’eccezione populista (Craxi, Lega, Berlusconi).
Oggi le eccezioni populiste sono state neutralizzate anche grazie all’inquadramento della protesta nel grillismo foraggiato e controllato da quei vertici trozkisti che vogliono esattamente un’accelerazione di quell’operato genocida che tanto era caro ad Allan Dulles.
I complici di Dulles sono oggi coloro che, da posizioni istituzionali o di potere finanziario e mediatico, perseguono esattamente il piano esposto dal boss dello spionaggio americano e dalla stampa delle multinazionali. Un ruolo particolarmente attivo lo rivestono il Presidente Napolitano, la Cameriera Boldrini, la ministro dell’integrazione Kyenge e, purtroppo, almeno in parte Josefa Idem.
Questa gente procede per strappi e per intossicazioni psicologiche, per esaltazioni da agit-prop e per proposte emergenziali.
A dar loro manforte sostanziale, i soviet in magistratura e le logge a controllo dei corpi speciali.
I tre obiettivi essenziali di chi disfa la nazione
Quello che questa gente sta facendo e quello che la sua azione comporterà ci costringerà a tornarci su più volte e in modo sempre più dettagliato.
Anche perché si annunciano drammi e tragedie di vasta portata.
Le linee perseguite – che sono quelle del genocidio e del liberticidio – sono chiare per chiunque abbia un minimo di conoscenza e due secondi da dedicare per mettere insieme i dati.
E’ necessario però sottolineare come queste minoranze sovversive procedono nella loro conquista progressiva di potere all’interno del potere.
Non hanno mai variato comportamento.
Esse hanno bisogno di alimentare la tensione, di creare clima da guerra civile, di creare contrapposizioni e ostilità sul nulla, di far scannare la gente per ogni ragione, ideologica o meno.
E tutte le campagne oggi in atto perseguono tre obiettivi essenziali: neutralizzare una nazione; minare una nazione; imporre ovunque una logica da guerra civile.
1) La neutralizzazione della nazione è palese in tutte le scelte economiche e politiche, culturali e fiscali. Dal novembre 2011, quando Napolitano ha avviato il golpe internazionalista che ha liquidato l’eccezione populista, il nostro debito si è impennato, il nostro credito si è prosciugato, le nostre forze sociali vive sono state paralizzate, il nostro risparmio è stato attaccato a fondo, il nostro demanio è stato messo in liquidazione, i nostri asset sono stati messi all’asta, Finmeccanica è stata ingabbiata e l’Eni avviata alla privatizzazione.
2) La fine di una nazione passa pure per la sua trasformazione culturale, linguistica, morale, di costume e genetica. Il declino biologico si è accompagnato con l’aborto e con l’individualismo e si è acuito. Il fatto che si voglia a tutti i costi parlare di matrimoni gay non è estrapolabile da questo contesto. Non si tratta, infatti, di dibattere sui diritti civili e fiscali del convivente ma di definire “matrimonio” qualsiasi genere di convivenza, per favorire il concetto di sterilità nelle unioni.
Intanto, con le mistificazioni con cui, in assoluta e conclamata mala fede, le Napoltano’s girls lanciano l’offensiva per lo Ius Soli punta all’avvento di una massiccia immigrazione coatta che finirà con l’internazionalizzare definitivamente quel che resta di italiano.
3) Questo duplice attacco al cuore della nazione è portato con toni di guerra civile che vanno dalle demonizzazioni continue (oggi l’elemento-chiave è Balotelli) alle ostilità accese tra gruppi politici (di qui il revival dell’antifascismo violento che si accompagna ad altri atti di violenza che sembravano dimenticati, come le aggressioni al comizio del Pdl di Brescia) alla riesumata guerra dei sessi. L’idea stessa d’introdurre il concetto e il termine di “femminicidio” a questo serve: a contrapporre, a rendere litigiosi, a introdurre la logica di guerra civile su cui si fonda il controllo di un’oligarchia che non ha alcuna radice popolare, com’è il nostro caso.
Terrorismo
Si vuole rilanciare, come negli anni settanta, la guerra tra sessi, così come si vuol rilanciare la guerra tra poveri, così come si vuol rilanciare la guerra tra gruppi politici.
Il terrorismo a quello servì: a permettere a comunisti e finanzieri di compiere un colpo di Stato all’interno del potere e di rendere impotente una nazione. Lo stragismo a quello servì e scaturì nella capitolazione dello Stato, nell’abbandono delle nostre politiche estere ed energetiche autonome e nella privatizzazione della Banca d’Italia che ci sottrasse la sovranità monetaria.
Oggi ci troviamo in una nuova fase del medesimo processo: il terrorismo gli è funzionale. E tutti coloro che lo protessero, che lo indirizzarono, che lo foraggiarono e che ne permisero lo sviluppo stanno ai loro posti di comando. Così come lo stanno i comandanti delle formazioni armate che al comunismo globalizzato, al trozkismo, fanno capo, ideologicamente e gerarchicamente.
Le minoranze agitatrici dall’alto delle istituzioni gettano benzina sul fuoco e scatenano la polizia e la magistratura alla persecuzione sistematica. Da un lato aizzano i cani idrofobi dell’antifascismo per avvelenare il clima e dall’altro approfittano della cagnara per procedere con logica emergenziale a ridurre i margini, già esili, di libertà dei sudditi, di qualsiasi sesso, ceto o estrazione.
La storia è maestra di vita.
Dovremmo trarne le dovute lezioni e renderci conto delle minacce mortali di cui siamo oggetto.
La storia è maestra di vita.
A patto disconoscerla e di essere presenti a se stessi per riconoscerla nel suo ripetersi.
GABRIELE ADINOLFI
Link: https://www.facebook.com/notes/gabriele-adinolfi/se-%C3%A8-maestra-di-vita/10151620264734456
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Senza vergogna, Romano: “Bilderberg, Commissione Trilaterale e Aspen segrete per il nostro bene”

Pensavate che le riunioni massoniche dei potenti si tenessero nell’ombra e nel silenzio per oscuri motivi di potere e di decisioni prese sulla testa del popolo?
Siete degli stolti complottisti! Secondo Sergio Romano, l’ex-ambasciatore tanto amato dall’elite e dai radical-chic, bisogna stare tranquilli perchè il gruppo Bilderberg, la Commissione Trilaterale, l’Aspen Institute, il Council of Foreign Relations e logge varie sono segrete per il nostro bene!
La ridicola affermazione di Romano è stata scritta in una risposta data ad un lettore del Corriere della Sera che chiedeva quanto segue:
“Vorrei sapere che cosa pensa delle varie organizzazioni di cui fanno parte i potenti banchieri, politici ed economisti quali il gruppo Bilderberg, la Commissione Trilaterale, l’Aspen Institute e, non ultimo, il Council of Foreign Relations, e soprattutto perché i giornali non parlano mai di quest’ultime quando si riuniscono?”.
A questo punto, comincia il ‘delirio illuminato’ di Sergio Romano.
Sergio Romano è uno che nel mondo della politica e della diplomazia ci sguazza perfettamente a suo agio: secondo la biografia riportata su wikipedia, Romano, dopo essersi laureato in giurisprudenza, è entrato alla Farnesina nel 1954.
Dopo quattro anni trascorsi a Roma viene assegnato alla sede di Londra, dove rimane fino al 1964. Rientrato a Roma per collaborare al gabinetto del ministro Saragat, quando quest’ultimo viene eletto presidente della Repubblica lo segue al Quirinale, assegnato alla segreteria generale della Presidenza.
Dal 1968 al 1977 è a Parigi e, dopo essere stato direttore generale delle relazioni culturali e ambasciatore alla NATO (1983-85), conclude la sua carriera diplomatica a Mosca, nell’allora Unione Sovietica, sede che negli anni del governo Craxi usciva dall’isolamento in cui era stata tenuta negli anni precedenti, caratterizzati dall’assoluto atlantismo della diplomazia italiana.
Nel 2010 vince il premio “È giornalismo”, confermando di essere stato per anni ambasciatore senza essere munito di diploma di laurea in Scienze Politiche!
Una carriera entusiasmante, forse agevolata da qualche aiutino da parte degli amici conosciuti nella Commissione Trilaterale, di cui fa parte anche Mario Monti. Chi lo dice? Ma il Romano stesso nella risposta fornita al lettore del Corriere:
“Caro Marinelli, sono stato membro della Commissione Trilaterale per parecchi anni, ho partecipato a una riunione del gruppo Bilderberg e a parecchi incontri dell’Aspen Institute. Conosco bene il lavoro del Council of Foreign Relations, una istituzione che ha le sue sedi principali a New York e a Chicago, ma non ho mai avuto l’occasione di prendere parte a uno dei suoi seminari”.
Una delle questioni spinose sollevate dal lettore è la totale mancanza di copertura informativa delle riunioni del gruppo Bilderberg e delle altre logge segrete massoniche. Secondo Sergio Romano, non è vero che i media ignorino le riunioni di costoro:
“Non è vero che i giornali ignorino gli incontri organizzati da queste associazioni. Ma quando lo fanno devono osservare in molti casi le «regole di Chatham House».[…]
Secondo queste regole i giornalisti, quando sono invitati, possono riassumere gli interventi e le idee esposte nel corso del dibattito, ma devono astenersi dal rivelarne la paternità. La sola fra queste associazioni che chieda un riserbo maggiore è Bilderberg”.
Eppure, personalmente non ricordo mai di aver letto sul Corriere della Sera (il giornale dove scrive Romano), la Repubblica e sulle altre testate nazionali notizie o resoconti sulle riunioni di almeno una di questi club di potenti.
Nè mai un telegiornale nazionale, su reti private o nazionali, ha mai pronunciato una sola volta uno di questi nomi. Al che, sorge un pochino il dubbio che queste società siano un pò segrete! Ma nemmeno in questo caso Romano è d’accordo. Secondo lui sono… riservate!
“Società segrete? Non credo che possano considerarsi tali le associazioni di cui conosciamo la sede, il nome dei fondatori, dei dirigenti, dei membri. La regola del riserbo e della confidenzialità non serve a ordire complotti e a stringere patti segreti.
Non posso escludere che due banchieri, in un incontro separato, colgano l’occasione per accordarsi sull’utilità di una fusione o di un acquisto. Ma potrebbero fare altrettanto se s’incontrassero in un teatro o in una casa privata”.
E allora perchè non è dato sapere di cosa parlano, visto che prendono decisioni che influenzano in maniera drammatica la vita di miliardi di persone che hanno tutto il diritto di determinare quello che è il loro destino?
“La mancanza di pubblicità, in questo caso, serve a permettere che i partecipanti possano esprimersi liberamente, fare e farsi domande, azzardare ipotesi, calcolare i vantaggi e gli svantaggi di scelte politiche non ancora pienamente adottate.
Che cosa accadrebbe se le riunioni fossero pubbliche e ogni cittadino della «repubblica di Internet» potesse assistervi in streaming sul proprio computer? Molti intervenuti, soprattutto fra quelli che hanno maggiori responsabilità politiche e finanziarie, misurerebbero le loro parole, eluderebbero gli argomenti più spinosi, farebbero affermazioni politicamente corrette, parlerebbero come nei comizi e nei dibattiti televisivi.
E tutti tornerebbero a casa senza avere imparato nulla di nuovo. So che questo non piace al Movimento 5 Stelle e a suoi seguaci, ma verrà il giorno in cui anche i grillini scopriranno che in molte circostanze il mito della pubblicità totale favorisce gli slogan, le banalità, le affermazioni demagogiche e, in ultima analisi, le bugie”.
Ecco la risposta: il paternalismo di costoro che si sentono capaci e in dovere (per diritto divino?) di dover guidare le vite di noi poveri stronzi cittadini che non sappiamo nulla di economia, finanza, industria, festini e riti esoterici.Ci pensano loro!
Il parlamento e le istituzioni democratiche? Ma solo degli organi esecutivi per attuare le decisioni prese in un angusto albergo, fumando sigari comunisti cubani, bevendo vini pregiati e facendosi sollazzare da qualche nipotina di Mubarack sempre pronta a stimolare gli ormai mosci ugelli illuminati (dietro lauto compenso)!
“Che cosa accadrebbe se le riunioni fossero pubbliche e ogni cittadino della «repubblica di Internet» potesse assistervi in streaming sul proprio computer?”
Già, caro ambasciatore, cosa accadrebbe? Che forse costoro non potrebbero prendere le decisioni che prendono! Fossero almeno capaci!
Sono anni che l’Europa e il mondo intero è in preda alla crisi economica: questo può significare solo due cosa: o costoro sono degli emeriti imbecilli impreparati e incapaci, ma che si arrogano il diritto a-democratico di decidere le sorti dei popoli del pianeta Terra, oppure la faccenda della crisi economica, della povertà, dell’inquinamento e del terrorismo è tutta una farsa finalizzata a limitare sempre di più il diritto dei popoli ad autodeterminarsi, a limitare le libertà personali e a instaurare quello che mi pare si chiami “Nuovo Ordine Mondiale”! Ma queste sono fantasie contorte di una mente complottista, non è vero ambasciatore?
—————-o0o—————-
Questa è la lista ufficiale dei partecipanti al meeting Bilderberg che si terrà dal 6 al 9 Giugno a Watford, UK.
MARIO MONTI TORNA A CASA, DOPO AVER SALTATO IL MEETING 2012 IN QUANTO PREMIER IN CARICA:
(al suo posto partecipò Enrico Letta, che nel frattempo è diventato premier…)
FRA Castries, Henri de Chairman and CEO, AXA Group
DEU Achleitner, Paul M. Chairman of the Supervisory Board, Deutsche Bank AG
DEU Ackermann, Josef Chairman of the Board, Zurich Insurance Group Ltd
GBR Agius, Marcus Former Chairman, Barclays plc
GBR Alexander, Helen Chairman, UBM plc
USA Altman, Roger C. Executive Chairman, Evercore Partners
FIN Apunen, Matti Director, Finnish Business and Policy Forum EVA
USA Athey, Susan Professor of Economics, Stanford Graduate School of Business
TUR Aydintasbas, Asli Columnist, Milliyet Newspaper
TUR Babacan, Ali Deputy Prime Minister for Economic and Financial Affairs
GBR Balls, Edward M. Shadow Chancellor of the Exchequer
PRT Balsemão, Francisco Pinto Chairman and CEO, IMPRESA
FRA Barré, Nicolas Managing Editor, Les Echos
INT Barroso, José M. Durão President, European Commission
FRA Baverez, Nicolas Partner, Gibson, Dunn & Crutcher LLP
FRA Bavinchove, Olivier de Commander, Eurocorps
GBR Bell, John Regius Professor of Medicine, University of Oxford
ITA Bernabè, Franco Chairman and CEO, Telecom Italia S.p.A.
USA Bezos, Jeff Founder and CEO, Amazon.com
SWE Bildt, Carl Minister for Foreign Affairs
SWE Borg, Anders Minister for Finance
NLD Boxmeer, Jean François van Chairman of the Executive Board and CEO, Heineken N.V.
NOR Brandtzæg, Svein Richard President and CEO, Norsk Hydro ASA
AUT Bronner, Oscar Publisher, Der Standard Medienwelt
GBR Carrington, Peter Former Honorary Chairman, Bilderberg Meetings
ESP Cebrián, Juan Luis Executive Chairman, Grupo PRISA
CAN Clark, W. Edmund President and CEO, TD Bank Group
GBR Clarke, Kenneth Member of Parliament
DNK Corydon, Bjarne Minister of Finance
GBR Cowper-Coles, Sherard Business Development Director, International, BAE Systems plc
ITA Cucchiani, Enrico Tommaso CEO, Intesa Sanpaolo SpA
BEL Davignon, Etienne Minister of State; Former Chairman, Bilderberg Meetings
GBR Davis, Ian Senior Partner Emeritus, McKinsey & Company
NLD Dijkgraaf, Robbert H. Director and Leon Levy Professor, Institute for Advanced Study
TUR Dinçer, Haluk President, Retail and Insurance Group, Sabanci Holding A.S.
GBR Dudley, Robert Group Chief Executive, BP plc
USA Eberstadt, Nicholas N. Henry Wendt Chair in Political Economy, American Enterprise Institute
NOR Eide, Espen Barth Minister of Foreign Affairs
SWE Ekholm, Börje President and CEO, Investor AB
DEU Enders, Thomas CEO, EADS
USA Evans, J. Michael Vice Chairman, Goldman Sachs & Co.
DNK Federspiel, Ulrik Executive Vice President, Haldor Topsøe A/S
USA Feldstein, Martin S. Professor of Economics, Harvard University; President Emeritus, NBER
FRA Fillon, François Former Prime Minister
USA Fishman, Mark C. President, Novartis Institutes for BioMedical Research
GBR Flint, Douglas J. Group Chairman, HSBC Holdings plc
IRL Gallagher, Paul Senior Counsel
USA Geithner, Timothy F. Former Secretary of the Treasury
USA Gfoeller, Michael Political Consultant
USA Graham, Donald E. Chairman and CEO, The Washington Post Company
DEU Grillo, Ulrich CEO, Grillo-Werke AG
ITA Gruber, Lilli Journalist – Anchorwoman, La 7 TV
ESP Guindos, Luis de Minister of Economy and Competitiveness
GBR Gulliver, Stuart Group Chief Executive, HSBC Holdings plc
CHE Gutzwiller, Felix Member of the Swiss Council of States
NLD Halberstadt, Victor Professor of Economics, Leiden University; Former Honorary Secretary General of Bilderberg Meetings
FIN Heinonen, Olli Senior Fellow, Belfer Center for Science and International Affairs, Harvard Kennedy School of Government
GBR Henry, Simon CFO, Royal Dutch Shell plc
FRA Hermelin, Paul Chairman and CEO, Capgemini Group
ESP Isla, Pablo Chairman and CEO, Inditex Group
USA Jacobs, Kenneth M. Chairman and CEO, Lazard
USA Johnson, James A. Chairman, Johnson Capital Partners
CHE Jordan, Thomas J. Chairman of the Governing Board, Swiss National Bank
USA Jordan, Jr., Vernon E. Managing Director, Lazard Freres & Co. LLC
USA Kaplan, Robert D. Chief Geopolitical Analyst, Stratfor
USA Karp, Alex Founder and CEO, Palantir Technologies
GBR Kerr, John Independent Member, House of Lords
USA Kissinger, Henry A. Chairman, Kissinger Associates, Inc.
USA Kleinfeld, Klaus Chairman and CEO, Alcoa
NLD Knot, Klaas H.W. President, De Nederlandsche Bank
TUR Koç, Mustafa V. Chairman, Koç Holding A.S.
DEU Koch, Roland CEO, Bilfinger SE
USA Kravis, Henry R. Co-Chairman and Co-CEO, Kohlberg Kravis Roberts & Co.
USA Kravis, Marie-Josée Senior Fellow and Vice Chair, Hudson Institute
CHE Kudelski, André Chairman and CEO, Kudelski Group
GRC Kyriacopoulos, Ulysses Chairman, S&B Industrial Minerals S.A.
INT Lagarde, Christine Managing Director, International Monetary Fund
DEU Lauk, Kurt J. Chairman of the Economic Council to the CDU, Berlin
USA Lessig, Lawrence Roy L. Furman Professor of Law and Leadership, Harvard Law School; Director, Edmond J. Safra Center for Ethics, Harvard University
BEL Leysen, Thomas Chairman of the Board of Directors, KBC Group
DEU Lindner, Christian Party Leader, Free Democratic Party (FDP NRW)
SWE Löfven, Stefan Party Leader, Social Democratic Party (SAP)
DEU Löscher, Peter President and CEO, Siemens AG
GBR Mandelson, Peter Chairman, Global Counsel; Chairman, Lazard International
USA Mathews, Jessica T. President, Carnegie Endowment for International Peace
CAN McKenna, Frank Chair, Brookfield Asset Management
GBR Micklethwait, John Editor-in-Chief, The Economist
FRA Montbrial, Thierry de President, French Institute for International Relations
ITA Monti, Mario Former Prime Minister
USA Mundie, Craig J. Senior Advisor to the CEO, Microsoft Corporation
ITA Nagel, Alberto CEO, Mediobanca
NLD Netherlands, H.R.H. Princess Beatrix of The
USA Ng, Andrew Y. Co-Founder, Coursera
FIN Ollila, Jorma Chairman, Royal Dutch Shell, plc
GBR Omand, David Visiting Professor, King’s College London
GBR Osborne, George Chancellor of the Exchequer
USA Ottolenghi, Emanuele Senior Fellow, Foundation for Defense of Democracies
TUR Özel, Soli Senior Lecturer, Kadir Has University; Columnist, Habertürk Newspaper
GRC Papahelas, Alexis Executive Editor, Kathimerini Newspaper
TUR Pavey, Safak Member of Parliament (CHP)
FRA Pécresse, Valérie Member of Parliament (UMP)
USA Perle, Richard N. Resident Fellow, American Enterprise Institute
USA Petraeus, David H. General, U.S. Army (Retired)
PRT Portas, Paulo Minister of State and Foreign Affairs
CAN Prichard, J. Robert S. Chair, Torys LLP
INT Reding, Viviane Vice President and Commissioner for Justice, Fundamental Rights and Citizenship, European Commission
CAN Reisman, Heather M. CEO, Indigo Books & Music Inc.
FRA Rey, Hélène Professor of Economics, London Business School
GBR Robertson, Simon Partner, Robertson Robey Associates LLP; Deputy Chairman, HSBC Holdings
ITA Rocca, Gianfelice Chairman,Techint Group
POL Rostowski, Jacek Minister of Finance and Deputy Prime Minister
USA Rubin, Robert E. Co-Chairman, Council on Foreign Relations; Former Secretary of the Treasury
NLD Rutte, Mark Prime Minister
AUT Schieder, Andreas State Secretary of Finance
USA Schmidt, Eric E. Executive Chairman, Google Inc.
AUT Scholten, Rudolf Member of the Board of Executive Directors, Oesterreichische Kontrollbank AG
PRT Seguro, António José Secretary General, Socialist Party
FRA Senard, Jean-Dominique CEO, Michelin Group
NOR Skogen Lund, Kristin Director General, Confederation of Norwegian Enterprise
USA Slaughter, Anne-Marie Bert G. Kerstetter ’66 University Professor of Politics and International Affairs, Princeton University
IRL Sutherland, Peter D. Chairman, Goldman Sachs International
GBR Taylor, Martin Former Chairman, Syngenta AG
INT Thiam, Tidjane Group CEO, Prudential plc
USA Thiel, Peter A. President, Thiel Capital
USA Thompson, Craig B. President and CEO, Memorial Sloan-Kettering Cancer Center
DNK Topsøe, Jakob Haldor Partner, AMBROX Capital A/S
FIN Urpilainen, Jutta Minister of Finance
CHE Vasella, Daniel L. Honorary Chairman, Novartis AG
GBR Voser, Peter R. CEO, Royal Dutch Shell plc
CAN Wall, Brad Premier of Saskatchewan
SWE Wallenberg, Jacob Chairman, Investor AB
USA Warsh, Kevin Distinguished Visiting Fellow, The Hoover Institution, Stanford University
CAN Weston, Galen G. Executive Chairman, Loblaw Companies Limited
GBR Williams of Crosby, Shirley Member, House of Lords
GBR Wolf, Martin H. Chief Economics Commentator, The Financial Times
USA Wolfensohn, James D. Chairman and CEO, Wolfensohn and Company
GBR Wright, David Vice Chairman, Barclays plc
INT Zoellick, Robert B. Distinguished Visiting Fellow, Peterson Institute for International Economics
QUANTE “MANOVRE” CRIMINALI CI VENGONO OCCULTATE DAGLI AUTORI, MASSOPOLITICOECONOMICOMAFIOSI, NONCHE’ DAI MASSMEDIA DI LORO PROPRIETA’, DA LORO CONTROLLATI, E/O, COMUNQUE, AL LORO SOLDO !!
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Nomi degli italiani che hanno partecipato alle riunioni del Bilderberg
Segnalazione di Luciano Gallina
Nome
Anno di nascita
Anno di morte
Anno di partecipazione
Ruolo e curiosità
Tot
1
32
6
1
6
1
1
1
1
2
1
17
1
1
1
2
3
1
1
1
1
1
1
5
1
1
1
4
1
1
1
12
1
3
2
1
2
1
1
1
1
7
6
8
1
1
1
2
1
1
3
1
2
1
1
1
1
2
1
2
3
1
4
1
1
1
4
3
1
2
1
26
1
1
3
8
1
1
1
2
4
3
1
1
3
3
1
6
1
3
1
3
1
1
1
1
2
1
1
9
1
1
1
1
1
2
7
6
5
1
1
2
3
5
2
2
1
1
1
1
3
8
BILDERBERG 2013. LE PRESUNTE NOVITÀ, CHI HA PARTECIPATO E DI COSA SI È DISCUSSO
Ma vediamo chi sono e di cosa hanno discusso i partecipanti all’incontro dell’Hertfordshire. Come sempre a partecipare sono solamente personalità provenienti dagli Usa, dal Canada e dall’Europa Occidentale. Quest’anno, a parte il ministro delle finanze polacco Jacek Rostowsky, che, però, è britannico per nascita ed educazione, non si sono verificate neppure le timide aperture a businessmen, intellettuali e politici dell’Est europeo, specialmente russi, della Cina o di altre regioni, che si erano verificate nel 2010-2012. Tranne poche eccezioni, i partecipanti vengono da Paesi che appartengono alla Nato. Il che è coerente con il carattere fortemente “atlantico” del Gruppo Bilderberg, basato sull’alleanza politico-economica-militare tra Usa ed Europa Occidentale. In questo senso va spiegata la presenza nel Bilderberg della non europea ed islamica
Gli invitati di quest’anno erano 138, di cui solo 34 sono membri fissi del Bilderberg, facendo parte del comitato direttivo. La presenza anglosassone, considerata come singole nazioni, è schiacciante. Quest’anno gli Usa sono stati presenti con 33 invitati (24% sul totale), seguiti dalla Gran Bretagna con 23 (16,7%), dalla Francia con 10, dalla Germania con 8, e da Canada, Italia, Olanda e Turchia con 6. Gli altri paesi hanno presenze più ridotte. Nell’insieme, però, l’Europa è prevalente: la Ue ha 81 presenze e l’area euro 49. Vi sono, inoltre, 5 personalità qualificate come internazionali, perché rappresentano organizzazioni sovranazionali, come il presidente della Commissione europea, Barroso.
Se andiamo a vedere le presenze per appartenenza di gruppo sociale, prevalgono tre categorie. In primo luogo, le grandi corporation private che partecipano con 65 personalità (47,1%), poi i politici e i funzionari statali con 38 personalità (27,5%), e infine gli intellettuali con 28 (20,3%). Tra le imprese private ne abbiamo 28 finanziarie, tra cui alcune delle più importanti banche del mondo come Goldman Sachs, Hsbc, Barclays, Deutsche Bank, e assicurazioni come Axa, Zurich e Prudential. Abbiamo poi 37 personalità provenienti da multinazionali leader nei rispettivi settori industriali, tra cui Royal Dutch Shell, British Petroleum, Alcoa, Eads, Bae System, Michelin, Siemens, Novartis, Heineken, Microsoft, Amazon e Google. Un settore molto rappresentato è quello dei media, con 8 personalità. Tra i politici i nomi sono di vertice. Prevalgono i ministri economici e degli esteri, ma non mancano i primi ministri come l’olandese Rutte e gli ex premier italiano, Mario Monti, e francese, François Fillon, o banchieri nazionali come lo svizzero Tomas Jordan. La provenienza è bipartisan, dai partiti “moderati” sia del centro-destra che del centro-sinistra. Ad esempio, per la Gran Bretagna troviamo sia il ministro delle finanze conservatore, George Osborne, sia quello “ombra” laburista, Edwards Balls, mentre per la Svezia abbiamo Borg e Bildt, ministri di centro-destra degli esteri e delle finanze e Stefan Lofven, capo del partito socialdemocratico ed ex leader dei metalmeccanici svedesi, tutti invitati da Jacob Wallenberg, membro del comitato direttivo del Bilderberg e imprenditore più potente della Svezia. Ci sono, inoltre, alcune importanti figure appartenenti ad organismi sovrannazionali come Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario Internazionale, il già citato Barroso,Viviane Reding, vice presidente della Commissione europea e commissario alla Giustizia e Olivier de Balinchove, comandante dell’Eurocorps, la forza multinazionale europea che fa capo alla Ue ma agisce sotto il controllo della Nato. Tra gli esponenti dei think tank, spesso statunitensi, di orientamento neoconservatore ed emanazione di fondazioni di grandi corporation industriali e bancarie, troviamo nomi famosi come Richard Perle, ex consulente di George W. H. Bush, Robert Zoellick, ex presidente della Banca Mondiale, e Robert Rubin, ex ministro del Tesoro di Bill Clinton. Tra gli ex politici e funzionari di spicco troviamo Kissinger, forse il più importante segretario di Stato della storia Usa recente, David Petreus, ex comandante in Iraq e Afghanistan ed ex direttore della Cia (dimessosi di recente per uno scandalo) ed ora manager di Kkr, colosso Usa del private equity, e Timothy Geithner, ex ministro del Tesoro di Obama.
Anche gli italiani presenti al meeting del 2013 sono figure di spicco dell’establishment economico e politico nazionale, con importanti connessioni internazionali.
Di fatto, il Bilderberg, come è facilmente intuibile dalla composizione dei suoi partecipanti, è il momento di incontro tra il grande capitale transnazionale e i decision maker, i vertici politici e i burocratici nazionali ed internazionali, con la mediazione del personale intellettuale dei think tank e dei centri di ricerca legati ai grandi gruppi economici. Un momento di incontro in cui si discutono e si socializzano le linee guida che dovranno ispirare le politiche, in genere bipartisan, delle singole nazioni e dell’Europa. Quali siano i temi cui si applicheranno tali linee guida è facile dirlo, visto che il Bilderberg lo rivela chiaramente anche quest’anno. Si tratta di temi “caldi”: le politiche dell’Unione Europea, la crescita e la disoccupazione in Europa e negli Usa, il Medio Oriente, l’Africa, la politica estera Usa, il nazionalismo ed il populismo, la questione del debito, la cyberguerra e le minacce asimmetriche. Quali siano i contenuti e soprattutto gli interessi cui si ispirano gli indirizzi generali, che poi verranno tradotti in politiche, è facile intuirlo, vista la prevalenza degli esponenti dell’alta finanza e della grande industria degli Usa e dei paesi europei più potenti. Così come è facile intuire che tali indirizzi saranno ripresi ampiamente e veicolati fra l’opinione pubblica nazionale ed internazionale dai mass media e dagli opinion maker presenti al Bilderberg.
Aliberti editore, 2013
Fonte: http://blog.alibertieditore.it/2013/06/18/bilderberg-2013-le-presunte-novita-chi-ha-partecipato-e-di-cosa-si-e-discusso/
Avvento Transumanista, Bildelberg 2013
L’evento Bilderberg e soprattutto l’evento straordinario di questo anno con un “festival “parallelo e alternativo” , vi risulta sia stato riportato dai nostri”media” online e non , in questi giorni?
A Watford [dove si è tenuto il meeting] la stampa era eccezionalmente presente in questa edizione Bilderberg, ovvero l’appuntamento annuale della elite globalista (qui la lista dei partecipanti)
Cosa c’entra l’elite globalista con la salute? Moltissimo. Pensate ai vaccini, agli OGM, al fluoro nell’acqua, ai veleni nei cieli, Big Pharma. Sono i progetti e gli obbiettivi della elite globalista.
Pensare che l’esistenza di questa realtà sia secondaria o ininfluente rispetto alla gravità dei problemi in Italia? Guardate la lista dei partecipanti e vedrete che non lo è affatto.
Il Bilderberg non è il vertice della piramide di potere nel mondo, tuttavia è un livello di grande potere. Questo Bilderberg 2013 ha segnato una novità: il meeting della elite, notoriamente a porte chiuse e riservatissimo, è stato per la prima volta affiancato da un Bilderberg festival parallelo e alternativo, in cui hanno parlato personaggi come David Icke, Alex Jones (prisonplanet.com, infowars.com) giunto appositamente dall’America con il suo staff. Interviste ad un parlamentare dell’Ukipe e della BBC.
L’eccezionalità del fatto, che indica una svolta, è che si è “reso piu’ pubblico” un evento segreto, come lo è sempre stato negli anni. L’alone di segretezza e acquiescenza è stato messo alle strette. Sempre piu’ persone ora possono sapere, conoscere, chiedere chiarimenti.
All’evento hanno partecipato migliaia di persone, in tono del tutto pacifico, ma moltissime, come dice Icke nel seguito, sono state allontanate e respinte dalle forze di polizia.
“Moltissimi sono stati tenuti fuori dalla polizia e dal managment del Grove Hotel, quando invece c’era moltissimo spazio disponibile sui terreni. E’ stato un modo infelice di trattare persone a modo, molte delle quali hanno viaggiato per lunghi chilometri per arrivare qui.
Sono stati spesi milioni per 140 membri [i partecipanti al Bilderberg] della elite parassita, mentre le persone che la polizia, in teoria (e solo in teoria) , è pagata a rappresentare vengono trattate con disprezzo e a loro si impedisce di partecipare.
Ho detto in questi giorni alla gerarchia della polizia dell’Hertfordshire che le informazioni che avevano dal loro “intel” sui numeri di persone che sarebbero arrivate qui, era una fesseria, ma se ne sono resi conto poi sabato. Considerando che Watford è il centro di aree cosi tanto popolate, fa mancare il fiato che non abbiano visto l’ovvietà o abbiano scelto di non vederla.
Mi dispiace moltissimo per coloro che non hanno potuto arrivare qui e altrettanto mi dispiace che le autorità in tutte le loro forme, abbiano sentito la necessità di trattare con tale disprezzo e disdegno persone cosi pacifiche ed amorevoli”. http://www.davidicke.com
Qualche estratto dal discorso di Icke (vedi video)-
FULL LENGTH VIDEO HERE:
“Dobbiamo riunirci, stare insieme per rifiutare di cooperare con il sistema che vuole la nostra schiavitu’, per questo i pochi governano i molti, insieme alla strategia del “dividere e dominare”. Aprire il cuore e la mente, senza eccezione di colore, cultura: siamo tutti una sola coscienza che sta facendo esperienze diverse. Siamo Coscienza infinta. Cio’ che siamo come nome ed etnia non sono cio’ che siamo veramente, sono solo esperienze.
Dobbiamo smettere di combattere l’uno con l’altro. L’inguistizia dell’altro diventa la nostra ingiustizia. La nostra percezione è stata programmata col “povero me, me poverino”, facendoci identificare con questo. Siamo una capacità infinita che puo’ dettare la propria realtà, anzichè siano loro a dettarla per noi. La gente è manipolata.
Quello di oggi , questa vostra presenza è una grandissimo passo per il “botto”… è la fine dell’inizio. L’inzio è stato quello di portare sempre piu’ persone alla consapevolezza che la realtà non è quella che loro vogliono farci credere. Che le persone ora si possano risvegliare alla loro vera natura.
Ora dobbiamo passare allo stadio 2: nessuna paura piu’, per l’autorità. Voi che siete qui in uniforme, avete figli e nipoti: non siamo noi a manipolare il mondoo e a massacrarlo…dovete rendervi conto che site parte di noi e smettere di proteggere queste persone, dall’occhio pubblico. Rifiutatevi di fare tutto questo.
Abbiamo bisogno di una “campagna” cooperativa e pacifica. Niente violenza. Nessuna violenza che ha rimosso una tirannia ha evitato che se ne ripetesse un’altra. Ora abbiamo i numeri per fare una rivoluzione pacifica”.
http://saluteolistica.blogspot.it/2013/06/culto-transumanista-nella-statua-al.html
Bilderberg, parliamone
Dio non ti vede ma il Bilderberg sì. Tu non sai niente del Bilderberg, ma il Bilderberg sa tutto di te. Non lo hai mai visto né conosciuto, ma lui fa di te ciò che vuole. Ristretto, segreto, internazionale: il Bilderberg non parla mai alla piazza, non si affaccia ai balconi e non fa comizi. Non ne ha bisogno. Semplice: nella divisione della società in «minoranze dominanti» e in «maggioranze dominate», così come appunto è ancora oggi, il Bilderberg rappresenta «la minoranza dominante», semplice. Potremmo dire, con un gergo oggi assai corrente, che lo fa a nostra insaputa.
Perché il Bilderberg, anzi il Club Bilderberg (dal nome dell’albergo in Olanda dove si riunì per la prima volta) rappresenta «i più importanti tra i membri del vertice della gerarchia sociale dei Paesi più avanzati». Si prega di porre particolare attenzione alle parole messe tra virgolette. Che non sono nostre. Bensì tratte testualmente dal recentissimo libro di Domenico Moro, il cui titolo – “Club Bilderberg. Gli uomini che comandano il mondo” (Aliberti editore, pp. 165, euro 14) – non dà certo adito a fraintendimenti. Né a interpretazioni arbitrarie. «Gli uomini che comandano il mondo», sic, senza giri di parole: di tale piccola questione trattasi. E di tale piccola questione il libro di Domenico Moro ha il pregio non secondario di narrare con un racconto intenso, coinvolgente, di taglio scientifico – la mano dello storico e del ricercatore non viene mai meno – e nello stesso tempo emozionante come un romanzo (non senza qualche sfumatura di noir…).
Dormite pure sonni tranquilli, il Bilderberg veglia. Dal 1954, anno di fondazione, il Club si è riunito cinquantanove volte, una all’anno; noti solo partecipanti e agenda, ma segreti, assolutamente off records, i contenuti. I partecipanti, solitamente circa 120, per due terzi vengono dall’Europa Occidentale, il resto dagli Usa. I leading citizens che si ritrovano al Club vengono da tutti i Paesi appartenenti alla Nato, tranne poche eccezioni; ma è lo Steering Committee, il comitato direttivo, che rende l’idea. 35 membri, egemonia Usa, nomi di altissimo calibro (tipo David Rockefeller, della famosa Dynasty) e scelta rappresentanza di pressoché tutti i settori dell’economia, dell’industria e della finanza in campo mondiale.
Riassumendo, nel suddetto comitato ci sono membri «che hanno incarichi in 13 grandi imprese finanziarie. Dopo la finanza c’è l’industria con 11 imprese; inoltre sono presenti esponenti di 4 think tank, 3 esponenti del mondo politico, 2 di quello accademico».
Niente di che, se non per i nomi. Di quel Bilderberg sono big esponenti per esempio Goldman Sachs, Barclays, Axa, Zurich Insurance, Deutsche Bank, Citigroup, Alcoa, Standard OIL, Jp Morgan Chase, Exxon, Fiat, Shell, Bp, Eni, Areva, Suez-Tractebel, Pfizer, Novartis, Michelin, Daimler, Airbus, Microsoft, Telecom, Telefonica, Vodafone, Nestlé, Unilever, Coca Cola, Alfa Laval, Nokia, Siemens, Saint Gobain, Titan Cement, Procter&Gamble, IBM, Du Pont, Eni, Enel…e ancora.
Un elenco che qui facciamo alla rinfusa e comunque assai significativo: in pratica, presenti tutte le multinazionali e tutte le imprese leader di tutti i settori economici fondamentali nel mondo.
Non sorprenderà che, sempre nel suddetto comitato, «le banche presenti siano 30, di cui 2 sovranazionali. Tra queste, la Banca mondiale», la Bce, le banche centrali di Canada, Olanda, Belgio, Usa.
Né che gli editori o dirigenti di imprese in campo mass media presenti siano 13. Il libro li mette in fila, e non è inutile prendere nota che «tra questi ci sono personaggi che controllano i principali giornali europei e statunitensi». Come El Pais, Le Monde, Washington Post, Financial Times, Die Zeit; e per esempio The Economist, «il quale può essere definito l’organo semi ufficioso del Bilderberger e luogo di intreccio tra potenti famiglie capitalistiche».
Mass media, ma anche Università e consulenze, i rinomati think tank: il Club ne è fornitissimo e per un valido motivo. Infatti, scrive Moro, «sono la faccia culturale della trasnazionalizzazione economica e il braccio ideologico delle corporation che in effetti li finanziano a piene mani». E lo spiega anche meglio, caso mai ci fosse qualche dubbio: «Sedi come il Bilderberg ricoprono grande importanza per il fatto di offrire la possibilità di mettere in contatto il mondo della politica con i think tank e chi gli sta dietro, ovvero le grandi imprese e le grandi banche trasnazionali».
Forse a questo punto vi punge curiosità di conoscere magari qualche nome italiano di affezionati bilderberghiani. Al tema il libro dedica un intero capitolo. Per esempio, in testa c’è Franco Bernabé; a seguire Tommaso Padoa-Schioppa, Mario Monti, John Elkan, Mario Draghi, Paolo Scaroni, Alfredo Ambrosetti, Gianni Riotta, Domenico Siniscalco, Rodolfo De Benedetti, Fulvio Conti (vice presidente della Confindustria), Corrado Passera, Giulio Tremonti, Paolo Fresco, Gabriele Galateri di Genola, Ferruccio De Bortoli, Marco Tronchetti-Provera, Romano Prodi, Enrico Letta, Giam Maria Gros Pietro, Ignazio Visco… (nomi sconosciuti, vero?).
Caso mai non fosse chiaro di che si tratta, Moro illustra alcuni “profili” dei bilderberghiani nostrani. Il Romano Prodi ad esempio, «Presidente Iri quando questa era una delle prime conglomerate del mondo, presidente della Commissione europea, due volte presidente del Consiglio dei ministri».
E così riassume (in buon italiano: «Per il Bilderberg sono passati tutti i ministri delle finanze dei governi italiani degli ultimi 13 anni e due governatori della Banca d’Italia».
Al Bilderberg evidentemente non ci si incontra per il té delle cinque. Qui dove si incontra «l’elite finanziaria, industriale, politica ed accademica dei Paesi più avanzati». Cioè l’elite «di una classe dominante internazionale».
Del Bilderberg (e della Trilateral, l’altro centro di potere internazionale che nasce nel 1973 su iniziativa di personaggi come Henry Kissinger, Zbigniew Brzezinski, David Rockfeller, cui il libro dedica la seconda parte): ovvero del «dislocarsi dei luoghi decisionali fuori dei parlamenti».
Maria R. Calderoni
Fonte: http://www.liberazione.it
13.06.2013
IL BILDERBERG CLUB DI ANIME BELLE ? (SONO ARRIVATI GLI SPIN DOCTOR)
Il Cuore del Mondo
Dunque il Bilderberg cambia tattica: non è più un’associazione segreta o almeno così lascia intendere. La grande novità della riunione annuale che inizia il 5 a Londra è infatti l’apertura di un ufficio stampa e addirittura di uno spazio per i contestatori. La sezione inglese del Bilderberg ha addirittura pubblicato in anticipo la lista dei partecipanti e un istoriato dell’associazione, meglio nota come il Club dei potenti del mondo.
Ma si tratta di una vera svolta? Il Bilderberg è diventato improvvisamente democratico e trasparente, ponendo fine ai sospetti che lo circondano?
Certi commentatori pensano di sì (vedi qui). Io sono più cauto e penso che più che altro si è affidato agli spin doctor. Negli ultimi 2-3 anni il Bilderberg è finito sotto pressione non tanto sui media ufficiali quanto su internet, sono stati pubblicati diversi libri di denuncia, non tutti attendibili e documentati a dir la verità, e i manifestanti che tentavano di rompere le asfissianti misure di sicurezza aumentavano di anno in anno. Insomma, stava salendo un pericoloso rumore mediatico, non più confinato a pochi siti di informazione alternativa. E allora il Club ha deciso di ricorrere allo spin difensivo ovvero a una mossa a sorpresa che serve a depotenziare i sospetti che ti vengono rivolti, appropriandoti delle accuse..
Se l’accusa è quella di essere cospirazionisti tu devi aprire le porte, persino ai manifestanti (in aree ben circoscritte) e comunicare, comunicare, comunicare. O perlomeno dar l’impressione di farlo (e infatti gli osservatori più acuti non hanno abboccato come Charlie Skelton del Guardian). In tal modo da adesso in avanti sarà più difficile tacciare il Bilderberg di essere un Club segreto e il fronte degli accusatori si spaccherà.
Una mossa molto abile, preparata da spin doctor professionisti, che hanno saputo confezionare molto bene il sito, aggiungendo spin allo spin; ad esempio invocando la trasparenza e la lotta alle lobby. Proprio loro che sono una mega lobby! Elogiano Transparency international ovvero… un’organizzazione popolata da membri del Bilderberg. Tutto è stato preparato con estrema cura, al fine di relativizzare, minimizzare, edulcorare. Leggendo il sito del Bilderberg inglese si ha l’impressione che si tratti di un Club animato da persone disinteressate, che hanno a cuore solo il bene dell’umanità, quasi dei benefattori. Bravissimi i loro spin doctor, non c’è che dire.
Resta il dubbio, fondato, sulle finalità reali di questo Club e sul modo in cui eserciti il proprio potere. Oggi si oscilla tra posizioni iperminimaliste – che non vedono nulla di male nel fatto che banchieri, manager di grandissime aziende, politici, banchieri centrali, grandi intellettuali si riuniscano dal Dopoguerra e promuovano un’agenda segreta e globalista – e posizioni cosiddette complottiste, come quelle di Estulin, che descrivono il Bilderberg come una grande Spectre.
La verità, verosimilmente, è molto più raffinata e sottile e per questo difficile da decriptare. Probabilmente il Bilderberg è un anello di una rete di interessi più complessa e articolata. Un anello che peraltro sembra perdere smalto. I centri élitari davvero efficienti sono quelli che riescono a preservare la capacità di selezione dei membri; qualità che non appare più quella di un tempo, alla luce di alcune new entry anche italiane. Ma questo è un altro discorso…
Marcello Foa
Fonte: http://blog.ilgiornale
Link: http://blog.ilgiornale.it/foa/2013/06/04/il-bilderberg-si-affida-agli-spin-doctor-e-diventa-un-club-di-anime-belle/
4.06.2013
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Il ministero mondiale della verità prosegue nelle sue operazioni di neo-lingua: questa di Transparency International è eccezionale! Merita un bel pacco anti-esplosivo e un bel falò anti-incendio al Grove Hotel!
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Insegnava E. A. Poe che il miglior modo per nascondere qualcosa può essere quello di metterla in bella evidenza.
L’idea è apparsa decisamente suggestiva a parecchi studiosi successivi, tra cui Freud.
La lettera rubata [it.wikipedia.org].
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L ‘ordine finanziario in cui viviamo è quello costruito dalla massoneria finanziaria che noi chiamiamo democrazia . Alla massoneria finanziaria non interessa nulla della giustizia delle classi sociali , interessa che i conti economici quadrano e questi siano per determinati settori sociali più illuminati e privilegiati , quelli occupati dalla loro casta . In una famiglia è vero che conta la base finanziaria ,ma l’ unione non è determinata da quella .La famiglia è unita soprattutto perché ci sono dei vincoli etici e morali, senza i quali l’ unione delle famiglie che formano poi la società sarebbe impossibile .
Il club Bilderberg apre a sette italiani
per la riunione del gruppo dei segreti
Al 61esimo incontro del circolo parteciperanno Franco Bernabé, Lilli Gruber, Mario Monti, Enrico Tommaso Cucchiani, Gianfelice Rocca, Alberto Nagel ed Emanuele Ottolenghi. Debutta l’ufficio stampa con la lista ufficiale
di GIULIANO BALESTRERI
MILANO – La 61esima riunione del gruppo Bilderberg segna una prima, piccola, svolta nel club più segreto del mondo. Per la prima volta, infatti, ci sarà un ufficio stampa che fornirà “informazioni a giornalisti, cameraman, fotografi, blogger, ricercatori presenti” e “dettagli” sui delegati invitati, come per qualsiasi altro grande evento ufficiale. Il sito del club Bilderberg ha anche diffuso l’elenco dei temi che saranno affrontati: dal problema occupazionale in europa e stati uniti alle sfide dell’africa, dalla ricerca medica all’educazione online, dagli sviluppi in medio oriente alla politica estera americana.
Gli italiani presenti nella lista ufficiale dei 138 partecipanti – provenienti da 21 paesi – alla riunione annuale sono sette: Franco Bernabé (Telecom Italia) membro anche del Consiglio direttivo, Lilli Gruber (giornalista), Mario Monti (ex presidente del consiglio, ministro e commissario europeo), Enrico Tommaso Cucchiani (Intesa Sanpaolo), Gianfelice Rocca (Techint), Alberto Nagel (Mediobanca) ed Emanuele Ottolenghi (scrittore e accademico).
La conferenza, che si terrà dal 6 al 9 giugno al The Grove, un hotel di lusso a Watford, alle porte di londra, quest’anno sarà ricordata per una grande novità rispetto al passato, proprio a proposito della segretezza delle discussioni: per la prima volta, la conferenza avrà un ufficio stampa, che dovrebbe almeno in parte far cadere il velo di mistero che ha sempre avvolto questi incontri. La lista dei partecipanti, di cui parla oggi infowars, un sito d’informazione molto critico nei confronti della conferenza, era stata già diffusa dal sito ufficiale dell’evento, proprio in nome della trasparenza, predicata dal premier britannico David Cameron.
L’apertura nei confronti degli organi d’informazione non basta però a far cambiare idea ai critici. Secondo molti a Watford si riuniranno “i più diabolici potenti, miliardari, politici, teste coronate, banchieri, capi di stato e colletti bianchi provenienti da tutti gli angoli del pianeta, l’élite che mira al supergoverno mondiale”. Tra i partecipanti più rilevanti, gli amministratori delegati di Siemens, Alcoa, Amazon, Michelin, Shell, Heineken, Ab, e personalità di spicco di Deutsche Bank, Barclays, Goldman Sachs, Novartis e Google, oltre a Christine Lagarde, che dirige il fondo monetario internazionale, l’ex numero uno della Cia, David Petraeus, e ministri di Turchia, Svezia, Danimarca, Belgio, Norvegia, Spagna, Polonia, Olanda e Finlandia.
(04 giugno 2013)
BILDERBERG 2013: TRAMONTO SU WATFORD
guardian.co.uk
Il forum dell’elite mondiale non sarà mai più lo stesso dopo che l’Hertfordshire quest’anno è stato al centro dell’attenzione del mondo
E per un altro anno si spengono le luci. I furgoni satellitari a uno a uno se ne vanno, le pattuglie di polizia si diradano e il recinto di sicurezza viene divelto. Bilderberg (1) ha lasciato l’edificio e finalmente i residenti di Old Hempstead Road si riappropriano del loro spazio verde.
Nessuno di quelli che sono stati qui potrà mai dimenticare il Bilderberg di Watford. O “Hertfordshire 2013″ come lo hanno chiamato quelli della sicurezza, con civetteria. (Agli organizzatori non andava giù di chiamarlo “Watford 2013”, non suonava abbastanza “da ricchi”).
“Hertfordshire 2013” è passato urlando, e non sussurrando, con le sfuriate di Alex Jones ospite a Sunday Politics (2), e con Ken Clarke che ora si ritrova a dover rispondere in Parlamento di suoi passati comportamenti (3). E’ vero, rimangono insolute le questioni delle spese di sicurezza, delle lobby e degli interessi nascosti, ma queste cose saranno sicuramente affrontate nelle settimane future. Per ora, è tempo per Watford di riflettere su quello che è appena successo.
Nella foto: Michael Meacher parla alla folla fuori del forum. Foto di Hannah Borno “Non ci sarei mai andato, neanche se me lo avessero chiesto” ha detto Jack Ruck, un veterano della RAF di 87 anni. Jack gettava poi uno sguardo su al Grove Hotel “200 a notte?” Preferirei piuttosto dormire in macchina”. A Jack dava molto fastidio pensare ai delegati di Bilderberg che passavano così tanto tempo a parlare nel loro gulag a cinque stelle. “Ma cosa vogliono dalla vita?” si domandava. “Penso che sarebbero stati meglio nel mio giardino intorno a un bel barbecue”.
Tra tutti i politici e politicanti del Bilderberg di quest’anno, il più felice era indubbiamente Michael Meacher. Giovedì scorso ha avuto dei momenti altamente gratificanti nell’area stampa. “Il momento più divertente degli ultimi miei vent’anni di politica”. Talmente divertente da farlo tornare, alla fine della conferenza – per rilasciare un tonante discorso alla folla fuori dal Bilderberg. (4)
Un’esplosione di giusta indignazione. Meacher ha entusiasmato la folla, tuonando contro il fallimento della democrazia che questa conferenza rappresenta, sottolineando l’ironia del fatto che mentre la gente chiedeva ai potenti maggiore trasparenza, la stessa gente non poteva essere più trasparente di così verso quei potenti, con quelli della GCHQ & Co. che controllava le sue mail e i suoi messaggi.
La folla ruggiva e trasaliva, il sole splendeva e Meacher pareva tornare indietro negli anni. Saltellava qua e là sul palco come una saetta, incitato e applaudito dai suoi sostenitori. “Questo è un momento storico” sorrideva Basilio Martins, un giornalista portoghese. “La gente ha bisogno di sapere sul Bilderberg, e ora iniziano a saperne di più”.
Nel weekend, l’area stampa nel parco del Grove Hotel è diventata un’area aperta, e la folla era incredibile. Duemila persone in quello spazio – dalla dozzina di persone che c’erano nel 2009. Una lunga fila di persone andava su e giù per Grove Mill Lane; e si calcolano altre duemila che non hanno potuto avvicinarsi. Quindi possiamo dire non hanno potuto avvicinarsi al Bilderberg di quest’anno più persone di tutte le persone che erano fuori da tutti i Bilderberg del passato messe insieme. Se questo non è un segno dei tempi, non so proprio come chiamarlo.
Ma il grande salto e’ stato quella della copertura mediatica. Finalmente, dopo 59 anni, Bilderberg ha fatto la sua apparizione sua stampa internazionale. Basilio mi ha mostrato le fotocopie di alcuni giornali portoghesi. Traducendo dal Diário Económico: “S’incontrano per definire l’agenda politica del mondo”. Il leader dell’opposizione portoghese, António José Seguro, è stato intervistato in televisione dal vivo da alcuni giornalisti che gli hanno fatto domande su Bilderberg. “Era molto arrabbiato, ha girato la faccia dicendo che non avrebbe dato alcuna risposta”.
Anche a David Cameron (5) i giornalisti faranno delle domande sulla sua visita a Bilderberg di venerdì scorso. Ma lui non avrà problemi, considerando le dichiarazioni fatte da Downing Street: “Il Primo Ministro è sempre stato chiaro sull’importanza della trasparenza”. (6)
Tamsin Cave dell’Alleanza per la Trasparenza delle Lobby è alquanto scettico: “Il Primo Ministro è un pubblico funzionario. Il suo mestiere è quello di rappresentare il pubblico interesse. Quando incontra un gruppo di èlite imprenditoriale, che interessi sta rappresentando?”.
Un attivista pro-trasparenza non si è più trattenuto: “Per troppo tempo, quelli al potere hanno preso decisioni a porte chiuse, rilasciato dichiarazioni dietro il velo di un gergo incomprensibile e negato al popolo la facoltà di essere preso in considerazione”.
Questa particolare critica al governo a porte chiuse ci ricorda un certo David Cameron, parlando poco dopo di aver assunto l’incarico di governo. “Questa coalizione sta manovrando una palla demolitrice verso questo tipo di cultura, e questa si chiama trasparenza”. Cameron non era certo l’unico di Bilderberg 2013 a far dondolare la palla demolitrice della trasparenza. Gli hanno fatto compagnia Jessica Mathews, membro del comitato consultivo di Transparency International, e James Wolfensohn, del comitato consultivo di Transparency International USA. Insieme, ne sono certo, stavano concertando una bella lobby per portare alla luce quest’ultimo baluardo di politica nebbiosa. Se ne hanno trovato il tempo tra una conferenza e un’altra.
C’era ben poco tempo da perdere nel parco del Grove. Quei capi di compagnie petrolifere e finanzieri miliardari dovevano parlare delle “Sfide dell’Africa” e tutti quei “bei dati” da analizzare. Ecco perchè, come mi ha detto il “contatto per la stampa” nuovo di zecca di Bilderberg 2013, il cibo servito alla conferenza sarebbe stato solo a buffet, per tutti i pasti e per tutti i giorni. Impossibile sprecare tempo prezioso per pranzi e cene sedute. Una coscia di pollo e un panino, e giù di nuovo a lavorare sodo.
“Sì, sì, stanno lavorando proprio sodo là dentro” ha detto Jamie Hughes, che ha guidato per sette ore da Kilmarnock per essere all’evento. “Hanno accordi da sottoscrivere, il mondo da globalizzare – mi fa davvero impressione pensare a quanto devono lavorare”.
Jamie è impressionato dalla loro industriosità, se non dal loro candore. “I nostri politici ci hanno mentito per anni. All’inizio questa cosa ti deprime, poi ti fa arrabbiare.” “E’ per questo che lei è qui?” gli ho chiesto “perchè è arrabbiato?” “Sono qui perché non mi fido di loro”.
Fiducia e rotoli di carta igienica, due cose di cui c’era penuria in questi giorni a Watford. Al di là della recinzione di sicurezza, politici e primi ministri se la intendevano con industriali miliardari e grandi gruppi editoriali al più prestigioso evento mondiale delle lobby imprenditoriali, mentre giù, nell’area stampa di Bilderberg c’era talmente tanta gente che scarseggiavano i rotoli di carta igienica. E’ girata voce che gli Hare Krishna hanno avuto un enorme successo con le loro salse vegetariane che sono state distribuite. Un collegamento tra le due cose? Preferisco non sapere.
Il cibo gratis e il sole splendente hanno tenuto alto il morale, e l’unico momento in cui si e’ visto un poliziotto armato con il braccio intorno a un manifestante è stato per fare una foto ricordo insieme. L’ispettore Moss del Consiglio della Contea di Herts ha passato giornate intere su e giù intorno all’evento per tenere d’occhio la folla. E dopo tanto girare ha emesso il suo verdetto : “E’ stato tutto molto pacifico, nessun problema. Tutti sono stati amichevoli e gentili”.
Il giornalista olandese Jurriaan Maessen ha annuito. “C’e’ una bellissima atmosfera, bella gente, molto dinamica. Ho delle belle sensazioni” dice. “Ci sono diversi tipi di persone. Opinioni diverse. Non è monolitico”.
Maessen fa servizi su “Hertfordshire 2013” per explosivereports.com. A meno di un chilometro di distanza, il suo primo ministro è chiuso là dentro e confabula con il capo di Google, il CEO della Royal Dutch Shell e il presidente di Lazard International (meglio noto come Lord Mandelson).
“Avverto un senso di indignazione morale” dice Maessen. “Io pago le tasse, quindi voglio sapere di cosa stanno parlando i miei rappresentanti eletti. E’ cosi’ che immagino una politica giusta. E’ tempo che Bilderberg faccia una scelta: restare privata, fare una bella festa, ma senza chiamare la polizia a difendere le porte, assumendosene costi e responsabilità, e facendosi la sua brava riunione tra amici. Oppure non è più privata.”
Per quanto riguarda quello di cui stanno discutendo “Forse stanno seduti tutti intorno e parlano di cose meravigliose. Un gruppo di menti illuminate riunite”. Maessen sorride al pensiero: “Però, ho seri dubbi al riguardo…”.
Charlie Skelton
Fonte: http://www.guardian.co.uk Link: http://www.guardian.co.uk/world/2013/jun/11/bilderberg-davidcameron
11.06.2013
1) http://www.guardian.co.uk/world/bilderberg
2) http://www.guardian.co.uk/media/media-blog/2013/jun/10/alex-jones-daily-politics-bilderberg
3)http://www.telegraph.co.uk/news/politics/10111158/Bilderberg-Ken-Clarke-forgot-he-was-a-trustee-of-funding-group.html
4) http://www.guardian.co.uk/world/video/2013/jun/10/bilderberg-fringe-michael-meacher-video
5) http://www.guardian.co.uk/world/video/2013/jun/10/bilderberg-fringe-michael-meacher-video
6) http://www.guardian.co.uk/world/2013/jun/07/bilderberg-group-summit-cameron-damned
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Basta articoli su BILDERBERG,(massoneria,corporazioni ,loggie ecc..ecc..) altro non è che una delle tante espressioni del dominio e del potere borghese è da secoli che decidono la sorte del mondo e della classe sottomessa ,merita di essere abbattuta come il capitalismo ,è a questo che bisogna protendere.
Bilderberg 2013: sorpresa al Grove Hotel UK..
Dopo negoziazioni da parte della polizia di Hertfordshire, siamo entusiasti di annunciare che è stato confermato un posto dentro i terreni del grandioso Grove Hotel, per ospitare gli eventi del Bilderberg Fringe (Bilderberg “parallelo” di controinformazione).
Da venerdì 7 a domenica 9 ci sarà il ‘Bilderberg Speakers Corner’ che presenterà un programma esclusivo di discorsi di ricercatori, giornalisti e accademici, ma anche di comici e poeti, in prossimità dell’entrata usata dai delegati del Bilderberg per accedere alla conferenza.
Coloro che saranno presenti al Bilderberg alternativo: David Icke, Alex Jones (Infowars), i giornalisti Charlie Skelton e Tony Gosling, Dan Dicks (Press For Truth), Luke Rudkowski (We Are Change) e Jurriaan Maessen (Explosive News), che si incontreranno per la prima volta sul luogo della conferenza del Bilderberg per rendere nota l’opera di questa élite segreta della geopolitica.
È stato confermato che i media nazionali ed internazionali saranno presenti in gran numero. In risposta alle richieste dei media, agli organizzatori della Bilderberg Conference verrà chiesto di fare una dichiarazione ufficiale sulle attività del meeting privato.
Questa è una opportunità senza precedenti per una celebrazione pacifica di libertà e democrazia che avviene sul luogo della conferenza, ed è la prima volta che il Bilderberg Group viene affrontato cosi schiettamente da chi fa una campagna trasparente.
Ecco cosa può succedere a dire di NO al sistema…
Fonte: bilderbergfringefestival.co.uk
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DA DAVID ICKE che aveva dato la sua adesione con Alex Jones per parlare al festival Bilderberg “parallelo”…
Gli organizzatori [del Bilderberg Festival] hanno fatto le cose precise, corrette secondo le regole, consultandosi con la polizia e il Watford Borough Council, per trovare un luogo adatto vicino all’hotel, che non avrebbe recato danno alla comunità locale.
Gli organizzatori si erano accordati con la polizia sul fatto che il parco Cassiobury, a due miglia di distanza dall’entrata al Grove [dove si terrà il Bilderberg meeting], sarebbe stato il posto più adatto, ma ora il Watford Borough Council ha rifiutato la richiesta per svolgere lì l’evento nel prossimo week-end, perché la domanda formale, non è stata fatta con 3 mesi di anticipo.
Come si può fare una domanda 3 mesi prima quando il Bilderberg Group non pubblica la location dove intende riunirsi se non molto vicino all’incontro?
In effetti questo è un divieto al festival e non ci sono diritti per appellarsi. Quello che la polizia e il distretto dovrebbero prendere in seria considerazione è la rabbia e l’indignazione che ci saranno tra i migliaia che hanno programmato di essere al festival per mostrare il loro diritto ad una protesta pacifica contro una organizzazione sinistra e deprecabile, una protesta negata dalla polizia stessa e dal distretto che leccano il c… agli organizzatori del Bilderberg: Yes, sir, no, sir…
Ogni protesta ora è confinata ad una piccola area vicino all’entrata al Grove Hotel e che succederà se un grande numero di persone, che ne hanno avuto abbastanza della coda scodinzolante dell’elefante, si facessero vedere in massa all’entrata del Grove Hotel?
Io per certo sarò là sabato e parlerò in qualsiasi forma mi sarà possibile e sono certo che Alex Jones farà lo stesso.
Pensateci, voi in uniformi ed abiti scuri, perché noi THE PEOPLE ne abbiamo abbastanza le palle piene. Ecco il numero pubblico della polizia di Hertfordshire se volete chiarire in modo pacifico come la pensate su questo tema: 01707 354000. Questo numero è elencato pubblicamente per le richieste generali alla polizia, per info e consulenza.
Fonte originale: davidicke.com / Traduzione e adattamento linguistico: Cristina Bassi / Fonte: cafedehumanite.blogspot.it
Tratto da: http://www.ecplanet.com/node/3883
BILDERBERG 2013 AL GROVE HOTEL DI WATFORD
guardian.co.uk
Il Meeting dei Bilderberg quest’anno riceverà qualche attenzione più del solito, giornalisti e blogger stanno convergendo tutti su Watford
Quando si sta scegliendo un posto per organizzare il summit politico più potente del mondo, non si può sbagliare : Watford. Forse le Seychelles erano già al completo.
Giovedì pomeriggio, un inebriante mix di politici, banchieri, miliardari, amministratori delegati e tutta la nobiltà europea piomberà sull’elegante vialone del Grove Hotel, a nord di Watford, dove inizierà la conferenza annuale del Bilderberg.
Sarà uno spettacolo forte – una delle meraviglie della natura – la cosa più eccitante che sia accaduta a Watford da quando misero un semaforo, subito dopo la rotonda sulla statale A 412. La zona intorno all’albergo è bloccata: gli abitanti sono costretti a girare con il passaporto per rientrare a casa. Sarà emozionante anche per i delegati. Il CEO della Royal Dutch Shell salterà fuori dalla sua limousine, deliziato dalla possibilità di trascorrere tre giorni interi di trattative politiche con il capo della HSBC, con il presidente della Dow Chemical, con tutti i suoi ministri delle finanze europei preferiti e con i capi dell’intelligence statunitense. La conferenza sarà, come sempre, il momento clou dell’anno per ogni plutocrate e lo è dal 1954. L’unica volta che Bilderberg ha saltato un anno era il 1976, dopo che il suo presidente fondatore, il principe Bernardo d’Olanda, fu arrestato per aver preso tangenti dalla Lockheed Martin.
Può sembrare strano, come quelle stesse lobby che, solo a nominarle, provocano tanto scandalo in Parlamento, abbiano il potere di riunire un gruppo dei politici del più alto livello e di ammaliarli per tre giorni di lussi e onori accompagnati da presidenti e amministratori delegati di hedge funds, multinazionali high-tech e grandi holding, senza che la stampa possa in nessun modo fraintenderli. “Va tutto all’opposto di quanto stabiliva l’impegno pubblico che prese [George] Osborne nel 2010, sulla necessità di una “trasparenza più assoluta della Agenda dei lavori che il paese abbia mai visto'”, dice Michael Meacher di MP. Meacher presenta il convegno come “una cospirazione anti-democratica dei leader del capitalismo di mercato occidentale che si incontra in privato per mantenere il proprio potere di influenza lontano da qualsiasi occhio pubblico”.
Ma, ad essere onesti, può essere utile un “controllo pubblico”, quando tutti i politici se ne stanno rintanati in un luogo ben protetto, insieme a tanti membri del Consiglio di Amministrazione di JP Morgan? Ci sarà sempre il CEO della BP pronto per fare in modo che nessuno possa fare indebite pressioni su nessuno dei politici. E se lui ( Il CEO della BP) non fosse momentaneamente nella stanza a tenerli d’occhio, allora ci sarebbe sicuramente almeno uno dei presidenti di Novartis, della Zurich Insurance, della Fiat o della Goldman Sachs International.
Quest’anno, ci sarà molto più “controllo pubblico” su Bilderberg. La pressione da giornalisti e degli attivisti infatti è riuscita ad avere un ufficio: per la prima volta in 59 anni ci sarà un ufficio stampa non ufficiale, composto da volontari. Sono attesi diverse migliaia di attivisti, blogger, fotografi e giornalisti da tutto il mondo.
Solo nel 2009 i testimoni erano appena una dozzina – circondati e anche arrestati dalla polizia greca che aveva una mano pesante. Quest’anno c’ è una zona stampa, un servizio di polizia, bagni chimici, un furgone snack, un angolo per portavoce – tutti gli ingredienti per un Bilderberg diverso. Hanno promesso “un’aria da festival”. Se vi preoccupate per la trasparenza o per il lobbying, Watford è il posto giusto per passare il prossimo fine settimana. Come si presenteranno i delegati alla stampa e al pubblico resta da vederlo. Ma non dimentichiamoci, che hanno tutti le mani piene delle opere di bene che sta perparando Bilderberg. La conferenza è, dopo tutto, gestita come un ente di beneficenza.
Se qualcuno si dovesse domandare a chi è destinata questa gigantesca operazione di sicurezza abbiamo, http://bilderberg2013.co.uk/participants/ la lista dei partecipanti alle ultime conferenze, in un file pdf inviato da Anonymous, nel quale si informa anche che tutte le spese di Bilderberg, nel Regno Unito, saranno pagate da un ente di beneficenza registrato ufficialmente: l’ Associazione Bilderberg (charity number 272.706).
Secondo i conti la Charity Commission, l’associazione sosterrà i “notevoli costi” della conferenza, che si terrà nel Regno Unito, inclusi i costi dell’ ospitalità ed i costi di viaggio di alcuni delegati. Presumibilmente la Commissione di carità si occuperà anche delle massiccie spese per il contratto della sicurezza G4S. Fortunatamente però, la Commissione di carità riceve regolari somme a cinque cifre da due gentili sostenitori dei suoi scopi benefici: la Goldman Sachs e la BP. La più recente prova documentale delle spese sostenute risale al 2008 (pdf), dopo tale data la Commissione di carità ha omesso di indicare i nomi dei donatori (pdf).
L’obiettivo della Commissione di carità è “l’istruzione pubblica”. E come si deve fare per educare il pubblico? “In linea con gli obiettivi del Comitato Direttivo Internazionale si organizzano conferenze e incontri nel Regno Unito e altrove, e si diffondono i risultati conseguiti preparando e pubblicando relazioni sulle conferenze, sulle riunioni e con altri mezzi informativi.” Intelligentemente, i risultati vengono diffusi tenendoli accuratamente lontani dal pubblico e dalla stampa.
La Commissione di carità è supervisionata da tre fiduciari (pdf) membri del comitato direttivo di Bilderberg, il Vice Ministro Kenneth Clarke , Lord Kerr di Kinlochard, e Marcus Agius, l’ex presidente di Barclays che si è dimesso per lo scandalo Libor.
Il Deputato laburista Tom Watson osserva: “Se le accuse che un ministro sieda nel CDA di una Commissione di carità che finanzia discretamente una conferenza segreta di élite sono vere, allora mi auguro che il Primo Ministro ne sia stato informato. E’ stato proprio David Cameron che ha tracciato una nuova era di trasparenza. Spero perciò che chieda a Kenneth Clarke di aderire a questi principi in futuro”. In effetti sia George Osborne che K. Clarke possono considerare di attenersi al codice ministeriale, quando si tratta di Bilderberg e possono inserirlo nella loro lista di “incontri con proprietari, editori e dirigenti dei media”, come hanno sempre fatto in passato. Naturalmente, mentre lo scandalo sulle lobbying è ancora vivo, è possibile che i nostri ministri evitino di essere presenti a un evento tanto importante di lobbying aziendale. Lo scopriremo giovedì prossimo.
Charlie Skelton scrive su “10 O’Clock Live” & su “Have I Got News for You”, inoltre segue Bilderberg dal 2009. Tweeterà da Bilderberg Watford da @ deYook
Fonte : http://www.guardian.co.uk
Link : http://www.guardian.co.uk/world/2013/jun/02/week-ahead-bilderberg-2013-watford
2.06.2013
Traduzione per http://www.ComeDonChisciotte.org a cura di Bosque Primario
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Chissà se venerdì scorso, prima di iniziare l’ospitata negli studi de La7, Franco Bernabé ha concordato con Lilli Gruber la trasferta londinese di mercoledì all’appuntamento annuale del Gruppo Bilderberg.
Nelle liste di partecipanti, più o meno ufficiose, che si trovano in rete, infatti, figurano cinque italiani all’edizione dello scorso anno: il presidente della Telecom e la conduttrice di “Otto e mezzo”, appunto, oltre al presidente della Fiat John Elkann, l’ad dell’Enel Fulvio Conti e l’attuale premier in carica, Enrico Letta. All’ultima edizione, dopo che non aveva mancato un appuntamento per diversi anni, non ha invece partecipato Mario Monti, diventato presidente del Consiglio.
Fonte: http://www.dagospia.com
3.06.2013
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” tutti gli ingredienti per un Bilderberg diverso” 🙂 —- Per depotenziare queste multinazionali e potenziare gli Stati bisogna sottrarsi al puerile gioco della moneta privata garantita da debito pubblico, togliere la riserva frazionaria e HFT —- Questi sono a loro agio nel mondo immaginario della finanza creativa e del debito perpetuo, con esse ci schiavizzano espropriandoci dei frutti del nostro lavoro, in altre parole sono dei parassiti.
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http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=11920
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Scusate, amici, non vorrei sembrare troppo semplicistico ma non si potrebbe approfittare della riunione per arrestare questi criminali in un botto solo e, dopo un processo sommario per crimini contro l’umanità, passarli per le armi?
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“gli abitanti sono costretti a girare con il passaporto per rientrare a casa” In GB non c’è la carta d’identità ma solo il passaporto, quindi i toni drammatici di questa frase vanno notevolmente ridimensionati… Visto il numero di personalità altolocate partecipanti all’evento -e considerate le aggressioni terroristiche a Londra e Parigi delle ultime settimane- mi sembra del tutto normale che vengano predisposte misure di sicurezza come la limitazione dell’accesso all’area più sensibile ai soli residenti.
I legami del gruppo Bilderberg
Di Giuliano Balestreri
Le teorie del complotto, e della direzione occulta delle politiche mondiali, sono alimentate dalla presenza nel comitato direttivo del gruppo Bilderberg di personaggi profondamente connessi tra loro, espressione dell’élite mondiale e, spesso, anello di congiunzione tra le grandi aristocrazie e il mondo degli affari. Una sorta di oligarchia globale. Il presidente attuale, Herni de Castries, numero uno del colosso francese Axa, appartiene alla nobiltà transalpina, così come nobile era il principe Bernhard van Lippe Biesterfeld, tra i fondatori del gruppo e marito della regina Giuliana d’Olanda. Nobili, ma attivi nel mondo degli affari. Come Richard Perle, membro del direttivo, ideologo dei neocon americani, membro di gabinetto del ministro della Difesa sotto la presidenza di Ronald Reagan, consigliere di George Bush e fermo sostenitore della guerra in Iraq, un’area di “vitale importanza per gli Usa” per la concentrazione di petrolio. Nel 1998 scrisse un lettera a Bill Clinton per chiedere la rimozione di Saddam Hussein, con lui la firmarono Donald Rumsfeld e Paul Wolfowitz che diventeranno ministri di Bush. Del direttivo hanno fatto parte anche l’ex segretario di Stato americano, Henri Kissinger, Edmond de Rothschild e il primo presidente della Bce, Wim Duisenberg. Nel direttivo Bildenberg si sono succeduti 12 italiani, compreso il membro attuale, il presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè. Ma a livello nazionale è interessante come molti di questi uomini siano legati, direttamente o indirettamente al mondo Fiat: lo stesso Bernabè oltre ad aver ricoperto il ruolo di “Chief economist” del Lingotto, si è anche seduto nel Consiglio di amministrazione
Fonte:http://www.repubblica.it/economia/2013/06/03/news/i_legami_del_gruppo_bildenberg_gli_intrecci_tra_politica_e_finanza-60277048/
http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2013/06/i-legami-del-gruppo-bilderberg-gli.html
Da Piazza Fontana a Maastricht: “moral suasion” o terrorismo ?
Quelli del Bilderberg
I complottisti colgono molto parzialmente la realtà. Dimenticano i rapporti di classe e la natura sociale delle organizzazioni delle classi dominante.
Un libro cerca di documentare il ruolo del Bilderberg Group e della Trilateral Commission senza cedimenti alle suggestioni della dietrologia.
Non sono pochi i premier e i banchieri centrali che, prima di diventare tali, sono entrati a far parte del Gruppo di Bilderberg o della Commissione Trilaterale. Tra questi, ad esempio, ci sono Draghi e Monti ma non solo loro. Anche il neo-premier Enrico Letta è un membro di entrambe.
L’esistenza di queste organizzazioni pone questioni decisive come quella del controllo democratico sui processi decisionali pubblici.
Come è possibile gestire le sfide della mondializzazione con forme di coordinamento composte da élites ristrettissime? Élites selezionate solo in virtù della propria enorme ricchezza, che appartengono a pochi Paesi, non sono elette da nessuno né delegate da alcuna autorità pubblica, agiscono in modo segreto e sono ispirate al dogma del mercato autoregolato. Le recenti vicende dell’euro dimostrano quanto una gestione affidata a ristrette élites mercatistiche sia portatrice di caos.
L’obiettivo di questo libro è analizzare l’organizzazione internazionale delle élites transnazionali, le basi economiche del loro potere, gli orientamenti e i modi attraverso i quali riescono a influenzare gli altri livelli di potere, a partire dagli Stati-nazione.
Il recente libro dello studioso marxista Domenico Moro (“Club Bildeberg”, edizioni Aliberti) cerca di mettere a fuoco il ruolo di queste organizzazioni delle classi dominanti.
Marra ai politici: Vi odiano per quello che siete, non per le parole con le quali vi si descrive..
1 maggio 2013 | Autore Nicoletta Forcheri
Fonte: http://www.signoraggio.it/marra-ai-politici-vi-odiano-per-quello-che-siete-non-per-le-parole-con-le-quali-vi-si-descrive-leggi-anche-il-programma-di-marra-candidato-sindaco-a-roma/
La verità è che, salvo qualche inutile benché decorativa eccezione, siete tutti dei venduti alle banche, e il vostro vero ‘mandato’ è occultare i crimini con i quali hanno distrutto la società, alimentando in tutte le maniere il malessere sociale.
Siete tutti burattini dei circoli occulti massonici, bilderberghini, aspenini, trilaterini, o comunque apertamente o silentemente assenzienti.
Siete tutti responsabili di avere innescato un meccanismo che causerà, ho previsto almeno quattro anni fa, sette otto milioni di licenziamenti solo in Italia.
Anche questa volta state quindi fingendo come sempre; perché sapete bene che per odiarvi non c’è bisogno di alcuna istigazione.
D’altra parte l’odio, vedete, è una pulsione fondamentale, perché è funzionale a difendersi e a fermare i negativi, la gentaglia come voi.
Ne deriva che chi invoca a ogni piè sospinto le ragioni dell’amore è di solito solo un conservatore che, usando l’ipocrisia o le mistificazioni, vuole eludere, perché non vuol cambiare, le ragioni per le quali lo si odia.
Un odio di cui sono pervase decine di milioni di persone, perché vi odiano i licenziati e i falliti; i licenziandi e i fallendi; gli ex benestanti e le loro mogli o mariti, figli e amici; e vi odiano anche i pochi che – pur non avendo o non avendo ancora subito danni per la vostra ferocia, viltà e pochezza – sono tuttavia dotati di una qualche sensibilità.
In pratica vi amate solo tra voi e voi: una cosca di una milionata di adepti al regime scelti tra banchieri, finanzieri, politici, giornalisti, magistrati, massoni, bilderberghini, trilaterini e aspenini.
Una cosca di usurpatori che, speriamo ancora per poco, detiene il controllo dei media, e da lì riesce ancora per il momento ad approfittare della credulità e della confusione pubblica per continuare a causare danni a qualunque cosa esista, dalla società umana al pianeta.
Un odiarvi che in conclusione è doveroso per chi vuole salvare da voi la società.
Un invito a odiarvi che com’è ovvio non significa certo invito alla violenza, anche perché la violenza conviene solo a voi, al punto che la strategia della tensione attraverso gli attentati l’avete sempre organizzata voi stessi usando la criminalità, e quando non siete stati voi, come sembra essere nel caso di questo povero psicopatico di Preiti, cercate comunque di strumentalizzare gli attentati ai vostri fini di repressione, o per invitare la gente a raccogliersi – figurarsi – intorno a voi e a ‘farvi lavorare’, in modo che possiate portare a termine il furto delle risorse in favore del potere bancario vostro mandante.
Sicché, ecco quello che chiedo io alla gente: di sforzarsi di combattervi con le tesi; di sforzarsi di costruire organizzazioni che esercitino ferme ma civili pressioni sulla magistratura affinché vi faccia oggetto dei suoi provvedimenti; di sforzarsi di rendere noto cos’è il signoraggio; di sforzarsi di far capire la necessità di togliervi dalle mani il potere politico e ridurvi allo status di cittadini privati.
29.4.2013
Alfonso Luigi Marra
Dopo il ministro Terzi (con la maiuscola) un nuovo ministro per conto terzi. Chi decide la politica estera italiana?
Il piombo sui maccheroni
Mai si era visto, almeno in Italia, il tentativo di mettere fuori-legge un movimento che, nei fatti, si deve ancora formare. Eppure, eppure…il governo più odioso della Repubblica, costituito contro la manifesta volontà dell’assoluta maggioranza dei cittadini, ha approfittato di un gesto sconsiderato (anche se, come al solito, in questo paese non è mai possibile escludere la longa manus dei servizi) per avvertire tutti gli oppositori, reali e virtuali, che non si potrà più giocare con le parole e, tanto meno, cercare di opporsi alle sue scelte.
Naturalmente, la stampa e i media si sono immediatamente, servilmente accodati (fatta forse eccezione per “Il Fatto Quotidiano”), ancor più che nei giorni passati, alla tesi dell’ineluttabilità di questo esecutivo e della necessità di salvaguardare questa ennesima, trita, volgare, maleodorante esperienza di “governo di salvezza nazionale”. Minacciando tutte le forze che in tale occasione, e nei tempi che verranno, volessero elevare critiche ai contenuti economici, politici ed etici di cotanta alleanza.
Naturalmente, ad un primo e superficiale sguardo, a fare le spese di tale reazione politico-mediatica sembrano proprio essere i rappresentanti del Movimento 5 Stelle e, in particolare, il loro leader oppure, anche se in seconda battuta, Marco Travaglio e il suo staff redazionale (per il quale da diverso tempo sembra essersi scatenata una vera e propria pena del contrappasso, ovvero una insinuante e velenosa accusa di fare il gioco della violenza armata proprio per uno dei massimi difensori della legalità ad ogni costo).
In realtà l’operazione in atto ha come primo obiettivo quello di fare rientrare nei ranghi quella evidente e maggioritaria parte della base del PD che, letteralmente schifata dall’appoggio dato ad un governo berlusconiano, ha in questi giorni manifestato il proprio disappunto davanti alle Camere, sui blog e su Twitter oppure occupando le sezioni di decine e decine di città italiane. Certo per far passare i mal di pancia ai deputati e senatori del PD dissidenti si sperava che bastasse qualcosa di meno di una sparatoria davanti ai palazzi del potere.
Magari la nomina di due ministre, una di colore e l’altra campionessa olimpionica, entrambe rigidamente senza portafoglio e quindi prive di qualsiasi potere decisionale, che servissero a manifestare le buone intenzioni e il significativo rinnovamento generazionale e di genere dietro al quale si voleva mascherare l’ennesima gattopardesca e gravissima operazione istituzionale. Il clamoroso goal in fuori gioco di Re Giorgio, in fin dei conti, era stato già convalidato da tutti gli arbitri della FIGC del giornalismo italiano, cartaceo e televisivo.
Però, poiché si rischiava comunque che una analisi dell’azione pro-governo dei partiti e dell’informazione embedded potesse mostrare qualche smagliatura al rallenty di un significativo, anche se minoritario, voto contrario di una parte degli eletti del PD (più intimoriti di perdere la propria base elettorale che di perdere le minime garanzie democratiche ancora presenti in questo novello Cile ’73 che si chiama ancora Italia), l’azione del disoccupato calabrese ha finito col cadere nel momento più appropriato, come il cacio sui maccheroni.
Certo, è inutile forse dirlo qui, l’avvertimento più grave è proprio per tutti i movimenti già attivi e per tutti quelli che verranno nelle settimane e nei mesi futuri. Ogni opposizione, ogni contestazione, ogni organizzazione di lotta fuori dalle istituzioni e dai banchi parlamentari non sarà più tollerata e sempre più accusata di filo-terrorismo; nel tentativo non solo di criminalizzare l’opposizione reale, ma anche di impedire qualsiasi ricongiungimento, per la prima volta possibile dopo anni di netta separazione, tra questa e un popolo del PD o meglio ex-PD stufo delle malversazioni, dei tradimenti e della corruzione del gruppo dirigente.
Sandro Moiso
Fonte: http://www.carmillaonline.com
Link: http://www.carmillaonline.com/2013/04/29/il-piombo-sui-maccheroni/
29.04.2013
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Dopo Favia, niente sarà più come prima
08/09/2012
Dopo il fuori onda di Giovanni Favia a “Piazza Pulita”, che ha squarciato il velo che occultava agli occhi di tutti, grillini compresi, la vera natura del duo dirigente del M5S, non si potrà più dire che il movimento di Grillo è diverso dagli altri (intesi come partiti). Anzi, è uguale agli altri, e per certi aspetti anche peggiore.
Quello che sbalordisce è la reazione viscerale di una parte dei fan di Grillo che ne prendono le difese d’ufficio, rifiutando di aprire gli occhi davanti alla realtà. Ricordano quei leghisti che, di fronte alle rivelazioni sulle sporcaccionate (economiche) di Bossi e del suo Cerchio magico, hanno sposato senza se e senza ma la tesi difensiva del capo, che si trattasse cioè di un complotto contro di lui e la sua famiglia (leggi Trota e familiari al seguito). Usi a obbedir tacendo, come i carabinieri. I grillini integralisti sono invece usi a obbedir parlando, o meglio sparlando. Su e giù per tutta la rete, sui blog, sulle chat, sui forum, su Twitter e Facebook, professionisti dell’uso un po’ mascalzonesco dei social network, aggressivi seminatori di certezze assolute, non militanti politici ma fedeli di una religione laica, proprio come i leghisti.
Ma vediamo in breve quali sono i passaggi clou dell’esternazione di un Giovanni Favia in vena di sincerità. “Da noi la democrazia non esiste“. Non è una novità. Sopra tutto dopo l’espulsione di Tavolazzi dal movimento perché aveva osato organizzare una riunione di attivisti per chiedere uno straccio di democrazia interna e un po’ di partecipazione alle decisioni del movimento, era chiaro a tutte le persone senza le fette di salame sugli occhi che il M5S era niente di più che uno strumento nelle mani di chi rilasciava attestati di conformità al logo, dettava la linea e imponeva le scelte con i suoi post. Nel medio evo erano i nobili che stabilivano in modo insindacabile se un suddito era un buon cristiano oppure no. E si governava così: per editti.
Grillo “non sarebbe mai stato in grado di pianificare una cosa del genere“. Plastica definizione di un finto capo trattato come un semi deficiente, mentre ufficialmente si sprecavano le lodi al capo stesso, definito di volta in volta umoristicamente “il tuono che precede la tempesta” o “l’aratro che traccia il solco, dopo di che arrivano gli altri a seminare”. Tutte definizioni del Favia stesso rilasciate pubblicamente a destra e a manca, con la massima ipocrisia. A suo tempo Mussolini aveva detto qualcosa del genere: “E’ l’aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende”. Ma erano altri tempi, fortunatamente passati.
“Perché su questo hai sempre deciso te Casaleggio da solo?“. Il “te” lo ha detto lui, non io che ci tengo alla grammatica.
“Io da Santoro me la sono cavata ma applicano un veto. Ho preso anche l’applauso ma mi è anche costato dire quello che non pensavo“. Ha detto quello che “non” pensava? Ma con che faccia hanno sempre criticato partiti e istituzioni accusandoli di dire cose non vere?
“Adesso in rete non si può più parlare, neanche organizzare incontri”. Questa è incredibile. Ma anche nei più retrò dei partiti tradizionali si può parlare liberamente, anzi si litiga furiosamente e alla luce del sole, rilasciando pubbliche interviste al fulmicotone. Dovevamo aspettare il M5S per ritornare alla clandestinità?
“Tra gli eletti ci sono degli infiltrati di Casaleggio … quindi noi dobbiamo stare molto attenti quando parliamo”. Questa fa il paio con la precedente. Durante il Risorgimento anche i carbonari dovevano stare attenti agli infiltrati, ma il loro scopo era nobile. E non sembra proprio il caso del M5S.
“Adesso vediamo chi manda in Parlamento, perché io non ci credo alle votazioni on line. Lui manda chi vuole lui“. Questa è riferita direttamente a Casaleggio, il vero capo occulto che tutto controlla dall’alto, “una mente freddissima, molto acculturata, molto intelligente” che sta dietro le quinte, che “quando qualcosa non va telefona o fa telefonare a Grillo”, “spietato e vendicativo”. Quindi il nostro grillino non crede alla democrazia in rete, dopo che ci ha fatto per anni due maroni così raccontandocene le meraviglie, e comunque in Parlamento ci manda chi vuole lui (il Casaleggio) alla faccia della democrazia (quella senza aggettivi, quella che vale davvero).
Fortunatamente non tutti gli attivisti del M5S sono così. Anzi, la maggioranza è fatta da persone oneste, in buona fede, portatori di un modo di fare politica da cui tutti dovremmo imparare almeno qualcosa. Sperando che prima o poi trovino il coraggio di prendere a calci in culo la cupola padronale che pilota il loro movimento.
Quella che segue è la trascrizione fedele del colloquio fuori onda fra Giovanni Favia, consigliere regionale M5S in Emilia Romagna, e il giornalista che lo intervistava, a cui fanno riferimento le considerazioni che precedono. Il colloquio è stato trasmesso durante la trasmissione Tv “Piazza Pulita” del 6 settembre 2012.
—————–
Favia
Casaleggio prende per il culo tutti perché da noi la democrazia non esiste. Grillo è un istintivo, io lo conosco bene. Non sarebbe mai stato in grado di pianificare una cosa del genere. I politici … Bersani … non lo capiscono … non hanno capito che cè una mente freddissima, molto acculturata, molto intelligente dietro che di organizzazione, di dinamiche umane e di politica se ne intende.
E’ veramente lui la mente del movimento?
Favia
Il problema è su, è su … quindi o si levano dai coglioni oppure il movimento a loro gli esploderà in mano.
E sarà un peccato.
Favia
Ma loro stavano già andando in crisi con questo aumento di voti. Come si sono salvati? Con il divieto di andare in Tv. Io da Santoro me la sono cavata ma applicano un veto. Ho preso anche l’applauso ma mi è anche costato dire quello che non pensavo, no? Lui espellendo Tavolazzi ha soffocato nella culla un dibattito che stava nascendo in rete di contrapposizione alla gestione Casaleggio, ma tutta la sua direzione sulle .. non solo sulle linee guida … cambi e ricambi a piacimento, perché ha fatto così, ha sempre fatto così, o le iniziative pubbliche che prende il movimento di fare un referendum o non farlo … perché su questo hai sempre deciso te Casaleggio da solo? Non c’è stata una dall’adesione o non adesione al referendum.
Perché lui ha il simbolo?
Favia
Ma guarda, se lui non facesse il padre padrone io il simbolo glielo lascerei anche … adesso in rete non si può più parlare, neanche organizzare incontri tipo quello di Rimini che non usavano il logo del movimento.
Casaleggio controlla dall’alto tutta questa roba?
Favia
Tutta. Lui quando qualcosa non va telefona o fa telefonare a Grillo. Il problema è che loro hanno messo in moto una macchina che sarebbe veramente un faro, potrebbe essere a livello mondiale, se loro superassero quella complicità che hanno di sistema padronale, no? Sarebbe una bomba incredibile. Tra gli eletti ci sono degli infiltrati di Casaleggio, al di là di quelli … quindi noi dobbiamo stare molto attenti quando parliamo, sai. Casaleggio è spietato, è vendicativo. Adesso vediamo chi manda in Parlamento, perché io non ci credo alle votazioni on line. Lui manda chi vuole lui.
Il realtà nella rete non si trova più nessun passaggio sulla questione morale posta da Favia a Grillo, asserendo che cura solo i suoi interessi. Se il taglio sia stato fortuito o no questo non possiamo saperlo. Di certo quando si parla di morale la gente taglia per un prurito indotto. Ma la conclusione di Favia era eloquente e dava la chiara visione plastica che nè Grillo e tanto meno Casaleggio hanno l’interesse a scansare i poteri costituiti: anzi, di esserne formalmente parte, visto che lo stesso Favia dice: hanno raccolto il dissenso e ora nessuno può fare più quello che hanno fatto loro. Ci portano allo sbaraglio approfittando delle buona fede di chi ha creduto loro. Strano che nella rete siano state censurate proprio queste parole e hanno conservato solo i tecnicismi interni
Marra: Grillo bravo bravo bravo bravissimo!!! Hai detto finalmente che Letta è inaccettabile perché è membro bilderberg!!!
Fonte: http://www.signoraggio.it/marra-grillo-bravo-bravo-bravo-bravissimo-hai-detto-finalmente-che-letta-e-inaccettabile-perche-e-membro-bilderberg-continua-cosi-e-alle-prossime-elezioni-avrai-il-70/
Continua così è alle prossime elezioni avrai il 70%..
Vedi, non so cosa ti ha impedito di farlo finora, ma qualunque cosa sia, ti prego, non curartene, vai avanti, non archiviare di nuovo il discorso che hai iniziato, non limitarti a fare qualche battuta ogni tanto, non smettere di insistere sul tema della criminalità del bilderberg e della incredibilità di questo stare a guardare della magistratura, fai pressione fin quando le Procure d’Italia non faranno a gara nel perseguirli penalmente, organizza manifestazioni di protesta dinanzi ai tribunali contro i PM e la magistratura per il fatto che non confiscano penalmente le quote private della Banca d’Italia, confiscando così automaticamente anche quel 15% della BCE di proprietà della Banca d’Italia, fai levare altissima la voce del tuo movimento per l’abrogazione delle cinque leggi regala-soldi alle banche, travolgi con i tuoi militanti questi biechi massoni, bilderberghini, trilaterini, aspenini che, da Berluschino a Monti, dai due Letta a Renzi, da Napolitano a Bonino, da Amato a Passera, da Riotta a Gruber, da Annunziata a Draghi, dal Corriere a Repubblica eccetera hanno venduto l’anima al diavolo e si sono assunti l’incredibile ruolo di contribuire alla definitiva rovina dell’umanità…
25.4.2013
Alfonso Luigi Marra
-o0o-
Resto basito!
Un minuto dopo la scelta di Letta, su TGCom c’era scritto che Letta era Bilderberg e Trilateral. Paolo Ferrero è andato giù ancora più forte.
https://escogitur.wordpress.com/2013/04/24/enrico-letta-lenfant-prodige-dal-gruppo-bilderberg-al-aspen-institute-un-pizzino-e-fedelta-per-sempre-alla-trilateral/
Ma è stato lo stesso Napolitano a sdoganare il Bilderberg dicendo di Letta che sono annic he frequente “fori” di importanza Internazionale, oltre a dire che è stato il braccio destro di Andreatta ai tempi del Britannia.
Ora, proprio ora, che tutto è alla luce del sole, ovviamente anche Grillo non ha difficoltà a mettersi su quel piano. Piuttosto, mi domando quando diranno anche loro ciò che disse il magistrato inquirente Imposimato attribuendo al Bilderberg lo stragismo italiano.
https://escogitur.wordpress.com/2013/04/27/la-trilateral-commission-il-bilderberg-cfr-cio-che-sta-dietro-alle-stragi-dalla-depressione-al-neocolonialismo-liberticida/
Quando è che cominceremo a pensare con la nostra testa e che questa è l’apoteosi del Nuovo Ordine Mondiale che sta celebrando se stesso, autoproclamandosi al Popolo bue?
Peccato che nei fatti concreti abbia fatto di tutto per consegnare il paese in mano al bilderberg.Per me lui e Casaleggio sono solo dei volgari gatekeeper,ogni tanto fanno qualche boutade per far finta di essere contro quei poteri ma poi nei fatti gli agevolano.
-o0o-
Ho votato il M5S non perché credevo, ma perché conscio che avrebbe messo i bastoni tra le ruote al sistema.
Ma Grillo, Casaleggio & Co. non sono migliori, lavorano per gli USA (CIA in particolare) e hanno lo scopo di indirizzare la rabbia della gente per evitare che sfoci in rivolte e quindi metta in pericolo la permanenza USA/NATO (con le oltre 20 basi e le armi chimiche, batteriologiche e nucleari) nel nostro territorio.
Prova ne sono gli incontri anni ’90 di Grillo con Bill Clinton (un comico italiano che incontra il presidente degli USA?) e i pellegrinaggi recenti dei parlamentari del M5S all’ambasciata USA (per prendere ordini?).
Quindi sì gli altri sono spazzatura, Aspen Insititute, Trilaterale, Bilderberg, P2…..ma Grillo non è dalla nostra parte.
Le responsabilità di Grillo e sopratutto dei 5 Stelle che potevano ribellare al loro gurù per salvare l’Italia dall’assalto di quelli del Britannia. Era da votare Marini
Guido Viale – La casa comune non vuole il cappello
Anche se le modalità hanno lasciato tutti basiti, i passaggi che hanno portato alla formazione del nuovo governo, quale che ne sia poi l’esito (finiranno comunque tutti in bocca a Berlusconi, Napolitano compreso), erano in qualche modo scontati. Il Pd non avrebbe mai potuto imboccare una strada diversa dopo più di un anno di sostegno senza se e senza ma a Monti, cioè al definitivo trasferimento del governo del paese dal Parlamento (già sostanzialmente esautorato dal porcellum) alla Bce e, per suo tramite, alla finanza, ben rappresentata da Monti e Draghi. Sono due uomini di Goldman Sachs, che ragionano alla maniera di Goldman Sachs: non è necessariamente un legame diretto, ma un dato di cultura e di modus operandi che in Europa sono chiari a tutti, ma che in Italia attirano invece l’accusa di schematismo o complottismo.
Quanto al Movimento Cinque Stelle, gli esiti disastrosi della linea di condotta adottata, che gli è già costato parecchio in Friuli, non possono essere imputati solo a inesperienza o a eccessiva rigidità: si è visto peraltro Grillo e i suoi adepti ammorbidirsi assai nel corso dei giorni. Il fatto è che il Movimento Cinque Stelle non ha un progetto. Il suo programma è solo un insieme di obiettivi, in larga parte condivisibili, anche perché riprendono temi su cui comitati, movimenti, iniziative civiche e associazioni lavorano da anni. Ma un programma che nulla o quasi dice su come arrivarci, su come imporli.
Democrazia diretta o referendaria – di cui la consultazione via web è una sottospecie – e democrazia partecipata non sono la stessa cosa. La prima, nonostante i proclami in contrario, si fonda su una delega pressoché totale ai rappresentanti – in questo caso ai parlamentari – cui viene affidato il compito di tradurre in leggi e provvedimenti quello che la constituency – nei cinque stelle la consultazione via web – decide. Senza molte mediazioni, perché queste non possono essere sottoposte ogni volta alle valutazioni di un gruppo di riferimento; neanche se, come si è visto, è assai ristretto. La democrazia partecipata esige invece un contributo costruttivo da parte di tutti i soggetti coinvolti; confronti e riposizionamenti continui; la valorizzazione dell’esperienza e dei saperi di ciascuno; e anche degli affetti, perché l’incontro fisico, la conoscenza reciproca, l’incrocio degli sguardi, a tutti i livelli, ne sono una componente essenziale. Anche in questo caso la delega, sempre a termine e revocabile, è inevitabile, perché i gruppi di riferimento, per essere tali, non possono superare una certa dimensione. Ma è una delega solida, perché la democrazia partecipata non è, o non è principalmente, assembleare.
Certo, nel passaggio tra partecipazione attiva e rappresentanza elettorale – due forme di democrazia che non possono che convivere; nessuna può escludere l’altra in via di principio – il mandato vincolante della prima si stempera nel «senza vincoli di mandato» della seconda. Ma il rappresentante che ha alle spalle un processo di democrazia partecipata avrà sempre a disposizione, se vuole, uno o più gruppi di riferimento con cui consultarsi, e a cui chiedere anche un supporto tecnico di cui nessun “eletto dal popolo” può fare a meno. E se è stato scelto con cognizione di causa – cosa che, come si è visto, il web non consente – ne farà buon uso.
Dunque, il passaggio dal vecchio al nuovo governo (e dal vecchio al “nuovo” Presidente della Repubblica), anche se non ha fatto che portare alla luce un vuoto di pensiero e azione, di capacità e responsabilità evidente da tempo, ha lasciato dietro di sé un campo di macerie: soprattutto, ma non solo, nel Pd e nel centro-sinistra. Di fronte al quale una serie variegata di organizzazioni si stanno affrettando a gettare le reti per raccoglierne i relitti, proclamando il loro impegno alla costituzione di un “nuovo soggetto politico”; magari senza nemmeno chiedersi – è il caso dei gruppi dirigenti di Sel e del Prc, per non parlare di Verdi, Pdci e altri – che cosa li abbia indotti a trasformare un progetto appena abbozzato, ma unitario, innovativo e democratico come Cambiaresipuò, nell’aborto di Rivoluzione civile; o l’ecologia e la libertà in un progetto di fusione con il Pd.
Voltafaccia del genere non portano lontano. Un soggetto politico – se così vogliamo chiamarlo – veramente nuovo potrà sorgere solo rivolgendosi in forme innovative e partecipate ai milioni e milioni di cittadine e cittadini, di lavoratrici e lavoratori travolti dalla piega che hanno preso gli avvenimenti; e solo apprestando, con fatica e per tentativi ed errori, una “casa comune” per chi si oppone allo stato di cose presente: cioè tante sedi dove costruire in forma partecipata – nel senso indicato prima – un programma radicalmente alternativo alle politiche e ai vincoli imposti a tutti i popoli dell’Europa dall’alta finanza e, per suo conto, dalla Bce e dai governi nazionali. Un programma fatto non solo di slogan e obiettivi, ma di proposte e adesioni a iniziative di lotta e a buone pratiche consolidate. Una casa che non può e non deve essere proprietà, od oggetto di appropriazione, di alcuno, perché la sua forza sta proprio nell’essere aperta a tutti quelli che ne condividono la ragion d’essere. Queste sedi – lo ribadiva mercoledì scorso Piero Bevilacqua sul manifesto – sono innanzitutto ambiti territoriali, in un rapporto al tempo stesso conflittuale a partecipativo con le istituzioni dei governi locali: conflitto per rivendicare partecipazione; e partecipazione per promuovere, a un livello più alto, nuovi conflitti.
Le aggregazioni promosse per rimettere insieme i cocci del centro-sinistra, o i meet-up del Movimento Cinque Stelle (una realtà immensamente più ridotta del suo elettorato), così come il lavoro di ciascuno di noi, dovranno trovare su questo terreno, che è quello dei movimenti che hanno saputo costruire la propria continuità nel tempo (il pensiero corre sempre alla Valle di Susa) la verifica del loro operato. La sede di questa verifica è il tassello che manca per ora ai programmi che assommano solo obiettivi, ancorché condivisibili. Si deve lavorare perché intorno ai temi che sono al centro delle tensioni sociali a livello territoriale – una o tante aziende che chiudono; i giovani che non trovano lavoro; le famiglie gettate sul lastrico dai licenziamenti; i servizi sociali che scompaiono; il territorio ceduto alla speculazione, alle autostrade o ai Tav; la cultura che si dilegua insieme ai relativi beni, ecc. – si creino delle aggregazioni sociali fondate sulla partecipazione più ampia, senza pregiudiziali di sorta, ma orientate al conflitto con i poteri costituiti; aggregazioni che siano al tempo stesso una sede di autoformazione politica e culturale e uno strumento di elaborazione programmatica. Il coinvolgimento totale o parziale delle amministrazioni locali in questi progetti è il primo passo verso il loro consolidamento.
Le scadenze per mettersi alla prova non mancano. Più ancora delle prossime elezioni amministrative, che interessano comunque un numero significativo di città grandi e medie, giugno è il mese dei bilanci preventivi dei comuni (quelli del 2013, non del 2014: la truffa comincia proprio dal fatto che i bilanci si presentano, quando si presentano, a cose fatte). Sia alle amministrazioni che si erano impegnate a costruirli in forma partecipata – e che poi se ne sono scordate – che a quelle che non l’hanno mai promesso, va imposto con la mobilitazione che i loro bilanci siano redatti per lo meno in una forma leggibile, che permetta di riconoscere le fonti delle entrate e le destinazioni delle spese per ciascuna posta. E’ una partita che interessa molti, perché nei bilanci comunali si nascondono non solo clientelismo e corruzione, ma soprattutto scempi ambientali, abdicazione dai propri compiti istituzionali, deleghe a gruppi di potere privati, diversioni di spese dai servizi essenziali a favore di Grandi opere e Grandi eventi inutili, banche che strangolano la finanza locale, ecc.
Poi va aperta la partita sui servizi pubblici locali. La loro svendita – grazie ai fondi della Cassa Depositi e Prestiti – dopo quella dei diritti di edificazione, è la via principale per salvare i bilanci comunali devastati dai tagli dei trasferimenti statali. Ma i servizi pubblici locali, riportati sotto il controllo di una democrazia partecipata, possono essere invece la strada maestra per promuovere sia una domanda di servizi ecologicamente sostenibili con cui costruire una forma nuova di cittadinanza, sia una domanda di materiali, impianti e attrezzature per permettere la riconversione produttiva delle imprese senza più mercato né avvenire; ma anche la sede dove mettere a punto progetti, interventi e produzioni per creare occupazione utile: forniture alimentari a km0 per la ristorazione collettiva e promozione di Gruppi di acquisto solidale per una nuova leva di agricoltori; potenziamento del trasporto pubblico e di quello condiviso; efficienza energetica; urbanistica partecipata; salvaguardia idrogeologica; riqualificazione delle scuole e dell’istruzione.
Tutte cose che impongono una revisione radicale dei vincoli di bilancio imposti dal patto di stabilità. Si tratta allora di promuovere in ogni territorio, in ogni città, in ogni quartiere, delle conferenze per mettere a punto progetti e iniziative che nessun governo centrale o regionale sarà mai in grado di definire; ma che è il modo migliore per dare concretezza alla proposta di Luciano Gallino di creare occupazione attraverso un vasto programma di opere pubbliche e di interventi locali.
Un programma ambizioso; ma soprattutto una “casa comune” per chi non intende accettare le scelte dell’establishment. E però, come impedire che della casa comune cerchi di appropriarsi qualcuno con le proprie truppe e le proprie bandiere per portarla ancora una volta a fondo?
Guido Viale
Fonte: http://www.ilmanifesto.it
26.04.2013