Che cosè la Sacra Bibbia e come giunge fino a noi?
Col nome di Bibbia (“biblia”) che in greco significa libri, col nome di Scrittura, o Scritture furono designati fin dai primi secoli cristiani il complesso di libri che, scritti dagli uomini sotto l’ispirazione divina, hanno Dio per autore: la Bibbia è quindi il libro di Dio, la lettera dell’Onnipotente.
I libri che uniti insieme formano la Bibbia, cioè il libro per eccellenza, sono 73, dei quali 46 appartengono all’Antico Testamento, 27 al Nuovo Testamento; sebbene siano tanti di numero e scritti in circa 15 secoli, con diversità di argomenti di stile e di lingua, formano un solo libro che ha Dio per unico autore e Gesù Cristo per unico oggetto, formano il Libro divino, il più bel libro che, essendo base della religione e della morale, dovrebbe essere il codice della società, il cibo quotidiano d’ogni anima che desidera giungere a Dio.
Sant’Agostino disse: «Tutte le Scritture sono state scritte per questo: perché l’uomo capisse quanto Dio lo ama e, capendolo, s’infiammasse d’amore verso di lui» [De catechizandis rubidus 1,8].
La Bibbia, sebbene formi un solo libro per l’unico autore (Dio), per l’unico oggetto (Cristo), dopoTertulliano è divisa in due grandi sezioni, dette Antico e Nuovo Testamento.
L’Antico Testamento, che comprende i libri scritti avanti Cristo, espone la storia, le condizioni, le leggi dell’alleanza stretta da Dio col popolo eletto per mezzo dei Patriarchi e di Mosè, e annunzia e prepara la venuta del Redentore (per maggiori nozioni sul significato di alleanza consiglio di leggere “STIRPE DI ABRAMO: UN ALTRO CATTOLICESIMO NEL POST-CONCILIO?“).
Il Nuovo Testamento, che comprende i libri scritti dopo la venuta di Cristo, espone la storia, le condizioni, le leggi dell’alleanza eterna da Gesù Cristo sancita con gli uomini per mezzo del Suo sangue, e narra la vita, morte e resurrezione del Redentore e ne bandisce la dottrina. Cristo, centro e oggetto di tutta la Bibbia, sta “in mezzo” ai due Testamenti.
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CANONE
Siccome canone vuol dire regola, si chiama canone la collezione o catalogo dei libri che contengono la regola della verità ispirata da Dio ad ammaestramento degli uomini.
Il canone dell’Antico Testamento, cominciato da Mosè, crebbe di secolo in secolo per l’aggiunta di libri accolti come ispirati. Già prima dell’esilio c’era la collezione di molti libri ritenuti pubblicamente come sacri e ispirati, come parola di Dio scritta. Dopo l’esilio, Esdra raccolse con scrupolosa cura i libri ispirati e ne determinò il canone, detto Esdrino o palestinese.
Ma con Esdra non cessarono i libri ispirati, né tutti i libri ispirati furono raccolti e catalogati da Esdra. Questi altri libri furono compresi nel canone ellenistico alessandrino, che aggiunse al canone palestinese: Tobia, Giuditta, Sapienza, Ecclesiastico, Baruc, i due libri dei Maccabei, i sette ultimi capitoli di Ester, la preghiera d’Azaria, il Cantico dei tre “giovanetti” nella fornace, la storia di Susanna, di Belo, del Dragone in Daniele.
Questi libri particolari del canone alessandrino si dicono deuterocanonici (ricevuti nel Canone – dopo) e sono scritti in greco, mentre quelli riconosciuti dal canone palestinese si chiamano protocanonici (ricevuti nel Canone – prima) e sono scritti in ebraico o in caldaico. Tanto i libri protocanonici quanto quellideuterocanonici sono egualmente ispirati e godono la medesima autorità.
Il canone alessandrino per noi è importantissimo: sembra che sia il canone ammesso da tutti gli Ebrei, anche in Palestina, ai tempi di Cristo; certo fu quello accettato dagli Apostoli, dai quali l’ebbe la Chiesache ritiene ispirati i libri protocanonici come i deuterocanonici.
Il canone del Nuovo Testamento cominciò a formarsi durante la predicazione apostolica. Gli Apostoli, ispirati dallo Spirito Santo, data l’occasione, scrissero riguardo alla vita e alla dottrina di Cristo per ricordare la loro predicazione, reprimere errori, indirizzandosi per lo più a “chiese particolari” (delle varie località).
Questi scritti apostolici furono scrupolosamente raccolti dai primi cristiani. Già nel primo secolo vi sono molte collezioni: ogni chiesa ebbe poi il suo canone o catalogo dei libri sacri. È vero, nessuna chiesa ha il catalogo completo del Concilio di Trento, agli ispirati sono misti libri non ispirati (apocrifi) tenuti come ispirati, però tutti quelli che sono nel Canone del Concilio di Trento hanno il loro posto in qualchecatalogo.
I libri che non sono accettati da qualche chiesa son detti deuterocanonici e sono: la lettera agli Ebrei, la lettera di S. Giacomo, la seconda di S. Pietro, la seconda e la terza di S. Giovanni, la lettera di S. Giuda e l’Apocalisse. Così pure la pericope del Vangelo di S. Marco XVI, 9-20, di S. Luca XXII, 43-44, di S. Giovanni VII, 53; VIII, 11. Sembra anche S. Matteo XV, 2-3; S. Giovanni V, 4; prima lettera di S. Giovanni. V, 7.
Queste apparenti lacune nel canone del N. Testamento si possono spiegare con la lontananza delle chiese da quella che aveva ricevuto il libro da un Apostolo e col tempo che ci voleva per aver tutte le prove assicuranti la divina ispirazione riguardo ai libri.
Nel quinto secolo tutte le chiese cristiane hanno il canone del Vecchio e del Nuovo Testamento simile a quello del Concilio di Trento.
Il Concilio di Trento nella sessione IV dà il canone o catalogo dei libri che la chiesa ha in consegna come ispirati; sono cioè: libri storici, didattici, legislativi, profetici, prima del Vecchio poi del Nuovo Testamento. Elencati i libri ispirati, il Concilio di Trento scomunica tutti quelli che non accettano come sacri e canonici questi libri con tutte le loro parti. Questi sono i libri ispirati.
I libri che furono stimati da taluni come ispirati, ma non lo sono, prendono il nome di Apocrifi (nascosti, non riconosciuti dall’autorità). Gli Apocrifi del Vecchio Testamento sono: terzo e quarto libro di Esdra, Preghiera di Manasse, i 18 salmi di Salomone, il terzo e quarto libro dei Maccabei. Così pure sono rammentate le Apocalissi di Mosé e di Elia, di Geremia, le Ascensioni di Mosè, d’Isaia, il libro di Enoc e molti altri. GliApocrifi del Nuovo Testamento sono: molti Vangeli detti dell’infanzia, e quelli degli ultimi giorni del Salvatore, molti Atti di vari Apostoli, molte lettere apocrife di Apostoli e le Apocalissi di S. Pietro, di S. Paolo.
Per maggiori informazioni sugli apocrifi studiare la sintesi “GESÙ CRISTO IN ALCUNE FONTI STORICHE PAGANE ED EBRAICHE”.
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ISPIRAZIONE
La Chiesa ha accolti nel canone i libri della Sacra Bibbia per una qualità che li distingue da tutti gli altri libri: l’ispirazione. Lo dichiara nel Concilio Vaticano (sessione III, cap. 2, can. 4), nel quale, dopo aver detto che i libri del Vecchio e del Nuovo Testamento, interi con tutte le loro parti devono essere accettati come sacri e canonici, aggiunge:
«La chiesa li ha come sacri e canonici non perché, composti per sola industria umana poi sono stati approvati dalla sua autorità, e nemmeno perché contengono senza errore la rivelazione, ma perché, essendo stati scritti sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, hanno Dio per autore, e come tali sono affidati alla Chiesa».
In che consista l’ispirazione lo dice l’immortale Leone XIII nell’Enciclica Providentissimus Deus in cui, dopo avere citato il Concilio Vaticano, aggiunge:
«Infatti (i sacri scrittori, Dio) con soprannaturale virtù li eccitò e mosse, li assisté nello scrivere in modo che essi rettamente concepissero coll’intelligenza, e volessero fedelmente scrivere e con mezzi adatti e con infallibile verità esprimessero tutte e sole quelle cose da lui comandate, altrimenti egli non sarebbe Fautore di tutta quanta la Scrittura».
E’ dunque l’ispirazione un influsso soprannaturale per cui Dio eccita e muove gli agiografi a scrivere e li assiste in modo, nello scrivere, che essi rettamente concepiscano, vogliano scrivere con fedeltà, esprimano con infallibile verità tutto e solo quello che Dio ha comandato. L’ispirazione esige triplice azione divina:
1. Illuminazione dell’intelletto, per conoscere senza errore il vero, (con la rivelazione, se si tratta di verità sconosciute, con l’esatto ricordo, se si tratta di verità conosciute);
2. Mozione della volontà, perché voglia scrivere fedelmente;
3. Continua assistenza e direzione per rivestire di forme adatte tutte e sole le verità volute da Dio ed esprimerle con infallibile verità, in modo da rendere tutto e solo il pensiero voluto da Dio.
Così Dio è autore delle Sacre Scritture per mezzo di uno strumento umano; sono di Dio l’argomento, lecose, le idee; son dell’uomo l’ordine delle idee, il genere letterario, lo stile, la lingua.
L’ispirazione s’estende a tutta la Sacra Scrittura, anche alle cose dette incidentalmente; ma non si estende alle citazioni esplicite, (in cui l’autore sacro dice di riportare pensieri, parole, scritti di altri), alle citazioni implicite provate come tali (in cui, salvo il senso e il giudizio della Chiesa, sia con solidi argomenti dimostrato che l’autore sacro cita detti o documenti altrui senza approvarli né farli suoi), non si estende alle parole (cioè Dio, eccetto casi particolari, non suggerisce le singole parole, e la medesima idea può essere espressa in più e diverse parole)
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INERRANZA
L’immunità dall’errore è una conseguenza dell’ispirazione, per cui Dio è autore della Bibbia e, come l’ispirazione, si estende a tutte le parti della Bibbia stessa.
Quindi tutto ciò che essa narra è necessariamente vero (inerranza), essendo parola di Dio; ha però unaverità relativa al genere letterario usato dal sacro scrittore, che può essere ispirato a manifestare il pensiero di Dio in qualunque forma letteraria, storia propriamente detta, storia amplificata, parabola, poesia ecc. Siccome ogni genere letterario ha la sua verità, è necessario sapere in che genere letterario sia espresso il pensiero di Dio, ma ciò non si può decidere che con solidi argomenti uniti al senso e al giudizio dellaChiesa, che a riguardo già si è santamente espressa nei secoli passati mediante il Magistero. Oltre laverità relativa al genere letterario la Bibbia ha verità relative al comune parlare, al linguaggio popolare, alle idee dei paesi e dei tempi, che scientificamente possono esser “false”, e questo solo perché la Bibbia, non essendo un trattato di scienza, non usa il linguaggio tecnico o scientifico, ma quello comune popolare dei tempi (che Dio, per ottenere il fine propostosi, non ha creduto bene di rettificare).
Riguardo ai generi letterari la Bibbia li prende come erano allora: così la storia non era, come oggi, un’indagine completa e critica, ma una scelta di fatti vari e indirizzati ad uno scopo voluto dall’autore.
Senza la Chiesa è impossibile riuscire a “decifrare” l’ispirazione e quindi a comprendere rettamente laScrittura, tanto che Sant’Agostino scrisse ai manichei: “Non crederei al Vangelo se non mi ci inducesse l’autorità della Chiesa cattolica” [Cf. Contra ep. man. 5, 6; cf. Contra Faustum 28, 2]; ai donatisti ricorda “l’universalità” e “l’antichità” della “Tradizione apostolica” [Cf. De bapt. 4, 24, 31]; ai pelagiani dice chiaramente che “deve ritenersi per vero ciò che la Tradizione ha tramandato” anche se “non lo si riesce a spiegare” [Cf. Contra Iul. 6, 5, 11] poiché i Padri “hanno insegnato alla Chiesa ciò che hanno imparato nella Chiesa” [Cf. Opus imp. c. Iul. 1, 117; cf. Contra Iul. 2, 10, 34], visto che fuori dalla Chiesa non si imparano le cose sante.
Per maggiori informazioni su Scrittura, Chiesa di Cristo e Tradizione è possibile approfondire leggendo gli “APPUNTI DI DOTTRINA: TRADIZIONE O MODERNITÀ? QUESTO È IL PROBLEMA”.
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APPROFONDIMENTO SULL’INERRANZA
Nel 1978 a Chicago fu organizzato un congresso dalle “false chiese” per definire il significato stesso diinerranza; a presiedere la conferenza furono degli esponenti della “chiesa” evangelica, fra cui il noto J.M. Boice ed anche Jay H. Grimstead. Essi stilarono un famosissimo documento, la cosiddetta “Dichiarazione di Chicago”, che ancora oggi è base dell’apostolato di numerosissime “chiese” protestanti. Tanto per citare la irriverenza e cattiveria di questo documento, basta leggere l’Articolo 1 dello stesso che, testualmente, dice:
“Noi affermiamo che le Sacre Scritture debbano essere ricevute come autorevole Parola di Dio. Noi neghiamo che le Scritture derivino la loro autorità dalla Chiesa, dalla tradizione, o da qualsiasi altra fonte umana”.
Si potrebbe dire che questi signori, arrivavano “freschi freschi” 1548 anni dopo la morte di Sant’Agostino(Ippona, 28 agosto 430) e si appropriavano dell’interpretazione di un Testo che non era mai stato il loro, accusando addirittura il santo Vescovo di Ippona di essere praticamente un bugiardo [cit. … Noi neghiamo che le Scritture derivino la loro autorità dalla Chiesa, dalla tradizione …]. Si dimenticavano anche della storia della stessa Bibbia, quindi dei 72 saggi di Alessandria d’Egitto (Septuaginta – fra IV e II secolo a.C.), di papa Damaso I (nel 382 commissionò la prima Vulgata a Sofronio Eusebio Girolamo), ovvero di San Girolamo (traduzione latina IV secolo d.C., 15 anni di lavoro), di papa Sisto V (1585-1590) che commissionò la Biblia Sacra Vulgatae Editionis Sixti Quinti Pontificis Maximi iussu recognita atque edita, di papa Clemente VIII (1592-1605) che fece pubblicare 3 edizioni della Vulgata Sito-Clementina, di mons. Martini (1778, traduzione ufficiale in italiano della Bibbia Vulgata Sisto-Clementina), ecc … Verrebbe da pensare che quando gli altri fanno il lavoro duro, per secoli e secoli, e muoiono anche martiri per difendere la Fede, si fa poi prestissimo a “rubare” ed offendere in epoca pancristiana ed irenista. (Per maggiori approfondimenti leggasi “IL FALSO ECUMENISMO”). Un minimo di carità non guasterebbe!
Il Padre Passionista Enrico Zoffoli, che fu miniera di dottrina e di ortodossia cattolica, parla dell’inerranzain questi termini:
“La S. Scrittura, essendo ispirata da Dio, quanto al testo originale e alle sue traduzioni fedeli, è esente da errori per ciò che riguarda Dio, l’uomo e i rapporti tra Dio e l’uomo restaurati per la mediazione redentrice del Cristo [P. E. Zoffoli, Dizionario del Cristianesimo, Sinospis, 1992, v. Inerranza]. Quanto al resto – vicende storiche, fenomeni naturali – la Bibbia non si pronunzia; e, nel caso, il valore delle sue affermazioni è quello relativo alle possibilità dei singoli agiografi, inseriti in una certa fase della storia della civiltà umana” [Cfr. Clemente VI, Super quibusdam, 29 settembre 1351; Leone XIII, Providentissimus Deus, 18 novembre 1893; San Pio X, Pascendi, 8 settembre 1907; Benedetto XV, Spiritus Paraclitus, 15 settembre 1920].
Cosa è importante sapere quando si parla di inerranza:
1) Il senso spirituale deve fondarsi sulla verità della narrazione storica [Cfr. San Tommaso, Summa Theologiae, q. 91, a. 1, 4um; q. 68, a. 3, c.];
2) Non è lecito pensare che nella Sacra Scrittura ci siano degli errori, equivarrebbe a dare del bugiardo a Dio [Op cit., I-II, q. 103, a. 4, 2um; II-II, q. 110, a. 3];
3) Essa è criterio di fede [Op. cit., II-II, q. 1, a. 1, arg. 1];
4) Tradisce la Sacra Scrittura chi la commenta facendo dire allo Spirito Santo ciò che non ha detto [Op. cit., II-II, q. 11, a. 2, 2um];
5) Dall’uso della Sacra Scrittura risulta evidente che sono attribuite a Dio le passioni dell’anima umana per una certa analogia [San Tommaso, Summa contra Gentiles, IV, c. 23];
6) La Sacra Scrittura suole attribuire a Dio certi effetti che Egli stesso produce nell’uomo e nel Creato [Ibid.];
7) Se anche per un nonnulla si viene ad infirmare l’autorità della Sacra Scrittura, non ci potrà essere niente di sicuro nella nostra fede [Op. cit., c. 29].
E’ possibile, fra gli altri passi salienti della Scrittura, risalire al Dogma stesso leggendo Giovanni 10:
“I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo. Gesù rispose loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Rispose loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre». Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani”. [Gv 10,31-39]
Gesù, nel testo greco, dice: “καὶ οὐ δύναται λυθῆναι ἡ γραφή”, che significa proprio “e la Scrittura non può essere annullata”.
– San Giustino: “[…] sono del tutto convinto che le Scritture non si contraddicano tra loro” [San Giustino Martire, Dialogo con Trifone, c. 65];
– Sant’Agostino: “[…] nullum eorum auctorem seribendo aliquid errasse firmissimo credam” ossia “sono certo che nessun autore delle Scritture (poiché ispirato da Dio) ha mai errato” [Sant’Agostino, Ep. 82, Pl 33, 277];
– San Tommaso: “Hoc tamen tenendum est, quod quidquid in sacra Scriptura continetur, verum est; alias qui contra hoc sentiret, esset haereticus” ovvero “Ciò tuttavia va ritenuto: che tutto ciò che è contenuto nella Sacra Scrittura è vero; d’altra parte chi opinasse contro ciò, sarebbe eretico” [San Tommaso, Quaestiones de quodlibet, XII, q. 17];
– Papa Leone XIII: “Infatti tutti i libri e nella loro integrità, che la Chiesa riceve come sacri e canonici, con tutte le loro parti, furono scritti sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, ed è perciò tanto impossibile che la divina ispirazione possa contenere alcun errore, che essa, per sua natura, non solo esclude anche il minimo errore, ma lo esclude e rigetta così necessariamente, come necessariamente Dio, somma Verità, non può essere nel modo più assoluto autore di alcun errore” [Leone XIII,Providentissimus Deus, 18 novembre 1893];
– Pio XII: “Ritorniamo ora alle teorie nuove, di cui abbiamo parlato prima: da alcuni vengono proposte o istillate nella mente diverse opinioni che sminuiscono l’autorità divina della Sacra Scrittura. Con audacia alcuni pervertono il senso delle parole del Concilio Vaticano con cui si definisce che Dio è l’Autore della Sacra Scrittura, e rinnovano la sentenza, già più volte condannata, secondo cui l’inerranza della Sacra Scrittura si estenderebbe soltanto a ciò che riguarda Dio stesso o la religione e la morale” [Pio XII, Humani Generis, 22 agosto 1950];
– Concilio di Trento e Vaticano: “La Divina Rivelazione è contenuta sia nella Sacra Scrittura che nella Sacra Tradizione” [Concilio di Trento, sessio IV, decr. 1; Concilio Vaticano I, Dei Filius, c. 2].
Il dogma dell’inerranza, già definito nel Magistero solenne, fu arricchito da altra definizione: sull’importanza dogmatica dell’unanimità della Tradizione nel 1934. Pontificia Commissione Biblica, ex Organo magistrale, definì:
“L’unanimità della Tradizione è tale che l’inerranza è da considerarsi dogma […] appunto dogma dell’ispirazione e dell’inerranza biblica” [Pontificia Commissione Biblica, Provvedimento del 27 febbraio 1934].
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SENSO DELLA SCRITTURA
È di massima importanza il senso della Scrittura, perché da esso dipende il pensiero di Dio. Ogni scrittura ha il senso letterale detto anche o verbale, o storico. Questo senso letterale è proprio o figurato. Oltre il senso letterale la Scrittura ha in molti luoghi il senso mistico o spirituale, o tipico, per cui la lettera presenta persone, cose, culti, istituzioni scelte da Dio per significare il futuro e fare profezie relative a Cristo e alla Chiesa. Il senso tipico quando sia dimostrato, cioè conosciuto dalla Scrittura o dalla Chiesa, è ilsenso inteso da Dio e come il letterale è parola di Dio. Dicesi allegorico quando indica le verità da credere,tropologico quando addita la pratica da seguire, anagogico quando mostra i beni eterni da conseguirsi.
Oltre il senso letterale e il mistico, che sono i sensi divini, la Scrittura può avere due sensi umani: ilconseguente, che è una conclusione di cui il letterale o il miotico sono premesse; l’accomodatizio, per cui ciò che la Scrittura dice di uno, per estensione o per allusione si applica ad altri. Dietro l’esempio della Chiesa è obbligatorio conservare alle parole il loro senso genuino.
Per intendere il senso della Scrittura, che è unico o si discosta di pochissimo (non influisce) e solitamente già perfettamente interpretato dalla Tradizione, bisogna conoscere il significato dei vocaboli, il modo di dire degli autori, il fine, l’occasione della loro opera, ricavare il senso del testo dal contesto. Bisogna inoltre leggere la Scrittura con lo spirito con cui è stata scritta, con molta umiltà, dopo aver preparato l’anima con la virtù e con la preghiera. Bisogna prendere per falsa ogni interpretazione che ammetterebbe errore, la contraddizione tra i diversi passi della Scrittura o fra la Scrittura e vera scienza perché, avendo Dio per autore, la Scrittura non può avere errori o contraddizioni.
Ricordiamoci che solo il Testo originale sacro fu coperto da inerranza, mentre le copie possono contenere errori. Le copie esatte sono garantite dal Magistero, dunque garantite esenti da errori di fede e morale(ambito del Magistero) ed in altre materie solo se “connesse” col dogma (oggetto secondario). Ancora una volta la fede poggia sulla Chiesa, non sulla Scrittura, come abbiamo appreso dalle parole diSant’Agostino. Tant’è che Sant’Agostino arriva a dire che “se veramente vi fosse una contraddizione inconciliabile nella Scrittura”, sicuramente egli crederebbe “che è un errore dei copisti”. Sul consenso fra gli evangelisti, che molti “contestatori” cercano di abbattere, Sant’Agostino ha già magistralmente spiegato tutto nelle esegesi “IL CONSENSO DEGLI EVANGELISTI”.
San Pio X, Catechismo Maggiore, N° 882: D. Non vi può essere errore nella Sacra Scrittura?
“R. Nella Sacra Scrittura non vi può essere errore alcuno, perché, essendo tutta ispirata, autore di tutte le sue parti è Dio medesimo. Ciò non toglie che nelle copie e traduzioni della stessa possa essere occorso qualche sbaglio o dei copisti o dei traduttori. Però nelle edizioni rivedute ed approvate dalla Chiesa cattolica non vi può essere errore in ciò che riguarda la fede o la morale”.
Bisogna stare a ciò che esplicitamente o implicitamente dichiara la Chiesa in modo autentico; mai spiegare contro ciò che la Chiesa insegna col suo ordinario Magistero, perché Dio ha consegnato i libri sacri alla Chiesa, affinché li custodisse li spiegasse, e qualunque spiegazione che va contro al senso tenuto dalla Chiesa è eretico.
Se, per esempio, “all’interno” della Chiesa stessa ci troviamo, oggi, differenti interpretazioni di uno stesso passo biblico che ne alterano il significato ed il fine (conducendo al male – fede, morale, ecc… ), la verità è nella Tradizione e non nell’innovazione, poiché abbiamo visto che c’è il dogma certissimo e poi la Tradizione ha sempre prodotto cose sante. Evidentemente l’autore contemporaneo, forse novatore o aderente all’eresia modernista (Cf. San Pio X, Lamentabili e Pascendi), o forse ignorante, o inconsapevole, o superbo, o forse poco orante, o minacciato, fornisce un punto di vista erroneo, eretico o prossimo all’eresia, ambiguo, quindi va corretto e non ascoltato. Ricordiamoci che chi viene richiamato all’ortodossia della fede ma mai si pente e si corregge, questi in alcuni casi si “separa dalla comunione dei santi” è “fuori dalla Chiesa cattolica” [Vedi nota in basso], quindi quella errata interpretazione (se è tale e conduce le anime all’inferno) non può essere “colpa” della Chiesa, ma solo del singolo uomo che “ha abbandonato volontariamente il Corpo mistico di Cristo” ed anche l’assistenza che Gesù ha promesso [Vedi nota in basso]. A mio avviso, fra gli ultimi esegeti e/o biblisti cattolici ricordiamo: l’ab. Giuseppe Ricciotti, mons.Salvatore Garofalo, mons. Giuseppe Spadafora e pochi altri nelle loro equipe. Se può valere qualcosa, io sconsiglio vivamente di acquistare Bibbie (o commentari) attuali NON spiegate dai suddetti, poiché le ritengo altamente fuorvianti; spesso si sacrifica l’inerranza, o la tradizione, o il consenso unanime, o la storicità dei testi, in favore di un irenismo, di un relativismo ateo e di un filogiudaismo sconvolgenti.
Un esempio di corrette esegesi demonologiche le trovate in questo documento “DEMONOLOGIA: LA SACRA SCRITTURA E IL DIAVOLO” contro le attuali fantasie dei modernisti che occupano gran parte delle scuole di teologia e dei seminari
LA LINGUA DELLA BIBBIA
La Bibbia è stata scritta in ebraico o in greco. In ebraico sono stati scritti quasi tutti i libri dell’Antico Testamento, ma alcuni sono stati scritti in caldaico, altri in greco. I protocanonici sono in ebraico o in caldaico.
In greco è stato scritto tutto il Nuovo Testamento, ad eccezione forse del Vangelo di S. Matteo scritto inaramaico e tradotto in greco, sembra dallo stesso autore. L’ebraico dell’Antico Testamento, rimasto quasi identico da Mosè all’esilio, fu poi contaminato da aramaismi, e fra il quarto e il terzo secolo avanti Cristo diventa lingua morta, usata nelle scuole e nella liturgia. La pronunzia tradizionale dell’ebraico fu conservata dai Massoreti coi segni vocalici aggiunti alle consonanti.
Il greco del Nuovo Testamento non è il classico, ma la lingua popolare diffusa in quasi tutto il mondo dalle conquiste d’Alessandro Magno, e potrebbe dirsi dorico-alessandrino. Senza alcun dubbio, come abbiamo visto, i testi originali sono fonte autentica della Rivelazione e contengono la Parola di Dio.
La Bibbia ha avuto nei secoli molte traduzioni. La più famosa fra le versioni greche è quella detta deiSettanta dal presunto numero dei suoi traduttori, che cominciato il lavoro verso il 286 avanti Cristo, l’avevano già terminato molto tempo prima del 130. Questa traduzione, che alcuni dissero ispirata e molti fatta sotto una speciale assistenza di Dio, come quella che doveva essere approvata da Cristo e dagli Apostoli, ha da sé gran valore, essendo traduzione quasi letterale del testo ebraico ufficiale come era due secoli avanti Cristo, diverso dal Massoretico, o testo oggi usato (che ebbe la sua forma definitiva dall’ottavo al decimo secolo dopo Cristo) e maggior valore acquista per essere stato il testo da cui gli Apostoli attinsero le loro citazioni, il testo usato dalla Chiesa nei primi secoli: è senza dubbio fonte autentica dellaRivelazione. Il primo posto fra le versioni della Bibbia l’ha la Volgata latina. Essa è dovuta in massima parte a S. Girolamo che (se si eccettuano Baruc, Sapienza, Ecclesiastico, I e II dei Maccabei, passati nella Volgata, senza correzioni, dall’antica versione latina detta Itala) corresse o tradusse sugli originali tutti i libri della Bibbia. Prese dall’itala e corresse sul greco il Nuovo Testamento; prese dall’itala e corresse i Salmi due volte: la prima sul greco dei Settanta (il così detto Saltero Romano), la seconda sul famoso testoesaplare di Origine (il così detto Saltero Gallicano che è passato nella Volgata). Finalmente tradusse dall’ebraico tutti i protocanonici. Dei Deuterocanonici tradusse dal caldaico Tobia e Giuditta e le partideuterocauoniche di Daniele, dal greco le parti deuterocanoniche di Ester. Questa traduzione s’impose tra i Cristiani dopo il quinto secolo e nel settimo divenne comune o Volgata: finalmente dal Concilio di Trentofu dichiarata autentica, cioè “testo ordinario nel pubblico insegnamento, nella predicazione, e tale che nessuno possa impugnarne o ricusarne il valore”.
Pubblicazione a cura di Carlo Di Pietro (clicca qui per leggere altri studi pubblicati)
Parte della ricerca è tratta dall’introduzione di P.E. Tintori, O.F.M., Sacra Bibbia, San Paolo, 1931, Roma
Nota:
SAN PIO X, CATECHISMO MAGGIORE
224. Chi sono quelli che non appartengono alla comunione dei santi? Non appartengono alla comunione dei santi nell’altra vita i dannati e in questa coloro che si trovano fuori della vera Chiesa.
225. Chi sono quelli che si trovano fuori della vera Chiesa? Si trovano fuori della vera Chiesa gli infedeli, gli ebrei, gli eretici, gli apostati, gli scismatici e gli scomunicati.
226. Chi sono gli eretici? Gli eretici sono i battezzati che ricusano con pertinacia di credere qualche verità rivelata da Dio e insegnata come di fede dalla Chiesa cattolica.
Nella versione del testo Verità della Fede, Volume primo, Giacinto Marietti, Torino, 1826, alla pagina 142, si leggono le parole del santo Dottore Alfonso Maria de’ Liguori: La seconda cosa certa si è, che quando in tempo di scisma si dubita, chi fosse il vero papa, in tal caso il concilio può esser convocato da’cardinali, e da’ vescovi; ed allora ciascuno degli eletti è tenuto di stare alla definizione del concilio, perchè allora si tiene come vacante la sede apostolica. E lo stesso sarebbe nel caso, che il papa cadesse notoriamente e pertinacemente in qualche eresia. Benché allora, come meglio dicono altri, non sarebbe il papa privato del pontificato dal concilio come suo superiore, ma ne sarebbe spogliato immediatamente da Cristo, divenendo allora soggetto affatto inabile, e caduto dal suo officio. (maggiore approfondimento qui: “SULLA NECESSITÀ DELL’INFALLIBILITÀ DEL PONTEFICE E SULLA CONDANNA DELLA COLLEGIALITÀ“)
Ed il C.J.C. (Codice di Diritto Canonico) del 1917: Tutti gli apostati dalla fede Cristiana, e tutti gli eretici e scismatici: sono ipso facto scomunicati … Il Delitto di Eresia: procura una scomunica ipso facto. Questa basilare scomunica è la pena incorsa da tutti gli eretici… Un eretico… è in tal modo incorso nella scomunica ed ha perso la appartenenza alla comunione generale di quella società (la Chiesa).
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Il dilemma dei Rabbi: uno sguardo ad Isaia 53
di Rachmiel Frydland
Questo argomento non è mai stato discusso nella mia scuola ebraica negli anni antecedenti alla guerra, in Polonia. Nell’educazione rabbinica che ho ricevuto, il capitolo 53 di Isaia è stato evitato continuamente in favore di altri argomenti più “importanti” da imparare. Eppure, quando lo lessi, la mia mente si riempì di domande.
Di chi parla questo capitolo? Le parole sono chiare – parla di un Servo del Signore il cui aspetto è sfigurato, ed è afflitto e ferito. Egli non ha meritato dolori o ferite, ma fu ferito per le nostre trasgressioni e colpito per le nostre iniquità, ed attraverso le sue ferite noi siamo stati guariti. Il testo presenta il Servo sofferente del Signore che muore come un korban, una ricompensa per la colpa. Egli è quindi sepolto con il ricco e malvagio, ma risorge gloriosamente alla vita. Dio permette che Egli sia percosso e, alla fine, esalta il Servo che ha patito tale sofferenza per cancellare i peccati di molti.
Ma chi è il Servo? I nostri antichi commentatori d’accordo ritenevano che il testo si riferisse all’Unto del Signore, il Messia. La traduzione Aramaica di questo capitolo, ascritta a Rabbi Jonathan Ben Uzziel, un allievo di Hillel del secondo secolo C.E. riporta questo, e c’è la stessa interpretazione nel Talmud babilonese (Sanhedrin 98b). Allo stesso modo accade nel Midrash Rabbah, in una spiegazione di Ruth 2:14, e nel Midrash Tanhuma, parashà Toldot, fine della sezione. Queste sono solo alcune delle antiche interpretazioni che attribuiscono questo capitolo al Messia.
Rashi (Rabbi Shlomo Itzchaki, 1040-1105) e alcuni dei rabbini seguenti, però, interpretano il capitolo come riferentesi ad Israele. Loro sapevano che le antiche interpretazioni lo riferivano al Messia. Ma Rashi viveva in un tempo in cui era praticata una distorsione medievale del cristianesimo. Egli voleva preservare il popolo ebraico dall’accettare tale fede e, anche se le sue intenzioni erano sincere, altri rabbini e leaders ebrei si resero conto dell’inconsistenza della sua interpretazione. Essi presentano una obiezione basata su tre punti. Primo: le antiche interpretazioni. Secondo: fanno notare che il testo è al singolare. Terzo, notano il versetto 8. Questo versetto presenta una difficoltà insormontabile per quelli che riferiscono Isaia 53 ad Israele (leggere il versetto). E’ forse il popolo ebreo tagliato fuori dalla terra dei viventi? No! In Geremia 31:35-37, Dio promette che noi esisteremo per sempre. Siamo orgogliosi del fatto che Am Yisrael Chai “il popolo di Israele è molto vivo e vitale”. Ed è impossibile dire che Israele soffrì per le trasgressioni del “mio popolo”, che chiaramente intende il popolo di Isaia. Il popolo di Isaia non sono i gentili, ma gli ebrei.
Moshe Kohen, un Rabbino spagnolo del 15° sec., spiega questo paragrafo:
“Questo capitolo, spiegano i commentatori, parla della cattività di Israele, nonostante venga usato il singolare. Altri hanno supposto che parli del mondo attuale, in cui siamo tormentati e oppressi…ma altri, alterando il numero dal singolare al plurale, cambiano il senso naturale dei versetti. E ciò che mi sembra, è che abbiano dimenticato la conoscenza dei Savi, e interpretato secondo la durezza dei loro cuori…io sono felice di interpretarlo, in accordo con l’insegnamento dei nostri rabbini, come referentesi al re Messia.”
Per lo stesso motivo il Rabbino Moshe Alsheikh, Rabbino di safed, 16° sec., dice: io sottolineo che i nostri rabbini unanimemente affermano che il profeta stia parlando del Re Messia.
Herz Homberg (1749-1841) dice: secondo l’opinione di Rashi e Ibn Ezra, questo capitolo si riferisce ad Israele alla fine della cattività. Ma se è così, qual’è il significato del versetto “fu ferito per le nostre trasgressioni”? Chi fu ferito? Chi sono i trasgressori? Chi ha portato il dolore e la malattia? Il fatto è che questo capitolo si riferisce al re Messia.
Eliezer HaKalir ha messo in rima il capitolo nel 9° sec., e viene recitato allo Yom Kippur, nella preghiera di Kether.
Le parole del profeta Isaia sono parole di speranza. Abbiamo un glorioso futuro ed un abbondante presente se ci appropriamo della salvezza reas possibile dall’Uno che fu ferito per le nostre trasgressioni e colpito per le nostre iniquità.
In conclusione, io chiedo: ma dove nella Scrittura ebraica è detto che ogni generazione ha il suo Messia? E poi, cos’è un Messia? Un Messia è un Salvatore. Ma da cosa? Dai nemici politici? Davvero un buon governo cambierebbe le cose sulla terra? Le cose cambiano solo se cambia il cuore dell’uomo, e questo solo un Messia spirituale può farlo.
Il punto è se si pensa di dover essere salvati da qualcosa, a livello spirituale. Il discorso è puramente accademico, se si pensa di non avere bisogno di un Salvatore. Se si crede che la propria giustizia sia sufficiente per stare davanti al Santo, non c’è bisogno, ovviamente, di un Salvatore.
Nota aggiunta: Quali rabbini sostengono che Isaia 53 è un capitolo messianico e ha connessioni con Gesù? Daniel Zion, ex rabbino capo della città di Jaffa escluso dal ruolo dopo aver creduto in Yeshua, dà il seguente elenco: Mosheh El Sheikh, Yepheth Ben Ali, Don Ytzchak Abarbanel, lo Zohar, Rabbi Shimon Ben Yohai, Moshe Kohen Ibn Crispin, Rabbi Shlomoh Astric, Sa’adiyah Ibn Donan, Yoseph Albo, Meir Ben Shimon, Rabbi Samuel Lanyado, Midrash Konen, Asereth Memroth, Yakov Yoseph Mordecai Chaim Passami, Ytzchak Troki, Rabbi Naphtali Ben Asher Altshuler, Levi Ben Gershom, Rabbi Liwa di Praga.
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L’occulto e la New Age nella Bibbia
Riti occulti | Deuteronomio 18:10-14 |
Astrologia | Deuteronomio 4:19-20 |
Oroscopi | Isaia 47:10-15 |
Miracoli fasulli | 2Tessalonicesi 2:1-12 |
Il potere di Gesù | Luca 10:17-22 |
Provare gli spiriti | 1Giovanni 4:1-6 |
Combattimento spirituale | Efesini 6:10-18 |
La mensa dei demoni | 1Corinzi 10:21-22 |
Consultare la Parola! | Isaia 8:19-20 |
Bruciateli! | Atti 19:18-20 |
Pienezza in Cristo | Colossesi 2:8-10 |
Altri dèi? | Isaia 43:10-13; 44:6-8 |
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“Con tutto il cuore…”
Amare | Matteo 22:37; Deuteronomio 6:5 |
Cercare | Geremia 29:13; Salmo 119:2 |
Servire | Romani 1:9; Giosuè 22:5 |
Lodare | Salmi 9:1; 86:12 |
Ubbidire | Salmo 119:34 |
Fidarsi | Proverbi 3:5 |
Rallegrarsi | Sofonia 3:14 |
Ritornare | Gioele 2:12; Geremia 24:7 |
Invocare Dio | Salmo 119:145 |
Essere fedele al Signore | Atti 11:23 |
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10 motivi per credere nella Bibbia
1. La sua onestà
La Bibbia è molto onesta. Parla di Giacobbe, il padre del suo “popolo scelto”, come ingannatore. Descrive Mosè, che ha dato la legge, come un leader riluttante e insicuro di sé, e che, nel suo primo tentativo di aiutare il suo popolo, uccise un uomo e poi fuggì nel deserto. Racconta di Davide, non solo come re, generale e leader spirituale di Israele, ma anche come uno che ha preso la moglie di un altro e poi, per coprire il suo peccato, cospirò per far uccidere il marito. Ad un punto, le Scritture accusano il popolo di Dio, la nazione di Israele, di essere così malvagio che Sodoma e Gomorra sono bravi in confronto (Ezechiele 16:46-52). La Bibbia rappresenta la natura umana come ostile a Dio. Predice un futuro pieno di guai. Insegna che la via al cielo è stretta e che la via per l’inferno è larga. Le Scritture chiaramente non sono state scritte per quelli che vogliono risposte semplici, o un punto di vista facile e ottimista della religione e della natura umana.
2. La sua preservazione
Mentre lo stato moderno di Israele nasceva dopo migliaia di anni di dispersione, un pastore beduino scoprì uno dei tesori archeologici più importanti. In una grotta nella parte nord-occidentale del mar Morto, un vaso rotto rese documenti che erano rimasti nascosti per due millenni. Altre scoperte produssero manoscritti che risalivano a 1.000 anni prima delle copie che erano le più vecchie conosciute in precedenza. Uno dei più importanti era una copia di Isaia. Rivelò un documento che è in pratica uguale al libro di Isaia che appare nelle nostre Bibbie. I rotoli del mar Morto screditarono le affermazioni di quelli che credevano che la Bibbia originale era stata persa e manomessa.
3. Le sue affermazioni su sé stessa
È importante sapere quello che la Bibbia dice di sé stessa. Se gli autori delle Scritture non hanno creduto di parlare per Dio, sarebbe presuntuoso da parte nostra credere così di loro. Avremmo anche un problema diverso. Avremmo una raccolta di misteri non risolti, inclusi in una letteratura storica e etica, ma non avremmo un libro che ha ispirato la costruzioni di migliaia di chiese e di sinagoghe in tutto il mondo. Una Bibbia che non affermasse di parlare per Dio non potrebbe essere il fondamento della fede di miriadi di Cristiani e Giudei (2Pietro 1:16-21). Ma con molta evidenza e tanti argomenti, gli scrittori della Bibbia affermavano di essere stati ispirati da Dio. Siccome milioni hanno affidato il loro presente e il loro futuro a queste affermazioni, la Bibbia non può essere una ‘buon libro’ se i suoi scrittori hanno sempre mentito sulla fonte delle loro informazioni e ingannato i loro lettori.
4. I suoi miracoli
L’esodo di Israele dall’Egitto dà una base storica per credere che Dio abbia rivelato sé stesso a Israele. Se il mar Rosso non fosse diviso come Mosè disse che era successo, l’Antico Testamento perderebbe la sua autorità di parlare da parte di Dio. Il Nuovo Testamento dipende ugualmente sui miracoli. Se Gesù non fosse risorto dai morti, l’apostolo Paolo ammise che la fede cristiana sarebbe stata costruita su una bugia (1Corinzi 15:14-17). Per dimostrare la sua credibilità, il Nuovo Testamento nominò i suoi testimoni, e fece così in un periodo che rendeva possibile il controllo di queste affermazioni (1Corinzi 15:1-8). Molti dei testimoni furono martirizzati, non per convinzioni astratti di moralità o di spiritualità, ma per la loro affermazione che Gesù era risorto dai morti. Mentre il martirio non è insolito, quello che è importante è la base di quello per cui queste persone diedero la propria vita. Molti muoiono per quello che credono di essere la verità. Ma persone non muoiono per quello che sanno di essere una bugia.
5. La sua unità
40 scrittori diversi scrissero i libri della Bibbia in un periodo di circa 1.600 anni. 400 anni di silenzio separano i libri dell’Antico Testamento da quelli del Nuovo Testamento. Eppure, da Genesi ad Apocalisse, tutti gli scrittori e tutti i libri racconto un’unica storia, che man mano si sviluppa. Insieme, danno rispose coerenti alle domande più importanti che possiamo porre: Perché ci siamo? Come possiamo affrontare le nostre paure? Come possiamo vivere in pace con gli altri? Come possiamo alzarci sopra le nostre circostanze e tenere viva la speranza? Come possiamo fare pace con il nostro Creatore? Le risposte costanti della Bibbia a queste domande dimostrano che le Scritture non sono molti libri, ma uno solo.
6. La sua esattezza storica e geografica
Nel passato, molti hanno dubitato dell’esattezza storica e geografica della Bibbia. Però, archeologici moderni hanno ripetutamente trovato evidenza delle persone, dei luoghi e delle società menzionati nelle Scritture. Diverse volte, le descrizioni nel racconto biblico si sono dimostrati più affidabili delle speculazioni degli studiosi. Il visitatore moderno ai musei e ai paesi della Bibbia non può non essere impressionato dallo sfondo geografico e storico del testo biblico che veramente esisteva.
7. La sua approvazione da parte di Cristo
Molti hanno parlato bene della Bibbia, ma nessuna approvazione è così forte quanto quella di Gesù di Nazaret. Raccomandò la Bibbia non solo con le sue parole, ma anche con la sua vita. In momenti di tentazione personale, di insegnamento pubblico e di sofferenza personale, rese chiaro il fatto che credeva che l’Antico Testamento era più di una tradizione nazionale (Matteo 4:1-11; 5:17-19). Credeva che la Bibbia fosse un libro che parlava di sé stesso. Ai Giudei disse, “Voi investigate le Scritture, perché pensate d’aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse sono quelle che rendono testimonianza di me; eppure non volete venire a me per aver la vita!” (Giovanni 5:39-40).
8. Le sue profezie
Fin dal tempo di Mosè, la Bibbia predisse degli eventi in cui nessuno voleva credere. Prima che Israele entrasse nella terra promessa, Mosè predisse che Israele sarebbe stato infedele, che avrebbe perso la terra che Dio gli dava, che sarebbe disperso in tutto il mondo, raccolto e poi ristabilito (Deuteronomio 28-31). Centrale alle profezie dell’Antico Testamento era la promessa di un Messia che avrebbe salvato il popolo di Dio dai loro peccati e poi portare il giudizio e la pace al mondo intero.
9. La sua sopravvivenza
I libri di Mosè furono scritti 500 anni prima delle prime scritture indù. Mosè scrisse il libro della Genesi 2000 anni prima che Muhammad scrivesse il Corano. In tutto questo periodo, nessun libro è stato così amato e così odiato quanto la Bibbia. Nessun altro libro è stato comprato, studiato e citato quanto la Bibbia. Mentre milioni di altri libri sono stampati e dimenticati, la Bibbia è ancora il libro con cui gli altri sono misurati. Benché sia trascurata da quelli a cui non piace il suo insegnamento, la Bibbia è tutt’oggi il libro fondamentale dalla civilizzazione occidentale – anche se in realtà è un libro del Medio Oriente.
10. Il suo potere di cambiare vite
In tutta la storia, ci sono state delle persone che la Bibbia ha cambiato. I Dieci Comandamenti sono stati una fonte di guida morale per milioni di persone. I Salmi di Davide hanno confortato in periodi di difficoltà e perdita. Il Sermone sul Monte di Gesù ha dato a molti l’antidoto all’orgoglio e al legalismo. La descrizione dell’amore da parte di Paolo in (1Corinzi 13) ha ammorbidito cuori arrabbiati. Le vite cambiate di persone come l’apostolo Paolo, san Agostino, Martino Lutero, John Newton e Lev Tolstoj illustrano la differenza che la Bibbia può fare. Addirittura intere nazioni e tribù, come i Celti dell’Irlanda, i Vichinghi della Norvegia, o gli Indiani Auca dell’Ecuador, sono state trasformate dalla Parola di Dio e dalla vita unica e dal significato di Gesù Cristo.
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10 motivi per cui io credo che la Bibbia sia la Parola di Dio
di William W. Orr
Sommario
- È ragionevole
- La sua composizione meravigliosa
- La sua completezza unica
- I suoi insegnamenti senza paralleli
- Il suo appello perenne
- La sua esattezza scientifica
- Le sue profezie adempiute
- La sua preservazione miracolosa
- Il suo potere trasformatore
- Il suo messaggio di Cristo
È la Bibbia la Parola di Dio?
Afferma di esserla. Dalla sua prima frase fino all’ultimo Amen, le Scritture affermano che il loro autore è Dio. È scritto ripetutamente che mentre la penna usata è quella dell’uomo, le parole scritte sono quelle di Dio. Ripetutamente la fonte assolutamente unica del messaggio è affermata. Quasi innumerevoli sono le occasioni in cui l’origine umana è completamente rinnegata.
Che cosa allora? Possiamo sapere che questa affermazione è vera?
La risposta è ‘sì’, perché Dio ha circondato il suo libro con un muro di evidenza assolutamente irresistibile. Ci sono prove abbondanti, anzi travolgenti, della veracità delle sue affermazioni. Ad ogni punto che vorremmo esaminarla, troviamo una conferma più che sufficiente. Non è possibile valutare tutta l’evidenza e non essere convinto che “ogni Scrittura è ispirata da Dio”.
La Bibbia non teme neanche di essere investigata. Piuttosto, invita ad essere scrutata il più possibile. Perché più attentamente è studiata, più gioiosamente sarà ricevuta come quella che è veramente – la Parola del Dio vivente.
E se questo è vero, questo libro trascende infinitamente in importanza ogni altro libro del mondo. Che cosa è così importante quanto sapere il messaggio di Dio per l’umanità e per te? Semplicemente, non puoi trascurare un tale libro. Ignorarlo porta un grave pericolo all’anima. Come puoi essere onesto con il tuo cuore senza rendere le affermazioni di questo libro lo scopo principale della tua vita?
Ti invitiamo a considerare l’evidenza…
Continua: 1. È ragionevole
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Il racconto della Bibbia
Questo articolo non è un elenco di tutti gli eventi della Bibbia – per questo puoi leggere una cronologia – neanche un elenco del contenuto dei libri che la compongono. Cerca invece di raccontare la storia della Bibbia, di trovare dei temi che la uniscono.
La Bibbia in tre righe
- Dio ha creato il mondo perfetto, e l’uomo governava il mondo sotto la sua autorità (Gen 1-2)
- Ma l’uomo si è ribellato contro Dio (Gen 3), e cerca sempre di farsi dio (Gen 4–Apoc 20)
- Il progetto di Dio è di ripristinare l’umanità come era prima in rapporto con lui in una nuova creazione sotto un solo capo Cristo(Apoc 21-22; Efes 1:9-10)
Pittoricamente, possiamo quindi rappresentare il racconto biblico così:
Però, come vedremo, ci sono state molte anticipazioni di questo restauro nell’Antico Testamento (AT), e benché Gesù abbia stabilito il nuovo regno nella sua morte non è ancora completamente rivelato. La nostra immagine quindi è più dettagliatamente così:
Ma queste cose saranno spiegate ulteriormente qui sotto.
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Fidandomi di Gesù sono…
Un figlio di Dio | 1Giovanni 3:1-2 |
Salvato per grazia | Efesini 2:8-9 |
Sicuro nel suo amore | Romani 8:35-39 |
Giustificato | Romani 5:9 |
Perdonato | Efesini 1:7 |
Un cittadino del cielo | Filippesi 3:20 |
Un tralcio della sua vite | Giovanni 15:5 |
Il tempio di Dio | 1Corinzi 3:16 |
Un erede di Dio | Romani 8:17“ |
La proprietà di Dio | Romani 14:8 |
Una nuova creazione | 2Corinzi 5:17 |
Sale e luce | Matteo 5:13-14 |
Ho la vita | 1Giovanni 5:12-13 |
Veramente libero | Giovanni 8:31-32,36 |
Nascosto con Cristo | Colossesi 3:3-4 |
A pace con Dio | Romani 5:1 |
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Il messaggio della Bibbia
Dio ci ha dato la Bibbia per un scopo ben preciso: vuole che noi lo conosciamo. Vuole darci la salvezza. Ma essendo giusto, non lo può fare così, perché pecchiamo tutti. Nella Bibbia si scopre il piano di salvezza che Dio ha disegnato.
Quattro passi per ottenere pace con Dio
Il piano di Dio – Pace e vita
Dio ti ama e vuole che esperimenti la Sua pace e la Sua vita.
La Bibbia dice:
Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinchè chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.
(Giovanni 3,16)
Il problema dell’uomo – Separazione
Pace con Dio non è una cosa che otteniamo automaticamente, perché la nostra natura ci separa da Dio.
La Bibbia dice:
Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio.
(Romani 3,23)
La soluzione di Dio – La croce
L’amore di Dio fa dal ponte tra Dio e te. Quando Gesù Cristo morì in croce e poi risuscitò, pagò anche per i tuoi peccati.
La Bibbia dice:
Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le sue lividure siete stati guariti.
(1Pietro 2,24)
La risposta dell’uomo – Accettare Cristo
Tu puoi oltrepassare la divisione tra Dio e l’uomo, diventando membro della famiglia di Dio se lo accetti personalmente.
La Bibbia dice:
Ma a tutti che l’hanno ricevuto egli ha data il diritto di diventare figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome.
(Giovanni 1,12)
Per accettare Cristo devi fare quattro passi:
- RICONOSCERE il tuo bisogno spirituale: Sono un peccatore
- CONVERTIRTI, cioè essere pronto a rinunciare al peccato
- CREDERE che Gesù Cristo è morto alla croce per te
- RICEVERE, in preghiera, Gesù Cristo nel tuo cuore e nella tua vita
Cristo stesso dice nella Bibbia:
Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.
(Apocalisse 3,20)
Potresti pregare così (ma ricordati che non sono le parole che ti salvano: Dio guarda il tuo cuore e le parole non importano):
Signor Gesù,
So che sono un peccatore. Credo che tu sei morto per i miei peccati. Mi converto da questi e apro la porta del mio cuore e della mia vita a te. Ti accetto come mio Salvatore e Signore. Grazie che mi vuoi salvare. Amen.
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Profezie che riguardano Gesù
Profezia | Adempimento | |
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Nato a Betlemme | Michea 5:1 | Matteo 2:1-6; Luca 2:4 |
Potente e eterno | Isaia 9:5-6 | Luca 1:31-33 |
Nato di una vergine | Isaia 7:14 | Matteo 1:18-23 |
Della tribù di Giuda | Genesi 49:10 | Apocalisse 5:5 |
La strage degli innocenti | Geremia 31:15 | Matteo 2:16-18 |
La fuga in Egitto | Osea 11:1 | Matteo 2:15 |
Sgombro del tempio | Salmo 69:9 | Giovanni 2:13-17 |
Entrata in Gerusalemme | Zaccaria 9:9 | Matteo 21:1-11 |
Trenta sicli d’argento | Zaccaria 11:12-13 | Matteo 26:15; 27:3-10 |
Silenzioso davanti ad accusatori | Isaia 53:7 | Matteo 26:62-63; 27:12-14 |
Prega per i nemici | Isaia 53:12 | Luca 23:34 |
Tirare a sorte per i suoi vestiti | Salmo 22:18 | Matteo 27:35 |
Nella tomba di un ricco | Isaia 53:9 | Matteo 27:57-60 |
Soffre e muore per i nostri peccati | Isaia 53:4-12 | Matteo 8:17; Romani 4:25; 1Corinzi 15:3; 2Corinzi 5:21; 1Pietro 2:22-24; 3:18 |
Altre profezie: Deuteronomio 18:15,18; Isaia 11:1-5; 42:1-4; 50:6; 61:1-2; Geremia 23:5-6; Zaccaria 12:10; Daniele 7:13-14
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La Sacra Bibbia
Qui ci sono dei link a tutti i libri della Sacra Bibbia, da cui ci sono dei link ad ogni capitolo del libro.
Genesi
Esodo
Levitico
Numeri
Deuteronomio
Giosuè
Giudici
Rut
1Samuele
2Samuele
1Re
2Re
1Cronache
2Cronache
Esdra
Neemia
Tobia
Giuditta
Ester
1Maccabei
2Maccabei
Giobbe
Salmi
Proverbi
Ecclesiaste
Cantico
Sapienza
Siracide
Isaia
Geremia
Lamentazioni
Baruc
Ezechiele
Daniele
Osea
Gioele
Amos
Abdia
Giona
Michea
Naum
Abacuc
Sofonia
Aggeo
Zaccaria
Malachia
Vangeli, Apocalisse, Atti degli Apostoli, Lettere, Apocrifi
Matteo
Marco
Luca
Giovanni
Atti
Romani
1Corinzi
2Corinzi
Galati
Efesini
Filippesi
Colossesi
1Tessalonicesi
2Tessalonicesi
1Timoteo
2Timoteo
Tito
Filemone
Ebrei
Giacomo
1Pietro
2Pietro
1Giovanni
2Giovanni
3Giovanni
Giuda
Apocalisse
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Come è Dio?
Lui è:
- Creatore Genesi 1; Salmo 33; Colossesi 1:15-17
- L’unico vero Dio Isaia 43:10-13; 44:6-8; 1Corinzi 8:4-6; Giuda 25
- Fedele Esodo 34:6; Deuteronomio 7:9; 32:4; 2Tessalonicesi 3:3; 2Timoteo 2:11-13
- Pieno di amore Salmi 86:5,15; 103; Michea 7:18; 1Giovanni 4:7-21
- Nostro Padre Matteo 6:6; 7:11; Galati 4:6-7; Isaia 63:16
- Santo Salmo 99; Isaia 6:1-5; 1Pietro 1:15-16; Apocalisse 15:3-4
- Eterno Deuteronomio 33:27; Salmo 90; Geremia 10:10; 1Timoteo 1:17; 2Pietro 3:8
- Giusto Salmi 9:8; 11:7; 33:5; Giovanni 17:25; 2Timoteo 4:8
- Onnipotente 1Cronache 29:10-13; Geremia 32:17; Matteo 28:18; Apocalisse 1:8
- Visibile in Gesù Giovanni 14:8-11; Colossesi 1:15-20; Ebrei 1:1-3; Isaia 9:2-6
- Pieno di cura Salmo 147; Matteo 6:25-34; 10:28-31; 1Pietro 5:7
- Giudice di tutti Isaia 33:22; Matteo 25:31-46; Atti 17:31; Giacomo 4:12
- Amico di peccatori 1Timoteo 1:15-17; Matteo 9:9-13; Salmo 32; Isaia 55:1-7
- Imparagonabile Salmo 139:1-18; Isaia 55:8-11; Romani 11:33-36
- Triuno Matteo 3:16-17; 28:19; Giovanni 10:30; Romani 8:9; 1Corinzi 12:4-6; 2Corinzi 13:14; 1Pietro 1:2; Genesi 1:26
- Immutabile Ebrei 1:10-12
- Di ogni conforto 2Corinzi 1:3-5
- Pieno di grazia Efesini 2:4-10
- Immortale e invisibile 1Timoteo 6:15-16
- Vicino agli umili e oppressi Isaia 57:15
- Della storia Daniele 2:20-22
- Uno che fa miracoli Salmo 77:14
- Uno che perdona Michea 7:18-19
- Signore della pace 2Tessalonicesi 3:16
- Uno che odia il male Isaia 61:8
- Un fuoco consumante Ebrei 12:29
- Uno che ascolta i nostri problemi Salmo 13
Questi versetti mostrano solo una piccola parte di quello che la Bibbia rivela di Dio.
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20 minuti con il Signore
(Adatta i seguenti suggerimenti ai propri bisogni…)
Un piano:
- Apertura – 2 minuti
- Confessione dei peccati – 2 minuti
- Lettura della Bibbia – 7 minuti
- Meditazione – 2 minuti
- Preghiera – 5 minuti
- Chiusura – 2 minuti
Hai solo 10 minuti? Prova in questo modo:
- Apertura e confessione dei peccati – 1 minuto
- Lettura della Bibbia e meditazione – 5 minuti
- Preghiera – 3 minuti
- Chiusura – 1 minuto
Ricordati che 10 minuti sono molto migliori di niente!
Avrai un gran beneficio se trascorri 2-4 ore una volta al mese come un “giorno con Dio” – per esempio un sabato o una domenica. Incontra il Signore nella lettura della Bibbia, riflessione, programmazione personale, musica, meditazione, e molta preghiera.
a) Apertura – 2 minuti
«Sta’ in silenzio davanti al Signore, e aspettalo» (Salmo 37:7). Sii tranquillo. Rilassati nel corpo e nella mente. Da’ tutte le tue preoccupazioni e tensioni a Dio. Sii consapevole della sua presenza. Riposati nel Signore.
Entra nella presenza del Signore con adorazione e lode. Rifletti sulla sua grandezza e potenza (1Cronache 29:11-12). Loda Dio con le proprie parole, oppure usando testi biblici, per esempio i (Salmi 145-150). Anche gli inni e cantici di adorazione sono utili.
b) Confessione dei peccati – 2 minuti
«Esaminami, o Dio, e conosci il mio cuore. Mettimi alla prova e conosci i miei pensieri. Vedi se c’è in me qualche via iniqua e guidami per la via eterna.» (Salmo 139:23-24). Lascia che la luce di Dio risplenda negli angoli della tua vita, e confessa i tuoi peccati a lui: pensieri, parole, azioni e omissioni (Daniele 9:4-10, Salmo 19:13, Giacomo 4:17). Sii il più specifico possibile. Ricevi il perdono di Dio, e la sua potenza per essere cambiato (Salmi 32, 51, Isaia 1:18, Romani 12:2, 1Giovanni 1:9).
c) Lettura della Bibbia – 7 minuti
Chiedi al Signore di aprire il tuo cuore e la tua mente (Salmo 119:18,130).
Leggi un brano dalla Bibbia. Segui un piano di lettura biblica (per esempio le letture quotidiane di questo sito), o creane uno per te stesso. Forse è meglio iniziare leggendo tutto il Nuovo Testamento. Alterna fra i Vangeli e il resto del NT.
d) Meditazione e ascolto alla voce di Dio – 2 minuti
Scegli un versetto o una frase dal testo che hai letto e medita su di esso. Forse potresti memorizzarlo. Lascia che Dio ti parli. Scrivi nel tuo quaderno quello che lui ti mostra.
e) Preghiera – 5 minuti
Prega per te stesso. Prega per altri: la famiglia, amici, colleghi, vicini. Prega per la tua chiesa, il risveglio, missioni, cristiani perseguitati. Prega per la tua città, la nazione, il mondo. A volte potresti usare il giornale per aiutarti a pregare.
f) Chiusura – 2 minuti
Canta una canzone, o ascolta una casetta o un CD. Ringrazia Dio per la comunione con lui oggi. Chiedi la sua potenza e la sua saggezza per vivere per lui. Ripeti la verità su cui hai meditato.
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Alcune parabole di Gesù Cristo
Sale e luce | Matteo 5:13-16 |
Due costruttori di case | Matteo 7:24-27 |
Il seminatore e i suoli | Matteo 13:1-9,18-23 |
Le zizzanie | Matteo 13:24-30,36-43 |
Il granello di senape | Matteo 13:31-32 |
Il lievito | Matteo 13:33-35 |
Il tesoro e la perla | Matteo 13:44-46 |
La rete | Matteo 13:47-50 |
Il servo senza pietà | Matteo 18:23-35 |
I lavoratori nella vigna | Matteo 20:1-16 |
Due figli | Matteo 21:28-32 |
I vignaioli | Matteo 21:33-44 |
Il banchetto delle nozze | Matteo 22:1-14 |
Le dieci vergini | Matteo 25:1-13 |
I talenti | Matteo 25:14-30 |
Le pecore e i capri | Matteo 25:31-46 |
Il creditore | Luca 7:41-43 |
Il buon Samaritano | Luca 10:25-37 |
Il ricco stolto | Luca 12:16-21 |
Il gran convito | Luca 14:15-24 |
Il costo del discepolato | Luca 14:28-33 |
La pecora smarrita | Luca 15:1-7 |
La moneta smarrita | Luca 15:8-10 |
Il figlio smarrito (prodigo) | Luca 15:11-32 |
Il fattore infedele | Luca 16:1-13 |
Il ricco e Lazzaro | Luca 16:19-31 |
La vedova persistente | Luca 18:1-8 |
Il fariseo e il pubblico | Luca 18:9-14 |
Il buon pastore | Giovanni 10:1-16 |
La vite e i tralci | Giovanni 15:1-8 |
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Guida allo studio della Bibbia
Di J. W. McGarvey (1897)
Sommario
- Definizioni
- Le divisioni dell’Antico Testamento
- Il testo originale e la sua preservazione
- Sommario del Pentateuco
- La storia di Israele dalla morte di Mosè a quella di Davide
- Il regno di Salomone e la divisione del regno
- I due regni (1Re 1-12; 2Cronache 1-12)
- Il regno di Giuda continuato (2Re 18-25; 2Cronache 29-36)
- Altri libri profetici prima dell’esilio
- I libri poetici
- I libri dell’esilio
- I libri dopo l’esilio
- Le divisioni del Nuovo Testamento
- I Vangeli e gli Atti
- Le epistole di Paolo
- Le epistole cattoliche e l’Apocalisse
- Un breve ripasso
- Domande di ripasso
Appendici
- Prime traduzioni delle Scritture
- Libri apocrifi o deuterocanonici
- Riassunto della storia d’Israele
- Profeti principali dell’Antico Testamento
- Eventi importanti nella vita di Cristo
- Riassunto dei viaggi e dell’opera dell’apostolo Paolo
- Ordine cronologico dei libri del Nuovo Testamento
1. Definizioni
La parola Bibbia viene dalla parola greca biblos, che vuol dire libro. Usata come titolo, significa Il Libro, così chiamata per il modo in cui era usata dai credenti quando la Bibbia fu completata. Anche i titoli Antico Testamento (detto anche Vecchio Testamento) e Nuovo Testamento sono stati introdotti dopo che la Bibbia fu completata. I libri contenuti nella seconda sezione contengono un nuovo patto che Dio ha fatto con gli uomini, mentre quelli nella prima contengono il primo patto che fece. Infatti la parola per patto era tradotta testamentum, e a causa di questa parola, in un periodo in cui la Bibbia in latino era la più letta in Europa, il titolo Testamento è stato usato per le due sezioni.
Il titolo Scritture, a volte con il prefisso Sante, è un titolo che il Nuovo Testamento usa per i libri dell’Antico Testamento. In 2Pietro 3:16 è anche usato implicitamente per le epistole di Paolo, e così era usato come titolo per tutta la Bibbia. La parola significa scritti, e in questo senso primario poteva essere usata per qualsiasi scritto; ma come l’espressione Il libro era usata per un libro particolare, cioè la Bibbia, così l’espressione Le Scritture era usata per gli scritti nella Bibbia. Quando il titolo Sante è aggiunto, la Bibbia è ulteriormente differenziata dagli altri scritti.
Gli apostoli Paolo e Pietro usano il titolo “oracoli di Dio” per i libri dell’Antico Testamento, e Stefano li chiama “oracoli di vita” (Romani 3:2; Ebrei 5:12; 1Pietro 4:11; Atti 7:38). Oracoli significa affermazioni di Dio; e questi libri erano così chiamati perché contengono affermazioni di Dio tramite degli uomini ispirati. Sono chiamati oracoli di vita a causa della loro potenza, in confronto con l’impotenza degli oracoli pagani. Ma se i libri dell’Antico Testamento sono degni di questo titolo, quanto più quelli del Nuovo Testamento; di conseguenza, Papia, uno scrittore cristiano del secondo secolo, usa il termine per il Vangelo secondo Matteo, dicendo, “Matteo scrisse gli oracoli”. Ciò è vero soprattutto di Matteo, perché più della metà del suo libro è composto da discorsi di Gesù. È giusto quindi parlare dell’intera Bibbia come “gli oracoli di Dio” o “gli oracoli di vita”.
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Racconti nella Bibbia
Racconti nell’Antico Testamento
- Noè e il diluvio Genesi 6:1-9:17
- Giuseppe Genesi 37-50
- Mosè in Egitto Esodo 1-14
- Mosè nel deserto Esodo 15:22-20:26, 31:18-34:35; Numeri 20-21:25
- Rut Rut 1-4
- Samuele 1Samuele 1-3, 7-10, 12, 15-16
- Davide, il re pastore 1Samuele 16-27, 29-30:25; 2Samuele 9, 11-12, 15:1-18; 18; 1Re 1:1-31, 2:1-11
- Re Salomone 1Re 2:12-11:43
- Elia, il grande profeta 1Re 17-19, 21; 2Re 1
- Il trionfo di Ieu su Izebel 2Re 9
- Neemia, il costruttore eroico Neemia 1-2, 4
- Il banchetto di Baldassar e la scrittura sul muro Daniele 5
- Daniele nella fossa dei leoni Daniele 6
Racconti nel Nuovo Testamento
- Stefano, il primo martire Atti 6:5-15, 7:54-60
- Filippo e l’etiope Atti 8:26-39
- Saul di Tarso Atti 9:1-32
- Pietro e Cornelio Atti 10
- Pietro in prigione Atti 12:1-19
- Paolo in prigione Atti 16:16-40
- Tumulto ad Efeso Atti 19:23-41
- Il viaggio di Paolo a Roma Atti 27-28
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L’evangelizzazione
Il disegno di Dio: Il vangelo a tutte le nazioni
Marco 16:15; Matteo 24:14; 28:18-19; Luca 24:6-7; Romani 10:12-15; Atti 1:8; 13:47; 26:16-18; Salmi 67; 96; Romani 15:8-13; Apocalisse 7:9-10; 1Cronache 16:23-31
Buoni motivi per condividere il Vangelo con altri
Dio lo comanda | Matteo 28:18-20; Atti 1:8 |
Gesù è l’unica via a Dio | Giovanni 14:6; Atti 4:12 |
L’inferno è una realtà | Matteo 25:41; 2Tessalonicesi 1:8-9 |
Il bisogno più grande della gente è essere riconciliato a Dio | 2Corinzi 5:19-20; Giovanni 3:36 |
Non possiamo tacere su quello che abbiamo sperimentato | Atti 4:20; 2Corinzi 5:14 |
Dio si rallegra ed è onorato quando qualcuno è salvato | Luca 15:7,10 |
Gesù sta per ritornare | Giacomo 5:8; Apocalisse 22:7,20 |
Condividere il Vangelo
Leggi questi versetti biblici e domande con un amico che non ha ancora capito il vangelo e ricevuto Gesù come Salvatore e Signore. Parlate insieme delle risposte.
Romani 3:23 | Chi ha peccato? |
Isaia 59:2 | Cosa ha fatto il peccato nella tua vita? |
Ebrei 9:27 | Cosa succederà quando muori? |
Efesini 2:8-9 | Che cosa non ti aiuterà ad essere salvato? |
Romani 5:8 | Che cosa che fatto Cristo per noi? |
Giovanni 1:12 | Cosa dobbiamo fare per far parte della famiglia di Dio? |
Apocalisse 3:20 | Dove è Gesù adesso? Cosa sta facendo? Cosa devi fare tu? Lo farai? |
Giovanni 5:24 | Cosa succede quando senti e credi? |
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Brani difficili nella Bibbia
Ci sono alcune domande comuni sulla Bibbia, perché certi brani sono più difficili da capire che altri. Ho raccolto le mie risposte a queste domande in questa parte del sito, per aiutare quelli che porranno queste domande nel futuro. Per iniziare, puoi leggere l’introduzione, e puoi cliccare su una delle domande qui sotto oppure digitare il riferimento di un brano. Puoi anche scaricare un file PDF che contiene tutte le domande e risposte in un unico documento.
Finora, ho cercato di rispondere in modo sistematico a tutti i brani più difficili nel Nuovo Testamento, ma solo alcuni nell’Antico Testamento. Continuerò adesso ad aggiungere delle risposte a tutti i brani più difficile dell’Antico Testamento.
Brano:
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I Salmi
Nota: Alcune versioni della Bibbia usano una numerazione diversa dei Salmi (quella greca invece di quella ebraica). In tali versioni bisogna sottrarre uno dalla maggior parte di questi riferimenti.
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Come abbiamo ricevuto la Bibbia
di John F. MacArthur, Jr., The MacArthur Study Bible, (Dallas: Word Publishing) 1997
Fin da quando Eva incontrò la marea di dubbio e di rinnegamento di Satana (Genesi 3:1-7), l’umanità ha continuato a dubitare della Parola di Dio. Purtroppo, Eva ebbe poco aiuto per superare i suoi ostacoli intellettuali nella piena fiducia nell’auto-rivelazione di Dio (Genesi 2:16-17).
Senz’altro, le Scritture hanno abbastanza contenuto per essere interrogate, dato che sono composte da 66 libri, 1189 capitoli, 31173 versetti, e più di 750.000 parole. Quando apri la tua Bibbia per leggerla o studiarla, forse ti chiedi o ti sei chiesto nel passato, “Come possiamo essere sicuri che questa è la Parola di Dio?” Una domanda del genere non è del tutto sbagliata, soprattutto quando si cerca con una mente aperta (Atti 17:11). Le Scritture sono aperte alle domande che uno studente sincero si pone. C’è un sacco di domande che possono venire in mente, per esempio:
- Da dove viene la Bibbia?
- Di chi dà il pensiero?
- Sono stati persi dei libri della Bibbia nel passato?
- Che cosa affermano le Scritture riguardo sé stesse?
- È all’altezza delle sue affermazioni?
- Chi ha scritto la Bibbia – Dio o l’uomo?
- Le Scritture sono state protette da modifiche umane durante i secoli?
- Quanto vicino ai manoscritti originali sono le traduzioni moderne?
- Come è arrivata la Bibbia alla nostra era e nella nostra lingua?
- Ci sono più Scritture future, oltre gli attuali 66 libri?
- Chi ha deciso, e con quale basi, che la Bibbia è composta dell’elenco tradizionale di 66 libri?
- Se le Scritture furono scritte in un periodo di circa 1500 anni (dal 1400 a.C. al 100 d.C. all’incirca), tramandate per 2000 anni, e tradotte in migliaia di lingue, che cosa impediva che la Bibbia fosse alterata da persone, o per sbaglio o per cattivi motivi?
- La Bibbia di oggi merita veramente il titolo “La Parola di Dio”?
Senza dubbio, queste domande hanno assillato la mente di molti. Uno studio delle Scritture risolve tutte queste questioni, in modo che non ci sia più bisogno di essere preoccupato da esse. La Bibbia dà questa sicurezza.
Le affermazioni delle Scritture riguardo sé stesse
Prendi la Bibbia e lascia che parli per sé stessa. Afferma di essere la Parola di Dio? Sì! Più di 2.000 volte solo nell’Antico Testamento, la Bibbia afferma che Dio ha detto quello che è scritto nelle sue pagine. Dall’inizio (Genesi 1:3) alla fine (Malachia 4:3), questo è quello che le Scritture affermano. La frase “la Parola di Dio” occorre più di 40 volte nel Nuovo Testamento. È identificata con l’Antico Testamento (Marco 7:13). È quella che Gesù predicò (Luca 5:1). È il messaggio che gli apostoli insegnarono (Atti 4:31; 6:2). È la Parola che i Samaritani ricevettero (Atti 8:14) come trasmessa dagli apostoli (Atti 8:25). È il messaggio che i Gentili ricevettero come predicato da Pietro (Atti 11:1). È la Parola che Paolo predicò durante il suo primo viaggio missionario (Atti 13:5,7,44,48-49; 15:35-36). È il messaggio predicato durante il secondo viaggio missionario di Paolo (Atti 16:32; 17:13; 18:11). È il messaggio che Paolo predicò durante il suo terzo viaggio missionario (Atti 19:10). È il punto centrale del libro degli Atti in quanto si diffondeva dappertutto rapidamente (Atti 6:7; 12:24; 19:20). Paolo era attento quando disse ai Corinzi che parlava la Parola come datagli da Dio, che non era stata adulterata, e che era una manifestazione della verità (2Corinzi 2:17; 4:2). Paolo riconobbe che era la fonte della sua predicazione (Colossesi 1:25; 1Tessalonicesi 2:13). I Salmi 19; 119, come pure Proverbi 30:5-6, fanno affermazioni potenti sulla Parola di Dio che la distinguono da qualsiasi altra istruzione religiosa nella storia dell’umanità. Questi brani dimostrano la correttezza di chiamare la Bibbia ‘sacra’ (2Timoteo 3:15) e ‘santa’ (Romani 1:2). La Bibbia afferma di essere la definitiva autorità spirituale per quanto riguardo la dottrina, la riprensione, la correzione e l’educazione alla giustizia, perché è l’ispirata Parola di Dio onnipotente (2Timoteo 3:16-17). Le Scritture asseriscono la loro sufficienza spirituale, e similmente affermano l’esclusività del loro insegnamento (vedi Isaia 55:11; 2Pietro 1:3-4).
La Parola di Dio dichiara di essere inerrante (Salmi 12:6; 119:140; Proverbi 30:5; Giovanni 10:35) e infallibile (2Timoteo 3:16-17). In altre parole, è vera e quindi affidabile. Tutte queste qualità dipendono dal fatto che le Scritture sono date da Dio (2Timoteo 3:16; 2Pietro 1:20-21), che garantisce la sua qualità alla fonte e quando è stata originalmente scritta.
Nelle Scritture, la persona di Dio e la Parola di Dio sono dappertutto collegate, in modo che quello che è vero del carattere di Dio sia vero anche della natura della Parola di Dio. Dio è vero, impeccabile e affidabile; quindi così anche è la sua Parola. Quello che una persona pensa della Parola riflette, in realtà, quello che la persona pensa di Dio.
Dunque, le Scritture possono fare queste rivendicazioni ai suoi lettori.
“Dio dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per insegnarti che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che vive di tutto quello che procede dalla bocca del Signore.” Deuteronomio 8:3
“Non mi sono scostato dai comandamenti delle sue labbra, ho custodito nel mio cuore le parole della sua bocca.” Giobbe 23:12
Il processo di pubblicazione
La Bibbia non si aspetta che il lettore speculasse su come queste divine qualità fossero trasferite da Dio alla sua Parola, ma piuttosto anticipa le domande con risposte convincenti. Ogni generazione di scettici ha assalito le affermazioni della Bibbia, ma le sue spiegazioni e risposte sono state più che sufficienti. La Bibbia ha passato per il processo di pubblicazione divina quando è stata data e distribuita all’umanità. Le sue caratteristiche sono discusse qui sotto.
Rivelazione
Dio prese l’iniziativa di spiegare e di rivelare sé stesso all’umanità (Ebrei 1:1). Le modalità erano diverse: a volte tramite la creazione, a volte tramite visioni o sogni o i discorsi dei profeti. Però, la più completa e comprensibile auto-rivelazione fu tramite le proposizioni delle Scritture (1Corinzi 2:6-16). La rivelata e scritta Parola è unica in quanto è l’unica rivelazione di Dio che è completa e che così chiaramente dichiara il peccato dell’umanità e la provvisione da parte di Dio del Salvatore.
Ispirazione
La rivelazione divina fu catturata negli scritti della Bibbia tramite l’ispirazione. Questa ha a che fare più con il processo per cui Dio si è rivelato che con il fatto della sua auto-rivelazione. “Ogni Scrittura è ispirata da Dio…” (2Timoteo 3:16) lo afferma. Pietro ne spiega il processo, “Sappiate prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura proviene da un’interpretazione personale; infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo” (2Pietro 1:20-21). Così la Parola di Dio fu protetta da errore umano durante la sua scrittura originale dal ministero dello Spirito Santo (vedi Deuteronomio 18:18; Matteo 1:22). Una sezione di Zaccaria 7:12 lo descrive chiaramente: “…la legge e le parole che il Signore degli eserciti rivolgeva per mezzo del suo Spirito, per mezzo dei profeti del passato”. Questo ministero dello Spirito era esteso sia alle parti (le parole) sia alla totalità degli scritti originali.
Canonicità
Dobbiamo capire che la Bibbia è in realtà un unico libro con uno solo autore divino, benché fosse scritta in un periodo di 1.500 anni tramite le penne di una quarantina di autori umani. La Bibbia inizia con il racconto della creazione scritto da Mosè nel 1405 a.C. all’incirca, e continua al racconto dell’eternità futura di Apocalisse 21-22, scritto dall’apostolo Giovanni nel 95 d.C. Durante questo periodo, Dio rivelò in modo progressivo sé stesso e i suoi propositi nelle Scritture ispirate. Ma ciò solleva una domanda significativa: “Come sappiamo quali scritti dovevano essere inclusi nel canone delle Scritture e quali erano da escludere?”
Nella storia, tre principi generalmente riconosciuti furono usati per convalidare quelli scritti che furono un risultato di rivelazione e di ispirazione divina. Prima di tutto, l’autore del libro doveva avere un profeta o un apostolo riconosciuto (o qualcuno associato con un apostolo, come i casi di Marco, Luca, Ebrei, Giacomo e Giuda). Secondo, il libro non poteva essere in disaccordo con o contraddire le Scritture precedentemente scritte. Terzo, il libro doveva generare il consenso generale della chiesa come libro ispirato. Così, quando i diversi concili si svolsero nella storia della chiesa per considerare il canone, non votarono per la canonicità di un libro, ma piuttosto riconobbero, dopo il fatto, quello che Dio aveva già scritto.
Per quanto riguardo l’Antico Testamento, al tempo di Gesù tutto l’Antico Testamento era scritto e accettato dai Giudei. L’ultimo libro, Malachia, fu completato nel 430 a.C. Non solo il canone dell’Antico Testamento di Cristo è conforme all’Antico Testamento usato per tutti i secoli dopo, ma non contiene la non ispirata Apocrifa, un gruppo di 14 libri scritti dopo Malachia e aggiunti all’Antico Testamento all’inizio del secondo secolo a.C. nella traduzione greca dell’Antico Testamento ebraico chiamato la Septuaginta (LXX), e che appare tuttora in alcune versioni della Bibbia. Però, neanche un brano dall’Apocrifa è citato da uno scrittore del Nuovo Testamento, e Gesù non incluse nessuna parte di essa quando riconobbe il canone dell’Antico Testamento del suo tempo (vedi Luca 24:27,44).
Al tempo di Cristo, l’Antico Testamento era diviso in due liste di 22 o di 24 libri, che contenevano lo stesso materiale dei 39 libri delle versioni moderne. Nella lista di 22 libri, Geremia e Lamentazioni furono considerati come un unico libro, come pure Giudici e Rut. La lista di 24 libri era divisa in questo modo:
La legge
Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio
I profeti
I profeti anteriori: Giosuè, Giudici, Samuele (1 e 2), Re (1 e 2)
I profeti posteriori: Isaia, Geremia, Ezechiele, i dodici (profeti minori)
Gli scritti
Libri poetici: Salmi, Proverbi, Giobbe
I cinque rotoli (Megilloth): Cantico dei cantici, Rut, Lamentazioni, Ecclesiaste, Ester
Libri storici: Daniele, Ezra-Neemia, Cronache (1 e 2)
Gli stessi tre test di canonicità usati per l’Antico Testamento vanno usati anche per il Nuovo. Nel caso di Marco e di Luca/Atti, i libri sono considerati come se fossero l’opera di Pietro e di Paolo rispettivamente. Giacomo e Giuda furono scritti dai fratellastri di Gesù. Mentre Ebrei è l’unico libro del Nuovo Testamento di cui non si sa l’autore, il suo contenuto è così simile a quello dell’Antico e del Nuovo Testamento che la chiesa primitiva decise che doveva essere scritto da un collega di un apostolo. I 27 libri de Nuovo Testamento sono universalmente accettati come ispirati da Dio dalla fine del quarto secolo d.C.
Preservazione
Come si può essere sicuri che la rivelata e ispirata Parola di Dio scritta, che fu riconosciuta come canonica dalla chiesa primitiva, è stata tramandata fino ad oggi senza la perdita di niente? Inoltre, siccome uno degli scopi principali del Diavolo è di minare la Bibbia, sono sopravvissute le Scritture a questo assalto distruttivo? Nel principio, negò la Parola di Dio a Eva (Genesi 3:4). Più tardi Satana tentò di storcere le Scritture nel suo incontro nel deserto con Cristo (Matteo 4:6-7). Tramite il re Ioiachim, cercò letteralmente di distruggere la Parola (Geremia 36:23). La battaglia per la Bibbia continua, ma le Scritture hanno e continueranno a sopravvivere ai suoi nemici.
Dio anticipò la malignità dell’umanità e di Satana verso le Scritture con le sue promesse di preservare la sua Parola. L’esistenza continuata delle Scritture è garantita in Isaia 40:8, “L’erba si secca, il fiore appassisce, ma la parola del nostro Dio dura per sempre” (vedi anche 1Pietro 1:25). Questo significa che nessuna Scrittura ispirata è stata persa nel passato o è da scoprire ancora.
Il contenuto delle Scritture sarà conservato, sia in cielo (Salmo 119:89) sia sulla terra (Isaia 59:21). Così i propositi di Dio, come pubblicizzati negli scritti sacri, non saranno mai frustrati, neanche nel più piccolo dettaglio (vedi Matteo 5:18; 24:25; Marco 13:3; Luca 16:17).
“Così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me vuoto, senza aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l’ho mandata.” (Isaia 55:11)
Trasmissione
Siccome la Bibbia è stata tradotta frequentemente in diverse lingue e distribuita in tutto il mondo, come possiamo sapere che nessun errore è stato introdotto, neanche per sbaglio? Mentre il cristianesimo si è diffuso, è certamente vero che la gente abbia voluto avere la Bibbia tradotta nella propria lingua, che richiedeva traduzioni dalle lingue originali, l’ebraico e l’aramaico per l’Antico Testamento e il greco per il Nuovo Testamento. Non solo il processo di traduzione dava un’opportunità per errori, ma anche il processo di pubblicazione, che era per mano fino all’invenzione della stampa nel 1450 all’incirca, dava continue possibilità di errore.
Durante i secoli, gli studiosi della scienza di critica testuale hanno scoperto, conservato, catalogato, valutato e pubblicato un numero enorme di manoscritti biblici da tutti e due i Testamenti. Infatti, il numero di manoscritti biblici drammaticamente superano in numero i frammenti esistenti di qualsiasi altra letteratura antica. Confrontando testo con testo, il critico testuale può determinare con molta fiducia quello che lo scritto originale e ispirato conteneva.
Benché le copie esistenti del principale antico testo ebraico (masoretico) risalgono solo al decimo secolo d.C., due altre linee importanti di evidenza testuale aumentano la fiducia dei critici testuali che possono scoprire il testo originale. Prima di tutto, l’Antico Testamento ebraico del decimo secolo d.C. può essere confrontato con la traduzione greca chiamata la Septuaginta o LXX (scritta dal 200 a.C. al 150 a.C. all’incirca; i manoscritti più vecchi ancora esistenti risalgono al 325 d.C. all’incirca). C’è un consistenza meravigliosa fra i due, che attesta l’esattezza del processo di copiatura dei testi ebraici durante i secoli. Secondo, la scoperta dei rotoli del mar Morto dal 1947 al 1956 (manoscritti datati dal periodo 200-100 a.C.) è stata estremamente importante. Dopo aver confrontato i testi ebraici più vecchi con quelli più recenti, sono alcune piccole variante sono state scoperte, nessuna di cui cambia il significato di un brano. Benché l’Antico Testamento è stato tradotto e copiato da secoli, la versione più recente è essenzialmente la stessa di quelle di prima.
I risultati per il Nuovo Testamento sono ancora più decisivi perché una quantità maggiore di materiale è disponibile per lo studio; ci sono più di 5000 manoscritti greci del Nuovo Testamento che vanno dall’intero testamento a frammenti di papiri che contengono una parte di un versetto. Alcuni frammenti esistenti risalgono al periodo da 25 a 50 anni dopo la scrittura. Gli studiosi del testo del Nuovo Testamento hanno concluso che 1) il 99,99% del testo originale è stato ritrovato e 2) nell’altro centesimo di una percentuale non ci sono variante che influenzano in modo sostanziale qualsiasi dottrina cristiana.
Con questo ricchezza di manoscritti biblici nelle lingue originali e con l’attività disciplinata dei critici testuali per stabilire con quasi totale esattezza il contenuto dei testi originali, qualsiasi errore introdotto e/o perpetuato dalle migliaia di traduzioni nei secoli può essere identificato e corretto paragonando la traduzione o copia con l’originale ricostruito. Tramite questo mezzo provvidenziale, Dio ha adempiuto la sua promessa di preservare le Scritture. Possiamo essere sicuri che ci sono traduzioni disponibili oggi che sono veramente degne del titolo, la Parola di Dio.
Riassunto
Dio voleva che la sua parola durasse per sempre (preservazione). Quindi la sua auto-rivelazione scritta e proposizionale (rivelazione) fu protetta da errore quando originalmente scritto (ispirazione) e raccolta nei 66 libri dell’Antico e del Nuovo Testamento (canonicità). Durante i secoli, decine di migliaia di copie e migliaia di traduzioni sono state fatte (trasmissione) che hanno introdotto qualche errore. Ma siccome esiste ancora un’abbondanza di manoscritti dei due Testamenti nelle lingue originali, la scienza della critica testuale è stata in grado di ritrovare gli scritti originali (rivelazione e ispirazione) fino al 99,99%, e il rimanente centesimo di una percentuale non ha nessun effetto sul suo contenuto (preservazione).
Il sacro libro che leggiamo, studiamo, ubbidiamo e predichiamo merita di essere chiamato, senza riserva, la Bibbia o ‘Il libro senza pari’, siccome il suo autore è Dio e ha le qualità di totale verità ed è completamente veritiero, che sono caratteristiche anche della sua fonte divina.
Ci sarà ancora di più nel futuro?
Come possiamo sapere che Dio non emenderà la nostra Bibbia attuale con un 67o libro ispirato? O, in altre parole, “È il canone chiuso per sempre?”
I testi delle Scritture ci avvertono che nessuno deve togliere o aggiungere alle Scritture (Deuteronomio 4:2; 12:32; Proverbi 30:6). Consapevoli del fatto che altri libri canonici furono scritti dopo queste parole di avvertimento, possiamo solo concludere che mentre nessuna cancellatura era mai permessa, in realtà scritti autorizzati e ispirati potevano essere aggiunti per completare il canone protetto da questi brani.
Il testo più impellente sul canone chiuso è le Scritture stesse, a cui niente è stato aggiunto da quasi 2.000 anni.
“Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell’albero della vita e della santa città che sono descritti in questo libro.” (Apocalisse 22:18-19)
Alcune osservazioni significative, prese insieme, hanno convinto la chiesa durante i secoli che il canone di Scrittura è veramente chiuso e che non sarà mai riaperto.
- Il libro di Apocalisse è unico nelle Scritture in quanto descrive dettagliatamente gli eventi della fine della storia e che precedono il futuro eterno. Siccome Genesi inizia le Scritture collegando il passato eterno con la nostra esistenza nel tempo con il solo racconto dettagliato della creazione (Genesi 1-2), c’è un silenzio parallelo dopo che Giovanni ha scritto l’Apocalisse. Questo ci porta anche alla conclusione che il canone del Nuovo Testamento fu allora chiuso.
- Come ci fu un silenzio profetico dopo che Malachia completò il canone dell’Antico Testamento, così ci fu un silenzio parallelo dopo che Giovanni scrisse l’Apocalisse. Ciò porta alla conclusione che il canone del Nuovo Testamento fu allora chiuso anche.
- Siccome non ci sono stati, né ci sono, dei profeti o apostoli nel senso dell’Antico o del Nuovo Testamento, non ci sono più possibili autori di futuri scritti ispirati e canonici. La Parola di Dio “è stata trasmessa ai santi una volta per sempre”, e non si deve aggiungere ad essa, ma invece combattere strenuamente per essa (Giuda 3).
- Delle quattro esortazioni bibliche di non cambiare le Scritture, solo quella in Apocalisse 22:18-19 contiene avvertimenti di severo giudizio divino per la disubbidienza. Inoltre, l’Apocalisse è l’unico libro del Nuovo Testamento che conclude con questo tipo di ammonizione e fu scritto più di 20 anni dopo il resto del Nuovo Testamento. I fatti suggeriscono quindi che l’Apocalisse è l’ultimo libro del canone e che la Bibbia è completa; aggiungere o togliere sarebbe contro la volontà di Dio.
- Infine, la chiesa primitiva, quella più vicino nel tempo agli apostoli, credeva che l’Apocalisse concludesse gli scritti ispirati di Dio, le Scritture.
Possiamo dunque concludere, con un ragionamento biblico, che il canone è e rimarrà chiuso. Non ci sarà nel futuro un 67o libro della Bibbia.
Dove stiamo fermi?
In aprile 1521, Martin Lutero apparse davanti ai suoi accusatori ecclesiastici alla Dieta di Worms. Gli avevano dato un ultimatum di rinunciare alla sua fede solida nella sufficienza e nella perspicuità delle Scritture. Lutero rispose, “Finché la testimonianza della Scrittura o la forza trasparente del ragionamento non mi convinceranno di essere in errore – non accetto l’autorità dei papi e dei concili, in quanto si contraddicono – io mi atterrò a quei passi della Scrittura a cui ho fatto appello. La mia coscienza è prigioniera della Parola di Dio… Qui sto fermo. Non posso fare altro. Dio mi aiuti.”
Come Martin Lutero, possiamo anche noi alzarci sopra i dubbi interiori e affrontare le minacce esteriori quando la Parola di Dio è assillata. Possa Dio aiutarci ad essere combattenti leali per la fede. Sta’ fermo in Dio e nella sola Scrittura.
La Bibbia
Questo libro contiene: la mente di Dio, lo stato dell’uomo, la via di salvezza, la condanna dei peccatori, e la felicità dei credenti.
La sua dottrina è santa, i suoi precetti sono obbligatori, la sua storia è vera, e le sue decisioni sono immutabili. Leggila per essere saggio, credila per essere salvato, e mettila in pratica per essere santo.
Contiene luce per guidarti, cibo per sostenerti e conforto per rallegrarti. È la cartina del viaggiatore, il bastone del pellegrino, la bussola del pilota, la spada del soldato e lo statuto del Cristiano. Qui il cielo è aperto e le porte dell’inferno sono svelate.
Cristo è il suo tema, il nostro bene il suo disegno e la gloria di Dio il suo scopo. Dovrebbe riempire la memoria, governare il cuore e guidare i piedi.
Leggila lentamente, spesso e in preghiera. È una miniera di ricchezze, salute per l’anima e un fiume di piacere. È data a te qui in questa vita, sarà aperta al giudizio ed è stabilita per sempre.
Coinvolge la più grande responsabilità, ricompenserà il lavoro più grande e condannerà tutti quelli che si prendono gioco del suo contenuto.
“Per questa ragione anche noi ringraziamo sempre Dio: perché quando riceveste da noi la parola della predicazione di Dio, voi l’accettaste non come parola di uomini, ma, quale essa è veramente, come parola di Dio, la quale opera efficacemente in voi che credete.” 1Tessalonicesi 2:13
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Alcune preghiere nella Bibbia
Il libro dei Salmi nell’Antico Testamento è il libro di preghiera della Bibbia. Si veda la pagina dei Salmi di questo sito.
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Alcuni titoli di Cristo Gesù
- Agnello di Dio Giovanni 1:29
- Principe di Pace Isaia 9:6
- Autore di Vita Atti 3:15
- La Via Giovanni 14:6
- Immagine di Dio 2Corinzi 4:4
- La Parola Giovanni 1:1,14
- Roccia 1Corinzi 10:4
- Signore di Gloria 1Corinzi 2:8
- Dio potente Isaia 9:5
- Il Santo Atti 3:14
- Il Giusto Atti 3:14
- Figlio dell’Altissimo Luca 1:32
- Nostra Vita Colossesi 3:4
- Redentore Giobbe 19:25
- Il Buon Pastore Giovanni 10:11
- Alfa e Omega Apocalisse 22:13
- La Vita Giovanni 14:6
- Luce del Mondo Giovanni 8:12
- Pane della Vita Giovanni 6:35
- La Verità Giovanni 14:6
- La Parola della Vita 1Giovanni 1:1
- Leone di Giuda Apocalisse 5:5
- Il Vivente Apocalisse 1:18
- Mediatore 1Timoteo 2:5
- Vero Dio 1Giovanni 5:20
- Re di Israele Giovanni 1:49
- Signore e Salvatore 2Pietro 2:20
- Pietra angolare Efesini 2:20
- Consigliere Ammirabile Isaia 9:5
- Autore della Fede Ebrei 12:2
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Tutto ciò si doveva ai Cattolici Resilienti, agli Arcieri e ai Fedeli Credenti
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by Matteo Russi 24 mar 2013
Quella di oggi è stata una giornata speciale che non può non coinvolgere emotivamente i Cristiani. E’ l’inizio di una nuova settimana che ci conduce alla Pasqua. Nella quale ricordiamo la morte e la resurrezione del Nostro Signore Gesù Cristo. I Cristiani, è vero, dovrebbero ricordare questi eventi tutti i giorni, per essi Pasqua dovrebbe essere ogni giorno. Ciò, tuttavia, non ci autorizza a non ricordare particolarmente in questo giorni gli eventi più importanti della Storia dell’Umanità.
Pensate ad una cosa: secondo i profeti dell’Antico Testamento anche durante il Regno di mille anni del Signore Gesù, durante il Millennio, si festeggerà la Pasqua. Anche i Primi Cristiani, inoltre, la festeggiavano.
La festa di Pasqua fu data ad Israele per ricordare, l’uscita dalla schiavitù dell’Egitto. Per i Cristiani rappresenta la liberazione dal peccato.
Su questo blog vivremo assieme questi giorni, cercando di immedesimarci nel racconto biblico. Consiglio ai Cristiani che mi leggono di trascorrerli nella meditazione, nella preghiera e nell’ascolto della Parola. Anche il digiuno può aiutare a trovare la giusta concentrazione.
Gli ultimi eventi della vita terrena di Gesù si articolano in otto giorni, in cui la Scrittura colloca alcuni tra i più importanti avvenimenti raccontati dai Vangeli.
La domenica, Gesù entra a Gerusalemme e viene accolto in festa dalla popolazione che lo acclama come Messia e Re.
Ecco come il Vangelo di Marco al capitolo 11 narra questo avvenimento:
Quando furono giunti vicino a Gerusalemme, a Betfage e Betania, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio che è di fronte a voi; appena entrati, troverete legato un puledro d’asino, sopra il quale non è montato ancora nessuno; scioglietelo e conducetelo qui da me. Se qualcuno vi dice: “Perché fate questo?” rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, e lo rimanderà subito qua”».
Essi andarono e trovarono un puledro legato a una porta, fuori, sulla strada, e lo sciolsero. Alcuni tra quelli che erano lì presenti dissero loro: «Che fate? Perché sciogliete il puledro?» Essi risposero come Gesù aveva detto. E quelli li lasciarono fare. Essi condussero il puledro a Gesù, gettarono su quello i loro mantelli ed egli vi montò sopra. Molti stendevano sulla via i loro mantelli; e altri, delle fronde che avevano tagliate nei campi. Coloro che andavano avanti e coloro che venivano dietro gridavano: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il regno che viene, il regno di Davide, nostro padre! Osanna nei luoghi altissimi!»
Marco 11,1-10
Per quanto questa storia sia molto nota, pochi, forse, ne comprendono il vero significato. La folla accoglie Gesù entrato in Gerusalemme in groppa ad un asino, stendendo i mantelli ed agitando dei rami di palma. A quel tempo, un simile trattamento veniva tributato ai Re.
I Re o i comandanti vittoriosi entravano a cavallo e venivano acclamati dalla folla.
Gerusalemme in questa circostanza stava acclamando Gesù come proprio Re e Messia. Gesù, non entra su un cavallo bianco come i Potenti, ma su un semplice asino. E’ un Re umile che viene per i più umili e per i più poveri, che abbassa la sua regalità alla miseria della nostra condizione umana.
Gli uomini stendevano i loro mantelli per terra, prostrandosi ai suoi piedi. Nessun gesto come questo ne dimostrava il valore politico religioso di questa scelta. Gli Ebrei aspettavano il Messia Re che avrebbe realizzato le promesse fatte ad Abramo, Isacco, Giacobbe, a Davide e a Salomone, di regnare per sempre su Israele.
Nella Domenica delle Palme, i Giudei riconoscono queste promesse adempiute in Gesù di Nazareth.
Essi, tuttavia, non comprendevano che il Regno Messianico si sarebbe realizzato solo con la seconda venuta di Cristo.
I capi sacerdoti temevano più che aspettavano l’avvento del Messia. Egli avrebbe tolto loro il potere che avevano e che il governo romano aveva restituito, dopo la deposizione di re Archelao.
Essi furono spaventati dalla folla acclamante e, forse, solo grazie a questo definitivamente convinti della necessità di liberarsi di Gesù, troppo scomodo ed ingombrante. Se Lui fosse stato veramente il Messia, sarebbe stato un sovrano veramente ostile a chi comandava in Israele.
Gesù, d’altro canto, non aveva mai amato la folla, conosceva i suoi repentini cambi di umore. Egli preferisce avere rapporti personali. Il Cristianesimo non sarà mai una fede collettiva, ma riguarda i cuori e le anime di tanti singoli ed il rapporto che essi hanno personalmente con Gesù.
Questa folla, pur vedendo in Gesù il Messia, pur prostrandosi ai suoi piedi, lo guardava da lontano mentre passava sul dorso di un asino, senza fermarlo, senza abbracciarlo, senza stringerlo, senza farlo proprio. Il loro era un Gesù Re e proprio per questo distaccato. Fu questo il loro limite. Gesù vuole essere nostro e vuole che noi siamo suoi. Richiede un rapporto spirituale intimo e personale. Lui vuole essere la nostra vite e noi i suoi tralci. Vuole essere tutto per noi, perché noi siamo tutto per Lui.
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by Matteo Russi 23 mar 2013
Ieri sera, studiando la Bibbia, rileggevo i capitolo 19 e 20 del Libro dell’Apocalisse e vi trovavo ancora una volta una cronologia degli ultimi eventi, estremamente chiara.
Mi domandavo se ci potessero essere letture o interpretazioni alternative, ma non ne riuscivo a trovare.
Nel capitolo 19 ai versetti dal 12 al 16 leggiamo:
Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava «Fedele» e «Verace»: egli giudica e combatte con giustizia.
I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all’infuori di lui. È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è Verbo di Dio. Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro. Dalla bocca gli esce una spada affilata per colpire con essa le genti. Egli le governerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell’ira furiosa del Dio onnipotente.Un nome porta scritto sul mantello e sul femore: Re dei re e Signore dei signori.
Tutto ci fa capire che questa persona che scende dal Cielo è Gesù. Egli torna sulla terra fisicamente, accompagnato dai suoi angeli.
Vidi allora la bestia e i re della terra con i loro eserciti radunati per muover guerra contro colui che era seduto sul cavallo e contro il suo esercito. Ma la bestia fu catturata e con essa il falso profeta che alla sua presenza aveva operato quei portenti con i quali aveva sedotto quanti avevan ricevuto il marchio della bestia e ne avevano adorato la statua. Ambedue furono gettati vivi nello stagno di fuoco, ardente di zolfo. Tutti gli altri furono uccisi dalla spada che usciva di bocca al Cavaliere; e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni. (Apocalisse 19,19-21)
L’anticristo, la bestia, con tutti i capi della Terra accolgono Gesù sul campo di battaglia, volendogli far guerra. E’ questa l’ultima guerra, quella di Armagheddon. In realtà l’esercito celeste sconfigge gli orgogliosi umani e punisce l’anticristo e il falso profeta, mandandoli per l’eternità a patire i tormenti dello Stagno di Fuoco. Il resto dei soldati viene ucciso e diventa cibo per gli uccelli rapaci.
Vidi poi un angelo che scendeva dal cielo con la chiave dell’Abisso e una gran catena in mano. Afferrò il dragone, il serpente antico – cioè il diavolo, satana – e lo incatenò per mille anni; lo gettò nell’Abisso, ve lo rinchiuse e ne sigillò la porta sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni. Dopo questi dovrà essere sciolto per un po’ di tempo. (Apocalisse 20,1-3)
Dopo questi eventi, quindi dopo il Ritorno di Gesù sulla Terra, il “poi” è emblematico, un angelo afferra Satana e lo incatena per Mille Anni. Lo imprigiona nell'”abisso” fino al termine dei Mille anni.
Si tratta di un periodo di tempo ben preciso, a mio avviso, chiaramente successivo e non precedente al Ritorno di Cristo e ad Armagheddon.
Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi si sedettero fu dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni; gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione. Beati e santi coloro che prendon parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni. (Apocalisse 20,4-6)
Segue la prima resurrezione che riguarda i Cristiani che son o vissuti prima del Ritorno di Gesù. Essi avrebbero regnato con Cristo per 1000 anni. Se il Millennio precede il Ritorno di Gesù, come qualcuno sostiene, come si spiegherebbe una simile affermazione?
Quando i mille anni saranno compiuti, satana verrà liberato dal suo carcere e uscirà per sedurre le nazioni ai quattro punti della terra, Gog e Magòg, per adunarli per la guerra: il loro numero sarà come la sabbia del mare. Marciarono su tutta la superficie della terra e cinsero d’assedio l’accampamento dei santi e la città diletta. Ma un fuoco scese dal cielo e li divorò. E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli. (Apocalisse 20,7-10)
Finiti i 1000 anni, Satana è liberato. Vi è un’ultima ribellione, quindi è definitivamente gettato nello Stagno di Fuoco, nel quale da tempo già erano l’anticristo ed il falso profeta.
Vidi poi un grande trono bianco e Colui che sedeva su di esso. Dalla sua presenza erano scomparsi la terra e il cielo senza lasciar traccia di sé. Poi vidi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti al trono. Furono aperti dei libri. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere. Il mare restituì i morti che esso custodiva e la morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere. Poi la morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco. E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco. (Apocalisse 20,11-15)
All’ultima ribellione segue il Giudizio Universale e la resurrezione di tutti i morti ancora non risuscitati. Il capitolo 21, infine, ci parlerà dello Stadio Eterno, della Nuova Creazione di Dio.
La cronologia appare quindi, chiaramente la seguente:
1) Ritorno di Gesù
2) Battaglia di Armagheddon
3) Resurrezione dei Morti in Cristo
4) Prigionia di Satana
5) Regno Millenniale
6) Rilascio e Ultima Ribellione di Satana
7) Sconfitta di Satana e Giudizio Universale
8) Stadio Eterno
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Perchè tutto ciò accada, serve prima che si adempi la richiesta di Maria a Fatima
Gli oroscopi
Un autorevole parere dello scienziato Antonio Zichichi
L’uomo è stato sempre affascinato dallo spettacolo del cielo stellato e l’astrologia nacque infatti come discorso sugli astri. I nostri antenati si erano illusi che sarebbe stato possibile capire cosa erano le Stelle osservandone la luce. E invece no. Per capire cosa sono queste affascinanti compagne della notte è necessario studiare, qui sulla Terra, nei laboratori subnucleari, i mattoni di cui ogni cosa e noi stessi siamo fatti. E cioè protoni, neutroni ed elettroni. È studiando cosa accade negli urti tra queste particelle che siamo riusciti a capire cosa sono le Stelle.
Pur tuttavia il discorso sugli astri, iniziato, all’alba della civiltà, ha continuato la sua strada come se nessuno avesse mai scoperto che tutto è fatto di protoni, neutroni ed elettroni; che le Stelle brillano di neutrini molto più che di luce; e che la struttura del mondo reale, dal cuore di un protone ai confini del Cosmo (inclusi quindi quark, leptoni, gluoni e le Stelle che fanno parte dei segni zodiacali) è retta da Tre Colonne e da Tre Forze, Fondamentali. Sono queste le ancore della nostra certezza esistenziale nell’Immanente, non i segni dello zodiaco né i moderni discorsi sugli astri, che moderni ovviamente non sono in quanto restano ancorati ai tempi in cui l’uomo ignorava le formidabili conquiste della Scienza galileiana.
È incredibile ma vero che oggi l’astrologia con i segni dello zodiaco e gli oroscopi sembra essere la sorgente di tutte le certezze e l’ancora della nostra esistenza.
Vediamo qual è la verità. La base dell’astrologia è il segno zodiacale cui ciascuno è legato in quanto è nato in un determinato giorno di un certo anno.
È bene precisare che il segno zodiacale è frutto della fantasia più elementare.
Se osservo il cielo e scelgo un paio di stelle che brillano, attraverso quei punti è possibile disegnare un Leone o un Ariete o uno qualsiasi dei segni dello zodiaco. Diciamo subito che il giorno in cui si nasce è legato all’inclinazione dell’asse terrestre (rispetto al piano dell’orbita che la Terra descrive ruotando nella pista cosmica attorno al Sole).
Il segno dello zodiaco è invece legato alla posizione in cui si trova la Terra nell’orbita.
Inclinazione e posizione vanno nettamente distinte. Infatti, nello stesso punto dell’orbita (posizione identica) ci saranno, nel corso dei secoli, inclinazioni diverse. “Se mi dici il giorno in cui sei nato e di che segno sei ti saprò dire cosa c’è scritto nelle Stelle per te”.
Se uno nasce nel segno del Leone o della Bilancia o di un qualsiasi altro segno zodiacale, quel segno se lo porta dietro per tutta la vita. E ogni giorno legge l’oroscopo per sapere cosa lo aspetta. Infatti coloro che sanno leggere i messaggi cifrati del cielo scrivono sui giornali, leggono nelle rubriche radiofoniche e televisive, giorno per giorno, le previsioni dell’astrologia sui destini di noi tutti. La base è il segno nel quale si nasce.
A inventare i Segni dello Zodiaco fu Ipparco, vissuto nel secondo secolo prima dell’era Cristiana, qualcosa come duemila e duecento anni fa.
Abbiamo detto in apertura che lo spettacolo di una notte stellata affascina tutti. I nostri antenati si chiedevano quale fosse il ruolo delle Stelle per il futuro del mondo e per la vita di tutti i giorni.
Osservando con attenzione il cielo, i nostri antenati scoprirono che esistono regolarità e anomalie. Ad esempio, in un certo istante nasce una nuova Stella. Come mai? E perché nasce questa Stella? Accade anche che essa può essere brillante molto più delle altre. Tanto che si può addirittura vedere anche di giorno. Le Stelle del firmamento di giorno non le vediamo più. Non perché spariscano, ma perché vince la luce del Sole, che è dieci milioni di volte più potente della luce di tutte le Stelle del firmamento. Come mai, di tanto in tanto, nasce una nuova Stella? E perché mai accade anche che essa brilli nel cielo tanto fortemente da non essere cancellata, come le altre, dalla luce del Sole? Quale messaggio essa porta per noi miseri mortali?
Noi sappiamo oggi, grazie alla Scienza galileiana, che quelle Stelle sono fucine nucleari in cui si fabbricano Oro, Argento, Piombo, Titanio e più esattamente tutti gli elementi pesanti della Tavola di Mendeleev.
Le nuove Stelle, osservate nel corso dei millenni, dall’alba della civiltà a oggi, non sono segnali misteriosi che il cielo vuole inviarci. Sono fenomeni fisici perfettamente comprensibili. A queste nuove Stelle si dà il nome di Nova e di Supernova. Se queste nuove Stelle non fossero mai esistite, noi non potremmo avere, qui sulla Terra, né Oro né Argento né Piombo né alcun elemento pesante.
Quanto precede ci apre gli occhi sulla totale assenza di significati speciali da dare alle varie posizioni di questi corpi cosmici che ruotano attorno al Sole o attorno ad altri corpi (come fa la Luna attorno a noi che giriamo attorno al Sole) con precise proprietà fisiche.
Resta un ultimo punto da chiarire. Pensare che un segno zodiacale possa avere rilievo sulla nostra vita è privo di credibilità scientifica. Immaginiamo di poter viaggiare su un’astronave ad altissima velocità al fine di vedere da vicino quei punti luminosi che abbiamo legato alla figura di un leone. Quei punti sono Stelle che non stanno su un piano, ma a profondità diverse. Ma anche se fossero su uno stesso piano, e se avessero l’esatta configurazione di un leone, in che modo potrebbero influire sulla nostra vita? La Scienza risponde: attraverso le Forze Fondamentali della Natura. Queste forze vengono esercitate in modo dominante su di noi dalla Stella a noi più vicina.
Tutte le altre Stelle del firmamento esercitano su di noi effetti trascurabili rispetto al Sole. Se il nostro destino dovesse dipendere dalle Stelle, è al Sole che dovremmo rivolgerci essendo la Stella a noi più vicina. Ma una Stella in fondo cos’è? E fatta di materia composta da molecole e da atomi? No. Cos’è il Sole? Il Sole, come miliardi di altre Stelle della galassia in cui siamo, è un’enorme quantità di materia: né solida, né liquida, né gassosa. Niente atomi né molecole.
Nel Sole i protoni e gli elettroni vagano liberamente senza essere bloccati in atomi e molecole. A questo stato di materia si dà il nome di plasma. Il plasma alimenta il fuoco di fusione nucleare nella parte interna della Stella e trasmette la sua energia in superficie impiegando un milione di anni per arrivarci. E grazie a questa energia ricevuta dalla parte interna di una Stella che la superficie brilla di luce visibile ai nostri occhi. Noi, invece, non vediamo le enormi quantità di neutrini che vengono emessi dal Sole grazie alle Forze Deboli che trasformano protoni ed elettroni in neutroni e neutrini. Sono i neutroni la benzina che alimenta il motore a fusione nucleare del Sole. Per osservare i neutrini dobbiamo costruire laboratori speciali come sono quelli del Gran Sasso.
Il Sole che vediamo sorgere entro un determinato segno zodiacale è nient’altro che una candela nucleare tra miliardi di candele nucleari.
Non c’è alcuna Forza Fondamentale della Natura né alcuna struttura che possa spingerci a credere che quelle candele nucleari possano avere qualcosa a che fare con la nostra esistenza.
E infine un ultimo dettaglio. Il segno zodiacale sarebbe corretto se fossimo nati quando Ipparco scoprì la cosiddetta precessione degli equinozi, e cioè il Terzo movimento della Terra.
Abbiamo già visto che l’oroscopo si basa sul segno zodiacale relativo al giorno e al mese in cui si nasce. Il giorno e il mese vengono determinati dalle stagioni (e quindi dall’inclinazione dell’asse terrestre), non dalla posizione in cui si trova la Terra nella sua orbita attorno al Sole.
Invece il segno zodiacale corrisponde a una posizione della Terra nell’orbita che essa percorre attorno al Sole. Se non ci fosse il Terzo movimento della Terra, sarebbe corretto dire che non cambia mai il legame esistente tra la data di nascita e il segno zodiacale. Invece esso cambia ogni 2200 anni circa, in senso retrogrado (orario), passando cioè da un segno zodiacale a quello precedente.
Questo vuol dire che, quando la Terra ha percorso un giro nell’orbita attorno al Sole, l’inclinazione corrispondente allo stesso punto nell’orbita è spostata di quattordici millesimi di grado. A conti fatti vien fuori che coloro i quali volessero continuare a credere nell’astrologia e quindi nell’oroscopo (nonostante la totale infondatezza scientifica di queste discipline) dovrebbero almeno sapere che il segno zodiacale non è quello di cui tutti parlano, ma quello corrispondente a due segni prima. Esempio, chi crede di essere del Leone sappia che è dei Gemelli. E così via per gli altri.
Posso lasciarti questo articolo come spunto di riflessione sulla volontà divina nel vecchio testamento?
Ho inserito qui!
Mi farebbe piacere ricevere altro materiale su Mosè