Aumento dei tumori e difetti neonatali dove si usano OGM
Come riportato in questo articolo, in Argentina, dove si fa largo uso di OGM (l’avevo fatto notare anche in questo post, dove criticavo un modo fuorviante e strumentale di fare informazione), sono in aumento tumori, difetti alla nascita e altre malattie, in stretta correlazione all’utilizzo di organismi geneticamente modificati e all’uso incontrollato di pesticidi.
Ironia della sorte, proprio l’uso di pesticidi, che secondo i promotori degli organismi geneticamente modificati (Monsanto in primis) avrebbe dovuto diminuire grazie all’introduzione di queste nuove “creature” (gli OGM appunto), laddove la loro introduzione è stata massiccia è aumentato paurosamente (da 9 a 84 milioni di galloni all’anno negli ultimi 24 anni). Ormai i livelli di Glifosato (il principio attivo del Roundup della Monsanto) nel terreno sono così alti che l’EPA, l’ente di protezione ambientale americano, nel Maggio di quest’anno ha dovuto innalzare la soglia considerata a rischio (per non bloccarne l’utilizzo e la commercializzazione).
Copio e incollo (traduzione lacunosa di Google translate, meglio che niente!)
A new report has linked unregulated agrochemical use in Argentina to increased cancer rates, birth defects and other health problems there. The Associated Press’ report described pesticide use near heavily populated areas, children being regularly exposed to harmful agrochemicals, the contamination of water supplies, and workers who were not properly trained to handle such pesticides.
The AP report focused on regions in Argentina that produce soybeans, cotton and corn. According to the news agency, Argentina adopted the use of genetically modified organisms, GMOs, as well as agrochemicals from Monsanto Co., in 1996 and all of the country’s soy crops, with corn and cotton just behind, are genetically modified.
Despite the claims from Monsanto that pesticide use would decrease with GMO crops, the new report indicates instead a dramatic increase, from nine million gallons used in 1990 to 84 million gallons in 2013. That number, per square acre, is more than double the pesticide use in the United States, reports AP.
While Argentina has regulations in place concerning agrochemical and pesticide use, the report revealed many of these rules were largely ignored. Spraying was prohibited around populated areas but the AP report revealed chemicals were being used as close as 165 feet from populated areas instead of the 1.9 miles that was legally allowed. Argentina president Cristina Fernandez did set up a commission in 2009 but that group has not met since 2010.
The biggest problem, and what led to the increased use in pesticides, is developed resistance. While production can be increased by using GMOs and resorting to a “no-till” method of farming, which does not disturb the top soil and reduces costs and time, pests develop a resistance to pesticides which leads to more spraying. As noted by AP, the main ingredient in Monsanto’s Roundup brand is Glyphosate, which is considered safe to the point the U.S. Environmental Protection Agency increased the safety threshold of glyphosate residue in food in May of this year.
Despite warnings and regulations, pesticide misuse is rampant in Argentina and has led to many health problems, reports AP. According to the findings, “Cancer rates in provincial towns surrounded by soy farming are 2 to 4 times higher than the national average.” While it is not clear if birth defect rates featured such an increase across all provinces, one province did see a fourfold increase since 1996, when GMOs were first introduced. Monsanto spokesman Thomas Helscher notes the problem is not the chemicals but the misuse and was quoted as saying, “Monsanto takes the stewardship of products seriously and we communicate regularly with our customers regarding proper use of our products.”
The AP’s report is just the latest in a series of negative developments affecting public and government policy on GMOs. As reported on Huffington Post, Mexico banned the use of genetically modified corn, while the controversial “Monsanto Protection Act” was defeated in the United States. In response to increased concern, Monsanto and DuPont launched a website about agrochemicals and GMOs. Scientists are also disseminating new information on the possible health risks associated with pesticides and genetically modified foods, and hoping to counter common misconceptions about the issue.
Un nuovo rapporto ha legato all’uso agrochimica non regolamentata in Argentina a tassi di cancro aumentato , difetti di nascita e altri problemi di salute Ci . L’ Associated Press ‘ rapporto descrive l’uso dei pesticidi in prossimità di aree densamente popolate , i bambini di essere regolarmente esposti a prodotti chimici dannosi , la contaminazione delle risorse idriche , e dei lavoratori che non sono stati adeguatamente formati per gestire tali pesticidi .
Il rapporto AP focalizzato sulle regioni in Argentina che producono soia, cotone e mais . Secondo l’ agenzia di stampa , l’Argentina ha adottato l’uso di organismi geneticamente modificati , OGM , così come prodotti chimici di sintesi provenienti da Monsanto Co. , nel 1996 e tutte le colture di soia del paese , con mais e cotone alle spalle , sono geneticamente modificati .
Nonostante le affermazioni della Monsanto , che l’uso dei pesticidi diminuirebbe con colture OGM , il nuovo rapporto indica invece un drammatico aumento , da nove milioni di galloni utilizzati in 1990-84.000.000 di galloni nel 2013 . Quel numero , per ettaro quadrato , è più del doppio di uso di pesticidi negli Stati Uniti , riporta AP .
Mentre l’Argentina ha regolamenti in vigore in materia di agrochimici e pesticidi , il rapporto ha rivelato molte di queste regole sono state in gran parte ignorate . Spruzzo è stata vietata in prossimità delle aree popolate , ma il rapporto di AP ha rivelato prodotti chimici sono stati utilizzati il più vicino 165 metri da aree popolate invece dei 1,9 miglia che era legalmente permesso . Presidente dell’Argentina Cristina Fernandez ha istituito una commissione nel 2009, ma quel gruppo non si è riunito dal 2010.
Il problema più grande , e ciò ha portato ad un maggiore utilizzo di pesticidi , si sviluppa resistenza . Mentre la produzione può essere aumentata utilizzando OGM e ricorrere ad un “no -till ” metodo di allevamento , che non disturba il terreno superiore e riduce i costi ei tempi , i parassiti sviluppano una resistenza ai pesticidi , che porta a una maggiore irrorazione . Come notato da AP , l’ingrediente principale di marca Roundup della Monsanto è il glifosato , che è considerato sicuro per il punto della US Environmental Protection Agency ha aumentato la soglia di sicurezza dei residui di glifosato in cibo nel maggio di quest’anno .
Nonostante gli avvertimenti e le normative , pesticidi abuso è dilagante in Argentina e ha portato a molti problemi di salute , rapporti di AP . Secondo i risultati , “i tassi di cancro nelle città di provincia circondata da soia agricoltura sono da 2 a 4 volte superiore rispetto alla media nazionale . ” Anche se non è chiaro se i tassi di difetti alla nascita in evidenza un tale aumento in tutte le province , una provincia ha visto un quadruplice aumentare dal 1996, quando gli OGM sono stati introdotti . Il portavoce della Monsanto Thomas Helscher rileva il problema non sono i prodotti chimici , ma l’ uso improprio ed è stato citato come dicendo: ” Monsanto prende la gestione di prodotti sul serio e ci comunica regolarmente con i nostri clienti per quanto riguarda l’uso corretto dei nostri prodotti . ”
La relazione della AP è solo l’ ultimo di una serie di sviluppi negativi che interessano la politica pubblica e di governo in materia di OGM . Come riportato su Huffington Post , il Messico ha vietato l’uso di mais geneticamente modificato , mentre il controverso ” Monsanto Protection Act” è stato sconfitto negli Stati Uniti . In risposta alla crescente preoccupazione , Monsanto e DuPont ha lanciato un sito web su prodotti agrochimici e di OGM . Gli scienziati stanno inoltre diffondendo nuove informazioni sui possibili rischi per la salute associati ai pesticidi e gli alimenti geneticamente modificati , e sperando di contrastare idee sbagliate comuni circa la questione.
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La sete di monopolio della Monsanto

Il problema comune che andiamo ad affrontare è quello del potere della ricchezza di condensazione e degli interessi delle compagnie monopolistiche.
Esso ha dato vita ad un capitalismo clientelare che sfrutta il governo per arricchirsi sulle spalle della gente, mettendo spesso a repentaglio le risorse che costituiscono il suo fabbisogno di base. Un chiaro esempio di questo atteggiamento è rappresentato dalla corporation chimica e agraria Monsanto. La Monsanto rappresenta una minaccia per la riserva mondiale di cibo: ecco una sfida cruciale della nostra epoca. E’ la lotta al centro della crisi globale che riguarda l’ecosistema, l’economia e l’energia.
La Monsanto inoltre immette nell’ambiente sostanze chimiche velenose e promuove metodologie di coltivazione che rendono il cambiamento climatico ancor più aspro.
Le azioni della Monsanto si traducono in danni per ciascuno di noi. Essa antepone la rincorsa al proprio profitto al bisogno di cibo sano, alla necessità di un’offerta diversificata di semenze e di maggior stabilità nell’economia agricola. Ha a disposizione una serie di strumenti per controllare l’accesso ai semi e non fa altro che esercitare pressioni per l’utilizzo degli OGM e di sostanze chimiche tossiche i cui effetti sulla salute suscitano non poca preoccupazione. E tutto ciò viene fatto con l’aiuto del governo statunitense.
Un chiaro esempio di quanto entrambe le parti siano corrotte e colluse è stato l’episodio dell’investitura di Michael Taylor, un lobbista della Monsanto, come “zar del cibo” (ufficialmente vice commissario per le politiche alimentari) da parte del presidente Obama, che così facendo ha bypassato l’iter della conferma da parte del senato – che avrebbe inevitabilmente attirato l’attenzione su questa nomina.
Quanto più la gente si rende conto che si sta lottando per la propria esistenza, tanto più le fila del movimento popolare globale di opposizione alla Monsanto si allargano. Il 25 maggio è stata la giornata della mobilitazione globale contro la Monsanto, con l’adesione di centinaia di città e di 41 paesi. La M va fermata prima che la sua sconfinata avidità distrugga la nostra salute e l’ambiente che ci circonda. Dobbiamo unirci quanto prima alla lotta per fermarli.
Monsanto: una minaccia per la salute pubblica e per l’ambiente
I prodotti della Monsanto portano ad un incremento nell’utilizzo di fertilizzanti, pesticidi, erbicidi, acqua ed energia. In un momento in cui è necessario che il mondo intero passi dall’impatto distruttivo dell’agricoltura intensiva ad una dimensione locale ed organica sia del cibo che del modo di coltivare, la M rema esattamente nella direzione opposta.
La Monsanto ha cominciato come compagnia chimica nel 1901. Nel corso degli anni Trenta è stata responsabile di alcuni dei maggiori disastri chimici della storia – policlorobifenili o PCB e diossina. Stando al profilo stilato dalla Food & Water Watch, un solo stabilimento della M. a Sauget, Illinois, produceva il 99 percento di PCB, e ciò fino a quando non furono banditi nel 1976. I PCB sono cancerogeni e dannosi per molti organi e sistemi. Ancora adesso vengono illegalmente scaricati nei corsi d’acqua, insediandosi nelle piante e nelle colture, nel pesce e negli altri organismi acquatici e finendo di conseguenza nel nostro cibo. Dove c’era l’impianto di Sauget oggi sorgono due sedi della Superfund.
La diossina è il defogliante utilizzato in Vietnam e noto come Agent Orange. È una delle sostanze chimiche più dannose, altamente cancerogena e responsabile di 50 malattie e 20 difetti congeniti. Tra il 1962 e il 1971, 19 milioni di galloni di Agent Orange sono stati spruzzati in Vietnam. Una class action presentata da alcuni veterani del Vietnam contro l’ Agent Orange si è risolta con un risarcimento di 180 milioni di dollari. Ed uno stabilimento della M che produceva diossina a Times Beach, Missouri, ha avvelenato l’area al punto che la città ha dovuto essere rimossa dalla cartina. Migliaia di persone sono state costrette ad emigrare ed ora anche qui è sorta una sede della Superfund. In linea con il suo tipico modus operandi, la M ha declinato qualunque responsabilità.
Il suo agente chimico maggiormente venduto in tutto il mondo è l’erbicida glifosato, in commercio sotto il nome di RoundUp. La M lo spaccia per un prodotto sicuro e da esso ha guadagnato una fortuna. Le vendite del RoundUp e di altri erbicidi a base di glifosato hanno rappresentato da sole il 27 percento dell’intero fatturato del 2011. I tecnici della M hanno modificato geneticamente dei semi, creando il marchio “Roundup Ready”, in modo da renderli resistenti al Roundup, che in questo modo è diventato indispensabile per coloro che li hanno acquistati. I Roundup Ready sono la linea di prodotti geneticamente modificati di maggior successo per la M e hanno fatto del Roundup l’erbicida più usato nel mondo.
Il Roundup è tossico e notoriamente causa di cancro, morbo di Parkinson, difetti congeniti ed infertilità. Un dossier Europeo del 2012 rileva che “l’industria sa fin dagli studi condotti negli anni ottanta che, ad alte dosi, il glifosato causa malformazioni negli animali da cavia” e che “dal 1993 tali effetti sono ravvisabili anche a fronte di dosi basse o medie”. Tali informazioni non sono state rese note e tanto la M quanto il governo Europeo hanno fuorviato i consumatori dichiarando che il glifosato era sano. La stessa cosa ha fatto il governo statunitense.
In risposta alla smentita di M circa la tossicità del prodotto, la Earth Open Source ha fatto esplicito riferimento a studi, alcuni dei quali finanziati dalla stessa M, che mostrano come “il glifosfato causa difetti congeniti negli animali da cavia”, oltre che “cancro, malattie genetiche, disturbi endocrini ed altri gravi effetti sulla salute. Molti di tali effetti sono rilevabili già con dosaggi bassi ma psicologicamente rilevanti.”.
Prima che arrivassero i semi resistenti al glifosfato, gli agricoltori usavano quantitativi minori di Roundup per paura di uccidere le piante (visto che notoriamente l’erbicida in questione ammazza tutto ciò che è verde). Ma da un dossier del 2012 emerge che con l’impiego dei semi resistenti “l’erbicida può essere spruzzato in dosi massicce, spesso dagli aerei, vicino alle case, alle scuole e ai centri abitati, con il conseguente incremento del cancro e dei difetti congeniti”.
C’è di più. Gli agricoltori hanno scoperto delle “super erbe” resistenti al Roundup, ovvero non sterminabili dall’erbicida. Un coltivatore dell’Arkansas dice a US News: “Non è fantascienza, sta accadendo realmente. Stiamo creando le super erbe”. In effetti le erbe dichiarate resistenti al Roundup sono già 24. In seguito alla loro comparsa uno studio evidenzia che “gli agricoltori usano sempre più glifosfato ed altri mix di erbicidi ancora più letali”. I contadini che coltivano raccolti geneticamente modificati utilizzano infatti il 25 percento in più di erbicidi rispetto a quelli che invece utilizzano i semi tradizionali.
La M produce anche una serie di pesticidi meno conosciuti. L’autore Jill Richardson riporta che tra essi ci sono “degli agenti chimici soprannominati Pessimi Attori dal Pesticide Action Network”. Essi includono noti cancerogeni, sostanze che disturbano il sistema endocrino ed altre tossine come Alachlor, Acetochlor, Atrazine,Clopyralid, Dicamba e Thiodicarb.
Non solo la M non si assume la responsabilità dell’impatto causato dalla sua velenosa produzione chimica, ma fa addirittura del suo meglio per evitare che la ricerca possa mettere in luce i suoi effetti tossici. Nel 2011, ad esempio, la M ha acquisito Beeologics, una compagnia nata con lo scopo di riportare ad uno stato ottimale la salute delle api e che sosteneva sia mediaticamente che scientificamente l’ipotesi secondo cui un uso eccessivo dei pesticidi avrebbe causato la loro diminuzione.
La M rappresenta una minaccia per l’agricoltura sostenibile perchè la coltivazione dei suoi prodotti richiede una quantità enorme di acqua e di combustibile fossile. In genere si crede che i raccolti geneticamente modificati siano più resistenti alla siccità, ma i fatti dimostrano l’esatto contrario. Don Huber, uno scienziato esperto, fa notare infatti che “produrre una libbra di fagioli di soia trattati con il glifosfato Roundup richiede il doppio dell’acqua necessaria ad una pianta che non lo è”.
La M rischia di influire gravemente sul cambiamento del clima a causa del suo modello agricolo ad alto consumo energetico e dell’utilizzo dell’etanolo come combustibile. L’Associazione dei consumatori organici riassume il tutto dicendo che “ si stima che la produzione e la lavorazione delle colture OGM, dal deforestamento ai pesticidi, dai fertilizzanti a base di combustibile fossile alle imprese agricole inquinanti, e la filiera del cibo ad alto dispendio di carburante producano da sole il 51 percento delle emissioni mondiali di gas responsabilI dell’effetto serra”.
L’azione di marketing della M ha fatto sì che oggi esista un mito dell’OGM. La verità è che i cibi geneticamente modificati sono diversi da quelli tradizionali, non sono più nutrienti né tanto meno è stato dimostrato che siano sani. I pochi studi che sono stati condotti finora individuano gli OGM come responsabili di danni al fegato e ai reni. I semi OGM non danno raccolti più abbondanti e non semplificano la vita dei coltivatori. E non saranno certo loro la soluzione per sfamare il mondo intero. Al contrario, il loro utilizzo significa per l’ambiente danni legati all’abuso di pesticidi, combustibili fossili e acqua. E rappresenta un’aggravante al problema ambientale al momento più grave, ovvero quello dello stravolgimento climatico.
Una delle chiavi della sostenibilità e della durata in un periodo di forte stress ambientale è la biodiversità, ovvero l’esistenza di diverse varietà di piante e degli insetti, dei batteri e dei funghi necessari alla loro sopravvivenza, in modo che la produzione del cibo possa avvenire in qualunque condizione. A causa del cambiamento climatico l’ambiente è sottoposto ad un forte stress: condizioni meteorologiche estreme, nuovi tipi di insetti che migrano da sud a nord ed erbe mai viste prima stanno diventando oramai comuni. Questo è un momento in cui la biodiversità è più importante che mai.
Ma anni di agricoltura chimica e di avvelenamento dell’aria, dell’acqua, della terra e del cibo l’hanno limitata ed hanno causato la morte di molti esseri viventi. L’uso di erbicidi e pesticidi non è dannoso solo per la salute dell’uomo, ma anche per quella di piante benefiche, insetti ed animali che rischiano addirittura l’estinzione.
La M preme per la diminuzione della biodiversità concentrando nelle sue mani la riserva mondiale di semenze. Promuovendo le sue colture OGM, contaminando i semi e creando una situazione di monopolio la M si avvia a dominare il sistema alimentare mondiale.
I geni della M si trovano nel 40 percento delle coltivazioni cresciute negli Stati Uniti. Da un dossier di marzo di quest’anno emerge che negli Usa l’86 percento del grano, l’88 percento del cotone ed il 96 percento dei fagioli di soia è geneticamente modificato, rendendo quasi del tutto vana la possibilità di coltivare prodotti che non lo siano. Man mano che le colture OGM si diffondono ed infettano o si mischiano con quelle tradizionali, diventa sempre più difficile conservare delle semenze non contaminate. Questo è un problema, perchè come abbiamo detto finora le colture trattate non sono sostenibili per una serie di motivi.
Gli sforzi della M per dominare il mercato sono cominciati fin dal 1982 sbaragliando la concorrenza. Nella decade dopo la metà degli anni 90 la M ha speso più di 12 miliardi di dollari per rilevare almeno 30 imprese, portando al declino i produttori di semi indipendenti. Una delle acquisizioni che più ha contribuito a dare vigore al suo business è stata quella, nel 1997, della Holden Foundation Seeds e di altri due distributori di semenze appartenenti alla Holden per 1,02 miliardi di dollari. Holden era l’ultimo grande produttore di semi indipendente del paese. La compagnia apparteneva alla famiglia Holden da 3 generazioni. Le sue semenze (grano escluso) erano piantate nel 35 percento dei terreni disponibili ed erano loro i maggiori produttori di grano primario, il seme originario da cui poi si ricavano gli ibridi.
Jill Richardson parla di come la M sfrutti il proprio strapotere sul mercato “per costringere i commercianti di semenze a non tenere molti prodotti della concorrenza…inficia la capacità delle compagnie di amalgamare le qualità della M con quelli dei loro competitors. E’ inoltre risaputo che chi pianta semi targati M deve firmare un contratto che vieta la loro conservazione ed il loro riutilizzo”. Ha promesso sconti ai coltivatori che assicuravano di scegliere almeno il 70 percento dei suoi prodotti, in modo da tagliare la concorrenza fuori dal mercato. Il risultato è stato che spinti o addirittura forzati alla bancarotta, il numero dei produttori di semi indipendenti è crollato da 300 a 100 a partire dalla metà degli anni 90. La M ha pure chiesto che i semi Roundup Ready venissero trattati solo con il Roundup, lasciando fuori dai giochi i competitors generici e meno costosi.
Tutto ciò ha corrisposto ad un’impennata dei prezzi sia per i consumatori che per i coltivatori. Dal 2001 la M ha più che raddoppiato il prezzo dei semi di soia e di grano, e agli agricoltori è stato esplicitamente detto di aspettarsi nuovi aumenti. Secondo uno studio condotto nel marzo di quest’anno, dal 1995 al 2011 il costo medio per seminare un ettaro di soia è incrementato del 325 percento; i prezzi del cotone hanno raggiunto il picco del 516 percento e quelli del grano del 259 percento. Tutto ciò ha avuto un effetto devastante in India, dove 270000 agricoltori della Bt Cotton si sono suicidati – molti dei quali ingerendo dei pesticidi – proprio perché strozzati dal debito incessantemente in crescita. La peggiore minaccia connessa alla perdita della biodiversità, tuttavia, è l’incapacità di adattarsi a cambiamenti climatici sempre più difficili da prevedere. Come riporta Salom, “molti dei coltivatori e dei commercianti comprati dalla M erano esperti regionali, conoscitori di un terreno che sapevano come prendere in base anche alle bizzarrie del tempo e dei parassiti locali . Questo tessuto di conoscenze e di sperimentazioni locali è stato pesantemente disgregato”. Richardson aggiunge che quando i raccolti sono “troppo omogenei geneticamente, diventano più vulnerabili ad una singola malattia o ad un parassita che li può spazzare via.”
Un dossier di marzo 2013, “I giganti dei semi contro gli agricoltori statunitensi” ha messo in luce che il predominio della M sta facendo diminuire anche il numero dei coltivatori indipendenti. Stando ad esso a partire da gennaio del 2013 la M, asserendo che vi siano state delle violazioni di brevetto sui propri semi, ha archiviato qualcosa come 144 cause che vedono coinvolti 410 coltivatori e 56 piccole attività agricole in almeno 27 stati. Alcuni tra questi agricoltori sono stati citati perchè il polline porta i prodotti della M nelle loro fattorie. Ci sono stati talmente tanti casi che è impossibile riassumerli tutti in questo articolo, ma per ulteriori informazioni su questo ed su altri contenziosi che riguardano la M potete consultare l’eccellente sito dell’Associazione dei Consumatori Organici.
M: la massima esemplificazione del governo corrotto e incapace di operare nell’interesse pubblico
Penserete che questa situazione di monopolio abbia portato a delle cause per antitrust. In effetti subito dopo essersi insediata l’amministrazione Obama ha dato il via a delle inchieste, prendendo in esame diversi stati che stavano investigando sulle pratiche della M. L’inchiesta è stata annunciata con molta risonanza, ma lo scorso novembre, senza nemmeno un comunicato stampa, il Dipartimento di Giustizia l’ha chiusa. Non ci resta che concludere che si sia trattato di una manovra per ostacolare i governi.
All’inizio dell’inchiesta antitrust si sperava che in futuro avrebbe potuto esistere un mercato con derivazioni maggiormente diversificate di semenze e più competizione, ma con la decisione dell’amministrazione Obama di interrompere le indagini il monopolio della M è stato praticamente dichiarato legale così come i suoi abusi per comprare o distruggere la concorrenza.
La M incarna i nessi politici, gli avvicendamenti, la governance corrotta delle corporations e tutto ciò che di sbagliato c’è nel modo di governare statunitense. Open Secrets riporta che la M è uno dei più accaniti sperperatori di Washington. Nel 2012 ha speso 6 milioni di dollari in lobbismo, imponendosi come il maggior scialacquatore agroalimentare. Dopo di lei Archer Daniel Midlands con poco più di un milione di dollari.
La M è l’esemplificazione della commistione tra industria e governo. Almeno sette funzionari della M hanno ricoperto dei ruoli governativi. Michael Taylor ha abbandonato la Food and Drug Administration (FDA) nel 1984 per entrare a far parte della Join & Spalding, lo studio legale che spalleggia la M. Nel 1991 è tornato alla FDA e poi l’ha lasciata per rientrare alla M come vice presidente alle politiche pubbliche, per poi ritornare alla FDA nel ruolo tutt’oggi ricoperto di “zar del cibo”, riuscendo a compiere le sue manovre in favore della modificazione genetica degli alimenti. Taylor ha giocato un ruolo fondamentale nell’introduzione dell’ rBGH (ormone per la crescita bovina), utilizzato per incrementare la produzione di latte nelle mucche del mercato statunitense all’inizio degli anni ’90. Tutto ciò con l’aiuto di altri due personaggi che hanno fatto la spola tra Monsanto e FDA, la dottoressa Margaret Miller e Susan Sechen, entrambe dall’Ufficio per i Nuovi Farmaci sugli Animali.
Tra gli altri turnoveristi abbiamo funzionari di alto livello: Arthur Hayes, commissario della FDA dal 1981 al 1983 nonché consulente per l’agenzia di pubbliche relazioni Searle, in seguito unitosi alla Monsanto; Michael A. Friedman, prima vice commissario della FDA e subito dopo vice presidente superiore per gli affari medici alla Searle; Virginia Weldon, membro del Comitato Consultivo sui Farmaci Endocrinologici e Metabolici della FDA, successivamente ritiratasi per diventare presidente delle politiche pubbliche alla M.
La FDA non è l’unico posto dove la M esercita la propria capacità di riciclare il personale. Il Ministero della Giustizia alla Corte Suprema, Clarence Thomas, era un avvocato della M. Di recente la Corte Suprema si è pronunciata contro un agricoltore citato in giudizio dalla M, ingiungendogli il pagamento di 84000 dollari per danni.
Ma non sono questi avvicendamenti il problema, bensì il fatto che alcuni alti ufficiali del governo “lavorino” per la M dai loro uffici. Un esempio si è verificato quando, durante l’amministrazione Clinton, la Francia si è mostrata riluttante ad utilizzare i semi della M sul proprio suolo. Per cominciare Charlene Barschefsky ha sollecitato il governo francese. Dal momento che non ha funzionato il Segretario di Stato Madlene Albright ha fatto pressione. Avendo anche lei fallito lo stesso Presidente Clinton si è accollato il compito di dare “una lavata di capo” al Primo Ministro Lionel Jospin. Ma non è bastato. Così il Vice Presidente Gore ha fatto pressioni su Jospin, che alla fine ha capitolato.
Questo non è che un esempio di come la macchina della politica estera del governo USA agisca per conto della M. Cinque anni di intercettazioni di WikiLeaks durante l’amministrazione Bush e Obama rivelano che il Dipartimento di Stato ha spinto i prodotti della M in tutto il mondo ed ha esercitato pressioni per l’utilizzo di cibi geneticamente modificati ovunque ha potuto. È quasi come se il governo statunitense altro non fosse che la divisione marketing della M e degli OGM. Nell’agosto del 2011 WikiLeaks ha rivelato che i diplomatici americani avevano richiesto dei fondi per permettere ai lobbisti dell’industria biotecnologica di intavolare delle trattative con i funzionari politici e agricoli dei “paesi bersaglio”, ovvero aree come l’Africa e l’America Latina.
Sicuramente nei nuovi grandi accordi commerciali, la Partnership Trans-Pacifica e l’intesa in fase di discussione con l’Europa, gli Stati Uniti cercheranno di introdurre le tutele per la M e gli OGM. In Europa gli addetti alla sicurezza del cibo e delle colture sono molto preoccupati che l’abbassamento delle barriere commerciali spiani la strada a questi ultimi. Qui infatti agli OGM viene destinato meno dell’1 percento del terreno coltivabile.
Appena la gente prova ad utilizzare degli strumenti democratici per cambiare il comportamento della M, lei ed i suoi alleati stanziano immediatamente milioni per confondere i votanti e creare panico. Ciò è emerso chiaramente nel Novembre del 2012, quando in California sono stati spesi decine di migliaia di dollari per stroncare un’iniziativa che prevedeva la richiesta, sui cibi, di etichette che indicassero il contenuto o meno di OGM. I gruppi di consumatori continuano a premere per queste etichette. Ci sarà un altro voto nel 2013 nello Stato di Washington, ed il Vermont potrebbe essere il primo stato a fare passare la legge che richiede l’etichettatura.
Nonostante in Europa sia richiesta l’etichettatura dei cibi contenenti OGM e alcune corporations statunitensi come Walmart e MacDonald si attengano a queste norme, la M ed i suoi alleati combattono per impedire che ciò accada anche negli Stati Uniti ad altri livelli. Più ci si batte e si sviluppa una coscienza civile motivata, più loro si adoperano per annientare questi sforzi obbligando il governo federale corrotto far passare una legge che impedisca agli stati di adottare le normative sull’etichettatura, dice Ronnie Cummins dell’Associazione dei Consumatori Organici.
Impossibile dite? Ebbene, a quanto pare la M ha già fatto in precedenza cose impossibili. Recentemente una vittoria legislativa che ha suscitato sdegno è stato l’Atto di protezione della M (attualmente identificato con il deviante nome Provvedimento per la Sicurezza degli Agricoltori), che all’inizio di quest’anno è stato sepolto sotto una finanziaria e che serve a proteggere la M dai tribunali. Ad esempio secondo questa nuova legge i tribunali federali non possono predisporre la cessazione della vendita né della coltivazione di semi geneticamente modificati, a prescindere da qualunque questione di salute sollevata circa gli effetti degli OGM a lungo termine. Al momento si sta cercando di aggiungere una clausola condizionale che respinga questa misura.
Fermare la M e spostarsi verso una politica agricola di buon senso
Il primo passo per arrestare il radicamento degli OGM nel nostro cibo è l’etichettatura. Come abbiamo detto gli stati stanno facendo progressi su questo fronte, nonostante gli sforzi della M per fermarli. Questa è la sfida, perchè solo una volta che i cibi sono etichettati i consumatori hanno il potere di scegliere di comprarli o meno. Cummins riporta che in Europa l’etichettatura è stata la chiave dell’arresto della diffusione dei cibi geneticamente modificati.
Uno degli strumenti da utilizzare è il boicottaggio. Le grandi corporations alimentari che vendono milioni di dollari di cibi organici e naturali hanno sostenuto la lotta contro gli OGM procedendo con l’etichettatura in California. Marchi come Kashi, Cascadian Farms, Bear Naked, Honest Tea, Odwalla Naked Juice e molte altre devono sentirsi dire che noi non acquisteremo i loro prodotti finchè non la smetteranno di finanziare l’ignoranza attraverso il blocco delle etichette sugli OGM.
Al fine di proteggere il nostro cibo e la nostra salute gli Stati Uniti devono cominciare ad adottare il principio precauzionale, ovvero dimostrare che un alimento è sano ancor prima di essere immesso sul mercato. Gli Usa applicano uno standard fasullo di “sostanziale equivalenza”, che elude la necessità di testare la sicurezza di un prodotto. Applicare il principio precauzionale sui prodotti della M significa dichiarare su di essi una moratoria fintanto che la loro sicurezza – e quella dei metodi di coltivazione – non viene certificata da test indipendenti (non finanziati da corporations) e a lungo termine. La nostra salute dovrebbe venire prima del profitto della M.
Alla gente va conferito maggior potere non solo attraverso l’accesso ad informazioni attendibili sui cibi geneticamente modificati e sul modo per evitarli – che consiste nell’acquistare alimenti organici e non trattati – ma anche attraverso la possibilità di fare causa a chi provoca danni all’ambiente e alla salute utilizzando gli OGM. L’abrogazione del “M Protection Act” è il primo passo in questa direzione, ma è necessario dare alle persone più possibilità di fare causa alle industrie che attentano al loro benessere.
Noi sosteniamo l’urgenza di un approccio biunivoco – protestare per ciò che non ci piace e costruire ciò che vogliamo. Ovvero che mentre ci battiamo affinchè siano l’agricoltura affidata alle comunità e l’orticoltura locale e organica a produrre il cibo non trattato e ad impegnarsi perchè le leggi vengano cambiate, al tempo stesso incitiamo alla lotta. Il 25 maggio di quest’anno sono stati 300 in tutto il mondo i movimenti di protesta che hanno aderito alla Marcia contro la M organizzata da Occupy M. Unitevi a questi movimenti.
Come una serie di altri problemi, anche quello del futuro delle risorse mondiali è da ricondursi all’opposizione tra la gente comune e gli interessi delle grandi corporations. Esso mette chiaramente in luce quanto i governi siano corrotti e quanto ci sia bisogno di una vera democrazia dove le persone siano messe nelle condizioni di poter decidere da sole in merito a questioni di base come quella relativa al cibo che mangiano e alle piante che vogliono coltivare. La resistenza popolare alla ricchezza di condensazione aumenta man mano che la gente reclama il diritto di poter decidere della propria esistenza.
Kevin Zeese e Margaret Flowers
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Monsanto vince il World Food Prize

Eppure, in quasi totale silenzio, in questi giorni sarà conferito alla Monsanto un riconoscimento molto importante: il World Food Prize, il Nobel del cibo istituito nel 1986 dall’agronomo e ambientalista statunitense Norman Borlaug.
No, non è uno scherzo. Lo scorso giugno sono stati resi noti i nomi dei vincitori del premio, tre biologi, tra cui Robert Fraley, conosciuto ai più per essere il biotecnologo dell’azienda Monsanto.
Non solo, sembra che Fraley dovrà condividere i 250mila dollari di premio con altri due colleghi biotecnologi, tra cui Mary-Dell Chilton, che opera presso la società biotech Syngenta.
Per chi non lo ricordasse, la società Syngenta, assieme alla Bayer, è tra i maggiori produttori di pesticidi che contribuiscono alla moria delle api.
La Commissione Europea, infatti, ha sospeso l’utilizzo di alcuni di questi prodotti, anche se la Syngenta ha presentato ricorso contro la decisione della Commissione adottata, secondo l’azienda, sulla base di una procedura incompleta e su valutazioni inadeguate da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).
Una situazione un po’ paradossale quella del conferimento del premio che, secondo alcuni, potrebbe avere delle conseguenze importanti nello scenario agricolo mondiale. Una sorta di legittimazione del modello di business spietato adottato in questi anni dalla Monsanto, che impoverisce agricoltori e monopolizza la produzione di cibo. Sembrerebbe inoltre che, tra i finanziatori dello stesso premio, compaiano proprio Monsanto e Syngenta.
La cerimonia della premiazione sarà tenuta il 16 ottobre prossimo, Giornata Mondiale per l’Alimentazione.
E, c’era da aspettarselo, la cosa ha scatenato un vero e proprio putiferio. Attorno alla questione, infatti, si è formato un attivo movimento politico che ha preso il nome di “Occupy the World Food Prize” e che sta organizzando su tutto il territorio americano manifestazioni atte a far conoscere ai cittadini statunitensi il problema relativo alle colture Ogm, soprattutto quelle adoperate dalla Monsanto, e ai rischi che comportano per il nostro organismo e per il nostro pianeta.
Non solo, il movimento ha organizzato una raccolta firme per fermare la consegna del premio. Sulla pagina apposita si legge: “In segno di protesta, 81 consiglieri del World Future Council hanno scritto una dichiarazione criticando con asprezza il World Food Prize Foundation per aver tradito il suo scopo. Nelle parole degli autori: “i semi OGM rafforzano un modello di agricoltura che mina la sostenibilità degli agricoltori con scarsa disponibilità di liquidi, che rappresentano gran parte delle persone affamate nel mondo… L’impatto più drammatico di tale dipendenza è in India, dove 270.000 agricoltori, molti intrappolati in debito per l’acquisto di sementi e prodotti chimici, si sono suicidati tra il 1995 e il 2012”.
Abbiamo già parlato di queste dinamiche quando abbiamo descritto la rivoluzione dei piccoli agricoltori che è avvenuta in Colombia.
Quanti fossero interessati alla storia della Monsanto, possono approfondire l’argomento leggendo il nostro articolo “Monsanto: un secolo di crimini contro l’umanità e la natura”.
Se, invece, volete firmare la petizione, potete farlo al link: http://action.sumofus.org/a/world-food-prize-monsanto-syngenta/5/2/?sub=fb
(Foto: ARA 3Xilos)
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Come mai la Monsanto ha sviluppato un gene resistente all’alluminio?
…nel periodo dell’aratura, vengono dispersi filamenti di polimeri biocompatibili che, inglobati nel terreno e quindi nelle radici degli ortaggi e dei cereali, ne trasformano il genoma….
segue articolo completo
http://www.tankerenemy.com/2010/05/sc… (2010)
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http://www.tankerenemy.com/2008/03/sc…
http://www.tankerenemy.com/2009/03/ma… (2009)
http://www.tankerenemy.com/2009/02/ma…
http://www.tankerenemy.com/2007/02/le… (2007)
Fonti video Documentario Monsanto
(2009)
(2011)
(2012)
RT
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IL TRATTATO EUROPEO “CODEX ALIMENTARIUS“ OBBLIGHERA’ GLI EUROPEI A MANGIARE OGM PRODOTTI DA MONSANTO, BAYER, NESTLE’, COCA COLA, PEPSI, e KRAFT.
Ora questo MOSTRO è nei nostri supermarket ce lo obbliga l’ Europa...!!!!!!!!!!

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RUSSIA – DOPO LO STUDIO SHOCK LA RUSSIA RITIRA LE IMPORTAZIONI MONSANTO “NK603″LEGGI L’ ARTICOLO COMPLETOLEGGI L’ ARTICOLO COMPLETOThe RUSSIAN ACADEMY of MEDICAL and TECHNICAL SCIENCE”Il mais MONSANTO ha ucciso 2 milioni di persone”
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……………..7 MODI PER AVVELENARCI SEGRETAMENTELEGGI L’ ARTICOLO COMPLETO………………MONSANTO CAUSA 250.000 SUICIDI NEGLI STATI UNITI
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INDIA – IL COTONE TRANSGENICO STA UCCIDENDO GLI AGRICOLTORI INDIANI
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VIDEO DOCUMENTAZIONE STORICA
SCONVOLGENTE..!!!!!!!
…………………….IL LIBRO

Distribuito da ARIANNA EDITRICE
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PESTICIDE CORPORATIONS
MONSANTO – DUPONT – SYGENTA – DOW – BAYER -PEPSI Co. – NESTLE’ – COCA COLA – CON AGRA


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MONSANTO, BAYER TRIAL FOR ‘SYSTEMATIC HUMAN’S RIGHT ABUSE’ Pubblicato da Presentazione a 5/19/2012 03:40:00 AM
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… E IL CONTROLLO DEL PIANETA!
di Stephen Lendman
© gennaio 2008
…un piano diabolico, che punta molto in alto: controllare i prodotti alimentari essenziali di 2.4 miliardi di persone e, al contempo, distruggere la diversità biologica di oltre 140.000 varietà sviluppate…
La fusione fra le grandi multinazionali dei settori farmaceutico e alimentare
All’alba del nuovo secolo l’agricoltura a conduzione familiare risultava decimata dai poteri dell’agribusiness corporativo integrati a livello verticale, i quali oltrepassarono il loro già rigoglioso dominio risalente ai primi anni Venti del secolo appena trascorso. A quel punto tale attività industriale, con vendite annuali superiori ai 400 miliardi di dollari, quanto a profitti si trovava – a livello nazionale – al secondo posto dopo quella farmaceutica. Il passo successivo era quello di fondere i colossi del settore farmaceutico con quelli del settore agroalimentare. In un documento divulgato nel 2003, la National Defense University del Pentagono annotava: “L’agribusiness rappresenta [ora] per gli Stati Uniti quello che il petrolio rappresenta per il Medioriente.” Attualmente viene considerato una “arma strategica nell’arsenale dell’unica superpotenza mondiale”, ma con costi enormi per i consumatori di ogni angolo del pianeta.
L’agribusiness andava a gonfie vele e il governo statunitense lo sosteneva con sussidi annuali di decine di miliardi di dollari. Il Farm Bill del 1996 sospendeva la facoltà del ministro statunitense dell’Agricoltura di equilibrare domanda e offerta, consentendo in tal modo una produzione priva di limitazioni. I colossi agroalimentari sfruttarono appieno tale situazione per controllare le forze del mercato; schiacciarono i piccoli agricoltori ricorrendo alla sovraproduzione e facendo calare i prezzi, inoltre esercitarono pressioni sui prezzi dei terreni man mano che i piccoli gestori fallivano, creando in tal modo opportunità per l’acquisizione di terre a basso costo nell’ottica di maggiori concentrazione e dominio.
Quindi vi fu la fase dell’integrazione della Rivoluzione Genetica nell’agribusiness, secondo le modalità in cui Ray Goldberg di Harvard intendeva si presentasse. Dall’ingegneria genetica sarebbero stati creati interi nuovi settori, fra cui farmaci geneticamente modificati/manipolati derivati da piante GE/GM nel contesto di un nuovo “sistema agrofarmaceutico”. Goldberg prefigurò una “rivoluzione genetica [tramite] la convergenza industriale dei settori di alimenti, salute, medicina, tessile ed energia”, nell’ambito di un mercato del tutto privo di regolamentazione. Non si faceva menzione di un minaccioso occulto incubo per il consumatore.
Il cibo è potere
Nel 1985 l’elemento catalizzatore della Rivoluzione Genetica furono i finanziamenti della Rockefeller Foundation; le mire erano assai ambiziose: verificare se le piante GM fossero praticabili sotto il profilo commerciale e, in tal caso, diffonderle ovunque. Secondo Eng-dahl si trattava della “nuova eugenetica” – culmine delle precedenti ricerche avviate negli anni Trenta – disciplina peraltro basata sul concetto che i problemi dell’umanità si possano “risolvere tramite manipolazioni chimiche e genetiche…come fondamentale metodo di controllo sociale e ingegneria sociale”. Gli scienziati della fondazione cercarono di conseguire tale risultato riducendo le infinite complessità della vita a “semplici, deterministici e predittivi modelli” nel contesto del loro diabolico piano – mappando strutture genetiche allo scopo di “correggere problemi di natura sociale e morale fra cui criminalità, povertà, fame e instabilità politica”. Nel 1973, con lo sviluppo delle essenziali tecniche di ingegneria genetica, il progetto era in atto.
La questione si basa su quello che viene denominato DNA ricombinante (rDNA) e funziona introducendo a livello genetico in piante e animali DNA estraneo per creare organismi geneticamente modificati (OGM), ma non senza rischi. La D.ssa Mae-Wan Ho, primo biologo presso il London Institute of Science in Society, spiega che esistono pericoli in quanto il processo è impreciso. “E incontrollabile e inaffidabile, e finisce tipicamente per danneggiare e scombinare il genoma ospite, con conseguenze del tutto imprevedibili” che potrebbero scatenare un letale e irrevocabile “Ceppo Andromeda”. La ricerca è andata avanti comunque, fra le menzogne secondo cui i rischi erano minimi e che era in vista un futuro radioso. Tutto quel che importava erano i potenziali enormi profitti e i vantaggi geopolitici – quindi approfittiamo della situazione e lasciamo che il denaro vada a finire dove capita.
Uno dei progetti era quello di mappare il genoma del riso, il che determinò l’avvio di un’iniziativa – della durata di 17 anni – finalizzata a diffondere il riso OGM in tutto il mondo, spalleggiata dal denaro della Rockefeller Foundation; quest’ultima spese milioni di dollari per finanziare 46 laboratori scientifici in tutto il mondo, sovvenzionò la preparazione di centinaia di neolaureati e sviluppò una “confraternita d’elite” formata dai più eminenti ricercatori scientifici presso gli istituti di ricerca appoggiati dalla Fondazione stessa. Si trattava di un piano diabolico, che puntava molto in alto: controllare i prodotti alimentari essenziali di 2.4 miliardi di persone e, al contempo, distruggere la diversità biologica di oltre 140.000 varietà sviluppate in grado di far fronte a siccità e parassiti e di crescere in ogni clima immaginabile.
L’obiettivo primario era l’Asia; Engdahl espone la sinistra vicenda dell’International Rice Research Institute (IRRI), di stanza nelle Filippine e finanziato dalla Fondazione. Tale istituto disponeva di una banca del gene provvista di “ogni rilevante varietà di riso nota” e che annoverava un quinto di tutte le varietà. L’IRRI consentì ai colossi dell’agribusiness di utilizzare illegalmente le sementi a scopo di modificazione genetica esclusiva e brevettata, in modo che costoro potessero immetterle sul mercato e averne il controllo esigendo che gli agricoltori fossero muniti di concessione nonché costretti a corrispondere annualmente somme per i diritti di licenza.
Nel 2000 venne elaborato un riuscito “Golden Rice” arricchito con betacarotene (precursore della vitamina A), poi commercializzato in base alla fraudolenta asserzione che una ciotola al giorno di tale riso era in grado di prevenire la cecità e altre carenze di vitamina A.
Si trattava di una truffa, dato che altri prodotti sono fonti – di gran lunga migliori – di tale elemento nutritivo, laddove per assumerne un quantitativo sufficiente è necessario ingurgitare quotidianamente l’impossibile massa di nove chili di riso.
Nondimeno, i sostenitori della Rivoluzione Genetica erano pronti alla loro mossa successiva, ovvero “il consolidamento del controllo globale delle forniture alimentari dell’umanità”, per il quale disponevano di un nuovo strumento: l’Organizzazione Mondiale del Commercio. I colossi corporativi ne stilarono i regolamenti per avvantaggiare sé stessi a scapito dei paesi in via di sviluppo esclusi dal ‘gioco’.
La diffusione sfrenata delle sementi OGM: inizia la rivoluzione della produzione mondiale di derrate alimentari
Alla fine degli anni Ottanta una rete globale di biologi molecolari preparati in ingegneria genetica era pronta ad avviare la “Seconda Rivoluzione Genetica”. Il loro primo test di laboratorio fu l’Argentina, la prima nazione “cavia” coinvolta in un avventato esperimento con nuovi prodotti alimentari non testati e potenzialmente pericolosi.
L’Argentina si rivelò un bersaglio facile quando, nel luglio 1989, Carlos Menem ne divenne presidente. Costui rappresentava il sogno di ogni esponente delle corpora-zioni, un compiacente suddito del Washington Consensus, e permise persino ai compari di David Rockefeller a Washington e New York di stilare il suo programma economico innervato dal dogma della Scuola di Chicago: privatizzazioni, deregolamentazione, mercati locali aperti alle importazioni e tagli ai già ridotti servizi sociali.
Nel 1991 l’Argentina era già un “laboratorio sperimentale segreto per lo sviluppo di coltivazioni geneticamente manipolate”. Di fatto l’agricoltura del paese era stata consegnata a Monsanto, Dow, DuPont e ad altri colossi degli OGM affinchè questi la sfruttassero per il loro profitto. Le cose non sarebbero mai più state le stesse. Verso la metà degli anni Novanta Menem stava “rivoluzion[ando] la tradizionale produttiva agricoltura argentina” per tra-sformarla in una monocoltura destinata all’esportazione globale.
Dal 1996 al 2004, a livello globale, la messa a dimora di coltivazioni OGM si espanse sino a raggiungere i 167 mi-lioni di acri, un incremento pari a 40 volte che sfruttava il 25 per cento di tutti i terreni arabili disponibili a livello mondiale; due terzi della superficie in acri (106 milioni di acri, ovvero 43 milioni di ettari) si trovavano in territorio statunitense. Nel 2004 l’Argentina si trovava al secondo posto, con 34 milioni di acri (14 milioni di ettari), mentre la produzione si stava estendendo a Brasile, Cina, Canada, Sudafrica, Indonesia, India, Filippine, Colombia, Honduras, Spagna ed Europa dell’Est (Polonia, Romania e Bulgaria). La rivoluzione procedeva a gonfie vele; a quel punto sembrava inarrestabile.
Nel 1995 la Monsanto introdusse i fagioli di soia Roundup Ready (RR), dotati del loro speciale batterio inserito geneticamente che consente alla pianta di resistere all’irrorazione dell’erbicida glifosato, il Roundup. La soia OGM risulta così protetta dallo stesso prodotto che in Colombia si impiega per sradicare le coltivazioni di piante adibite alla produzione di droghe ma che, al contempo, danneggia coltivazioni lecite ed esseri umani. Dopo che, nel 1996, la soia RR della Monsanto venne autorizzata dalla FDA (ente statunitense preposto al controllo alimentare e farmacologico, ndt), in Argentina “un sistema agricolo nazionale un tempo produttivo basato su aziende a conduzione familiare [fu trasformato in] un sistema statale neo-feudale dominato da una manciata di potenti e facoltosi” proprietari che lo sfruttavano a loro profitto. Menem andò avanti. In meno di un decennio aveva permesso che la varietà del paese, rappresentata da frumento, granturco e bestiame, venisse sostituita da una monocoltura controllata dalle corporazioni. Si trattò di un patto faustiano, che verso la fine del 2007 contribuì a far toccare al prezzo delle azioni della Monsanto un livello mai raggiunto in precedenza.
I precedenti decenni contraddistinti da varietà e rota-zione delle colture avevano preservato la qualità del suolo argentino, tuttavia tale situazione cambiò allorquando si attestò la monocoltura della soia, accompagnata dalla sua forte dipendenza dai fertilizzanti chimici. Le colture argentine tradizionali scomparvero e il bestiame fu rinchiuso in sovraffollati ambienti confinati per l’allevamento intensivo, come negli Stati Uniti. Engdahl cita un eminente agro-ecologo il quale prefigura che, se continueranno, queste pratiche distruggeranno il territorio nell’arco di 50 anni. Niente lascia intravedere che vi sarà una qualche interruzione del processo.
La crisi economica che ha colpito l’Argentina verso la fine degli anni Novanta-inizi del decennio successivo ha reso disponibili ampi e ulteriori appezzamenti di terra, allorché gli agricoltori ridotti sul lastrico si videro costretti a rinunciare alle loro tenute svendendole per pochi soldi.
I predatori corporativi e i proprietari terrieri latifondisti ne approfittarono. Con la monocoltura meccanizzata di soia OGM i caseifici del paese si ridussero della metà e “centinaia di migliaia di lavoratori [furono costretti a] lasciare le terre” per andare a ingrossare le fila dei poveri.
La Monsanto attraversava un ottimo periodo e utilizzò vari piani di sfruttamento; nel 1999 indusse Menem a consentirle di riscuotere “diritti prorogati”, sebbene la legislazione argentina vietasse tale prassi. Anche l’esporta-zione illegale di sementi Roundup Ready in Brasile, Paraguay, Bolivia e Uruguay si svolse di nascosto.
La Monsanto quindi esercitò sul governo argentino pressioni affinchè riconoscesse il suo “diritto di brevetto della tecnologia”; si costituì un Fondo di Compensazione della Tecnologia, gestito dal Ministero dell’Agricoltura, che costrinse gli agricoltori a corrispondere una tassa pari a quasi l’uno per cento sulle vendite di soia OGM; a beneficiare dei fondi furono la Monsanto e altri fornitori di sementi OGM.
Nel 2004 quasi la metà dei terreni coltivabili della nazione era adibita alla produzione di soia GM e oltre il 90 per cento di tale frazione era destinato esclusivamente alla qualità Roundup Ready della Monsanto. Engdahl la vede in questi termini: “L’Argentina era diventata il più grande incontrollato laboratorio sperimentale per gli OGM.” La sua popolazione si era a sua volta trasformata in ignari topi da laboratorio.
Nel 2005 il governo del Brasile venne a più miti consigli e legalizzò per la prima volta le sementi OGM. Nel 2006 USA, Argentina e Brasile incidevano per oltre 1*81 per cento della produzione mondiale di soia GM, il che “comporta che praticamente ogni animale del pianeta alimentato con pastoni alla soia consuma soia geneticamente manipolata” e, inoltre, che chiunque mangi le carni di questi animali fa inavvertitamente altrettanto.
L’Argentina ha sperimentato ulteriori ricadute che rischiano di assumere maggiori dimensioni. La sua monocoltura della soia ha avuto imponenti effetti sul territorio delle campagne, mentre ampi tratti di foreste sono stati distrutti. Gli agricoltori tradizionali vicini alle colture di soia sono stati seriamente danneggiati dall’irrorazione aerea di Roundup; i loro raccolti sono rimasti devastati, perché è questo che l’erbicida in questione è progettato a fare: uccidere tutte le piante prive della resistenza geneticamente modificata. Gli agricoltori in questione raccontano che il loro pollame è morto e che i cavalli sono stati gravemente danneggiati dalle irrorazioni aeree. Anche gli esseri umani hanno subito conseguenze e possono manifestare violenti sintomi di nausea, diarrea e vomito, nonché lesioni cutanee. Altri riferiscono di ulteriori ricadute: animali nati con gravi malformazioni degli organi, banane e patate dolci deformi, nonché laghi pieni di pesci morti. Per di più, alcune famiglie rurali affermano che in seguito alle irrorazioni aeree i loro figli hanno sviluppato “grottesche chiazze sul corpo”.
Quanto al promesso maggior rendimento della soia GM, i risultati hanno evidenziato raccolti ridotti del 5-15 per cento rispetto ai loro corrispondenti tradizionali, più “nuove tenaci erbe infestanti” per distruggere le quali necessita una quantità tripla di erbicida. Allorquando gli agricoltori si rendono conto di tutto questo, ormai è troppo tardi.
Engdahl riassume la situazione degli agricoltori: “Risulterebbe arduo immaginare uno schema più perfetto di coercizione umana.” E la situazione era ancor peggiore. L’Argentina è stato il primo caso di sperimentazione “in un piano globale portato a compimento nell’arco di decenni e di portata assolutamente sconvolgente e terrificante”.
Parte del piano prevedeva che i colossi dell’agribusiness OGM avessero mano libera sul relativo settore dell’economia, onde trasformare radicalmente il sistema produttivo agroalimentare dell’Iraq in un modello per sementi e piante OGM.
L’Iraq beneficia dei semi statunitensi della democrazia
Per l’Iraq la democrazia ha comportato la cancellazione della “culla della civiltà” a favore di un capitalismo liberista privo di impedimenti. Nel 2003 l’Iraq è stato invaso non solo per il suo petrolio, ma anche per trasformare il paese in un gigantesco paradiso del libero commercio. Il piano era diabolico, elaborato e orrendo: guerra lampo di tipo “colpisci e terrorizza”, elaborate operazioni psicologiche, la paura usata come arma, occupazione repressiva, tortura e detenzione di massa e, infine, la più rapida e radicale riconfigurazione di un paese a memoria d’uomo. Tutto accadde nell’arco di alcune settimane. L’Iraq non esiste più, il paese è una terra desolata, la sua popolazione è devastata e si è creato il terreno per uno sfrenato saccheggio da parte delle corporazioni su scala pressoché inimmaginabile.
Parte del piano prevedeva che i colossi dell’agribusiness OGM avessero mano libera sul relativo settore dell’economia, onde trasformare radicalmente il sistema produttivo agroalimentare dell’Iraq in un modello per sementi e piante OGM; questo fu affidato al mandato di svariate delle 100 “leggi Bremer” celermente applicate, tuttavia al riguardo gli Iracheni non hanno avuto voce in capitolo, dato che il paese era ormai governato da Washington e dalla sua filiale all’interno della superprotetta Zona Verde, nella più grande ambasciata statu¬nitense al mondo.
Le leggi di Bremer hanno imposto la più rigida “terapia d’urto” mai vista in puro stile Scuola di Chicago, del genere di quelle che, sin dalla loro introduzione nel Cile di Pinochet, avvenuta nel 1973, devastarono paesi di tutto il mondo. La formula era quella consueta: licenziamenti di massa dei dipendenti statali, nell’ordine delle centinaia di migliaia; importazioni illimitate in assenza di tariffe, dazi, ispezioni o tasse; deregolamentazione; infine, il più vasto piano di privatizzazione e liquidazione del patrimonio statale dai tempi del collasso dell’Unione Sovietica. Le tasse imposte alle corporazioni sono state abbassate dal 40 al 15 per cento. Gli investitori esteri potevano possedere il cento per cento dei beni iracheni, fatta eccezione per il petrolio; potevano inoltre riportare in patria i loro profitti senza che questi venissero tassati, né avevano l’obbligo di reinvestire nel paese. Come se non bastasse, sono state date loro concessioni d’uso quarantennali per la produzione di petrolio. Le uniche leggi dell’era Saddam sopravvissute erano quelle concernenti le limitazioni imposte ai sindacati e alla contrattazione collettiva. Le transnazionali straniere, in gran parte statunitensi, si sono avventate sulla preda e hanno divorato ogni cosa. Gli Iracheni non erano in grado di competere e le leggi di occupazione hanno garantito che ciò non avvenisse.
Prendete in considerazione il Bremer Order 81 del 26 aprile 2004, concernente i brevetti e la relativa durata; tale direttiva recita: “Agli agricoltori sarà vietato riutilizzare sementi di varietà tutelate o di qualsiasi altra varietà.” Tale normativa conferiva ai proprietari dei brevetti delle suddette varietà i diritti assoluti – per 20 anni – sull’utilizzo delle loro sementi da parte degli agricoltori; si tratta di sementi geneticamente manipolate e di proprietà delle transnazionali. Gli agricoltori iracheni che ne fanno uso hanno dovuto firmare un accordo in base al quale sono tenuti a pagare una “tassa sulla tecnologia” nonché una tassa annuale di utilizzo. L’impiego di sementi “simili” a quelle brevettate e tutelate potrebbe portare a multe assai salate e persino alla detenzione. Al centro della direttiva vi è la “Plant Variety Protection” (PVP) – laddove le sementi OGM hanno conseguito la tutela per scalzare 10.000 anni di sviluppo di varietà di piante.
La fertile valle irachena compresa fra i fiumi Tigri ed Eufrate è ideale per le colture. Sin dall’8000 a.C. gli agricoltori la utilizzano per sviluppare “abbondanti sementi di quasi ogni varietà utilizzata oggi nel mondo”. Tali varietà sono state ormai annientate tramite il piano di modernizzazione e industrializzazione OGM, in modo che l’agribusiness potesse prendere piede nella regione e rifornire il mercato mondiale.
Mentre gli Iracheni soffrono e patiscono la fame, i colossi degli OGM gestiscono l’agricoltura del paese a scopo di esportazione. Ora gli agricoltori iracheni sono servi dell’agribusiness e costretti a coltivare prodotti estranei al regime alimentare locale, come il frumento destinato alla produzione di pasta. A stabilirlo sono le Leggi Bremer, peraltro inviolabili in base all’Articolo 26 della Costituzione redatta dagli Stati Uniti. L’articolo in questione recita che il governo iracheno non ha la facoltà di modificare le leggi formulate da un occupante straniero. Per garantirlo, in ogni ministero sono presenti simpatizzanti degli Stati Uniti, i più fidati dei quali collocati nei dicasteri cruciali.
Engdahl riassume i danni arrecati all’agricoltura: “La trasformazione forzata della produzione alimentare dell’Iraq in colture OGM brevettate è uno dei più chiari esempi di [come] la Monsanto e altri colossi OGM stiano imponendo [tali] colture a una popolazione mondiale ignara o riluttante.”
Con esse stanno infestando il pianeta, un paese alla volta, e tentare di porre rimedio ai danni che provocano è rutile.
Il “Giardino delle Delizie in Terra”
II 1° gennaio 1995 fu costituito ufficialmente il WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio), dotato dei poteri di imporre e far osservare agli stati membri le sue leggi stilate dalle corporazioni. L’agribusiness statunitense esercitava già il predominio, nondimeno a questo punto aveva a disposizione un nuovo ente sovranazionale e non eletto per promuovere la propria agenda privata su scala globale. Il WTO svolge il ruolo di “poliziotto” del libero commercio globale nonché quello di rapace “ariete del multimiliardario agribusiness mondiale” per conto dei colossi del settore. I suoi regolamenti sono stati stilati con la forza e gli strumenti di una “autorità punitiva” adibita a imporre pesanti sanzioni economiche e di altro genere a coloro che violano i regolamenti stessi, in base ai quali l’agricoltura ha un ruolo prioritario poiché le società statunitensi sono dominanti. La Cargill ha redatto i regola-menti che Engdahl definisce il “Cargill Pian” e che:
• proibiscono a livello mondiale tutti i programmi agricoli governativi e i sostegni ai prezzi (ma strizzano l’occhio, annuendo, ai considerevoli sussidi statunitensi);
• vietano alle nazioni di imporre regolamentazioni alle importazioni allo scopo di tutelare la propria produzione agricola;
• proibiscono i controlli sull’esportazione di prodotti agricoli, anche in tempi di carestia, in modo che la Cargill possa dominare il commercio mondiale dell’esportazione di cereali;
• vietano alle nazioni di limitare gli scambi commerciali tramite leggi di tutela definite “barriere commerciali”, il che fra l’altro apre i mercati mondiali a importazioni senza restrizioni di prodotti alimentari OGM, senza alcuna necessità di dimostrarne la sicurezza.
La lobby dell’International Food & Agricultural Trade Policy Council (IPC) ha collaborato con la Cargill e l’agribusiness statunitense onde promuoverne l’agenda in questione. A prendere il comando sono stati i paesi del cosiddetto Gruppo dei Quattro (Quad): Stati Uniti, Canada, Giappone e Unione Europea (UÈ). Riunendosi in segreto, costoro hanno stabilito per tutti i 134 membri del WTO le politiche agricole formulate dai colossi agroalimentari statunitensi, fra cui Cargill, Monsanto, ADM e DuPont, unitamente a colossi europei quali Nestlé e Unilever. La loro politica era finalizzata a eliminare le leggi e le misure di protezione nazionali a favore di liberi mercati privi di restrizio¬ni a vantaggio dei paesi del ‘Nord Globale’.
Esistono altri regolamenti del WTO, nell’ambito dell’Agreement on Technical Barriers to Trade (Accordo sulle barriere tecniche al commercio, ndt), i quali proibiscono l’etichettatura degli OGM. Di conseguenza, i consumatori non sanno cosa mangiano né sono in grado di evitare questi prodotti alimentari potenzialmente pericolosi. Per risolvere tale problema nel 1996 è stato stilato il Protocollo sulla Biosicurezza, che dovrebbe essere in vigore proprio a tale scopo. Ad ogni modo alle richieste dei paesi in via di sviluppo è stato “teso un agguato da parte del governo e della lobby dell’agribu-siness, potenti e organizzati”, i quali hanno sabotato i negoziati e insistito affinchè le misure inerenti alla biosicurezza fossero subordinate ai regolamenti commerciali del WTO a vantaggio dei paesi industrializzati. Come risultato i negoziati sono falliti, le problematiche relative alla sicurezza sono state ignorate e si è spianata la strada all’indiscriminata diffusione delle sementi OGM su scala mondiale.
In base ai regolamenti TRIPS del WTO, tutti gli stati membri sono tenuti a varare leggi sulla proprietà intellettuale a tutela dei brevetti che, per l’appunto, rendono il sapere una proprietà, il che a sua volta “da libero sfogo” pressoché ovunque alla proliferazione di sementi e alimenti OGM, anche contravvenendo alle leggi nazionali in materia di sicurezza alimentare.
I colossi degli OGM hanno amici potenti nel governo; i secondi appoggiano l’agenda dei primi. Uno di costoro è George W. Bush il quale nel 2003, dopo l’invasione dell’Iraq, ha fatto della proliferazione delle sementi OGM la sua priorità; con un sostegno di tal genere, le società degli OGM hanno spinto la situazione sino al limite.
Engdahl fornisce un calzante esempio che riguarda la società biotecnologica texana RiceTec. La RiceTec ha tramato per brevettare il riso basmati, da migliaia d’anni alimento principale in tutta l’Asia. Con la collusione dell’IRRI, la società ha trafugato le sementi e le ha brevettate in base ai regolamenti stilati dalla Fondazione Rockefeller. A rendere questo possibile è stata una sentenza emessa nel 2001 dalla Corte Suprema degli Stati Uniti nel caso Ag Supply v. Pioneer Hi-Bred; “ha tutelato il principio in base al quale si ammettono brevetti su piante e altre forme di vita”.
In base al regolamento, è possibile brevettare varietà di piante OGM – e alcune agenzie governative statunitensi sono compiici nell’aiutare i colossi dell’agribusiness ad assicurarsi che nulla si frapponga sulla loro strada. Di conseguenza, il furibondo attacco della monocoltura OGM minaccia ovunque la diversità delle specie vegetali.
Con il pieno appoggio di Washington e del WTO, le principali società di biotecnologie stanno brevettando qualsiasi pianta immaginabile in forma OGM. Engdahl fa riferimento alla “Rivoluzione Genetica [come a una] forza torrenziale nell’agricoltura mondiale” all’inizio del nuovo millennio, con quattro società dominanti che detengono il controllo degli OGM e dei relativi mercati agrochimici: Monsanto, DuPont e Dow AgroSciences negli USA e, in Svizzera, Syngenta (creata dalla fusione dei settori agricoltura della Novartis e della AstraZeneca).
Il “numero uno a livello mondiale” è la Monsanto. Abbiamo esaminato tale società nella prima parte del presente articolo; Engdahl cita le parole del suo presidente, secondo cui lo scopo è la fusione globale di “tre delle più grandi industrie a livello mondiale – agricoltura, prodotti alimentari e salute – che attualmente operano [separatamente, ma] alcuni cambiamenti…ne determineranno l’integrazione”. Questa frase risale a sette anni orsono. Ora sta accadendo.
Engdahl prende in considerazione informazioni pertinenti sull’industria che altrimenti potrebbero essere pas¬sate inosservate: che i tre colossi statunitensi degli OGM vantano prolungati e sordidi rapporti di collaborazione con il Pentagono nella fornitura di agenti chimici altamente devastanti come l’Agente Arancio, il napalm e altri. Adesso costoro pretendono che ci fidiamo di loro per quanto riguarda i prodotti più importanti che ingeriamo – alimenti e farmaci – a dispetto di ben fondate prove che! le loro varietà OGM sono nocive per la salute umana. I I loro trascorsi di attenzione per la salute pubblica sono! atroci.
Piaccia o meno, stanno promuovendo la loro agenda, come peraltro evidenzia un rapporto della Fondazione Rockefeller risalente al 2004. A partire dal 19961 la produzione di colture GM ha conseguito incrementi! percentuali a due cifre per nove anni consecutivi. Attualmente in 17 paesi oltre otto milioni di agricoltori! seminano colture OGM, per oltre il 90 per cento deij casi in paesi in via di sviluppo. Gli Stati Uniti sono gran lunga il paese leader, “con un’aggressiva promozic ne governativa, assenza di etichettatura e dominio sulla produzione agricola nazionale”. Qui, “le colture geneticamente manipolate [hanno] fondamentalmente pre il sopravvento sulla catena alimentare statunitense”. Ne 2004, oltre l’85 per cento delle sementi di soia e il 45 per cento di quelle di granturco erano geneticamente
modificate e, dato che gli alimenti destinati agli animali provengono principalmente da tali colture, “l’intera produzione di carne della nazione [e le esportazioni] deriva da animali nutriti con alimenti geneticamente modificati”. Quello che mangiano gli animali lo ingeriscono anche gli uomini.
La faccenda assume toni ancor più drammatici. Il vento e l’aria fanno proliferare le sementi GM nei campi adiacenti, compresi quelli biologici, che ora sono in qualche misura contaminati. Engdahl spiega:
“…dopo appena sei anni, una porzione stimata nell’ordine del 67 per cento della superficie agricola statunitense totale è rimasta [irreparabilmente] contaminata da sementi geneticamente manipolate. Il genio era uscito dalla bottiglia”; per quel che è noto a livello scientifico, niente è in grado di invertire tale situazione.
Questo rende la coltivazione “biologica pura” impossibile, fatta eccezione, forse, per alcune aziende assai isolate, che comunque costituiscono un’esigua percentuale del settore. Pur tuttavia, le colture biologiche sono più sicure di quelle trattate con sostanze chimiche e incomparabilmente preferibili a qualsiasi tipo di coltura geneticamente modificata. Detto questo, dato che la Rivoluzione Genetica progredisce a livello mondiale, il futuro dell’agricoltura biologica è a rischio – il che lascia inorriditi coloro che, come il sottoscritto, vi fanno assegnamento.
Prendete inoltre in considerazione il modo in cui i colossi degli OGM acquisiscono quote di mercato avvalendosi dell’ausilio del governo e del WTO, agevolati dall’imposizione di rigidi accordi sui diritti di utilizzazione e sulle tecnologie agli agricoltori, i quali sono tenuti a corrispondere tasse su base annuale. Gli accordi in questione sono vincolanti e applicati tramite accordi sull’impiego della tecnologia che gli agricoltori si trovano costretti a sottoscrivere, rimanendo così intrappolati in una “nuova forma di servitù della gleba”. Ogni anno sono costretti ad acquistare nuove sementi e hanno la proibizione di riutilizzare qualsiasi semente degli anni precedenti, come invece accadeva abitualmente prima dell’introduzione degli OGM. Il mancato rispetto degli accordi può avere come esito gravi danni legali o persino la detenzione e, potenzialmente, la perdita dei terreni.
Conniventi agenzie governative e astute strategie di commercializzazione favoriscono la “Rivoluzione Genetica”, servendosi di “menzogne, dannate menzogne” secondo cui le colture OGM hanno maggior rendimento e sono in grado di risolvere il problema della fame nel mondo. I riscontri dimostrano tutt’altro. Per di più, con l’andar del tempo si sviluppano “supererbe infestanti” resistenti e il rendimento dei raccolti cala. Gli agricoltori si vedono costretti a utilizzare maggiori quantitativi di erbicidi, sono vincolati a elevate tasse di diritto d’uso e finiscono per rimetterci del denaro. In sostanza: il caso delle “sementi geneticamente manipolate per l’agricoltura [era] fondato su una roccaforte di frodi scientifiche e menzogne corporative”. Queste informazioni vengono tenute nascoste al pubblico e nel momento in cui sprovveduti agricoltori si accorgono di essere stati imbrogliati, ormai è troppo tardi.
I riscontri inerenti ai pericoli rappresentati dagli OGM sono progressivamente aumentati e hanno messo in allarme l’industria del settore. Nel 2005 ricerche scientifiche russe hanno dimostrato che gli OGM provocano danni che possono avere inizio in utero: in oltre la metà dei casi, ratti alimentati con soia geneticamente modificata sono morti entro le prime tre settimane di vita – vale a dire sei volte il normale tasso di decessi.
Controllo demografico: Terminator, Traitor e sementi di mais anticoncezionale
Di importanza cruciale per la strategia dei colossi degli OGM era la necessità di una “nuova tecnologia che permettesse loro di commercializzare sementi che non si riproducessero”, quindi elaborarono tecnologie di restrizione all’uso di piante geneticamente modificate (GURTs), che produssero le cosiddette sementi “Terminator”. Il procedimento è brevettato e si applica a sementi di tutte le specie di piante. Ripiantarle non ha alcun esito: non cresceranno. Si tratta della soluzione dell’industria al controllo della produzione alimentare mondiale e garantisce al contempo lauti profitti. Che scoperta! Mais, soia e altre sementi Terminator sono state “geneticamente modificate per ‘suicidarsi’ dopo una stagione di coltivazione” a opera di un gene incorporato che produce una tossina. Una tecnologia di seconda generazione strettamente correlata, la T-GURT, produce sementi soprannominate Traitor. Tale tecnologia verte sul controllo della fertilità e delle caratteristiche genetiche di una pianta grazie a un “promotore di gene che può essere indotto” denominato “interruttore del gene”. Le colture OGM resistenti ai parassiti e alle malattie ‘funzionano’ unicamente tramite l’impiego di uno specifico composto chimico realizzato dalle società come la Monsanto. Gli agricoltori che acquistano sementi illegalmente non avranno a disposizione il composto che “accende” il gene resistente. In tal modo la tecnologia Traitor crea un nuovo mercato vincolato ai colossi degli OGM, laddove le sementi Traitor risultano avere costi di produzione inferiori rispetto a quelle Terminator.
Combinate, queste due tecnologie conferiscono ai colossi dell’agribusiness poteri senza precedenti: “Per la prima volta nella storia, tale situazione [consente a] tre o quattro multinazionali private delle sementi…di dettare agli agricoltori di tutto il mondo le proprie condizioni.” Si tratta di uno strumento di guerra biologica quasi “troppo valido per crederci”, a fronte dell’aperta opposizione della cittadinanza che l’industria e il Dipartimento dell’Agricoltura statunitense (USDA) si propongono di mettere a tacere.
Engdahl cita il portavoce dell’USDA Willard Phelps il quale, in un’intervista risalente a giugno del 1998, affermava che l’ente desiderava che la tecnologia Terminator fosse “data ampiamente in concessione e resa speditamente disponibile a numerose società del settore sementi”. La ragione di fondo era occulta: introdurre le sementi in questione nei paesi in via di sviluppo in quanto primaria strategia della Fondazione Rockefeller. Engdahl la definisce il “Cavallo di Troia dei colossi occidentali delle sementi OGM per acquisire il controllo delle forniture alimentari del Terzo Mondo, in aree in cui le leggi sui brevetti sono assai permissive o addirittura inesistenti”. Per la Fondazione diventò di importanza prioritaria diffondere le sementi in tutto il mondo, onde impossessarsi in modo irreversibile dei mercati. L’USDA appoggiò in pieno tale progetto.
Un tal genere di influenza (assieme al WTO) è soverchiante; è la tattica utilizzata allorquando il Dipartimento di Stato e quello dell’Agricoltura degli Stati Uniti coordinano interventi di lotta alle carestie impiegando prodotti geneticamente modificati in eccedenza. Gli agricoltori che ricevono le sementi OGM non vengono informati sulla loro natura: le piantano inconsapevolmente per il raccolto successivo e così vengono ‘arpionati’. La proliferazione, peraltro, non è limitata all’Africa. Lo scopo dell’industria del settore è quello di introdurre gli OGM ovunque, ricorrendo alla coercizione, alla corruzione e ad altre tattiche illegali, soprattutto in paesi in via di sviluppo pesantemente indebitati. Nel caso della Polonia, il suolo – che era uno dei più fertili in Europa – risulta ormai dfet&feiKito dalla contamina-zione genetica.
Prendete ora in considerazione come il piano sia connesso con la strategia della Fondazione Rockefeller per il controllo della popolazione. Nel 2001 il progetto ricevette agevolazioni quando la compagnia biotech privata Epicyte annunciò di aver sviluppato con sucesso la “coltura OGM definitiva”: la semente di mais anticoncezionale; questa venne definita la soluzione alla “sovrappopolazione” del pianeta, tuttavia le notizie in merito scomparvero dalla circolazione dopo che la Biolex acquisì la compagnia.
In un modo o nell’altro, la Fondazione Rockefeller tenta di ridurre la popolazione, come peraltro sta facendo in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) finanziando sommessamente il suo programma di “salute riproduttiva” tramite l’impiego di un vaccino contro il tetano che, combinato con ormoni naturali hCG, opera come un agente abortivo che impedisce la gravidanza, quantunque tale aspetto non venga reso noto alle donne che lo assumono.
Quanto alla prospettiva del Pentagono a riguardo della riduzione della popolazione come sofisticata forma di ‘”guerra biologica’ [finalizzata a] risolvere la fame nel mondo”, tutto tace.
Il panico dell’influenza aviaria e i polli OGM
Nel 2005 George W. Bush indusse ingannevolmente l’opinione pubblica a credere che, se incontrastata, una cosiddetta epidemia di influenza aviaria si sarebbe trasformata in una pandemia. Come di consueto, la soluzione fu quella di delegare al settore privato e premiare i suoi compari. Nel caso specifico, egli chiese al Congresso di destinare uno stanziamento d’emergenza pari a un miliardo di dollari dei contribuenti per un farmaco, il Tamiflu. Un fatto cruciale rimase sottaciuto: il farmaco era elaborato e brevettato dalla Gilead Science – il cui presidente, prima di assumere l’incarico di segretario alla Difesa, rispondeva al nome di Donald Rumsfeld, il quale peraltro ne era ancora azionista di maggior rilievo. La paura, combinata con gli stanziamenti del governo e un prezzo delle azioni in aumento, mise Rumsfeld nelle condizioni di accumulare una fortuna, esattamente nello stesso modo in cui Dick Cheney, nelle vesti di vicepresidente, aveva tratto profitto dai propri legami con la Halliburton.
Engdahl pone il seguente quesito: “La paura dell’influenza aviaria fu l’ennesimo stratagemma del Pentagono” dalle finalità ignote? Rifacendosi a note e insabbiate azioni passate del governo, “un presumibilmente letale” nuovo ceppo di influenza “doveva essere considerato decisamente con sospetto”; veniva sfruttato per promuovere gli interessi dell’agribusiness e della pollicoltura “secondo il modello della Tyson Foods dell’Arkansas”. Considerate i fatti. A causa degli spazi angusti e delle condizioni di sovraffollamento cui sono costretti gli animali, gli allevamenti in batteria costituiscono il terreno di coltura per una potenziale proliferazione di malattie, nondimeno tale aspetto non è mai stato citato come una minaccia. Al contrario, a essere additati come colpevoli sono stati i piccoli allevamenti all’aperto a conduzione familiare, in particolar modo quelli asiatici, quando in realtà tale nozione è quantomeno assai poco plausibile; i piccoli allevamenti di questo tipo sono i più sicuri, tuttavia la campagna di propaganda di marca governativo-industriale ha sostenuto il contrario.
Lo schema è palese. Cinque colossi multinazionali dominano la produzione e la lavorazione delle carni di pollo: Tyson (la più grande), Gold Kist, Pilgrim’s Pride, ConAgra Poultry e Perdue Farms, le quali producono carne di pollo “in atroci condizioni sotto il profilo sanitario e della sicurezza”. Secondo il GAO (Government Accountabili-ty Office), i lavoratori impiegati presso questi impianti di lavorazione presentano “uno dei più elevati tassi di lesioni e malattie di tutto il settore industriale”. Si è citata l’esposizione a “pericolose sostanze chimiche, sangue, materia fecale, il tutto esacerbato da scarsa ventilazione e, spesso, temperature estreme”.
Oltre a ciò, i polli sono racchiusi in spazi assai esigui e “negli allevamenti in batteria viene loro impedito di muoversi o svolgere qualsivoglia esercizio motorio [in modo da poter] crescere…molto di più [e più rapidamente] di quanto mai avvenuto in precedenza”. Si impiegano anche promotori della crescita, che a loro volta determinano problemi per la salute.
In misura sempre maggiore, gli esperti di animali ritengono che sono tali allevamenti – e non quelli asiatici di piccole dimensioni – la reale fonte di pericolose nuove patologie come l’influenza aviaria; tali informazioni sono assenti dal circuito ufficiale, di conseguenza il pubblico viene ingannato. Questo è il modo in cui i colossi della lavorazione della carne di pollo riescono a globalizzare la produzione mondiale, coadiuvati – come una “manna dal cielo” – dalla paura dell’influenza aviaria. Se l’intento di estromettere i piccoli allevatori asiatici avrà esito positivo, la Tyson e altre società saranno in grado di accedere all’enorme mercato asiatico del pollame; il loro scopo è questo, laddove il metodo è l’eliminazione della concorrenza – con l’ausilio di amici nelle alte sfere.
Anche la creazione della prima popolazione di animali OGM fa parte del piano, nella prospettiva di trasformare i polli di tutto il mondo in volatili OGM. Engdahl la mette in questi termini: “All’indomani del 2006, cavalcando la paura di un’epidemia umana di influenza aviaria, i rappresentanti degli OGM o della Rivoluzione Genetica miravano chiaramente a conquistare la più importante fonte di proteine a livello mondiale, ovvero il pollame.”
Nondimeno si prospettava anche un altro piano volto a dominare la produzione globale di derrate alimentari: “Terminator stava per finire sotto il controllo del più grande colosso mondiale dell’agribusiness delle sementi OGM.”
Armageddon genetico: Terminator e brevetti sui maiali
Allo scopo di completare il suo abortito tentativo di acquisizione del 1999, nel 2007 la Monsanto acquisì la Delta & Pine Land (D&PL). La D&PL deteneva i diritti globali sul Terminator e li estese con successo ai GURTs. L’accordo rese la Monsanto “il soverchiante monopolista delle sementi agricole di quasi tutte le varietà”, compresi frutti e ortaggi ottenuti l’anno precedente nel contesto dell’acquisizione della Seminis, azienda grazie alla quale la Monsanto si ritrova ora la prima società nel settore frutta e ortaggi, la seconda nelle colture agronomiche, nonché la terza più grande azienda agrochimica a livello mondiale. Con la D&PL, la Monsanto detiene anche il controllo assoluto sulla maggioranza delle sementi delle piante agricole e, inoltre, sta entrando nel settore dell’ingegneria genetica e dei brevetti relativi agli animali.
Nel 2005, la Monsanto ha richiesto al WTO i diritti di brevetto internazionali per la sua rivendicata manipolazione genetica di un mezzo per identificare i geni di maiale derivati da sperma suino brevettato. La società aspira inoltre ai brevetti e al diritto di riscuotere tasse di concessione per particolari animali da fattoria e mandrie di bestiame. Se tali prerogative verranno concesse, “qualsiasi maiale prodotto utilizzando tale tecnica riproduttiva sarà tutelato dai brevetti in questione”. Man mano che i patrocinatori legali degli OGM riescono a inoltrare istanze volte a ‘mettere sotto chiave’ la vita animale come proprietà intellettuale, altrettanto velocemente vengono impiegate e brevettate svariate tecniche.
Società come la Monsanto e la Cargill hanno investito ingenti quantità di denaro per modificare geneticamente animali a scopo di profitto, di conseguenza esigono i diritti di brevetto e concessione per i risultati ottenuti, quantunque tutto questo rappresenti il contraverso obiettivo di brevettare la vita stessa. Ad ogni modo nel 1980, nell’ambito del caso Diamond v. Chakra-barty, una sentenza della Corte Suprema statunitense ha fornito loro uno spiraglio stabilendo che “qualsiasi cosa realizzata dall’uomo sotto il sole” è brevettabile, decisione che spianò la strada all’epocale brevetto del “Oncomouse”, manipolato geneticamente per risultare maggiormente suscettibile al cancro.
Engdahl descrive il modo in cui i colossi dell’agribusiness hanno adottato una “campagna di menzogne e distorsioni furtiva, sistematica e debitamente appoggiata”, volta ad avanzare in direzione dello scopo ultimo di Henry Kissinger: assumere il controllo del petrolio per avere il controllo delle nazioni; assumere il controllo delle derrate alimentari per avere il controllo delle popolazioni”. Il perseguimento di ambedue gli obiettivi è in fase di realizzazione, con scarsa consapevolezza da parte del pubblico su quanto sia avanzato lo stato delle cose e quanto sia sconsiderato il piano – manipolare geneticamente tutte le piante e le forme di vita e controllare la popolazione mondiale selezionandone le parti “indesiderate”.
Postfazione: organizzare l’opposizione
Nel 2006 un tribunale del WTO ha emesso una sentenza favorevole agli Stati Uniti a scapito dell’Unione Europea, sentenza che in tal modo minaccia di aprire questa importante area agricola alla “introduzione forzata [di] piante e prodotti alimentari geneticamente manipolati”.
Raccomandava che il Dispute Settlement Body (DSB-Ente di Risoluzione delle Dispute, ndt) del WTO richiedesse alla UÈ di rispettare i propri obblighi in base all’accordo SPS del WTO stesso, che consente all’agri-business di ignorare diritti e leggi nazionali a tutela della salute e della sicurezza pubbliche. Per i paesi della UÈ la mancata osservanza di tali obblighi può comportare costi nell’ordine delle centinaia di milioni di dollari in sanzioni annuali, quindi la questione è di importanza cruciale per ambe due le parti in causa.
All’epoca dello scritto di Engdahl, non era chiaro se la “mostruosa e malefica macchina degli OGM sarebbe stata fermata a livello globale”. La questione è tuttora incerta, ma al dicembre 2007 nella UE solo nove prodotti alimentari biotech hanno l’autorizzazione alla vendita. Sinora le esportazioni statunitensi di mais sono per la maggior parte bloccate e il commercio di altri prodotti viene impedito, nonostante dozzine di richieste pendenti in cantiere il cui destino non è ancora stato deciso.
Alcuni paesi della UÈ, fra cui Francia, Germania, Austria e Danimarca, bandiscono persino prodotti alimentari biotech approvati dalla UÈ, annebbiando ulteriormente le prospettive. I sondaggi ne indicano la motivazione, dato che l’opinione pubblica europea si è opposta con pervicacia agli alimenti e ingredienti OGM; in Francia i livelli di ostilità arrivano all’89 per cento, mentre il 79 per cento della popolazione vuole che i governi bandiscano i prodotti in questione.
Questo dimostra che i cittadini europei sono di gran lunga più avanti dei loro corrispondenti statunitensi, nonché molto meglio tutelati (sinora) dalla relativa esclusione complessiva e dalla legislazione che impone l’etichettatura dei prodotti autorizzati alla vendita. Tale normativa è di importanza cruciale, in quanto mette i consumatori nelle condizioni di decidere se avvalersi o meno di questi alimenti; se le persone se ne asterranno in numero consistente, gli esercizi del settore prodotti alimentari non li terranno in vendita.
Engdahl conclude facendo notare quanto i colossi degli OGM siano vulnerabili alle critiche.
Il fatto di ficcare in gola ai consumatori prodotti non testati costituisce “la base su cui organizzare una moratoria o bando globale sui prodotti stessi”, sempre che si riesca a organizzare una sufficiente opposizione che sappia farsi sentire.
In tutto il libro, Engdahl suona l’allarme con dovizia di fatti accuratamente documentati sull’industria, i suoi prodotti e le sue finalità.
Convertire l’agricoltura mondiale agli OGM, consentire all’agribusiness di gestirli a proprio piacere e combinare tale piano con una diabolica agenda di eliminazione mirata della popolazione, tutto questo equivale a risolvere la fame nel mondo tramite il genocidio, mettendo al contempo in pericolo la parte restante.
Sinora Washington e l’industria procedono a gonfie vele verso il controllo del petrolio e del cibo. Centinaia di I milioni di persone in tutto il mondo vi si oppongono, mal non è chiaro se ciò sia sufficiente.
Il libro di Engdahl rappresenta un accorato appello peri far comprendere a ogni amico della Terra che questioni! talmente cruciali non possono essere lasciate nelle mani di colossi degli affari privi di scrupoli e dei loro compiacenti! amici delle alte sfere di ogni angolo del pianeta. Il libro! presenta pile di argomenti contro costoro; è necessario! leggerlo con attenzione e utilizzarne le informazioni. La posta in gioco è troppo alta. La salute e la sicurezza degli! esseri umani non devono mai essere sacrificate in nome! del profitto.
L’autore/recensore:
Stephen Lendman vive a Chicago, USA, e può essere contattato via| email presso lendmanstephen@sbcglobal.net Visitate il suo sito blog http://www.sjlendman.blogspot.com
[FONTE: NEXUS EDIZIONI – http://www.nexusmagazine.com]
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Per Parmalat i Ferrero hanno tutto, tranne la voglia
Antonio Vanuzzo
Chi è il cavaliere bianco che avrebbe potuto salvaguardare l’italianità di Parmalat? Radiografia
Una famiglia dal genio indiscutibile, eccessivamente chiusa in sé stessa. La definizione che la rivista anglosassone Forbes offre di Michele Ferrero, il figlio di Pietro, fondatore dell’azienda dolciaria di Alba universalmente nota per la Nutella, la dice lunga su una delle tipiche storie da manuale del nostro Made in Italy: «Real life Willy Wonka is one of Europe’s richest and most secretive tycoons». Suona più o meno così: «Il Willy Wonka (il pasticcere creato dalla penna di Roald Dahl interpretato da Johnnie Depp nella pellicola ”La fabbrica di Cioccolata”) in carne e ossa è uno degli imprenditori più ricchi e riservati d’Europa». Precisamente 18 miliardi di dollari, al 32mo posto nella classifica mondiale, dietro Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, e saldamente al primo in Italia.
Talmente geloso del proprio «gioiellino» – che nel 2009 ha generato un fatturato pari a 8 miliardi di dollari (impiegando 21mila persone in tutto il mondo) – da lasciar perdere golose occasioni per consolidare ulteriormente la propria leadership, come Cadbury e, ieri, Parmalat. La famiglia piemontese ha ribadito, ieri, di guardare «con interesse e simpatia alla eventualità di un progetto industriale di lungo periodo di stampo italiano», e si è detta «interessata se matureranno le condizioni che lo rendano possibile». Il mercato e gli osservatori più attenti, tuttavia, non credono a un rientro in scena in tempi brevi. Eppure, guardando ai bilanci, gli stessi osservatori restano convinti che «Ferrero non avrebbe avuto problemi a comprarsi Parmalat neanche se il prezzo fosse stato di 4 euro per azione», come ha detto uno di loro a Linkiesta sotto garanzia di anonimato. Ovvero, un euro e 20 cent in più dell’offerta vincente dei francesi di Lactalis, pari a 2 euro e 80 per azione. Un altro gruppo alimentare non quotato che non ha certamente puntato forte sulla comunicazione per avere successo negli affari nostrani.
Di Ferrero, a parte la Nutella e gli Ovetti Kinder e i Ferrero Rocher e le Tic Tac, non si sa molto. La testa dell’azienda, infatti, è nel Granducato dal 1997, mentre Michele vive nel Principato di Monaco, lontano dai riflettori. La Ferrero International SA è la cassaforte di famiglia, che detiene tutti i marchi di un impero che va dal Brasile all’Australia, dove, piccola curiosità, vanta una presenza dal ’74 ed è la quarta società dolciaria dopo Cadbury, Nestlé e Mars.
Cadbury, appunto. La famiglia piemontese si ritirò dalla corsa per conquistare la società inglese nel gennaio 2010, lasciando campo libero alla Kraft. Motivazioni economiche: Kraft offrì 11 miliardi di euro (il prezzo finale fu di 11,9 miliardi di sterline, euro circa), mentre la cordata Ferrero-Hersey’s avrebbe dovuto chiedere alle banche, rispettivamente, 4,5 (garantiti da Mediobanca e UniCredit) e 7 miliardi di euro per il gruppo statunitense. Troppa leva, si scrisse, per i prudenti Ferrero. Resta il fatto che, soltanto una decina di giorni dopo l’operazione, il presidente del gruppo inglese, Roger Carr, spiegò che avrebbe preferito la soluzione italiana, ma che «la voglia del padre (Michele Ferrero) di infilarsi in una complessa transazione era obiettivamente scarsa, avendo sempre preferito la crescita organica».
Eppure, andando a spulciare i bilanci della Ferrero International, a capo di una galassia composta da 37 società, non manca certo l’ossigeno finanziario per chiudere acquisizioni impegnative, come i 5 miliardi di euro che sarebbero stati necessari a garantirsi il controllo del Gruppo di Collecchio allo stesso prezzo per azione pagato dai francesi.
I numeri che emergono dalle carte lussemburghesi mostrano un esercizio 2009-2010 (si chiude il bilancio al 31 agosto) contrassegnato da un utile netto pari a 347 milioni di euro, in forte crescita rispetto ai 44 milioni del 2008-2009 e ai 288 milioni dell’anno fiscale 2007-2008. Al risultato dell’anno scorso hanno contribuito i 476 milioni di euro di cedole avute da Ferrero Trading Lux, che si occupa delle attività commerciali del gruppo, e da Ferrero Middle and Eastern Europe, mentre i dividendi hanno toccato quota 280 milioni di euro, 430 milioni nell’esercizio precedente e 100 milioni nel 2007. Ben 720 milioni di euro totali in tre anni. Gli asset totali sono pari a 3,7 miliardi di euro (3,6 nel 2009, 3,7 nel 2008 e 3,5 nel 2007). I prestiti subordinati ammontano a 1,6 miliardi di euro, rispetto agli 1,7 del 2009 e al miliardo e 300mila euro del 2008, più 31 milioni di euro di debiti bancari a breve termine (21 nel 2009). Una struttura finanziaria equilibrata.
Ulteriore riprova dell’attenzione finanziaria della famiglia originaria di Viaiano Superiore, nel cuneese, è nella remunerazione del top management, guidato dai fratelli Pietro e Giovanni, è stato di 1,6 milioni, 1,5 nel 2009. Cifre contenute se confrontate, ad esempio, con un caso di stretta attualità, come quello della famiglia Ligresti.
Eppure, come per Cadbury un anno fa, è mancato la volontà di spendere cassa per mangiarsi un’azienda in perfetta salute, ricca di cassa e sicuramente meno costosa dei bon bon britannici. Nel 2009, la fabbrica nata ad Alba ha giudato la classifica del Reputation Institute come società più affidabile al mondo per i consumatori, stracciando marchi globali come Ikea e Johnson & Johnson. Anche per questo, una colazione italiana made in Ferrero, dal latte alla Nutella, sembrava a tanti, sul mercato, una bellissima idea. A tanti, ma non ai Ferrero.
antonio.vanuzzo@linkiesta.it
Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/parmalat-i-ferrero-hanno-tutto-tranne-la-voglia#ixzz2O50MxQo2
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La rabbia cresce contro il presidente Barack Obama, il giorno dopo la firma che converte in Legge un Disegno comprendente una disposizione che è stata prontamente ribattezzata dall’opposizione, la “Legge Protezione Monsanto “.
La suddetta nota, la risoluzione di continuità HR 933, era principalmente destinata a scongiurare un blocco del governo e assicurare che lo stesso governo federale potesse continuare a pagare i suoi conti per i prossimi sei mesi.
Però gli avvocati di “Food and Public Safety” e molti agricoltori indipendenti, sono furiosi perche Obama ha firmato nonostante l’inserimento di una norma che, ritengono, sia un regalo all’impresa Monsanto Company (NYSE:MON) e altre ditte che producono organismi geneticamente modificati (OGM) o sementi geneticamente modificate (GE).
I manifestanti hanno trascorso gli ultimi due giorni protestando davanti alla Casa Bianca, prima invitando Obama a porre il veto alla risoluzione e poi per criticare la avvenuta firma della Legge.
Le proteste vengono sulla scia di una massiccia campagna, organizzata dal gruppo di avvocati Food Democracy Now, che ha raccolto più di 200.000 firme di persone che chiedevano al Presidente Obama di porre il veto al HR 933 al fine di bloccare ed eliminare la sezione 735 – il cosiddetto “Monsanto Protection Act” – da essere codificata in legge.
Però Obama ha ignorato la petizione, scegliendo invece di firmare una legge che, effettivamente, impedisce alle Corti di Giustizia Federali, di poter proibire la vendita o la coltivazione di colture OGM o GE, indipendentemente da quali possano essere le future conseguenze per la salute, derivanti dal consumo di questi prodotti.
“Questa legge è semplicemente uno stratagemma delle lobbies industriali per continuare a vendere i semi geneticamente modificati, anche quando un tribunale ha dichiarato che sono stati approvati da USDA illegalmente”, questa è la chiara presa di posizione dei promotori della petizione. “È una legge inutile ed è un chiaro attacco, senza precedenti , al potere e all’indipendenza della rama giudiziaria degli Stati Uniti. Il Congresso non dovrebbe intromettersi mai nel processo di revisione giudiziaria, sopratutto di una forma basata esclusivamente sull’interesse di una manciata di aziende speciali.”
Molti sostenitori della sicurezza alimentare, sostengono che non ci sono abbastanza studi sui potenziali rischi per la salute di semi e colture OGM e GE, in questo contesto, il potere giudiziario, era un ricorso fondamentale per proibire alle aziende di vendere o coltivare organismi geneticamente modificati, in caso che venissero alla luce rischi per la salute del consumatore.
Ma il “Monsanto Protection Act”, chiamato invece dai suoi sostenitori “Garanzia delle forniture ai Coltivatori”, cancella tale opzione al potere giudiziario. Gli oppositori al Disegno di Legge, oltre ad essere arrabbiati con il Presidente Obama per la firma apposta allo stesso, sono indignati con la Senatrice Barbara Mikulski, D-MD., che è accusata di aver commesso un errore gravissimo nel non modificare il Disegno di Legge e lasciar passare la norma che proibisce alle Corti Federali di giudicare sui suddetti OGM e GE.
Andrew Kimbrell, direttore esecutivo del centro per la sicurezza alimentare, ha dichiarato alla stampa: “In questo inciucio, nascosto nelle plieghe di un disegno di legge totalmente estraneo al tipo di industria che alla fine va a regolamentare, la senatrice Mikulski ha voltato le spalle ai consumatori suoi elettori, all’ambiente e alla protezione dell’agricultura in favore degli interessi di aziende biotech come Monsanto” e ancora “Questo è un abuso di potere, queste non sono il tipo di azioni che il pubblico si attende dalla senatrice Mikulski o dalla maggioranza dei democratici al Senato”.
Molti oppositori alla Legge sostengono che questa norma era già inserita nel disegno di legge mentre questi era ancora allo studio della Commissione agli Stanziamenti del Senato, presieduta dalla Sen. Mikulski, e che il Comitato non ha apportato nessuna modifica al disegno stesso.
Molti Deputati del Partito Democratico, che hanno votato per il disegno di legge, hanno dichiarato di non essere a conoscenza della norma li inserita e volta a legiferare una questione così delicata.
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Riccardo Iacona, nell’ultima puntata di Presa Diretta su Rai 3, porta a conoscenza dell’italia intera uno scandalo di proporzioni bibliche. I cittadini bresciani oggi si svegliano consapevoli di vivere in un territorio fra i più inquinati al mondo, nel quale le acque, i terreni, la vegetazione e gli animali hanno livelli di PCB migliaia di volte superiori a quelli consentiti per legge (1).
Sono inoltre decenni che esiste questa situazione, ma è stata taciuta, occultata e nascosta ai più.
La città di Brescia è, insieme alla città di Anniston negli USA, la seconda città al mondo per gravità dell’inquinamento nelle acque e nel suolo, contaminate da PCB (2).
Le pubbliche autorità, preposte a difendere il territorio bene pubblico ed i cittadini residenti, non hanno svolto il loro lavoro di difesa del bene comune, ma sono state quantomeno incompetenti e/o omertose a favore di privati ammanicati in vario modo con politici locali e nazionali.
E , indovina un po’, quali politici e quali privati?
Il Partito Dementocratico di Gargamella coi ‘capitani coraggiosi’ dalemiani, in testa fra tutti il Gnutti, compare di merende (pardon, di scalate), di Colaninno & soci.
Costoro, paraculati sotto l’ala protettrice di mamma PD hanno scorrazzato in lungo ed in largo per anni nell’economia italiana, portando distruzione e devastazione in tutte le aziende pubbliche e private che hanno toccato nel loro ‘girovagare’. Attila a confronto era un chirichetto.
Ma nel 2001 la magistratura non poteva procedere, figurarsi, l’ex sindaco di Brescia (targato PD, ma guarda un po’) illustrissimo Corsini, non poteva costituirsi parte offesa in un processo contro i compagni di merende, ovvio.
E così il tutto finì archiviato, o meglio, rimandato.
Un bubbone di questa portata non poteva rimanere a lungo intatto, prima o poi sarebbe scoppiato.
E questa bella manovra procrastinatrice ha dato tutto il tempo a Gnutti di fare le sue solite manovre creative per tirarsi fuori dalla Caffaro e lasciarla fallire.
Quindi ora ci ritroviamo con i soliti italici scaricabarile e con la Caffaro fallita.
Ma siccome il danno c’è e tutto il territorio bresciano è da bonificare, con costi miliardari, chi pensate che debba scucire i quattrini, miliardi e miliardi di euro per i prossimi enne anni a venire? Indovinato, noi cittadini italiani tutti. E con l’economia oramai distrutta che ci ritroviamo.
Dovete sapere che il PCB è una brutta bestia, entra soprattutto nei sistemi acquosi, penetra nel corpo degli animali ed essendo liposolubile, passa e si accumula nei tessuti adiposi. La tossicità diretta non è quella più pericolosa, in quanto per uccidere un topo occorrono circa 5 grammi di PCB per ogni chilo corporeo, invece è la somministrazione prolungata e quindi l’accumulo che porta alla morte. Il PCB penetra e si diffonde nel fegato, nei tessuti nervosi e in tutti gli organi e tessuti ad alta componente lipidica.
Oltre a provocare diversi tipi di cancro, l’esposizione prolungata al PCB “scassa” letteralmente il sistema immunitario e l’apparato endocrino, con conseguenze molto gravi.
Basti dire che incidenze per morte di cancro al fegato è del 58% superiore per un bresciano rispetto a qualunque altro abitante del nord italia.
La produzione di PCB è stata vietata per la prima volta in Giappone nel 1972, a seguito di un incidente che coinvolse 2000 persone. Successivamente, fu vietata negli Stati Uniti a partire dal 1977, e in Italia a partire dal 1983. In quell’anno ha terminato l’attività l’unico stabilimento italiano che produceva PCB, situato a Brescia. L’azienda locale Caffaro produceva PCB dal 1932, a seguito dell’acquisizione dalla Monsanto, nel 1930 dei diritti di utilizzo di tale brevetto.
Brescia ed Anniston, negli USA, rappresentano i maggiori casi a livello mondiale di contaminazione da PCB nelle acque e nel suolo, in termini di quantità di sostanza tossica dispersa, estensione del territorio contaminato, numerosità della popolazione coinvolta, durata della produzione. I valori rilevati dalla ASL bresciana sono dal 1999, anche 5000 volte al di sopra dei limiti fissati dal DM 471/1999 (livelli per area residenziale, 0,001 mg/kg). A seguito di quella ed altre indagini, a giugno 2001 viene presentata una denuncia di disastro ambientale alla Procura della Repubblica di Brescia. Altre indagini a campione sulla popolazione bresciana adulta hanno evidenziato che i residenti di alcune aree urbane hanno valori di PCBemia superiori anche di 10-20 volte rispetto quelli di riferimento (3).
Ma la MONSANTO è stata portata in tribunale, ha dovuto pagare 700 milioni di dollari ai cittadini che aveva inquinato e adesso si sta facendo carico di tutte le spese della bonifica. Da noi invece non è successo nulla, la Procura della Repubblica non ha portato a processo i dirigenti della Caffaro, la Caffaro nel frattempo è fallita e non esiste più e gli enormi costi della bonifica rimangono sulle nostre spalle. Dove troviamo adesso i miliardi di euro che servono per ripulire la città di Brescia?
Grazie PD. Ed ora, a pericolo scampato per Gnutti & soci di dover rifondere il danno, Rai 3 da il ‘LA’ per farne un caso nazionale. A pensar male si fa peccato…
Ascanio Montisci
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Monsanto controlla il nostro cibo, avvelena la nostra terra, e influenza tutti e tre i poteri dello stato
Come la Monsanto è passata dal vendere Aspirina a controllare il nostro approvvigionamento alimentare
Monsanto controlla il nostro cibo, avvelena la nostra terra, e influenza tutti e tre i poteri dello stato.
Il 40% delle colture negli Stati Uniti contengono i loro geni. Producono l’erbicida più venduto al mondo. Molte delle loro fabbriche sono ora siti Superfund tossici.
Spendono milioni di dollari ogni anno per fare pressione sul governo con le lobby.
E’ ora di dare uno sguardo più da vicino a chi controlla il nostro cibo, avvelena la nostra terra, e influenza tutti e tre i poteri dello stato.
Per fare questo, il gruppo di controllo Food and Water Watch ha recentemente pubblicato un profilo aziendale della Monsanto.
Patty Lovera, aiuto direttore di Food and Water Watch, sostiene che si è deciso di concentrarsi sulla Monsanto perché si sentiva la necessità di “mettere insieme un pezzo in cui la gente potesse cogliere tutti gli aspetti di questa società.”
“Ci colpisce veramente quando parliamo di come sia chiaro che questa è una società chimica che voleva espandere la sua portata”, dice lei. “Una società chimica che ha iniziato a comprare aziende sementiere.” [Patty Lovera] crede sia importante “per gli attivisti del settore alimentare comprendere tutti i legami tra semi e sostanze chimiche.“
Monsanto the Chemical Company
La Monsanto, fondata come azienda chimica nel 1901, prende il nome dal cognome da nubile della moglie del suo fondatore. Il suo primo prodotto è la saccarina, un dolcificante artificiale. La narrazione che fa la compagnia della propria storia enfatizza i suoi prodotti per l’agricoltura, saltando avanti dalla sua fondazione al 1945, quando cominciò la produzione di prodotti agrochimici come l’erbicida 2,4-D.
Prima del suo ingresso nel mercato agricolo, la Monsanto ha prodotto alcuni innocui – anche benefici! – prodotti come l’aspirina*. Produsse anche materie plastiche, gomma sintetica, caffeina, e la vanillina, un aroma artificiale di vaniglia. Sul versante non così innocuo, nel 1930 iniziò a produrre i PCB tossici.
Secondo un nuovo rapporto, un enorme 99 per cento di tutti i PCB, policlorobifenili, utilizzati negli Stati Uniti sono stati prodotti in un unico stabilimento della Monsanto a Sauget, Illinois. L’impianto sfornò PCB tossici dal 1930 fino a quando non vennero vietati nel 1976. Usati come refrigeranti e lubrificanti in elettronica, i PCB sono sostanze cancerogene e dannose per il fegato, il sistema endocrino, il sistema immunitario, l’apparato riproduttivo, il sistema dello sviluppo, la pelle, gli occhi e il cervello.
Anche dopo l’iniziale pulizia del 1982 di quello stabilimento, Sauget ospita ancora due siti Superfund. (Un sito Superfund è definito dall’EPA (Environmental Protection Agency) come “un luogo incontrollato o abbandonato in cui si trovano rifiuti pericolosi, che è possibile colpiscano gli ecosistemi locali o le persone.“)
Questo è solo uno dei numerosi impianti della Monsanto che divennero siti Superfund.
Spostamento della Monsanto verso l’agricoltura
Nonostante la sua moderna attenzione per l’agricoltura, la Monsanto non creò ancora una divisione agricola all’interno della società fino al 1960. Ben presto cominciò a sfornare nuovi pesticidi, ognuno denominato in modo colorito con uno scabro tema occidentale: Lasso, Roundup, Warrant, Lariat, Bullet, Harness ecc.
Tralasciato dalla versione della Monsanto dei suoi storici successi, vi è un erbicida chiamato Agente Orange. Il defoliante, un mix di erbicidi 2,4-D e 2,4,5-T, è stato ampiamente utilizzato durante la guerra in Vietnam. I quasi 19 milioni di litri spruzzati in quel paese tra il 1962 e il 1971 furono contaminati da diossina, una sostanza cancerogena, così potente che viene misurata e regolata a concentrazioni di parti per trilione. La diossina venne creata come sottoprodotto del processo di produzione dell’Agente Orange e sia i veterani americani che i vietnamiti soffrirono di problemi di salute in seguito all’uso del diserbante.
Le fortune della Monsanto sono cambiate per sempre nel 1982, quando ha modificato geneticamente una cellula vegetale. Il team responsabile, guidato da Ernest Jaworski, comprendeva Robb Fraley, Stephen Rogers, e Robert Horsch.
Oggi, Fraley è vice presidente esecutivo della Monsanto e capo dell’ufficio tecnologico. Horsch è asceso anche al rango di vice presidente di Monsanto, ma si è dimesso dopo 25 anni per unirsi alla Fondazione Gates. Là, lavora ad un aumento dei raccolti nell’Africa sub-sahariana. Assieme al suo team ha ricevuto la National Medal of Technology dal presidente Clinton nel 1998.
http://www.alternet.org/food/how-monsanto-went-selling-aspirin-controlling-our-food-supply
* [L’acido acetil-salicilico venne scoperto da un chimico francese Charles Frederic Gerhardt nel 1853; l’aspirina venne sintetizzata e brevettata solo nel 1899 ma non fu la Monsanto di Saint Louis a farlo, bensì la Bayer di Monaco nel 1899. La Monsanto statunitense beneficiò, solo dopo il 1918, della confisca statunitense dei brevetti della Bayer come risarcimento per i danni bellici della Prima Guerra mondiale e potè mettere in vendita la versione americana da banco dell’aspirina ndt ].
Fonte: terrarealtime.blogspot.it
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I Cavalieri di Malta, il Vaticano, La Monsanto
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Il Cavaliere di Malta di John F. Queeny: Fondatore della Monsanto |
Secondo il Conte di Venezia, John Francis Queeny, fondatore della Monsanto Company, era un Cavaliere di Malta. il Cattolico irlandese-americano Queeny (1859-1933) fondò l’azienda nel 1901 all’interno della roccaforte dei Gesuiti di S. Lewis, che ospita la Saint Louis University del Papa Nero dal 1818. Questo è lo stesso anno in cui JP Morgan, Cavaliere Papale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, fondò la US Steel Corporation e nel 1911 avrebbe nominato il Cavaliere di Malta John A. Farrell come suo presidente. Interessante: Queeny, Morgan e Farrell erano tutti dei malvagi Bianchi Gentili servi del Papa, nessun ebreo nel mix!
Con sede a Creve Cour, nel Missouri, la Monsanto è diventata un mostro del male, distruggendo la salute e l’ambiente delle persone “eretiche e liberali” Bianche Anglo Sassoni Protestanti e Battiste del Nord America, prese così di mira, in conformità della controriforma del Concilio di Trento del Papa Nero. La Monsanto è la principale produttrice mondiale del diserbante “Roundup”, oltre a produrre il 90% dei semi geneticamente modificati a livello mondiale. Produttrice un tempo degli ormai fuorilegge DDT e Agente Orange durante la guerra del Vietnam diretta dalla CIA del Cardinale Francis Spellman, lMonsanto ha forti legami con la Compagnia Walt Disney, che ha avuto sostegno finanziario dalla Bank of America dell’Ordine, che fu fondata nel 1904 nella San Francisco governata dai gesuiti dall’italo-americano Cavaliere di Malta Cattolico Romano Amedeo Giannini. Disney possiede l’ABC Television Network e il suo direttore emerito è Roy Disney (fratello del compianto Walt Disney) che fu inserito nei Cavalieri di San Gregorio nel corso della stessa cerimonia con il proprietario di Fox News Rupert Murdoch. Interessante: ABC e Fox sono entrambe controllate da Roma attraverso i fratelli Cavalieri dell’Ordine di San Gregorio! Si potrebbe dire molto di più, ma si può essere sicuri che i Cavalieri di Malta, insieme ad altri ordini papali, governano da Wall Street l’economia monopolistica del “Sacro Romano” Cartello Corporativo-Fascista-Socialista-Comunista Impero Americano del 14° Emendamento, Monsanto inclusa. Per il quadro completo, vedere “Satanic Businness Empire” di Fred Parsons.
a società ha sviluppato e ha messo ora sul mercato anche l’ormone della crescita bovina, avvelenando ulteriormente la catena alimentare qui in America. E’ molto intrigante che l’Europa – il Rivissuto Sacro Romano Impero del Papa, ingannevolmente chiamato “L’Unione Europea” – si rifiuti di acquistare la carne prodotta negli Stati Uniti! Dopo aver acquistato la GD Searle and Company nel 1995, Monsanto, tramite la sua NutraSwett Company, è la produttrice di aspartame, la famigerata neuro-tossina venduta al pubblico come dolcificante artificiale. L’aspartame è il “dolcificante” nel “soft drink” “Pepsi”; Pepsico una volta impiegava l’assassino di JFK/collegamento dell’FBI alla Commissione Warren e Cavaliere di Malta Cartha D. DeLoach. E per continuare con il modus operandi dell’Ordine di mettere un Ebreo alla testa del loro cartello capitalista di imprese, Robert B. Shapiro fu l’amministratore delegato della Monsanto dal 1995 al 2000. La diabolica Grande Cospirazione per il governo mondiale deve sempre sembrare essere guidata dagli ebrei, mai da parte del Papa di Roma che usa selezionati Massoni “Ebrei di Corte” come suoi subalterni!
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Cavaliere di Malta Dr. Robert C. Gallo, 1995 |
“..”Nel leggere l’articolo ricordate quanto segue:
I. Rupert Murdoch, proprietario di Fox News e delle sue 22 stazioni televisive in tutto il mondo, è un membro del CFR e un potente Cavaliere dell’Ordine di San Gregorio Magno, una fratellanza geopolitica di uomini di primo piano che servono Papa Benedetto XVI, Re di Roma, che, a sua volta, è controllato dal Generale Superiore dei Gesuiti, Adolfo Nicolas.
II. Monsanto è stata fondata dal Cavaliere di Malta John Francis Queeny (1859-1933) e fino ad oggi è rimasta sotto il controllo di quell’ordine militare crociato fedele al Papa di Roma.
III. La FDA e la sua Cancro Inquisizione sono state sotto il controllo dei Cavalieri Papali fin dall’inizio di queste macchine organizzate per uccidere, durante gli anni ’30.
In effetti, questo omicida cartello Saudita basato sul petrolio, promotore di farmaci venne formato durante i dodici anni del regno presidenziale del Coadiutore Temporale Massone Franklin D. Roosevelt. E il mentore di questo malvagio Roosevelt fu il Gesuita della Georgetown University Edmund A. Walsh – uno dei più potenti ed influenti Gesuiti Americani del XX secolo. Oggi, un principale cospiratore, strettamente coinvolto con la FDA e la Cancro Inquisizione dell’Ordine, non è altro che il Cattolico Romano italo-americano, Cavaliere di Malta, Robert C. Gallo, uno dei promotori della falsa teoria dietro l’epidemia di AIDS del Papa Nero.
Motivi per Boicottare Monsanto
Ecco un breve elenco delle molte irregolarità e dei crimini che hanno commesso a titolo definitivo:
- Citazione in giudizio dei piccoli agricoltori per violazione di brevetto dopo la diffusione selvaggia dei semi OGM Monsanto nei campi degli agricoltori circostanti, che ha contaminato le loro colture convenzionali.
- Scarico segreto di rifiuti tossici carichi di PCB in un torrente dell’Alabama, e lo scarico di milioni di libbre di PCB in discariche a cielo aperto per decenni dopo che i PCB erano stati vietati negli Stati Uniti come possibili cancerogeni.
- Dichiarata colpevole di corruzione per bypassare la legge indonesiana che richiede un’analisi di accertamento ambientale per il suo cotone geneticamente modificato.
- L’anno scorso, la Corte Suprema di Francia ha dichiarato la Monsanto colpevole di falsa pubblicità nel dichiarare il suo erbicida Roundup come “biodegradabile” e “ecocompatibile”. La valutazione scientifica ha scoperto che il glifosato, il principio attivo del Roundup, è acutamente tossico per pesci e uccelli e può uccidere gli insetti benefici e gli organismi del suolo che mantengono l’equilibrio ecologico. Inoltre, l’ingrediente tensioattivo del Roundup è più acutamente tossico del glifosato stesso, e la combinazione dei due è ancora più tossica.
- Nel 2007, la South African Advertising Standards Authority ha scoperto anche che Monsanto è colpevole di mentire quando pubblicizza che “non è stata segnalata nessuna reazione negativa al cibo geneticamente modificato”.
- Secondo una scienziata EPA, Monsanto ha ritoccato studi e coperto la contaminazione da diossina di una vasta gamma dei suoi prodotti. Ella conclude che il comportamento della società costituisce un “lungo modello di frode”.
- Nel 1999, il New York Times che il PR dell’azienda Monsanto, Burson Marsteller, aveva pagato falsi dimostranti “pro cibo OGM” per contrastare un gruppo di manifestanti anti-biotech fuori da un meeting FDA a Washington DC.
Drolor Bosso Adamti
Generale Allavena
George W. Anderson
James Jesus Angelton
Samuel Alito
Julian Allason
Joe M. Allbaugh
Roberto Alejos Arzu
Silvio Berlusconi
Gran Maestro, il Principe Andrew Willoughby Ninian Bertie (cugino della Regina Elisabetta II) defunto.
(Ex Primo Ministro) Tony Blair
Michael Bloomberg
Elmer Bobst
Marie Corinne Claiborne Boggs Morrison (Lindy Boggs Dame)
T. Geoffrey Boisi
John Robert Bolton
Charles Joseph Bonaparte
Il principe Valerio Borghese
Il Dr. Barry Bradley
Nicholas Brady
Joseph Brennan
Monsignor Mario Brini
Pat Buchanan
James Buckley
William F. Buckley, Jr.
George Bush H.W
George W. Bush
Jeb Bush
Precott Bush, Jr.
Frank Capra
(Re), Juan Carlos
Frank Carlucci Charles III
William Casey
Michael Chertoff
Gustavo Cisneros
(Presidente) Bill Clinton
(Cardinale) Terence Cooke
Gerald Coughlin
(Senatore), John Danforth
John J. DeGioia
Cartha DeLoach
Giscard d’Estaing
Giulliano di Bernardo
Bill Donovan
Allen Dulles
Avery Dulles
(Arcivescovo) Edward Egan
Frank J. Fahrenkopf Jr.
Noreen Falcone
(Conte) Franz Egon
John Farrell
Matthew Festing (79° Gran Maestro)
Edwin J. Feulner
Francis D. Flanagan
Raymond Flynn
Adrian Fortescue (16 ° secolo)
John C. Gannon
Licio Gelli
Reinhard Gehlen
Burton Gerber
Rudy Giuliani
Emilio T. González
Dr. Lawrence Gonzi
Sir John Gorman CVO
Thomas K. Gorman
J. Peter Grace
Guthrie Signore di Craigiebank
Gen. Alexander Haig
Cyril Hamilton
Otto d’Asburgo
William Randolph Hearst
Edward L. Hennessy, Jr.
(Barone) Conrad Hilton
Heinrich Himmler
Richard Holbrooke
J. Edgar Hoover
Leonard G. Horowitz
Daniel Imperato
Lee Iococca
Carl Nicola Karcher
Francis L. Kellogg
Joseph Kennedy
(Senatore) Ted Kennedy
Henry Kissinger A.
Bowie Kuhn
Il cardinale Pio Laghi
Cathy L. Lanier
Joseph P. Larkin
Louis Lehrman
Generale de Lorenzo
Clara Booth Luce (Dama)
Henry Luce
Thabo Mbeki
Angus Daniel McDonald
George MacDonald
Nelson Mandela
Avro Manhattan
Alexandre de Marenches
John McCone
Thomas Melady
Sir Stewart Menzies
(Principe) Angelo di Mojana
Thomas S. Monaghan
Lord Christopher Monckton Walter
Rupert Murdoch
Robert James Nicholson “Jim”
Oliver North
Joseph A. O’Hare
Francesco (Frank) V. Ortiz
‘Tip’ Thomas O’Neill
George Pataki
Il Cardinale Patrono
Fra Giancarlo Pallavicini
Fra Hubert Pallavicini
Franz von Papen
Barone Luigi Parrilli
Juan Peron
Peter G. Peterson
Harold A.R. ‘Kim’ Philby
Augusto Pinochet
Eric Prince
John J. Raskob
(Presidente) Ronald Reagan E.
John Charles Reynolds
Giorgio Rocca
Nelson Rockefeller
David Rockefeller
Francis Rooney
Rick Santorum
Generale Giuseppe Santovito
Antonin Scalia
Walter Schellenburg
Phyllis Schlafly (Dame)
John E Schmitz
Joseph Edward Schmitz (Blackwater)
Stephen A. Schwarzman
Frank Shakespeare
Martin F. Shea
Clay Shaw
William Edward Simon Jr.
Jennifer Sims
Frank Sinatra
Frederick W. Smith
Il cardinale Francis Spellman
Francix X. Stankard
Steve Stavros
Myron Taylor
George Tenet
Fritz Thyssen
Richard Torrenzano
L’ammiraglio Giovanni Torrinsi
(Prince) Anton Turkul
Albrecht von Boeselager
Winfried Henckel von Donnersmark
Thomas Von Essen
Amschel Mayer Rothschild von
Robert Ferdinand Wagner, Jr
Kurt Waldheim
Generale Vernon Walters A.
Col. Albert J. Wetzel
Canon West Edward
Generale William Westmoreland
Gen. Charles A. Willoughby
William Wilson
Robert Zoellick
Gen. Anthony Zinni
link articoli originali : http://www.vaticanassassins.org/2009/11/knight-of-malta-john-f-queeny-founder-of-monsanto/
http://www.vaticanassassins.org/2010/12/papal-knights-fox-news-monsanto-fda-plot-to-poison-the-childern-of-america/http://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2010/12/03/monsantos-ongoing-corruption-incites-forbes-retraction.aspx
http://nwo-truthresearch.blogspot.com/2011/05/gesuiti-monsanto-e-avvelenamento-di.html
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Il Vaticano e cibi geneticamente modificati.
Secondo WikiLeaks, nel 2008 il governo degli Usa ha fatto pressioni sul Vaticano perché rivedesse la sua posizione riguardo gli Ogm. La Santa Sede rifiutò, ma si fece promotrice di una critica sofisticata: “Una larga diffusione di cibo geneticamente modificato nei paesi in via di sviluppo potrebbe creare una forma di imperialismo economico utile solo ad arricchire le corporazioni multinazionali”. Come a dire, nessun dubbio sulla sicurezza degli Ogm, a patto che non diventino un modo per schiavizzare le popolazioni contadine delle nazioni più deboli.
Nel 2 marzo del 2010 vi è stata una decisa apertura verso gli OGM da parte del vaticano come pubblicato su adnkronos di cui riportiamo alcuni stralci:
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Economia/?id=3.1.73501274
Una chiara apertura all’agricoltura transgenica, cioè agli ogm, è venuta dal Vaticano in queste ore per voce del Cancelliere della Pontificia accademia per le scienze, mons. Marcelo Sanchez Sorondo. Mons. Sanchez infatti partecipa a un vertice sui problemi dell’economia nella globalizzazione che si sta svolgendo a Cuba alla presenza di più di mille studiosi provenienti da ogni parte del mondo, rappresentanti di Ong e di organismi internazionali.
L’intervento dell’esponente vaticano ha trovato ampio risalto sulla stampa cubana. Il vescovo ha difeso la trasformazione transgenica in agricoltura purché contribuisca ad alleviare la fame nel mondo e non si trasformi in attività speculativa che colpisce la giustizia sociale. Sanchez Sorondo ha affermato che lo sviluppo di sementi transgeniche per combattere la fame è un “fatto positivo”, e può aiutare a far affermare “la giustizia tra i beni e le persone”. L’intervento dell’alto esponente vaticano apre di nuovo il dibattito all’interno della stessa Chiesa cattolica su un tema dove si confrontano posizioni diverse.
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La rabbia cresce contro il presidente Barack Obama, il giorno dopo la firma che converte in Legge un Disegno comprendente una disposizione che è stata prontamente ribattezzata dall’opposizione, la “Legge Protezione Monsanto “.
La suddetta nota, la risoluzione di continuità HR 933, era principalmente destinata a scongiurare un blocco del governo e assicurare che lo stesso governo federale potesse continuare a pagare i suoi conti per i prossimi sei mesi.
Però gli avvocati di “Food and Public Safety” e molti agricoltori indipendenti, sono furiosi perche Obama ha firmato nonostante l’inserimento di una norma che, ritengono, sia un regalo all’impresa Monsanto Company (NYSE:MON) e altre ditte che producono organismi geneticamente modificati (OGM) o sementi geneticamente modificate (GE).
I manifestanti hanno trascorso gli ultimi due giorni protestando davanti alla Casa Bianca, prima invitando Obama a porre il veto alla risoluzione e poi per criticare la avvenuta firma della Legge.
Le proteste vengono sulla scia di una massiccia campagna, organizzata dal gruppo di avvocati Food Democracy Now, che ha raccolto più di 200.000 firme di persone che chiedevano al Presidente Obama di porre il veto al HR 933 al fine di bloccare ed eliminare la sezione 735 – il cosiddetto “Monsanto Protection Act” – da essere codificata in legge.
Però Obama ha ignorato la petizione, scegliendo invece di firmare una legge che, effettivamente, impedisce alle Corti di Giustizia Federali, di poter proibire la vendita o la coltivazione di colture OGM o GE, indipendentemente da quali possano essere le future conseguenze per la salute, derivanti dal consumo di questi prodotti.
“Questa legge è semplicemente uno stratagemma delle lobbies industriali per continuare a vendere i semi geneticamente modificati, anche quando un tribunale ha dichiarato che sono stati approvati da USDA illegalmente”, questa è la chiara presa di posizione dei promotori della petizione. “È una legge inutile ed è un chiaro attacco, senza precedenti , al potere e all’indipendenza della rama giudiziaria degli Stati Uniti. Il Congresso non dovrebbe intromettersi mai nel processo di revisione giudiziaria, sopratutto di una forma basata esclusivamente sull’interesse di una manciata di aziende speciali.”
Molti sostenitori della sicurezza alimentare, sostengono che non ci sono abbastanza studi sui potenziali rischi per la salute di semi e colture OGM e GE, in questo contesto, il potere giudiziario, era un ricorso fondamentale per proibire alle aziende di vendere o coltivare organismi geneticamente modificati, in caso che venissero alla luce rischi per la salute del consumatore.
Ma il “Monsanto Protection Act”, chiamato invece dai suoi sostenitori “Garanzia delle forniture ai Coltivatori”, cancella tale opzione al potere giudiziario. Gli oppositori al Disegno di Legge, oltre ad essere arrabbiati con il Presidente Obama per la firma apposta allo stesso, sono indignati con la Senatrice Barbara Mikulski, D-MD., che è accusata di aver commesso un errore gravissimo nel non modificare il Disegno di Legge e lasciar passare la norma che proibisce alle Corti Federali di giudicare sui suddetti OGM e GE.
Andrew Kimbrell, direttore esecutivo del centro per la sicurezza alimentare, ha dichiarato alla stampa: “In questo inciucio, nascosto nelle plieghe di un disegno di legge totalmente estraneo al tipo di industria che alla fine va a regolamentare, la senatrice Mikulski ha voltato le spalle ai consumatori suoi elettori, all’ambiente e alla protezione dell’agricultura in favore degli interessi di aziende biotech come Monsanto” e ancora “Questo è un abuso di potere, queste non sono il tipo di azioni che il pubblico si attende dalla senatrice Mikulski o dalla maggioranza dei democratici al Senato”.
Molti oppositori alla Legge sostengono che questa norma era già inserita nel disegno di legge mentre questi era ancora allo studio della Commissione agli Stanziamenti del Senato, presieduta dalla Sen. Mikulski, e che il Comitato non ha apportato nessuna modifica al disegno stesso.
Molti Deputati del Partito Democratico, che hanno votato per il disegno di legge, hanno dichiarato di non essere a conoscenza della norma li inserita e volta a legiferare una questione così delicata.
Fonte: www.ibtimes.com
traduzione di: Dionidream
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UE proroga moratoria divieto parziale di tre pesticidi mortali per due anni. Ma l’Italia è contraria
Fonte: Fonte: ecoblog.it via http://www.signoraggio.it

Tre pesticidi neonicotinoidi considerati mortali per le api sono stati vietati nell’Unione europea con una moratoria di altri 2 anni, in attesa che si giunga al divieto definitivo. Sono stati interdetti l’ Imidacloprid e Clothianidin prodotti dalla Bayer e il Thiamethoxam di Syngenta, dopo che l’EFSA aveva espresso un parere inquietante sugli effetti dei neonicotinoidi. Come fa notare però Greenpeace che qualche giorno fa ha pubblicato il rapporto Api in declino, l’Italia ha votato contro la moratoria:
La maggioranza dei Paesi UE ha votato a favore del bando parziale dei neonicotinoidi, i pesticidi killer delle api e la Commissione europea ha preso l’impegno di metterlo in atto. L’Italia, invece, ha deciso di difendere gli interessi di multinazionali dell’agro-chimica come Bayer e Syngenta, e ha votato contro. Mentre l’Europa muove il primo passo verso un’agricoltura più sostenibile, l’Italia fa un salto indietro.
Esprime una parziale soddisfazione l’AIAB il cui presidente Alessandro Triantafyllidis scrive in una nota stampa:
Apprezziamo l’iniziativa della Commissione, ma la situazione richiede una nettezza che non ammette continue proroghe.Si proceda con una decisione chiara che metta definitivamente al bando sostanze pericolose tanto per le api che per l’intero ecosistema. Riteniamo, inoltre, che una tale decisione rappresenti un primo banco di prova per il governo appena insediatosi che può decidere se schierarsi con le lobby della chimica o con le esigenze di salute dei cittadini, delle api e dell’ambiente.
Il divieto di uso riguarda le colture di mais, colza, girasole e cotone. Per Stéphane Le Foll Ministro delle Politiche Agricole francese questa soluzione:
consente la protezione efficace delle api, pur mantenendo la competitività degli agricoltori francesi in relazione alle loro controparti europee.
Diversa l’opinione degli apicoltori che ritengono la soluzione non abbastanza efficace, come ha avuto modo di spiegare Yves Vedrenne presidente dell’Unione Nazionale Apicoltura:
Se la moratoria entra in vigore nel luglio 2013, per esempio, sarà troppo tardi per la semina per il 2014. Abbiamo bisogno che sia presa una decisione completa e motivata.
Hanno votato contro la moratoria: UK, repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Slovacchia, Austria e Portogallo. Si sono astenuti: Irlanda, Lituania, Finlandia, Grecia. Hanno votato per la moratoria: Belgio, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Spagna, Francia, Cipro, Germania, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Slovenia e Svezia.
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Perchè occorre avere il mente le Candele di Cera pura d’api, Benedetta? Perchè è sintomatico della nostra resistenza ai pesticidi e salvaguardia del Creato
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Moria delle api, disastro ambientale causato dagli insetticidi: “Bisogna vietarli”
Da quando il ministero della Salute ha sospeso l’uso dei neonicotinoidi per la concia di sementi, c’è stato un miglioramento. Il Consiglio per la ricerca di apicoltura: “E’ importante che tale sospensione, in scadenza al 30 di giugno 2012, sia prorogata”
La mortalità delle api è ancora un indicatore che documenta il benessere ecologico ed economico del paese. Attraverso l’impollinazione le api sostengono la vita dell’84% delle piante, e del 75% di quelle di interesse alimentare. In Italia si stimano un milione e 100mila alveari, gestiti da circa 75.000 apicoltori, per un valore economico di circa 1.500 milioni di euro all’anno. Così, mentre l’Autorità europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) è impegnata in alcuni progetti scientifici per esprimersi sul legame fra alcuni agrofarmaci sistemici (su tutti gli insetticidi neonicotinoidi) e la moria delle api, sono stati pubblicati diversi e autorevoli studi che dimostrano inequivocabilmente tale legame.
Gli insetticidi neonicotinoidi sono una delle principali cause della disastrosa moria delle api, e questo è confermato anche dai dati della ricerca che il ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha affidato al Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura), coordinata da Marco Lodesani. Certo alla moria delle api contribuiscono anche fattori di ambientali, come il cambiamento climatico o gli stress nutrizionali, o la scelta di ceppi d’api non autoctone, ma da quando il ministero della Salute ha sospeso l’uso dei neonicotinoidi per la concia di sementi, soprattutto del mais nel Nord Italia, la moria è considerevolmente diminuita. Perciò è importante che tale sospensione, in scadenza al 30 di giugno 2012, sia prorogata. E anzi occorre vietare definitivamente l’uso dei neonicotinoidi (di cui eravamo fra i primi utilizzatori in Europa), non solo nella concia del mais, ma anche in tutte le altre colture dove sono impiegati in spray o nella fertirrigazione.
Tanto più questi insetticidi non aiutano nemmeno ad aumentare le produzioni, come attestano i dati degli ultimi anni. “Dal 2002 al 2008 il calo della produzione nazionale di miele è arrivato progressivamente al 50%” dice Francesco Panella, presidente Unaapi (Unione nazionale apicoltori italiani): “Dopo la sospensione dei neonicotinoidi, invece, siamo ritornati alle nostre produzioni. Oggi, nonostante la crisi, l’apicoltura è uno dei pochi settori dove le aziende stanno crescendo”.
“C’è poco da discutere su questi insetticidi” commenta Vincenzo Girolami, docente di entomologia agraria all’Università di Padova: “Servono solo ad aumentare il budget delle multinazionali e non le produzioni. Da quando sono stati sospesi per la concia del mais, la produzione del mais stesso è aumentata in modo incredibile. È da trent’anni che mi batto perché gli agricoltori siano abbastanza furbi da non usarli. Ora sul fattore della mortalità delle api interverrà l’Efsa, che la gente pensa sia un autorità europea indipendente, ma questo non mi lascia affatto tranquillo: metà dei miei colleghi ricercatori non sono veramente indipendenti ma sono in pratica pagati dalle multinazionali, tanto in Germania quanto in Inghilterra”. Perfino il pm Raffaele Guariniello, della Procura della Repubblica di Torino, è intervenuto nella vicenda mesi fa, conducendo un’inchiesta e accusando la Bayer CropScience di Milano e la Syngenta Crop Protection Italia di “diffusione di malattie degli animali pericolose per il patrimonio zootecnico e per l’economia nazionale”. Insomma la ricerca del Cra e di tutte le università che vi hanno collaborato, ha portato finalmente alla creazione di una rete di monitoraggio nazionale degli alveari e del loro stato sanitario: da ciò si è visto che per salvare le api, e dunque l’agricoltura, bisogna cambiare i metodi di lotta agli insetti dannosi. Oppure tornare a far ruotare le colture.
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Moria delle api
Moria delle api. Incredibile: oltre 800.000 firme in soli 7 giorni! Arriviamo a un milione e
consegniamo un messaggio forte all’UE e agli USA. Qui sotto l’e-mail: firma
e inoltrala per far crescere i nostri numeri!
Le api stanno morendo in tutto il mondo e la nostra intera catena alimentare
è in pericolo. Gli scienziati puntano il dito contro i pesticidi tossici e
quattro governi europei li hanno già vietati. Se riusciamo a convincere gli
USA e l’UE a unirsi alla messa al bando, altri governi in tutto il mondo
potrebbero seguirli, e salvare così le api dall’estinzione. Firma la
petizione e inoltra questo appello urgente:
In silenzio, miliardi di api stanno morendo e la nostra intera catena
alimentare è in pericolo. Le api non solo producono il miele, ma sono una
gigantesca forza lavoro, perché impollinano ben il 90% delle piante che
coltiviamo.
Diversi studi scientifici hanno individuato in un gruppo di pesticidi
tossici la loro drastica diminuzione, mentre la popolazione delle api è
aumentata incredibilmente nei quattro paesi europei che hanno vietato questi
prodotti. Ma alcune potenti industrie chimiche stanno facendo pressioni
enormi per continuare a vendere questo veleno. L’opportunità che abbiamo per
salvare le api ora è di spingere gli Stati Uniti e l’Unione europea a unirsi
nella messa al bando di quei prodotti: la loro azione è cruciale perché
avrebbe un effetto a catena nel resto del mondo.
Non abbiamo tempo da perdere: il dibattito su cosa fare si sta facendo
infuocato. Qui non si tratta soltanto di salvare le api, ma della
sopravvivenza dell’ecosistema. Costruiamo un gigantesco ronzio globale
diretto all’UE e agli USA per mettere fuori legge questi composti chimici
killer e salvare così le nostre api e il nostro cibo. Firma la petizione
urgente sotto, inoltrala a tutti e noi la consegneremo ai decisori chiave:
https://secure.avaaz.org/it/save_the_bees/?vl
Le api sono essenziali per la vita sulla Terra: ogni anno impollinano piante
e coltivazioni per un valore stimato in 40 miliardi di dollari, oltre un
terzo delle scorte alimentari in molti paesi. Senza un’azione immediata per
salvare le api potremmo rimanere senza frutta, verdura, noci, oli e cotone.
Negli ultimi anni la popolazione delle api ha registrato un notevole declino
globale: alcune specie di api sono ora estinte e altre arrivano solo al 4%
del loro numero precedente. Gli scienziati si stanno arrovellando per
trovare le risposte. Alcuni studi ritengono che il declino sia dovuto alla
combinazione di alcuni fattori, incluse malattie, la perdita dell’habitat
naturale e prodotti chimici tossici. Ma una nuova ricerca indipendente di
primo piano ha prodotto dati incontrovertibili che danno la colpa ai
pesticidi neonicotinoidi. Francia, Italia, Slovenia e Germania, paesi in cui
è basato il suo più grande produttore Bayer, hanno vietato uno di questi
killer delle api. Ma Bayer continua a esportare il suo veleno in tutto il
mondo.
La questione sta per raggiungere il punto di ebollizione, visto che
importanti nuovi studi confermano la portata del problema. Se riusciremo a
convincere i decisori europei e statunitensi ad agire, altri li seguiranno.
Non sarà facile. Un documento trapelato dimostra che l’Agenzia statunitense
per la protezione dell’ambiente era a conoscenza dei pericoli del pesticida,
ma che li ha ignorati. Il documento dice che il prodotto “altamente tossico”
della Bayer comporta “un grave rischio per insetti fuori bersaglio [api da
miele]”.
Dobbiamo far sentire le nostre voci per contrastare la forte influenza
esercitata da Bayer sui decisori pubblici e sugli scienziati, sia negli
Stati Uniti che nell’Unione europea, dove finanzia gli studi e siede negli
organi decisionali. I veri esperti – gli apicoltori e gli agricoltori –
vogliono il divieto di questi pesticidi finché e qualora non avremo studi
dimostrati e indipendenti che dimostrano che siamo al sicuro. Aiutiamoli
ora. Firma la petizione sotto, poi inoltra questa e-mail:
https://secure.avaaz.org/it/save_the_bees/?vl
Non possiamo più permetterci di lasciare la nostra delicata catena
alimentare nelle mani della ricerca diretta dall’industria chimica e dai
regolatori che sono sul loro libro paga. Con il divieto di questi pesticidi
saremo più vicini a un mondo sicuro per noi stessi e e per le altre specie
di cui abbiamo cura e che dipendono da noi.
Con speranza,
Alex, Alice, Iain, David e tutto il resto del team di Avaaz.
PIU’ INFORMAZIONI
Strage di api, pesticidi sotto accusa
http://www.corriere.it/cronache/08_luglio_26/miele_calo_produzione_moria_api
_bca2575c-5b26-11dd-95e7-00144f02aabc.shtml
Wikileaks: conferma del sordido intreccio che protegge la Bayer
http://www.mieliditalia.it/index.php/il-declino-delle-api/pesticidi-e-insett
i-utili/80002-wikileaks-conferma-del-sordido-intreccio-che-protegge-la-bayer
Moria di api: colpa dei pesticidi, fuorvianti le altre ipotesi
http://www.apicolturaonline.it/ilvelino8507.html
Legambiente e apicoltori: “Stop ai pesticidi killer delle api e
dell’ambiente”
http://www.newsfood.com/q/a1c626d9/legambiente-e-apicoltori-stop-ai-pesticid
i-killer-delle-api-e-dellambiente/
Lo stop ai pesticidi ha fatto bene. Boom di miele italiano nel 2009
http://www.italiaatavola.net/articoli.asp?cod=14000
Il declino delle api imputabile a un cocktail chimico che interferisce con
il cervello (in inglese)
http://www.guardian.co.uk/environment/2010/jun/22/chemicals-bees-decline-maj
or-study?INTCMP=SRCH
Circolo Culturale AmbienteScienze
www.worldwewant.org
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VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA
con candele di cera d’api benedetta
Per antichissima tradizione questa è «la notte di veglia in onore dei Signore» (Es 12,42), giustamente definita «la veglia madre di tutte le veglie» (s. Agostino). In questa notte il Signore «è passato» per salvare e liberare il suo popolo oppresso dalla schiavitù; in questa notte Cristo «è passato» alla vita vincendo la grande nemica dell’uomo, la morte; questa notte è celebrazione-memoriale del nostro «passaggio» in Dio attraverso il battesimo, la confermazione e l’eucaristia. Vegliare è un atteggiamento permanente della Chiesa che, pur consapevole della presenza viva dei suo Signore, ne attende la venuta definitiva, quando la Pasqua si compirà nelle nozze eterne con lo Sposo e nel convito della vita (cf Ap 19,7-9).
« Rivivremo la Pasqua dei Signore… »
La liturgia non è coreografia, né vuoto ricordo, ma presenza viva, nei segni, dell’evento cardine della salvezza: la morte-risurrezione del Signore. Si può dire che per la Chiesa che celebra è sempre Pasqua, ma la ricorrenza annuale ha un’intensità ineguagliabile perché, in ragione della solennità, «ci rappresenta quasi visivamente il ricordo dell’evento» (s. Agostino). La successione dei simboli di cui è intessuta la Veglia esprime bene il senso della risurrezione di Cristo per la vita dell’uomo e del mondo.
— Liturgia della luce: il mondo della tenebra è attraversato dalla Luce, il Cristo risorto, in cui Dio ha realizzato in modo definitivo il suo progetto di salvezza. In lui, primogenito di coloro che risorgono dai morti (Col 1,18), si illumina il destino dell’uomo e la sua identità di «immagine e somiglianza di Dio» (Gn 1,26-27); il cammino della storia si apre alla speranza di nuovi cieli e nuove terre dischiusa da questa irruzione del divino nell’umano.
I catecumeni e battezzati, che la tradizione cristiana ha definito «illuminati»: per la loro adesione vitale a Cristo-Luce, sanno che la loro esistenza è radicalmente cambiata. Dio li «ha chiamati dalle tenebre alla sua luce ammirabile» (1 Pt 2,9) e davanti a loro ha dischiuso un orizzonte di vita e di libertà. Ecco perché si innalza il «canto nuovo» (il preconio, il gloria, l’alleluia) come ricordo delle meraviglie operate dal Signore nella nostra storia di «salvati», e come rendimento di grazie per una vita di luce,
— Liturgia della parola: le 7 letture dell’Antico Testamento sono un compendio della storia della salvezza. Già la quaresima (cf la prima lettura di ogni domenica nei tre cicli) aveva sottolineato che il battesimo è inserimento in questa grande «storia» attuata da Dio fin dalla creazione. Nella consapevolezza che la Pasqua di Cristo tutto adempie e ricapitola, la Chiesa medita ciò che Dio ha operato nella storia. Quella serie di eventi e di promesse vanno riletti come realtà che sempre si attuano nell’ «oggi» della celebrazione; sono dono e mèta da perseguire continuamente.
— Liturgia battesimale: il popolo chiamato da Dio a libertà, deve passare attraverso un’acqua che distrugge e rigenera. Come Israele nel Mar Rosso, anche Gesù è passato attraverso il mare della morte e ne è uscito vittorioso. Nelle acque del battesimo è inghiottito il mondo del peccato e riemerge la creazione nuova. L’acqua, fecondata dallo Spirito, genera il popolo dei figli di Dio: un popolo di santi, un popolo profetico, sacerdotale e regale. Con i nuovi battezzati, tutta la Chiesa fa memoria dei suo passaggio pasquale, e rinnova nelle «promesse battesimali» la propria fedeltà al dono ricevuto e agli impegni assunti in un continuo processo di rinnovamento, di conversione e di rinascita (cf Rm 6,3.11 e colletta).
— Liturgia eucaristica: è il vertice di tutto il cammino quaresimale e della celebrazione vigiliare. Il popolo rigenerato nel battesimo per la potenza dello Spirito, è ammesso al convito pasquale che corona la nuova condizione di libertà e riconciliazione. Partecipando al corpo e al sangue del Signore, la Chiesa offre se stessa in sacrificio spirituale per essere sempre più inserita nella pasqua di Cristo. Egli rimane per sempre con i suoi nei segni del suo donami perché essi imparino a passare ogni giorno da morte a vita nella carità (cf oraz. dopo la com.).
Una luce che mai si spegne
Dentro la struttura e i simboli della celebrazione è possibile leggere il paradigma dell’esistenza cristiana nata dalla Pasqua. Luce, Parola, Acqua, Convito sono le realtà costitutive e i punti di riferimento essenziali della vita nuova: uscito dal mondo tenebroso del peccato, il cristiano è chiamato ad essere portatore di luce (cf Ef 5,8; Col 1,12.13); a perseverare nell’ascolto di Cristo morto e risorto, Parola definitiva della storia; a vivere sotto la guida dello Spirito la vocazione battesimale; ad annunciare e a testimoniare nel dono di sé quel mistero di cui l’eucaristia celebra il memoriale.
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Presagio n.164 di Merlino (XIII secolo)
“Quando la Santa Madre del Signore comparirà in più parti e quando Pietro avrà due nomi, sarà tempo di prepararsi perché l’ora sesta (l’ora del diavolo e delle tenebre) sarà vicina”.
Papa Giovanni XXII (1316-1333)
“Un giorno, quando gli anticristi ritorneranno a Roma, lo faranno non perché riconosceranno in Roma la loro sede naturale ma perché chiamati dai loro interessi … Quando uno di questi Anticristi al momento dell’elezione assumerà due nomi per far credere di seguire due indirizzi, mentre non sarà nè l’uno nè l’altro, si vedrà di cosa sono capaci.
Vi saranno due imperi senza corone a contendersi il mondo, ma ne sorgerà un terzo.
L’Italia sarà teatro di violenze senza precedenti e ci vorrà una lira astese per comprare una libbra di pane … Il Tevere e il Po saranno due cloache e a Roma, insieme all’Anticristo dai due nomi, sarà ucciso anche un capo di fazione, dai suoi stessi compagni”.
Eileen George (1982)
“…Prima verrà la carestia, tra il 1990 e il 1999. E poi inizierà una grande guerra… Mio Padre ha detto che questa persona sta già programmando queste cose… Stanno costruendo armi… Sarà collegato ai russi, i comunisti. Sarà un anticristo… Ha indossato una veste lunga. Sarà molto intelligente e ben equipaggiato per la guerra nucleare… Sarà peggiore di Hitler. Questo musulmano lancerà contro di noi dei missili. I nostri radar li individueranno e i nostri missili li intercetteranno. Ma alcuni sfuggiranno e colpiranno la città di New York”.
La SS.ma Vergine Maria a Teresa Musco (1973)
“Sta per iniziare una nuova guerra nella terra dove è nato il Salvatore, cioè il Mio amatissimo Figlio e non si fermerà. Sembra che fanno la pace ma non è vero, perché da lì nascerà la grande guerra, da lì viene il grande castigo dal cielo e dalla terra”.
Suor Maria di Gesù Crocifisso (XIX secolo)
“Tutti gli stati saranno sconvolti dalla guerra e dai conflitti civili. Durante l’oscurità che durerà tre giorni, la gente che si è data alle vie del male perirà, così che solo un quarto del genere umano sopravviverà”.
Gesù Cristo a suor Anna Ali (1987)
“Figlia Mia, prega molto ed espia… La desolazione e la morte stanno per arrivare. L’intero mondo sarà in guerra. Rovina e morte stanno per giungere. Le armi mortali stermineranno non solo gli eserciti ma anche le cose più sante e sacre, i bambini, gli anziani e gli infermi”.
Beata Anna Maria Taigi (XIX secolo)
“Verrà su tutta la terra un’intensa oscurità che durerà tre giorni e tre notti. Non si riuscirà a vedere niente, e l’aria sarà carica di una pestilenza che reclamerà la vita soprattutto, ma non solo, dei nemici della religione. Sarà impossibile usare i mezzi di illuminazione fatti dall’uomo, tranne le candele benedette. Colui il quale, spinto dalla curiosità, aprirà la finestra per guardare fuori o uscirà di casa, cadrà morto sul posto. Durante questi tre giorni la gente dovrà rimanere nella propria casa, pregare il Rosario e implorare la misericordia di Dio”.
La SS.ma Vergine Maria a Christiana Agbo (1984)
“Satana è davvero all’opera e durante il tempo dei tre giorni di buio i demoni agiranno con più accanimento perché quello sarà il loro momento. Grazie al Rosario Satana non può sconfiggere i miei figli”.
Beata Anna Maria Taigi (XIX secolo)
Tutti i nemici della Chiesa in quei giorni di tenebre periranno. Soltanto chi si convertirà potrà essere salvato.
Una candela, se benedetta, durerà accesa per tre giorni. Solo nella casa degli empi, non rimarrà accesa. Durante questi tre giorni, i demoni appariranno nelle forme più orribili e nell’aria risuoneranno solo le loro bestemmie. Raggi e scintille entreranno nelle case, ma non riusciranno a spegnere le candele benedette. Non saranno spente ne dai venti, ne dai terremoti. Un nube rossa come il sangue, attraverserà il cielo, e un forte rumore farà tremare tutta la terra.
Dopo i tre giorni, la terra sarà tutta un cimitero, i cadaveri degli empi, ma anche quelli dei giusti copriranno il suolo. Una grande desolazione regnerà, tutta la vegetazione distrutta, così sarà anche la maggior parte del genere umano. La crisi sarà per tutti e il Castigo di Dio sarà su tutta la terra. Durante i tre giorni di tenebre, coloro che non si saranno convertiti periranno, i sopravvissuti saranno solo una quarta parte dell’umanità.
Quando sentirete il rombo tremendo, dovrete chiudere porte e finestre in modo da coprire la luce che viene da fuori e non siate curiosi, perché sarete puniti. Sentirete delle voci di persone a voi care, ma non aprite la porta, perché non sono loro, ma demoni che vi ingannano per poter entrare nelle vostre case.
Raccoglietevi in preghiera davanti al Crocifisso e raccomandatevi a Dio con tanta fede, senza timore, e tutte le tribolazioni di quelle terribili notti passeranno. Risplenderà nuovamente il sole, e seguirà l’avvento nuovo del regno di Dio sulla Terra. Vigilare e pregare, aspettate con fiducia il momento di grazia. Beati voi se avrete creduto alle parole di Dio e avrete sofferto per il Suo Nome. Se credete a tutto questo, non avrete più bisogno di altre rivelazioni”.
San Gaspare del Bufalo (XIX secolo)
“Colui che sopravviverà ai tre giorni di tenebra e di pianto, apparirà a se stesso come l’unico sopravvivente sulla terra, perché di fatto il mondo sarà coperto di cadaveri”.
Gesù Cristo a Maria Giulia Jahenny (XIX secolo)
Quando in una fredda notte d’inverno, il tuono romberà allora chiudete molto in fretta porte e finestre. I vostri occhi non devono profanare il terribile avvenimento con sguardi curiosi … riunitevi in preghiera dinanzi al Crocifisso, ponetevi sotto la protezione di Mia Madre Santissima. Non lasciatevi prendere da alcun dubbio riguardo alla vostra salvezza. Accendete le candele benedette, recitate il Rosario. Perseverate tre giorni e due notti. Io, vostro Dio, avrò purificato tutto. Magnifico sarà il Mio regno di pace.
I tre giorni di tenebre saranno di giovedì, venerdì e sabato, tre giorni meno una notte.
Durante questi tre giorni di oscurità terrificante, non deve essere aperta nessuna finestra, perché nessuno riuscirà a vedere la terra e il colore terribile che essa avrà in quei giorni di punizione, senza che muoia immediatamente.
Il cielo sarà in fiamme, la terra si spaccherà. Durante questi tre giorni di oscurità lasciate accese le candele benedette dappertutto, nessuna altra luce risplenderà.
Nessuno, fuori dalla sua abitazione, sopravviverà. La terra tremerà come al giudizio e la paura sarà grande.
Solo le candele di cera benedetta daranno luce durante queste orribili tenebre. Una sola candela sarà sufficiente per tutta la durata di questa notte d’inferno. Nelle case dei malvagi e dei blasfemi queste candele non daranno luce.
Tutto tremerà tranne il mobile sul quale brucia la candela benedetta. Questo non tremerà. Vi riunirete tutti con il crocifisso e con la Mia immagine benedetta. Questo è ciò che terrà lontano questo terrore.
Durante queste tenebre i diavoli e i malvagi prenderanno le forme più orribili… nuvole rosse come il sangue si muoveranno attraverso il cielo. Il fragore del tuono scuoterà la terra e lampi sinistri attraverseranno i cieli. La terra verrà sconvolta fino alle fondamenta. Il mare crescerà, le sue onde fragorose si riverseranno sui continenti.
La terra diventerà come un vasto cimitero. I corpi dei malvagi e dei giusti ricopriranno il suolo.
Gesù Cristo a Enzo Alocci (1977)
Quel giorno un carro di fuoco attraverserà tutto l’universo, lasciando dietro di sé una forte luce a voi sconosciuta. Quello sarà l’avviso che il castigo di Dio è vicino. La terra tremerà, il sole girerà su sé stesso con grandi esplosioni; la luna sarà a lutto. Tutto questo avverrà in un tempo di circa mezz’ora. In quel momento il cielo sarà libero da ogni nube e il fenomeno miracoloso sarà visibile da ogni parte della Terra. E il sole si allontanerà e un forte rombo di tuono scuoterà la terra e sarà il buio. Tutte le bocche infuocate, le cui emanazioni gli scienziati chiamano fenomeni, presto si metteranno in eruzione, e così un giorno anche la terra diventerà simile a magma infuocato e sommergerà paesi, città e nazioni. Durante i tre giorni di tenebre i persecutori della Chiesa saranno annientati. La potenza che viene dall’alto e la terra si avvicineranno; il fuoco sarà su tutta la terra ed il mondo sarà coperto da cadaveri… Durante i tre giorni di buio nulla sarà visibile agli uomini. L’aria diventerà pestilenziale e recherà grave danno… Verrà un nuovo mondo”.
Profezie di padre Pio
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Messaggio di Gesù a Padre Pio (28 gennaio 1950)
L’ora dei castighi è vicina, ma manifesterò la Mia Misericordia.
La vostra epoca sarà testimone di un terribile castigo. I Miei Angeli prenderanno cura spirituale di annientare tutti coloro che si burlano di Me e che non crederanno alle Mie profezie.
Uragani di fuoco saranno scagliati dalle nuvole, e si estenderanno su tutta la terra. Temporali, tempeste, tuoni e piogge ininterrotte, terremoti copriranno la terra durante tre giorni. Seguirà allora una pioggia di fuoco ininterrotta, per dimostrare che Dio è Signore della creazione.
Coloro che sperano e credono nella Mia Parola non dovranno temere, né dovranno temere nulla coloro che divulgheranno il Mio messaggio, perché non li abbandonerò. Nessun male sarà fatto a coloro che sono nelle Mie Grazie, e che cercheranno la protezione della Madre Mia.
Per prepararvi a questa prova, vi darò dei segni e delle istruzioni. La notte sarà freddissima, il vento spunterà, il tuono si farà sentire. Chiudete tutte le porte e tutte le finestre. Non parlate con nessuno di fuori. Inginocchiatevi davanti al vostro Crocifisso; pentitevi dei vostri peccati; pregate Mia Madre di ottenere la Sua protezione.
Non guardate fuori durante il terremoto, perché l’ira del Padre Mio è santa, non sopportereste la vista della Sua ira…
Nella terza notte cesseranno i terremoti ed il fuoco, ed il giorno dopo il sole risplenderà di nuovo. Gli angeli scenderanno dal cielo e porteranno sulla terra lo spirito della pace. Un terzo dell’ umanità perirà…
Messaggi profetici di Padre Pio
-1-
Il mondo sta andando verso la rovina. Gli uomini hanno abbandonato la giusta strada, per avventurarsi in viottoli che finiscono nel deserto della violenza… Se non ritorneranno subito ad abbeverarsi alla fonte dell’umiltà, della carità e dell’amore, sarà la catastrofe.
-2-
Verranno cose tremende. Io non riesco più a intercedere per gli uomini. La pietà divina sta per finire. L’uomo era stato creato per amare la vita, ed è finito per distruggere la vita…
-3-
Quando il mondo è stato affidato all’uomo era un giardino. L’uomo lo ha trasformato in un rovaio pieno di veleni. Nulla serve ormai per purificare la casa dell’uomo. È necessaria un’opera profonda, che può venire solo dal cielo.
-4-
Preparatevi a vivere tre giorni al buio totale. Questi tre giorni sono molto vicini… E in questi giorni rimarrete come morti, senza mangiare e senza bere. Poi tornerà la luce. Ma molti saranno gli uomini che non la vedranno più.
-5-
Molta gente scapperà sconvolta. Ma correrà senza avere una meta. Diranno che a oriente c’è la salvezza e la gente correrà verso oriente, ma cadrà in un dirupo. Diranno che a occidente c’è la salvezza e la gente correrà verso occidente, ma cadrà in una fornace.
-6-
La terra tremerà e il panico sarà grande… La terra è malata. Il terremoto sarà come un serpente: lo sentirete strisciare da tutte le parti. E molte pietre cadranno. E molti uomini periranno.
-7-
Siete come formiche, perché verrà il tempo in cui gli uomini si toglieranno gli occhi per una briciola di pane. I negozi saranno saccheggiati, i magazzini saranno presi d’assalto e distrutti. Povero sarà colui che in quei giorni tenebrosi si troverà senza una candela, senza una brocca d’acqua e senza il necessario per tre mesi.
-8-
Scomparirà una terra… una grande terra. Un paese sarà cancellato per sempre dalle carte geografiche… E con lui verrà trascinata nel fango la storia, la ricchezza e gli uomini.
-9-
L’amore dell’uomo per l’uomo è diventato una vuota parola. Come potete pretendere che Gesù vi ami, se voi non sapete amare nemmeno quelli che mangiano alla stessa vostra tavola? Dall’ira di Dio non saranno risparmiati gli uomini di scienza, ma gli uomini di cuore.
-10-
Sono disperato… non so più che cosa fare perché l’umanità si ravveda. Se continuerà su questa strada, l’ira tremenda di Dio si scatenerà come un fulmine tremendo.
-11-
Una meteora cadrà sulla terra e tutto sussulterà. Sarà un disastro, molto peggiore di una guerra. Molte cose saranno cancellate. E questo sarà uno dei segni…
-12-
Gli uomini vivranno una tragica esperienza. Molti verranno travolti del fiume, molti verranno inceneriti dal fuoco, molti verranno sepolti dai veleni… Mio rimarrò vicino ai puri di cuore.
L’invasione degli insetti transgenici
Gli ins
etti transgenici sono già nell’ambiente, ma la gente non lo sa. In Brasile sono stati rilasciati milioni di zanzare transgeniche per contrastare la zanzara aedes aegypti la cui puntura provoca la febbre dengue, così come alle Cayman e in Malesia. In Spagna è stata avanzata la richiesta di liberare nell’ambiente la mosca transgenica dell’olivo. Un disastro annunciato.
Gli insetti transgenici sono già nell’ambiente, ma la gente non lo sa. In Brasile sono stati rilasciati milioni di zanzare transgeniche per contrastare la zanzara aedes aegypti la cui puntura provoca la febbre dengue, così come alle Cayman e in Malesia. In Spagna è stata avanzata la richiesta di liberare nell’ambiente la mosca transgenica dell’olivo. Un disastro annunciato.
L’errore più grosso che si può fare è pensare che se gli insetti transgenici vengono rilasciati nell’ambiente lontano da casa nostra, allora siamo salvi. Gli insetti si spostano, si diffondono, arrivano dovunque, contaminano anche i loro predatori, cioè gli animali che li mangiano, e contaminano i frutti, depositandovisi sopra, che noi mangeremo.
Nel giugno scorso in Brasile, nello Stato di Bahia, sono state rilasciate nell’ambiente zanzare transgeniche in milioni di esemplari per contrastare l’insetto la cui puntura provoca la febbre dengue. L’azienda Oxitec ha prodotto la zanzara geneticamente modificata che rientra nel progetto portato avanti dall’organizzazione Moscamed Brasil. Sempre la Oxitec ha avanzato la richiesta alle autorità europee per poter rilasciare nell’ambiente, in Spagna, la mosca dell’olivo geneticamente modificata, notizia che ha scatenato la protesta di diverse associazioni ambientaliste e della Firab, la Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica. “Si tratta di un serio rischio per l’ambiente e di una tecnologia non testata e validata, rischio aggravato dal fatto che i ceppi di insetti ingegnerizzati sono esotici e non attinenti agli ambienti in cui verranno lanciati” ha detto la Firab. “Il ceppo di mosca dell’olivo utilizzato da Oxitec non è nativo della Spagna, ma ingegnerizzato a partire da un ceppo greco incrociato con ceppi israeliani – dice Firab – c’è quindi il timore di introdurre individui portanti diversi livelli di resistenza ai pesticidi. Il rilascio in ambiente di ceppi di parassiti entomologici non-nativi è di norma vietato nel quadro delle disposizioni europee in quanto alcune caratteristiche indesiderate potenzialmente presenti nel ceppo di nuova introduzione, come la resistenza ai pesticidi, possono diffondersi nella popolazione selvatica. Altre preoccupazioni sono relative al gran numero di larve ogm morte e vive rinvenibili nel frutto avviato al consumo e all’impatto di insetti geneticamente modificati sugli ecosistemi”.
Oxitec, dopo avere ricevuto un no dall’Inghilterra,sta tentando di introdurre insetti ogm anche negli Stati Uniti. Ad esempio vorrebbe introdurre la zanzara geneticamente modificata contro la dengue in Florida, ma appena la notizia si è sparsa la popolazione si è mobilitata con raccolte di firme e proteste per evitare che il progetto andasse avanti. Le autorità locali non hanno detto no a priori, ma hanno sospeso un’eventuale autorizzazione in attesa di studi e prove dell’innocuità di tali insetti. L’azienda Oxitec ha ammesso che mentre si rilasciano nell’ambiente gli esemplari ogm maschi (che non trasmettono la malattia con la puntura), vengono rilasciati anche esemplari femmine perché non è possibile impedirlo, ma si sono anche affrettati ad assicurare che la puntura delle femmine ogm è tal quale quella delle femmine non ogm dell’insetto, non provoca nulla di diverso. A dirlo però sono esclusivamente loro studi, nient’altro. Quindi ci si deve fidare della loro parola. Infatti non ci sono studi sulla popolazione per poter sapere se questa affermazione ha un fondamento. Così come non ci sono studi sulla contaminazione che gli insetti ogm possono produrre nell’ambiente, ibridandosi con insetti “convenzionali” o venendo mangiati da predatori o contaminando frutti. Peraltro insetti ogm sono già stati rilasciati anche alle Isole Cayman, in Malesia e presto accadrà a Panama e in India.
Poi si comincia già a invocare l’introduzione di insetti geneticamente modificati per combattere la malaria e per combattere i parassiti delle coltivazioni agricole. L’allarme ormai è planetario. Helen Wallace, direttrice dell’inglese GeneWatch, ha affermato: “La gente rimarrà sconvolta nel sapere che gli insetti geneticamente modificati possono essere immessi nell’ambiente senza nessun adeguato controllo”. Ci sono tanti, troppi conflitti di interessi in capo a chi prende le decisioni e agli organi regolatori. A spiegarlo molto bene è il rapporto pubblicato dall’organizzazione no-profit TestBiotech (che potete leggere in versione integrale nell’allegato in Pdf più sotto). Il rapporto spiega come la Oxitec si sia infiltrata nei processi di decision-making nel mondo. La società ha stretto rapporti con la multinazionale dei pesticidi e degli ogm Sygenta e ha già provveduto, appunto, al rilascio nell’ambiente di milioni di esemplari di insetti ogm. L’EFSA, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, è indicata come uno dei numerosi esempi di come l’industria organizza e applica la sua influenza. Nel gruppo EFSA che valuta gli insetti geneticamente modificati ci sono molti casi di conflitti di interesse, inclusi esperti legati alla Oxitec che solo parzialmente hanno dichiarato i loro rapporti. Il documento EFSA che valuta i rischi di questi insetti per l’ambiente ha carenze evidenti: per esempio non considera l’impatto degli insetti GM sulla catena alimentare. La Oxitec, come spiega Barbara Peterson di Farm Wars, li ha programmati affinchè muoiano, in gran parte, allo stadio larvale, quindi le larve entreranno nella catena alimentare dopo essersi depositate sui frutti, basti pensare alle olive, ai cavoli, ai pomodori, e potranno essere trasportate, ancora vive, su questi frutti per diffondersi poi in altre aziende agricole e coltivazioni. Non c’è traccia di queste valutazioni nel rapporto dell’Efsa. Ci sono poi problemi dati dal fatto che tali insetti sono stati rilasciati nell’ambiente senza alcuna informazione fornita alle popolazioni. Peraltro la Oxitec ha saputo influenzare le autorizzazioni e le norme nel mondo. Innanzi tutto ha definito il rilascio di insetti GM nell’ambiente come un “contenimento biologico” in modo da bypassare le richieste di valutazione del rischio; poi ha evitato completamente di spiegare come questi insetti possano contenuti e limitati in una determinata area o su un determinato prodotto, perché è chiaro che ciò non è possibile; laddove ha fornito una valutazione del rischio, ha evitato di includere gli impatti sulla sopravvivenza degli insetti nell’ambiente e sulla salute e gli impatti della modifica delle popolazioni di insetti sull’immunità umana e sulle malattie; sta poi tentanto di evitare ogni responsabilità per danni se le cose dovessero mettersi male e sta anche tentando di operare un rilascio nell’ambiente su larga scala prima che ci sia una regolamentazione generale del settore in modo che comunque anche se arrivasse, arriverebbe a giochi fatti.
Negli allegati Pdf potete trovare il testo integrale dei rapporti di TestBiotech e di GeneWatch.
Per ulteriori informazioni potete anche scrivere una e-mail a:
Helen Wallace, GeneWatch, helen.wallace@genewatch.org
Christoph Then, Testbiotech, info@testbiotech.org
François Meienberg, Berne Declaration, food@evb.ch
Nina Holland, Corporate Europe Observatory (CEO), nina@corporateeurope.org
Tina Goethe, SwissAid, t.goethe@swissaid.ch
La Bayer e il suo primato OGM
Una recente indagine all’Ufficio Europeo dei Brevetti mostra che, in termini di numero di brevetti sugli OGM, la BAYER è addirittura la prima.
La discussione sui semi geneticamente modificati è dominata dalle critiche rivolte alla MONSANTO. Sulla scia della MONSANTO la compagnia tedesca BAYER è diventata una delle più grandi multinazionali dell’agricoltura nel mondo. La BAYER è già oggi uno dei principali fornitori di pesticidi e di semi.
Mais, frumento, riso, orzo, soia, cotone, barbabietola da zucchero, rape, patate, tabacco, pomodori, uva: la lista delle piante transgeniche di cui la BAYER CROPSCIENCE detiene il brevetto, è lunga. La multinazionale ha brevettato anche alberi geneticamente modificati, come per esempio, pioppi, pini ed eucalipti. Questo è il risultato di una recente indagine presso l’Ufficio Europeo dei Brevetti di Monaco, in Germania, condotta dalla Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer (Germania) assieme a No Patents on Seeds! (No ai brevetti sui semi!). A questo scopo, l’iniziativa ha esaminato tutte le richieste di brevetto presentate dalla BAYER negli ultimi 20 anni. Secondo i risultati dell’indagine, la Compagnia possiede 206 dei 2000 brevetti concessi in totale in Europa su piante transgeniche. Questo mette la BAYER al primo posto, davanti a PIONEER (179), BASF (144), SYNGENTA (135) e MONSANTO (119).
► Brevetti OGM (Bayer, Syngenta)
► Brevetti OGM (BASF, Pioneer, Dow, Monsanto)
Con una fetta di mercato del 20 per cento, la BAYER CROPSCIENCE, una sussidiaria posseduta interamente dalla BAYER AG, è la seconda maggior produttrice al mondo di pesticidi, (dopo SYNGENTA). Riguardo ai semi la Compagnia è al settimo posto con una fetta di mercato del 3 per cento.
Il processo di concentrazione del mercato agricolturale sta procedendo da decenni. Nel settore semi e pesticidi, le dieci più grandi multinazionali possiedono una fetta di mercato di oltre il 70%. L’obiettivo di questo oligopolio è quello di spartirsi il mercato, stabilire i prezzi, indirizzare le politiche e, alla fine, controllare il modo in cui l’umanità produce il cibo e quindi controllare le sorti dell’intero pianeta. “Chi controlla i semi, comanda il mondo” ha detto una volta l’ex Segretario di Stato statunitense Henry Kissinger. E, a tal fine, i brevetti su piante e animali sono mezzi essenziali.
Già nel 2008 lo studio International Assessment of Agricultural Science and Technology for Development (valutazione internazionale della scienza agricola e della tecnologia per lo Sviluppo, IAASTD), avviato dalle Nazioni Unite e dalla Banca Mondiale, ha espresso preoccupazione per il fatto che la ricerca e la diffusione delle conoscenze vengono limitate dalla crescente registrazione di brevetti. Specialmente nei paesi in via di sviluppo, ciò rende più difficile l’adozione di pratiche agricole adattate alla situazione locale, che contribuirebbero alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità economica.
MONSANTO è di gran lunga il maggior fornitore nel mondo di semi geneticamente modificati. La multinazionale ha acquisito dozzine di piccoli produttori e coltivatori di semi, raggiungendo una fetta di mercato intorno al 27%. La compagnia statunitense è anche davanti a tutti nella vendita di erbicidi: il 95% della soya OGM e il 75% di piante OGM, tipo il mais o il cotone, sono resistenti all’erbicida glifosato (nome commerciale ROUNDUP), sviluppato dalla MONSANTO.
Ci sono studi che indicano che l’uso di questa sostanza può causare difetti alla nascita e cancro. Un numero sempre più alto di coltivatori ne vengono avvelenati, soprattutto in America Latina. Contrariamente alle costanti promesse dell’industria, l’uso di piante geneticamente modificate non ha per niente diminuito l’uso di pesticidi, che invece è continuamente aumentato. Le critiche rivolte alla MONSANTO, sono quindi giustificate.
Ma questo mette le compagnie tedesche BAYER e BASF in una posizione di comodo, in quanto non ricevono molta attenzione nel dibattito pubblico. Invece, il glufosinato, un pesticida della BAYER, parente del glifosato, che viene usato anch’esso in combinazione con semi resistenti agli erbicidi, è altrettanto pericoloso. Il principio attivo può causare deformità nel feto ed è perciò classificato come reprotossico. Per questa ragione l’erbicida dovrà essere ritirato dal mercato europeo al massimo entro il 2017. Ma ciò non ha impedito alla BAYER di annunciare, nel maggio 2013, la costruzione di una nuova enorme fabbrica di glufosinato negli USA. Con questa mossa, la multinazionale vuole colmare il vuoto causato dalla crescente inefficacia del glifosato contro le erbe selvatiche.
Nel campo della “tecnologia OGM verde”, la BAYER sta costantemente avanzando.
La Compagnia sta portando avanti la ricerca sulle piante geneticamente modificate, fin dagli anni ’80. Nel 2001 ha fatto il suo ingresso tra le grandi del settore con l’acquisizione di AVENTIS CROPSCIENCE, la quale a sua volta era stata creata dai settori OGM di SCHERING, RHONE POULENC e HOECHST. In seguito la BAYER ha comprato altre compagnie, come PLANT GENETICS SYSTEMS, PLANTTEC, PROSOY GENETICS e ATHENIX. Inoltre ha creato accordi di cooperazione con compagnie di biotecnologia, come la EVOGENE (ricerche sul riso), MERTEC (soia) e FUTURAGENE (cotone), oltre che con istituti di ricerca come il Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (frumento) e il Brazilian Centre for Sugarcane Technology (canna da zucchero).
Al momento la BAYER raggiunge le vendite maggiori con i semi di cotone, su cui la Compagnia possiede 18 brevetti OGM. La BAYER fornisce anche colza, canna da zucchero, mais e soia geneticamente modificati e, già dieci anni fa, ha fatto domanda per l’importazione in Europa del riso OGM resistente agli erbicidi, LL62.
206 brevetti OGM della BAYER.
La nostra indagine mostra che negli ultimi 20 anni, la Bayer ha presentato un totale di 771 domande all’Ufficio Europeo Brevetti e 206 di queste sono state accettate (vedi tabella). Addirittura due compagnie tedesche sono in testa per numero di brevetti assegnati negli ultimi tre anni: la BASF con 69 e la BAYER con 56.
La BAYER, detiene 26 brevetti solo per amido e zucchero. L’obiettivo è quello di produrre amido per uso industriale attraverso piante geneticamente modificate e, sempre attraverso la modificazione genetica, produrre specifici tipi di zucchero per usi speciali.
23 brevetti della BAYER riguardano la resistenza agli erbicidi. I brevetti sul glufosinato risalgono in parte agli anni ’80 e sono ora scaduti. Per estenderne la durata, la BAYER ha apportato piccoli cambiamenti al DNA di piante importanti come la soia e il cotone e ha fatto domanda di nuovi brevetti in tal senso.
Dal momento che il brevetto per il glifosato della MONSANTO è anch’esso scaduto, la BAYER lo sta producendo e detiene 10 brevetti sulle tecnologie di produzione. Per esempio, il brevetto N. EP1994158, descrive un processo di resistenza al glifosato con il quale la BAYER ha avanzato diritti su ben 23 piante diverse, tra cui mais, frumento, orzo, soia e riso, vari alberi e addirittura erbe.
In agosto 2011, la BAYER ha ricevuto dall’Unione Europea, il permesso di importare la soia resistente al glufosinato del tipo A5547-127. Questo tipo di soia sarà coltivata principalmente in Sud America e importata in Europa come mangime per animali. Solo pochi mesi prima, la Compagnia aveva ottenuto, per questa soia, un brevetto che sarà valido fino al 2026. Il brevetto, con il prevedibile proposito di evitare controlli indipendenti, dà alla Compagnia anche il diritto esclusivo di controllare i semi per quanto riguarda le contaminazioni da questo tipo di soia geneticamente modificata.
Una pianta resistente al glufosinato, è anche stata la responsabile del più grande scandalo da contaminazione nella storia dell’ingegneria genetica. Nel 2006, il riso genetico modificato del tipo LL 601, fu trovato nei supermercati di tutto il mondo, anche se non esisteva alcun permesso. Poco più del 30% del raccolto degli Stati Uniti risultò contaminato. L’Europa e il Giappone bloccarono tutte le importazioni di riso dal Nord America. Nel 2012 la BAYER dovette pagare oltre 900 milioni di dollari di indennizzo ad agricoltori danneggiati dalla contaminazione.
Il riso LL 601 esiste ancora e viene regolarmente trovato nel riso commerciato convenzionalmente.
Per migliaia di anni gli agricoltori hanno prodotto i loro semi creando tipi di piante che si adattavano in modo ottimale alle condizioni locali. Questo metodo auto-perpetuante è chiaramente problematico per i produttori su vasta scala. Il trucco più insidioso usato dai giganti dell’agricoltura contro la libera riproduzione dei semi, è la cosiddetta “tecnologia terminator”: una modificazione genetica che rende la pianta sterile dopo un solo ciclo di semina e costringe quindi gli agricoltori a comprare ogni anno nuovi semi.
Tutte le grandi compagnie del settore agricolo conducono ricerche sui semi “terminator” e hanno ottenuto dei brevetti in questo campo. Dopo l’acquisizione di Hoechst Schering Agrevo GmbH (in seguito divenuta AVENTIS), anche la BAYER detiene brevetti sulla tecnologia “terminator”. Per esempio, uno si chiama “Processo per la produzione di piante a sterilità femminile”.
Le piante terminator non sono usate al momento, perchè dal 2000, esiste una moratoria dovuta alla Convenzione ONU sulla diversità biologica. Questa però non è legalmente vincolante e ci sono stati svariati tentativi di indebolire il bando. Se questi tentativi dovessero aver successo, ne deriverebbe una immensa minaccia alla biodiversità e alla sicurezza alimentare di milioni di persone che vivono solo di agricoltura, specialmente nei paesi in via di sviluppo. Per questo, ci sono in tutto il mondo iniziative ecologiche che chiedono un bando permanente su questa tecnologia, così come sui brevetti che la riguardano.
Malgrado l’alto numero di brevetti e cooperazioni, il programma di ingegneria genetica della BAYER si basa principalmente su due sole tecniche: prima, semi resistenti agli erbicidi, venduti in combinazione con gli erbicidi glufosinato o glifosato; seconda, piante che contengono il Bacillus thuringiensis (Bt), un batterio velenoso che uccide gli insetti.
Entrambi i metodi sono sul mercato dagli anni ’90. A causa dei pericoli che causano all’uomo e all’ambiente, la Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer (CBG Germania) chiede che il glufosinato e il glicosato siano immediatamente ritirati dal mercato.
Dal momento che le piante geneticamente modificate perdono via il loro effetto, la BAYER ha scambiato molti brevetti con MONSANTO, DUPONT, SYNGENTA e DOW. Le compagnie usano ora le tecniche dei loro concorrenti e offrono semi che sono resistenti a due o anche tre erbicidi. Nel 2012 è stato introdotto un tipo di soia resistente al glufosinato, al glifosato e al 2,4D (quest’ultimo era un componente del defoliante Agent Orange, usato in Vietnam). La MONSANTO ha recentemente fatto domanda per avere il permesso di importare in Europa il mais dolce “Smartstax”, che non solo è immune al glifosato e al glufosinato, ma contiene anche sei tossine del Bacillus thuringiensis.
Negli ultimi 25 anni, la BAYER e i suoi simili non sono riusciti a scuotere lo scetticismo dei consumatori Europei nei confronti dell’ingegneria genetica. La BASF si è arresa e ha spostato negli USA l’intero settore della ricerca sugli OGM.
Inoltre le profezie sugli esiti delle manipolazioni genetiche si sono rivelate sbagliate. I raccolti non sono aumentati significativamente e l’uso dei pesticidi non si è ridotto. Per questi motivi la BAYER sta ora intensificando di nuovo l’uso di metodi di coltivazione convenzionali. Ma la coltivazione convenzionale genera profitto solo se la compagnia ha dei brevetti su di essa, e così la BAYER mira a ottenerli e ci è già riuscita. Nell’agosto del 2011, l’Ufficio Europeo Brevetti, ha concesso un brevetto per la coltivazione di piante con accresciuta resistenza allo stress (brevetto EP1616013). Il brevetto è valido fino al 2024. I fattori considerati di stress sono, per esempio, siccità, troppa luce o troppo calore o un terreno povero di sostanze nutrienti.
Solo 100, dei 2000 brevetti rilasciati dall’Ufficio Europeo Brevetti, riguardano piante coltivate convenzionalmente. Una prassi comune è anche quella di prendere piante coltivate prima convenzionalmente e geneticamente manipolate in seguito, perché in questo modo è più facile ottenere il diritto al brevetto. Concedendo questi brevetti, l’Ufficio Europeo Brevetti accetta, di fatto, che anche piante coltivate convenzionalmente siano dichiarate “invenzioni” e che le risorse genetiche vengano monopolizzate.
Questo dimostra che la legge internazionale sui brevetti è cambiata significativamente. Sia la Convenzione di Strasburgo sui Brevetti, nel 1963, che la Convenzione Europea sui Brevetti, nel 1977, escludevano richieste di diritti proprietari riguardanti “procedure essenzialmente biologiche”. Razze e speci di animali o piante non venivano considerate invenzioni da proteggere e l’obiettivo della decisione era quello di impedire che i processi vitali divenissero beni di mercato. Questa situazione avrebbe reso pressoché impossibile che l’ingegneria genetica diventasse un settore economico redditizio. Perciò le lobby della BAYER e delle altre compagnie, hanno fatto di tutto per reinterpretare la legge con qualche acrobazia legale. Il colpo buono è venuto nel 1980, quando un ufficio brevetti statunitense ha concesso il copyright su un batterio, sostenendo che era molto più simile a un composto chimico senza vita che non a un cavallo, a un’ape o a una fragola. Da quel momento in poi le cose si sono mosse in fretta. Nel 1988, l’Università di Harvard è riuscita ad ottenere la proprietà intellettuale sul cosiddetto oncomouse (un topo particolarmente suscettibile di contrarre il cancro) e ha immediatamente concesso un contratto di licenza alla compagnia farmaceutica DuPont. Oggi, l’Ufficio Europeo Brevetti concede diritti proprietari anche su piante coltivate convenzionalmente.
C’è comunque uno spiraglio di speranza. Nell’ultimo incontro prima della pausa estiva, il Deutscher Bundestag, il parlamento tedesco, ha deciso di cambiare la legge tedesca sui brevetti e bandire la concessione di diritti proprietari su animali e piante allevati convenzionalmente. E’ vero che questa legge non interferisce con le pratiche dell’Ufficio Europeo Brevetti, ma è possibile che altri paesi decidano di imitarla e bandiscano i brevetti sugli organismi viventi.
Numero di brevetti emessi dall’Ufficio Europeo Brevetti
1. BAYER 206
2. DUPONT-PIONEER 179
3. BASF 144
4. SYNGENTA 135
5. MONSANTO 119
6. DOW 20
Numero di domande di brevetto
1. DUPONT-PIONEER 1.454
2. BASF 1.273
3. SYNGENTA 961
4. MONSANTO 811
5. BAYER 771
6. DOW 228
di Ruth Tippe (KEIN PATENT AUF LEBEN!) e Philipp Mimkes
Per concessione di CBG
Fonte: http://www.cbgnetwork.de/5229.html
Data dell’articolo originale: 10/10/2013
URL dell’articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=10701
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LA GUERRA CHIMICA DI MONSANTO E OBAMA CONTRO LA NATURA
Postato il Lunedì, 21 ottobre @ 00:10:00 CEST di Truman
rebelion.org
Nel decidere un’aggressione militare in Siria, gli alleati imperialisti si giustificano presumendo l’ uso di armi chimiche da parte del governo di Assad. Il Sudamerica è più di un decennio che sopporta attacchi di guerra chimica contro il suo territorio da parte di Monsanto e i suoi soci. Prima con Bush junior poi con Obama, con la complicità totale del governo USA.
Nel 2010 Obama diede una virata alla politica di sviluppo agrario negli USA orientando il settore verso il mercato estero. In quell’anno la nomina di Islam Siddiqui, uomo di Monsanto, come capo per le negoziazioni agricole al Ministero dell’Agricoltura fu il fatto chiave che delineò questo cambiamento. Sotto la falsa promessa di migliorare la produzione di alimenti ed imponendo all’estero l’eccesso di produzione agricola statunitense, gli “aiuti alimentari”, attraverso il dumping/1, fece passare per “sicurezza alimentare” quella che in realtà era un’ imposizione degli organismi geneticamente modificati (OGM) e dei suoi pesticidi.
In realtà il cambio di strategia di Obama consisteva nella sostituzione della borsa del grano, riso e mais, esportati a prezzo di dumping contro gli agricoltori dei paesi che caddero dentro il suo “storto” Trattato di Libero Commercio, con la borsa dei pesticidi fertilizzanti e semi geneticamente modificati. Una vera aggressione a livello mondiale contro il pianeta e la sua popolazione./2
Gli Stati Uniti non forniscono né promuovono nessuna classe di “sicurezza alimentare”. La maggior parte degli alimenti del mondo non sono prodotti dall’agro-industria. Un miliardo e mezzo di piccoli agricoltori producono in piccola scala più del 70% degli alimenti del pianeta. Originano gran parte di quello che consumano con limitata eccedenza, la quale viene generalmente commercializzata o scambiata in piccoli mercati.
Questa è la realtà nelle grandi regioni dell’India e della Cina abitate da più di 2/3 della popolazione mondiale, regioni dove lo sterco animale è uno degli introiti più importanti.
Il problema della fame non è dovuto al basso rendimento dell’agricoltura familiare. Il mondo ha 7miliardi di abitanti e produce alimenti sufficienti per 9 miliardi. Tuttavia attualmente nel mondo soffrono la fame oltre 1miliardo di persone (oltre 50milioni solo negli USA). Allo stesso tempo ci sono oltre 1miliardo di persone sovrappeso, molte delle quali sono obese e soffrono di malattie derivanti da una cattiva alimentazione di origine “industriale” che può essere tanto mortale quanto la fame nel mondo.
La fame e l’obesità non sono il risultato del basso rendimento agricolo, derivano dall’eccessiva produzione di alimenti tossici, dall’enorme eccesso di alimenti commercializzati e industrializzati, dalla carenza di alimenti organici salutari nei paesi dominati dall’agro-industria, dall’ingiustizia che disciplina la proprietà dei terreni agricoli e dalla diseguaglianza con la quale il capitalismo distribuisce gli alimenti.
Con la falsa politica di “sicurezza alimentare” si completava il programma della strategia mondiale statunitense del governo Obama. Questa politica agricola è complementare alla “guerra al terrorismo” che ha esteso l’intervento militare statunitense , in prima persona o in forma anonima, a quasi un centinaio di paesi, alla “guerra contro la droga” che ha fornito alla DEA il dominio del traffico internazionale di sostanze tossiche e la manipolazione dell’economia attraverso gli uomini di Wall Street che provocarono la grande crisi economico-sociale –mondiale iniziata nel 2007-2008 , e ancora attuale, con la quale sottomisero l’economia globale alla capitale finanziaria mondiale. Alla “guerra al terrorismo” e alla “guerra contro la droga” si aggiunse la “guerra chimica contro la natura”.
Caduta transitoria dell’offensiva transgenica in Europa
La falsa “sicurezza alimentare” dei transgenici e agro-tossici sta passando da diversi mesi delle serie difficoltà in Europa. Nel giugno di quest’anno Monsanto ha annunciato in Germania che non stava promuovendo la coltivazione né cercava nuovi consensi per piante modificate geneticamente nell’area del continente europeo, queste dichiarazioni sono state fatte perché l’opposizione ai suoi semi biotecnologici in molti paesi è ancora alta. Il portavoce di Monsanto in Germania, Ursula Luttmer –Ouazane /3 ha dichiarato alla stampa “Siamo giunti alla conclusione che attualmente questo non ha un ampio consenso”.
L’annuncio di giugno preparava una decisione importante per la salute europea. La multinazionale di “biotecnologia”- e altri agro tossici – ha annunciato il 17 luglio scorso di ritirare tutte le domande di permesso depositate alla Commissione Europea per coltivare mais, soia e barbabietola da zucchero geneticamente modificate. Pretende però di rinnovare l’autorizzazione per coltivare mais di tipo MON810, quando vari stati membri come Francia, Germania e Italia, lo hanno proibito in ambito nazionale, attraverso iniziative popolari. Monsanto ha avvertito che non ha intenzione di abbandonare la commercializzazione di sementi tradizionali. Quest’ultimo con l’Ucraina come principale obiettivo.
Nel 2012, il gruppo chimico tedesco BASF ha rinunciato ai suoi intenti transgenici nel continente, decentrando la sua centrale di biotecnologia vegetale negli USA, accettando il fatto che in Europa l’ingegneria genetica è fortemente contestata.
Nel settembre 2012, facendo per la prima volta una ricerca, all’oscuro dell’industria degli OGM, il Dott. Gilles-Eric Seralini dell’Università di Caen e la sua equipe, dimostrarono come i topi alimentati con una dieta contenente NK603 (una varietà di semi di mais modificati geneticamente per tollerare la dose di erbicida Roundup) o con acqua contaminata con questo prodotto chimico, permesso negli USA, morivano molto prima di quelli alimentati senza questo elemento. Inoltre, le femmine alimentate attraverso una dieta geneticamente modificata svilupparono tumori alle mammelle e i maschi seri danni al fegato e reni. Lo studio, pubblicato nella rivista “Food and Chemical Toxicology”, si è svolto in assoluta clandestinità, visto che le multinazionali proprietarie dei semi alterati geneticamente dominano una lobby con i tentacoli che arrivano nelle Università, nei centri di ricerca, nei ministeri dell’agricoltura e nelle istituzioni governative che concedono le autorizzazioni statali, e continentali nel caso dell’Unione Europea, per le “controproducenti innovazioni” della biotecnologia. Le constatazioni di Seralini provocarono un forte impatto nell’opinione pubblica europea. Malgrado l‘immediata e costosa offensiva della lobby di Monsanto, BASF, Du Pont, Syngenta, Bayer, etc., attraverso la pubblicità nei media per provare a screditare lo studio, la disapprovazione dei transgenici fu intensa.
Il portavoce di Monsanto, Thomas Helscher, affermò che la compagnia vuole che sia chiaro che cercherà una penetrazione di mercato dei suoi prodotti biotecnologici nelle aree che concedono un ampio appoggio. “Andiamo a vendere i semi geneticamente modificati solo dove godiamo di un ampio appoggio da parte degli agricoltori, di un ampio appoggio politico e di un sistema normativo funzionante”. Helscher ha dichiarato a Reuters /4. “Fino a dove siamo certi, oggi in Europa questo si applica solo in pochi paesi, principalmente in Spagna e Portogallo” . Il 30 luglio scorso Greenpeace informava che la superficie attualmente coltivata in Spagna con transgenici è approssimativamente di 140 mila ettari – secondo il Ministerio de Agricultura Alimentacion y Medio Ambiente-, ipotizzando un aumento del 20% rispetto alla superficie destinata nel 2012. Considerato che sia il precedente governo socialdemocratico, sia l’attuale governo di Rajoy, vanno contromano rispetto alle decisioni europee, non è difficile dedurre che la lobby transgenica ha “lubrificato” gli ingranaggi dell’approvazione dei suoi prodotti, in un governo probabilmente corrotto del Partito Popolare.
Financial Times ecologista?
La principale testata finanziaria europea, l’inglese Financial Times, pubblicò il 21 luglio che l’Europa ha ragione a proteggersi in relazione alle piantagioni transgeniche. In un testo titolato “I semi del dubbio” la testata nella sua versione on line ricorda che, anche se raro in Europa, le coltivazioni transgeniche rappresentano circa il 90% di tutto il mais, cotone e soia piantati in USA, dove dimostrarono che i vantaggi produttivi della tecnologia sono transitori. E aggiunge “gli insetti stanno scoprendo nuove maniere per sconfiggere le difese artificiali delle piantagioni transgeniche. Le colture transgeniche si sono ampliate allo stesso modo degli erbicidi per i quali erano programmate a resistere, questo ha portato alla crescita di piante infestanti altrettanto resistenti. Ciò ha costretto molti agricoltori a ritornare ai metodi antichi per controllare l’erba che loro credevano di evitare quando comprarono i carissimi semi transgenici”.
Il Financial Times mette anche in discussione le promesse di Monsanto di controllare la resistenza delle nuove piante infestanti con nuovi semi transgenici. “Monsanto ha provato a sostenere che fosse improbabile che i suoi semi transgenici originali portassero allo sviluppo di erba resistente all’erbicida, fino a quando il nuovo “invasore” ha dimostrato il contrario. Gli scienziati stanno correndo il rischio di entrare in guerra contro la natura, per la quale gli agricoltori saranno costretti a pagare senza ricevere in cambio nessun beneficio a lungo termine”. Che è quello che sta già succedendo a Rio Grande do Sul, per esempio. FT (Financial Times) conclude il suo articolo dicendo che l’Europa, evitando le coltivazioni transgeniche, rinuncia al guadagno che gli USA godono dagli anni ’90. “Se questo servirà ad impedire danni ecologici permanenti alla produttività agricola, sarà un piccolo prezzo da pagare”. In verità le affermazioni del Financial Times non sono delle novità per gli ecologisti latino americani, i quali da oltre dieci anni ci avvertono con gli stessi argomenti.
Allarme
Senza ombra di dubbio le dichiarazioni dei vertici di Monsanto e gli articoli del Financial Times sono una conseguenza diretta dell’intensa attività ambientalista e, in particolar modo, della Marcia Mondiale del 25 maggio 2013 contro Monsanto in 41 paesi del mondo. I luoghi dove ci furono più manifestazioni sono gli USA e gli stati dell’Europa. In totale ci sono state oltre 400 marce in diverse città di tutto il continente. Questo tipo di risposta è la più reale contro la multinazionale degli OGM e agro-tossici, perché smuove l’opinione pubblica e mette pressione alla classe politica e alle èlite dei paesi. Però, mette in allerta l’attivista Gary Cameron, non dobbiamo fidarci delle dichiarazioni degli inventori, dell’ Agente Arancio/5 e degli altri molti veleni, portando come esempio che nel 1999 Monsanto fece un’ offerta pubblica alla compagnia del Mississipi Delta&Pine Land per l’acquisizione dei suoi brevetti su una nuova tecnica di OGM radicali, conosciuti ufficialmente come GURTS ( Tecnologia di riduzione di uso genetico) chiamata anche tecnologia Terminator.
Si trattava di una pianta che “si suicida”, dopo un solo raccolto, obbligando gli agricoltori a tornare ogni anno da Monsanto per comprare nuovi semi senza preoccuparsi del prezzo o della disponibilità. La cattiva immagine di Terminator ha minacciato di distruggere tutto il progetto del transgenico appena iniziato. Gordon Conway, presidente della Fondazione Rockefeller, promotrice finanziaria del transgenico, convinse il comitato dirigente di Monsanto a ritirarsi, per il momento, dalla negoziazione al fine di limitare i danni. Monsanto annunciò allora di non voler comprare la tecnologia Terminator. Le ONG anti OGM la considerarono una grande vittoria e non si seppe nulla per sette anni fino a quando, senza tanti proclami, Monsanto annunciò l’acquisizione dei brevetti Terminator. Con questa manovra di rinvio Monsanto ottenne la vittoria sulla lotta ecologista contro Terminator/6.
Lo stesso può succedere attualmente dopo l’annuncio di Monsanto di ritirare le richieste di permesso per i suoi OGM in Europa. Secondo alcuni investigatori, la multinazionale a partire da questo momento inserirà la sua offensiva transgenica all’interno delle negoziazioni in corso sul Trattato di Libero Commercio tra USA e UE/7. Per questo il presidente Obama designò Islam Siddiqui a capo dei negoziati agricoli del trattato in corso. Quando Obama lo nominò all’interno del suo staff del Ministero dell’Agricoltura nel 2010, 98 organizzazioni statunitensi rappresentanti degli agricoltori, pescatori e agricoltura sostenibile, dell’ambiente, dei consumatori, della lotta contro la fame e altri gruppi, espressero la loro opposizione inviando una lettera ai senatori del Congresso perché non approvassero la nomina di questo “uomo di Monsanto” perché “lui favorisce sistematicamente gli interessi agro-industriali”…”scavalcando gli interessi dei consumatori, dell’ambiente e la salute pubblica”.
Essi affermavano che la nomina di Siddiqui debilita gravemente la credibilità dell’amministrazione Obama nella promozione dei sistemi locali per alimenti più salutari e sostenibili e che la sua nomina altresì invia il pessimo segnale al resto del mondo che gli USA programmano di continuare il fallito cammino di un alto ingresso e alto consumo energetico nell’agro-industria attraverso la promozione di pesticidi tossici, biotecnologia di semi infami e accordi commerciali sleali con le nazioni che si oppongono a questa strategia.
Siddiqui, tra il 2001 e il 2008, si è presentato in Europa come lobbysta registrato con CropLife America, i cui membri sono Monsanto, Syngenta, DuPont e Dow, un’ associazione industriale di produttori di pesticidi e prodotti transgenici/8.
Immunità legale a Monsanto
La Monsanto è consapevole che i suoi prodotti sono nocivi ( infettano l‘equilibrio ambientale e le biodiversità, provocano il cancro e molte altre malattie) tant’è che si è avvalsa del senatore Roy Blunt, repubblicano dello Stato del Missouri –dove ha la sua sede Monsanto- e principale ricevente del finanziamento in campagna elettorale della multinazionale, per introdurre la Legge per le Spese in USA un testo che libera Monsanto dall’essere querelata per i danni causati dai suoi prodotti chimici. La Legge per la Protezione di Monsanto, così chiamata dagli oppositori, fu votata dal Congresso e successivamente firmata come legge dal Presidente Obama, nonostante le centinaia di migliaia di petizioni di protesta per non farlo. Così facendo Monsanto come altri fornitori di OGM hanno avuto l’immunità legale di fronte al danno che causano alla popolazione statunitense. I tribunali federali non hanno nessun potere per fermare la sua diffusione, uso o vendita. L’unico altro gruppo USA che gode di questa sconcertante immunità legale sono i fabbricanti di vaccini farmaceutici. Il guerriero Premio Nobel per la Pace, associato a Monsanto e altre multinazionali del settore, concede nel suo paese l’immunità legale alla guerra chimica contro la natura e promuove un’ aggressione analoga contro il Sudamerica.
JUAN LUIS BERTERRETCHE
Fonte: http://www.rebelion.org
Link: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=173203
30.08.2013
Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org di GIANLUCA MARTIN
Note
1/ si dice dumping quando un industriale lancia sul mercato un prodotto sottocosto, per rovinare i concorrenti e monopolizzare il mercato. O, nell’export, quando un paese esporta prodotti con prezzo sotto costo di produzione per eliminare la concorrenza straniera. Un esempio di dumping agricolo lo realizzarono gli Stati Uniti in Messico. L’ingresso di grano e carne dagli USA in Messico con prezzo di dumping –sotto il costo di produzione- provocò nei produttori messicani una perdita di guadagno di 12mila e 800 milioni di dollari tra il 1997 e il 2005 ( 1500 milioni di dollari in media annuale). I produttori di mais furono i più colpiti, con perdite per 6600 milioni di dollari, cosa che portò alla rovina e alla perdita dei suoi terreni a molti di loro. Il dumping degli USA in Messico fu poi protetto con l’entrata in vigore del Trattato di Libero Commercio dell’America del Nord (TLCAN). I prodotti agricoli ricevettero sussidi in USA e furono appoggiati con politiche che caldeggiarono la sovrapproduzione. http://www.jornada.unam.mx/2010/09/18/procampo.html
2/ DuPont, Monsanto e Obama contro i piccoli agricoltori del mondo. Freedom Food, 11 07 2010 http://foodfreedom.wordpress.com/2010/07/11/dupont-monsanto-and-obama-versus-the-worlds- family- farmers/
3/ Global Research, 04 06 2013 http://www.globalresearch.ca/the-monsanto-protection-plan-monsantos- deception-game-on-gmo-in-europe/5337502
4/ Stop Monsanto (Espana) 31 05 2013 http://stop-monsanto.es/2013/05/31/monsanto-vamos-a-vender- las-semillas-donde-tenemos-apoyo-politico-y-un-sistema-regulatorio-en-funcionamento-en-europa- principalmente-espana-y-portugal/
5/ L’Agente Arancione era un defoliante utilizzato dai militari USA come parte del suo programma di guerra chimica durante la sua offensiva contro il Vietnam (1961-1971). Le foreste venivano affumicate per defogliarle e scoprire così il nemico altrimenti nascosto dal fogliame e i campi venivano avvelenati perché i vietcong non avessero da mangiare. Il Vietnam stima che 400mila persone furono uccise o mutilate con l’affumicatura. Nelle aree polverizzate si moltiplicò per dieci il numero di nascite con anomalie fisiche e genetiche. 500mila bambini furono infettati. La Croce Rossa del Vietnam calcola che fino a 1milione di persone sono disabili o hanno problemi di salute dovuti all’Agente Arancione. Oggi il Department of Veterans Affairs degli USA presume che una certa quantità di malattie che contraggono i suoi veterani della guerra in Vietnam sono dovute all’esposizione all’Agente Arancione e altri erbicidi, quello che gli da diritto a ricevere compensi per malattia o altre forme di sussistenza. Ci sono decine di malattie gravi: vari tipi di cancro ai polmoni, molte malattie della pelle, leucemie, melanomi, linfomi (come la malattia di Hodgkin) e sarcomi, Parkinson e vari tipi di neuropatie.
http://www.publichealth.va.gov/exposures/agentorange/
6/ Gary Cameron. Gioco dell’inganno Monsanto sui transgenici in Europa. Stop Monsanto. 06 06 2013. http://stop.monsanto.es/2013/06/06/jeugo-de-engano-de-monsanto-sobre-los-transgenico-en-europa-stopmonsanto/
7/ Marianne Falck, Hans Leyendecker e Silvia Liebrich. Il lato più sporco di Monsanto. Outras Palavras. http://outraspalavras.net/destaques/o-lado-mais-sujo-de-monsanto/
8/ Gary Ruskin. Obama nomina come negoziatore agricolo un uomo di Monsanto. Global Research, 05 aprile 2010 http://www.globalresearch.ca/obama-gives-key-agriculture-post-to-monsanto-man/18499
I girasoli “mutanti” e le api che muoiono. Scene da film horror nei campi. Video
L’immagine delle api morte o morenti sui fiori di girasole è tratta da un video (è pubblicato dopo il “continua”) girato quest’estate che documenta una morìa imponente verificatasi in provincia di Fermo: oltre che nelle Marche, altre sono avvenute in Molise e Puglia. Sembrano scene di un film dell’orrore. Cos’è successo, uso irresponsabile di insetticida su un campo in piena fioritura? Macchè.
Ho parlato al telefono con Francesco Panella, presidente dell’Unaapi (Unione nazionale associazione apicoltori italiani): i principali indiziati, a suo avviso, sono le nuove varietà di girasoli “mutanti” – sementi approvate dall’Unione Europea e lecitamente immesse in commercio da poco tempo – e l’uso, anch’esso lecitissimo, dei diserbanti.
Blogeko – lo sapete, amici lettori – è molto affezionato alle api, che stanno morendo in tutti i Paesi ove si pratica agricoltura industrializzata. E’ molto affezionato alle api perchè dall’impollinazione che esse effettuano dipende buona parte del nostro cibo; inoltre le api che muoiono sono solo il segno più evidente della scomparsa di tante piccole vite selvatiche cui poco si bada. Le sorti delle api, insomma, mostrano come le nostre campagne stanno diventando un deserto.
Negli ultimissimi anni, mi ha spiegato Panella, sono entrati lecitamente in commercio sementi di girasoli “mutanti”. Non Ogm, ma in qualche modo borderline rispetto agli Ogm: si tratta di varietà ottenute in laboratorio, sottoponendo le piante ad agenti (tipo la radioattività) che inducono mutazioni spontanee e poi procedendo con la selezione. E’ un po’ anche il modo in cui è stato creato il famoso grano Creso.
Così si sono ottenute varietà di girasoli “spontaneamente” resistenti a ben precisi tipi di diserbante. “Su questi campi, il diserbo viene effettuato quando alle piante di girasole è già spuntata la quarta foglia – mi ha spiegato Panella – Il vantaggio consiste nella possibilità di coltivare girasoli per più anni consecutivi sullo stesso terreno, dal momento che diventa possibile eliminare le piante indesiderate perchè germogliate da semi caduti a terra l’anno precedente”.
Il nesso di causalità fra i girasoli “mutanti”, il diserbo effettuato sulle piante adulte e la morìa di api non è scientificamente provato. Però le api che hanno volato su diversi campi di girasole quest’anno sono morte in massa, e – come dice Panella – le varietà di girasoli “mutanti” e “spontaneamente” resistenti ai diserbanti sono state messe in commercio solo molto di recente, senza valutare prima i problemi legati ad impatto sulle api, contaminazione genetica, inquinamento delle acque e aumento dei fenomeni di resistenza.
Tutti i dettagli sui girasoli “mutanti” e sulle api che muoiono a grappoli sono sul sito dell’Unaapi, in una pagina ricca di link da seguire uno per uno.
Al Muse di Trento: l’apoteosi della scienza (coi suoi errori)
In gita a Trento abbiamo fatto visita al nuovissimo museo dello delle scienze, il Muse. Molto ben fatto, molto interattivo, con moltissimi animali imbalsamati (che si possono anche toccare), esperimenti per bambini e non solo, video e giochi interattivi. Insomma, con il piccolo di 9 anni, dopo quasi sette ore abbiamo dovuto insistere per portarlo via.
Al complottista che sono, ovviamente, un paio di note stonate non sono andate giù. Innanzitutto la vulgata ufficiale dell’uomo discendente dalla scimmia, e tutto all’indietro fino agli organismi monocellulari, e gli amminoacidi creati “per caso” nel fatidico “brodo primordiale” (non vi avevo mai detto che non ci credo?).
Altra bufala stonata quella del global warming, in perfetta sintonia con la versione massmediatica, ma ormai sempre più contraddetta dalla maggior paerte degli scienziati (alla faccia del premio Nobel ad Al Gore). Pazienza.
Una piccola sezione con alcune “innovazioni” di alcune piccole aziende (perlopiù della zona) mi ha interessato. In particolare una, che ha studiato un sistema basato su tecnologie wireless NFC (Near Field Communication) e Wifi, per la trasmissione dei dati…. per contare le api che escono dall’arnia e quelle che rientrano alla sera: così in caso siano troppe le api che alla sera non fanno ritorno, si può generare un allarme all’allevatore, che verrà avvisato via SMS, mail, Voice mail… peccato che nessuno lo abbia avvisato che il mancato ritorno delle api sia dovuto agli OGM come il BT che, inseriti nelle piante affinchè producano insetticidi, impediscono alle api di ritrovare la strada del ritorno a casa (come dice Jeffrey Smith, autore de “L’inganno a Tavola”, pare siano legati all’uso dei nicotinoidi). E questo è il motivo per cui le api, in tutto il mondo, stanno morendo.
Chissà come facevano nell’antichità, a contare le api che non facevano ritorno a casa, la sera. Ma forse, senza tanto wifi e NFC, non ce n’era bisogno. Non c’erano gli OGM, e le api trovavano la strada per casa.
Cibi avvelenati in una società terminale
di Roberto Marrocchesi
Nota dell’autore ? il seguente articolo è fondato su una raccolta dati di natura medica, nutrizionale, epidemiologica e sociale svolta negli USA da fonti indipendenti. Se è vero che i fenomeni sociali moderni nascono in quel Paese per venire poi esportati nel mondo Occidentale, possiamo prevedere gli stessi fenomeni da noi entro pochi anni, o anche meno. I segni ci sono già tutti.
Ci sono più di cinquemila specie di mammiferi sul pianeta Terra, ma solo una di loro è pazza. Non vi è che una specie di mammiferi che volutamente avveleni (e pure i suoi figli), iniettando tossine, sostanze chimiche neurolesive nella maggior parte dei membri della specie. Detta specie è, naturalmente, l’Homo Sapiens.
Se ci si guarda intorno per il pianeta, si vedono decine di migliaia di specie di mammiferi, uccelli, rettili e insetti. Cinque cose che tutti questi hanno in comune è:
1) Nessuno di loro mangia alimenti trasformati. Mangiano, non trasformati, alimenti crudi dalla natura.
2) Nessuno di loro prende farmaci.
3) Nessuno di loro inietta la prole con vaccini tossici tenuti insieme con prodotti chimici nascosti.
4) Nessuno di loro pratica l’agricoltura meccanizzata chimica e la monocoltura.
5) Nessuno di loro vive in deliranti mondi artificiali di TV o Internet.
Eppure l’uomo, la specie più folle del pianeta, abitualmente s’impegna in tutte e cinque di queste cose, avvelenando il corpo, la mente e i propri figli con metalli pesanti, pesticidi, mercurio, conservanti, farmaci che alterano la mente, solventi chimici, OGM e deliri di programmazione mentale.
E quindi non è davvero una sorpresa vedere dove questo ci porta. Oggi la nostra società è dominata da immagini di pervertiti affamati di potere, bugiardi patologici al potere, artisti squilibrati balbettanti idiozie inneggianti a Satana come Lady Gaga, giornalisti semi-comatosi che leggono il telegiornale della sera o il nuovo canale TV che ospita gente che va predicando l’infanticidio chiamandolo “aborto post-natale”.
Qual è la causa principale di tutta questa follia? ? VELENO. Fisico, chimico, biologico.
Gli esseri umani si stanno avvelenando a morte.
Considerate queste verità scioccanti della società moderna:
? Il nostro cibo è volutamente riempito di veleni chimici per farlo sembrare più vivace (nitrito di sodio), o più sapido (MSG-glutammato), o per durare più a lungo sugli scaffali (conservanti vari).
? I nostri farmaci sono riempiti con molecole di fluoro per renderli altamente reattivi per le cellule cerebrali (SSRI).
? I nostri vaccini son formulati con tracce di mercurio e adiuvanti metilici che danneggiano il cervello a provocare una risposta “infiammatoria” nel sistema immunitario che avviene anche per causare autismo, convulsioni e danni cerebrali.
? I nostri prati sono irrorati con veleni sintetici che causano il morbo di Alzheimer e la depressione.
? L’ acqua potabile è utilizzata come discarica di rifiuti tossici da smaltire: fluoro e composti chimici che altrimenti avrebbero dovuto essere trattati come rifiuti tossici.
? Alimenti destinati al consumo umano sono intenzionalmente privati della maggior parte dei minerali, vitamine e sostanze nutrienti per promuovere la malattia massima, mentre alimenti destinati al consumo animale son fortificati con minerali, vitamine e sostanze nutrienti per promuovere l’ingrasso ottimale. (Se non ti rendi conto che il tuo cibo è spogliato della nutrizione, chiediti perché zucchero e pane sono entrambi bianchi quando le piante da cui provengono sono verde e marrone …)
? I media insegnano al pubblico che la nutrizione è inutile, ma che la prescrizione di farmaci sono “nutrienti essenziali” necessari per una vita sana.
? Vi è il piombo nei cosmetici, cadmio nel riso, arsenico nelle alghe, mercurio nei vaccini e alluminio in quasi tutto. La razza umana si sta pesantemente avvelenando con metalli pesanti.
Queste tossine causano danni al cervello.
L’effetto cumulativo di metalli dà intossicazione, avvelenamento da fluoro, avvelenamento da pesticidi, avvelenamento da vaccini e intossicazione alimentare nel loro insieme sono un danno cerebrale biochimico irreversibile.
Viviamo in una società in cui il 90% o più della popolazione ha letteralmente il cervello irreparabilmente danneggiato. Questo è il motivo per cui l’irrazionalità è andata aumentando ovunque si guardi. ? per questo che la gente continua a comprare gli stessi veleni che li hanno già avvelenati mentre ingoia farmaci per mascherare i sintomi di avvelenamento, avvelenando così se stessi ancora di più con le medicine.
? per questo che il trattamento per il cancro è un cocktail chimico (“chemioterapia”) che provoca, come effetto secondario superiore, più cancro. Ed è per questo che un sottoinsieme in rapida espansione della popolazione è ormai del tutto incapace di leggere, di analizzare le parole, di parlare in frasi coerenti o persino di impegnarsi in qualcosa di simile ad un discorso razionale.
Le conseguenze di questa epidemia di danni al cervello sono sconcertanti. Per cominciare, l’intero sistema della giustizia e della democrazia su cui si fonda la nostra repubblica si suppone riguardi persone sane di mente. Il concetto sacro di una “giuria di vostri coetanei” dipende dai vostri concittadini come sani di mente. L’idea del voto agli uffici pubblici richiede anche elettori sani al fine di raggiungere risultati sani, e il sistema di “libero mercato” del capitalismo e della scelta del consumatore presuppone che i consumatori sappiano prendere decisioni razionali per guidare quel mercato.
Ma non lo fanno. I consumatori hanno il cervello danneggiato, han subìto il lavaggio del cervello, son istupiditi e manipolati. Gli elettori sono illusi e intenzionalmente confusi. Le giurie sono manipolate e male informate. In ogni settore della società, dove un gruppo di persone sane di mente avrebbe dovuto ripristinare l’equilibrio e la ragione, ora abbiamo i pazzi alla guida della società.
Mai prima nella storia del mondo il carico tossico sull’uomo è stato così grande (e tragico). Mai prima d’ora l’abisso tra il sano e il folle fu così ampio (e quindi pericoloso). Viviamo in un’epoca in cui la razionalità è estranea alle masse. Come esempio molto semplice, non importa nulla agli elettori americani che Obama ha violato ogni singola promessa elettorale, compresa l’etichettatura degli OGM, la chiusura di Guantanamo, la riduzione del deficit del bilancio federale, migliorare la trasparenza del governo, offrire a prezzi accessibili l’assistenza sanitaria sociale e la protezione della Costituzione.
Ha gravemente violato ognuna di queste promesse, ma i suoi sostenitori in qualche modo continuano a credere in lui. Tale convinzione è del tutto irrazionale, incomprensibile.
Ma non è più pazzo di coloro che ciecamente appoggiarono l’amministrazione di Bush, o di Clinton, o di qualsiasi altro. Sostenitori ciechi hanno in comune il fatto d’avere il sistema cerebrale danneggiato e quindi non in grado di pensare razionalmente.
La situazione è diventata così perversa che chi presenta almeno una traccia di razionalità è immediatamente e pubblicamente disprezzato. Ad esempio, quelli che vedono il crollo economico imminente sono ampiamente ridicolizzati come incompetenti di economia e finanza. Coloro che vedono la rapida costruzione dello Stato di Polizia sono teorici della cospirazione. Coloro che espongono i pericoli degli OGM o la criminalità del settore farmaceutico (come me) sono “anti-scienza” perché non voglion essere ingannati dalle ciarlatanerie della scienza-dogma del settore biotecnologico prostituita a fini di lucro.
Solo le persone con danni cerebrali sono ormai considerate “normali?; quando l’incidenza di danni al cervello attraverso la società è così diffusa che chi presenta un comportamento intelligente viene evitato come un emarginato, la società è già nella sua fase finale del collasso.
Adulti che gestivano la società nel 1950 sono stati nutriti con cibi reali nel 1920 e ’30. Quei cibi consistevano, in larga parte, di alimenti freschi del giardino o coltivati localmente. OGM non esisteva. Vaccini tossici erano appena agli inizi. Gli additivi chimici sono stati raramente consumati e prodotti farmaceutici sono stati considerati farmaci da utilizzare esclusivamente su persone malate, e non sull’intera popolazione.
Come risultato, la maggior parte delle persone che vivevano nel 1950 ha cercato di essere sana e intelligente. Molti erano geni di fatto per gli standard odierni. La matematica della scuola elementare nel 1950 seguiva programmi che, oggi, sono nei corsi universitari: l’algebra e la geometria di base, per esempio. A dieci anni i bambini nel 1950 potevano leggere romanzi classici. I ragazzi di oggi riescon a malapena a leggere fumetti.
Ingegneri e scienziati del 1950 sono stati brillanti. Con niente di più che semplici regoli calcolatori, potevano eseguire matematica di alto livello che umilierebbe i professori universitari di oggi. Ma gli scienziati di oggi sono spesso solo executive aziendali vomitanti scienza fraudolenta sui farmaci brevettati o semi OGM.
Alla fine dei ’40 e per tutti i ’50, Big Food cominciò a sfornare alimenti impoveriti di nutrienti a un ritmo mai visto prima nella storia della civiltà umana. Così i ragazzi del 1960 hanno avuto alimenti impoveriti ma sapidi – le cose avevano il sapore ma mancava un vero nutrimento. Con il 1970, erano tutti a mangiare pane bianco, zucchero e altri non-cibi.
Con gli anni ’80, gli americani erano ormai allevati con questi cibi-imitazione, che li rese sciatti e pigri, e nei ’90 sono diventati deliranti, ed ecco il boom del .com, che divenne ben presto un’icona. Con l’inizio del 2000, l’America era completamente entrata in modalità “danni cerebrali” che è stata esacerbata con l’arrivo di George W. Bush, il primo presidente USA completamente cerebroleso, che aveva difficoltà nel completare frasi o pensieri: ciò che apparentemente ha fatto di lui un uomo così popolare è il fatto che gli elettori condividevano la stessa disabilità cognitiva.
I bambini cresciuti nei primi anni del 1990 tra farmaci e cibi spazzatura sono ormai i giovani elettori della società. Sono sostenitori di Obama, e sono pesantemente danneggiati dai metalli, i pesticidi, i vaccini, gli OGM e sostanze chimiche di sintesi. Questa generazione è del tutto incapace di imparare o di afferrare concetti fondamentali di matematica, storia, scienze o anche la lingua. Funzionalmente analfabeti e cognitivamente annullati, sono i nuovi “lavoratori zero-class” su cui si basa l’economia di Obama. Non hanno competenze, son demotivati e senza nessun valore per la società che non sia una semplice abilità di lavoro manuale, che sarà presto sostituita da robot umanoidi.
Eppure in America hanno ancora un voto. Questo è esattamente il motivo per campagne politiche che continueranno ad assecondare la loro ignoranza, sfidando ogni razionalità nella ricerca di sostegno popolare e delega dalle grandi masse del tutto obnubilate.
Han chiamato queste persone elettori “scarsamente informati”. Ma è solo vero a metà. Essi non sono soltanto a bassa informazione: sono clinicamente cerebrolesi. Perché si può buttare tutte le informazioni che vuoi su di loro, ma non gli entra niente. I cervelli non possiedono più la neurologia per archiviare, elaborare e recuperare informazioni significative.
In effetti, essi non sono più funzionanti membri di una società civilizzata.
Siamo circondati da masse di cerebrolesi.
Queste persone sono ovunque intorno a te, sedute nel tuo consiglio comunale, prendendo il tuo ordine al ristorante, a girare carte in qualche ufficio, versando cemento per la vostra prossima casa, e persino intente a diagnosticare nella clinica locale. Essi sono la società che vedete intorno a voi, e sono la ragione per cui la società si sta sgretolando.
Sono vittime, naturalmente … vittime del micidiale dogma “scientifico” di sostanze chimiche, OGM, farmaci da presa in giro e vaccini tossici. Il danno, tuttavia, è ormai così diffuso e così completo che la società non potrà mai recuperare. Da qui, è tutto in discesa, con le masse lobotomizzate la società tocca il fondo e ne conseguirà una moria di massa .
Un giorno, la razionalità e l’intelligenza saranno ancora una volta valutate come facoltà da ammirare e incoraggiare nella nostra gioventù. Quando quel giorno arriverà, sarete testimoni della rinascita di una civiltà che risorge dalle ceneri della nostra odierna società decerebrata. Gli storici definiranno l’Era 2000 – 2020 come la più bizzarra nella storia umana, dove una neurologia difettata ha portato alla società difettata … e in ultima analisi al collasso globale che ha causato la moria di massa.
La lezione in tutto questo? Quando il cibo non è più nutriente, ma un vettore di veleno, la società non può sopravvivere. Se si vuole risolvere il male della società, è necessario correggere il cibo prima
http://www.disinformazione.it
Perchè dire no agli OGM
Quando in Inghilterra venne commissionata una ricerca sperimentale al dr. Pustzai, questi avrebbe dovuto individuare dei protocolli, accettati in seguito dalla comunità scientifica, per stabilire se l’assunzione di cibi e derivati da OGM potesse essere dannosa. Nonostante la limitatezza nel tempo di una tale ricerca rispetto alla durata degli effetti collaterali potenzialmente nocivi (magari anche nascosti per generazioni intere, perchè no? Per poi emergere a distanza di generazioni, rendendo impossibile la correlazione causa-effetto e quindi irrintracciabile la xcausa di malformazioni, allergie, malattie autoimmuni, degenerative, ecc.), la definizione di un protocollo da parte di un laboratorio indipendente, senza evidenti conflitti di interesse, avrebbe potuto quantomeno mettere in guardia consumatori e legislatori sui potenziali effetti negativi.
Eh già: il conflitto di interessi. Perchè appare evidente che non affidereste la progettazione del vostro impianto di allarme al capo dei ladroni della zona, in quanto una progettazione lacunosa sarebbe un vantaggio per lui, che avrebbe meno problemi, dopo, a svaligiare il vostro appartamento. Altrettanto evidente dovrebbe essere allora che non ci si possa affidare agli studi e alle conclusioni delle multinazionali che producono tali OGM per sapere se sono sicuri. Insomma: non si chiede all’oste se il vino è buono: si sa già la risposta. Quindi: organismi super partes, indipendenti e autorevoli.
L’esperimento del dr. Pustzai, sintetizzato nel disegno sopra, divise le cavie in tre gruppi:
La cosa sorprendente fu che soltanto le cavie alimentate con patate OGM ebbero problemi e modificazioni agli organi interni, cosa che non accadde non soltanto alle cavie alimentate con patate biologiche ma neanche alle cavie che si alimentarono con patate irrorate dal pesticida. L’osservazione spontanea che se ne deriva dice che l’organismo geneticamente modificato per produrre un insetticida è intrinsecamente, strutturalmente diverso dalla somma dell’organismo (patata) non modificato e del pesticida, a conferma dell’ipotesi che la manipolazione produce altri effetti non conosciuti e (al momento) non controllabili.
Insomma: la pia illusione che un gene sia responsabile di un effetto, e uno soltanto, indipendentemente dal contesto, è clamorosamente falsa, e questi novelli dr.jekyll-Mr.Hyde che giocano con le basi stesse della vita coltivano la presunzione di conoscere e governare meccanismi che invece conoscono solo molto parzialmente. Presunzione e arroganza, nel momento in cui si mettono al posto di Dio convinti di poter fare di meglio.
Epilogo.
Come molti sapranno, il dr. Pustzai fu licenziato in tronco per l’interesse causato dai primi risultati delle sue ricerche. La stampa, la BBC premevano per intervistarlo e, a seguito di un paio di telefonate da Downing Street (quel Tony Blair che può annoverare, nel suo palmares, altre iniziative benefiche, come l’intervento in Irak e Afghanistan coperto da falsi dossier sulle armi di distruzione di massa, e che dopo il suo ritiro dalla vita politica si convertì al cattolicesimo, senza peraltro fare pubblica ammenda delle sue malefatte) e il suo lavoro screditato.
Si trovano tuttora numerose critiche al suo lavoro ma le domande restano:
Domande, per il momento, senza risposta. O meglio, che ammettono una sola risposta: gli OGM sono pericolosi, e solo interessi economici (per non ipotizzare di peggio) fortissimi sono lì a spingerli, in quanto i consumatori, il mercato, gli scienziati onesti non li vogliono.
OGM e il diritto di copyright
Allora: il copyright, il diritto di copia, riguarda la cosiddetta proprietà intellettuale; ne abbiamo già parlato quando abbiamo visto, in questo post, come le multinazionali che sono presenti in vari stati del mondo spostano e modellano gli utili in modo da evitare di pagare tasse. E uno dei sistemi più usati è proprio l’utilizzo della tassazione praticamente nulla che alcuni paesi, fra cui l’Olanda, applicano agli utili da proprietà intellettuale. Ad esempio: siete un produttore di scarpe; ipotizziamo che produciate le scarpe in Italia, e le vendiate sempre in Italia, come evitare la tassazione sugli utili da impresa? Ovviamente abbassando gli utili. Ma, almeno finchè non si fa del nero, tutto quello che esce da una parte deve entrare da un’altra, e qundi vi inventate una società controllata, con sede in Olanda, che detiene i diritti di copyright su tutti i modelli che producete. Ovviamente questa consociata vi fattura moltissimo, per le sue “creazioni“, impedendovi di fare il benchè minimo utile in Italia. Loro (siete sempre voi) faranno utili altissimi, ma tanto, si sa, in Olanda gli utili di questo tipo non vengono tassati.
Fin qua, niente di strano. Anche se in questo esempio il copyrght è usato in maniera perversa (per non pagare tasse), esiste una oggettiva necessità di riconoscere, a chi effettua una invenzione o una innovazione utile, una ricompensa propoporzionata all’utilità generata. Pensate alle bottiglie di pet delle bevande gassate, quelle con la strozzatura nel mezzo: una evidente comodità, che permette di utilizzare una quantità minore di plastica, senza l’inconveniente che le bottiglie si pieghino quando si versa nel bicchiere. Sembra giusto, evidente riconoscere una piccola “fee“, una percentuale del costo della bottiglia, al detentore del brevetto. Magari non esagerata, magari per un numero limitato di anni, ma, insomma, un riconoscimento dell’opera dell’ingegno ci deve essere.
Nel post “Il business ideale“, analizzando i settori del software e dei medicinali si vedeva come in questi settori, di fatto, si paga non il “pezzo” singolo, che di per sè non avrebbe che un costo irrisorio, ma la creatività, l’ingegno, di chi ha messo in piedi quel software o chi ha scoperto quel principio attivo; vero è che il principio attivo deve diventare di dominio comune dopo un po’ di anni (farmaci generici), mentre per il software questo non avviene, ma qui in compenso il imite che definisce cosa è “copia” è molto sottile, e pacchetti quasi identici a Office (OpenOffice, LibreOffice) circolano senza troppi problemi (anche perchè, probabilmente, non riescono ad intaccare che per pochi punti percentuali le quote di mercato del loro fratello maggiore a pagamento).
La citazione del mercato del software, e di Office in particolare, non è a caso perchè proprio il nostro Bill Gates, l’ex ragazzo d’oro della liberalizzazione, quello grazie al quale lo strapotere del mondo chiuso dei mainframe si avviò verso il declino, sembra sia intervenuto in favore del diritto di copyright riferendosi ad una causa fra Monsanto e un agricoltore (analoga a quella di Percy Schneiser citata qui). E non tanto in quanto azionista della Monsanto, quanto per il principio ideale, la nobile causa, il principio che “… in assenza di protezione del copyright (nel caso della causa della Monsanto) questo avrebbe potuto aprire varchi pericolosi anche in altri settori contigui o simili, come quello del software“. Insomma: se la giustizia non ci difende, chi ce lo farà fare di fare investimenti, ricerca e sviluppo, ecc., se non abbiamo la garanzia che potremo avere un ritorno dell’investimento, cioè lucrare dalla nostra attività?
E questo è stato infatti proprio il principio guida che ispirò la corte suprema canadese nella causa Monsanto contro Percy Schmeiser. Loro sentenziarono un paio di principi apparentemente assurdi e cioè che:
Se queste disposizioni vi sembrano incredibili e frutto soltanto di una mente malata e completamente asservita, per non dire venduta, alle multinazionali, oltre a dirvi che sono d’accordo con voi, aggiungo però che, a parziale discolpa di quel giudice viene in soccorso il principio del copyright, proprio in quanto la motivazione fu che, in assenza di tale diritto, qualunque agricoltore avrebbe potuto comprare i semi dalla Monsanto (pagandoli), seminarli, e conservarne una parte per il raccolto degli anni successivi senza dare un cent alla Monsanto. La quale -poverina- avrebbe in tal modo speso miliardi, e anni di ricerca e sviluppo er sviluppare qualcosa che avrebbe generatocash-flow solo il primo anno. Per un giudice asservito alla logica del libero mercato, questo è chiaramente inaccettabile. Avrebbe una sua logica, tutto sommato.
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Quello che invece è veramente inaccettabile, per noi, è proprio il principio di fondo: che la ricerca e sviluppo su organismi geneticamente modificati, così delicati e potenti, in grado di stravolgere le regole eterne della Natura alterando equilibri e inducendo mutazioni genetiche dagli effetti collaterali non soltanto indesiderati ma sconosciuti, venga effettuata e finanziata da chi, dall’introduzione sul mercato di tali OGM, potrà beneficiarne individualmente. Sarebbe come permettere al ladro di inventare un nuovo tipo di cassaforte: è evidente il conflitto di interessi, insanabile, che si avrebbe. Allo stesso modo, se la ricerca sugli OGM viene effettuata da chi confida di trarne benefici finanziari enormi, chi ci garantisce la trasparenza nell’attività di ricerca e sviluppo? Chi ci garantisce l’assoluta integrità, e non, viceversa, il desiderio di mascherare o sottovalutare possibili effetti collaterali?
Il principio di difesa del copyright può anche andar bene, entro certi limiti (durata, percentuale, ecc.). Ma lasciare la ricerca sugli OGM in mano a chi da tali organismi conta di trarne beneficio, è troppo pericoloso. Ricerca e possibilità di utlizzo a fini commerciali vanno separate, se non si vuole rischiare di compromettere definitivamente questo mondo che ci è stato affidato e che troppo spesso consideriamo a nostro uso e consumo, senza preoccupazione per le conseguenze a lungo termine.
Che cosa c’è in comune tra pesticidi, erbicidi e antibiotici?
L’uomo negli anni e nei secoli ha cercato di manipolare la natura e quello che ne è emerso non sono altro che catastrofi naturali. Grazie agli errori commessi dalla scienza umana e dall’avidità delle aziende abbiamo peggiorato la nostra situazione. Abbiamo creato batteri patogeni resistenti agli antibiotici, parassiti resistenti ai pesticidi, erbe infestanti resistenti agli erbicidi.
Che cosa hanno in comune queste 3 mutazioni? Tutti e tre sono il risultato dell’applicazione di tossicità sintetica nella natura. L’applicazione di tossine destinate ad inibire alcuni organismi produce resistenza, perché gli organismi viventi per natura cercano di sopravvivere, e si adatteranno alla tossicità per continuare la loro sopravvivenza.
Questa capacità di adattamento è stato studiato per molti anni dagli scienziati ed è ben noto tra la biologia e la scienza dell’evoluzione. La selezione naturale è un concetto introdotto da Darwin ma ben spiega l’evoluzione e l’adattamento delle specie al manifestarsi della mutazione, dove vengano “selezionate” quelle mutazioni che portano gli individui ad avere caratteristiche più vantaggiose in date condizioni ambientali, determinandone, cioè, un vantaggio adattativo (migliore adattamento) in termini di sopravvivenza e riproduzione.
La comunità scientifica non ha capito come questa parte più fondamentale della natura interagirà con la tossicità che abbiamo introdotto nel secolo scorso.
Esaminiamo questo aspetto in tutti i tre casi:
Antibiotici
Gli antibatterici esistono da sempre in natura, ma antibiotici moderni sintetici hanno iniziato il loro sviluppo nel XIX secolo. Le loro scoperte hanno portato a importanti progressi nella conoscenza per quanto riguarda il modo di uccidere i batteri. Per esempio, l’italiano Vincenzo Tiberio ha scoperto che la muffa Penicillium eliminerebbe batteri dall’ acqua del pozzo. Non possiamo negare che alcune scoperte hanno salvato la vita a milioni di persone. Ma c’è un costo a continuare la guerra contro batteri, utilizzando mezzi sintetici e non naturali.
In seguito gli scienziati hanno scoperto che i batteri producono quello che viene chiamato un plasmide – un termine suggerito da Joshua Lederberg nei primi anni 1950. Un plasmide è una raccolta di materiale genetico trasmesso durante la procreazione e anche peer-scambio che insegna un batterio come resistere quel particolare antibatterico. Anche un singolo batterio può sviluppare un cambiamento plasmide e quindi passare tale cambiamento plasmide ad altri – sia all’interno che all’esterno della loro specie. Questo passaggio di cambiamenti plasmide permette ai batteri di insegnare agli altri come resistere a quel particolare agente tossico.
Potremmo paragonare questo alla guerra tra gli umani. Una volta che abbiamo iniziato a combattere con le spade, gli avversari hanno sviluppato scudi. Dopo che l’umanità ha creato missili, l’opposizione ha sviluppato armi anti-missile. Dopo che abbiamo creato le bombe nucleari che abbiamo creato meccanismi di difesa nucleare e rifugi antiatomici.
I batteri non sono diversi. Sono anche gli organismi che vogliono sopravvivere vivendo, in modo che possano imparare a eludere un agente antibatterico.
Erbicidi
La stessa premessa esatta avviene per le erbacce, dal 2000 la crescente applicazione di glifosato ha prodotto un crescente aumento di erbe infestanti resistenti agli erbicidi.
Nel rapporto 2013 si evidenzia come vi sia stato un drammatico aumento nella domanda di erbicidi come il glifosate, infatti tra il 2001 e il 2010 vi è stata un’esplosione di crescita di erbe infestanti resistenti agli erbicidi.
Prima dell’avvento del glifosato e dei “Roundup Ready” (semi OGM resistenti agli erbicidi), l’atrazina era l’erbicida più utilizzato. Sia l’atrazina che il glifosato sono stati collegati ad alterazioni del sistema endocrino, e l’atrazina è stata oggetto di studio da parte di ricercatori universitari per le mutazioni che causa a rane e pesci.
Contro la crescita dei semi OGM si sono sviluppate delle erbe infestanti resistenti al glifosato, che includono l’ambrosia, amaranto, saeppola, bluegrass (poa annua) e tuberculatus. L’ambrosia è anche un allergene comune al raffreddore da fieno – e il raffreddore da fieno è anche in aumento negli Stati Uniti.
Pesticidi
Un problema simile sta comparendo come risultato della crescente applicazione di pesticidi sulle colture geneticamente modificate. La ricerca presso l’Università del Minnesota ha scoperto che la diabrotica del mais( insetto) sta sviluppando una resistenza al mais OGM a causa dei numerosi pesticidi usati.
Cosa hanno in comune quindi pesticidi, erbicidi e antibiotici? Tutti e tre sono stati prodotti da scienziati che hanno dimenticato la lezione fondamentale, ovvero che ogni organismo vivente si sforza di sopravvivere e quindi si saprà adattare e svilupperà la resistenza alle tossine che tentano di interrompere la loro sopravvivenza.
C’è una soluzione per tutto ciò?
La soluzione è quella di lavorare in mezzo alla natura, questo significa trovare quelle strategie che inibiscono naturalmente quegli organismi patogeni. Nel caso di piante ed animali nocivi, la rotazione delle colture e l’alimentazione di biomassa organica nel suolo, ciò arricchirebbe il terreno e contribuirebbe a rafforzare proprio l’immunità delle piante contro i parassiti – può contribuire a resistere ai parassiti, insieme con l’utilizzo di predatori naturali che già esistono in natura. Naturalmente arricchendo il suolo questo darà anche origine a custodi naturali di piante come lombrichi – che aiutano a combattere altri parassiti e nutrono le piante con la propria produzione di rifiuti e trasformano i fertilizzanti naturali.
Oltre a questi, ci sono numerose sostanze naturali che respingono i parassiti, tra cui l’olio di ricino, estratto di menta, basilico, aglio e altri mezzi naturali che utilizzano l’evoluzione a respingere i parassiti.
Nel caso di batteri resistenti agli antibiotici, la soluzione sta nel impiegando quegli agenti naturali – comprensivo di molte diverse erbe antibatteriche – che inibiscono la crescita di batteri. Un altro strumento importante sono quei batteri probiotici che già vivono nel nostro corpo e in grado di produrre i propri antibiotici che combattono i batteri patogeni – così come funghi e virus.
L’altro mezzo per proteggere noi stessi consiste nell’ aumentare la nostra propria immunità naturale, per mezzo di una dieta migliore, molto esercizio fisico e uno stile di vita sano.
La scienza moderna – sempre più guidata da obiettivi di profitto delle imprese – ha trascurato che lavorando con la natura ci avvaliamo di quegli stessi strumenti che sono stati sviluppati dalla stessa evoluzione che ha sviluppato le creature che minacciano la nostra sopravvivenza. Ora che ci siamo allontanati dalla natura, e viviamo nella tossicità abbiamo scatenato mutazioni non naturali e distruggiamo la nostra capacità di sopravvivere.
Fonte http://www.greenmedinfo.com/
Mais NON geneticamente modificato
Veloce provocazione estiva – per amici pro USA
Allora: partiamo da lontano e diciamo: ipotizzate di essere un produttore alimentare. E che abbiate deciso di NON mettere un certo additivo, da taluni ritenuto pericoloso, nel prodotto che voi producete e commercializzate. A voi non interessa dare contro a chi quell’additivo lo mette: semplicemente, ci tenete a far sapere che voi, quell’additivo, NON l’avete messo. Insomma, volete scrivere sulla confezione: “NON contiene l’additivo XYZ“. Bene. Tutto chiaro? Ecco, in un paese democratico, questo è un diritto di base, inalienabile, di produttori e consumatori? E – si badi bene, non stiamo parlando dell’obbligo, per chi quell’additivo lo mette, di scrivere che c’è (che pure a me sembrerebbe normale: voglio sapere cosa si trovo in ciò che compro per me e per i miei figli): no, si sta parlando del suo complementare: voglio solo poter dire che quel componente non c’è. Niente da fare: siete fuorilegge: non potete dichiarare che NON avete messo quel componente. Indovinate un po’ il perchè.
Dove succede questa violazione dei diritti del consumatore? Ma dove è più forte l’agenzia governativa supposta a “protezione” dei consumatori, quella FDA (Food and Drug Administration, per altri Fraud and Death Administration) che, con metodi stile Gestapo manda uomini armati in assetto di guerra nelle erboristerie e proibisce la vendita di prodotti naturali (in particolare quando sono efficiaci, chissà mai perchè). Se voi producete latte, e le vostre mucche non hanno l’ormone della crescita, quell’rBGh che tanti danni ha provocato, non potete scriverlo: sareste fuorilegge.
Se l’amico/a si stupisce e vuole saperne di più (ci sono anche quelli che, di fronte all’etichetta “made in USA”, si tratti di un prodotto, di un presidente, di una procedura, di una guerra, di una legge o di un cacciabombardiere, si fermano e dicono: “Ah no! Per me loro sono un esempio di democrazia! Non me li toccare, che anche il Gius -che si sentisse superiore a Gesù?- stravedeva per la società a stelle strisce”) potete andare avanti e raccontargli la storia dell’Epicyte.
Un gene che causa la sterilità (uccide gli spermatozoi se assunto da uomini nel cibo, e idem nelle donne, che diventano a loro volta incapaci di concepire, avendo questo gene-killer di spermatozoi), scoperto dall’Epicyte, una azienda californiana poi acquisita da Monsanto e Dupont. Vorreste sapere se il cibo che comprate lo contiene? Assolutamente sì. Vorreste sapere se il cibo che mangiano i vostri figli lo contiene? Assolutamente sì. Eppure in USA, questo paradiso di democrazia, questo modello di liberismo, questo fulgido esempio di civiltà, questo non è possibile. Vietato per legge. Magna e tasi diremmo in Veneto, o, meglio, mori e tasi.
Se poi (caso raro ma da non escludere) la curiosità è proprio tanta, potrete divertirvi a sottoporre al vostro amico in fase di risveglio anche questo test estivo. E poi basta, andata a fare un bagno che è meglio.
La RUSSIA avverte Obama: Potrebbe essere necessaria una guerra per fermare la MONSANTO
Fonte: http://fractionsofreality.blogspot.it/2013/07/la-russia-avverte-obama-potrebbe-essere.html
Tradotto e Riadattato da Fractions Of Reality
Mentre stavo ascoltando una recente intervista con Graham Hancock circa il suo nuovo romanzo e la sua conferenza TED , una sorprendente affermazione è stata fatta dal presidente russo Vladimir Putin che ha commentato come una guerra potrebbe essere la conseguenza necessaria per fermare la Monsanto Protection Act. Ero scettico, ma ha fatto un po ‘di ricerche scoprendo che la storia è più che fondata.
Il verbale scioccante relativo alla riunione del Presidente Putin il mese scorso con il Segretario di Stato John Kerryrivelano nel leader russo una “estrema indignazione” sulle scelte di Obama che ha continuato a garantire una protezione globale delle sementi e dell’impianto di bio-genetica dei giganti Syngenta e Monsanto a fronte di una crescente ” apocalisse di apri “che il Cremlino avverte” sarà certamente “la causa scatentate che porterà ad una guerra mondiale.”
Secondo alcune rivelazioni uscite dal Cremlino, precisamente dal Ministero delle Risorse Naturali e dell’Ambiente della Federazione Russa ( MNRE ), Putin si è arrabbiato così tanto per il rifiuto di Obama di discutere di questa grave situazione, che il leader Russo evitò per tre ore di incontrarsi persino con Kerry, che aveva viaggiato a Mosca per una missione diplomatica in programma da tempo. L’incontro avvenne, infine, per evitare di complicare ulteriormente le già difficili relazioni tra i due paesi.
Al centro di questa disputa tra Russia e Stati Uniti, questo rapporto MNRE dice, è la “prova indiscutibile” che una classe di insetticidi neuro-attivi chimicamente legati alla nicotina, noto come neonicotinoidi , stanno distruggendo il nostro pianeta e la popolazione di api. Inoltre il rapporto afferma che questo insetticida se lasciato incontrollato potrebbe distruggere la capacità del nostro mondo di coltivare abbastanza cibo per sfamare la popolazione.
La situazione è divenuta così grave, in base alle relazioni presenti nel MNRE, che la Commissione europea al completo (P), la scorsa settimana ha istituito un divieto precauzionale di due anni ( che inizierà il 1 dicembre 2013 ) su questi pesticidi “ammazza api”. Seguendo l’esempio della Svizzera, Francia, Italia, Russia, Slovenia e Ucraina, ognuno dei quali aveva precedentemente bandito queste forme di organismi geneticamente modificati dal proprio territorio.
Due dei neonicotinoidi più temuti (e messi al bando) sono Actara e Cruiser fatte entrambe dall’azienda Bio-Tech svizzera e dal gigante dei pesticidi Syngenta AG che impiega oltre 26.000 persone in oltre 90 paesi ed è al terzo posto nelle vendite totali del mercato commerciale dei semi agricoli.
Da notare su Syngenta, secondo il rapporto che continua, che nel 2012 è stato ritenuto responsabile penalmente in Germania per nascondere il fatto che il suo mais geneticamente modificato ha provocato la morte di alcuni animali da bestiame, e per questo motivo venne intentata una class-action negli Stati Uniti per 105 milioni dollari dopo che si è scoprì era stato contaminato l’approvvigionamento potabile di circa 52 milioni di americani in più di 2.000 distretti idrici con la sua Atrazina un erbicida “gender-bending” .
Per quanto incredibilmente spaventoso questa situazione sia, il MNRE dice, può essere visto nel rapporto pubblicato lo scorso marzo dalla American Bird Conservancy ( ABC ) in cui hanno avvertito come tutto il nostro pianeta sia in pericolo, e come si può, in parte, leggere :
“Come parte di uno studio sugli impatti delle categorie più usate al mondo di insetticidi, i prodotti chimici di nicotina chiamati ‘neonicotinoidi’, la Bird Conservancy americana (ABC) ha chiesto il divieto del loro uso come trattamento per le sementi e la sospensione di tutte le sue applicazioni. L’obbiettivo è una revisione indipendente degli effetti prodotti su uccelli, invertebrati terrestri, acquatici e altri animali selvatici.”
L’associazione ABC ha commissionato un esperto di fama mondiale nell’ambiente tossicologo Dr. Pierre Mineau per condurre la ricerca. Il rapporto di 100 pagine si chiama “L’impatto degli insetticidi più utilizzati dalle nazione sugli Uccelli”. All’interno troviamo una rassegna di 200 studi sul neonicotinoidi compresa la ricerca industriale ottenute grazie al Freedom of Information Act statunitense. La relazione valuta il rischio tossicologico per gli uccelli e dei sistemi acquatici e comprende ampi confronti con i più anziani pesticidi che i neonicotinoidi hanno sostituito. La valutazione conclude che i neonicotinoidi sono letali per gli uccelli e per i sistemi acquatici da cui dipendono.
“Un singolo kernel mais rivestito con un neonicotinoidi può uccidere un uccello”, ha detto Palmer. “Anche un minuscolo chicco di grano o colza trattato con la più antica neonicotinoidi – chiamato imidacloprid – può fatalmente avvelenare un uccello. E basta non più di un decimo di un seme di mais neonicotinoidi al giorno durante la stagione di deposizione delle uova per influire in maniera irreparabile sulla riproduzione di questi animali”.
Il nuovo rapporto conclude che i livelli di contaminazione da neonicotinoidi sia in acqua, sia in superficie, nei sotterranee degli Stati Uniti e in tutto il mondo sono già oltre la soglia massima per uccidere molti invertebrati acquatici. “
E per quanto male il sistema agricolo del mondo sia diventato davvero a causa di queste piante geneticamente modificati, pesticidi e semi, questa relazione continua, basta vedere la proposta della Comunità Europea, la scorsa settimana, dopo il loro divieto di utilizzo dei neonicotinoidi. L’intenzione è di criminalizzare quasi tutti i semi e le piante non registrate presso l’Unione europea, e come si può, in parte, leggere :
Si chiama la “Riproduzione delle Piante per Legge marziale” e tenta di mettere il governo in carica di quasi tutte le piante e semi.”
Ciò che più sconcerta in tutto questo, afferma il rapporto del MRNE, e che ha portato alla rabbia di Putin nei confronti degli Stati Uniti, sono gli sforzi di Obama per proteggere i profitti dei produttori di pesticidinonostante il catastrofico danno che si sta producendo per l’ambiente. Altra conferma arriva dal Guardian News Service nel loro dettagliato articolo del 2 maggio dal titolo “Gli Stati uniti respingono l’affermazione secondo cui gli insetticida Americani sono la principale causa della moria di Api in giro per il mondo” e che, in parte, dice:
Per comprendere il “vero” motivo per cui Obama ha garantito protezione a questi giganti del bio-tech che distruggono il nostro mondo, il MRNE dice che possono essere visualizzati nel report intitolato “ Come ha fatto Barack Obama a diventare, di fatto, l’uomo della Monsanto a Washington? ”e che, in parte, dice:
Ancora peggio, dopo che la Russia ha sospeso l’importazione e l’uso di un Mais della Monsanto geneticamente modificato a seguito di uno studio che suggerisce un legame tra il cancro al seno e la semenza della Monsanto, lo scorso settembre, Russia Today News Service ha riportato la seguente risposa Obama:
“Gli Stati Uniti tramite la Camera dei Rappresentanti ha approvato all’ultimo istante una legge sull’Agricoltura – tra cui una disposizione di tutela delle sementi geneticamente modificate dal contenzioso Legale a fronte di rischi per la salute.
L’allarme è stato lanciato dopo che si è venuti a conoscenza della possibilità che i tribunali federali potrebbero essere inibiti dal potere fermare immediatamente l’impianto e la vendita di organismi geneticamente modificati (OGM ) e la coltura da semi a prescindere da qualsiasi preoccupazione per la salute dei consumatori.
Il provvedimento sarebbe dovuto essere vagliato attraverso i comitati agricoli o dalla Magistratura per essere revisionato. Invece non si è tenuta alcuna udienza e la legge era evidentemente sconosciuta persino alla maggior parte dei democratici (che detengono la maggioranza al Senato) prima della sua approvazione all’interno del HR 993, il disegno di legge creato per il finanziamento a breve termine, approvato al fine di evitare una chiusura del governo federale “.
Il 26 marzo Obama ha tranquillamente firmato questa “Monsanto Protection Act” trasformandola in legge ed assicurando così che il popolo americano non abbia alcun possibile ricorso da attuare contro questo gigante del bio-tech. Il futuro ci riserverà decine di milioni di malati e molti milioni sicuramente finiranno per morire in quanto questo rapporto della MRNE racconta dettagliatamente la più grande apocalisse agricola nella storia dell’umanità oltre il 90% api selvatiche negli Stati Uniti è già estinta, e fino al 80% delle api domestiche sono morte.
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Dietro tutto questo marciume e degenerati pazzi criminali si nasconde la famigerata IG-Farben- chi sono i fondatori e titolari della IG-Farben ? Roten Schild = Rothschild- Rockefeller che ha finanziato Bill Gates sin da giovanissimo, chi è il maggior azionario della Monsanto? Bill Gates , a chi appartiene l’esercito di mercenari della Monsanto? Bill Gates- chi ha dato a Bill Gates la somma di denaro per comprarsi la Monsanto e i Blackwater? i Rothschild, chi vuole prendere sotto controllo la Russia? i Rothschild- chi impartisce gli ordini a Obama ? i Rothschild- chi gestisce tutte quelle marionette che vanno ai raduni dei Bilderberg? i Rothschild- i Bush – i Clinton – e tutta l’accozzaglia che ha gestito l’america sin dalla guerra di seccessione fino a oggi sono e sono stati marionette dei Rothschild, –
i Rothschild sono tutto , dalla Petrolchimica alla catena alimentare , Case farmaceutiche, industria bellica, fabbricano i Capi di stato e Ministri, fabbricano le guerre e le finte rivoluzioni, Hitler – Mussolini e Stalin ne sapevano qualcosa dato che erano tutte e tre a soldo della casa reale Inglese che a sua volte è ancora oggi gestita dai Rothschild , i rappresentanti di questa famiglia di DEGENERATI PORCI MENTALI ,oggi coprono le più alte cariche negli Stati e nei Governi Europei, compresi quei due Pedofili Psicopatici che gestiscono la UE – Quindi???? prima che muoiono il rimanete 20% delle Api si devono far fuori questi 1% che tengono in scacco 7 Miliardi di persone sulla Terra-
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Non è che sono tutto, stampano e controllano e dominano tutto l’esoterismo attorno alla moneta della terra
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Non sono scelte di Obama ma di chi controlla e pianifica la sua politica! che senso ha distruggere il pianeta con Haarp o con questi insetticidi? non volevano solo ridurre la popolazione mondiale! non ci meraviglieremo se un giorno il Presidente Putin o altri leader decideranno di bombardare tutte le stazioni Haarp o di mandare in tilt i satelliti USA o di distruggere la Monsanto.
Piante che curano, Piante proibite. (Articolo+Video)
Sono venuto a conoscenza della serra di Josep Pamies a Balaguer, nella provincia di Lerida in Spagna e credo che il lavoro che sta facendo quest’uomo debba essere diffuso quanto piu è possibile.
Questo video che ho tradotto in Italiano, è un viaggio nella serra a Balaguer dove Josep Pamies fa da cicerone e ci mostra varie piante, illustrandone le proprietà medicinali. Un farmaco non sarà mai uguale alla pianta dalla quale viene estratto il principio attivo. Nella pianta sono presenti milioni di composti differenti che agiscono in sinergia e che vengono a mancare nel farmaco sintetizzato in laboratorio. L’uomo non è superiore alla natura, anche se è quello che vogliono farci credere…
Infatti le case farmaceutiche fanno a gara a chi brevetta per primo, questo o quell’altro principio attivo di una pianta continuando imperterriti a brevettare la vita grazie al nostro silenzio assenso. Prendiamo ad esempio il caso della stevia una pianta proveniente dal centro america con proprietà straordinarie. La stevia è un potente dolcificante naturale che a differenza dello zucchero commerciale a cui siamo abituati, regola il livello di glicemia nel sangue. Una pianta benedetta per i diabetici che usandola vedono migliorare le loro condizioni, ma maledetta per le case farmaceutiche che vedono diminuire i loro profitti.
La dolce rivoluzione delle piante medicinali di Josep Pamies iniziò da quì.
Oggi a Balaguer, nella sua serra, oltre alla stevia Josep Pamies sta producendo moltissime altre piante, che regala alle persone afflitte da malattie gravi e nel caso di alcune piante come la marijuana che è considerata droga, Josep sta aspettando una denuncia da parte delle autorità in modo tale da poter portare il caso in tribunale.
“Non siamo noi a dover dimostrare che una pianta è benefica, piuttosto ci dimostrino loro i danni che produce, se ne producesse. Se qualcuno ancora non se ne fosse accorto, l’industria farmaceutica produce un arsenale tossico inimmaginabile, semi transgenici, insetticidi, pesticidi, funghicidi ed erbicidi che sono presenti nei nostri alimenti e ci fanno ammalare, inoltre producono medicine che non curano. Per aumentare i profitti un farmaco non deve curare ma deve rendere cronica la malattia, malattie che vengono provocate da queste stesse aziende.” Josep Pamies
Gli studi e le ricerche fatte nella serra di Josep sulle piante medicinali, usano il metodo scientifico e sono anche avallate da alcuni medici ed università. La maggior parte dei medici al giorno d’oggi pensa solo al profitto e non ha interesse a divulgare informazioni che oltre a fargli perdere i vantaggi che derivano dalla prescrizione di alcuni farmaci, potrebbero anche fargli perdere il posto. Ma sta accadendo che gli stessi medici che vengono colpiti da malattie si rivolgano a Josep come ultima spiaggia. Là dove la chemio, la radio o altri trattamenti invasivi falliscono, l’uso di alcune piante specifiche sta dando speranza a molte persone, visti gli effetti “miracolosi” riportati dai tanti testimoni sul sito della dulce rivoluciò. “Le cose stanno cambiando” dice Josep: “molte persone si rivolgono a me proprio perchè gliel’ha consigliato il medico. Anche se questi non può manifestarlo apertamente per paura di giocarsi il titolo o di perdere il posto.” L’associazione la dulce rivoluciò si sta espandendo a macchia d’olio e già sono presenti varie filiali nelle città più importanti della Spagna. Le piante trattate da Josep provengono da tutto il mondo e hanno già curato o ridotto le sofferenze provocate da malattie come il diabete, la sclerosi multipla, il cancro, il parkinson e l’alzheimer. Non stanno facendo chiacchiere, lo stanno dimostrando ogni giorno, con dati scientifici alla mano e con testimonianze reali di persone guarite. Ma Josep non solo illustra le proprietà benefiche di una pianta, studia e diffonde informazioni su come coltivarla, su come farla riprodurre e su come utilizzarla.
Grazie alla crociata di Josep, in Spagna la Stevia adesso è reperibile anche nella sua forma naturale. Dalla stevia poi, sono passati a coltivare altre piante straordinarie, presenti da secoli nelle medicine tradizionali di altri popoli. Dall’Artemisia che ha proprietà potentissime contro la malaria, alle Kalanchoe che hanno già guarito dal cancro varie persone, che riportano la loro testimonianza non anonima sul blog di Josep Pamies, e molte altre ancora.
In Africa, un trattamento contro la malaria a base di Artemisinina, il principio attivo estratto dall’artemisia e brevettato dalla novartis, costa 60 euro. Praticamente non può permetterselo nessuno. Gli studi sull’artemisia di Josep hanno portato alla conclusione che assumere la pianta nella sua forma naturale è più efficace del trattamento con artemisinina nel contrastare la malaria e nel prevenirla, nonostante nella pianta la quantità di principio attivo raccomandato dalla OMS, sia inferiore. Questo avviene a causa della moltitudine di composti esistenti nella pianta, che agiscono in sinergia. Una pianta, che può essere coltivata in casa è sufficiente a soddisfare il bisogno di una famiglia ed ha un costo irrisorio di pochi centesimi.
“L’organizzazione mondiale della sanità, che ha la capacità di obbligare gli abitanti del pianeta a vaccinazioni di massa innecessarie, o che puo proibire i trattamenti gratuiti che la natura e le terapie naturali ci offrono, è un organismo non eletto da nessuno che è finanziato all’ 80% dalle multinazionali farmaceutiche. È dal 1995 che la OMS “raccomanda” ai governi del mondo di non diffondere la notizia che l’artemisia può essere presa nella sua forma naturale, per evitare di provocare resistenza agli antibiotici, che la mafia farmaceutica ha ordinato di produrre.” Josep Pamies
Queste informazioni in nessun caso pretendono sostituire le raccomandazioni dei professionisti della salute.
Fonte: http://byologik.wordpress.com/2013/06/05/piante-che-curano-piante-proibite/
Monsanto sconfitta. A metà
di Maurizio Blondet, 03 Giugno 2013 .- Tratto da https://www.facebook.com/nicoletta.forcheri/posts/10200566032807617 – Fonte: http://www.effedieffe.com
«È controproducente combattere contro i mulini a vento»: così il capo delle relazioni pubbliche per la Monsanto in Europa, in un’intervista al Tageszeitung, ha annunciato una ritirata strategica: «Non faremo più lobby per i coltivi in Europa», e la ditta non ha «attualmente» in corso progetti pere far approvare dagli stati sementi geneticamente modificate.
L’incredibile successo della «Marcia contro Monsanto» ha lasciato il segno. La marcia ha avuto luogo in 400 città di 52 Paesi, e dovunque i manifestanti hanno protestato contro i loro governi, troppo compiacenti, diciamo, davanti agli argomenti Monsanto a favore dei suoi OGM. La protesta chiedeva esplicitamente il «labeling»: che gli ingredienti geneticamente modificati siano segnalati nelle etichette, come si fa per gli zuccheri e i grassi. Ai consumatori, poi, la scelta.
Una misura che la ditta ha contrastato sempre e con tutte le sue forze lobbystiche, che sono notoriamente irresistibili quando si esercitano sull’eurocrazia. Monsanto ha condotto una campagna a tutto campo contro le etichettature, sostenendo che sarebbero troppo costose (sic), che danneggerebbero i produttori poveri, che l’etichetta non serve a niente dato che i cibi geneticamente modificati sono senza rischi per il consumo umano, eccetera.
Recentemente lo Stato ungherese ha ordinato la distruzione di almeno 500 ettari a granturco risultato geneticamente modificato, che non avrebbero dovuto trovarsi lì, dato che il Paese vieta l’uso di OGM ed anche nel 2011 aveva fatto bruciare centinaia di ettari di coltivi contaminati da sementi ingegnerizzate, per evitare ibridazioni accidentali (i pollini si disperdono nell’aria) del mais «buono» con quello OGM. E siccome l’Unione Europea adotta le norme più liberali sulla libera circolazione (anche) di sementi, Budapest non ha diritto di indagare come, da quali Stati membri, quelle sementi siano arrivate sul suo territorio. «Ciò non ci impedirà di investigare a fondo su questa faccenda entro i nostri confini», ha minacciato il ministro dell’agricoltura Lajos Bognar.
Hanno proprio ragione l’eurocrazia e la stampa servile a bollare il governo ungherese di «liberticida», populista, fascista e antisemita. Ma finché si tratta della piccola e fascistoide Ungheria, passi. Il peggio è successo quando in Oregon s’è scoperto che grano geneticamente modificato stava crescendo in un’azienda agricola, che non l’aveva coltivato; e la contaminazione è stata confermata dall’USDA (US Department of Agricolture). Era una cosa che la Monsanto aveva assicurato non sarebbe mai avvenuta. Le coltivazioni sperimentali di questa semente ingegnerizzata erano terminate nel 2004, senza che si fosse conclusa con l’approvazione per la vendita e il consumo. Ora si è scoperto che Monsanto aveva fatto le sue sperimentazioni in campi aperti, innescando un inquinamento genetico assai vasto.
La reazione è stata rovinosa per gli agricoltori statunitensi. Il competente ministero del Giappone ha bloccato le importazioni di grano «western white» e da mangime «con effetto immediato da oggi», e ha fatto pressioni sullo USDA per avere i dettagli delle sue indagini (indagini che lo USDA, fortemente ammanicato con l’agribusinnes genetico, non fa volentieri); l’import di grani americani, ha detto il ministro giapponese, sarà sospeso fino a quando non si disporrà almeno di un «kit di prova» per identificare quel frumento geneticamente modificato. (Japan halts imports of U.S. wheat after USDA’s shock finding of genetic pollution from GMOs)
La Corea del Sud, che importa circa metà del suo fabbisogno granario dagli Usa, ha annunciato una simile sospensione. A questo punto, anche l’authority europea per la difesa dei consumatori ha dichiarato che qualunque carico di granaglie che risultasse positivo OGM non potrebbe essere venduto in Europa. Altri Paesi hanno fatto lo stesso, specie in Asia, come Cina e Filippine: tutti grandi importatori di frumento (si accaparrano un terzo della esportazione mondiale); e dove si scopre che i consumatori sono ancor più contrari ai cibi geneticamente modificati di noi europei, spesso bollati come irragionevoli schifiltosi negazionisti riguardo ad OGM ottimi e sanissimi.
Insomma, un danno economico ingentissimo per i coltivatori americani che si vedono rifiutare i loro prodotti, anche se magari hanno avuto cura di usare sementi naturali; e tutto a causa di Monsanto e dei suoi reggicoda a Washington. È una replica di quel che accadde nel 2006, quando il raccolto del riso a grano lungo americano risultò contaminato da una semente ingegnerizzata, questa volta dalla BayerCropScience, concorrente di Monsanto. Anche allora Europa e Giappone decretarono l’embargo sul riso statunitense, ciò che costò al settore agricolo Usa 750 milioni di dollari. E il riso è piccolo commercio, in confronto all’export di frumento.
Bayer, BASF e Syngenta, i concorrenti europei, hanno già rinunciato a promuovere i semi OGM in Germania ed altri Stati membri: i coltivatori, ha detto il portavoce di Monsanto, «hanno scarso interesse» ai presunti vantaggi miracolosi delle sue sementi; che senso ha coltivare un prodotto che è poi praticamente invendibile, dato il massiccio rifiuto dei consumatori? La ministra dell’agricoltura tedesca, Ilse Aigner (che è riuscita a bandire la semente MON810 nel 2009), ha detto: «Per l’agricoltura europea, le promesse paradisiache dell’ingegneria genetica non si sono avverate».
La resa di Monsanto è solo parziale , forse, apparente. In Spagna, Portogallo e Romania, dove le leggi sono più di manica larga e i consumatori meno sensibili al tema OGM, Monsanto continua a forzare la diffusione della sua semente MON810 rafforzata da un gene microbico tossico come pesticida «interno». E sta ancora energicamente facendo lobby a Bruxelles perché gli eurocrati permettano l’importazione di grani OGM per l’alimentazione animale.
Bisognerà vigilare, conoscendo l’eurocrazia (e i politici distaccati presso il centro di potere europeo). Tanto più che le idee della gente comune sulla pericolosità degli OGM – derisa dagli «esperti» – sta trovando sempre più conferme a livello scientifico. Vedi il caso di Thierry Vrain, un ricercatore al dipartimento dell’agricoltura canadese; da sempre convinto promotore della innocuità delle sementi ingegnerizzate, ora ha cambiato idea dopo un’analisi accurata della letteratura scientifica, che gli ha rivelato – oh meraviglia! – che né le autorità federali Usa, né quelle del Canada, hanno mai condotto test indipendenti sulla innocuità degli OGM. «Tutto quel che abbiamo sono gli studi di Europa e Russia, che dimostrano che i ratti alimentati con cibo geneticamente modificato muoiono prematuramente», dice Vrain.
Interessante la motivazione che il dottor Vrain dà della sua nuova diffidenza: «L’ingegneria genetica è vecchia di 40 anni. Ed è basata su una teoria vecchia di 70 anni, quella “un gene=una proteina”, ossia che ogni singolo gene codifica (e produce) una singola proteina. È un’ipotesi che il Progetto Genoma Umano ha dimostrato sbagliata dal 2002. Ora sappiamo che un singolo gene è capace di produrre più di una proteina, e che inserendo un gene estraneo in una pianta si finisce per creare proteine che non conosciamo, e impreviste. Ed è ovvio che alcune di queste proteine siano allergizzanti o tossiche».
Gli studi europei e russi, aggiunge Vrain, «dimostrano che le proteine prodotte dai vegetali OGM sono differenti da quel che dovrebbero essere. Inserire un gene estraneo come si fa con l’attuale tecnologia dà luogo a proteine danneggiate. La letteratura scientifica è piena di studi che mostrano come il mais e la soya geneticamente modificati contengono proteine non volute, e tossiche».
Ragion per cui, conclude il genetista canadese, «rigetto la pretesa delle ditte biotecnologiche che le loro sementi modificate producono di più, che richiedono minori irrorazioni con pesticidi, che non hanno alcun impatto sull’ambiente circostante e che sono senza rischi per la nutrizione». (Former Pro-GMO Scientist Speaks Out on the Real Dangers of Genetically Engineered Food)
La diplomazia Usa e le multinazionali degli Ogm
Un’analisi di 926 cablogrammi diplomatici del Dipartimento di Stato provenienti da 113 paesi, fra il 2005 ed il 2009, svolta dall’organizzazione americana Food & Water Watch, dimostra le fortissime pressioni esercitate dalla diplomazia Usa sui Paesi esteri, specialmente quelli meno sviluppati, per spingerli a introdurre le colture modificate geneticamente nella loro agricoltura, nonostante fin dal 2009 il prestigioso International Assessment of Agricultural Knowledge, Science and Technology for Development abbia dimostrato che i costi elevati dei semi e dei prodotti chimici correlati, l’incertezza sulle rese ed i rischi per la sicurezza alimentare locale rendano questi prodotti una scelta errata per i Paesi in via di sviluppo.
Impostata come una “diplomazia della scienza”, l’azione diplomatica si coordinava con le attività dello USAID (agenzia governativa Usa per lo sviluppo internazionale) e del ministero dell’agricoltura Usa (USDA), indipendentemente dall’orientamento politico dei governi Usa, come dimostra la piena continuità da Bush ad Obama di questa azione di pressione. L’esigenza di sostenere gli ogm in agricoltura dipende dalla fortissima opposizione che queste colture hanno trovato non solo in Europa, ma anche in Sud America, Asia, Oceania ed Africa, dove, ad esempio, oltre 400 organizzazioni, ad esempio, hanno richiesto nel 2012 il bando della coltivazione e dell’importazione di sementi biotech.
Per un mercato mondiale che, secondo i dati ISAAA (l’organizzazione statunitensi pro-Ogm), vale 15 miliardi di dollari l’anno, proprio l’Africa rappresenta la “frontiera finale” della diffusione delle colture biotech. Allineato con questa impostazione, il Dipartimento di Stato, per esempio, si concentra sul Kenya, fondamentale per bocca della stessa segretaria del Dipartimento di Stato, Hillary Clinton che dichiara: “Con il Kenya alla guida delle biotecnologie e della biosicurezza, non solo possiamo rafforzare l’agricoltura in Kenya, ma il Kenya può diventare il leader di tutta l’Africa”. Ecco quindi che la diplomazia Usa affianca le sperimentazioni, rivelatesi poi fallimentari, di Rockfeller Foundation, Gates Foundation e Monsanto sulla cassava e sulle patate in Kenya, sul fagiolo dall’occhio, sul sorgo e ancora sulla cassava in Nigeria, così come in altri 42 Paesi oggetto della pressione Usa, sfruttando anche i programmi che lo Usaid gestisce in stretto partenariato con Monsanto, DuPont, Cargill e Syngenta.
Ai Paesi africani si prospetta anche la possibilità di penetrare con i loro prodotti a basso costo nel mercato europeo, in modo da colpire uno dei maggiori ostacoli alla diffusione degli Ogm agro-alimentari: le norme sull’etichettatura obbligatoria. Esse vengono adottate, oltre che dall’Unione Europea, anche da Australia, Brasile, Cina, Giappone, Nuova Zelanda, Russia, Arabia Saudita, e Sud Corea, con soglie di contenuto GM che variano da zero al 5 per cento. Per questo, la pressione diplomatica Usa si concentra in modo particolare sull’ottenere dai governi esteri regolamentazioni e normative che consentano l’utilizzo di sementi e colture biotech e che non adottino etichettature obbligatorie per tracciare la presenza di OGM nei prodotti agro-alimentari.
Contro l’Europa in particolare gli Usa combattono una lunga battaglia di diplomazia commerciale, sfruttando anche le regole dell’organizzazione mondiale del commercio (WTO) per fare breccia nei bandi che molti Paesi europei hanno proclamato contro le colture geneticamene modificate in agricoltura.
La lotta contro le resistenze europee è particolarmente dura e si concentra sui Paesi di più recente accessione all’Unione Europea, come Romania e Bulgaria, chiedendo alla prima, ad esempio, di “svolgere un ruolo attivo per difendere la possibilità di utilizzo delle colture biotech da parte degli agricoltori”, ed alla seconda di “diventare un modello di successo e sostenere l’agricoltura biotech nella UE”.
Ma non sono solo i nuovi Paesi europei il bersaglio della pressione Usa, ma le stesse maggiori agricolture europee, come quella italiana, fortemente ostile all’introduzione degli Ogm. Risulta chiaramente da un cablogramma del 23 novembre 2005 che il Dipartimento di Stato non si fa scrupolo di utilizzare tutti gli strumenti mediatici e comunicativi, inclusa l’organizzazione da parte del consolato Usa di Milano, in Italia, col sostegno della Regione Lombardia, di un tour pro-ogm nel settembre 2005 da parte di un eminente studioso Usa, il prof. Bruce Chassy, in quattro città del nord Italia, comprendente l’incontro con alti dirigenti del Ministero dell’Agricoltura italiano, una storica intervista al settimanale di centro-sinistra L’Espresso (“Non sparate sugli Ogm”, L’Espresso, 15 settembre 2005), ripetute comparizioni televisive, oltre all’intervento pro-ogm davanti a 200 studiosi e rappresentanti pubblici, in occasione della “Prima conferenza mondiale sul futuro della scienza” promossa a Venezia dalla Fondazione Veronesi.
L’ampio report di Food & Water Watch è uno lavoro fondamentale perché dimostra come nella questione degli Ogm in agricoltura non sono solo in gioco modelli diversi di concepire la produzione agricola ed il rapporto tra agricoltura e ambiente, ma sono soprattutto in gioco la sovranità alimentare e l’indipendenza economico-commerciale dei Paesi dalle strategie mondialiste delle grandi multinazionali che fondano il loro potere sulla capacità di controllare il cibo del mondo.
G. Sinatti
Fonte: http://www.clarissa.it
Link: http://www.clarissa.it/editoriale_n1891/La-diplomazia-Usa-e-le-multinazionali-degli-Ogm
26.05.2013
Scarica il documento Ambasciatori Usa del Biotech in agricoltura http://www.clarissa.it/documenti/scarica.php?id=55&file=20130526194436Biotech_Report_US.pdf
Come Monsanto ha monopolizzato il mercato delle sementi e cambiato per sempre le sorti dell’agricoltura
Di Erika Facciolla
Alla vigilia dell’importante processo riguardante il caso Monsanto – Bowman che sta monopolizzando da mesi l’attenzione dei media americani e sul quale la Corte Suprema sarà chiamata a pronunciarsi, il dibattito sull’attuale regime dei brevetti delle sementi e sulle conseguenti strumentalizzazioni di aziende del comparto come la già citata multinazionale americana, non accenna a placarsi.
Ad alimentare le polemiche è il rapporto Giants vs U.S Farmers pubblicato dal Centro per la Sicurezza Alimentare (CFS) e ‘Save our Seeds’ (SOS), due organizzazioni giuridico–politiche che operano in difesa dei diritti degli agricoltori e della sicurezza alimentare.
Il rapporto mette sotto la lente di ingrandimento il modo in cui tale regime ha cambiato radicalmente il mercato e le forniture delle sementi su scala globale, incoraggiando società come la Monsanto a trascinare in tribunale gli agricoltori americani accusati di presunte violazioni dei diritti sui brevetti, come nel caso dell’agricoltore settantacinquenne dell’Indiana Vernon Hugh Bowman, citato in giudizio per impedirgli di piantare e vendere semi di soia ottenuti dalle sementi della Monsanto.
Al di là del caso specifico, il problema ha conseguenze socio-economiche ben più ampie: il vertiginoso aumento del prezzo delle sementi, la limitazione della ricerca scientifica indipendente (e con essa dell’innovazione), l’impatto ambientale. Ad essere sotto accusa, dunque, è il diritto dei privati di rivendicare la proprietà morale e giuridica su una risorsa che è e deve essere per definizione pubblica.
Nel rapporto si legge, infatti, che la sola Monsanto ha depositato finora 144 cause contro 410 agricoltori statunitensi e 56 piccole imprese agricole in 27 stati diversi.
Sembra che questo sia il modo più efficace per affermare il monopolio su un mercato delle sementi che di fatto oggi è controllato per il 53% da tre grandi società (tra cui la Monsanto) e che negli ultimi anni ha imposto drammatici aumenti sul costo delle sementi; basti pensare che dal 1995 al 2011 il costo medio per un ettaro di soia è aumentato del 325%, mentre quello del mais del 259%. Una vera tragedia per i piccoli coltivatori e le aziende agricole indipendenti.
L’altro aspetto preoccupante della vicenda riguarda le restrizioni imposte dal regime brevettuale sul diritto di contribuire all’innovazione e alla ricerca delle varietà vegetali ottenute dai semi. Le norme sui brevetti sono talmente stringenti che le coltivazioni sono ridotte ormai a poche varietà, quasi tutte di ingegneria genetica, con il conseguente impoverimento dei terreni ad uso agricolo e della biodiversità.
Il caso della Monsanto è dunque emblematico sotto diversi punti di vista: da una parte ci sono gli agricoltori biologici che rivendicano il sacrosanto diritto di tutelare la genuinità delle proprie coltivazioni senza persecuzioni e ingerenze esercitate dalle multinazionali col pretesto dei cosidetti ‘usi impropri dei brevetti’; dall’altra c’è la necessità, quanto mai impellente, di tutelare gli interessi di produttori e consumatori limitando l’uso di semi geneticamente modificati, dannosi per la salute e per l’ambiente.
Riuscirà, il buon senso, a prevalere sul mero interesse economico?
Fonte:http://www.tuttogreen.it/come-monsanto-amici-hanno-monopolizzato-il-mercato-delle-sementi-e-cambiato-per-sempre-le-sorti-dellagricoltura/
http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2013/04/come-monsanto-amici-hanno-monopolizzato.html
-o0o-
Non sarebbe stato possibile per la Monsanto entrare nel commercio delle sementi senza l’apporto fondamentale dell’Euro.
Prodi Padoa Schippa Draghi Napolitano hanno reso possibile alle Banche di taglieggiare i Piccoli agricoltori…in tutto il mondo con l’Unione Europea e le sue banche.
Gli accordi del Gats e le regole del commercio ( con sede a Ginevra) che hanno aperto le porte alle invenzioni criminali di mostri come la Monsanto…….Senza chiedergli una certificazione sugli effetti sulla salute, che sono stati ottenuti con la frode e la corruzione degli organismi come la FAO e la Food end Drugs Foundation……
L’altro giorno una frase di Prodi…..Perchè de benedetti? “Perchè lu ha un taglio lì, che tu non hai”!
I crimini di Monsanto, con i soldi di Bill Gates
Natural Society – Tratto da Effedieffe – 20 Febbraio 2013
http://www.effedieffe.com
Bill Gates, è fondamentalmente noto per essere il fondatore di Microsoft, l’azienda produttrice del notissimo sistema operativo Windows. Ricchissimo, si è ritirato dalla guida dell’azienda ed ora impiega tempo e denaro nel finanziare le tecnologie per la modificazione genetica, la geo-ingegneria, le vaccinazioni sperimentali e nel diffondere la buona novella della Monsanto salvatrice dalla fame nel mondo.
Nessuna sorpresa quindi nel leggere che Gates possiede 500.000 azioni della Monsanto. Controvalore: 23 milioni di dollari.
Ma è sempre Monsanto quell’azienda che è stata beccata a gestire in Argentina gruppi di lavoratori in nero, schiavizzati e costretti a lavorare 14 ore al giorno – per giunta spesso senza stipendiarli. Azienda che ricorre ai propri colossali fondi per pagare organizzazioni che falsificano letteralmente le dichiarazioni della FDA al fine di diffondere gli organismi geneticamente modificati.
Non mettiamo nemmeno in conto i suicidi di agricoltori in India, dovuti all’incapacità dei prodotti Monsanto di garantire i raccolti, suicidi che si verificano al ritmo di 1 ogni 30 minuti in quella zona agricola che è tristemente nota come ‘fascia dei suicidi’.
Bill Gates finanzia anche aziende che riducono i minori in schiavitù
Come se non bastasse, la Bill and Melinda Gates Foundation collabora con la Cargill con l’obbiettivo di diffondere la soia OGM nel 3° mondo. La Cargill è una multinazionale da 133 miliardi di dollari beccata anch’essa a violare le leggi sul lavoro ed incriminata dall’International Labor Rights Fund per traffico di minori dal Mali e per riduzione in schiavitù di minori come lavoratori nelle piantagioni di cacao, dove sono costretti a lavorare dalle 12 alle 14 ore al giorno, con paghe misere ed alimentazione insufficiente. L’azienda intanto continua ad acquistare cotone dall’Uzbekistan, dove è ben noto che sia il frutto di lavoro nero minorile.
Bill Gates si è prestato in prima persona per spot pubblicitari a favore degli OGM Monsanto, nei quali li magnifica come «La soluzione» alla fame nel mondo quando persino l’ONU ha riconosciuto che gli OGM non possono sconfiggere la fame altrettanto bene quanto l’agricoltura tradizionale.
Il tema della fame nel mondo è stato studiato in particolar modo dall’International Assessment of Agricultural Knowledge, Science and Technology for Development (IAASTD), un gruppo di 900 fra scienziati e ricercatori. I risultati della ricerca sono abbastanza chiari: 900 scienziati concordano che le sementi OGM non sono la soluzione alla fame nel mondo. I risultati sono stati pubblicati nel 2008, ben prima che Bill Gates – ignorandole – iniziasse a proclamare per ogni dove che gli OGM sono la soluzione miracolosa.
Anche la Union of Concerned Scientists ha esaminato la verità sui raccolti prodotti dagli OGM, giusto per scoprire che sul lungo periodo le sementi OGM non producono nessun aumento nei raccolti, mentre hanno un costo eccessivo e recano un grosso danno alla salute ed all’ambiente. La mancanza di basi scientifiche è risultata tanto evidente agli occhi della Union da voler documentare tutto in modo dettagliato, all’interno di un resoconto del 2009 intitolato: «Raccolti fallimentari».
Sono molte le critiche che si sono levate contro Gates per tali finanziamenti, per esempio dal gruppo Community Alliance for Global Justice, che ha dichiarato:
«La Monsanto ha un passato di crasso spregio delle esigenze e del benessere dei piccoli agricoltori sparsi per il mondo… la questione solleva grossi dubbi sul pesante finanziamento dato dall’azienda allo sviluppo dell’agricoltura africana…».
Allora, come mai Bill Gates, un uomo osannato dai media come un santo filantropo versa milioni – se non miliardi – in operazioni di questo tipo? E perché continua a dire che gli OGM possono combattere la fame nel mondo quando sa che non è vero, visto che fanno al contrario calare i raccolti e creano altri problemi?
Domandiamolo a Bill Gates
Ieri Gates si è reso disponibile a rispondere alle domande di utenti online tramite il sito sociale Reddit, in quella che si presentava come una intervista aperta, del tipo «Chiedetemi qualunque cosa». Era un’opportunità unica per chiedere a Bill Gates in persona perché avesse acquistato in modo occulto 500.000 azioni Monsanto – a parte questioni fiscali – e perché facesse squadra con la Cargill per diffondere gli OGM nel mondo. Cosa che in tanti ci domandiamo.
Alle domande su Reddit avrebbe risposto in forma scritta. Così, benché avessi una quantità di domande da porgli – una per tutte: «se lui per primo mangiasse OGM» – gli ho semplicemente chiesto:
«Perché ha comprato 500.000 azioni Monsanto?».
Non arrivando la risposta, sono partiti numerosi commenti con gli utenti che domandavano a Gates, per favore, se voleva rispondere. Quindi molti altri hanno posto delle varianti di questa stessa domanda. Domande rimaste tutte senza risposta – come previsto.
Ecco alcuni commenti alla mia domanda:
Lawfairy scrive: «Avrei voluto rispondesse; per me questa è una delle cose più incomprensibili circa di Gates, persona che altrimenti rispetto come uno dei più eminenti filantropi della nostra generazione… Per me i rapporti di Gates con la Monsanto sono l’aspetto moralmente più discutibile della sua intera attività».
Un altro utente scrive: «Non potrebbe dedicarci un po’ del suo tempo per chiarirci dei suoi investimenti nella Monsanto? Questa multinazionale, benché titoli di voler metter fine alla fame nel mondo, ha fatto negli ultimi 100 anni delle cose decisamente deprecabili, ed io non credo che avessero a cuore gli interessi della gente. Io credo che il modo per metter fine alla fame nel mondo non consista nell’avere un’unica azienda che manipola, controlla o possiede le scorte alimentari mondiali – o cerca di farlo».
Un altro utente ha dato questa risposta: «[Ha le azioni Monsant] Perché appoggia il Bilderberg group!».
Comunque, nessuno ha avuto una risposta ufficiale alle domande sulle azioni Monsanto. L’intenzione ovvia sembra quella di voler lasciar svanire la cosa nel flusso della stampa allineata, quella che sembra pensare che Bill Gates sia il nr. 1 dei filantropi, incapace di fare del male.
Noi invece troviamo assolutamente inaccettabile che qualcuno che finanzia i piani di aziende collegate agli OGM ed allo sfruttamento del lavoro nero minorile venga accolto con un applauso.
Anthony Gucciardi
Traduzione per EFFEDIEFFE.com a cura di Massimo Frulla, revisione di Lorenzo de Vita
Allarme Ogm, i semi della discordia a rischio estremismo
Lettera di Mario Capanna inviata per conto della «Fondazione diritti genetici» al ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, e a quello dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Corrado Clini
Egregi Ministri, nell’eventualità che il Presidente del Consiglio Mario Monti non Vi abbia segnalato la grave situazione che rischia di compromettere l’integrità del sistema agricolo-ambientale del nostro Paese, sulla quale lo abbiamo tempestivamente informato senza ottenere alcuna riposta, inoltriamo anche a Voi tale segnalazione.
Sul sito http://www.movimentolibertario.com, il titolare del «Movimento Libertario» Leonardo Facco ha dato notizia, il 28 settembre scorso, che, su sua iniziativa, «sono arrivati e sono stati stoccati in diversi magazzini di Lombardia, Veneto, Emilia e Friuli, 52.000 sacchi di sementi di mais MON810», sufficienti a «coltivare 32.000 ettari», dato che il totale dei semi transgenici ammonta a «2 miliardi e 600 milioni».
Aggiunge inoltre: «Consegneremo i semi la primavera prossima a tutti coloro che ci hanno fatto richiesta, che per ovvi motivi rimarranno anonimi».
È evidente che se il progetto del Movimento Libertario dovesse trovare attuazione, assisteremmo alla immissione fraudolenta e, per la prima volta, massiccia, di Ogm in Italia, con il possibile inquinamento genetico delle varietà autorizzate.
Converrete che tale situazione riveste carattere di gravità e urgenza e richiede l’intervento immediato di ciascuna delle Vostre competenze.
I governi precedenti non hanno preso alcuna iniziativa concreta per risolvere una volta per tutte la questione della coltivazione degli organismi geneticamente modificati nel nostro Paese, lasciando un vacuum normativo che ha legittimato il ricorso al Tar di quanti intendevano coltivare piante transgeniche. D’altro canto la sentenza della Corte di giustizia europea di alcuni mesi fa ha messo in evidenza l’impossibilità di vietare gli Ogm sulla base delle motivazioni addotte dall’Italia, ovvero l’assenza dei piani di coesistenza.
È arrivato dunque il momento che l’Italia ricorra all’unico strumento legislativo in grado di risolvere la questione, cioè la clausola di salvaguardia, a sostegno della quale esiste una ormai ampia letteratura scientifica che tanto gli istituti di ricerca del Ministero dell’agricoltura, quanto le Università competenti e la stessa Fondazione Diritti Genetici sono in grado di fornire.
L’iniziativa del Movimento in questione, che intende imporre la coltivazione di Ogm in Italia nonostante la contrarietà della maggior parte della popolazione e di tutte le Regioni italiane, nasce da questo vuoto normativo e rischia di trasformarsi in un atto illegale assolutamente ingiustificabile, che potrebbe anche indurre chi è contrario agli Ogm a compiere atti di estremismo.
Noi siamo contrari ad ogni atto di illegalità, sia dall’una che dall’altra parte, e per questo chiediamo alla politica di fare semplicemente il proprio dovere: decidere.
Mario Capanna
Fonte: http://www.ilmanifesto.it
20.03.2013
Incidente in Sudafrica, morto Pietro Ferrero: era a capo del colosso della Nutella
18.4.2011
Il ceo del gruppo era in viaggio di lavoro. La notizia è stata confermata dalla stessa azienda
13:06 – Pietro Ferrero, Ceo dell’omonimo gruppo dolciario di Alba (Cuneo), è morto in un incidente in Sudafrica. La notizia è stata confermata dall’azienda. Pietro, 48 anni, era in Sudafrica per motivi di lavoro. Il manager sarebbe morto mentre si trovava in giro in bici forse a causa di un malore. Pietro guidava la società insieme al fratello Giovanni che condivideva con lui il ruolo di amministratore delegato, e al padre Michele.
Anche in Sudafrica, dove aveva casa e dove si trovava in missione di lavoro, non rinunciava a qualche corsa. Poche ore prima di morire ne aveva parlato al telefono con Ivan Gotti, ex ciclista professionista e vincitore di due edizioni del Giro d’Italia. Il manager lascia moglie e tre figli.
Una fortuna fondata sulla Nutella
I Ferrero, padri fondatori dell’omonima casa dolciaria e inventori della Nutella, sono da diversi anni ai vertici della classifica dei più ricchi d’Italia. La dinastia dei Ferrero – “Michele Ferrero and Family”, come cita la prestigiosa rivista americana Forbes – iniziano la loro attivita’ oltre 60 anni fa. Ed è nel retrobottega del laboratorio di pasticceria fondato ad Alba nel 1944 da Pietro Ferrero che nasce la prima versione di quella che sarà la novità rivoluzionaria del secolo e una delle specialità dolciarie più famose: la Nutella, marchio registrato e imitato in tutto il pianeta. Dall’America all’Europa, dall’Australia al Brasile, la Nutella mette d’accordo tutti.
La Nutella nasce ufficialmente nel 1964, ma le sue origini risalgono agli anni ’40, alla fine della seconda guerra mondiale. Fu allora che Pietro Ferrero, un pasticcere di Alba e fondatore dell’azienda, provò a sostituire il costosissimo cioccolato con le nocciole (un prodotto tipico delle Langhe piemontesi): nacque così la Pasta Gianduia (o Giandujot) a base di nocciole, zucchero, cacao, che era confezionata sotto forma di pani avvolti nella carta stagnola, in modo da poter essere affettata.
Nell’estate del 1949 la ricetta venne ritoccata e l’impasto reso piu morbido, cremoso. Da lì a due anni venne lanciato un nuovo prodotto, la Supercrema, che venne confezionata in barattoli e venduta come crema spalmabile. Dal 1963 in azienda si incominciò a lavorare per creare un nuovo marchio che sostituisse Supercrema e potesse conquistare i consumatori di tutta Europa. Poichè nocciola in inglese si dice nut e in tedesco nuss, con l’aggiunta di un dolce suffisso in ella si arrivò così al nuovo nome nutella, che fu registrato alla fine del 1963.
Forbes: Michele Ferrero paperone d’Italia
Con 20,4 miliardi di dollari l’imprenditore è al 23esimo posto nella top 100 della rivista Usa. E il messicano Slim è il più ricco al mondo. Miuccia Prada è 78esima. Silvio Berlusconi solo 194esimo
18:37 – E’ Carlos Slim l’uomo più ricco del mondo secondo Forbes, che ha diffuso la consueta classifica dei paperoni del pianeta. Se al vertice figura il magnate messicano con una fortuna valutata 73 miliardi di dollari, il numero uno degli italiani è Michele Ferrero, 23esimo con i suoi 20,4 miliardi di dollari. Tra i top 100 figura anche Miuccia Prada, al 78esimo posto con 12,4 miliardi. Silvio Berlusconi solo 194esimo con 6,2 miliardi.
Ortega grande “scalatore”, Buffett fuori dal podio – Il paperone che ha incrementato più di chiunque altro la sua ricchezza nel 2012 è stato il terzo in classifica, Ortega, il cui patrimonio è cresciuto di 19,5 miliardi di dollari. Ha così guadagnato due posizionei nella classifica superando Buffett, numero uno di Berkshire Hathaway Inc, con i suoi 53,5 miliardi di dollari. Buffett scivola così per la prima volta dal 2000 fuori dal podio, piazzandosi soltanto in quarta posizione.
Liliane Bettencourt prima donna, Li Ka-shing numero uno d’Asia – E’ la francese Liliane Bettencourt, dell’impero L’Oreal, la donna più ricca del mondo: con la sua fortuna pari a 30 miliardi di dollari, si piazza al nono posto della classifica di Forbes. In Asia il più ricco si chiama Li Ka-shing, che controlla la Hutchison Whampoa, con base a Hong Kong: ottavo in classifica, può contare su una ricchezza di 31 miliardi. Passa dal ventesimo al tredicesimo posto Michael Bloomberg, il fondatore dell’omonimo colosso finaziario: la sua fortuna è di 27 miliardi di dollari.
Paperoni nel mondo: 1.426 in tutto, primi gli Usa – In tutto Forbes conta 1.426 paperoni nel mondo: la loro fortuna netta è pari a 5.400 miliardi di dollari. A guidare la classifica sono gli Stati Uniti, con 442 miliardari, seguiti dall’Asia con 386 e dall’Europa con 366.
Fra le new entry dell’elenco c’è anche un italiano: si tratta di Renzo Rosso, di Diesel, con 3 miliardi di dollari. Altri nuovi ingressi sono Bruce Nordstrom con 1,2 miliardi di dollari e Tory Burch con 1 miliardo di dollari.
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